Papa Francesco LAUDATO SI Lettera Enciclica sulla cura della casa comune anno 2015 si riportano alcuni capitoli: Capitolo primo QUELLO CHE STA ACCADENDO ALLA NOSTRA CASA VI. LA DEBOLEZZA DELLE REAZIONI 56. Nel frattempo i poteri economici continuano a giustificare l'attuale sistema mondiale, in cui prevalgono una speculazione e una ricerca della rendita finanziaria che tende ad ignorare ogni contesto e gli effetti sulla dignità umana e sull'ambiente. Così si manifesta che il degrado ambientale e il degrado etico sono intimamente connessi. Molti diranno che non sono consapevoli di compiere azioni immorali, perché la distrazione costante ci toglie il coraggio di accorgerci della realtà di un mondo limitato e finito. Per questo oggi “qualunque cosa che sia fragile, come l'ambiente, rimane indifesa rispetto agli interessi del mercato divinizzato, trasformati in regola assoluta”. Capitolo primo QUELLO CHE STA ACCADENDO ALLA NOSTRA CASA VI. LA DEBOLEZZA DELLE REAZIONI 57. ...E' prevedibile che, di fronte all'esaurimento di alcune risorse, si vada creando uno scenario favorevole a nuove guerre, mascherate con nobili rivendicazioni. La guerra causa sempre gravi danni all'ambiente e alla ricchezza culturale dei popoli, e i rischi diventano enormi quando si pensa alle armi nucleari e a quelle biologiche. Infatti "nonostante che accordi internazionali proibiscano la guerra chimica, batteriologica e biologica, sta di fatto che nei laboratori si continui la ricerca per lo sviluppo di nuove armi offensive, capaci di aterare gli equilibri naturali". Si richiede dalla politica una maggiore attenzione per prevenire e risolvere le cause che possono dare origine a nuovi conflitti. Ma il potere collegato con la finanza è quello che più resiste a tale sforzo, e i disegni politici spesso non hanno l'ampiezza di vedute. Perché si vuole mantenere oggi un potere che sarà ricordato per la sua incapacità di intervenire quando era urgente e necessario farlo? Capitolo terzo LA RADICE UMANA DELLA CRISI ECOLOGICA II. LA GLOBALIZZAZIONE DEL PARADIGMA TECNOCRATICO 106. ...L'intervento dell'essere umano sulla natura si è sempre verificato, ma per molto tempo ha avuto la caratteristica di accompagnare, di assecondare le possibilità offerte dalle cose stesse. Si trattava di ricevere quello che la realtà naturale da sé permette come tendendo la mano.Viceversa, ora ciò che interessa è estrarre tutto quanto è possibile dalle cosa attraverso l'imposizione della mano umana, che tende ad ignorare o a dimenticare la realtà stessa di ciò che ha dinanzi. Per questo l'essere umano e le cose hanno cessato di darsi amichevolmente la mano, diventando invece dei contendenti. Da qui si passa facilmente all'idea di una crescita infinita o illimitata, che ha tanto entisiasmato gli economisti, i teorici della finanza e della tecnologia. Ciò suppone la menzogna circa la disponibilità infinita dei beni del pianeta, che conduce a “spremerlo” fino al limite e oltre al limite. Si tratta di un falso presupposto che “esiste una quantità illimitata di energia e di mezzi utilizzabili, che la loro immediata rigenerazione è possibile e che gli effetti negativi delle manipolazioni della natura possono essere facilmente assorbiti”. Capitolo terzo LA RADICE UMANA DELLA CRISI ECOLOGICA III. CRISI E CONSEGUENZE DELL'ANTROPOCENTISMO MODERNO 115. L'antropocentrismo moderno, paradossal-mente, ha finito per collocare la ragione tecnica al di sopra della realtà, perché questo essere umano “non sente più la natura né come norma valida, né come vivente rifugio. La vede senza ipotesi, obiettivamente, come spazio e materia in cui realizzare un'opera in cui gettarsi tutto, e non importa che cosa ne risulterà”. In tal modo si sminuisce il valore intrinseco del mondo. Ma se l'essere umano non riscopre il suo vero posto, non comprende in maniera adeguata se stesso e finisce per contraddire la propria realtà. Capitolo terzo LA RADICE UMANA DELLA CRISI ECOLOGICA II. LA GLOBALIZZAZIONE DEL PARADIGMA TECNOCRATICO 123. Il relativismo pratico che caratterizza la nostra epoca... ..è anche la logica interna di chi afferma: lasciamo che le forze invisibili del mercato regolino l'economia, perché i loro effetti sulla società e sulla natura sono danni inevitabili... E' la stessa logica “usa e getta” che produce tanti rifiuti solo per il desiderio disordinato di consumare più di quello di cui realmente si ha bisogno. E allora non possiamo pensare che i programmi politici o la forza della legge basteranno ad evitare i comportamenti che colpiscono l'ambiente, perché quando è la cultura che si corrompe e non si riconosce più alcuna verità oggettiva o princìpi universalmente validi, le leggi verranno intese solo come imposizioni arbitrarie e come ostacoli da evitare.