I MOTI RIVOLUZIONARI nell`Ottocento

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I MOTI RIVOLUZIONARI NELL’OTTOCENTO
1) Moti del 20-21. Le società segrete. La formazione della santa alleanza (Russia- AustriaPrussia) ed il suo ruolo di strumento per garantire l’ordine restaurato dal congresso di Vienna,
favorisce il nascere della forma della cospirazione. Attraverso organizzazioni segrete, che
agivano nella clandestinità, i patrioti cospiravano. Nell’Italia settentrionale le sette principali
erano la carboneria (Silvio Pellico), la società dei Sublimi Maestri perfetti (fondata da
Buonarroti) la Federazione italiana (Federico Gonfalonieri). Le rivoluzioni scoppiano nei paesi
poco sviluppati. La scintilla scocca a Cadice, in Spagna, tra le file dell’esercito, subito sedata
dalle truppe francesi. È il turno delle due Sicilie che guidate dal Generale Guglielmo Pepe
chiedevano, Napoli la costituzione, e la Sicilia l’indipendenza da Napoli. La rivolta fu sedata
dall’Austria. Stessa sorte toccò alla rivoluzione piemontese guidata dall’aristocrazia che
chiedeva la costituzione. I Piemontesi furono sconfitti dagli austriaci e dello stesso re Carlo
Felice. Unico caso riuscito, la Grecia, che, insorta nel 1821, ottenne l’indipendenza dai turchi
con il trattato di Adrianopoli nel 1829. In questo caso, in funzione antiturca erano intervenute la
Gran Bretagna, con la Francia e la Russia, desiderose di indebolire l’impero turco. Nella guerra
di indipendenza greca morirono liberali e patrioti di tutta Europa, come Santorre di Santarosa e
Gorge Byron.
2) I moti del 30. I moti scoppiano nelle nazioni più avanzate d’Europa. A partire dalla Francia,
dove la corona venne offerta a Luigi Filippo d’Orleans, che regnò, “per volontà della nazione”
e non per “grazia di Dio”, in modo aperto e liberale e accettò la costituzione che privava il
sovrano del diritto di veto sulle leggi emanate dal parlamento. Il Belgio, unito artificiosamente
dal congresso di Vienna all’Olanda nel Regno dei Paesi Bassi,, la Polonia, posta sotto il
dominio della Russia e l’Emilia romagna, guidata da Ciro Menotti insorsero. Soltanto il Belgio
ottenne l’indipendenza, con l’aiuto diplomatico da G.B e Francia. La Polonia venne lasciata a
se stessa perché le potenze non volevano mettersi in urto con la Russia. L’emilia Romagna
venne ricondotta all’ordine dall’Austria.
3) Il 1848. Nel giro di pochi mesi tra gennaio e aprile del 1848 in gran parte d’Europa scoppiano
rivoluzioni che rovesciarono troni e governi. Sintetizziamo dicendo che alle istanze
nazionaliste e indipendentiste tipiche dei primi moti (costituzione, indipendenza e unità
nazionale) si intrecciarono richieste più mature che vedevano i conflitti apertisi con la nuova
società industriale che avanzava.
Differenze:
Mentre i moti del 20 coinvolgono aree più povere dell’Europa (Spagna, Regno di Sicilia e Grecia),
quelle del 30 interessano aree industrializzate (Francia e Belgio). Mentre i moti del 20 nascono da
cospirazioni promosse da ufficiali inseriti nell’esercito, quelli del 30 sono promossi dal popolo e
dagli intellettuali borghesi. Mentre i moti del 20 falliscono, con esclusione della Grecia, le sorti di
Parigi e Bruxelles che ottengono una un regno più liberale, l’altra l’indipendenza dall’Olanda.
Mentre nei moti del 20 e del 30 gli insorti avevano come obiettivi di lotta la costituzione,
l’indipendenza e l’unità nazionale, nel 48 il conflitto continuava ad avere questi stessi obiettivi,
nelle aree dell’Europa centrale ed in Italia, ma a questi si affiancavano in nazioni più mature
socialmente più avanzato obiettivi che riguardavano e coinvolgevano il movimento socialista ed
operaio.
Nel 1848 tre erano i livelli di conflitto, le cui cause affondano nel complesso dei conflitti politici,
sociali ed ideologici:
a) tra i vecchi ceti aristocratici e la borghesia industriale e finanziaria egemone economicamente ed
intenzionata ad affermarsi anche sul piano politico come classe dirigente contro la vecchia nobiltà;
b) tra la borghesia ed il movimento operaio;
c) tra i popoli soggetti e i dominatori per l’indipendenza nazionale.
Il detonatore la crisi economica del 1846, sviluppatasi a causa di una serie di cattivi raccolti ed una
grave malattia della patata che ridusse l’Irlanda alla fame ed alla morte di un milione di contadini.
Il rincaro dei generi necessari privò in Europa i poveri dei mezzi di sostentamento, questo provocò
una diminuzione della domanda globale e una crisi del settore industriale, con fallimenti dell
imprese e licenziamenti di lavoratori.
1
Storia dell’Ottocento
I metà
Sfondo economico-sociale: la Rivoluzione Industriale e i suoi problemi. Le grandi ideologie.
Il dopo Napoleone Bonaparte:
 1815. Il congresso di Vienna e la Restaurazione. Ridisegnare l’Europa in base ai due principi:
legittimità ed equilibrio.
 Quadro dell’Italia “Restaurata”.
L’Opposizione alla Restaurazione:

