Guida All`impianto Telefonico Analogico E Adsl Tipi di cavo. La

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Guida All'impianto Telefonico Analogico E Adsl
Tipi di cavo.
La distribuzione del segnale telefonico avviene utilizzando dei cavi, costituiti da una coppie di fili di rame
guainati e attorcigliati, detti generalmente doppini, o in alternativa coppie, o ancora "trecciole", anche se
in realtà i diversi termini sono declinazioni differenti di uno stesso concetto astratto.
La guainatura del singolo filo serve ovviamente ad isolarlo da ciò che lo circonda, mentre la twistatura col
suo complementare, serve a rendere la coppia insensibile ai disturbi esterni, e a limitare al contempo i
disturbi che essa genera nello spazio circostante. Il fatto di utilizzare due fili anzichè uno, deriva
dall'impiego di tecniche differenziali, vale a dire che si misura la differenza di tensione tra i due fili. In
questo modo, poichè attorcigliano i fili un generico campo elettromagnetico li investe in egual misura, la
variazione di tensione che affligge i due fili sarà la stessa e quindi la differenza di tensione resterà invariata.
Chiaramente una coppia non è un'entità a se, completa, ma può essere soggetta ad ulteriori trattamenti,
pertanto una coppia potrà a sua volta essere:



guainata: ovvero racchiusa in un tubo o calza di materiale elettricamente isolante;
schermata : ovvero racchiusa in un tubo o calza di materiale conduttore, e quindi capace di
schermare i campi elettromagnetici;
usata in configurazioni multicoppia: ovvero usata in configurazioni complesse dove ogni coppia
contribuisce ad una stessa comunicazione;
inutile poi dire che le tre configurazioni appena presentate possono essere combinate tra loro per ottenere
linee di trasmissione via via più complesse e articolate. Chiaramente questo approccio è estremamente
generale, per cui si potrebbe scrivere pagine e pagine, prima di arrivare al nodo della questione, ma poichè
la distribuzione del servizio telefonico e tutte le possibili implementazioni basate su doppino esulano
dall'argomento vi rimando alla pagina di wiki, e soprattutto vi invito a cercare su google. Maggiori
informazioni le trovate http://it.wikipedia.org/wiki/Doppino_telefonico.
Generalmente la singola coppia può essere realizzata con cavi di sezione diversa e natura diversa, per
questo possiamo avere:

configurazioni con fili rigidi: costituiti da un unico conduttore di rame, con diametro variabile di
solito di 1mm o di 0,5mm circa...
o doppino rigido: solitamente ha guaina grigia, e complessivamente ha diametro di circa un
cm.
Il riferimento tecnico è "Capitolato Telecom 1221" dovrebbe essere marchiato con la sigla
C.T. 1221
o
doppino flessibile: solitamente con guaina beige, il diametro complessivo è pari a 4 mm.
Il riferimento tecnico è "Capitolato Telecom 1220" è marchiato con la sigla C.T. 1220
o
trecciola: costituita dalla coppia di conduttori del doppino flessibile, privati della guaina.

o
multicoppia: insieme di 2n conduttori intrecciati a coppie (2,4,8,12) etc
Hanno siglie e nomi diversi a seconda della destinazione d'uso. Possono essere per interni e
per esterni, vengono solitamente utilizzati nella distribuzione telefonica all'interno dei
palazzi;
Solitamente si hanno 10 o più coppie fino a 200 e oltre, ma senza andare così lontano, un
comune cavo utp per lan ne è un esempio:
o
coppia: insieme di due conduttori attorcigliati, inseriti nel cavo multicoppia, simile alla
trecciola ma più sottili, e attorcigliati in maniera più serrata;
configurazioni con fili flessibili: ciascun filo è costituito di più conduttori di rame molto sottili
attorcigliati tra loro e guainati e quindi nuovamente attorcigliati.
o multicoppia: valgono le stesse considerazioni del multicoppia rigido, l'unica differenza è la
struttura interna dei singoli fili.
Non ho trovato foto abbastanza accurate di quei fili, essenzialmente perchè non è possibile
denudare il conduttore del singolo filo. Comunque i fili che lo compongono sono dello stesso
tipo utilizzato nei cordoncini, pertanto basta aprire uno di questi ultimi per avere un'idea di
come siano fatti.
o
cordoncino: il classico cavetto piatto, costituito da quattro fili paralleli, che collega ad
esempio, il telefono alla cornetta, o alla spina;
Nota: sebbene abbia molti elementi in comune col multicoppia è piuttosto leggero, e quindi
inadatto ad essere tirato nei corrugati.
Questa distinzione, apparentemente inutile, non vuole avere carattere tecnico, non è detto che in ambito
professionale vengano usati esattamente questi nomi, serve solo per poter identificare in modo univoco il
tipo di cavo onde evitare ambiguità.
Punti di accesso all'impianto telefonico.
