Tacere davanti a te, offrirti il mio silenzio in omaggio d`amore

Tacere davanti a te, offrirti il mio silenzio
in omaggio d'amore.
Tacere davanti a te per poter dire l'inesprimibile
al di là delle parole.
Tacere per liberare il fondo del mio spirito,
l'essenza della mia anima
Tacere per lasciar battere il cuore più forte
nella tua intimità,
e per prendere il tempo di guardarti meglio,
più libero e più sereno.
Tacere per sognare di te, della tua presenza,
della tua grande bontà,
e per scoprirti nella tua realtà
più bello del mio sogno.
Tacere per lasciare che lo Spirito d'amore gridi in me
"Abbà" al Padre,
e dirti "Signore" con la sua voce divina
dagli accenti ineffabili.
Tacere, lasciarti rivolgermi la tua parola
in tutta libertà,
sforzarmi di ascoltare il tuo linguaggio segreto
e di meditarlo.
Tacere e cercarti non più con le parole
ma con tutto il mio essere,
e trovarti veramente quale tu sei, Gesù,
nella tua divinità.
Jean Galot
LUNEDI’
Dal Vangelo secondo Matteo
(Mt 25, 31-46)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria.
Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore
dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno
preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto
sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato,
ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o
assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti
abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà
loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a
me”.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il
diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete
dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi
avete visitato”.
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o
malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che
non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
MEDITIAMO
Il lungo vangelo del giudizio finale in Matteo, al capitolo 25, pagina che faremmo tutti volentieri a meno di
leggere e - soprattutto - di vivere, ci richiama ad una realtà essenziale della vita cristiana: la concretezza. È nel
fratello che siamo chiamati a riconoscere il volto del Signore anche quando, e accade spesso!, il volto del
Signore è difficilmente riconoscibile nel volto sfigurato dalla rabbia e dalla superficialità di chi mi sta accanto e,
magari, mi usa violenza. Siamo disposti, certo, a riconoscere il volto di Gesù nel povero che ci chiede
garbatamente aiuto o nell'ammalato che vive eroicamente il proprio dolore. Ma quant'è difficile riconoscere il
volto del Signore nel violento arrogante che resta tale, nell'ammalato rabbioso ed esigente, nel mendicante falso
e mendace! Proprio per questa ragione abbiamo bisogno di quaresima, di essenzialità, per riconoscere in noi i
pilastri del discorso cristiano, le profondità del Vangelo, l'autenticità della nostra carità. Siamo chiamati oggi, in
questa prima settimana di essenzialità, a riconoscere il volto del Signore proprio nei piccoli e negli ultimi.
Cerchiamo di vivere consapevolmente ogni nostra scelta, ogni nostro incontro, ogni nostra parola sapendo che chissà, magari dietro lo sguardo corrucciato del mio vicino di metro si nasconde proprio il volto di quel Dio che
cerco da una vita, dietro lo sguardo di sfida del mio collega d'ufficio, si cela un mare infinito di tenerezza, la
tenerezza di Cristo...
(P. Curtaz)
PREGHIAMO INSIEME
Tante volte ti ho chiesto Signore:
Perché non fai niente per quelli che sono nel dolore?
Allora tu mi hai risposto: Io ho fatto tanto; Io ho creato te!
Ora capisco, Signore.
Io posso sfamare chi ha fame. Io posso visitare i malati.
Io posso amare chi non è amato. Io posso combattere le ingiustizie.
Io posso creare la pace. Io posso far conoscere te. Ora ti ascolto, Signore.
Ogni volta che incontro il dolore tu mi chiedi:
Perché non fai niente?
Aiutami, Signore, ad essere le tue mani.
Padre nostro
MARTEDI’
Dal Vangelo secondo Matteo
(Mt 6, 7-15)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate
dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi
non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
MEDITIAMO
La quaresima è un tempo in cui seguire Gesù nel deserto interiore e lasciare che la nostra anima, infine, ci
raggiunga. Ma, per farlo, abbiamo bisogno di recuperare lo spazio dell'interiorità, del silenzio, della preghiera.