Moti del 20-21.
Opposizione alla Restaurazione imposta dal congresso di Vienna del 1815. Richieste: Costituzione
e Indipendenza. Mezzo: cospirativo attraverso Società Segrete (Pellico, Maroncelli, Confalonieri).
Protagoniste: le aree periferiche e poco sviluppate dell’Europa, Spagna, Sicilia, Piemonte (marzo
1821, Vittorio Emanuele I di Savoia abdica a favore del fratello) e Grecia. Intervento della Santa
Alleanza → fallimento dei moti (In Italia: arresti di Pellico e Maroncelli) tranne che in Grecia, che
ottiene l’indipendenza dai turchi nel 1829.

Moti del 30-31.
Epicentro: Francia e Belgio, le zone più industrializzate d’Europa, e coinvolgimento popolare.
Rivoluzione di Parigi: la corona è offerta a Luigi Filippo d’Orleans, il re “borghese” eletto per
volontà della nazione → Monarchia liberale).

Moti del 48.
Tre i livelli di conflitto: a) tra aristocrazia e borghesia; b) tra borghesia e proletariato; c) tra popoli
soggetti e i loro dominatori. La rivolta scoppia a Palermo il 12 gennaio 48. Il re di Napoli,
Ferdinando II concede la costituzione e una formale indipendenza della Sicilia. Sul suo esempio
tutti gli stati italiani, con l’eccezione di Parma e del Lombardo-Veneto, concedono uno statuto. Dal
4 marzo 1848, lo Statuto di Carlo Alberto rimase in vigore sino al 1° gennaio 1948. Il 17 marzo
insorge Venezia e il 18 marzo Milano: le 5 giornate di Milano (il generale austriaco Radetzky si
rifugia nel quadrilatero). L’eco della rivolta si ripercuote in Francia (= contenuti economici e
sociali, deposto Luigi Filippo e proclamata la Seconda Repubblica s’instaura un governo
rivoluzionario. Fallimento della rivoluzione ed elezione di Luigi Napoleone) e (per la prima volta)
in area tedesca e asburgica. → In Italia: moderati Vs democratici. Iª guerra d’Indipendenza
italiana, sotto l’egida piemontese. Sconfitta di Carlo Alberto a Custoza (27 luglio 1848) e a
Novara (27 marzo 1849). Carlo Alberto abdica in favore del figlio Vittorio Emanuele II.
Sconfitta Brescia, dopo 10 giornate di resistenza agli austriaci. Sconfitta della Sicilia, riconquistata
dall’esercito borbonico il 15 maggio del ’49. Restano libere Roma e Venezia. Roma cade in mano ai
francesi, chiamati dal papa Pio IX in soccorso e Venezia si arrende stremata da un lungo assedio
austriaco. “sul ponte sventola bandiera bianca”. Nell’estate del 1849 le repubbliche democratiche
sono tutte cadute.
Opposizione alla Restaurazione
Moti del 20-21
Moti del 30-31
Moti del 48
 Cadice. In Spagna.
Coinvolgono aree
sottosviluppate dell’Europa.
 Forma cospirativa e società
segrete.
 Fallimento (tranne in Grecia)
 Francia. Belgio. Emilia
 Palermo. Diffusione Europea.
Romagna. Coinvolgono aree  Abbandono forma cospirativa.
sviluppate dell’Europa.
 Fallimento totale
 Coinvolte classi operaie.
 Fallimento in Emilia. Vittoria
Francia e Belgio
2
II metà
Sfondo economico sociale: diffondersi della civiltà industriale e rafforzarsi del movimento operaio
1) Inghilterra caput mundi (età vittoriana)
2) Secondo Impero francese: 2 dicembre 1851 colpo di stato di Luigi Napoleone, nipote di
Bonaparte, che diventa Imperatore con il nome di Napoleone III. Primo esempio di
autoritarismo e consenso popolare: “oggi il regno delle caste è finito e si può solo
governare con le masse” ( Fallimentare politica estera, guerra franco-prussiana con sconfitta
francese a Sedan 1870. → deposizione di Napoleone → 1871= Repubblica → Comune di
Parigi.
3) Processo di Unificazione tedesca (1864-1871) ad opera di Otto von Bismark, concepito
come graduale espansione della Prussia ed attuato tra il 1864 e il 1871. Nasce la Germania
come potenza europea. Il 18-1-1871 a Versailles Guglielmo I di Prussia è incoronato
Imperatore. Nasce il Secondo Reich.
4) Questione d’oriente e arretratezza degli imperi.
5) Processo di Unificazione e Indipendenza italiana. Il Risorgimento Italiano.
Il Mito risorgimentale italiano.
Definizione: prende il nome di “Risorgimento” l’insieme degli eventi e dei sentimenti che
condussero all’unificazione ed all’indipendenza italiana, dal 1820 al 1860.
Il clima censorio e repressivo della Restaurazione fu artefice del consolidarsi, in Italia, dell’ideale
romantico di una “patria”, una nazione italiana per cui battersi e, forse, morire. Il tema della
nazione, data l’impossibilità di un dibattito di carattere politico-istituzionale, divenne centrale nella
