UNIVERSITÀ DI FERRARA
CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA IN INGEGNERIA CIVILE
Corso di RIABILITAZIONE STRUTTURALE
Analisi e progetto di riabilitazione di
un piccolo edificio in muratura di mattoni, in zona sismica
ANNO ACCADEMICO 2014-2015
(Prof. F. Laudiero)
(testo a cura di F. Laudiero e F. Minghini)
Venite, facciamo mattoni e cuociamoli col fuoco
Libro della Genesi, 11, 3
PREMESSA
Il riferimento d’obbligo è costituito dal Decreto Ministeriale 14 gennaio 2008 Norme tecniche per le
costruzioni e relativi allegati A e B (G.U. n. 29 del 4.02.2008, suppl. ord. n° 30, entrato in vigore il
30 Giugno 2009) e dalla Circolare n. 617 del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici del 2
Febbraio 2009. Occorre subito osservare che le nuove Norme Tecniche (e dunque la Circolare
CSLLPP) nell’ambito della riabilitazione strutturale definiscono tre livelli distinti di intervento.
C8.4.1 Intervento di “adeguamento” che pone l’edificio in grado di resistere alle combinazioni delle
azioni di progetto con il grado di sicurezza previsto dalle norme per le nuove costruzioni1. È
ovviamente obbligatoria l’analisi dell’intera struttura.
C8.4.2 Intervento di “miglioramento” volto ad aumentare l’entità massima delle azioni
(corrispondenti alle combinazioni di carico previste) alle quali la struttura resiste con il grado di
sicurezza previsto dalle norme. La nozione di “miglioramento” è importante perché prevede
interventi favorevoli2 anche quando l’adeguamento sismico risulta impossibile da conseguire nel
rispetto dell’esistente (in particolare nel caso degli edifici storici). È il caso di ricordare che tale
definizione esisteva già nelle norme precedenti e spesso interventi privi di reale efficacia, se non
addirittura dannosi, assumevano che l’aggiunta di qualche materiale costituisse sempre un
intervento utile ma il D.M. 2008 ribadisce l’obbligo di dimostrare il miglioramento conseguito. Per
ottenere tale risultato in generale è obbligatoria l’analisi dell’intera struttura. Bisogna osservare che
le Amministrazioni Pubbliche, per venire incontro ad esigenze di funzionalizzazione hanno finora
sostanzialmente identificato il miglioramento ed il non peggioramento. In questi casi, il tecnico
evita l’analisi globale dimostrando che l’elemento sul quale è intervenuto non ha visto variare la
propria rigidezza e/o resistenza. Nella dimostrazione che nulla è cambiato difficilmente le
Amministrazioni si rendono conto che la valutazione andrebbe estesa anche alla duttilità.
C8.4.3 “Riparazione” o “intervento locale” volti a rinforzare singoli componenti strutturali senza
modificare il comportamento globale dell’edificio e senza introdurre variazioni significative di
1
2
Da verificare rispetto alla nuova versione delle Norme Tecniche
Idem
rigidezza e di peso. Si tratta principalmente di interventi (ivi inclusa la riabilitazione dei solai) volti
a migliorare le connessioni fra i componenti strutturali che non necessitano di una analisi globale
del manufatto. Non sempre le amministrazioni comunali sono in grado di intenderlo in quanto i
Regolamenti Edilizi non accolgono i termini del D.M. 14 Gennaio 2008 ovvero li adoperano in
contrasto con la norma vigente.
In questa esercitazione, l’obiettivo è quello di aumentare, se l’edificio non è adeguato, il livello di
sicurezza possibilmente fino a realizzare l’adeguamento sismico. Quando non sarà possibile
raggiungere il risultato pieno, ci si limiterà a conseguire e a dimostrare di aver conseguito un
miglioramento. Quindi, verrà svolta in ogni caso l’analisi dell’intera costruzione, prima e dopo degli
interventi di riabilitazione, per quantificare il miglioramento ottenuto o per dimostrare
l’adeguamento conseguito. Al D.M. 2008 ed alla Circolare collegata si può accostare la Direttiva
n. 26 del 2 Dicembre 2010 del Ministero per i Beni e le Attività Culturali Linee Guida per la
valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale allineate alle nuove Norme
tecniche per le costruzioni (D.M. 14 gennaio 2008). Si tratta di una utile consultazione anche se tale
Direttiva riguarda edifici di valore storico-monumentale che esulano dal nostro quadro di
intervento.
