IL CINEMA ITALIANO
II parte.
I movimenti studenteschi, operai ed extra-parlamentari della fine degli anni
sessanta e quelli del decennio successivo influenzano anche il cinema, che,
oltre al filone della commedia, si sviluppa anche in un genere più impegnato
socialmente e politicamente.
Tra i film più importanti si ricordano Indagine su un cittadino al di sopra di
ogni sospetto (1970) di Elio Petri, con la notevole interpretazione di Gian
Maria Volontè l'interprete-simbolo del cinema d'impegno civile, la
trasposizione cinematografica del romanzo di Leonardo Sciascia Il giorno
della civetta (1967) di Damiano Damiani.
La musica di Morricone per il film di Petri è davvero singolare: il tema si
compone di tre frasi musicali successive che sono sostanzialmente simili ma
su tre armonizzazioni diverse che normalmente non vengono accostate:
questo conferisce un’armonia strana, appunto..Il cittadino in questione è il
peggiore dei loschi, ma è al di sopra di ogni sospetto, come la sua musica: tre
frasi identiche, nulla di sospetto eppure su un’armonia strana e sospettosa..
ASCOLTO DI INDAGINE SU UN CITTADINO AL DI SOPRA DI OGNI
SOSPETTO
Ma forse il punto d'arrivo del filone di "denuncia" fu Il caso Mattei (1972),
un film inchiesta in cui il regista Francesco Rosi cerca di far luce sulla
misteriosa scomparsa di Enrico Mattei, manager del più importante gruppo
statale italiano, l'ENI. La pellicola di Rosi, sempre con Gian Maria Volontè
come protagonista, vinse la Palma d'oro al festival di Cannes e divenne un
modello per analoghi film d'inchiesta prodotti nei decenni successivi (a partire
dal celebre JFK - Un caso ancora aperto di Oliver Stone).
Accanto al cinema neorealista, degli autori, della commedia all'italiana,
politico e di denuncia sociale a partire dal secondo dopoguerra nacque anche
un cinema italiano più popolare e d'evasione che, se da una parte verrà
snobbato ed osteggiato dalla critica, da un altro sarà invece apprezzato dal
pubblico di tutto il mondo facendo rientrare di diritto anche questi film nella
storia della cinematografia italiana. I generi cinematografici proposti saranno
diversi a seconda dell'epoca e dei gusti e molte volte si mischieranno tra loro;
ecco una breve lista dei generi che ebbero maggior successo
Melodrammi "strappalacrime”
Tra la fine degli anni quaranta e l'inizio degli anni cinquanta, accanto
al neorealismo vero e proprio, fiorì anche un neorealismo d'appendice ovvero
dei film melodrammatici comunemente detti "strappalacrime", un genere più
popolare, già molto in voga in Italia ai tempi del cinema muto.
Tale tipologia di film narrava le vicissitudini di coppie unite dall'amore ma
divise dai ceti sociali di appartenenza, soffermandosi soprattutto sulle
sofferenze, le vessazioni e le rinunce che subivano le protagoniste femminili
ma arrivando (quasi sempre), anche se dopo molte tragiche vicende, ad un
lieto fine. (per alcuni aspetti questi film possono essere considerati
antesignani delle odierne telenovelas sudamericane).
I melodrammi strappalacrime saranno poco apprezzati dalla critica, che li
considererà alla stregua di fotoromanzi cinematografici, ma ebbero invece
una grande presa tra il pubblico italiano dell'epoca che ne decretò il successo
per tutto il decennio.
Il maestro di tale filone fu Raffaello Matarazzo, già regista delle commedie
dei telefoni bianchi negli anni trenta e nei primi anni quaranta, che fu l'autore
di una serie di film realizzati tra il 1949 ed il 1958, interpretati da Amedeo
Nazzari ed Yvonne Sanson, considerati la coppia-simbolo dei
melodrammi strappalacrime: tutti questi film tra cui Catene (film campione
d'incasso in Italia della stagione 1949-50),e L'angelo bianco, furono premiati
da un'enorme successo commerciale.
Essendo questi film più o meno tutti uguali, musicalmente parlando, vi faccio
ascoltare due brevi estratti da Catene: li ho scelti per dimostrare che la
musica è la classica orchestra romantica molto descrittiva, e che il
compositore non disdegna l’effetto mikeymousing, proprio per sottolineare
alla lettera azioni e personaggi che difficilmente starebbero così bene in piedi
da soli. Ascoltiamo la scena della bimba della coppia descritta da un flauto e
da una musica vezzosa come i fiocchetti della protagonista e un momento
drammatico descritto con musica accesa orchestrale.
