IL CINEMA ITALIANO II parte. I movimenti studenteschi, operai ed extra-parlamentari della fine degli anni sessanta e quelli del decennio successivo influenzano anche il cinema, che, oltre al filone della commedia, si sviluppa anche in un genere più impegnato socialmente e politicamente. Tra i film più importanti si ricordano Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970) di Elio Petri, con la notevole interpretazione di Gian Maria Volontè l'interprete-simbolo del cinema d'impegno civile, la trasposizione cinematografica del romanzo di Leonardo Sciascia Il giorno della civetta (1967) di Damiano Damiani. La musica di Morricone per il film di Petri è davvero singolare: il tema si compone di tre frasi musicali successive che sono sostanzialmente simili ma su tre armonizzazioni diverse che normalmente non vengono accostate: questo conferisce un’armonia strana, appunto..Il cittadino in questione è il peggiore dei loschi, ma è al di sopra di ogni sospetto, come la sua musica: tre frasi identiche, nulla di sospetto eppure su un’armonia strana e sospettosa.. ASCOLTO DI INDAGINE SU UN CITTADINO AL DI SOPRA DI OGNI SOSPETTO Ma forse il punto d'arrivo del filone di "denuncia" fu Il caso Mattei (1972), un film inchiesta in cui il regista Francesco Rosi cerca di far luce sulla misteriosa scomparsa di Enrico Mattei, manager del più importante gruppo statale italiano, l'ENI. La pellicola di Rosi, sempre con Gian Maria Volontè come protagonista, vinse la Palma d'oro al festival di Cannes e divenne un modello per analoghi film d'inchiesta prodotti nei decenni successivi (a partire dal celebre JFK - Un caso ancora aperto di Oliver Stone). Accanto al cinema neorealista, degli autori, della commedia all'italiana, politico e di denuncia sociale a partire dal secondo dopoguerra nacque anche un cinema italiano più popolare e d'evasione che, se da una parte verrà snobbato ed osteggiato dalla critica, da un altro sarà invece apprezzato dal pubblico di tutto il mondo facendo rientrare di diritto anche questi film nella storia della cinematografia italiana. I generi cinematografici proposti saranno diversi a seconda dell'epoca e dei gusti e molte volte si mischieranno tra loro; ecco una breve lista dei generi che ebbero maggior successo Melodrammi "strappalacrime” Tra la fine degli anni quaranta e l'inizio degli anni cinquanta, accanto al neorealismo vero e proprio, fiorì anche un neorealismo d'appendice ovvero dei film melodrammatici comunemente detti "strappalacrime", un genere più popolare, già molto in voga in Italia ai tempi del cinema muto. Tale tipologia di film narrava le vicissitudini di coppie unite dall'amore ma divise dai ceti sociali di appartenenza, soffermandosi soprattutto sulle sofferenze, le vessazioni e le rinunce che subivano le protagoniste femminili ma arrivando (quasi sempre), anche se dopo molte tragiche vicende, ad un lieto fine. (per alcuni aspetti questi film possono essere considerati antesignani delle odierne telenovelas sudamericane). I melodrammi strappalacrime saranno poco apprezzati dalla critica, che li considererà alla stregua di fotoromanzi cinematografici, ma ebbero invece una grande presa tra il pubblico italiano dell'epoca che ne decretò il successo per tutto il decennio. Il maestro di tale filone fu Raffaello Matarazzo, già regista delle commedie dei telefoni bianchi negli anni trenta e nei primi anni quaranta, che fu l'autore di una serie di film realizzati tra il 1949 ed il 1958, interpretati da Amedeo Nazzari ed Yvonne Sanson, considerati la coppia-simbolo dei melodrammi strappalacrime: tutti questi film tra cui Catene (film campione d'incasso in Italia della stagione 1949-50),e L'angelo bianco, furono premiati da un'enorme successo commerciale. Essendo questi film più o meno tutti uguali, musicalmente parlando, vi faccio ascoltare due brevi estratti da Catene: li ho scelti per dimostrare che la musica è la classica orchestra romantica molto descrittiva, e che