produzione poetica, pittorica e melodrammatica. In questo modo poté avere un successo di pubblico
che non avrebbe avuto se fosse stato affidato esclusivamente al classico trattato politico. Nei
quadri, nei libri e nell’opera lirica quest’idea prese corpo e vita in un “sentimento”, più che in un
concetto, nazionale.
Quali furono i testi fondamentali letti dalla generazione di patrioti della prima metà dell’Ottocento?
Le ultime lettere di Jacopo Ortis e i Sepolcri di Ugo Foscolo. Le Poesie patriottiche di Leopardi.
“Marzo 1821”, Adelchi, Il conte di Carmagnola di Manzoni. La Francesca da Rimini e “Le mie
prigioni” di Silvio Pellico. Ettore Fieramosca di Massimo d’Azeglio.
Ma lo strumento di ispirazione patriottica per eccellenza fu il melodramma. Il Guglielmo Tell di
Rossini e, soprattutto, il Nabucco di Verdi, i Lombardi alla prima crociata e la Battaglia di
legnano. “Viva Verdi!” gridavano a teatro i patrioti italiani alla fine di ogni replica verdiana,
intendendo con ciò: Viva Vittorio Emanuele Re D’ Italia e quel grido ha avuto il potere di turbare i
regnanti e le autorità austriache. Figura dotata di enorme carisma, Giuseppe Verdi fu simbolo,
contemporaneamente, di opposizione politica e di speranza popolare di liberazione ed
emancipazione.
3
Il problema Italiano.
Una situazione economica disastrosa.
Prevalentemente rurale, l’Italia, conosce un miglioramento della produzione cerealicola a livello
della sola pianura padana con l’introduzione di colture come il mais e il riso. La miseria contadina
era una piaga però al nord come al sud. Al nord infuriava la pellagra, al sud il latifondo e la perdita
dell’uso civico (la possibilità di usare liberamente le terre comuni) rendeva precarie le condizioni
dei contadini.
L’apparato industriale era limitatissimo. Il quasi esclusivo settore tessile (l’Italia esportava seta
greggia, seppur la migliore allora esistente, e soltanto in misura minore filati) non trainava una forte
domanda di macchinari e quindi non si accompagnava ad un forte settore metalmeccanico. Inoltre
la seta era un prodotto di nicchia, molto più ristretto di quello della lana e del cotone. L’industria
laniera, che era esistente a livello industriale solo nel vicentino e nel pratese, era gestita semiartigianalmente, ma il rallentamento era notevole soprattutto nei settori siderurgico e
metalmeccanico.
Quali sono i fattori di un così evidente ritardo?
1) La mancanza di un mercato interno e dunque della domanda, dovuto alla
frammentazione politica ed economica, dalla differenza di pesi e misure, dalle dogane.
2) L’insufficienza delle “economie esterne all’impresa”, ossia le vie di comunicazione, le
infrastrutture (ferrovia, trasporti, comunicazioni) e un moderno sistema bancario. La
mancanza di un mercato unitario disincentivò gli investimenti ferroviari e il mancato
sviluppo delle ferrovie privò l’economia italiana di un potente fattore di stimolo.
3) Il ridotto ruolo dello stato nella creazione delle infrastrutture.
In Italia, il tema dell’economia non poteva essere disgiunto da quello dell’unificazione
nazionale e questo non poteva esser disgiunto da quello dell’indipendenza dall’Austria.
Dopo il fallimento dei moti del ‘20-‘21 fu abbandonato il modello cospirativo e si andarono
formando programmi politici chiari capaci di riscuotere il consenso dell’opinione pubblica.
Moderati e democratici
Le proposte fondamentali furono quelle presentate dai Moderati (che vedevano la risoluzione
del problema italiano in termini di unità e indipendenza, da realizzarsi attraverso un programma
riformatore, sotto l’egida di un monarca) e quelle dei Democratici (che al programma unitario
e indipendentista vedevano affiancato quello della uguaglianza civile, da realizzare attraverso
l’instaurazione di una Repubblica). Federalismo e statalismo si intrecciavano nelle linee
programmatiche degli intellettuali fautori del nostro risorgimento.
4
Al federalismo neoguelfo di Vincenzo Gioberti, si affiancava un federalismo monarchico, come
in Cesare Balbo, che vedeva l’Italia come una federazione di Stati sotto la guida del re di
Savoia, oppure quello repubblicano di Carlo Cattaneo, che auspicava per l’Italia una pluralità
di regioni autonome unite in una repubblica federale.
Di altro parere era Mazzini, il più grande autore politico del nostro risorgimento, per il quale la
guida dell’Italia era da affidarsi ad una Stato Repubblicano, democratico e cattolico, una volta