ASCOLTO DI CATENE
Il successo di questi film durò per tutti gli anni cinquanta; in seguito nei
primi anni sessanta il favore del pubblico nei confronti del filone
strappalacrime iniziò ad affievolirsi in favore di nuovi generi cinematografici,
tant'è che lo stesso scomparve del tutto a metà dello stesso decennio.
Sergio Leone è il precursore di questo filone, con la cosiddetta trilogia del
dollaro: Per un pugno di dollari (1964), Per qualche dollaro in più (1965) e Il
buono, il brutto, il cattivo (1966). Lo stile di Leone, coadiuvato dalle
eccezionali colonne sonore di Ennio Morricone, è di programmatica rottura
con l'enfasi patriottarda e romantica dei classici statunitensi: crea un universo
iperbolico, dominato da violenza e sopraffazione e dipinto con un
incessante umorismo nero. La qualità filmica della trilogia raggiunge l'apice
con l'ultimo capitolo: una sorta di La grande guerra ambientato durante
il conflitto di secessione (1860-1865) e raccontato mescolando felicemente
toni picareschi a momenti di grande lirismo. Leggendario il finale: raro
capolavoro di montaggio e combinazione tra musica e immagine. A questo
trittico seguiranno lo straordinario kolossal epico C'era una volta il
West (1968), girato in parte nella Monument Valley americana, e Giù la
testa(1971). Sergio Leone, snobbato all'epoca da buona parte della critica,
viene oggi celebrato come uno dei registi italiani più noti e amati a livello
internazionale.
Il successo mondiale dei film di Leone aprì la strada a una moltitudine
d'imitazioni made in Italy (circa cinquecento pellicole in dieci anni).
Ci siamo già soffermati sulla musica degli spaghetti western, ma non posso
non farvi ascoltare Il Buono il brutto e il cattivo. Morricone dichiarò ad una
conferenza stampa alla quale ero presente che la cellula principale del tema
gli fu ispirata dal verso del cojote.
E’ davvero una musica cult.
ASCOLTO DI IL BUONO IL BRUTTO E IL CATTIVO
Dario Argento, ha decisamente fatto diventare l'horror italiano una forma di
cinema più popolare, oscillando dal thriller puro all'horror di natura
più fantastica, con pellicole che sono tuttora prese a modello sia dal punto di
vista formale ed estetico che da quello narrativo.
Argento nelle sue opere migliori ha saputo emanciparsi dal suo maestro –
Bava- grazie ad un uso incalzante del montaggio in combinazione a colonne
sonore rimaste negli annali (fondamentale, nel suo periodo d'oro, la
collaborazione con il gruppo musicale dei Goblin).
Nel film Profondo rosso non mancano meravigliose interpretazioni jazz di
Giorgio Gaslini.
ASCOLTO DI PROFONDO ROSSO
Desidero farvi ascoltare anche il motivo principale del film Suspiria che è
stato realizzato con un bouzouki, acquistato personalmente dal regista, un
particolare modello di mandolino di origine ellenica dal ritmo particolarmente
incalzante e dai suoni particolarmente profondi voluto da Argento che ne era
rimasto colpito durante un viaggio in Grecia compiuto poco prima dell'inizio
delle riprese. L'inquietante voce solista è dello stesso Claudio Simonetti:
quest'ultimo sussurra ansimante alternando la melodia con molte parole che
egli definisce "senza senso". Le percussioni che accompagnano i punti più
tesi del film sono invece strumenti africani. A causa di tali caratteristiche
contenutistiche (all'epoca vere e proprie innovazioni nel modo di comporre
per immagini soprattutto in Italia), oltre a essere la colonna sonora più
"paurosa" della band, è anche quella più sperimentale, per questo fra le tante
realizzate risulta quella a cui sono più legati affettivamente sia Pignatelli
quanto Morante.