il compositore non disdegna l’effetto mikeymousing, proprio per sottolineare alla lettera azioni e personaggi che difficilmente starebbero così bene in piedi da soli. Ascoltiamo la scena della bimba della coppia descritta da un flauto e da una musica vezzosa come i fiocchetti della protagonista e un momento drammatico descritto con musica accesa orchestrale. ASCOLTO DI CATENE Il successo di questi film durò per tutti gli anni cinquanta; in seguito nei primi anni sessanta il favore del pubblico nei confronti del filone strappalacrime iniziò ad affievolirsi in favore di nuovi generi cinematografici, tant'è che lo stesso scomparve del tutto a metà dello stesso decennio. Sergio Leone è il precursore di questo filone, con la cosiddetta trilogia del dollaro: Per un pugno di dollari (1964), Per qualche dollaro in più (1965) e Il buono, il brutto, il cattivo (1966). Lo stile di Leone, coadiuvato dalle eccezionali colonne sonore di Ennio Morricone, è di programmatica rottura con l'enfasi patriottarda e romantica dei classici statunitensi: crea un universo iperbolico, dominato da violenza e sopraffazione e dipinto con un incessante umorismo nero. La qualità filmica della trilogia raggiunge l'apice con l'ultimo capitolo: una sorta di La grande guerra ambientato durante il conflitto di secessione (1860-1865) e raccontato mescolando felicemente toni picareschi a momenti di grande lirismo. Leggendario il finale: raro capolavoro di montaggio e combinazione tra musica e immagine. A questo trittico seguiranno lo straordinario kolossal epico C'era una volta il West (1968), girato in parte nella Monument Valley americana, e Giù la testa(1971). Sergio Leone, snobbato all'epoca da buona parte della critica, viene oggi celebrato come uno dei registi italiani più noti e amati a livello internazionale. Il successo mondiale dei film di Leone aprì la strada a una moltitudine d'imitazioni made in Italy (circa cinquecento pellicole in dieci anni). Ci siamo già soffermati sulla musica degli spaghetti western, ma non posso non farvi ascoltare Il Buono il brutto e il cattivo. Morricone dichiarò ad una conferenza stampa alla quale ero presente che la cellula principale del tema gli fu ispirata dal verso del cojote. E’ davvero una musica cult. ASCOLTO DI IL BUONO IL BRUTTO E IL CATTIVO Dario Argento, ha decisamente fatto diventare l'horror italiano una forma di cinema più popolare, oscillando dal thriller puro all'horror di natura più fantastica, con pellicole che sono tuttora prese a modello sia dal punto di vista formale ed estetico che da quello narrativo. Argento nelle sue opere migliori ha saputo emanciparsi dal suo maestro – Bava- grazie ad un uso incalzante del montaggio in combinazione a colonne sonore rimaste negli annali (fondamentale, nel suo periodo d'oro, la collaborazione con il gruppo musicale dei Goblin). Nel film Profondo rosso non mancano meravigliose interpretazioni jazz di Giorgio Gaslini. ASCOLTO DI PROFONDO ROSSO Desidero farvi ascoltare anche il motivo principale del film Suspiria che è stato realizzato con un bouzouki, acquistato personalmente dal regista, un particolare modello di mandolino di origine ellenica dal ritmo particolarmente incalzante e dai suoni particolarmente profondi voluto da Argento che ne era rimasto colpito durante un viaggio in Grecia compiuto poco prima dell'inizio delle riprese. L'inquietante voce solista è dello stesso Claudio Simonetti: quest'ultimo sussurra ansimante alternando la melodia con molte parole che egli definisce "senza senso". Le percussioni che accompagnano i punti più tesi del film sono invece strumenti africani. A causa di tali caratteristiche contenutistiche (all'epoca vere e proprie innovazioni nel modo di comporre per immagini soprattutto in Italia), oltre a essere la colonna sonora più "paurosa" della band, è anche quella più sperimentale, per questo fra le tante realizzate risulta quella a cui sono più legati affettivamente sia Pignatelli quanto