TEATRO STABILE D'INNOVAZIONE DANZA CONTEMPORANEA 2012 - 2013 Dal 4 al 7 ottobre h. 21 domenica h. 18 Compagnia Enzo Cosimi WELCOME TO MY WORLD Enzo Cosimi Regia, coreografia Interpreti Paola Lattanzi, Alice Raffaelli, Francesco Marilungo, Riccardo Olivier in collaborazione con la Scuola Civica d’Arte Paolo Grassi di Milano Creazione 2012 Il lavoro nasce dopo un laboratorio/creazione tenuto da Enzo Cosimi alla Scuola Civica d’Arte Paolo Grassi di Milano Quando avverrà la fine del mondo? Che volto avrà l’Apocalisse? Si teme l’anno mille come portatore di disgrazie piu che portatore di rivoluzioni positive. La tecnologia contemporanea amplifica, gonfia la paura, fa diventare verità semplici ipotesi. Strani suoni provenienti dal cielo e dalla terra impressionano il mondo. Il fenomeno è lo stesso: forti vibrazioni inspiegabili. Le cause attribuibili a queste onde potrebbero essere terremoti, maremoti, eruzioni vulcaniche, uragani, tempeste. Ipotesi è che il fenomeno derivi da grandi processi energetici come potenti eruzioni solari ed enormi flussi energetici da esse generate, che correndo verso la superficie terrestre destabilizzano l’atmosfera Un’altra ipotesi e che i suoni provengano invece dall’interno del nucleo della Terra. Negli ultimi anni un’intensificazione dei processi energetici nel centro della Terra genera onde acustiche di gravità in una gamma udibile sotto forma di uno spaventoso suono a bassa frequenza . Il mondo resta diviso : chi crede che le vibrazioni insolite siano uno dei primi segnali che preannuncerebbe l’imminente fine del mondo; chi crede che siano legate a fenomeni naturali. 9 -10 ottobre h.21 Spellbound Contemporary Ballet RELAZIONI [PERICOLOSE] Mauro Astolfi coreografia e set concept interpreti Maria Cossu, Marianna Ombrosi, Alessandra Chirulli, Giuliana Mele, Gaia Mattioli, Sofia Barbiero, Mario Laterza, Giacomo Todeschi, Michelangelo Puglisi musiche originali Notfromearth guarda il trailer http://www.youtube.com/watch?v=ptLZ73lC4bA La sola espressione “ Relazioni Pericolose” è già di per se’ un pericolo per il solo fatto che inesorabilmente riconduca al capolavoro di Choderlos De Laclos e quindi inneschi una sorta di immediata aspettativa che anche qui si parli dei personaggi licenziosi, intriganti, assoluti e libertini protagonisti di questi amori violenti e passionali. Le nostre relazioni pericolose investigano invece una apparente calma, una normale relazione fatta di incontri, di una lettura accidentale di lettere, di messaggi che arrivano forse nelle mani sbagliate e che come nei migliori romanzi epistolari, diventano l’inizio e la fine di tutto quello che si era creduto fosse la realtà. Una strana casa fa da cornice, un ambiente che riceve ospiti e dove sono attesi appuntamenti, ma dove nessun padrone di casa di fatto invita nessuno. Spellbound immagina o forse osserva l’aspetto pericoloso di altri tipi di relazioni, non necessariamente a sfondo sessuale, non così manifeste ed estreme ...ma piuttosto le tante piccole, sottili relazioni che diventano molto pericolose quando non si capisce esattamente chi e con cosa si sta avendo a che fare. Possono essere le relazioni con la nostra mente, con dei fantasmi da noi generati...ma che a furia di evocarli diventano in carne ed ossa un rapporto con la solitudine visto come un male quando invece a volte potrebbe essere un bene. 12 -13 ottobre h. 21 14 ottobre (Dom) h. 18 IBI Cultura ALICE'S ROOM Coreografia Giovanna Velardi Interpreti: Franz Cantalupo, Emanuela Fenech, Simona Miraglia, Giuseppe Muscarello, Dario Tumminia, Giovanna Velardi, Alice Zanoni Costumi Dora