ASCOLTO DI SUSPIRIA
Negli anni settanta l'allentarsi dei confini della censura, la degenerazione del
gusto, e soprattutto la ricerca del successo commerciale mediante
investimenti di modesta entità, permisero lo sviluppo, accanto alla commedia
all'italiana, della commedia erotica all'italiana. Trame, sceneggiature e
dialoghi, generalmente risibili, fecero da pretesto per sviluppare pellicole (più
o meno) erotiche: a questo genere di film legarono la propria popolarità
(almeno inizialmente) attori come Lino Banfi, Massimo Boldi, Diego
Abatantuono, Gloria Guida,Barbara Bouchet, Edwige Fenech e Serena
Grandi.
Un altro genere di successo sviluppatosi sul finire degli anni sessanta è il
genere del Lacrima-movie (rilancio del genere melodrammatico
strappalacrime in voga negli anni cinquanta, ma a differenza di quest'ultimo in
cui vi era sempre un lieto fine, questi film puntavano invece su finali
altamente tragici): queste pellicole in genere mostravano storie drammatiche
soprattutto su figli (interpretati da attori bambini come Renato Cestiè,
interprete simbolo di questo filone cinematografico) con genitori troppo
distaccati o severi oppure in procinto di separarsi, destinati a morire alla fine
della storia per una disgrazia od una malattia oppure narrava di coppie in crisi
che riescono a ritrovare l'amore per poi essere separate inesorabilmente da
un destino avverso (anche qui sotto forma di malattia).
Il capostipite di questo genere è Incompreso di Luigi Comencini:
Ascoltiamo insieme alcune scene del film mixate in successione.
La musica vede protagonista il pianoforte che descrive soprattutto il
protagonista, Andrea un bambino a cui muore la madre e cerca
disperatamente l’affetto del padre, e l’orchestra nei momenti di più
drammaticità e scene corali.
Nelle scene che vedono protagonisti i due bambini, Andrea e il suo fratellino
pestifero Milo, sentiamo il clavicembalo, strumento che connoterà spesso i
bambini soprattutto nei film di Trouffaut o del contemporaneo italiano Mirko
Locatelli (regista di Arimo, 2010)
ASCOLTO DI INCOMPRESO
Un caso a parte è quello del regista Tinto Brass, che durante gli anni
settanta diresse alcune eccentriche grandi produzioni e ottenne un buon
successo nel 1983 con La chiave, dramma erotico con Stefania Sandrelli in
veste inedita, continuando negli anni successivi la produzione di film di vario
genere (comici, drammatici e storici) sempre però con uno sfondo
altamente erotico ed alcuni prettamente erotici
Ascoltiamo un branetto da COSI’ FAN TUTTE, non mi dilungo, è musica
leggera con voce femminile. Non mancano punte di classicità, che però sono
solo la parodia di stesse.
ASCOLTO DI COSI’ FAN TUTTE
Altro genere di successo negli anni settanta fu il cosiddetto "poliziesco
all'italiana" ribattezzato "poliziottesco", in cui vengono trattate storie di
poliziotti duri dai metodi spicci, talvolta non tanto differenti da quelli dei loro
antagonisti, alle prese con delinquenti, terroristi ed organizzazioni criminali
spietate sullo sfondo delle principali metropoli italiane
(Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo e Genova). Protagonisti potevano
essere anche normali cittadini vittime di episodi criminosi che, di fronte
all'inefficienza ed alla lentezza della legge, decidono di farsi giustizia da soli,
divenendo una specie di giustizieri in lotta contro il crimine.
Tali film, carichi di azione, inseguimenti e scene molto violente, avevano
anche dei richiami sia a fatti di cronaca nera realmente accaduti nell'Italia di
quell'epoca sia alla realtà sociale delle città italiane negli anni settanta (si era
nel pieno dei cosiddetti "anni di piombo" e del boom della criminalità
organizzata e non e del traffico e consumo di droga) e contenevano anche
degli attacchi più o meno espliciti al sistema giudiziario italiano di allora,
considerato troppo arrendevole ed inefficiente. Tali film furono poco amati
dalla critica dell'epoca, che li definì molto negativamente etichettandoli
come fascisti, qualunquisti e giustizialisti e accusandoli di essere tutti uguali
nelle trame così come nei personaggi, ma furono molto apprezzati dal
pubblico italiano ed internazionale.