Ai fini dello svolgimento dell’esercitazione, viene chiesto di formare gruppi di due-tre studenti e di
scegliere un edificio in muratura a loro conoscenza, in genere di due piani. La richiesta di
selezionare autonomamente il tema dell’esercitazione deriva da due necessità. 1) Il docente non è in
grado di moltiplicare gli esempi di edifici in muratura. 2) L’esercitazione vuole avere il più
possibile le caratteristiche di un intervento reale (con la necessità di sopralluoghi, di reperimento di
informazioni, di osservazioni dirette, di documentazione fotografica, possibilmente di prove sui
materiali, ecc.). Gli studenti verranno guidati nell’analisi dell’edificio e nel progetto dell’intervento
di riabilitazione ed il corso, in buona parte, consisterà nella guida ai singoli interventi (dunque tutta
l’offerta didattica si svolgerà all’interno dell’orario di lezione del corso). In parallelo, soprattutto
nella fase iniziale, verranno fornite informazioni di carattere generale e verrà illustrata la normativa
vigente per quanto di interesse per l’esercitazione. Sempre nella parte iniziale del corso, mentre si
definiranno i gruppi ed i temi di esercitazione, verrà illustrato il processo che ha condotto alle
formulazioni contenute nella normativa. In particolare, verranno illustrate le verifiche degli
elementi murari sotto carichi verticali e le verifiche dei solai lignei, saranno illustrati e classificati i
sistemi di archi e di volte, verranno richiamati i teoremi che regolano la cinematica dei corpi rigidi,
verranno illustrati i relativi meccanismi di collasso e richiamati i teoremi dell’analisi limite,
verranno mostrate immagini di danno di edifici in muratura allo scopo di coglierne alcune
debolezze tipiche e di sottolineare interventi impropri di consolidamento. Verrà fatto riferimento al
volume di Mario Como “Statica degli edifici in muratura” e al volume a cura di Antonino Giuffré “
Sicurezza e conservazione dei centri storici”. Inoltre, per quanto riguarda i fondamenti della
normativa può essere utilmente consultato il volume di Stefano Podestà, “Verifica sismica di edifici
in muratura”, mentre forniscono informazioni sulle tecniche operative il volume di Mario Scillone e
Massimo Di Segni “Tecniche antisismiche per il recupero strutturale di fabbricati in muratura
tradizionale”, il volume di Luigi Caleca e Antonio Di Vecchi “Tecnologie di consolidamento delle
strutture murarie”, il “Manuale per la riabilitazione e la ricostruzione postsismica degli edifici” della
Regione Umbria di Autori Vari e le Linee Guida ReLUIS “Riparazione e rafforzamento di elementi
strutturali, tamponature e partizioni” (tutti riportati in bibliografia). Per i solai lignei, i possibili
riferimenti saranno costituiti dal volume “Il restauro delle strutture di legno” di Gennaro Tampone
ed il “Restauro conservativo di capriate lignee” di Ario Ceccotti, Gabriele Bonamini, Michele
Ruffino e Luca Uzielli tenendo presente che le pubblicazioni reperibili riguardano solitamente
strutture di pregio. Quando, invece, bisognerà introdurre delle integrazioni mediante strutture di
legno nuove, il riferimento principale sarà “Strutture in legno” di Maurizio Piazza, Roberto Tomasi,
Roberto Modena, accompagnato dall’Eurocodice EC5 (UNI ENV 1995-1-1). Ad integrazione del
corso, potranno essere tenuti seminari sui temi delle tecniche di indagine sperimentale e della
diagnostica di murature e materiali lapidei, nonché sull’analisi non lineare degli edifici in muratura.