Solitamente la telecom porta la linea nelle nostre abitazioni utilizzando un doppino, che può essere sia
rigido (ad esempio in caso di linea aerea), sia flessibile (in caso di linea interrata), la mia comunque è
un'indicazione di massima, non una legge. Non essendo un tecnico telecom non posso escludere ad
esempio l'utilizzo di un cavo multicoppia, o di una coppia singola o altro.
L'aspetto che non dipende dal tipo di cavo è il fatto che quel cavo è sempre proprietà del fornitore del
servizio, e mai dell'utente, per cui a rigore non andrebbe mai toccato...
L'impianto domestico infatti inizia a valle del cavo indicato sopra, e solitamente è realizzato o con doppino
flessibile oppure con la trecciola, se i corrugati telefonici non consentono troppo margine di manovra.
L'impianto è soitamente di proprietà dell'utente. Ma possono esservi eccezioni.
Il punto di collegamento tra doppino telecom e impianto domestico può assumere forme diverse, e quindi
vedrò di presentare le varie alternative così da poterle riconoscere.

Scatolino telecom/sip:
Scatolino di materiale plastico, spesso avvitato al muro, altre volte inserito in una scatola a muro,
contiene due piastrini metallici su cui sono avvitate due ganasce. I piastrini sono in acciaio
cromato, mentre le viti sono di ottone, quindi fate attenzione: assicuratevi che serrino bene il filo e
che non abbiano perso la filettatura, in questo caso dovrete sostituirle; delle viti da pc con passo
metrico possono fare al caso.
Solitamente tale scatolino viene utilizzato per attestare il cavo telecom, e il cavo di impianto,
tuttavia è possibile che vi sia anche altro, come ad esempio condensatori o fusibili...

NTUL : Nuova Terminazione Unificata di Linea
Nuova tipologia di terminazione di linea introdotta per essere poi abbandonata. A quanto ho capito
non viene più utilizzata, quindi potreste bypassarla direttamente senza problemi

Borchia ISDN:
Brutta bestia, nel senso che l'isdn sfrutta lo stesso principio dell'adsl, quindi è preferibile disabilitare
l'isdn e chiedere a telecom di toglierla dai maroni.
La borchia presenta due uscite analogiche, e pertanto a valle di queste ultime la situazione rispetto
al cavo analogico resta invariata...

Presa tripolare: in alcuni casi l'impianto parte direttamente da qui:
La presa è inserita in una scatola a muro quadrata ed avvitata al muro stesso. La vite centrale
permette di rimuovere il coperchio e di accedere ai collegamenti sottostanti.
In alcuni casi il doppino telefonico arriva direttamente a questa senza che vi sia niente prima, ne
dopo...
Nel post precedente ho indicato i principali elementi che troviamo all'ingresso di un impianto telefonico, in
modo da permettervi di rintracciare il cavo della telecom, e di individuare il punto di inizio del vostro
impianto, sul quale potrete lavorare autonomamente senza che dover richiedere l'intervento del tecnico
telecom.
Per prima cosa occorre capre come funziona l'impianto, in modo da agire con cognizione di causa, anzichè
in modo pedissequo. Successivamente indicherò come intervenire, e lo scopo dell'intervento.
Per prima cosa, ricapitolo:



anche se non è una regola fissa, il doppino rigido è il cavo con il quale il gestore ci fornisce il servizio
di telefonia.
il doppino flessibile è invece utilizzato per realizzare l'impianto e collegare tra loro i dispositivi che
fanno parte dell'impianto ( prese a muro, campanelli... ) principalmente quando il cavo è esposto,
ossia fissato esternamente al muro.
la trecciola viene utilizzata al posto del doppino flessibile, quando il collegamento passa
internamente al muro, in questo caso infatti il corrugato e il muro costituiscono già una protezione
sufficiente, quindi usare il cavo guainato sarebbe superfluo oltre che più difficoltoso, soprattutto se
i corrugati hanno sezione ridotta.
Nozioni rudimentali.
A questo punto non resta che precisare che che ad ogni doppino può corrispondere soltanto un'utenza
telefonica, ovvero un solo numero di telefono, per questo, se ad una linea telefonica risultano collegati più
apparecchi, questi non saranno altro che punti di accesso distinti di una stessa utenza, e pertanto non
potranno essere usati in modo totalmente indipendente. Ogni volta che componiamo un numero o
riceviamo una chiamata, gli altri telefoni della linea, se attivi, saranno collegati allo stesso
chiamante/ricevente. Per avere due o più apparecchi indipendenti occorre avere più numeri telefonici, e
quindi non solo occorre che il gestore porti alla vostra abitazione tante coppie, e quindi tante "linee",
quanti sono i numeri di cui volete usufruire, ma anche che gli apparecchi che volete indipendenti, non
abbiano alcun collegamento in comune, ma facciano uso di impianti completamente separati.