Anche in questo genere si trovano registi ed attori "tipici", molti dei quali
provenienti dallo spaghetti-western, di cui il poliziottesco si proponeva come
genere "erede" perché le atmosfere, le situazioni e le figure dei fuorilegge e
degli sceriffi del genere western venivano trasferiti nei contesti metropolitani
dell'Italia di allora. I capolavori del poliziottesco come Milano calibro 9, sono
stati di recente oggetto di rivalutazione da parte della stessa critica che tanto
li aveva bistrattati, anche grazie al regista Quentin Tarantino, che si è detto
grande appassionato di questi film.
Vi faccio ascoltare la musica all’inizio del film: esordisce il flauto, poi due
flauti, arriva il pianoforte con accordi percussivi staccati; si uniscono gli archi
prima in tremolo a pedale, poi si crea il tema drammatico con gli archi mentre
il pianoforte continua il suo ostinato con accordi percussivi. L’orchestrazione
si apre sulle immagini an plen air del duomo di Milano per ritrovarsi a
diventare un pezzo di musica rock con chitarra elettrica.
ASCOLTO MILANO CALIBRO 9
Così come nello spaghetti-western anche il poliziottesco vedrà sviluppare
successivamente un filone comico, le cui pellicole fungeranno da autoparodia
degli stessi poliziotteschi .
In questo filone comico rientra anche la saga del poliziotto
napoletano Piedone, interpretato da Bud Spencer.
L’inizio sembrerebbe quello di Jingle bell rock..
Il pezzo fil rouge del film si intitola “Flaat feet” ed è firmato da Santo &
Johnny.
Santo & Johnny era il nome di un duo di chitarristi formato dai
fratelli newyorkesi Santo (e Johnny Farina ; il loro sound caratteristico era
dovuto all'uso della steel guitar (o chitarra hawaiiana), usata da Santo.
ASCOLTO DI PIEDONE LO SBIRRO
La cinematografia italiana non ha (quasi) mai investito nel genere
del musical (l'unico film italiano ascrivibile al genere è Carosello
napoletano del 1953 interpretato tra gli altri daSophia Loren). A partire dalla
fine degli anni cinquanta e fino a tutti gli anni settanta tuttavia riscossero
notevole successo i cosiddetti musicarelli, ovvero quei film - quasi sempre
commedie a carattere sentimentale - che avevano come protagonisti i
cantanti italiani più in voga di quegli anni (Little Tony, Rita Pavone, Gianni
Morandi, Caterina Caselli,Domenico Modugno, Claudio Villa, Bobby Solo, Iva
Zanicchi, Al Bano, Adriano Celentano, Mina e molti altri) i quali, tra una scena
e l'altra, cantavano i loro successi del momento (spesso questi film erano le
trasposizioni cinematografiche delle loro canzoni). Tra i titoli più famosi si
ricordano In ginocchio da te con Gianni Morandi e Rita la zanzara con Rita
Pavone.
Ascoltiamo per metterli a confronto un brano tratto da carosello napoletano,
orchestra classica e voce da melodramma verdiano, e In ginocchio da te di
Morandi, dove l’orchestra d’archi c’è lo stesso ma con basso, chitarra e
batteria..Il canto dispiegato all’italiana però non cambia!
ASCOLTO DI CAROSELLO NAPOLETANO E
IN GINOCCHIO DA TE
Sul finire degli anni settanta si iniziano a percepire, per il cinema italiano, i
primi sintomi di una crisi che esploderà nella seconda metà degli anni
ottanta e che si protrarrà, con alti e bassi, per oltre un decennio. Si tratta di
un processo fisiologico, legato per lo più all'avanzare della televisione
commerciale
In questi anni la commedia all'italiana scompare come genere, anche in
seguito al progressivo esaurirsi della vena creativa dei maestri dei decenni
precedenti, e il cinema d'autore e quello d'impegno civile tendono ad isolarsi,
con una serie di film che difficilmente si inseriscono in uno sviluppo comune.
Gli attori di punta della cinematografia italiana invecchiano e si vive in un
periodo di transizione verso una nuova generazione di interpreti.
La crisi colpisce anche e soprattutto il cinema italiano di genere, in quanto,
una volta esauritisi i vari filoni di successo, non riesce a crearne di nuovi e
dunque, a partire dalla fine del decennio, si limiterà solamente a copiare i
maggiori film d'oltreoceano con produzioni infime e di basso livello qualitativo
ed artistico, che non vanno oltre il B-movie e che dunque non riescono più a
trovare facilmente una distribuzione nelle sale cinematografiche, che
vengono così monopolizzate dalle più abbienti, costose e spettacolari
pellicole hollywoodiane, che da qui in poi prenderanno il sopravvento.