Gesù stesso, oggi, ci insegna a pregare senza sprecare parole, senza contrattare con un Dio sordo e insensibile,
ma rivolgendoci ad un Padre che sa di cosa abbiamo bisogno. Forse è questa la ragione per cui la nostra
preghiera, troppo spesso, non viene ascoltata: non è ad un Padre che ci rivolgiamo, ma a un despota, a un politico
potente da convincere, a qualcuno da corrompere. Gesù, nella straordinaria preghiera del Padre nostro, ci insegna
chi è Dio, un Padre che vuole il bene dei suoi figli, e chi siamo noi, dei fratelli a cui è affidato il mondo. Ci
insegna cosa è necessario alla nostra vita (il pane senza accumulo), cosa ci rende liberi (il perdono), cosa
dobbiamo temere (la parte oscura, il demonio). In questo tempo di desertificazione riprendiamo in mano la
preghiera del Maestro, la più preziosa, riscopriamone il sapore, la forza devastante, l'audacia, la tenerezza. (P.
Curtaz)
PREGHIAMO INSIEME con le parole di Don Tonino Bello
Padre, tu non sei un Dio frenetico:
non ti lasci prendere dall'agitazione
di chi è in perenne lotta con il tempo.
Regala qualche sosta al tuo popolo
perché si fermi sotto la tua «nube»
per riassaporare, nella gratitudine,
la freschezza della tua ombra
e ritrovare l'agilità di un buon passo
sulla strada che ancora ci resta da fare.
Padre nostro
MERCOLEDI’
Dal Vangelo secondo Marco
(Mc 1, 12-15)
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava
con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è
compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
MEDITIAMO
L’evangelista Marco, con il suo stile sobrio e pungente, ci riporta le prime parole di Gesù. Egli non viene come
un riformatore religioso, o come un contestatore moralistico, ma prima di tutto come un messaggero di una
novità straordinariamente promettente: Il Regno di Dio.
Vuoi vincere il male? Non basta il tuo sforzo, devi prima conoscere la bellezza di ciò che sta succedendo, la
grandezza di un dono che viene da altrove. E questo dono è il Regno di Dio: che è vicino, che è qui, che è dentro
di te, mite e possente energia, come seme in grembo di donna.
Il Regno di Dio è vicino: Dio ha guardato, ha visto la sofferenza, ha detto «basta», viene, è qui, e lotta con te e il
cuore e il mondo cambiano. Dio viene e guarisce la vita. Ti dà il suo respiro, il suo sorriso, la sua vita. A tutti e
senza misura. E non ti lascia più se tu non lo lasci. Viene perché il mondo sia totalmente diverso, un mondo altro
dove si può vivere bene, dove si può trovare la pienezza della vita, la felicità.
Non possiamo iniziare la Quaresima con il volto accigliato, ma con un sorriso, quel sorriso che intuisco in Gesù
mentre dà avvio alla sua missione con un gioioso annuncio: il regno di Dio è vicino, credeteci, fidatevi di questa
cosa buona che è nata. La buona notizia che Gesù annuncia è l'amore.
Credi nel Vangelo equivale a dire: fidati dell'amore, dai fiducia all'amore in tutte le sue forme, come forma della
terra, come forma del vivere, come forma di Dio. Ricomincia da qui. E sarà il Regno.
(E. Ronchi)
PREGHIAMO INSIEME
Digiuna dal giudicare gli altri: scopri Cristo che vive in loro.
Digiuna dal dire parole che feriscono: riempiti di frasi che risanano.
Digiuna dall'essere scontento: riempiti di gratitudine.
Digiuna dalle arrabbiature: riempiti di pazienza.
Digiuna dal pessimismo: riempiti di speranza cristiana.
Digiuna dalle preoccupazioni inutili: riempiti di fiducia in Dio.