Argento guarda il IL TRAILER http://www.youtube.com/watch?v=iX2Vq2sSPZ0 Prendendo spunto da “Alice nel paese delle meraviglie” di L. Carroll, si indaga il contrasto tra il “potere” che si manifesta nell'oggi, incarnato da una regina, simbolo della borgesia desautorata ed una genuinità che è l'aprirsi alle molte possibilità di un mondo fantastico. Alice sognante deve uscire dalla sua stanza per dare senso alla sua identità, si deve aprire al mondo interagendo con esso, attraverso l'ironia e la risoluzione del conflitto con la regina, che rappresenta la regola, il super io, risolvendo tale conflitto si apre ad un mondo reale. La suddivisione di uno spazio tramite una rete metallica, la stanza di Alice, lo spazio della regina, in avant scene, che da il comando, due specchi a significare lo sguardo di un individuo sull'altro la sottomissione, la sfera identitaria, i tanti pensieri di Alice, rappresentati da tanti Alice (danzatori uomini e donne vestiti come lei), Un attore bruco, il saggio, colui che svela i codici, che anticipa l'accaduto, senza troppo svelare. Un contrasto tra potere e potenza, una scena polarizzata da due simboli, norma e pratica di una relazione che è un possibile approccio con il mondo. dal 13 al 18 novembre 2012 h.21 domenica h.18 Balletto di Roma AMBIGUITY 7.0 PRIMA ASSOLUTA Michele Pogliani Coreografia e Regia di Drammaturgia di MICHELE POGLIANI e RICCARDO REIM Assistente alla Coreografia LORENZO SCHIAVO Musiche di EMILIANO PANEPUCCIA (DA.MOOD) Costumi, Decor e Styling TIZIANA BARBARANELLI Video a cura di LEONARDO CIANCI, FABIO LOLI MATTEO CARRATONI Con la partecipazione di OTTAVIA FUSCO e EFFE “Allora il Signore Dio fece scendere il sonno sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una costola e richiuse la carne. Il Signore plasmò la costola tolta all’uomo, ne fece una donna e gliela condusse. Allora l’uomo disse: ‘Questa è carne della mia carne e osso delle mie ossa. La chiamerò donna perché dall’uomo è stata tolta’ ”. Così la Genesi. L’uomo è dunque un animale bifronte – quindi “ambiguo” - che reca in sé, naturalmente, tanto il maschile quanto il femminile che sarebbe, per l’appunto, parte integrante del suo essere… Viene alla mente l’androgino di Platone che ricerca la propria metà per ritornare perfetto, in un narcisistico gioco di specchi riflettenti all’infinito la medesima immutabile immagine. Eva viene ingannata poiché la fittizia conoscenza datale dal ‘serpente’ le fa credere di essere altro da Adamo, il quale a sua volta cadrà nell’inganno identificando Eva con il serpente stesso: la donna-madre, la donna-Dio, la donna-tentatrice, la donna-demone… AMBIGUITY 7.0 ripropone tale percorso enucleandone sette “tappe” esemplari in uno spericolato mix – live e in videoclip - di danza, parola, mimo alla luce di un’estetica postmoderna che accoglie dal pop alla body art, dal cyberpunk alla stickes art, utilizzando il kitsch e il camp in una sorta di continuo, ironico montaggio e smontaggio dei vari “generi”. Il risultato è uno spettacolo di grande fascino, di originale, rutilante confezione visiva e di estremo rigore nella sua eterogeneità, provocatorio, struggente e inquietante al contempo. Sette tappe (il sette esprime la globalità, l’universalità, l’equilibrio perfetto, il ciclo compiuto e dinamico, considerato fin dall’antichità simbolo magico e religioso della perfezione perché legato al compiersi del ciclo della luna, astro che non a caso secondo Platone è legato al “perfetto e autosufficiente” essere androgino…) – sette tappe che partono proprio da “Eva ingannata” per abbracciare, tra citazioni e suggestioni di ogni tipo, i molteplici volti di Eros (sfaccettature del medesimo prisma), rispecchiando attraverso l’inscalfibile onnipotenza della sua divina Ambiguità le nevrosi che oggi più che mai si agitano dentro l’essere umano. 