Stress da rientro e malesseri stagionali

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Stress da rientro e sindrome ansioso-depressiva: stile di vita e
omeopatia per ritrovare, stabilmente, il buonumore
(di F. Candeloro – medico omeopata)
Una recente indagine dell’Istat ha evidenziato che un lavoratore su dieci si sente male appena
rimette piede in ufficio da un periodo di vacanza più o meno prolungato, con disturbi che limitano
da subito le sue capacità lavorative e finiscono così per turbare l’esistenza quotidiana di molti di
noi. A farne le spese sono soprattutto i lavoratori dipendenti, in maggioranza donne e giovani. I
disturbi che essi lamentano comprendono: difficoltà di concentrazione con senso di stordimento,
problemi digestivi di varia natura e una maggiore suscettibilità alle malattie da raffreddamento in
generale (raffreddore, mal di gola, tosse ed indolenzimenti muscolo-scheletrici). A complicare il
quadro una serie di modificazioni, legate spesso ai cambiamenti stagionali, che si ripercuotono sui
livelli in circolo degli ormoni del nostro organismo, e principalmente su quelli della tiroide, sulla
melatonina e sul cortisolo. Quest’ultimo fatto può condizionare l’insorgenza di una sindrome nota
ormai come disturbo stagionale affettivo, e caratterizzata da una prevalenza di sintomi
psichici, tra i quali: senso di vuoto, stati d’ansia, sentimenti di sfiducia e pessimismo che, in misura
maggiore, e certamente più continua, sono alcuni dei sintomi più evidenti e tipici della più
complessa sindrome ansioso-depressiva, che permea, invece, quasi quotidianamente,
l’esistenza di molti individui.
Come intervenire, allora, per ridurre al massimo questi sintomi legati al ritorno alla propria routine,
ed impedire che evolvano nei disturbi esistenziali tipici della sindrome ansioso-depressiva?
Per prima cosa è opportuno rassicurare tutti coloro che avvertono tali sensazioni al ritorno da un
qualsiasi periodo di ferie, che esse fanno parte di una normale reazione di riadattamento ai ritmi
quotidiani, e che pertanto sono destinate a ridursi, fino a scomparire, via via che la persona
riprenda stabilmente le sue occupazioni abituali. E’ tuttavia possibile suggerire una serie di
comportamenti, utili sia nell’immediato ritorno dalle vacanze, ma ancor più consigliabili come
abitudini da mantenere nel tempo, al fine di rimanere in buona salute, fisica e mentale, il più a
lungo possibile. Ad esempio, se durante il soggiorno vacanziero ci si era dedicati ad una qualche
attività sportiva, normalmente trascurata a favore di un’esistenza quotidiana decisamente più
sedentaria, sarà invece auspicabile cercare di proseguirla anche al rientro dalle ferie: l’attività
fisica, infatti, ed in modo particolare quella all’aria aperta, libera nel nostro organismo naturali
stimolanti, le endorfine, capaci di proteggerci da stati depressivi, ansia e malumori più o meno
passeggeri. A tavola, invece, è consigliabile incrementare il consumo di frutta e verdura che,
proprio per la loro particolare composizione, hanno la capacità di svolgere un importante ruolo
preventivo nei confronti di numerose patologie. A tal proposito è bene ricordare le proprietà di
alcuni dei frutti e dei vegetali più comunemente presenti sulle nostre tavole: le mele, per esempio,
posseggono in quantità moderata una sostanza, il diazepam, contenuta invece, in quantità
decisamente maggiore, in alcuni farmaci di sintesi ad azione ansiolitica; sono inoltre ricche di
potassio, ed esplicano un’azione antidiarrroica ed ipocolesterolemizzante. L’uva, d’altro canto, ha
un elevato contenuto di vitamina B6, utile ad individui contratti, nervosi ed insonni, che hanno
bisogno di rilassarsi e possiede inoltre un elevato contenuto di vitamine A e C, note per la loro
azione anti-ossidante e di protezione contro le infezioni in generale. Le pesche, particolarmente
quelle a polpa gialla, sono ricche in betacarotene, un precursore della vitamina A, ed hanno un
benefico effetto depurativo, giacché capaci di stimolare le funzionalità di reni ed intestino.