Padre nostro
GIOVEDI’
Dal vangelo secondo Matteo
(Mt 7, 7-12)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca
trova, e a chi bussa sarà aperto.
Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi,
dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà
cose buone a quelli che gliele chiedono!
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti».
MEDITIAMO
Il Vangelo di questo giorno va letto, interpretato, compreso, prendendo come principio ermeneutico quanto
scrive Luca nel brano corrispondente (o sinottico) a questo di Matteo. Sappiamo che per Gesù la preghiera è la
sorgente di ogni bene che da Dio discende nel cuore dell'uomo, fonte di ogni grazia, verità, misericordia,
compassione, pietà. Ogni bene per l'anima e per il corpo discendono dalla preghiera.
Il Vangelo secondo Luca apporta però un cambiamento che deve essere ritenuto essenziale, sostanziale, che da
solo basta a dare luce a tutto il mistero della preghiera. Gesù in questo Vangelo ci dice che di una cosa sola
l'uomo ha bisogno: dello Spirito Santo: “Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli,
quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!” (Lc 11,13).
Chiesto e ottenuto lo Spirito Santo, l'uomo è nella pace perfetta, in ogni momento, condizione, situazione, evento
della sua vita. Quando è lo Spirito Santo che muove cuore, mente, anima, corpo dell'uomo, tutto l'uomo è nella
verità e nella grazia. Non manca più di nulla. Ha lo Spirito Santo che è il Bene sorgente di ogni altro bene.
(Mov. Apost.)
PREGHIAMO INSIEME con le parole del Cardinale Martini
“Affidarsi allo Spirito significa riconoscere che in tutti i settori arriva prima di noi, lavora più di noi e meglio di
noi;
a noi non tocca né seminarlo, né svegliarlo,
ma anzitutto riconoscerlo, accoglierlo, assecondarlo, seguirlo.
Anche nel buio del nostro tempo, lo Spirito c'è e non si è mai perso d'animo: al contrario sorride, danza, penetra,
investe, avvolge,
arriva là dove mai avremmo immaginato... “
O Spirito Santo, vieni in aiuto alla mia debolezza e insegnami a pregare
Padre nostro
VENERDI’
Dal Vangelo secondo Matteo
(Mt 5, 20-26)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io
vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello:
“Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il
tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni
al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non
avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».
MEDITIAMO
«Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; … Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio
fratello o lo chiama stupido o pazzo, dovrà essere sottoposto al giudizio». Con questo, Gesù ci ricorda che anche
le parole possono uccidere! Quando si dice di una persona che ha la lingua di serpente, cosa si vuol dire? Che le
sue parole uccidono! Pertanto, non solo non bisogna attentare alla vita del prossimo, ma neppure riversare su di
lui il veleno dell’ira e colpirlo con la calunnia. Neppure sparlare su di lui. Arriviamo alle chiacchiere: le
chiacchiere, pure, possono uccidere, perché uccidono la fama delle persone! È tanto brutto chiacchierare!
All’inizio può sembrare una cosa piacevole, anche divertente, come succhiare una caramella. Ma alla fine, ci
riempie il cuore di amarezza, e avvelena anche noi. Vi dico la verità, sono convinto che se ognuno di noi facesse
il proposito di evitare le chiacchiere, alla fine diventerebbe santo! È una bella strada!
Gesù propone a chi lo segue la perfezione dell’amore: un amore la cui unica misura è di non avere misura, di
andare oltre ogni calcolo. L’amore al prossimo è un atteggiamento talmente fondamentale che Gesù arriva ad
affermare che il nostro rapporto con Dio non può essere sincero se non vogliamo fare pace con il prossimo.
Da tutto questo si capisce che Gesù non dà importanza semplicemente all’osservanza disciplinare e alla condotta
esteriore. Egli va alla radice della Legge, puntando soprattutto sull’intenzione e quindi sul cuore dell’uomo, da
dove prendono origine le nostre azioni buone o malvagie. Per ottenere comportamenti buoni e onesti non bastano
le norme giuridiche, ma occorrono delle motivazioni profonde, espressione di una sapienza nascosta, la Sapienza
di Dio, che può essere accolta grazie allo Spirito Santo.