In altri termini l'espressione "impianto telefonico" si riferisce all'intero collegamento associato ad un solo
numero telefonico. In caso di numeri distinti dovrete avere impianti distinti. Eventualmente, un centralino,
posto tra le linee telecom e gli impianti domestici, permetterà di selezionare la cominazione linea/impianto
che si desidera utilizzare.
Infine approfondiamo come funziona un impianto telefonico: il fato che tale servizio funziona attraverso
una singola coppia di fili dovrebbe essere assodato. Chiaramente per evitare confusione i due fili alla base
dell'impianto hanno colore diverso: solitamente uno è BIANCO mentre l'altro e ROSSO; come situazione
alternativa potremmo avere che uno è BIANCO mentre l'altro è AZZURRO; questa seconda configurazione
ci permette di indicare con B il filo bianco e A il filo azzurro. Tale scelta risulterà estremamente utile nella
realizzazione dei collegamenti.
Per ragioni di carattere elettrico il segnale telefonico è stato realizzato sotto forma di tensione che varia
nel tempo. Per garantire che tale tensione vari, è necessario che la coppia di fili che costituisce la linea
telefonica non sia mai cortocircuitata, in quanto il cortocircuito impone che alle sue estremità la tensione
sia nulla. D'altra parte per poter ricevere, e convertire il segnale telefonico in segnale audio e viceversa è
necessario un dispositivo, il telefono, che dovrà essere alimentato in qualche modo, perche la conversione
dei segnali richiede energia. Per questa ragione, al fine di garantire che la telefonia fosse un servizio
autonomo, il telefono è stato progettato in modo da assorbe l'energia di cui ha bisogno direttamente dalla
linea, a sua volta costruita in modo tale da fornire ai dispositivi collegati tutta la potenza necessaria.
Chiaramente però la potenza che il fornitore di telefonia eroga ha un costo, e d'altra parte la potenza che
può circolare sulla linea è minima, per evitare che questo diventi un problema quando non ci sono
chiamate in corso e non è necessario che il telefono assorba corrente, il telefono si limita a controllare la
linea "leggendo" la tensione ma senza assorbire potenza, minimizzando così il consumo.
Parallelo.
È evidente che se ad una stessa linea colleghiamo più telefoni, quando una chiamata arriva, posso
rispondere da quello più vicino, senza dover attraversare tutta la casa.
Fintanto che uso un telefono alla volta questa soluzione non crea problemi, tuttavia se non sono il solo ad
usare i telefoni, posso avere degli inconvenienti: in primo luogo tutti i telefoni possono accedere
contemporaneamente alla stessa linea, questo fa si che chiunque può intromettersi parlando o ascoltando.
Inoltre quando vengono usati più telefoni contemporaneamente, l'assorbimento di ciascuno si aggiunge a
quello degli altri sovraccaricando la linea. Il primo problema è sicuramente una riduzione di ampiezza del
segnale, e quindi una riduzione della sua qualità, il secondo è un'aumento della potenza assorbita dalla
centrale, con maggiori costi per il fornitore. Il terzo problema è, o per meglio dire era, il potenziale guasto
degli apparati del gestore telefonico.
Serie.
Per questo la SIP ( prima che diventasse Telecom) non vedeva di buon occhio i collegamenti in parallelo, e
quindi impose l'adozione dei soli collegamenti in serie.
Questo approccio risolse contemporaneamente sia i problemi degli assorbimenti, sia i problemi della
privacy anche se a dire il vero di riservatezza allora non si parlava proprio. Infatti ogni qualvolta veniva
usato un telefono, tutti quelli più a valle venivano disattivati, in quanto il collegamento di uno dei due fili
veniva interrotto.
Chiaramente questa soluzione, utile all'epoca, divenne estremamente fastidiosa con l'invenzione del
modem, in quanto la connessione cadeva se qualcuno, malauguratamente sollevava la cornetta più a
monte. Il problema chiaramente permane nel caso dell'ADSL, per tale ragione, congiuntamente alla
realizzazione di nuovi apparati di centrale più robusti e protetti, la necessità di un collegamento serie non è
più così pressante.
Chiariti i fondamenti sugli impianti non resta che passare alla pratica: ovvero come collegare i fili per
realizzare l'impianto.
Stella.
Se l'impianto telefonico è già stato cablato, tutto ciò che dovrete fare, sarà intervenire sulle singole prese
telefoniche, per cambiare il collegamento da serie a parallelo e/o viceversa. Se invece dovete realizzare
l'impianto da zero, dovrete anche occuparvi del cablaggio, e quindi stabilire anche la lunghezza delle
tratte. In questo caso occorre pianificare con attenzione la struttura dell'impianto, infatti dovrete decidere
dove posizionare gli apparecchi, individuando le zone più frequentate o raggiungibili, in secondo luogo
decidere se realizzarlo in serie o in parallelo, in terzo luogo, se optate per un impianto in parallelo, dovrete
valutare se esso sarà strutturato a scala, come nello schema sopra, oppure a stella, come nello schema che
vedrete sotto.
