Il concetto di Qualità della Vita è di quelli che facilmente vengono

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Adolescenza e dipendenze
a cura di
Teodosio Giacolini e Claudio Leonardi
Presentazione
Questo libro offre una descrizione dei disturbi da uso di sostanza e dei comportamenti di addiction che si
manifestano in adolescenza, con l’intento di migliorare la nostra comprensione del problema tramite
l’utilizzo di diverse prospettive teoriche.
I singoli contributi non vogliono, pertanto, corrispondere a una visione univoca del fenomeno in questione,
né tantomeno offrire un quadro esplicativo definitivo, ma offrono un punto di riferimento per lo studio, per il
trattamento terapeutico e per gli interventi comunitari rivolti a adolescenti con problematiche connesse
all’uso di sostanze o con comportamenti di addiction. Il filo rosso che unifica i singoli contributi è dato
pertanto dal comune interesse per il tema, nella convinzione che solo la contaminazione dei saperi può
condurre a una conoscenza di fenomeni complessi.
Il volume è articolato in tre sezioni: aspetti generali, riferimenti teorici e di ricerca, quadri clinici. In ogni
sezione sono presenti contributi di professionisti che hanno una competenza prioritaria nell’adolescenza o
nelle dipendenze, da cui emerge anche la diversa prospettiva di osservazione.
Teodosio Giacolini, psicologo, psicoterapeuta, dirigente psicologo presso il Dipartimento di Pediatria
e Neuropsichiatria Infantile, Policlinico Umberto I - Università di Roma “Sapienza”. Docente presso la
Facoltà di Medicina e Odontoiatria dell’Università di Roma “Sapienza”. Psicoanalista della Società
Psicoanalitica Italiana. Autore di pubblicazioni sulla psicopatologia dell’adolescenza e patologie da
dipendenza in riviste nazionali e internazionali.
Claudio Leonardi, medico-chirurgo, tossicologo. Membro dell’Expert Group on Treatment and
Rehabilitation dello United Nations Office on Drugs and Crime (UNODC). Docente universitario in scuole
di specializzazione e master di II livello. Consulente del Ministero della Salute per l’Ufficio Centrale
Stupefacenti e membro della Consulta Nazionale del Dipartimento Politiche Antidroga. Autore di
pubblicazioni scientifiche nazionali e internazionali sulle patologie da dipendenza. Direttore UOC
Dipendenze ASL Roma 2.
Indice
Autori
VII
Presentazione
XI
2
Introduzione
Teodosio Giacolini, Claudio Leonardi
XXI
I SEZIONE – ASPETTI GENERALI
Capitolo 1. Adolescenza e dipendenze: la costruzione
di un percorso di cura condiviso
Adele Di Stefano
1
Capitolo 2. Adolescenza: dai sistemi motivazionali
al funzionamente mentale
Teodosio Giacolini
8
Capitolo 3. Cultura sociale, identità e vulnerabilità
Emanuele Bignamini
25
Capitolo 4. Lo sviluppo adolescenziale tra biologia e psicoanalisi
Teresa Iole Carratelli
39
Capitolo 5. Le dipendenze patologiche nell’adolescente:
una malattia della mente e del cervello
Claudio Leonardi
55
II SEZIONE – RIFERIMENTI PER LA CLINICA
Capitolo 6. Sistemi diagnostici e adolescenza
Chiara Mitola, Andrea Celato, Ugo Sabatello
61
Capitolo 7. Consultazioni diagnostiche per adolescenti
autori di reato
Sara Panunzi, Ilaria Arbarello, Ugo Sabatello
72
Capitolo 8. Adolescenza e famiglia
Teodosio Giacolini
97
Capitolo 9. Resilienza e abuso di sostanze.
Nuove strategie di prevenzione e trattamento
Ignazio Ardizzone, Serena Galosi
110
Capitolo 10. Applicazioni cliniche dei modelli di prevenzione
nelle realtà dei servizi: esperienze a confronto
Giuseppe Barletta
131
III SEZIONE – QUADRI CLINICI
Capitolo 11. Gli esordi psicotici in età giovanile e il rapporto
con l’uso di sostanze
Michele Ferdico
145
Capitolo 12. Il bambino e l’adolescente violento
Ugo Sabatello, Simona Stefanile
168
Capitolo 13. L’esposizione traumatica complessa come
elemento di vulnerabilità per lo sviluppo di addiction
in adolescenti e giovani adulti
Serena D’Ambrosio
211
Capitolo 14. La “mania” e i comportamenti d’abuso in adolescenza
Salvatore Daidone
237
Capitolo 15. Il poliabuso di sostanze illegali in adolescenza
Claudio Leonardi
251
3
Capitolo 16. I comportamenti additivi senza sostanza
nell’adolescenza
Annalisa Pascucci, Dina Pero, Valentina Scarpino
255
Capitolo 17. La dimensione della dipendenza in adolescenza:
i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione
Monica Sica
277
Capitolo 18. Comportamenti autolesivi (NSSI) in adolescenza:
percorsi psicopatologici in un’esperienza di gruppo terapeutico
Arianna Terrinoni, Serena Galosi
295
APPENDICE
Protocollo operativo sui percorsi integrati di presa
in carico e cura dei minori con problematiche legate
all’uso di sostanza (con o senza psicopatologia in atto)
308
Indice analitico
347
Autori
Ilaria Arbarello, medico, neuropsichiatra infantile. psicoterapeuta dell’età evolutiva. Lavora come libero-professionista a
Roma. Candidata presso l’Istituto Nazionale di Training della Società Psicoanalitica Italiana.