Morante. ASCOLTO DI SUSPIRIA Negli anni settanta l'allentarsi dei confini della censura, la degenerazione del gusto, e soprattutto la ricerca del successo commerciale mediante investimenti di modesta entità, permisero lo sviluppo, accanto alla commedia all'italiana, della commedia erotica all'italiana. Trame, sceneggiature e dialoghi, generalmente risibili, fecero da pretesto per sviluppare pellicole (più o meno) erotiche: a questo genere di film legarono la propria popolarità (almeno inizialmente) attori come Lino Banfi, Massimo Boldi, Diego Abatantuono, Gloria Guida,Barbara Bouchet, Edwige Fenech e Serena Grandi. Un altro genere di successo sviluppatosi sul finire degli anni sessanta è il genere del Lacrima-movie (rilancio del genere melodrammatico strappalacrime in voga negli anni cinquanta, ma a differenza di quest'ultimo in cui vi era sempre un lieto fine, questi film puntavano invece su finali altamente tragici): queste pellicole in genere mostravano storie drammatiche soprattutto su figli (interpretati da attori bambini come Renato Cestiè, interprete simbolo di questo filone cinematografico) con genitori troppo distaccati o severi oppure in procinto di separarsi, destinati a morire alla fine della storia per una disgrazia od una malattia oppure narrava di coppie in crisi che riescono a ritrovare l'amore per poi essere separate inesorabilmente da un destino avverso (anche qui sotto forma di malattia). Il capostipite di questo genere è Incompreso di Luigi Comencini: Ascoltiamo insieme alcune scene del film mixate in successione. La musica vede protagonista il pianoforte che descrive soprattutto il protagonista, Andrea un bambino a cui muore la madre e cerca disperatamente l’affetto del padre, e l’orchestra nei momenti di più drammaticità e scene corali. Nelle scene che vedono protagonisti i due bambini, Andrea e il suo fratellino pestifero Milo, sentiamo il clavicembalo, strumento che connoterà spesso i bambini soprattutto nei film di Trouffaut o del contemporaneo italiano Mirko Locatelli (regista di Arimo, 2010) ASCOLTO DI INCOMPRESO Un caso a parte è quello del regista Tinto Brass, che durante gli anni settanta diresse alcune eccentriche grandi produzioni e ottenne un buon successo nel 1983 con La chiave, dramma erotico con Stefania Sandrelli in veste inedita, continuando negli anni successivi la produzione di film di vario genere (comici, drammatici e storici) sempre però con uno sfondo altamente erotico ed alcuni prettamente erotici Ascoltiamo un branetto da COSI’ FAN TUTTE, non mi dilungo, è musica leggera con voce femminile. Non mancano punte di classicità, che però sono solo la parodia di stesse. ASCOLTO DI COSI’ FAN TUTTE Altro genere di successo negli anni settanta fu il cosiddetto "poliziesco all'italiana" ribattezzato "poliziottesco", in cui vengono trattate storie di poliziotti duri dai metodi spicci, talvolta non tanto differenti da quelli dei loro antagonisti, alle prese con delinquenti, terroristi ed organizzazioni criminali spietate sullo sfondo delle principali metropoli italiane (Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo e Genova). Protagonisti potevano essere anche normali cittadini vittime di episodi criminosi che, di fronte all'inefficienza ed alla lentezza della legge, decidono di farsi giustizia da soli, divenendo una specie di giustizieri in lotta contro il crimine. Tali film, carichi di azione, inseguimenti e scene molto violente, avevano anche dei richiami sia a fatti di cronaca nera realmente accaduti nell'Italia di quell'epoca sia alla realtà sociale delle città italiane negli anni settanta (si era nel pieno dei cosiddetti "anni di piombo" e del boom della criminalità organizzata e non e del traffico e consumo di droga) e contenevano anche degli attacchi più o meno espliciti al sistema giudiziario italiano di allora, considerato troppo arrendevole ed inefficiente. Tali film furono poco amati dalla critica dell'epoca, che li definì molto negativamente