unita e liberata la penisola, grazie ad una sollevazione popolare, sollevazione che preparò in più
riprese e che fallì inesorabilmente, come quella in Valtellina e in Lunigiana: Dio e popolo, fu il
motto della sua Giovine Italia; sollevazione popolare, repubblica ed educazione, furono le sue
linee guida. L’uomo che condusse l’Italia all’unificazione fu però Camillo Benso, conte di
Cavour.
I guerra d’indipendenza italiana 1848-1849
12 Gennaio 1848. la rivolta scoppia a Palermo.
Nel Marzo 1848, tutti gli stati italiani possedevano una costituzione (eccezione Parma e Modena
e Lombardo Veneto).
17 Marzo insorge Venezia (Daniele Manin). 18 marzo insorge Milano (le 5 giornate).
23 marzo Carlo Alberto dichiara guerra all’Austria.
Vittorie: Pastrengo. Peschiera e Goito.
Sconfitte: Curtatone e Montanara. Custoza. Sconfitta di Novara (1849)→ Abdicazione di Carlo
Alberto in favore del figlio Vittorio Emanuele II.
Venezia è ripresa dall’Austria e Roma dal papa con l’aiuto di Napoleone III.
La questione orientale (Cap. 22)
Le varie nazionalità soggette all’impero turco, man mano che il mondo europeo si modernizzava
economicamente, tendevano ad emanciparsi politicamente dal vecchio impero, che scricchiolava.
La Grecia lo aveva fatto, grazie all’intervento di grandi potenze quali la Russia, la gran Bretagna e
la Francia (ricordiamo patrioti Romantici come Lord Byron o Santorre di Santarosa). Le grandi
potenze europee avevano tutto l’interesse a favorire lo sgretolamento dell’impero ottomano, in
quanto la sua zona d’influenza era di grande interesse strategico, commerciale e militare. Da lì si
controllavano il Mediterraneo e le comunicazioni con il mar Rosso e la Russia. Interessate sì, ma
non tanto da sostituire il dominio turco con quello russo o austriaco. Russia e Austria erano infatti
interessate alle zone balcanico-mediterranee.
Nel 1854, in seguito al tentativo russo di impadronirsi dei principati danubiani di Moldavia e
Valacchia, scoppiò la guerra di Crimea, nella quale Francia, Gran Bretagna e Rgno di
Sardegna, timorose di un’espansione russa in quella zona, si schierarono a favore della Turchia. La
Russia fu sconfitta, e la guerra dimostrò che l’equilibrio internazionale stabilito dal congresso di
Vienna, in particolare l’alleanza tra Francia, Austria e Russia, poteva essere infranto. Il Piemonte,
in quanto partecipante alla guerra fu presente, con Cavour, al congresso di Parigi per perorare (=
parlare a favore) la causa dell’Italia, che “languiva sotto lo stivale straniero”.
5
Cavour, la volpe (Cap. 23).
L’intento del conte di Cavour era quello di portare il regno di Sardegna ad un ruolo di primo piano
nel panorama politico ed economico della penisola, una soltanto geograficamente, in realtà da
sempre divisa in tanti stati, ancora prima che il congresso di Vienna ne sancisse l’assetto. Condurre
la casa Savoia ad essere l’unica cui l’Italia intera potesse guardare con fiducia nel programma di
unificazione ed indipendenza era lo scopo dello statista. E ci riuscì con una serie di manovre.
1) Manovra economica (liberismo e utilizzo della spesa pubblica per creare infrastrutture,
miglioramento del sistema creditizio e creazione della banca nazionale).
2) Manovra politico-diplomatica. Politica del “connubio” e “corteggiamento” di Napoleone III
in funzione antiaustriaca.
3) Manovra militare (Guerra di Crimea e guerra Austria Vs Piemonte).
Avvenimenti salienti del governo Cavour, 1852-1858.
1852-53. Fallimento della prospettiva mazziniana (eccidio dei patrioti a Belfiiore e falliti attentati in
Valtellina e Lunigiana).
1855. Guerra di Crimea (che implica)→ Congresso di Parigi (1856) = il Piemonte risulta agli occhi
dei patrioti italiani l’unica carta giocabile nella prospettiva dell’indipendenza e dell’unità.
1857. Spedizione di Sapri (Carlo Pisacane e i 300 “Giovani e Forti” della poesia famosa).
1858. Attentato di Cesare Orsini a Napoleone III. → Accordi di Plombières (20/7/1858), con
relativa vendita dell’anima italiana alla Francia.
II guerra d’Indipendenza.
26 aprile 1859 l’Austria dichiara guerra al regno di Sardegna.
Cacciatori delle Alpi (volontari al comando di Garibaldi) conquistano Como e Varese. Vittorie a
Solferino e San Martino (lago di Garda) e Magenta. Dietro Front di Napoleone III. Tregua di
Villafranca. La Francia “dona” la Lombardia al Piemonte.
I Plebisciti del 1860.
La spedizione dei Mille:

5 maggio 1860 =. 11 maggio sbarco a Marsala. Ai garibaldini del nord si affiancano i volontari
del sud e si costituisce l’Esercito meridionale, che indossa le famose camice rosse. Garibaldi si
proclama dittatore in nome di re Vittorio Emanuele. Francesco Crispi, Rosolino Pilo, Nino Bixio,
gli uomini di Garibaldi.

Maggio –luglio 1860= Vittorie a Calatafimi, a Palermo e a Milazzo. Bixio e il massacro di
Bronte. La risalita di Garibaldi verso Nord. Alle camice rosse si affiancano sempre nuovi
volontari.

7 settembre Garibaldi conquista Napoli.
6
Diffidenza di Cavour nei confronti di Garibaldi = Invio di truppe piemontesi (Battaglia di
Castelfidardo (An)).

18 settembre. Vittoria dei piemontesi sui “barbacani”(le truppe papaline).

1 ottobre battaglia del Volturno. 24000 garibaldini sconfiggono 50000 borbonici.


26 ottobre 1860. Incontro a Teano tra Garibaldi e il Re Vittorio Emanuele II.
Ottobre –novembre 1860. Marche, Umbria la Sicilia e il Mezzogiorno (tranne Roma) votano
per l’annessione al regno di Sardegna.

17 marzo 1861. Vittorio Emanuele II è incoronato Re d’Italia dal parlamento nazionale.
L’Italia dopo l’unità
Sfondo economico sociale europeo: Seconda Rivoluzione Industriale e Imperialismo.
La società di massa. La grande depressione economica.
1. Il governo della Destra Storica. L’Italia Liberale
Gli anni che vanno dal 1861 al 1876 sono gli anni in cui governò la Destra Storica.
Col nome di Destra Storica, si è soliti definire lo schieramento politico sorto, già nel 1849, con il
governo di Camillo Benso conte di Cavour, e proseguito dopo la sua morte sino al 1876 (Fu detta
in seguito, storica per distinguerla dai partiti e movimenti di massa qualificati come di destra che si
sarebbero affermati nel corso del XX secolo). I ministeri della Destra storica, dal primo governo
Cavour al governo di Marco Minghetti del 1876, conseguirono importanti risultati, primo fra tutti
l’unità d’Italia, compiuta nel 1861 e portata a termine nel 1870 con la breccia di Porta Pia e la presa
di Roma.
Protagonisti: erede di Cavour ed espressione della borghesia liberale, i suoi esponenti erano
soprattutto grandi proprietari terrieri e industriali e personalità legate all’ambito militare. I più
rilevanti furono: Bettino Ricasoli, Quintino Sella, Marco Minghetti, Silvio Spaventa, Alfonso
La Marmora.
I problemi da risolvere che si presentarono all’indomani dell’avvenuta unificazione italiana,
dopo il 1861, furono di ordine:

Politico = completamento dell’unità (questione del Veneto e questione di Roma)
(terza guerra d’Indipendenza e questione romana, che non si concluse con la breccia di Porta Pia).