Ignazio Ardizzone, medico, neuropsichiatra infantile, dottore di ricerca in neuroscienze e riabilitazione psichiatrica,
responsabile ambulatorio psichiatrico del Dipartimento di Pediatria e Neuropsichiatria Infantile - Policlinico Umberto I Roma.
Giuseppe Barletta, medico, psicologo clinico, direttore UOC SER.D. - Governo della Rete e Accreditamento Strutture della
ASL Roma 4. Responsabile dal 2010 per la ASL Roma 4, del programma della Regione Lazio di prevenzione dell’iniziazione
al consumo di tabacco e sostanze, nell’ambito della promozione della salute centrata sulle life skills, denominato Unplugged.
Emanuele Bignamini, medico, perfezionato in medicina psicosomatica, psichiatra, dirigente medico presso Dipartimento
Dipendenze 1 ASL Torino 2. Analista didatta della Società Italiana di Psicologia Individuale, insegna “Psicopatologia e clinica
delle patologie da dipendenza” alla Scuola di specialità per psicoterapeuti SAIGA di Torino. Autore di pubblicazioni sulla
psicopatologia e patologia da dipendenza su riviste nazionali e internazionali.
Teresa Iole Carratelli, già prof. ordinario di neuropsichiatria infantile, “Sapienza” Università di Roma. Psicoanalista ordinario
AIPsI (Associazione Italiana di Psicoanalisi) con funzioni di Training. Docente supervisore dell’I. W. Corso di Psicoterapia
psicoanalitica del bambino, dell’adolescente e della coppia genitoriale.
Andrea Celato, medico, neuropsichiatra infantile, dirigente medico presso U.O.C. di Malattie Metaboliche Ereditarie,
Dipartimento di Pediatria dell’Azienda Ospedaliera di Padova.
Serena D’Ambrosio, dirigente medico di psichiatria presso la U.O.S.D. (Unità Operativa Semplice Dipartimentale) Ser.T.
Casalecchio-Porretta del DSM-DP (Dipartimento Salute Mentale-Dipendenze Patologiche) dell’AUSL di Bologna. Master in
Psichiatria Forense e Clinica delle Dipendenze in Età Evolutiva.
Salvatore Daidone, psicologo, psicoterapeuta, dirigente psicologo presso Ser.D, Trapani. Si è formato in ambito
psicoanalitico. Ha collaborato con riviste del territorio per la pubblicazione di articoli sulla prevenzione delle
tossicodipendenze e con riviste specializzate su argomenti psicoanalitici. Ha pubblicato la monografia Sulla rigenerazione dei
legami, Ed. Associati, Roma 1998.
4
Adele Di Stefano, psicologa psicoterapeuta, responsabile UOC Dipendenze e psicopatologie nel circuito penitenziario,
Dipartimento Salute Mentale e Patologie da Dipendenza, ASL Frosinone. Ha svolto funzione di referente tecnico per le
dipendenze per la Regione Lazio. Docente e responsabile scientifico di programmi e corsi di formazione, autrice di numerose
pubblicazioni anche in ambito di organizzazione e di progettazione in ambito sanitario.
Michele Ferdico, medico, psichiatra, tossicologo, direttore UOC Psichiatria ASP 6, Palermo. Ha lavorato molti anni nei
Servizi per le Dipendenze, anche in qualità di Responsabile, e dal 2012 nei servizi per la Salute Mentale. Autore di molteplici
pubblicazioni nazionali e internazionali nell’ambito delle patologie da dipendenza. Ha ricoperto numerosi incarichi di docenza
in corsi di formazione.
Serena Galosi, medico, neuropsichiatra infantile, dottoranda in neuroscienze cliniche e comportamentali presso il
Dipartimento di Pediatria e Neuropsichiatria Infantile dell’Università di Roma “Sapienza”. Ha partecipato alla validazione
italiana di strumenti volti alla valutazione della resilienza in età evolutiva e ha svolto lavoro clinico e di ricerca con minori
affetti da autolesionismo suicidario e non suicidario e da gravi quadri di disregolazione emotiva.