etichettandoli come fascisti, qualunquisti e giustizialisti e accusandoli di essere tutti uguali nelle trame così come nei personaggi, ma furono molto apprezzati dal pubblico italiano ed internazionale. Anche in questo genere si trovano registi ed attori "tipici", molti dei quali provenienti dallo spaghetti-western, di cui il poliziottesco si proponeva come genere "erede" perché le atmosfere, le situazioni e le figure dei fuorilegge e degli sceriffi del genere western venivano trasferiti nei contesti metropolitani dell'Italia di allora. I capolavori del poliziottesco come Milano calibro 9, sono stati di recente oggetto di rivalutazione da parte della stessa critica che tanto li aveva bistrattati, anche grazie al regista Quentin Tarantino, che si è detto grande appassionato di questi film. Vi faccio ascoltare la musica all’inizio del film: esordisce il flauto, poi due flauti, arriva il pianoforte con accordi percussivi staccati; si uniscono gli archi prima in tremolo a pedale, poi si crea il tema drammatico con gli archi mentre il pianoforte continua il suo ostinato con accordi percussivi. L’orchestrazione si apre sulle immagini an plen air del duomo di Milano per ritrovarsi a diventare un pezzo di musica rock con chitarra elettrica. ASCOLTO MILANO CALIBRO 9 Così come nello spaghetti-western anche il poliziottesco vedrà sviluppare successivamente un filone comico, le cui pellicole fungeranno da autoparodia degli stessi poliziotteschi . In questo filone comico rientra anche la saga del poliziotto napoletano Piedone, interpretato da Bud Spencer. L’inizio sembrerebbe quello di Jingle bell rock.. Il pezzo fil rouge del film si intitola “Flaat feet” ed è firmato da Santo & Johnny. Santo & Johnny era il nome di un duo di chitarristi formato dai fratelli newyorkesi Santo (e Johnny Farina ; il loro sound caratteristico era dovuto all'uso della steel guitar (o chitarra hawaiiana), usata da Santo. ASCOLTO DI PIEDONE LO SBIRRO La cinematografia italiana non ha (quasi) mai investito nel genere del musical (l'unico film italiano ascrivibile al genere è Carosello napoletano del 1953 interpretato tra gli altri daSophia Loren). A partire dalla fine degli anni cinquanta e fino a tutti gli anni settanta tuttavia riscossero notevole successo i cosiddetti musicarelli, ovvero quei film - quasi sempre commedie a carattere sentimentale - che avevano come protagonisti i cantanti italiani più in voga di quegli anni (Little Tony, Rita Pavone, Gianni Morandi, Caterina Caselli,Domenico Modugno, Claudio Villa, Bobby Solo, Iva Zanicchi, Al Bano, Adriano Celentano, Mina e molti altri) i quali, tra una scena e l'altra, cantavano i loro successi del momento (spesso questi film erano le trasposizioni cinematografiche delle loro canzoni). Tra i titoli più famosi si ricordano In ginocchio da te con Gianni Morandi e Rita la zanzara con Rita Pavone. Ascoltiamo per metterli a confronto un brano tratto da carosello napoletano, orchestra classica e voce da melodramma verdiano, e In ginocchio da te di Morandi, dove l’orchestra d’archi c’è lo stesso ma con basso, chitarra e batteria..Il canto dispiegato all’italiana però non cambia! ASCOLTO DI CAROSELLO NAPOLETANO E IN GINOCCHIO DA TE Sul finire degli anni settanta si iniziano a percepire, per il cinema italiano, i primi sintomi di una crisi che esploderà nella seconda metà degli anni ottanta e che si protrarrà, con alti e bassi, per oltre un decennio. Si tratta di un processo fisiologico, legato per lo più all'avanzare della televisione commerciale In questi anni la commedia all'italiana scompare come genere, anche in seguito al progressivo esaurirsi della vena creativa dei maestri dei decenni precedenti, e il cinema d'autore e quello d'impegno civile tendono ad isolarsi, con una serie di film che difficilmente si inseriscono in uno sviluppo comune. Gli attori di punta della cinematografia italiana invecchiano e si vive in un periodo di transizione verso una nuova generazione