Analogamente il melone è un frutto dalle note proprietà diuretiche. Le pere, infine, contengono
zuccheri semplici (quasi tutto fruttosio), fibre, molta acqua e poche calorie: sono quindi adatte ad
intestini pigri, e per tutti coloro che hanno necessità di mettersi a dieta. Tra le verdure, invece,
consigliati i peperoni, per il loro elevato contenuto in vitamina C (circa il triplo di quello delle
arance) e le zucchine verdi: i loro fiori, in particolare, sono ricchissimi di vitamina A, sostanza
indispensabile per la salute degli occhi, la ricostruzione e la protezione delle mucose, delle ossa e
dei denti.
Tra le sostanze, all’opposto, da consumare con molta moderazione, ricordo in particolare i cibi
elaborati, come ad esempio i cibi fritti, quelli contenenti numerosi grassi animali, come la carne e
diversi condimenti, i cibi ricchi di additivi chimici e quelli raffinati in generale; tra le bevande,
invece, sono da consumare con particolare cautela quelle ad elevato contenuto alcolico ed il caffè
che, per la sua azione simpaticomimetica, stimola il rilascio in circolo degli ormoni dello stress, ed
in modo particolare dell’adrenalina. In definitiva una sana alimentazione mediterranea, in cui
prevalgano gli alimenti di derivazione vegetale a scapito di quelli animali, rappresenta la base
migliore e più facilmente attuabile per il mantenimento di un adeguato stato di salute, e in
particolare per prevenire, senza troppe spiacevoli rinunce - unitamente ad una dose giornaliera o
settimanale di adeguata attività motoria - quelle condizioni di sovrappeso e obesità che tanta
parte svolgono nel favorire l’insorgenza del diabete e delle malattie cardiovascolari, tra cui in
particolare l’ ipertensione arteriosa.
Il rispetto di queste semplici regole può spesso essere sufficiente a far ritrovare in breve tempo,
alla persona vittima dello stress da rientro, il migliore equilibrio psicofisico possibile, ma in alcuni
casi esse possono non bastare da sole, poiché l’organismo umano è un sistema complesso che,
quando si perturba, perde la naturale armonia delle funzioni vitali, potendo giungere ad un punto
tale di squilibrio, da rendere oltremodo problematico il pronto ritorno a più idonee condizioni di
salute.
Proprio in questi casi può venirci in aiuto la medicina omeopatica, valida alternativa dei comuni
farmaci di sintesi utilizzabili in queste circostanze, e peraltro, se sapientemente utilizzata, priva dei
temuti effetti secondari delle medicine tradizionali. E’ così, ad esempio che, in persone
generalmente in buona salute, con sintomi di stress iniziali e non particolarmente intensi, sarà
sufficiente somministrare, solo per pochi giorni, uno tra quei rimedi omeopatici definiti sintomatici,
che si rivelano più utili in queste situazioni. Vediamoli nel dettaglio: per le persone particolarmente
irritabili, soprattutto perché non in grado di mantenere i loro ambiziosi ritmi di lavoro, che perciò
cercano con sempre maggiore insistenza sostanze stimolanti come caffè e tabacco, un valido
rimedio sarà certamente Nux Vomica; per coloro, invece, che presentano un umore rapidamente
variabile, perché ipersensibili alle contrarietà giornaliere, e manifestano con altrettanta evidenza i
sintomi fisici dell’ansia, come senso di nodo in gola, palpitazioni e fame d’aria, nonché una spiccata
facilità a commuoversi, il rimedio più indicato sarà Ignatia; per quanti manifestano poi un
predominante affaticamento fisico, che il più delle volte si rende evidente con un diffuso senso di
indolenzimento muscolo-scheletrico, tale da rendere a volte problematico anche il riposo notturno,
il rimedio più adatto sarà Arnica Montana; esistono ancora persone che, di fronte a impegni
lavorativi o di altro genere, presentano uno stato di preoccupazione tale che spesso si accompagna
a senso di stordimento e di confusione mentale e, a livello fisico, a instabilità e tremori degli arti
inferiori: a queste persone sarà molto utile Gelsemium; altri individui, infine, non appena
intraprendono un impegno lavorativo sono presi da una tale ansia di anticipazione, che li spinge a
portarlo a termine nel più breve tempo possibile: per questi il rimedio giusto sarà Argentum
Nitricum.