Istituzionale = accentramento o decentramento? Venne scelto di estendere a tutta l’Italia
l’ordinamento sabaudo e la costituzione del 48.

Economico = Il grave ritardo economico (agricolo e industriale) con la scelta liberoscambista,
lo sviluppo di infrastrutture, il pareggio del bilancio che si intrecciavano.
7

Sociale = il problema dell’arretratezza culturale, il problema della “forbice italiana”, la
divisione nord-sud e il fenomeno del “brigantaggio”.
2. Il governo della Sinistra Storica.
L’epoca della sinistra storica va dal 1876, anno della “rivoluzione parlamentare” che portò alla
caduta della Destra storica, sino alla “crisi di fine secolo” del 1896, che sfociò nella cosiddetta Età
Giolittiana.
Pochi giorni dopo le dimissioni di Marco Minghetti, ultimo esponente della Destra Storica, il re
incaricò del governo il primo presidente del consiglio appartenente alla Sinistra storica Agostino
Depretis, che resse il governo, a più riprese, sino al 1887.
A. La Connotazione identitaria = Chi siamo? La matrice ideologica del raggruppamento era
liberale progressista e si rifaceva alle idee mazziniane, garibaldine e dunque democratiche. Gli
esponenti della Sinistra storica erano perlopiù esponenti della media borghesia, in maggior parte
avvocati.
Il governo formato da Depretis, però era composito, aveva “molte anime”. Depretis, oltre che
dell’appoggio Sinistra, schieramento di cui faceva parte, godeva di quello di una parte della Destra
(quella che aveva contribuito alla caduta del governo Minghetti), tanto che durante la sua azione
cercò sempre ampie convergenze su singoli temi con settori dell’opposizione, dando vita al
fenomeno del trasformismo.
B. Quali sono i problemi sul tappeto?
a) Sociali e istituzionali.
b) Economici.
c) Politici.
C. Quali sono i programmi atti a risolverli?
a) Una serie di Riforme. Una delle più importanti riguardò l’Istruzione: la legge Coppino (del
1877) rese obbligatoria e gratuita l’istruzione elementare (dai 6 ai 9 anni d’età). L’allargamento del
suffragio, con la legge Zanardelli del 1882, che concedeva diritto di voto a tutti i maschi, che
avessero compiuto i 21 anni e rispettassero requisiti per il voto: il pagamento di un’imposta di
almeno 19,8 lire (invece delle precedenti 40) o, in alternativa, il conseguimento dell’istruzione
elementare appena allargata (era comunque sufficiente dimostrare di saper leggere e scrivere).
Furono avviate una serie di inchieste per esaminare le condizioni di vita della popolazione rurale: la
più nota l’inchiesta Jacini, che ha rivelato una diffusa malnutrizione (pellagra), alta mortalità
infantile (per difterite), grande povertà e scarse condizioni igieniche. Diffuso era il fenomeno
dell'emigrazione.
b) L’abolizione dell’odiata tassa sul macinato, importanti sgravi fiscali e investimenti nello
sviluppo industriale del paese.
La crisi economica che investì l’Europa nel ’73 diede il via ad una scelta Protezionistica. Il
Protezionismo si tradusse in Italia, in un intervento diretto dello Stato nell’economia.
Condizionati da gruppi industriali del Nord, i governi della Sinistra approvarono, nel 1878,
l’introduzione di tariffe doganali a protezione delle industrie tessili e siderurgiche; furono inoltre
concessi sussidi ai settori in difficoltà e sviluppate le infrastrutture.
Per fronteggiare la grande depressione, si diede vita a quel “blocco agrario-industriale” tra la classe
liberale e progressista del Nord con gli agrari e i latifondisti conservatori del Meridione, estendendo
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la tariffa protettiva sulla cerealicoltura che risentiva delle esportazioni dagli Stati Uniti d’America
di grano, che, per la riduzione dei noli dei trasporti, arrivava sul mercato italiano a prezzi inferiori.
Questo sul grano era un dazio che danneggiava sicuramente gli industriali settentrionali (che
dovevano commisurare il salario degli operai sul prezzo del pane che aumentava artificiosamente)
ma essi accettarono di buon grado il danno economico, dato che, secondo la storiografia marxista,
questo danno era compensato da un’alleanza con gli agrari che avrebbe tenuto lontani tentativi di
riscatto sociale delle masse subalterne.
c) Dal punto di vista politico, la Sinistra storica di Depretis:
 abbandonò la tradizionale alleanza con la Francia, a causa degli attriti diplomatici generati dalla
presa di posizione dei transalpini sulla questione tunisina, entrando nell’orbita degli imperi
centrali di Austria-Ungheria e Germania, sottoscrivendo con essi, nel 1882, la Triplice Alleanza.
 Favorì, in tal modo, lo sviluppo del colonialismo italiano, con l’occupazione di Massaua, in
Eritrea, dando il via all’avventura coloniale italiana.
La figura di Francesco Crispi.
Dal 1887 al 1896, dopo Depretis, la figura cardine della politica italiana dal fu Francesco Crispi. Il