Teodosio Giacolini, psicologo, psicoterapeuta, dirigente psicologo presso il Dipartimento di Pediatria e Neuropsichiatria
Infantile, Policlinico Umberto I - Università di Roma “Sapienza”. Docente presso la Facoltà di Medicina e Odontoiatria
dell’Università di Roma “Sapienza”. Psicoanalista della Società Psicoanalitica Italiana - International Psychoanalityc
Association. Autore di pubblicazioni sulla psicopatologia dell’adolescenza e patologie da dipendenza in riviste nazionali e
internazionali.
Claudio Leonardi, medico-chirurgo, tossicologo. Membro dell’Expert Group on Treatment and Rehabilitation dell’United
Nations Office on Drugs and Crime (UNODC). Docente universitario in scuole di specializzazione e master di II livello.
Consulente del Ministero della Salute per l’Ufficio Centrale Stupefacenti e membro della Consulta Nazionale del Dipartimento
Politiche Antidroga. Autore di pubblicazioni scientifiche nazionali ed internazionali sulle patologie da dipendenza. Direttore
UOC Dipendenze ASL Roma 2.
Chiara Mitola, medico, neuropsichiatra infantile, logopedista. Attualmente svolge la professione di neuropsichiatra infantile
presso l’Istituto San Giovanni di Dio - Fatebenefratelli di Genzano, Roma.
Sara Panunzi, neuropsichiatra infantile, dottoranda di ricerca in neuroscienze clinico-sperimentali e psichiatria dell’Università
di Roma, “Sapienza”. Dipartimento di Pediatria e Neuropsichiatria Infantile, Università degli Studi di Roma “Sapienza”. Si è
dedicata prevalentemente alla psicopatologia dell’età evolutiva e da ottobre 2015 opera all’interno del “Percival”, progetto
pilota della regione Lombardia, dedicato al trattamento dell’acuzie psichiatrica in adolescenza presso Fondazione IRCCS Ca’
Granda – Ospedale Maggiore Policlinico di Milano.
Annalisa Pascucci, medico, psichiatra, psicoterapeuta. Psichiatra SUMAI presso la U.O.C prevenzione e cura delle
tossicodipendenze e alcolismo Ser.D, Roma2 e responsabile dell’Unità Gioco d’ Azzardo. Didatta SIPsA (Società Italiana di
Psicodramma analitico) Coirag. Conduttrice di gruppi di psicodramma analitico sia presso istituzioni che in ambito privato.
Dina Pero, psicologa, psicoterapeuta individuale e di gruppo. Ha maturato la propria esperienza clinica nell’ambito delle
dipendenze patologiche presso la U.O.C prevenzione e cura delle tossicodipendenze e alcolismo Ser.D, Roma2, occupandosi di
diagnostica e supporto alle persone con problematiche di dipendenza e a studi di ricerca e intervento sul GAP.
Ugo Sabatello, medico, neuropsichiatra infantile, ricercatore presso il Dipartimento di Pediatria e NPI dell’Università di Roma
“Sapienza”. Psicoanalista AIPsI-IPA. Si occupa di psicopatologia e di psichiatria forense dell’età evolutiva. Ha scritto
numerosi lavori scientifici con particolare attenzione rivolta ai minori vittime o autori di reato contro la persona.
Valentina Scarpino, psicologa, psicoterapeuta familiare. Ha maturato la propria esperienza clinica nell’ambito delle
dipendenze patologiche presso la U.O.C prevenzione e cura delle tossicodipendenze e alcolismo Ser.D, Roma2, occupandosi di
diagnostica e supporto alle persone con problematiche di dipendenza e a studi di ricerca e intervento sul GAP.
Monica Sica, medico, neuropsichiatra infantile, psicoterapeuta, dirigente medico presso Ser.D ASL ROMA 4.
Simona Stefanile, psicologa, Ph.D., mediatore familiare, psicodiagnosta adulti ed età evolutiva, specializzanda in Psicologia
Clinica, Università di Roma“Sapienza”, socia ordinaria della Scuola Romana LTP. Si occupa da anni dello studio e della
valutazione di minori autori di reato.
Arianna Terrinoni, medico, neuropsichiatra infantile, dirigente medico presso Dipartimento di Pediatria e Neuropsichiatria
Infantile - Reparto Adolescenti UOC A, Policlinico Umberto I Roma.
5
Presentazione
Il volume affronta la tematica dell’adolescenza relativamente ai disturbi da uso di sostanza e ai comportamenti di addiction
che possono manifestarsi in questa epoca dello sviluppo.