E’ anche possibile, però, che all’ansia prevalga un sentimento di depressione, facilitato, come
abbiamo detto, anche dalle modificazioni ormonali dei cambiamenti di stagionali. In questi casi
sono indicati altri rimedi: Natrum Muriaticum, ad esempio, sarà utilissimo a tutti quegli individui
che rimuginano continuamente guai e dispiaceri, e sono facilmente irritati da chiunque provi a
tirarli su; Sepia, invece, sarà indicato a quanti ricercano continuamente la solitudine, sono irritati
da qualsiasi contrattempo, e sviluppano un sentimento d’indifferenza verso tutto e tutti, familiari e
congiunti compresi; lo stesso sentimento che si osserva in persone che si gioveranno di Phosphori
Acidum, cui si aggiunge un evidente perdita delle facoltà intellettive, ed in particolare della
memoria, e la franca paura di non riuscire più a ristabilirsi.
In un’ulteriore crescendo di complessità, però, alcune volte neanche questi rimedi si dimostrano
sufficientemente utili a riportare stabilmente il “sereno” in un organismo perturbato dallo stress.
Sono questi quei casi che è necessario sottoporre ad una visita omeopatica scrupolosa, che abbia
lo scopo di individuare quel disordine organico esistente, e persistente, che predispone l’individuo
all’insorgenza ed al continuo ritorno di quei sintomi che, proprio di tale disordine, sono in realtà
solo l’aspetto più evidente e terminale, e che, per tale motivo, neanche una terapia sintomatica
ben condotta, omeopatica o tradizionale che sia, sarà mai in grado di rimuovere in maniera
definitiva. Si tratta spesso di persone che già da prima delle vacanze, a volte da molto prima,
lamentano un crescente disagio esistenziale, che la vacanza può avere in parte contribuito ad
attenuare, ma che ritorna puntualmente alla ripresa delle attività di tutti i giorni. Sono sensazioni
così strutturate nella personalità e nelle dinamiche dell’individuo, che solo una terapia omeopatica
ben condotta, e quindi necessariamente più protratta, sarà in grado di sradicare, liberando
definitivamente il soggetto dalle sue sofferenze. Le cause di questo malessere esistenziale che, in
base alla concezione unitaria od olistica dell’essere umano, si manifestano sempre con sintomi
contemporaneamente fisici e mentali, con prevalenza ora degli uni, ora degli altri, possono
appartenere alla personalità del malato, ed essersi configurate fin dai primi anni della sua vita,
come conseguenza di errori educativi o ancora come effetto di traumi emotivi ed affettivi
reiteratamente intervenuti specialmente con i propri genitori, ma possono anche dipendere,
nell’età più adulta, da una reale ostilità dell’ambiente circostante, da cui la persona non è in grado
di liberarsi, vuoi perché impossibilitato ad evitare contrasti e contrapposizioni, vuoi perché
incapace di individuare un cambiamento reale di luoghi e circostanze, effettivamente più consono
alle sue specifiche inclinazioni. Nelle donne, poi, un momento della vita in cui con facilità vengono
a consolidarsi stati d’ ansia e/o depressione, è spesso il passaggio alla menopausa: la brusca
caduta dei livelli ematici di quegli ormoni che regolano il complesso processo della funzionalità
riproduttiva, può rivelare uno stato d’animo in parte precedentemente nascosto, e condurre ad un
sentimento ricorrente di afflizione, spesso erroneamente, o quasi esclusivamente, posto in
relazione all’incipiente perdita della propria femminilità.