Non mancano comunque film d'autore memorabili, quantomeno nella prima
metà del decennio.
L'albero degli zoccoli (1978), di Ermanno Olmi
La notte di San Lorenzo (1982) dei fratelli Taviani CON INNUMEREVOLI
CITAZIONI DELL’OPERA VERDIANA che vedremo successivamente nel
dettaglio.
Ascoltiamo alcuni brani del film L’albero degli zoccoli.
In questo film il regista predilige i rumori di scena, il contesto rurale e il suo
sound.
Non mancano le canzoni popolari.
ASCOLTO L’ALBERO DEGLI ZOCCOLI
Anche se non sono film completamente italiani, non si possono
dimenticare C'era una volta in America di Leone (1984) e L'ultimo
imperatore (1987), la pellicola di Bernardo Bertolucci vincitrice di
nove Oscar e nove David di Donatello.
La colonna sonora di C’era una volta in America è di Ennio Morricone, e lo si
capisce subito.
L’esordio del tema principale è per strumento concertante, poi risentiamo
l’apertura orchestrale completa con voce femminile che già aveva
caratterizzato il tema di Jill in “C’era una volta il west”.
Il carattere del pezzo è di ampio respiro, con inflessioni drammatiche ma
anche positive, piene di speranza e forse anche tanta nostalgia.
ASCOLTO DI C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA
Il film di Bertolucci, l’ultimo imperatore invece ha la colonna sonora di
R.Sakamoto & D.Byrne.
Si tratta di una produzione musicale di chiaro impianto timbrico e ritmico
della tradizione cinese.
ASCOLTO DELL’ULTIMO IMPERATORE
Sul fronte della commedia si ricordano alcuni lavori del giovane Massimo
Troisi che ottiene consensi con Ricomincio da tre (1981),Scusate il
ritardo (1983) e soprattutto Non ci resta che piangere (1984),
Ascoltiamo l’esilarante scena in cui Troisi canta una versione improbabile di
Yesterday dei Beatles per fare colpo ..
ASCOLTO DI NON CI RESTA CHE PIANGERE
Carlo Verdone dà il meglio di sé in film come Un sacco bello(1980), Bianco,
rosso e Verdone (1981), Acqua e sapone (1983), Borotalco (1984)
e Compagni di scuola (1988),
ascoltiamo la marcetta di bianco rosso e verdone che reca la firma di
Morricone, sembra inizialmente la parodia del flauto di c’era una volta in
america ma il genio morriconiano non manca di fare citazioni ironiche
dell’inno di Mameli con una improbabile trombetta che ne accentua la
comicità.
ASCOLTO DI BIANCO ROSSO E VERDONE
Mario Monicelli torna al successo con Speriamo che sia femmina (1988),
La colonna sonora è firmata da un altro grande compositore di musica per
film italiano, Nicola Piovani.
La chitarra è lo strumento portante di questa musica semplice, delicata,
composta musica.
ASCOLTO DI SPERIAMO CHE SIA FEMMINA
Roberto Benigni che raggiunge notorietà internazionale con Il piccolo
diavolo(1988), interpretato da Walter Matthau.
La colonna sonora è di Evan Lurie.
ASCOLTIAMO IL TEMA DI GLORIA una musica assolutamente spassosa
come il nostro Benigni, un tema semplice connotato da Brass comici e
fisarmonica.
ASCOLTIAMO ANCHE IL TANGO; probabilmente il compositore desidera
caratterizzare la sua idea di peccato e seduzione con la danza per
eccellenza, il tango.
Riguardo, invece, alla commedia sullo sfondo storico, va citato il grande State
buoni se potete di Luigi Magni
Ascoltiamo il tema di leonetta, pieno di poesia e la canzone Vanità di Vanità.
La colonna sonora è firmata da Angelo Branduardi.
ASCOLTO TEMA DI LEONETTA
ASCOLTO VANITA’
La crisi creativa ed economica emersa in tutta la sua gravità nella metà
degli anni ottanta, comincerà ad attenuarsi, per il cinema italiano, nel
decennio successivo anche se il cinema di genere scompare totalmente,
ormai ridotto economicamente all'osso e non più in grado di competere con i
grandi blockbuster hollywoodiani.