La numerosità dei seminari dipenderà dalla risposta e dall’interesse per gli approfondimenti che gli
studenti dimostreranno durante il corso: interesse che va diminuendo di anno in anno. La numerosa
bibliografia riportata a conclusione di questo testo è presente quasi per intero presso la biblioteca
del Polo ma spesso non viene consultata dagli studenti. Questo non ha impedito loro di dichiarare
per il 2012-2013 che il materiale didattico indicato o fornito meritasse un 4,96/10. Questo risultato,
che esprime una evidente delusione, mi offre l’occasione per ribadire che i possibili interventi di
consolidamento sono il risultato delle analisi e della valutazione delle vulnerabilità specifiche e si
ricollegano a quanto svolto nei corsi che trattano i temi strutturali. Pur avendo inserito nella
bibliografia testi che illustrano alcune tecniche di consolidamento, gli interventi di riabilitazione
non possono e non devono essere ridotti ad una casistica dalla quale estrarre le scelte degli altri. La
scelta degli interventi di riabilitazione è nostra ed è il risultato di quanto abbiamo compreso nel
processo di conoscenza e di analisi del manufatto. Nel frattempo devo osservare che anche le
relazioni migliori hanno in genere dimostrato una lettura frettolosa di questa stessa presentazione,
volta a sapere cosa fare più che capire il come e, soprattutto, il perché. Questo testo va letto
consultando costantemente la normativa così come viene richiamata e sviluppando le relative
applicazioni. In caso contrario, la lettura risulta molto densa, faticosa da affrontare e facile da
dimenticare. Il progetto di riabilitazione verrà svolto da ciascun gruppo all’interno del corso e si
concluderà con il termine del corso, salvo qualche revisione ulteriore da tenersi comunque entro
l’estate. Ciascun gruppo avrà a disposizione un minimo di 12-13 revisioni individuali. Come potrete
osservare, il corso prende a prestito alcune modalità dei laboratori di progettazione del Dipartimento
di Architettura così come nel corso di TdC che ho tenuto ad Architettura ho cercato di inserire
modalità vicine all’Ingegneria. È noto infatti che fratellanza e sofferenza sono strettamente legate.
Quindi nel corso vi verranno offerti verbalmente idee e strumenti rivolti al progetto, insieme a
questo testo scritto che farà da guida. Toccherà a voi, cercare, proporre, operare sintesi di nozioni
ricavate da corsi diversi, insomma fare le prove generali. Io ovviamente vi assisterò lungo ciascuno
di questi percorsi individuali e voi potrete ricavare vantaggio anche dalle revisioni altrui visto che il
vostro progetto, fortunatamente, non conterrà tutti i problemi possibili. Vi invito ad attivarvi subito
nella scelta del tema perché in breve sarò sommerso dalle richieste di verifiche individuali e resterà
poco tempo per le presentazioni di carattere generale.
Alla fine del corso ci si conoscerà a sufficienza e la prova finale consisterà nella semplice consegna
degli elaborati del progetto, svolto così come verrà illustrato nel seguito e indicato nel corso delle
future revisioni. Alla lettura dei vostri elaborati, seguirà una richiesta di correzione solo quando
siano presenti errori localizzati e difformi dal livello generale del progetto (ovviamente al fine di
migliorarne la valutazione) oppure quando siano presenti errori inaccettabili o completa mancanza
di chiarezza. Viceversa, quando l’elaborato risulterà accettabile e presenterà un livello coerente di
approfondimento, non verrà richiesta alcuna correzione e la valutazione sarà data sulla base del
lavoro presentato, accompagnata da una adeguata motivazione. Ovviamente, prima dell’apertura
dell’appello con verbalizzazione, avrete diritto di replica e potrete dare ulteriori chiarimenti. A parte
questa discussione del tutto volontaria, non vi sarà dunque alcuna prova orale perché la discussione
vera si sarà già svolta, e ripetutamente, durante il corso. Per questo motivo vi chiedo di impegnarvi
durante il corso, di essere disposti al confronto e, soprattutto, di non nascondervi all’interno del
gruppo. Il comportamento inadeguato di un componente abbasserà la valutazione del risultato
dell’intero gruppo.
IL TEMA DELL’ESERCITAZIONE
La maggior parte del corso si realizza attraverso lo svolgimento di una esercitazione che consiste
nell’analisi sismica di un piccolo edificio in muratura (di due o eccezionalmente di tre piani) e sulla
definizione degli eventuali provvedimenti che siano in grado di adeguare (o migliorare) la risposta
sismica dell’edificio. Si potrà sviluppare l’esercitazione anche lavorando singolarmente ma si
consigliano gruppi di due o tre persone, utilizzando edifici esistenti (recenti o più antichi) noti ad
almeno uno dei componenti del gruppo e possibilmente ispezionabili. In mancanza di ciò, si potrà
chiedere un progetto ad uno studio professionale amico e in particolare si potrà sottoporre a verifica
il progetto di un edificio in costruzione o di prossima costruzione (magari dichiarato antisismico). Il
consiglio è di non scegliere edifici troppo vasti o troppo complessi (ad esempio con sistemi voltati)
che presentino problemi significativi di verifica sotto i soli carichi verticali perché la mole di lavoro
non risulterebbe proporzionata alle dimensioni del corso. Si insiste sull’opportunità che i gruppi
siano omogenei per preparazione ed impegno. Si consiglia fortemente di partecipare anche alle
revisioni dei progetti altrui perché i propri problemi saranno evidentemente problemi particolari e
non potranno coprire la varietà delle soluzioni possibili, così come non esiste un riferimento
bibliografico utile per ogni caso. È rarissimo che uno studente partecipi alle revisioni altrui ma
questo non ha impedito agli studenti del 2012-2013 di assegnare il punteggio più alto, fra quelli
assegnati al corso, al proprio interesse per la disciplina. Nello sviluppo della relazione illustrativa
degli interventi, dovranno essere posti bene in evidenza tutti gli aspetti di conoscenza (o di carenza
di conoscenza) dell’edificio. La limitatezza del tempo necessario e gli ostacoli che si presenteranno
per svolgere tutte le attività preliminari e in particolare per svolgere le indagini costituiranno un
grosso ostacolo ma si proverà almeno a simulare questo tipo di attività ovvero a dichiarare quali
sarebbero state le indagini supplementari necessarie.