27 - 28 novembre h.21 Sosta Palmizi – Mcf Belfioredanza - Flic scuola di circo JUST ANOTHER NORMAL DAY Francesco Sgrò di con Francesco Sgrò e Pino Basile Musiche Pino Basile Con Just another normal day metto in scena il mio mondo interiore, dove tutto è verosimile ma mai completamente reale. Abito un mondo che è il mio, che non necessariamente risponde alle leggi fisiche e comportamentali normali, gli oggetti appaiono e scompaiono dalla scena, sono manipolati e trasformati, assumono una vita propria, ma non solo. In scena esistiamo in tre, perché in questo mondo, al contrario di quello reale, non sono solo, due musicisti dividono lo spazio con me ed il rapporto che si genera non è quello tra una coppia e un singolo ma quello fra tre artisti che si relazionano in scena scavalcando le proprie arti senza inibizioni. Una quarta persona lavorerà in scena nell’ombra, e sarà il “grande burattinaio” che farà muovere e vivere gli attrezzi scenici creando fisicamente le alterazioni dello spazio e del tempo in questo nuovo “mondo”. Non intendo mettere in scena una storia, ne intendo comunicare un messaggio preciso, vorrei stimolare la parte onirica del mio pubblico, portarli a costruire una storia che non si basi su degli accadimenti ma su una drammaturgia emotiva e quindi differente per ognuno. 29 novembre h.21 Sosta Palmizi ALMA Giorgio Rossi coreografia e interpretazione musiche Fabrizio De Andrè, Death in Vegas, John Oswald, King Krimson testi Cesare Pavese, Pablo Neruda, Alda Merini, Giorgio Rossi un ringraziamento particolare a Danio Manfredini, Lorenzo Cherubini, Graziano Migliacci, Roberta Vacchetta, Beatrice Giannini Nel 1984 nasceva il mio primo assolo Questo e quell’altro. Il mio quarto assolo Alma, partendo da una poesia di Pablo Neruda, tocca sentimenti forti come l’amore, la solitudine e la sensazione della morte. Alma, che in castigliano significa “anima”, contiene nel suo suono: alba, animale, arma, Karma, calma, labbra, larva, rabbia, lacrima, lamento, lontano, …“Io sono il passero che dorme sulla tua anima….” Il lavoro verte sul contrasto e l’opposto che è in noi, e il desiderio di reagire a questa inesorabile condizione. Sono inoltre presenti altre poesie di Pablo Neruda, Cesare Pavese e gli aforismi e le magie di Alda Merini. Le musiche che accompagnano il lavoro, diventano in certi momenti un tutt’uno con la danza e la parola. Gli autori sono: De Andrè, King Krimson, Death in Vegas, John Oswald.Malgrado nei miei spettacoli l’elemento evocativo sia determinante, lo spettatore è sempre spinto a costruirsi un suo percorso, riconosce sempre qualcosa che è legato alle proprie esperienze, al proprio sentire la vita. Quando mi chiedono che genere di danza faccio, la risposta è sempre lunga e termina comunque con l’invito a venire a vedere, sentire, percepire l’evento nel suo compiersi perché è più vicino all’esperienza di una passeggiata nella natura, nell’atto d’amare che alla comprensione di un concetto astratto legato ad un ragionamento mentale. Il teatro poetico del movimento è una definizione che può avvicinarsi a ciò che tento di fare in scena. Giorgio Rossi 30 novembre h.21 1° dicembre h.17 replica h.21 2 dicembre h.17 SCARPE Giorgio Rossi da un idea di con: Giorgio Rossi, Elena Buani, Fabio Nicolini, Francesco Sgrò Guarda il trailer http://www.youtube.com/watch?v=YWZTpTxMdtI Filastrocca impertinente, chi sta