Il prestigio e il successo internazionale di alcuni registi (fra cui Giuseppe
Tornatore e Roberto Benigni) favoriscono comunque una piccola ripresa del
cinema italiano. Segnali di rinascita, perlomeno a livello popolare, si colgono
infatti fin dagli inizi degli anni novanta con Nuovo cinema Paradiso, il film con
cui il già citato Tornatore vince il premio Oscar per la miglior pellicola
straniera (1990),
Ascoltiamo il tema principale di nuovo cinema paradiso, una musica
orchestrale indimenticabile come solo Ennio Morricone poteva comporre,
dove si fondono gioia e dolore, nostalgia e ricordo ..e baci…innalzandosi
verso l’eternità. Quando si ascoltano musiche così beh, viene da pensare che
forse non è poi così male che gli esseri umani stiano al mondo . In qualche
modo forse era giusto così.
ASCOLTO DI NUOVO CINEMA PARADISO
Un successo meritatissimo due anni dopo per Gabriele
Salvatores con Mediterraneo, una storia ironico/vacanziera su un gruppo di
soldati italiani sperduti su un'isola della Grecia durante la seconda guerra
mondiale. Nonostante la tiepida accoglienza della critica, si giudica
positivamente la ritrovata visibilità internazionale del cinema italiano.
La musica, che risente evidentemente di timbri tipici della Grecia, è molto
connotata in senso geografico, ma non disdegna modalità leggere con
tastiera basso e batteria; la musica è firmata da Giancarlo Bigazzi e Marco
Falagiani
ASCOLTO DI MEDITERRANEO
Il trionfo internazionale prosegue con la vita è bella di Roberto Benigni
(1997).
Meritatissimo premio Oscar alla miglior colonna sonora per Nicola Piovani,
compositore dei diciassette brani che accompagnano il film capolavoro "La
vita è bella"
ASCOLTO DI LA VITA E’ BELLA
Bernardo Bertolucci si avvicina al cinema grazie a Pier Paolo Pasolini di cui
sarà assistente sul set di Accattone. Si stacca presto dal mondo e dalla
poetica pasoliniani per inseguire un'idea personale di cinema basata
sostanzialmente sull'individualità di persone che si trovano di fronte a bruschi
cambiamenti del loro mondo e di quello circostante, a livello esistenziale e
politico, senza che essi possano o vogliano cercare una risposta concisa.
Esordisce giovanissimo al lungometraggio con La commare secca (1962), e il
film scandalo del decennio: Ultimo tango a Parigi (1972). Consolida la fama
internazionale col kolossal Novecento (1976), accolto tuttavia con riserva
dalla critica, io stessa che l’ho visto, l’ho trovato un film scioccante, aberrante,
crudo e a volte davvero gratuitamente.
Le musiche jazz del film furono composte da Gato Barbieri, arrangiate e
condotte da Oliver Nelson.
ASCOLTO DI ULTIMO TANGO A PARIGI
Il breve ascolto che segue è tratto dal film Novecento, ho scelto il brano meno
conosciuto, dove Morricone esalta una sonorità classica ma da musica colta
per alcune scene di inaudita crudezza.
Non dimentichiamo che Ennio Morricone aveva studiato composizione con
Goffredo Petrassi, esponente della musica di culto post weberniano.
ASCOLTO DI NOVECENTO
Bertolucci ha poi finito per poi dedicarsi a progetti più personali e intimisti. Il
1987 segna un'ulteriore svolta nella sua carriera: dirige in Cina il colossale
affresco L'ultimo imperatore, grande successo mondiale che si aggiudicherà
ben 9 Premi Oscar, tra cui quelli per miglior film e regia. Negli anni successivi
Bertolucci prosegue sulla strada del kolossal per il mercato internazionale
con Il tè nel deserto (1990) e Il piccolo Buddha (1993), ambientato in Nepal e
negli Stati Uniti. La seconda metà degli anni novanta e i primi anni del nuovo
millennio vedono Bertolucci impegnato nuovamente in chiave più intimista
con Io ballo da sola (1996) e The Dreamers (2003).
La musica del film il tè nel deserto è di Ryuichi Sakamoto, E Richard
Horowitz un grande affresco orchestrale che nulla invidia alle migliori
produzioni di Morricone.
Lo scrittore Paul Bowles dal cui romanzo è tratto il film, ha una piccola parte
nel film nel ruolo di se stesso.