In tutti questi casi l’omeopatia, agendo sulle tensioni emotive che limitano la capacità di
comprendere, e comprendersi, dell’individuo – il quale è comunque sempre istintivamente proteso
al superamento del suo disagio – può sicuramente venire in soccorso della persona, in virtù della
sua particolare proprietà di non sopprimere, ma anzi assecondare e sostenere lo sforzo –
insufficiente – con cui l’organismo mira a tornare in salute.
In altre parole, quei sintomi che noi chiamiamo malattie, rappresentano al contempo la sofferenza
dell’individuo ed il desiderio più recondito dell’essere di pervenire alla guarigione come effetto di
una migliore armonia dei suoi sistemi ed apparati, armonia che solo un’esistenza più conforme alla
natura umana, però, saprà garantire e rendere stabile. Tali sintomi, dunque, non vanno mai
soppressi, così come si farebbe, invece, con le comuni medicine, ma sempre interpretati e
compresi affinché possano scomparire come effetto di un nuovo e ritrovato ordine fisiologico e
morale dell’individuo.
Ecco allora che lo stress negativo – di-stress – legato al ritorno alle occupazioni ed alle relazioni
quotidiane, può diventare il punto di partenza per reclutare in sé quelle forze che finalmente
permettano alla persona di modificare drasticamente l’orientamento, errato, della propria
esistenza.
In tutto questo l’essere umano trova nell’omeopatia un alleato indispensabile, in quanto in grado di
rispettarlo come persona malata, che tuttavia è sempre spontaneamente tesa al raggiungimento
della guarigione. Proprio per la sua azione dolce e coerente con la naturale disposizione ad amare,
presente in ognuno di noi, ma offuscata da comportamenti preordinati ed innaturali, l’omeopatia è
capace di accompagnare l’essere, giorno per giorno, alla progressiva riscoperta di se stesso,
permettendogli così di ritrovare, nelle sue azioni, il coraggio e l’intraprendenza di quella verità, fino
ad allora ottenebrata dalla menzogna. Liberato finalmente dai comportamenti condizionati, l’essere
umano torna a riassaporare dentro di sé la vita in tutta la sua pienezza esistenziale: in altre parole
ritrova il senso, l’ordine ed il governo dei sentimenti, finora incoerentemente agitati nel suo cuore,
al punto da sconvolgerne l’intera esistenza.
La guarigione che indica l’omeopatia è pertanto una guarigione profondamente umana e al tempo
stesso decisamente raggiungibile, grazie alla sua capacità di assecondare quello sforzo con cui la
nostra più intima natura desidera ricondurci al pieno possesso di noi stessi ma nell’armonia con
tutto il creato, armonia che è fusione con esso e scambievole dono, affinché ogni difetto, ogni
mancanza, ogni lacuna siano rapidamente colmati, senza però che alcun luogo ed alcun essere
vivente, ad ogni latitudine del pianeta, ne vengano a soffrire. In altre parole l’uomo guarisce
pienamente dalle sue sofferenze, che gli provengono dal modo errato e preordinato di esistere,
solo quando ritrova dentro di sé, per effetto di una crescente armonia dei suoi processi vitali, il
senso ultimo delle sue occupazioni, e le trasforma da gesti ripetitivi e monotoni in atti d’amore
sempre nuovi e creativi, da donare spontaneamente, per tornare a sentirsi parte attiva, e beata, di
quella Vita agognata e ammirata in tutto il suo originario splendore.
L’omeopatia ci insegna allora che anche il malessere all’apparenza più banale non va mai
brutalmente soppresso, ma sempre compreso come sforzo vitale teso a far ritrovare alla persona
l’equilibrio e l’armonia delle sue funzioni, fino a giungere al livello più elevato dell’esistenza umana
in cui il cuore risanato, il pensiero e l’azione tornano ad essere un tutt’uno, e a renderci finalmente
liberi ma responsabili, adulti ma col sorriso di un bambino.
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