In una configurazione a stella infatti tutti i rami sono collegati tra loro nello stesso punto, e da questo sarà
possibile accedere a qualsiasi apparecchio dell'impianto. Inoltre ogni volta che un ramo verrà scollegato,
esso costituirà un impianto telefonico indipendente, immediatamente raggiungibile.
Con Centralino.
Questo apre la possibilità all'installazione di un centralino, che permetterà ai vari rami di interagire tra loro,
esattamente come se fossero telefoni di utenze diverse, inoltre, qualora doveste decidere di attivare una
seconda linea, il centralino vi permetterebbe di commutare ognuna delle linee di ingresso libere, sul ramo
non occupato in una conversazione. Tenuto conto che alcuni centralini supportano anche il voip,
disponendo di un router voip, questa soluzione potrebbe risultare di particolare interesse. In ogni caso il
centralino dovrà essere collegato a ciascuno dei rami dell'impianto, attraverso una coppia di morsetti
indipendenti dalle altre. A chi interessasse, alcuni centralini funzionano anche come videocitofoni.
In ultimo, prima di passare alla parte pratica, un accenno alle configurazioni per l'ADSL.
Scala.
Quando sulla vostra linea viene attivato il servizio ADSL, il segnale si propaga attraverso tutte le prese, per
cui , con la sola eccezione del router, a ciascun apparecchio dovrete applicare un filtro.
Come via alternativa, senza inserire un filtro in ciascuna presa, potete inserire una presa derivata,
direttamente dal doppino telecom, a monte dell'impianto, ad essa applicherete il router, così da avere la
migliore qualità possibile per il segnale adsl. Immediatamente a valle della derivazione, potrete introdurre
un comune filtro per ADSL, realizzando uno splitter (filtro centralizzato) in via del tutto economica,
spendendo circa un terzo, rispetto al costo dello splitter.
In caso di guasto, anche verificare se il problema dipende dall'impianto sarà immediato. Scollegando il
filtro ADSL e tutto ciò che vi è collegato, saprete immediatamente se il problema dipende dal vostro
impianto o dalla linea.
Passiamo infine alla parte pratica, la realizzazione vera e propria dell'impianto, e quindi l'inserimento dei
fili nei corrugati, ossia i tubi murati nelle pareti, allo scopo di ospitare gli impianti.
Per prima cosa dovete aprire le scatole telefoniche e quelle di derivazione, che dovrete attraversarsare col
vostro filo telefonico.
Per seconda cosa dovrete preparare il materiale occorrente, prima di procedere al tiraggio dei fili.
Per terza cosa dovrete procedere al cablaggio vero e proprio.
Per ultimo vi occuperete dei collegamenti elettrici.
Il tiraggio dei fili.
Dopo aver aperto le scatole a muro, quelle col coperchio quadrato destinate ad ospitare le prese, che ho
indicato al primo post, e dopo aver aperto le scatole di derivazione dell'impianto telefonico, dovrete
individuare i corrugati da utilizzare. Per farlo vi servirà uno spezzone di 30 cm di tubo flessibile, che entri
nel corrugato o quasi, talco, eventualmente un imbuto o una peretta. Versate un po di talco, circa una
cucchiaiata, nel corrugato che intendete utilizzare, poi, usando lo spezzone di tubo flessibile, soffiate
energicamente nel corrugato, aiutandovi con la mano a chiudere la luce tra spezzone e corrugato. All'altra
estremità del tubo si formerà una nuvola, che vi permette di capire se la destinazione del corrugato è
quella desiderata. Se il corrugato è quello giusto, contrassegnatelo in qualche modo, ad esempio infilando
uno spezzone di filo di ferro nel corrugato, facendone sporgere una estremità.
Individuati tutti i corrugati utili allo scopo dovete capire quali utilizzare. Se avete deciso di realizzare un
impianto a scala, il filo telefonico collegherà ciascuna presa con quella adiacente, quindi sarà sufficiente
individuare tutte le tratte da attraversare, per passare da una scatola all'altra, col minor numero di tratte.
Se invece avete optato per un impianto a stella, dovrete fissare la posizione del centro stella, quindi la
scatola più vicina alla posizione di router e/o centralino. A partire da questra scatola, dovrete individuare il
percorso da seguire per raggiungere tutte le altre.
Dopo aver individuato le tratte da attraversare fate una stima di quanti metri di filo dovete usare, se non
avete esperienza aiutatevi con carta penna metro e un sondino tirafili, e ricordate di tenervi larghi con le
stime: un pò di filo andrà sprecato durante le fasi di tiraggio e di montaggio delle spine, e rimanere a meta
o peggio dover ricominciare perche il filo non basta non è proprio il massimo.