zitto non dice niente; chi sta fermo non cammina; chi va lontano non s'avvicina; chi si siede non sta ritto; chi va storto non va dritto; e chi non parte, in verità, in nessun posto arriverà. Gianni Rodari - Filastrocca impertinente L’idea di fare uno spettacolo per il Teatro Ragazzi dedicato alle scarpe nasce da un progetto realizzato da Giorgio Rossi per una fiera del “made in Italy” in Russia nel 2007 intitolato “Steps” a cui parteciparono acrobati e danzatori. Il coreografo, uscito dalla bella esperienza moscovita e abbandonato l’ambito commerciale che incorniciava lo spettacolo, ha voluto approfondire il tema della scarpa a lui famigliare già dai tempi di “PasaTua che va alla fontana” e portarlo in primo piano per raccontare l’italianità. La scarpa come parabola poetica dell’esperienza vissuta e della memoria collettiva ed individuale. Un susseguirsi d’immagini che partono dai piedi e conducono l’immaginazione al rammentare degli anziani che seduti sotto l’ombra fresca degli alberi smettono di giocare a carte per raccontare della donna più bella mai vista e di come ballava con le ballerine rosse o degli scarponi indossati dai partigiani che non erano adatti alla guerra ma c’erano solo quelli. 27-28-29 marzo 2013 h.21 Compagnia Atacama GALLEGGIO, ANNEGO, GALLEGGIO Patrizia Cavola - Ivan Truol Ideazione, coreografia e regia: Con:Valeria Baresi, Anna Basti, Ilaria Bracaglia, Chiara Casciani, Marco Ubaldi Musiche Originali: Epsilon Indi Fonte di ispirazione di questa creazione è il libro “Cabaret Mistico” di Alejandro Jodorowsky e la frase di Ludwig Wittgenstein “Il sapere e il riso si confondono” contenuta nel testo. Un simbolo agisce come specchio che riflette il livello di coscienza del ricercatore. La verità non sta in un libro ma nello spirito di chi con l’aiuto dei simboli, scopre nelle profondità del proprio essere il mistero essenziale che è il vero maestro. Queste affermazioni rimandano alla metodologia di lavoro che attraverso l’improvvisazione pone temi, simboli, domande, per raggiungere attraverso la ricerca un movimento autentico, un’azione necessaria, permette all’interprete di esprimere la profondità del proprio essere. Interessante è l’idea di cercare la saggezza nelle battute, nelle storielle divertenti come fossero testi iniziatici, esse hanno lo scopo di suscitare la risata salvifica, affondano le radici nell’inconscio. Il progetto vuole attuare questo processo attraverso la metodologia del teatro danza, partire da una breve storia per improvvisare, cercare, immergersi nel profondo. Non solo questo tipo di storie, l’interesse è più ampio e si allarga ad ogni tipo di breve testo che le diverse culture e tradizioni filosofiche ci hanno lasciato – Sufi, Buddhisti, Alchemici, Koan, Haiku, Zen, Tibetani. Il progetto non vuole portare in scena le storie né prendere forma all’interno di un percorso narrativo. L’intenzione è partire dalle storie in quanto materiale di ricerca ed esplorazione e creare e mettere in scena quanto le storie lasceranno nel nostro spirito, il sentimento, l’idea, l’emozione, il senso di cui si faranno veicolo. Svelare e dare corpo al significato profondo che la storia ha suscitato in noi. Il territorio della scrittura è l’immaginazione che va oltre l’immagine, “L’anima si immagina quello che non vede” scrive Leopardi, il progetto vuole dare corpo alla visione, generare immagine a partire da quanto evoca la scrittura e dare forma alla forza evocativa dell’immagine al di fuori da logiche narrative. Attraverso queste storie spesso è possibile confrontarsi e ridere o almeno sorridere dei difetti, delle