Crispi della spedizione dei Mille. Grande ammiratore di Bismarck, guardava alla Germania come
ad un modello, in cui le tensioni sociali fra la classe operaia e la borghesia sembravano equilibrate.
Ricordiamo che Bismark al congresso di berlino del 1878 aveva fatto la parte del leone (cap. 28.
par. 3). Autoritario ed accentratore, dopo una breve parentesi (dal 1892 al 1893), in cui salì al
governo Giovanni Giolitti, suo ministro del Tesoro, Crispi represse nel sangue la rivolta dei “fasci
siciliani” nel 1893 e sciolse il Partito Socialista, fondato da Turati a Genova nel 1892 ma emanò, al
contempo, una serie di riforme sociali quali la riduzione della giornata lavorativa.
Sotto il suo governo la politica coloniale fu ripresa con più vigore, cercando il consenso popolare
con il mito di una Italia “grande potenza”. E così l’Italia di Crispi, con un’errata interpretazione del
trattato di Uccialli, con cui nel 1889, erano stati riconosciuti i possedimenti italiani in Eritrea e
Somalia, pretendeva di estendersi fino alll’Etiopia. La disastrosa disfatta di Adua (1896) segnò la
fine di Crispi che dovette rassegnare le dimissioni da primo ministro.
Dopo Crispi, con la grave “crisi di fine secolo” si manifestarono le conseguenze del piano sociale
della politica protezionistica, come dimostrano i fatti di piazza del Duomo a Milano del maggio
1898, quando il generale Fiorenzo Bava Beccaris non esitò a sparare con i cannoni ad alzo zero
sulla folla che chiedeva “Pane e lavoro” durante la “protesta dello stomaco”.
Si era infatti verificato un ulteriore aumento del prezzo del grano a causa delle diminuite
esportazioni da parte degli Stati Uniti, impegnati allora nella guerra per Cuba.
Sarebbe bastato togliere la tariffa protettiva, ma ormai la classe dirigente italiana era terrorizzata dal
socialismo e preferiva ricorrere all'intervento repressivo del Regio Esercito. L’allora primo ministro
Di Roudinì consentì l’intervento armato ed il generale Bava Beccaris si beccò una medaglia al
valor civile ed un posto in Parlamento.
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Prima metà dell’Ottocento
Quadro del panorama complessivo della Storia del periodo analizzato da un punto di vista:
1. Economico-Sociale = Rivoluzione industriale → fenomeno di urbanizzazione e ingresso
delle classi operaie nella storia e del conflitto sociale borghesia /proletariato.
2. Politico-Militare = Restaurazione – Controrestaurazione → moti del ‘20-21; ‘30; ’48 (in
Europa ed in Italia) .
3. Ideologico = le Tre grandi Ideologie Liberale, Democratica, Socialista.
4. Culturale = Il Romanticismo.
5. Filosofico = l’Idealismo
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Schema: L’Europa nella Seconda metà dell’Ottocento
Inghilterra. Età vittoriana
Francia. II impero e Repubblica
Germania. Unificazione nazionale: Bismark
Italia. Unificazione nazionale: Cavour e Garibaldi. La DX storica
L’800 è il periodo di maggior potenza della vecchia Europa. La seconda metà è segnata da un
periodo di forte tensione tra le potenze. La posta in gioco è la supremazia economica e politica in
Europa (e quindi nel mondo). La concorrenza per la supremazia economica tra l’Inghilterra e la
Germania. La tensione tra la Francia e la Germania. Tra la Francia e l’Inghilterra sul piano
coloniale, le alleanze e i voltafaccia politici colorano un periodo segnato anche dalle forti agitazioni
sociali messe in campo dal progredire dello sviluppo industriale ed al consolidarsi del sistema
capitalista che porta con sé un’indubbia crescita economica ma anche l’inasprirsi delle disparità
sociali, con il conseguente rafforzarsi della critica sociale e la diffusione dei movimenti operai.
l’Inghilterra vittoriana è il modello più avanzato del sistema capitalistico borghese) ed il sistema
politico è considerato un modello dai liberali europei. La Francia deve rinunciare la suo sogno
repubblicano per opera di Luigi Napoleone che dà una sterzata alla politica coloniale. La Germania
conosce un periodo di industrializzazione che la porta a configgere con le altre grandi potenze ed
alla conquista dell’unità ad opera di Bismarck “il cancelliere di Ferro”. E l’Italia? Cavour,
Garibaldi, Vittorio Emanuele II, la destra e la sinistra storica.
Inghilterra
Regno della Regina
Vittoria
Sistema
politico:Monarchia
parlamentare fondata sul
bipartitismo: Wigs e
Tories (liberali e
conservatori).
Periodo di grande
prosperità in cui il paese
raggiunge l’apice della
prosperità economica e
della potenza coloniale
 Modello ideologico:
Liberale.
 Avanzata realizzazione
del modello capitalistico
= disuguaglianze sociali
tra le classi.
 Conflitto di classe
contenuto dal Prudente
Riformismo del
movimento operaio
 Ascesa della classe
media e degli operai
specializzati.