I singoli contributi espongono alcune visuali della tematica, con l’intento di offrire diverse prospettive per la comprensione
teorico-clinica del problema. I singoli contributi non vogliono, pertanto, corrispondere a una visione univoca del fenomeno in
questione, né tantomeno offrire un quadro esplicativo definitivo. L’intento è di offrire un punto di riferimento per lo studio, il
trattamento terapeutico e gli interventi comunitari rivolti ad adolescenti con problematiche connesse all’uso di sostanze o con
comportamenti di addiction.
Il filo rosso che unifica i singoli contributi è dato pertanto dal comune interesse per il tema, nella convinzione che solo la
contaminazione dei saperi può condurre alla conoscenza di fenomeni complessi.
Il volume è articolato in tre sezioni: aspetti generali, riferimenti teorici e di ricerca, quadri clinici. In ogni sezione sono
presenti contributi di professionisti che hanno una competenza prioritaria nell’adolescenza o nelle dipendenze, da cui emerge
anche la diversa prospettiva di osservazione.
PRIMA SEZIONE: ASPETTI GENERALI
1) Adolescenza e dipendenze: la costruzione di un percorso di cura condiviso (Adele Di Stefano)
Viene illustrato da Adele Di Stefano, l’intero percorso avviato nel 2010 da un gruppo di professionisti dei Servizi delle
Dipendenze e della Neuropsichiatria Infantile dell’Università di Roma, finalizzato alla formazione e all’individuazione di
percorsi clinico-organizzativi per i servizi sanitari. Il contributo vuole evidenziare una modalità di azione pubblica, innescata
da singoli professionisti interessati ad affrontare delle criticità assistenziali attraverso le leve della competenza professionale e
della riorganizzazione del percorso di presa in carico in ottica di lavoro di rete. Tale modalità si è concretizzata nel documento
presente in Appendice Regione Lazio, Decreto del Commissario ad Acta "Protocollo operativo sui percorsi integrati di presa in
carico e cura dei minori con problematiche legate all'uso di sostanza (con o senza psicopatologia in atto)".
2) Adolescenza: dai sistemi motivazionali al funzionamento mentale (Teodosio Giacolini)
Nel contributo di Giacolini l’adolescenza è considerata dal punto di vista dell’epistemologia evoluzionistica. Viene
ricostruita la genesi della fase evolutiva dell’adolescenza, eminente caratteristica della specie umana. Alla ricostruzione
dell’apparire della fase evolutiva all’interno del genere homo, si affianca l’analisi del funzionamento cerebrale e mentale di
questa classe di età. Viene in particolar modo privilegiata la descrizione dei sistemi motivazionali, omologhi tra le specie dei
mammiferi, che regolano la vita di relazione. In modo particolare l’attenzione viene focalizzata sul sistema motivazionale
agonistico che, presente fin dalla nascita, giunge a maturazione con la pubertà. Anche nella specie umana questo sistema
motivazionale è quello deputato alla regolazione delle interazioni tra conspecifici per l’accesso alle risorse sia alimentari che
sessuali, nonostante sussistano particolari caratteristiche connesse al cosiddetto agonismo edonico, basato non più sulla
semplice forza fisica bensì su risorse quali intelligenza, capacità di formare alleanze ecc. Si analizza quanto il sistema
motivazionale agonistico con il suo prendere i primato su quello dell’attaccamento in adolescenza, ne costituisca sia una nuova
importante risorsa evolutiva sia, al contempo, una potenziale fonte eziopatogenetica della sofferenza mentale.
3) Cultura sociale, identità e vulnerabilità (Emanuele Bignamini)
Il contributo di Bignamini affronta il tema delle dipendenze attraverso il paradigma della complessità. Vengono illustrate le
motivazioni e i presupposti per una revisione degli approcci e dei sistemi diagnostici, in riferimento particolare all’ambito delle
molteplici organizzazioni patologiche che la dipendenza può assumere, all’interno di una cornice bio-psico-sociale. In quanto
oggetto complesso il paziente-sistemabiopsicosociale non consente né osservazioni complete di tutte le sue parti
contemporaneamente, né livelli di prevedibilità deterministica poiché oscilla in equilibrio instabile tra i diversi stati del sistema.
Di conseguenza, il processo diagnostico viene visto come un processo interattivo in cui anche l’osservatore entra nel sistema
osservato modificandolo (e ne viene modificato), in cui l’osservatore crea l’oggetto che si osserva e interviene allo stesso
tempo sul sistema stesso. Il processo diagnostico risulta, inoltre, irripetibile poiché alcune condizioni si propongono una sola
volta o poiché la reiterazione della stessa interazione produce risultati sempre diversi. L’autore infine invita a passare da
un’ottica lineare dello studio sulle dipendenze a un’ottica più centrata sul paradigma della complessità, accettando che le
organizzazioni patologiche della dipendenza, specialmente in età adolescenziale, abbiano delle caratteristiche più sfumate e
indefinibili. La stessa indefinitezza, tra l’altro, che caratterizza e definisce gli sviluppi più recenti della nostra epoca definita
con il termine digimodernismo.