di interpreti. La crisi colpisce anche e soprattutto il cinema italiano di genere, in quanto, una volta esauritisi i vari filoni di successo, non riesce a crearne di nuovi e dunque, a partire dalla fine del decennio, si limiterà solamente a copiare i maggiori film d'oltreoceano con produzioni infime e di basso livello qualitativo ed artistico, che non vanno oltre il B-movie e che dunque non riescono più a trovare facilmente una distribuzione nelle sale cinematografiche, che vengono così monopolizzate dalle più abbienti, costose e spettacolari pellicole hollywoodiane, che da qui in poi prenderanno il sopravvento. Non mancano comunque film d'autore memorabili, quantomeno nella prima metà del decennio. L'albero degli zoccoli (1978), di Ermanno Olmi La notte di San Lorenzo (1982) dei fratelli Taviani CON INNUMEREVOLI CITAZIONI DELL’OPERA VERDIANA che vedremo successivamente nel dettaglio. Ascoltiamo alcuni brani del film L’albero degli zoccoli. In questo film il regista predilige i rumori di scena, il contesto rurale e il suo sound. Non mancano le canzoni popolari. ASCOLTO L’ALBERO DEGLI ZOCCOLI Anche se non sono film completamente italiani, non si possono dimenticare C'era una volta in America di Leone (1984) e L'ultimo imperatore (1987), la pellicola di Bernardo Bertolucci vincitrice di nove Oscar e nove David di Donatello. La colonna sonora di C’era una volta in America è di Ennio Morricone, e lo si capisce subito. L’esordio del tema principale è per strumento concertante, poi risentiamo l’apertura orchestrale completa con voce femminile che già aveva caratterizzato il tema di Jill in “C’era una volta il west”. Il carattere del pezzo è di ampio respiro, con inflessioni drammatiche ma anche positive, piene di speranza e forse anche tanta nostalgia. ASCOLTO DI C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA Il film di Bertolucci, l’ultimo imperatore invece ha la colonna sonora di R.Sakamoto & D.Byrne. Si tratta di una produzione musicale di chiaro impianto timbrico e ritmico della tradizione cinese. ASCOLTO DELL’ULTIMO IMPERATORE Sul fronte della commedia si ricordano alcuni lavori del giovane Massimo Troisi che ottiene consensi con Ricomincio da tre (1981),Scusate il ritardo (1983) e soprattutto Non ci resta che piangere (1984), Ascoltiamo l’esilarante scena in cui Troisi canta una versione improbabile di Yesterday dei Beatles per fare colpo .. ASCOLTO DI NON CI RESTA CHE PIANGERE Carlo Verdone dà il meglio di sé in film come Un sacco bello(1980), Bianco, rosso e Verdone (1981), Acqua e sapone (1983), Borotalco (1984) e Compagni di scuola (1988), ascoltiamo la marcetta di bianco rosso e verdone che reca la firma di Morricone, sembra inizialmente la parodia del flauto di c’era una volta in america ma il genio morriconiano non manca di fare citazioni ironiche dell’inno di Mameli con una improbabile trombetta che ne accentua la comicità. ASCOLTO DI BIANCO ROSSO E VERDONE Mario Monicelli torna al successo con Speriamo che sia femmina (1988), La colonna sonora è firmata da un altro grande compositore di musica per film italiano, Nicola Piovani. La chitarra è lo strumento portante di questa musica semplice, delicata, composta musica. ASCOLTO DI SPERIAMO CHE SIA FEMMINA Roberto Benigni che raggiunge notorietà internazionale con Il piccolo diavolo(1988), interpretato da Walter Matthau. La colonna sonora è di Evan Lurie. ASCOLTIAMO IL TEMA DI GLORIA una musica assolutamente spassosa come il nostro Benigni, un tema semplice connotato da Brass comici e fisarmonica. ASCOLTIAMO ANCHE IL TANGO; probabilmente il compositore desidera caratterizzare la sua idea di peccato e seduzione con la danza per eccellenza, il tango. Riguardo, invece, alla commedia sullo sfondo storico, va citato il grande State buoni se potete di Luigi Magni Ascoltiamo il tema di leonetta, pieno di poesia e la canzone Vanità di Vanità. La colonna sonora è firmata da Angelo Branduardi. ASCOLTO TEMA DI LEONETTA ASCOLTO VANITA’ La crisi creativa ed economica emersa in tutta la sua gravità nella metà degli anni ottanta, comincerà ad attenuarsi, per il cinema italiano, nel decennio successivo anche se il cinema di genere scompare totalmente, ormai ridotto economicamente all'osso e non più in grado di competere con i grandi blockbuster hollywoodiani. Il prestigio e il successo internazionale di alcuni registi (fra cui Giuseppe Tornatore e Roberto Benigni) favoriscono comunque una piccola ripresa del cinema italiano. Segnali di rinascita, perlomeno a livello popolare, si colgono infatti fin dagli inizi degli anni novanta con Nuovo cinema Paradiso, il film con cui il già citato Tornatore vince il premio Oscar per la miglior pellicola straniera (1990), Ascoltiamo il tema principale di nuovo cinema paradiso, una musica orchestrale indimenticabile come solo Ennio Morricone poteva comporre, dove si fondono gioia e dolore, nostalgia e ricordo ..e baci…innalzandosi verso l’eternità. Quando si ascoltano musiche così beh, viene da pensare che forse non è poi così male che gli esseri umani stiano al mondo . In qualche modo forse era giusto così. ASCOLTO DI NUOVO CINEMA PARADISO Un successo meritatissimo due anni dopo per Gabriele Salvatores con Mediterraneo, una storia ironico/vacanziera su un gruppo di soldati italiani sperduti su un'isola della Grecia durante la seconda guerra mondiale. Nonostante la tiepida accoglienza della critica, si giudica positivamente la ritrovata visibilità internazionale del cinema italiano. La musica, che risente evidentemente di timbri tipici della Grecia, è molto connotata in senso geografico, ma non disdegna modalità leggere con tastiera basso e batteria; la musica è firmata da Giancarlo Bigazzi e Marco Falagiani ASCOLTO DI MEDITERRANEO Il trionfo internazionale prosegue con la vita è bella di Roberto Benigni (1997). Meritatissimo premio Oscar alla miglior colonna sonora per Nicola Piovani, compositore dei diciassette brani che accompagnano il film capolavoro "La vita è bella" ASCOLTO DI LA VITA E’ BELLA Bernardo Bertolucci si avvicina al cinema grazie a Pier Paolo Pasolini di cui sarà assistente sul set di Accattone. Si stacca presto dal mondo e dalla poetica pasoliniani per inseguire un'idea personale di cinema basata sostanzialmente sull'individualità di persone che si trovano di fronte a bruschi cambiamenti del loro mondo e di quello circostante, a livello esistenziale e politico, senza che essi possano o vogliano cercare una risposta concisa. Esordisce giovanissimo al lungometraggio con La commare secca (1962), e il film scandalo del decennio: Ultimo tango a Parigi (1972). Consolida la fama internazionale col kolossal Novecento (1976), accolto tuttavia con riserva dalla critica, io stessa che l’ho visto, l’ho trovato un film scioccante, aberrante, crudo e a volte davvero gratuitamente. Le musiche jazz del film furono composte da Gato Barbieri, arrangiate e condotte da Oliver Nelson. ASCOLTO DI ULTIMO TANGO A PARIGI Il breve ascolto che segue è tratto dal film Novecento, ho scelto il brano meno conosciuto, dove Morricone esalta una sonorità classica ma da musica colta per alcune scene di inaudita crudezza. Non dimentichiamo che Ennio Morricone aveva studiato composizione con Goffredo Petrassi, esponente della musica di culto post weberniano. ASCOLTO DI NOVECENTO Bertolucci ha poi finito per poi dedicarsi a progetti più personali e intimisti. Il 1987 segna un'ulteriore svolta nella sua carriera: dirige in Cina il colossale affresco L'ultimo imperatore, grande successo mondiale che si aggiudicherà ben 9 Premi Oscar, tra cui quelli per miglior film e regia. Negli anni successivi Bertolucci prosegue sulla strada del kolossal per il mercato internazionale con Il tè nel deserto (1990) e Il piccolo Buddha (1993), ambientato in Nepal e negli Stati Uniti. La seconda metà degli anni novanta e i primi anni del nuovo millennio vedono Bertolucci impegnato nuovamente in chiave più intimista con Io