debolezze, delle contraddizioni dell’essere umano. Il progetto coreografico vuole unire l’elaborazione di una danza che dia vita ad una poesia fisica ad un lavoro di costruzione pittorico e visionario sull’ immagine, all’uso della parola e ad un lavoro di interazione con le musiche originali. Il progetto prevede la collaborazione con il compositore Sergio De Vito per la creazione delle musiche originali. La colonna sonora fatta di musiche, sonorizzazioni, silenzi, voci, sarà realizzata appositamente dal compositore con il suo gruppo Epsilon Indi in collaborazione con i coreografi. Altre collaborazioni con Danila Blasi per il disegno luci e con Mariella Visalli per i costumi. Dal 23 al 28 aprile 2013 h.21 domenica h.18 Balletto di Roma CONTEMPORARY TANGO Coreografie di Milena Zullo Musiche: Astor Piazzolla, Lucio Demare, Animal Troilo, Juan D'Arienzo, Osvaldo Pugliese, Francisco Canaro, Angel Villoldo maitre de ballet e assistente alle coreografie Piero Rocchetti Guarda i video : http://www.youtube.com/watch?v=tV-T3U-XLeg L'opera, attraverso l'uso del linguaggio contemporaneo, vuole raccontare un ballo: il tango sociale, che sempre di più sembra diffondersi nel nostro pianeta. Segnale ulteriore del fenomeno della globalizzazione che ancora una volta anche nel ballo, come nel linguaggio della danza tutta, contamina, unisce, condivide, inducendoci alla percezione chiara e forte di quanto un uomo, seme della sua terra, sente e vibra in sintonia con altri semi di terre diverse e lontane. In tale visione, il Tango sociale, non più semplicemente un ballo con i suoi passi tipici, diviene modo di sentire che percorre con la sua musica tutti i continenti della terra. L’opera creata per il Balletto di Roma esplora una nuova contaminazione tra il linguaggio contemporaneo ed il “minimalismo” dell’incontro tra corpi che parlano di tango: incontro di un linguaggio popolare e sociale con il più ricco e variegato modulo del balletto. Lo spettacolo narra l'abbraccio del tango, dentro il quale si colmano bisogni, aspettative, sogni, desideri e oblii, come un album di fotografie da sfogliare, atmosfere e sensazioni percepite. Un abbraccio che ciascuno esprime arricchendolo del proprio sé e portando in esso tutta la memoria, consapevole e non, che la vita gli ha tracciato nel corpo. Un abbraccio la musica ed il ballo, avvolto dentro la melodia ed il suo ritmo, colorato dalla poesia dei corpi e delle anime che chiedono un contatto, anime e corpi capaci di fondersi in un ballo che non è uno show, ma il canto di una sirena. Biglietteria: Intero € 15,00 ridotto € 12,00 Abbonamento danza € 81,00 A 9 spettacoli + accompagnatore a 1,00 € Spettacolo Scarpe adulti 10,00 € - 8,00 € bambini TEATRO VASCELLO via Giacinto Carini n.78 Ufficio stampa Cristina D'Aquanno [email protected] info: 065881021 -065898031 -3405319449 www.teatrovascello.it Come raggiungerci: Il Teatro Vascello si trova in Via Giacinto Carini 78 a Monteverde Vecchio a Roma sopra a Trastevere, vicino al Gianicolo. Con mezzi privati: Parcheggio per automobili lungo Via delle Mura Gianicolensi, a circa 100 metri dal Teatro. Parcheggi a pagamento vicini al Teatro Vascello: Via Giacinto Carini, 43, Roma tel 06 5800108; Via Francesco Saverio Sprovieri, 10, Roma tel 06 58122552; Via Maurizio Quadrio, 22, 00152 Roma tel 06 5803217, Via R. Giovagnoli, 20,00152 Roma tel 06 5815157 Con mezzi pubblici: autobus 75 ferma davanti al teatro Vascello che si può prendere da stazione Termini, Colosseo, Piramide, oppure: 44, 710, 870, 871. Treno Metropolitano: da Ostiense fermata Stazione Quattro Venti a due passi dal Teatro Vascello