Per lo svolgimento delle indagini, sarà molto utile disporre di disegni esecutivi dell’edificio come di
schede tecniche dei materiali; in caso contrario, sarà indispensabile effettuare un minimo di
sopralluoghi e di operazioni di rilievo, facendo ricorso a quanto dice la norma in proposito. Si
ricorda che le operazioni di rilievo hanno lo scopo di descrivere: la geometria complessiva
dell’edificio; lo spessore delle pareti e i loro ammorsamenti; la connessione strutturale delle scale; i
materiali componenti; la tessitura muraria; gli eventuali indebolimenti (nicchie, aperture richiuse,
canne fumarie, ecc.); l’orditura dei solai e della copertura; l’entità e la tipologia degli appoggi degli
orizzontamenti e loro connessioni con gli elementi portanti; i dispositivi di contenimento delle
spinte; la tipologia delle fondazioni, ecc.. Nel caso vi sia un quadro di lesioni significativo, le
lesioni andranno classificate secondo la loro geometria (estensione e ampiezza) e secondo il
cinematismo associato (distacco, rotazione nel piano e/o fuori dal piano, scorrimento).
Analogamente, andranno descritti i possibili meccanismi di danno (fuori piombo, rigonfiamenti,
depressioni degli orizzontamenti o delle volte, degrado dei materiali: in particolare danni ai laterizi
da umidità di risalita, carbonatazione delle malte e dilavamento dei giunti). La relazione tecnica
dovrà dunque contenere tali dati che andranno anche rappresentati nelle tavole mediante piante,
alzati e sezioni oltre che con particolari costruttivi di dettaglio.
La relazione tecnica che accompagnerà il progetto dovrà inoltre contenere le ipotesi alla base della
modellazione; gli interventi progettuali previsti; i particolari costruttivi di tali interventi; una
valutazione sintetica sulla risposta dell’edificio prima e dopo degli interventi. In generale, gli
interventi consisteranno nello spostamento di aperture, nell’inserimento di catene, nella
solidarizzazione di pareti accostate, nella ristilatura dei giunti, nell’eventuale tamponamento di vani,
nella realizzazione di nuovi solai e nuove coperture o nell’integrazione di quelli esistenti, nel
vincolamento mutuo di componenti strutturali esistenti, nel vincolamento in particolare di elementi
a rischio di ribaltamento, nell’integrazione delle strutture di fondazione, nell’inserimento eventuale
di colonne e travi in C.A. dedicate ai soli carichi verticali, nell’aumento di spessore di pareti in
muratura troppo snelle o nell’introduzione (nei casi più difficili ma non infrequenti) di intonaci
armati o pareti in muratura armata, ecc.. È ovvio che questa galleria di interventi rappresenta un
sorta di addestramento che prescinde dalle disponibilità effettive degli ideali committenti. Ad
esempio: lo spostamento delle aperture nelle pareti non è una pratica quotidiana ma riflettere sulla
posizione più appropriata delle aperture servirà a ricavare criteri razionali che potranno essere
utilizzati anche nella progettazione di nuovi edifici. In qualche caso di edificio fortemente irregolare
in pianta, l’introduzione di una apertura in una parete molto più rigida delle altre potrebbe
addirittura influenzare positivamente la risposta dell’edificio. Nella maggior parte dei casi, tali
interventi “ragionevoli” non metteranno l’edificio in grado di sopportare le azioni sismiche di
progetto previste per un edificio di nuova costruzione, ossia non realizzeranno l’adeguamento
sismico dell’edificio. In questi casi, ci si limiterà a realizzare un intervento di miglioramento
(Punto 8.3 NTC e Punto C 8.4.2 Circolare CSLLPP). Per la misura del miglioramento conseguito, si
potrà fare riferimento anche a quanto riportato nella già citata Direttiva del 2 Dicembre 2010 del
Ministero per i Beni e le Attività Culturali. In tale testo, infatti, con maggiore dettaglio e forse
proiettati nei criteri futuri vengono proposti:
Nel seguito verranno indicati i diversi punti da affrontare nel corso dell’esercitazione mentre viene
riportata una proposta per l’indice della relazione e che andrà adattata di volta in volta rispetto al
lavoro effettivamente svolto.