NOTA: se alcune tratte sono condivise tra più rami dell'impianto, dovrete tirarvi più di un filo, pertanto
prestate attenzione alla sezione del corrugato prima di decidere se cablare usando il doppino o la trecciola,
se la sezione complessiva dei fili è prossima a quella del corrugato, tirare questi nel tubo sarà complicato e
penoso, e quindi optare per la trecciola anzichè per il doppino può essere preferibile.
Infine andare a comprate tutto ciò che vi occorre: talco, sondino, filo telefonico, nastro adesivo, ed
eventualmente un paio di pinze, e procedete con l'installazione.
Se l'impianto è a scala è sufficiente passare uno spezzone di filo tra una presa e quella adiacente. Dato che
entrambe le estremità di ciascuna tratta andranno collegate ad una presa, potrete tranquillamente tirare
una tratta per volta: basta ripetere il procedimento per ciascuna delle tratte.
Nello svolgere le operazioni indicate fatevi aiutare da qualcuno. Nel tirare la trecciola non dovrete usare
troppa forza, per questo potete usare il talco per far scivolare meglio il filo, inoltre la trecciola dovrà essere
guidata dentro il corrugato, onde evitare che la guaina si spelli, e che il filo si pieghi formando un angolo.
Se dovete attraversare una scatola nella quale non inserirete una presa, non c'è bisogno di inserire un
giunto nella scatola. Quando tirate la trecciola nella prima tratta, dovrete far scorrere anche la parte di filo
che andrà nella seconda, a questo punto sarà sufficiente staccare il sondino, passarlo nella seconda tratta
in modo che la punta esca proprio dalla scatola che dovete attraversare, fissare la trecciola al sondino, e
tirare il filo nella seconda tratta.
Nota: fate scorrere il filo in una tratta alla volta onde evitare di danneggiarlo. Non cercate mai di tirarlo
attraverso due tratte contemporaneamente!
Se invece volete realizzare un impianto è a stella, dovrete fare più attenzione, ma le differenze pratiche
sono minime. Per prima cosa ricordate che in un impianto a stella avrete probabilmente delle tratte
"condivise" vale a dire che saranno attraversate da più fili. Questo costituisce un ostacolo per diverse
ragioni:


quando un filo è già stato passato nel tubo, inserire il sondino diventa pressochè impossibile:
soluzione, passare tutti i fili insieme;
quando un insieme di fili è stato passato nel tubo, questi diventano solidali, ovvero è piuttosto
difficile farli scorrere uno rispetto all'altro: soluzione, passare per ultime le tratte condivise.
Per risolvere il problema dovrete iniziare a passare i fili dai vertici della stella verso il centro stella.
Iniziate col primo vertice: passate il filo in tutte le tratte, in cui il filo passa da solo. Quando arrivate
all'inizio di una tratta condivisa, accumulate fuori dalla scatola tutto il filo aggiuntivo che vi serve per
raggiungere il centro stella. Poi passate al vertice successivo e ripetete. Quando avete finito, vi restano da
passare le tratte condivise. All'ingresso di queste avrete, per ciascun ramo, la parte di filo necessaria a
raggiungere il centro stella. Quindi dalla scatola posta al centro stella infilate il sondino e ripetete
esattamente il procedimento sopra, inserendo contemporaneamente tutti i fili, nell'asola del sondino.
Il procedimento è esattamente lo stesso, se anzichè usare dei corrugati, avete i tubi esterni, o se usate
delle canaline, l'unica differenza in quest'ultimo caso, è che non vi servirà il sondino potendo aprire le
canaline...
Il collegamento delle prese.
E ora veniamo alle prese:
Quella più comune è sicuramente la tripolare:
Vediamo di capire com'è fatta, e quindi come collegarla.
Nella prima immagine a sinistra noterete che ho evidenziato le viti che servono a fissare la presa al muro,
queste solitamente fanno presa su apposite sedi previste all'interno della scatola murata, saranno le viti
che dovrete smontare, per controllare che sul retro non vi siano fusibili o altro, e per accedere più
facilmente ai fili. Ho anche evidenziato i contatti elettrici per descrivere il funzionamento della presa.
Nella figura centrale ho evidenziato i vari morsetti, e i porta fusibili presenti nella spina. A questo punto
non resta che spiegare a cosa servono i vari elementi. Faccio altresì presente che le sigle dei morsetti sono
stampigliate sulla presa stessa.
La prima cosa che osserviamo è la presenza di due gruppi di morsetti, A e B, in perfetto accordo con
quanto visto sopra, per ciascuno dei due gruppi abbiamo tre classificazioni: entrante uscente fusibile.