ballo da sola (1996) e The Dreamers (2003). La musica del film il tè nel deserto è di Ryuichi Sakamoto, E Richard Horowitz un grande affresco orchestrale che nulla invidia alle migliori produzioni di Morricone. Lo scrittore Paul Bowles dal cui romanzo è tratto il film, ha una piccola parte nel film nel ruolo di se stesso. ASCOLTO IL TE’ NEL DESERTO Sempre di Sakamoto le musiche di piccolo budda, eccone un estratto. ASCOLTO DI PICCOLO BUDDA Tra i grandi registi italiani annoveriamo anche Gianni Amelio e Nanni Moretti ma, non essendoci musica di particolare originalità – generalmente preferiscono rumori di scena, brevi sonorizzazioni e canzoni del momentonon mi dilungo in questa sede dedicata alla musica per film. Il cinema d'animazione Nonostante l'Italia non abbia grande tradizione commerciale nell'ambito del cinema d'animazione, nel corso del tempo si sono rivelati diversi autori degni d'attenzione. nel 1998, dopo soli due anni di lavoro, viene distribuito l'intenso e poetico La gabbianella e il gattotratto dal romanzo Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare di Luis Sepulveda, grande successo di pubblico che segnò un nuovo vertice del nostro cinema animato. La musica svolge un ruolo fondamentale, ma si tratta soprattutto di canzoni composte ad oc per il lavoro, e che, come succedeva per le arie d’opera, tendono a fermare l’azione per descrivere i sentimenti e porre l’accento sulla situazione del personaggio, quando non addirittura per presentarlo meglio. Nel film quindi ci sono canzoni per i gatti, canzoni per la gabbianella morente, per i topi e così via. ASCOLTO DI ESTRATTI DELLE CANZONI PRINCIPALI DE LA GABBIANELLA E IL GATTO Il regista Enzo d'Alò, separatosi dallo studio Lanterna Magica, produrrà negli anni seguenti Momo alla conquista del tempo (2001) e Opopomoz (2003). ASCOLTO DI BREVE ESTRATTO DI MOMO La colonna sonora comprende tra le migliori canzoni interpretate da Gianna Nannini tra cui !Aria” Nel 2010 esce il primo film d'animazione italiano in tecnologia 3D ovvero Winx Club 3D - Magica avventura tratto dall'omonima serie animata televisiva italiana di successo in tutto il mondo. Ascoltiamo un breve estratto dalle canzoni del cartone animato. Le conosco tutte, perché mia figlia è una fan sfegatata delle fatine create da Iginio Straffi. Credo che questa sia la sua puntata preferita , oggi mi ascolterà volentieri! Musica rock a misura bambino. ASCOLTO WINX CLUB Il nuovo millennio Nel 2001 Nanni Moretti si aggiudica la Palma d'oro al festival di Cannes con La stanza del figlio, mentre Ermanno Olmi filma una delle sue opere più potenti: Il mestiere delle armi, che colpisce sia per la visionarietà, realistica e poetica allo stesso tempo, che per l'accurata ricostruzione d'epoca. Un breve ascolto di musica assolutamente vocale e tipica dell’epoca, composta da un maestro che insegna composizione al Conservatorio di Milano e che quindi conosco: Fabio Vacchi. ASCOLTO DEL MESTIERE DELLE ARMI Gabriele Salvatores dopo alcuni lavori interlocutori torna alla ribalta internazionale con Io non ho paura (2003), tratta dal libro di Niccolò Ammaniti, intensa e visionaria favola gotica sull'infanzia, il rapporto tra il mondo dei fanciulli e degli adulti, la paura e il superamento di essa. Vi faccio ascoltare un estratto dalla musica per il film, un intenso lavoro per archi firmato da Che esaltano le qualità degli strumenti ad arco e diventano il sound dei campi e del mondo dell’infanzia spezzata. Firmano la colonna sonora Ezio Bosso, Ennio Morricone,e Pepo Scherman. ASCOLTO DI IO NON HO PAURA. Nell'ambito della commedia ottengono un grande successo popolare il trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo, autori di film come Tre uomini e una gamba, Così è la vita, Chiedimi se sono felice, La leggenda di Al, John e Jack, Tu la conosci Claudia?, Il cosmo sul comò, La banda dei Babbi Natale. Vi faccio ascoltare un breve estratto da quello che secondo me è un tema semplice