6
4) Lo sviluppo adolescenziale tra biologia e psicoanalisi (Teresa Iole Carratelli)
Carratelli offre una visione pluridimensionale dei processi neurobiologici, neurofisiologici, psichici, sessuali e
comportamentali che caratterizzano lo sviluppo adolescenziale. La finalità del contributo è di aiutare il lettore e in particolare
lo studente a ricordare i principali parametri di riferimento nello studio delle diverse aree della personalità, che si vanno
organizzando in adolescenza. L’obiettivo è quello di ottenere esplorazioni “mirate”, funzionali a visioni diagnostiche sia di
carattere trasversale (hic et nunc) che longitudinale (follow up); a tale scopo il contributo è organizzato con una serie di elenchi
puntati. L’autrice considera la particolare competenza necessaria allo psichiatra e allo psicologo clinico dell’età evolutiva: per
effettuare una diagnosi di sviluppo in adolescenza è richiesta la capacità di integrare la descrizione oggettiva delle
trasformazioni fisiche e mentali, a partire dalla pubertà, a quella soggettiva emergente nella relazione di “osservazione
partecipe”. Questo lavoro permette all’adolescente di cogliere dall’interno come il proprio Sé vada maturando e codificando in
modo personale la propria esperienza.
5) Le dipendenze patologiche nell’adolescente: una malattia della mente e del cervello (Claudio Leonardi)
Risulta estremamente difficile stabilire l’incidenza dell’uso di sostanze ad azione psicotropa nella popolazione giovanile. I
dati epidemiologici anche se raccolti con metodologie differenti, dimostrano inequivocabilmente che nei giovani di età
compresa tra i 15 e i 19 anni, il consumo di alcol e droghe è in crescita nel mondo e nel nostro paese, a causa dell’incremento
dell’offerta di droghe a bassi prezzi di mercato. L’assunzione di alcol e di droghe nel periodo della maturazione adolescenziale,
modifica la funzione di alcune tipologie di neuroni, soprattutto nel momento in cui sono impegnati nella loro normale attività
di creare, modulare e specializzare le diverse connessioni tra di loro. Si ritiene ragionevole considerare che l’assunzione di
droghe possa produrre, soprattutto negli adolescenti più vulnerabili, delle alterazioni nello sviluppo del cervello e della mente
(ontogenesi cerebrale).
SECONDA SEZIONE: RIFERIMENTI PER LA CLINICA
6) Sistemi diagnostici e adolescenza (Chiara Mitola, Andrea Celato, Ugo Sabatello)
I sistemi diagnostici hanno lo scopo di organizzare e interpretare i dati raccolti durante il processo diagnostico. Nella
diagnostica psichiatrica la loro applicazione pone una serie di problemi metodologici che assumono un significato ancor
maggiore se i soggetti in questione sono in età evolutiva e quindi “in divenire”. Uno dei problemi principali è la dicotomia tra
sistemi categoriali e sistemi dimensionali. Nei primi le malattie mentali sono descritte attraverso categorie diagnostiche, nei
secondi le malattie sono invece distribuite secondo variazioni quantitative, lungo un continuum che va dalla normalità alla
patologia. In campo scientifico si è assistito a una progressiva evoluzione da modelli esclusivamente di tipo categoriale
(malattia presente/assente) a modelli misti di tipo categoriale-dimensionale (continuum di gradazioni dalla malattia alla non
malattia).
7) Consultazioni diagnostiche per adolescenti autori di reato (Sara Panunzi, Ilaria Arbarello, Ugo Sabatello)
In adolescenza ogni comportamento deviante necessita di essere inquadrato in un’ottica di sviluppo che consideri: la
fisiologica necessità dell’adolescente di trasgredire alle regole imposte dall’ambiente, i concetti di maturità e responsabilità
acquisita e i fattori socio-ambientali, biologici e psicologici propri del minore. Individuare precocemente l’esistenza del disagio
mentale e del suo eventuale legame con l’atto deviante, permette di attivare tempestivamente il sistema della riabilitazione con
la conseguente riduzione dei tassi di recidiva. Tuttavia, il limite dei sistemi nosografici più utilizzati conduce verso la
formulazione di una diagnosi in termini strettamente categoriali, descrivendo il disturbo antisociale di personalità con
caratteristiche esclusivamente comportamentali, omettendone gli aspetti psicologici e l’eventuale presenza di tratti psicopatici
come il callous unemotional. Per un’opportuna comprensione dell’adolescente autore di reato sono disponibili numerosi
strumenti di valutazione: alcuni vengono utilizzati per una fase di screening (Massachusetts Youth Screening Instrument –
MAYSI-2, Structured Assessment of Violence Risk in Youth – SAVRY); altri per identificare gli elementi della personalità
psicopatica (Psychopathy Check List – Youth Version – PCL-YV, Antisocial Process Screening Device – APSD, Inventory of
Callous Unemotional Traits – ICU); altri ancora sono utili per inquadrare il disturbo nell’ambito psicopatologico più generale
(Minnesota Multiphasic Personality Inventory Adolescent – MMPI-A, Shedler and Westen Assessment Procedure for
Adolescence – SWAP-200-A, Rorschach, Thematic Apperception Test – TAT, Adult Attachment Interview – AAI). Al di là
dello specifico percorso testologico scelto, l’equipe valutante deve necessariamente far riferimento ad un metodo, possedere
un’adeguata consapevolezza delle specificità dell’età evolutiva e avere consuetudine con la clinica dello sviluppo.