ASCOLTO IL TE’ NEL DESERTO
Sempre di Sakamoto le musiche di piccolo budda,
eccone un estratto.
ASCOLTO DI PICCOLO BUDDA
Tra i grandi registi italiani annoveriamo anche Gianni Amelio e Nanni Moretti
ma, non essendoci musica di particolare originalità – generalmente
preferiscono rumori di scena, brevi sonorizzazioni e canzoni del momentonon mi dilungo in questa sede dedicata alla musica per film.
Il cinema d'animazione
Nonostante l'Italia non abbia grande tradizione commerciale nell'ambito del
cinema d'animazione, nel corso del tempo si sono rivelati diversi autori degni
d'attenzione.
nel 1998, dopo soli due anni di lavoro, viene distribuito l'intenso e poetico La
gabbianella e il gattotratto dal romanzo Storia di una gabbianella e del gatto
che le insegnò a volare di Luis Sepulveda, grande successo di pubblico che
segnò un nuovo vertice del nostro cinema animato.
La musica svolge un ruolo fondamentale, ma si tratta soprattutto di canzoni
composte ad oc per il lavoro, e che, come succedeva per le arie d’opera,
tendono a fermare l’azione per descrivere i sentimenti e porre l’accento sulla
situazione del personaggio, quando non addirittura per presentarlo meglio.
Nel film quindi ci sono canzoni per i gatti, canzoni per la gabbianella morente,
per i topi e così via.
ASCOLTO DI ESTRATTI DELLE CANZONI PRINCIPALI DE LA
GABBIANELLA E IL GATTO
Il regista Enzo d'Alò, separatosi dallo studio Lanterna Magica, produrrà negli
anni seguenti Momo alla conquista del tempo (2001) e Opopomoz (2003).
ASCOLTO DI BREVE ESTRATTO DI MOMO
La colonna sonora comprende tra le migliori canzoni interpretate da Gianna
Nannini tra cui !Aria”
Nel 2010 esce il primo film d'animazione italiano in
tecnologia 3D ovvero Winx Club 3D - Magica avventura tratto dall'omonima
serie animata televisiva italiana di successo in tutto il mondo.
Ascoltiamo un breve estratto dalle canzoni del cartone animato.
Le conosco tutte, perché mia figlia è una fan sfegatata delle fatine create da
Iginio Straffi.
Credo che questa sia la sua puntata preferita , oggi mi ascolterà volentieri!
Musica rock a misura bambino.
ASCOLTO WINX CLUB
Il nuovo millennio
Nel 2001 Nanni Moretti si aggiudica la Palma d'oro al festival di
Cannes con La stanza del figlio, mentre Ermanno Olmi filma una delle sue
opere più potenti: Il mestiere delle armi, che colpisce sia per la visionarietà,
realistica e poetica allo stesso tempo, che per l'accurata ricostruzione
d'epoca.
Un breve ascolto di musica assolutamente vocale e tipica dell’epoca,
composta da un maestro che insegna composizione al Conservatorio di
Milano e che quindi conosco: Fabio Vacchi.
ASCOLTO DEL MESTIERE DELLE ARMI
Gabriele Salvatores dopo alcuni lavori interlocutori torna alla ribalta
internazionale con Io non ho paura (2003), tratta dal libro di Niccolò
Ammaniti, intensa e visionaria favola gotica sull'infanzia, il rapporto tra il
mondo dei fanciulli e degli adulti, la paura e il superamento di essa.
Vi faccio ascoltare un estratto dalla musica per il film, un intenso lavoro per
archi firmato da
Che esaltano le qualità degli strumenti ad arco e diventano il sound dei campi
e del mondo dell’infanzia spezzata.
Firmano la colonna sonora Ezio Bosso, Ennio Morricone,e Pepo Scherman.
ASCOLTO DI IO NON HO PAURA.
Nell'ambito della commedia ottengono un grande successo popolare il trio
comico Aldo, Giovanni e Giacomo, autori di film come Tre uomini e una
gamba, Così è la vita, Chiedimi se sono felice, La leggenda di Al, John e
Jack, Tu la conosci Claudia?, Il cosmo sul comò, La banda dei Babbi Natale.
Vi faccio ascoltare un breve estratto da quello che secondo me è un tema
semplice ma riuscito tratto da tre uomini e una gamba.