ma riuscito tratto da tre uomini e una gamba. ASCOLTO DI TRE UOMINI E UNA GAMBA Si confermano campioni di incasso anche i cosiddetti cinepanettoni, così chiamati perché vengono distribuiti nelle sale cinematografiche durante il periodo natalizio, interpretati dalla coppia Massimo Boldi e Christian De Sica (poi separatisi) e diretti da registi specialisti come Neri Parenti e Carlo Vanzina; i cinepanettoni sono film comici popolari e leggeri che narrano per l'appunto di vacanze di Natale (spesso in luoghi esotici) caratterizzate da situazioni comiche grossolane e surreali; oltre a Boldi e De Sica e vari comici questi film vedono spesso nel cast anche i divi televisivi del momento ed hanno trame semplici, sempre molto simili tra loro; nonostante tali pellicole siano spesso accusate di banalità, ripetitività e volgarità dalla critica, sono amatissime dal pubblico. La musica in questi casi non è degna di essere menzionata: si tratta di canzoni ultime hit del momento, praticamente un’operazione commerciale che ci fa risentire le musiche in classifica al momento soprattutto canzoncine da discoteca. Molto successo continuano ad ottenere anche le commedie dirette ed interpretate da Leonardo Pieraccioni come Il ciclone , Fuochi d'artificio, Il pesce innamorato, e altri. La musica, di cui vi faccio ascoltare un breve estratto, è di chiaro impianto spagnoleggiante, sia nel timbro che nel ritmo. La musica è firmata da Claudio Guidetti ASCOLTO DI FUOCHI D’ARTIFICIO. A partire dal 2004 hanno poi trovato successo di pubblico anche vari film di carattere sentimentale rivolti agli adolescenti, molti dei quali tratti dai romanzi di Federico Moccia comeTre metri sopra il cielo del 2004, se questi film da un lato possono apparire mediocri se non di basso livello recitativo e soggettistico dall'altro hanno avuto senza dubbio il merito di aver riavvicinato un pubblico (quello degli adolescenti) ai film italiani e di aver lanciato anche nuovi e meritevoli attori come Riccardo Scamarcio, Nicolas Vaporidis, Cristiana Capotondi, Carolina Crescentini, Silvio Muccino. Maggior consenso critico riceve Gabriele Muccino, regista molto legato a tematiche sentimental-giovanilistiche e familiari: i suoi maggiori successi sono Come te nessuno mai(1999), L'ultimo bacio (2001) (di cui viene girato anche un remake americano nel 2006, The Last Kiss ed a cui seguirà un sequel sempre diretto da Muccino nel 2010 intitolatoBaciami ancora), Ricordati di me (2003). Tra le musiche, ho scelto di farvi ascoltare la prima parte della canzone di Carmen Consoli “L’ultimo bacio” Tratto dall’album della giovane cantautrice catanese “Stato di necessità”. ASCOLTO DI L’ULTIMO BACIO Lasciamo che sia il grande regista Tarantino a mettere la parola fine alla nostra ricerca. « Le pellicole italiane che ho visto negli ultimi tre anni sembrano tutte uguali, non fanno che parlare di: ragazzo che cresce, ragazza che cresce, coppia in crisi, genitori, vacanze per minorati mentali. Che cosa è successo? Ho amato così tanto il cinema italiano degli anni sessanta e settanta e alcuni film degli anni ottanta, e ora sento che è tutto finito. Una vera tragedia » (Quentin Tarantino, TV Sorrisi e Canzoni, 28 maggio 2007) Le dichiarazioni di Tarantino hanno avuto molta eco, sollevando reazioni contrastanti. Da ricordare anche il regista italo-turco Ferzan Ozpetek autore che ottiene successo con film imperniati soprattutto sulle difficoltà di coppia, l'elaborazione del lutto e la condizione omosessuale con lavori come Il bagno turco (1997), Le fate ignoranti (2000), La finestra di fronte (2003), Cuore sacro (2005), Saturno contro (2007), Mine vaganti (2010) e Magnifica presenza (2012). Il film italiano di qualità non riesce ad arrivare facilmente al grande pubblico, salvo alcune eccezioni. Vi lascio con la musica di Andrea Guerra, nuovo astro nascente della musica cinematografica italiana, con la musica della Finestra di fronte. ASCOLTO DI LA FINESTRA DI FRONTE.