8) Adolescenza e famiglia (Teodosio Giacolini)
Il lavoro prende in considerazione la funzione della famiglia nel patrimonio evolutivo umano. In particolare nella società
occidentale essa è stata considerata come parte integrante del contesto di cura e del funzionamento mentale di un individuo in
età evolutiva. L’adolescenza costituisce una particolare fase evolutiva che mette sotto tensione il contesto familiare poiché il
sistema motivazionale dell’attaccamento, fisiologico al funzionamento familiare, è sostituito nel primato della regolazione
7
delle relazioni dal sistema motivazionale agonistico, funzionale alla vita al di fuori del contesto familiare. Questo avvicendarsi
di sistemi motivazionali determina un potenziale conflitto sia intrafamiliare tra i vari partecipanti del nucleo, sia intrapsichico
all’interno di ognuno dei soggetti. Vengono prese in esame le caratteristiche connesse a tale problematica e le risorse
psicoterapeutiche possibili, in particolare nell’ambito delle dipendenze.
9) Resilienza e abuso di sostanze. Nuove strategie di prevenzione e trattamento (Ignazio Ardizzone, Serena
Galosi)
Negli ultimi anni il costrutto di resilienza ha acquisito una rilevanza teorica sempre maggiore nel trattamento e nella
prevenzione dei disturbi psichiatrici. La letteratura ha mostrato che non si tratta di un attributo stabile bensì di una competenza
modificabile da fattori ambientali per mezzo dell’apprendimento. Le dipendenze sono esito di traiettorie nelle quali
s’incrociano tratti temperamentali, traumi e psicopatologia precoci, strutturazione di pattern di personalità disfunzionali. Un
approccio terapeutico basato sulla resistenza appare promettente in quest’ambito pure se le esperienze sono ancora limitate.
Crescono invece i Resilience program dedicati all’infanzia che sembrano rappresentare un intervento precoce efficace nella
strutturazione dei fattori protettivi di resilienza.
10) Applicazioni cliniche dei modelli di prevenzione nelle realtà dei servizi: esperienze a confronto (Giuseppe
Barletta)
La scuola ha sempre rappresentato uno dei contesti più importanti per la prevenzione dell'uso di sostanze psicoattive,
grazie all’ampia copertura della fascia di età giovanile più a rischio.
Eudap-Unplugged è un programma scolastico, basato sul modello dell'influenza sociale. È mirato alla prevenzione
dell’uso di tabacco, alcol e sostanze stupefacenti. Il programma è stato adottato dalla Regione Lazio nel 2009, nell’ambito
del progetto Scuola-salute e, in seguito, è stato inserito nel Piano Regionale della Prevenzione (PRP) per gli anni 20102012, destinandolo agli studenti delle seconde classi delle scuole secondarie di primo grado. Vengono quindi presentati i
risultati della realizzazione di Unplugged nel territorio della ASL Roma F nei due bienni 2009-2011 e 2011-2013, in cui
sono stati coinvolti complessivamente 33 scuole, 77 insegnanti e 68 classi, per un totale di circa 1.700 studenti raggiunti.
TERZA SEZIONE: QUADRI CLINICI
11) Gli esordi psicotici in età giovanile e il rapporto con l’uso di sostanze (Michele Ferdico)
Da alcuni anni lo studio degli esordi psicotici ha offerto un notevole contributo alla clinica e alla ricerca sulle psicosi.