Suggerimento di un indice degli argomenti della tesina
(È solo una proposta di uno schema che in qualche caso deve essere variato o adattato)
1. Premessa
2. Principali riferimenti tecnico-normativi
3. Descrizione dell’edificio (rilievo geometrico, dati storici)
4. Descrizione dei materiali e rilievo tecnico-costruttivo
5. Valutazione delle proprietà meccaniche dei materiali
6. Analisi dei carichi
7. Verifiche sotto carichi verticali (in modo sintetico)
8. Rispondenza ai requisiti geometrici prescritti
9. Rispondenza eventuale ai requisiti di regolarità
10. Rispondenza eventuale ai requisiti di semplicità
11. Interventi preliminari in presenza di violazioni delle prescrizioni geometriche
12. Calcolo del baricentro delle masse
13. Calcolo del baricentro delle rigidezze
14. Spettro di progetto per lo SLD e lo SLV
15. Analisi sismica e determinazione delle azioni sui singoli maschi
16. Verifica dei meccanismi di primo modo (ribaltamento ed espulsione)
17. Verifica dei meccanismi di secondo modo (Pressoflessione e Taglio)
18. Determinazione dell’azione sopportata dalla struttura
18. Eventuale progetto di riabilitazione
19 Nuova analisi e determinazione delle azioni sui singoli maschi
20. Nuove verifiche e aggiornamento dell’azione sopportata dalla struttura
21. Verifica degli elementi non strutturali
22. Disegni dei particolari costruttivi
23. Analisi agli elementi finiti di una singola parete e confronto con i risultati precedenti
24. Valutazioni conclusive
25. Bibliografia
Bibliografia
- Mario Como, “Statica degli edifici in muratura”. Aracne Editrice 2010 (in particolare Mario Como
e Antonio Grimaldi, Analisi limite di pareti murarie sotto spinta. Dipartimento di Ingegneria Civile
Edile, Università di Roma Tor Vergata, 1982).
- Arnold W. Hendry, “Statica delle Strutture in Muratura di Mattoni”. Patron Editore 1986.
- Maurizio Piazza, Roberto Tomasi, Roberto Modena, “Strutture in legno”. Hoepli 2005.
- Stefano Podestà, “Verifica sismica di edifici in muratura”. Dario Flaccovio Editore, 2012.
- Mario L. Scillone, Massimo Di Segni, “Tecniche antisismiche per il recupero strutturale di
fabbricati in muratura tradizionale”. Edizioni Kappa 2000.
Luigi Caleca, Antonio De Vecchi, “Tecnologie di Consolidamento delle Strutture Murarie”. Dario
Flaccovio Editore.
- Carlo Blasi, Antonio Borri, Salvatore Di Pasquale, P. Malsani, G. Nigro, Alberto Parducci,
Gennaro Tampone “Manuale per la riabilitazione e la ricostruzione postsismica degli edifici
(Regione Umbria)”. DEI srl Tipografia del Genio Civile 1999.
Mauro Dolce, Gaetano Manfredi, “Riparazione e rafforzamento di elementi strutturali, tamponature
e partizioni”. Linee Guida ReLUIS.
- Gennaro Tampone “Il restauro delle strutture di legno”. Hoepli 1996.
- Ario Ceccotti, Gabriele Bonamini, Michele Ruffino, Luca Uzielli “Restauro conservativo di
capriate lignee” C.L.U.T. Editrice 1998.
- Emanuele Zamperini, Criteri progettuali per il consolidamento: le strutture in legno. Università di
Pavia, Corso di recupero e conservazione degli edifici. Anno Accademico 2010-2011.
ed inoltre:
Guglielmo Giordano, Ario Ceccotti, Luca Uzielli, Tecnica delle Costruzioni in Legno. Hoepli Edit.