ASCOLTO DI TRE UOMINI E UNA GAMBA
Si confermano campioni di incasso anche i cosiddetti cinepanettoni, così
chiamati perché vengono distribuiti nelle sale cinematografiche durante il
periodo natalizio, interpretati dalla coppia Massimo Boldi e Christian De
Sica (poi separatisi) e diretti da registi specialisti come Neri Parenti e Carlo
Vanzina; i cinepanettoni sono film comici popolari e leggeri che narrano per
l'appunto di vacanze di Natale (spesso in luoghi esotici) caratterizzate da
situazioni comiche grossolane e surreali; oltre a Boldi e De Sica e vari comici
questi film vedono spesso nel cast anche i divi televisivi del momento ed
hanno trame semplici, sempre molto simili tra loro; nonostante tali pellicole
siano spesso accusate di banalità, ripetitività e volgarità dalla critica, sono
amatissime dal pubblico.
La musica in questi casi non è degna di essere menzionata: si tratta di
canzoni ultime hit del momento, praticamente un’operazione commerciale
che ci fa risentire le musiche in classifica al momento soprattutto canzoncine
da discoteca.
Molto successo continuano ad ottenere anche le commedie dirette ed
interpretate da Leonardo Pieraccioni come Il ciclone , Fuochi d'artificio, Il
pesce innamorato, e altri.
La musica, di cui vi faccio ascoltare un breve estratto, è di chiaro impianto
spagnoleggiante, sia nel timbro che nel ritmo. La musica è firmata da
Claudio Guidetti
ASCOLTO DI FUOCHI D’ARTIFICIO.
A partire dal 2004 hanno poi trovato successo di pubblico anche vari film di
carattere sentimentale rivolti agli adolescenti, molti dei quali tratti dai romanzi
di Federico Moccia comeTre metri sopra il cielo del 2004, se questi film da
un lato possono apparire mediocri se non di basso livello recitativo e
soggettistico dall'altro hanno avuto senza dubbio il merito di aver riavvicinato
un pubblico (quello degli adolescenti) ai film italiani e di aver lanciato anche
nuovi e meritevoli attori come Riccardo Scamarcio, Nicolas
Vaporidis, Cristiana Capotondi, Carolina Crescentini, Silvio Muccino.
Maggior consenso critico riceve Gabriele Muccino, regista molto legato a
tematiche sentimental-giovanilistiche e familiari: i suoi maggiori successi
sono Come te nessuno mai(1999), L'ultimo bacio (2001) (di cui viene girato
anche un remake americano nel 2006, The Last Kiss ed a cui seguirà
un sequel sempre diretto da Muccino nel 2010 intitolatoBaciami
ancora), Ricordati di me (2003).
Tra le musiche, ho scelto di farvi ascoltare la prima parte della canzone di
Carmen Consoli “L’ultimo bacio”
Tratto dall’album della giovane cantautrice catanese “Stato di necessità”.
ASCOLTO DI L’ULTIMO BACIO
Lasciamo che sia il grande regista Tarantino a mettere la parola fine alla
nostra ricerca.
« Le pellicole italiane che ho visto negli ultimi tre anni sembrano tutte uguali,
non fanno che parlare di: ragazzo che cresce, ragazza che cresce, coppia in
crisi, genitori, vacanze per minorati mentali. Che cosa è successo? Ho amato
così tanto il cinema italiano degli anni sessanta e settanta e alcuni film degli
anni ottanta, e ora sento che è tutto finito. Una vera tragedia »
(Quentin Tarantino, TV Sorrisi e Canzoni, 28 maggio 2007)
Le dichiarazioni di Tarantino hanno avuto molta eco, sollevando reazioni
contrastanti. Da ricordare anche il regista italo-turco Ferzan Ozpetek autore
che ottiene successo con film imperniati soprattutto sulle difficoltà di coppia,
l'elaborazione del lutto e la condizione omosessuale con lavori come Il bagno
turco (1997), Le fate ignoranti (2000), La finestra di fronte (2003), Cuore
sacro (2005), Saturno contro (2007), Mine vaganti (2010) e Magnifica
presenza (2012).
Il film italiano di qualità non riesce ad arrivare facilmente al grande pubblico,
salvo alcune eccezioni.
Vi lascio con la musica di Andrea Guerra, nuovo astro nascente della musica
cinematografica italiana, con la musica della Finestra di fronte.
ASCOLTO DI LA FINESTRA DI FRONTE.