L’ipotesi biologica del neurosviluppo afferma la presenza di alterazioni neurobiologiche che avvengono a carico dei primi
processi di migrazione di specifiche cellule neuronali, in età embrionale, che sottendono al normale funzionamento della
rete neurale cortico-sottocorticale e che assumono una forma stabilizzata in età adolescenziale e adulta. Questo così lungo
tempo di vulnerabilità, biologica e psicosociale, molecolare e relazionale, non è del tutto silente, ma numerose evidenze
cliniche sostengono l’ipotesi sulla presenza di una costellazione di sintomi prodromici che anticipano di molti anni
l’esplosione dei sintomi psicotici. Questa visione patogenetica delle psicosi impone di prendere in considerazione un
modello clinico che offra uno sguardo d’insieme sull’intero arco della patologia psicotica, affettiva e cognitiva. Il modello
clinico più rispondente all’ipotesi del neurosviluppo proposto è il clinical staging model delle psicosi, un sistema di
valutazione per stadi successivi che sintetizza l’intero arco della patologia, dai fattori di rischio iniziali alle forme più
tardive, croniche e disabilitanti. Ogni stadio corrisponde a una fase specifica della malattia, a una diagnosi di livello e a un
approccio d’intervento terapeutico. La ricerca clinica e terapeutica accreditano le migliori pratiche terapeutiche secondo una
metodologia EBM (Evidence Based Medicine), la quale permette di formulare raccomandazioni e linee guida.
L’abuso di sostanze, tenuto conto dell’enorme diffusione del fenomeno in età adolescenziale, si interrela con
l’evoluzione dei processi psicotici dando forma a quadri multiformi in cui la prevalenza dell’una o dell’altra può essere
molteplice.
Il clinical staging model delle psicosi contempla anche il ruolo patogeno provocato dalle sostanze d’abuso, prevedendo
vari livelli d’intervento secondo le specifiche fasi di malattia.
12) Il bambino e l’adolescente violento (Ugo Sabatello, Simona Stefanile)
L’aggressività è uno dei sintomi principali di molti disturbi psichiatrici che si manifestano in una condotta violenta nei
confronti degli altri o di se stessi. Comportamenti aggressivi, auto-diretti o etero-diretti, possono essere rilevati in uno
spettro diagnostico molto ampio. È bene sottolineare che l’aggressività non è un disturbo psichiatrico definito, piuttosto un
sintomo che può apparire nel contesto di numerose condizioni cliniche. L'obiettivo di questo studio è quello d’individuare i
principali disturbi psichiatrici che si manifestano con comportamenti aggressivi o violenti, ponendo particolare attenzione
sul concetto di psicopatia e sulla presenza di tratti “psicopatici” anche in età evolutiva. È stato dimostrato che
l’individuazione precoce di tratti psicopatici fornisce una buona predittività di alcuni costrutti rilevanti comuni sia
all’adolescenza sia all’età adulta quali: aggressività, problemi nella condotta, problemi d’impulsività e lacune
8
nell’intelligenza emotiva, inibizione comportamentale e carente elaborazione cognitiva. Inoltre, essendo stata messa in
evidenza la possibile reversibilità di tali comportamenti, abbiamo individuato le principali tipologie di trattamento
attualmente disponibili.
13) L’esposizione traumatica complessa come elemento di vulnerabilità per lo sviluppo di addiction in
adolescenti e giovani adulti (Serena D'Ambrosio)
Il trauma relazionale può essere definito come l'espressione per eccellenza del trauma interpersonale ricorrente, o
esposizione traumatica complessa, che si verifica durante il periodo cruciale dello sviluppo del bambino, esposto a
maltrattamento da parte del caregiver nella forma di abuso e neglect, e che può comportare effetti a lungo termine sullo
sviluppo cerebrale, cognitivo, affettivo e comportamentale. I cambiamenti che avvengono in adolescenza possono portare
alla luce o rendere ancora più evidenti i deficit conseguenti al trauma relazionale, ostacolando la buona risoluzione dei
compiti evolutivi di questa fase della vita. Precoci esperienze traumatiche rappresentano un importante fattore di rischio per
lo sviluppo di addiction soprattutto in adolescenza, poiché a una vulnerabilità di base conseguente allo sviluppo traumatico
si associa la maggiore suscettibilità neurobiologica allo sviluppo di dipendenza, caratteristica di questa fase evolutiva.
14) La “mania” e i comportamenti d’abuso in adolescenza (Salvatore Daidone)
Viene ricordato l’antico concetto greco di mania, che bene compendia, nel suo contenuto, la relazione tra funzionamento
psichico e le diverse espressioni dell’affettività. Ogni essere umano desidera essere invaso dalla mania per le qualità
gratificanti, “divine” che possiede. Il modo in cui è accolta dipende dall’organizzazione della personalità, dai valori
personali e della cultura di riferimento. L’adolescenza è una fase di sviluppo sensibile alla mania. Quest’ultima è importante
per lo sviluppo psichico ma può perdere la sua funzione evolutiva se è inglobata dalle difese maniacali stimolate dall’uso di
sostanze. Gli effetti di tali sostanze lasciano l’illusione di un irreale potere che può ostacolare l’esperienza maturativa.
15) Il poliabuso di sostanze illegali in adolescenza (Claudio Leonardi)
Il fenomeno del poliabuso è in costante aumento nel mondo e in Italia ma per lungo tempo è stato sottovalutato.