(Papa Francesco)
PREGHIAMO INSIEME con le parole di Jurgen Moltmann
Tu ci hai dato la vita per vivere insieme
e noi tutto lo trasformiamo in morte, guerra,
competizione e indifferenza.
Il nostro tempo va passando, Signore.
Dacci il tuo tempo perché possiamo vivere.
Dacci la capacità di servire la vita e non la morte.
Dacci il tuo futuro, a noi e ai nostri figli. Amen.
Padre nostro
SABATO
Dal Vangelo secondo Matteo
(Mt 5, 43-48)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici
e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo
sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il
saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
MEDITIAMO
Amare coloro che ci amano è facile, gratificante ed istintivo. Amare i nemici e addirittura pregare per i nostri
persecutori è eroico e impossibile alle sole forze umane. Ci appare evidente un progetto divino, annesso alla
redenzione di Cristo: egli vuole non solo colmarci del suo amore e farci sentire dentro la veemenza della divina
misericordia, ma desidera ancora che la violenza, le divisioni, le lotte cessino definitivamente tra gli uomini.
Gesù ci dice: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il
vostro cuore e non abbia timore».
La pace di Cristo è frutto del perdono da lui meritato per tutti noi sulla croce con tutta la sua passione. Ecco il
meraviglioso intreccio: al peccato Dio ha risposto con la sua misericordia, alla violenza assurda degli uomini
Cristo ha risposto con il suo perdono, ai suoi crudeli crocifissori Cristo ha risposto pregando per loro, al tentativo
insano di dare la morte al Signore, egli ha risposto con la sua gloriosa risurrezione. Sono questi i percorsi della
pace, percorsi ardui, ma che ci rendono realmente figli dell'unico Dio e fratelli di un unico Padre. L'amore è
l'arma del cristiano che gli consente di conseguire le più grandi vittorie, è il modo migliore per fermare i volenti,
per disarmare i guerrieri, per stabilire la pace. (Mon. Bened. Silv.)
(da una lettera di Don Andrea Santoro)...Un’altra volta entrano due ragazze: “Padre, Lei una volta mi ha detto che
Gesù non ha mai usato la spada, è così?”….“Sì è così. Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi, disse, e lui stesso
s’è fatto agnello per guadagnare i lupi. Se contro la violenza usi la violenza si fa doppia violenza. Male più male
uguale doppio male. Ci vuole il doppio di bene per arginare il male...Ma non è facile. Questo però è il Vangelo.
Nelle mani di Gesù non c’è la spada, ma la croce…”. Mi ha seguito attenta, ma frastornata. Perché mi
meraviglio? Quanti cristiani sono non solo frastornati, ma neppure guardano più la croce? Non colgono più la
sapienza, la forza, la vittoria della croce. Si sono convertiti alla spada: nella vita pubblica e in quella privata….
anche se hanno croci da ogni parte, al collo, in casa e su ogni campanile.
PREGHIAMO INSIEME con le parole di don Angelo Saporiti
Signore, disegna il tuo cuore nel nostro cuore,
perché sappiamo affrontare con amore ogni prova della vita.
Disegna il tuo cuore nelle nostre famiglie, perché siano oasi della tua presenza.
Disegna il tuo cuore in ogni nostra decisione,
perché possiamo essere segno del tuo amore appassionato.
Padre nostro
Fermati! Dove corri?
Dio è qui, se solo ti volti Lo vedi...
Fermati, gli piace stare un po' con te.
Regalagli un attimo di silenzio.
Dove sei chiudi gli occhi,
fai un profondo respiro
e immergiti nell'oceano interiore
dove la Sua voce nell'eco
pronuncia il tuo nome.
Lì, alle sorgenti del tuo esistere,
ritroverai chi sei
e la vita fluirà nuova
in ogni sua espressione.
(Monastero Janua Coeli)