Quindi in totale :
Ae = A entrante : direttamente collegato al contatto telefonico
Be = B entrante : direttamente collegato al contatto telefonico
Au = A uscente : collegato al contatto telefonico solo indirettamente
Bu = B uscente : direttamente collegato al contatto telefonico
Af = A fusibile : collegato al contatto telefonico tramite Fusibile
Bf = B fusibile : collegato al contatto telefonico tramite Fusibile
Per prima cosa presentiamo i due morsetti filtrati dai fusibili:
Tali morsetti sono collegati alla base dei fusibili attraverso un ponticello posto sul retro della presa; la testa
dei fusbili invece è collegata al contatto telefonico tramite il ponte posto sotto il tappo metallico a vite. In
questo modo il segnale passa attraverso il fusibile e quindi in caso di sovracorrente si brucia il fusibile ma
non il telefono. Solitamente questi morsetti si usano se la presa è la prima dell'impianto, e quindi è esposta
a scariche metereologiche, infatti i morsetti di uscita sono posti dopo i fusibili, quindi le prese più a valle
sono automaticamente protette. Poichè solitamente i fusibili non sono una protezione efficace, e poichè
possono introdurre disturbi se si usa l'adsl, tali morsetti solitamente non vengono usati.
Ora tocca ai morsetti di uscita Au e Bu:
Come vediamo Bu è collegato direttamente a Be e pertanto il segnale entrante passa direttamente
all'uscita, a prescindere dalla configurazione di collegamento adottata. Al contrario il morsetto Au di uscita
è collegato all'ingresso per due vie diverse: abbiamo una via diretta, attraverso il contatto di derivazione,
che viene usata se la spina telefonica non è inserita e quindi il contatto di derivazione è chiuso), ma
abbiamo anche una via indiretta, attraverso il telefono, che viene abilitata se la spina telefonica è inserita e
quindi il contatto di derivazione è aperto, questo permette di disabilitare le spine a valle nel collegamento
serie, in quanto sollevando la cornetta interrompiamo il segnale diretto verso Au; tuttavia nessuno ci
impedisce di collegare il cavo di uscita direttamente sul morsetto Ae, in questo caso il segnale telefonico
non verrà mai interrotto e raggiungerà sempre gli altri apparecchi: abbiamo quindi una configurazione
parallelo.
I morsetti Ae e Be sono invece i morsetti di ingresso, che useremo per collegare la presa al doppino che
trasporta il segnale telefonico che vogliamo usare.
Nota1: In alcune installazioni all'interno delle prese telefoniche, venivano inseriti dei condensatori, la
ragione a dire il vero non è del tutto chiara, secondo alcuni erano un adattamento di impedenza, secondo
altri erano necessari ai controlli telecom. Tali dispositivi possono creare problemi in caso usiate l'adsl per
cui è preferibile rimuoverli. Fate attenzione: tali condensatori spesso sono sul retro della presa, quindi non
visibili, se non vitando del tutto le viti di ritenzione ed estraendo la presa dal muro.
Nota2: Nella foto il filo rosso è collegato al terminale B e quello bianco al terminale A contrariamente a
quanto detto sopra. A rigore si tratti di un collegamento errato, e poichè il segnale è di natura differenziale,
l'inversione dei fili porta ad una inversione di fase del segnale, in ogni caso gli apparecchi moderni
dovrebbero essere in grado di rimediare e non si dovrebbero avere effetti percepibili. In ogni caso è
sempre preferibile collegare i fili in modo corretto. Faccio inoltre presente che la foto che ho stata
recuperato sul web, paradossalmente era l'unica in cui la stampigliatura del nome dei morsetti fosse
leggibile.
Sul web dovreste poter trovare tutto ciò che vi interessa per approfondire la questione : "Prese tripolari".
Passiamo alle prese Rj11:
Tali prese esistono in diverse forme, a frutto, da incasso e a muro, con doppia uscita, con attestazione a
morsetti a intaglio di isolante a forcella, in ogni caso la sostanza non cambia.
In questo caso descriverò brevemente i vari tipi e passerò a parlare delle configurazioni:

In primo luogo il keystone è un modulo con attestazione ad incisione di isolante, il che significa che
su tale modulo sono presenti delle linguette metalliche con uno spacco a v. I fili vengono
semplicemente pressati entro queste linguette, le quali taglieranno la guaina andando a toccare il
rame sottostante realizzando il contatto. Tali moduli hanno un coperchio a pressione che assicura la
tenuta del filo, essi vanno poi inseriti ad incastro su una basetta che può essere da parete o da
incasso su portafrutto. Questi moduli vengono utilizzati con i cavi multicoppia, in cui i conduttori
sono molto sottili. Con la trecciola o il doppino, non possono essere usati.

Il secondo metodo di attestazione è quello con morsetti a vite, possono essere disponibili su frutto
o su base da incasso e parete, e si usano essenzialmente per collegamenti telefonici su trecciola o
doppino, i fili dei multicoppia sono troppo sottili per essere sguainati.

La terza e ultima soluzione è quella con i moduli rj11 dove il plug è collegato a dei contatti mobili
forcella. Sulla basetta sono presenti delle viti per serrare la forcella del plug contro la forcella,
crimpata sul multicoppia, o contro il filo di rame nel caso di doppino o trecciola. È forse la peggiore
delle 3 soluzioni in quanto piuttosto delicata per usarla col doppino, e scomoda per usarla col
multicoppia, (crimpare cavi estremamente sottili è abbastanza scomodo). Tuttavia è una soluzione
economica e piuttosto diffusa.