Tuttavia, nel panorama attuale, il poliabuso e la polidipendenza riguardano ormai la maggioranza dei casi e non è
infrequente che si associno a quadri primari e/o secondari di comorbilità psichiatrica. In genere, questo fenomeno interessa
soprattutto i giovanissimi. In adolescenza il poliabuso viene attuato sia per ragioni di conoscenza di nuovi effetti
euforizzanti, sia per una progressiva esigenza bio-psicopatologica innescata dal neuro-adattamento indotto dall’uso delle
diverse sostanze nel tempo. Il poliabuso adolescenziale, laddove non sussistano delle ragioni psicopatologiche di base, è
fortemente favorito e sostenuto dall’offerta di droghe del mercato illegale. I giovani consumatori di droghe sono oggi
sempre meno riconoscibili e più integrati socialmente poiché sono cambiate le modalità di assunzione e le sostanze d’abuso
utilizzate. Per queste ragioni, ciò che più preoccupa negli ultimi anni è che i segnali d’allarme sul consumo precoce di
sostanze si stanno moltiplicando. Questo richiede una grande attenzione alla situazione e validi interventi di prevenzione
universale.
16) I comportamenti additivi senza sostanza nell’adolescenza (Annalisa Pascucci, Dina Pero, Valentina
Scarpino)
La nostra epoca sta assistendo al graduale diffondersi di nuove forme di addiction, dipendenze senza sostanza che
vedono in alcuni comportamenti (gioco, sesso, shopping) gli stessi aspetti di compulsività, tolleranza e astinenza
tipicamente riscontrati nell’abuso di sostanze psicoattive. Il testo offre una panoramica sugli elementi clinici peculiari delle
new addiction, in particolare del gioco d’azzardo patologico. I dati riportati offrono un’idea della loro diffusione nel mondo
giovanile, mentre le storie cliniche pongono in rilievo il valore comunicativo ed evolutivo che i comportamenti additivi
assumono durante l’adolescenza.
17) La dimensione della dipendenza in adolescenza: i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (Monica
Sica)
In epoca adolescenziale, con modalità sempre più precoci, compaiono anche i primi comportamenti di trasgressione,
esplorazione e sperimentazione delle sostanze stupefacenti e dell’alcol. La pubertà diventa il momento in cui un fragile
equilibrio può rompersi per il convergere di queste spinte, e l’adolescente può cercare soluzioni al disagio attraverso
l’adozione di condotte di addiction, sempre più spesso condivise con il gruppo dei pari, e soprattutto, sempre più spesso
sollecitate dagli attuali modelli culturali. I DCA sono considerati da molti autori come una forma di addiction da cibo. Tale
lettura sembra adattarsi particolarmente alla bulimia e al Binge Eating Disorder per le loro peculiarità sintomatologiche. Al
contrario l’assetto psichico della paziente anoressica sembra poco conciliabile con quei tratti psicopatologici che accomunano
la bulimia alla tossicodipendenza.
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18) Comportamenti autolesivi (NSSI) in adolescenza: percorsi psicopatologici in un’esperieza di gruppo
terapeutico (Arianna Terrinoni, Serena Galosi)
I comportamenti autolesivi rivestono un ruolo di grande interesse nell’ambito clinico e nell’area delle nuove emergenze
psichiatriche in adolescenza.. L’articolo si inserisce in una prospettiva di ricerca attraverso uno studio di tipo osservativo svolto
all’interno di un progetto valutativo-diagnostico del Dipartimento di Neuropsichiatria Infantile dell’Università “Sapienza” di
Roma sul disturbo da autolesionismo non suicidario (NSSI) e sul disturbo da comportamento suicidario (SDB). L’obiettivo
dello studio descritto nell’articolo è s quello di rilevare e identificare, all’interno di un’esperienza di gruppo terapeutico con
adolescenti NSSI, le diverse fasi che nel modello della cascata emotiva inducono l’innesco dei NSSI. Il campione clinico
selezionato è composto da otto pazienti di origine caucasica e genere femminile, in un range di età tra i 12 ed i 18 anni e con un
livello di gravità severa per comportamenti autolesivi. Il modello terapeutico utilizzato è il modello MBT-A basato sulla
mentalizzazione. L’ipotesi di lavoro è che un aumento del livello di mentalizzazione possa determinare la riduzione
dell’arousal e impedire il precipitare degli eventi che inducono i comportamenti autolesivi. Nell’articolo viene illustrato come
il lavoro di gruppo attraverso l’MBT-A rappresenti un’occasione terapeutica favorevole alla comprensione dell’insorgenza del
disturbo e all’analisi delle tre principali fasi che caratterizzano i comportamenti autolesivi.
Collana: Psicologia e Psicologia clinica
prezzo: € 32,00
Formato 16×24 Pubblicazione: Novembre 2016 - ISBN: 978-88-98991-39-6