- Jacques Heyman, The stone skeleton, Cambridge University Press, 1995.
- Antonino Giuffré (curatore) “Sicurezza e conservazione dei centri storici: il caso di Ortigia”.
Editori Laterza 1993.
Guido Magenes ed altri, Metodi semplificati per l’analisi sismica non lineare di edifici in muratura”,
GNDT (disponibile in rete).
- Giovanni Cangi, “Manuale del recupero strutturale e antisismico”. DEI 2006.
- Enzo Boschi, Emanuela Guidoboni. “I terremoti a Bologna e nel suo territorio dal XII al XX
secolo”. Editrice Compositori (2003).
- Michele Paradiso - Giacomo Tempesta - Stefano Galassi, “Sistemi voltati in muratura”, DEI
2007.
- Massimo Mariani, “Consolidamento delle strutture lignee con l’acciaio”, DEI 2004.
- Massimo Mariani, “Trattato sul consolidamento e restauro degli edifici in muratura”. Voll. I e II.
DEI 2006.
- Claudio Bernuzzi, “Progetto e verifica delle strutture in acciaio”. Hoepli 2011.
- Regione Umbria, “Recupero edilizio e prevenzione sismica”. DEI 2005.
- Carla Di Francesco, Rita Fabbri, Fabio Bevilacqua, Atlante degli elementi costruttivi tradizionali
nell'architettura ferrarese. Motta Editore 2007 (fuori commercio, presente nella biblioteca FAF).
- Giandomenico Cifani - Alberto Lemme - Stefano Podestà, “Beni monumentali e terremoto”, DEI
2005.
- Francesco Doglioni, Alberto Moretti e Vincenzo Petrini (curatori) “Le chiese e il terremoto”.
Edizioni LINT Trieste, 1994.
Gian Michele Calvi, Timothy Sullivan, “Development of a model code for direct displacement
based seismic design”. Atti Linea IV Convegno Finale del Progetto RELUIS 2010-2013.
Timothy Sullivan, Gian Michele Calvi, “Developments in the field of displacement based seismic
assessment”. IUSS Press 2013.
20) Normativa di riferimento e indicazioni correlate
¶- Decreto Ministeriale 14 gennaio 2008. Norme tecniche per le costruzioni. G.U. n. 29 del
4.02.2008 suppl. ord. n° 30.
¶- Linee Guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale con
riferimento alle Norme Tecniche per le Costruzioni di cui al decreto del Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti del 14 Gennaio 2008 del 9.02.2011. G.U. n.47 del 26 Febbraio 2011.
¶- Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Circolare 2 Febbraio 2009, n. 617. Istruzioni per
l’applicazione delle “Norme tecniche per le costruzioni” di cui al D.M. 14 gennaio 2008.
- Eurocodice 5. Progettazione delle strutture di legno. UNI ENV 1995-1-1: Regole generali e regole
per gli edifici.; UNI ENV 1995-1-2:: Regole generali – Progettazione strutturale contro l’incendio.
- UNI EN 338 – 2009. Legno Strutturale: Classi di Resistenza.
- UNI EN 14080 – 2013. Strutture di legno – Legno lamellare incollato e legno massiccio incollato.
Requisiti.
- CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche). Istruzioni per la progettazione, l’esecuzione e il
controllo delle strutture di legno. CNR-DT 206/2007, rev. Ottobre 2008.
- Dipartimento della Protezione Civile – RELUIS – Vicecommissario delegato per la messa in
sicurezza dei Beni Culturali. Linee Guida per il rilievo, l’analisi ed il progetto per interventi di
riparazione e consolidamento sismico di edifici in muratura in aggregato. Bozza Ottobre 2010.
- Gruppo di lavoro CPTI (2004). Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani, versione 2004
(CPTI04), INGV, Bologna. http://emidius.mi.ingv.it/CPTI04
- ITACA (ITalian ACcelerometric Archive) version 2.0.
http://itaca.mi.ingv.it/ItacaNet/CadmoDriver?_action_do=1&_page=ACC_redirect_home_page&_r
ock=INVALID&_state=initial&_tabber=0&_token=NULLNULLNULLNULL
Operated by Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV).
- CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche). Istruzioni per la progettazione, l’esecuzione e il
controllo di strutture realizzate con profili pultrusi di materiale composito fibrorinforzato (FRP).
CNR-DT 205/2007, rev. Ottobre 2008.