Per prima cosa chiariamo un punto fondamentale: la famiglia di connettori rj costituisce semplicemente un
insieme di interfaccie complementari, distinte in base al numero di posizioni (ossia di contatti
potenzialmente disponibili) e di contatti effettivamente presenti, abbiamo quindi:



connettore 4p4c = connettore a 4 posizioni e 4 contatti: è il più piccolo dei tre, lo troviamo sul cavo
tra telefono e cornetta.
connettore 6p2c/6p4c/6p6c noto anche come rj11 è il connettore che utilizzeremo noi, può avere
2/4/6 contatti, ma a noi servirà al massimo la versione a 4 contatti, e vedremo poi perchè.
connettore 8p/8c noto anche come rj 45 è probabilmente il più conosciuto in quanto utilizzato per
i collegamenti di rete.
Chiaramente non sarà la forma della spina ma il modo in cui collego i fili, e come sono fatti i segnali a
definire il particolare servizio che ci passa sopra, per questo occorre prestare attenzione quando leggiamo
degli eventuali schemi di collegamento, sempre se vogliamo ottenere qualcosa di compatibile coi prodotti
presenti sul mercato.
Detto questo torniamo all'argomento: il connettore rj11 più diffuso è quello che fa uso di 2 o 4 contatti,
che vengono indicati come TS L1 L2 TX, dove TS e TX sono i due contatti laterali mentre L1 ed L2 sono
quelli centrali. Tali contatti sono simmetrici rispetto al centro dello spinotto, e solitamente i collegamenti
sono pensati in modo tale che il cordone di collegamento tra telefono e spina sia privo di un verso
specifico.
Date le premesse e le sigle usate è immediato capire che L1 ed L2 sono associati alla linea telefonica. E
infatti confrontando i contatti del socket rj11 e della tripolare vediamo che tutto funziona. Però a questo
punto è naturale chiedersi, che fine fa il terzo contatto? Quello per la configurazione serie? Possiamo avere
anche quello, basta utilizzare uno dei due terminali non utilizzati, ovvero TX, il quarto terminale sarà invece
inutilizzato.
Attenzione: mentre la presa tripolare ha un bypass interno che interviene quando non c'è una spina
inserita, nella presa rj-11 il bypass interno non è presente. Rimuovendo la spina scollegherete anche tutte
le prese più a valle. Per questa ragione, in un impianto serie, dovete inserire una spina di bypass in tutte le
prese senza un apparecchio collegato. Allo stesso modo, un cordoncino a due contatti, o un apparecchio a
due contatti, non trasmettono mai il segnale al terminale TX quindi tutte le prese più a valle risulteranno
disattivate;
Dall'immagine si nota immediatamente la corrispondenza tra i 4 pin della spina rj11 e i 3 pin della tripolare.
In questo caso comunque, è preferibile non collegare il pin TS, poichè come vedremo non è di alcuna utilità
mentre, per contro può essere causa di eventuali problemi.
Per quanto riguarda l'aspetto pratico del collegamento, solitamente se la presa usa una attestazione a
morsetti, troverete stampigliata, in prossimità di ciascon morsetto, la siglia del pin corrispondente. Se
invece l'attestazione fa uso di contatti a forcella crimpati, dovrete basarvi sul codice colori, che è di
derivazione americana. La corrispondenza tra tale codice e le sigle verrà riportata per convenienza.
Riassumendo il tutto non resta altro che il prospetto dei collegamenti, in serie e parallelo, sia per le prese
tripolari che per i connettori rj11.
Infine un promemoria sulle principali raccomandazioni e cose da evitare e perchè:
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ATTENZIONE: se cablate l'impianto da zero assicuratevi di
utilizzare corrugati e scatole che non verranno mai impiegati per
l'impianto elettrico. Normativa e buonsenso vietano la vicinanza di
collegamenti telefonici ed elettrici.
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Fate attenzione a quante prese installate, su qualche sito ho letto di non installare 3 apparecchi più
il router, per non sovraccaricare la centralina telecom. Per quanto visto sopra, credo che sia
sufficiente non utilizzare contemporaneamente più di due telefoni e un router collegati ad una
stessa linea, ma che il numero di prese incida solo relativamente...
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Collegate i fili telefonici utilizzando gli appositi morsetti a cappuccio,
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Evitate di collegare i fili attorcigliandoli e poi bloccandoli col nastro, i fili del doppino sono rigidi,
quindi tale procedura non garantisce un contatto duraturo e costante. In alternativa ai morsetti a
cappuccio potete usare saldatore e guaina termorestringente per isolare ciascun filo dall'altro.