1850-1866: Egemonia dei
Wigs.
 Riforma elettorale1865
raddoppia il numero di
Francia
Età di Napoleone III
Sistema politico:
Repubblica (febbraio
1848-dicembre 1851).
Presidente Luigi
Napoleone Bonaparte.
 Gli anni dell’ascesa.
Nel giro di 4 anni egli
instaura una dittatura
personale.
 2 dic. 1851 attua un
colpo di stato e nel
1852 si fa eleggere
Imperatore di Francia
col nome di Napoleone
III .
 Modello bonapartista:
autoritarismo e
consenso.
Ripristino del suffragio
universale.
1. Ricorso al plebiscito.
2. Autoritarismo =
limitazione delle libertà,
concentrazione del
potere, esautorazione
reale dell’assemblea
eletta a suffragio univ.
3. Impiego delle risorse
pubbliche per lo sviluppo

Prussia (Germania)
Età di Bismark e
Guglielmo I
Imperi
Sistema politico prima
dell’unificazione:
Confederazione con a
capo la Germania e
Guglielmo I.
Sistema politico dopo
l’unificazione: II Reich.
Netto autoritarismo
della corona (alleanza:
esercito, monarchia,
Junker) che ha la
supremazia nella camera
alta.
1862 = eletto cancelliere
Otto von Bismarck
(convinto antiliberale:
l’unità e la forza dello
stato prima di ogni
libertà)
1) riforma dell’esercito.
2) unificazione della
Germania come
espansione della Prussia.
1864-1871 impresa di
unificazione germanica.
1. 1864. Con Austria
11



elettori.
1871 riconoscimento
legale delle Trade
Unions.
1872 il voto segreto.
1875 lo sciopero diviene
legale
economico.
 Anni del decollo
industriale ed
Egemonia della classe
borghese.
 Le Grandi opere : la
costruzione del canale di
Suez e dei Boulevards
parigini assicurarono il
sostegno della grande
borghesia industriale e
finanziaria e l’appoggio
della chiesa gli assicurò il
favore della piccola
borghesia e dei piccoli
proprietari terrieri.
1860 l’erosione del
consenso.
1. Il trattato
liberoscambista firmato
con l’Inghilterra creava
scontento tra i grandi
proprietari terrieri e gli
industriali.
2. L’opposizione
repubblicana e
democratica non
supportava il regime.
3. La classe operaia non
aveva tratto vantaggi
economici dallo
sviluppo.
4. La politica estera
aggressiva e coloniale.
5 Lo scontro con la
Prussia e la sconfitta di
Sedan del 1870.
L’imperatore, sconfitto,
fu deposto.
Parigi fu assediata
dall’esercito prussiano
vincitore e vennero
imposte condizioni di
pace pesantissime
(cessione di Alsazia e
Lorena).
18 marzo 1871 il popolo
insorge e il
20 marzo-28 maggio
1871 Comune di Parigi
di ispirazione socialista.

guerra contro la
Danimarca per i ducati
di lingua tedesca
(Shleswig e Holstein).
2. 1866 guerra contro
l’Austria con la vittoria
Prussiana di Sadowa.
1870. Conflitto contro la
Francia di Napoleone III,
sconfitto a Sedan.
3. Gennaio 1871
Guglielmo I viene
proclamato Kaiser a
Versailles. Nasce il II
Reich (dopo il I
inaugurato da Ottone I
nel 962 e sciolto da
Napoleone nel 1806).
L’Europa verso la metà del secolo si trova divisa in due. A occidente, i grandi stati nazionali. Al
centro-est gli imperi.
Oltre all’impero germanico, sotto la guida di Bismarck, il vecchio impero austro ungarico, quello
russo e quello turco, tutti e tre connotati dalla arretratezza economico- sociale e dalla
frammentazione politica dovuta alla composizione multi etnica. La guerra di Crimea (1854-56) è
l’epicentro della cosiddetta Questione d’Oriente.
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