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Anche se sembra sciocco lo faccio presente lo stesso: quando tirate il doppino nei corrugati, evitate
di far passare i tratti di filo con giunti o saldature all'interno del corrugato, se la saldatura cede e vi
rimane lo spezzone nel corrugato sarà molto difficile toglierlo e quindi passare altri fili. Allo stesso
modo, se tirare i doppini mentre effettuate i collegamenti, che gli eventuali giunti non vengano
trascinati dentro il corrugato. Se il giunto cede, rintracciarlo sarà impossibile, e quindi sarà
difficoltoso riparare il guasto.
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fate attenzione quando acquistate un cordoncino già crimpato. Spesso si tratta di cordoncini a 2
contatti, che non garantiscono la continuità del collegamento in un impianto di tipo serie, e quindi
disattiva gli apparecchi più a valle dell'impianto, quando si fa uso di prese di tipo rj11; tale
cordoncino può creare problemi anche con taluni modem esterni.
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evitate di formare dei LOOP: in altri termini non collegate mai due tratti di filo, a più di un morsetto
comune. e non collegate mai le estremità di uno stesso filo, ad un morsetto dell'impianto.
L'anello che si forma si comporta da antenna rendendo anomalo il comportamento dell'impianto
elettrico. Anche se è un caso particolare e di poco conto, questo è il motivo per cui, in una spina rj11, non dovete collegare il terminale TS al terminale S1; se utilizzaste un apparecchio con lo stesso
collegamento, i due fili del cordoncino formerebbero un loop.
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Resta infine un ultima cosa: come creare i cordoncini telefonici per rj11...
Come ho già detto in vendita esistono cordoncini a 2 poli, oppure a 4 poli, e a seconda dei casi possiamo
scegliere l'uno, o l'altro, ma spesso questi hanno lunghezza prefissata, come facciamo a crearne uno di una
lunghezza specifica?
Tutto ciò che ci occorre sono i plug, ossia i connettori, e una pinza a crimpare, tale materiale è disponibile
nei negozi di materiale elettronico o elettrico, ma ultimamente è disponibile anche presso supermercati e
brico vari. I plug devono essere del tipo a sei posizioni, in particolare vi suggerisco di comprare sempre
quelli a 4 contatti onde evitare brutte sorprese. Per la pinza invece vi suggersisco di prenderne una
decente, possibilmente in metallo, piuttosto che in materiale plastico, e soprattutto dotata della lama che
vedete nel modello in figura.
Quella lama serve a tagliare in modo pulito il cordoncino, ed è estremamente utile per evitare che
rimangano sottili fili di rame attaccati al cavo, vicino a questa lama, o dall'altro lato della pinza, troverete
altre due lame, contrapposte, che non arrivano a toccarsi: tali lame sono poste a circa 6 mm da una
linguetta metallica al centro della pinza, e servono ad eliminare la corretta porzione di guaina del
cordoncino. In questo mono verranno esposti i singoli poli del cavetto (ciascuno con la propria guaina.)
Naturalmente il cordoncino è dello stesso tipo che trovate già crimpato e pre-tagliato sotto forma di
prolunghe telefoniche, potrete quindi comprarlo al metro, di solito si trova nei brico o nei negozi di
elettronica e di materiale elettrico, o potete ricavare il pezzo che vi serve da una prolunga preesistente. In
questo caso una delle due estremità sarà già crimpata, quindi non serve crimparla nuovamente.
Nel comprare il cordoncino assicuratevi sempre che sia a 4 poli: un cordoncino a 2 poli o i plug a 2 contatti
non consentono il corretto funzionamento di un impianto "serie" e quindi possono creare problemi
inaspettati o essere incompatibili con alcuni modem...
La crimpatura dei plug.
Veniamo alla pratica... Come si crimpa un cavo?
Tagliate il cordoncino con l'appostia pinza, in modo da avere un taglio perfettamente perpendicolare al
cavo. A questo punto, infilate l'estremita tagliata, tra le due lame, fino a toccare la linguetta di battuta...
Stringete la pinza, e tenendola stretta in mano tirate indietro il cavo lasciando scoperti i 4 fili. Assicuratevi
che i quattro poli siano perfettamente paralleli, prendede uno spinotto, e mantenetelo con la clip verso il
basso, in modo da vedere i fili che entrano. Tenete il cordoncino in modo che il lato liscio sia verso l'alto, il
lato verso il basso sarà quello che presenta una piccola cresta per tutta la lunghezza del cavo. Inserite il
cavo nel plug centrando i poli, dovrete avere una posizione libera da ciascun lato del cavo (il plug è a 6
posizioni). A questo punt premete il cavo bene in fondo al plug. Inserite il plug nella apposita sede della
pinza, e schiacciate il plug chiudendo completamente la pinza, questo farà scattare il gancio di ritenzione
del cavo che gli impedirà di sfilarsi. Il gioco è fatto.
Per il cavo telefonico non dovrete preoccuparvi del verso, assicuratevi di crimpare ciascun plug, con la clip
dallo stesso lato della "cresta" presente sul cavo e avrete fatto...
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