File - FONTECEDRO Ingegneria e Architettura

Ludwig MIES Van Der ROHE, Haus Lemke,
Berlin-Hohenschönhausen, 1932-1933
Abitazione privata di piccole dimensioni progettata da Mies van der Rohe
per il collezionista di opere d’arte Karl Lemke, proprietario di un’azienda
di arti grafiche a Friedrichshain. Si tratta della sua ultima opera prima
dell’esilio, realizzata nel breve periodo in cui era direttore della Bauhaus.
Nel 1930 i coniugi Lemke avevano acquistato, lungo la Oberseestraße,
un piccolo lotto in posizione paesaggistica sulle rive del Weissensee
Obersee. Le dimensioni ridotte furono richieste dalla committenza, che
intendeva usare l’abitazione come rifugio privato lontano dal centro
urbano. In questa abitazione, completata nel 1933, l’autore ha
proseguito la sua ricerca sul tema della casa-tipo singola a un piano
(anche se inizialmente ne erano previsti due) con tetto piatto.
L’abitazione è strutturata su uno schema planimetrico a L.
L’organizzazione spaziale è molto semplice; gli ambienti di soggiorno
(una sala da pranzo ed una sala per esposizioni) sono concentrati sui
due lati interni che si affacciano sul terrazzo, mentre l’unica camera da
letto (la coppia dei proprietari era senza figli) è orientata verso la riva
del lago. La cucina è invece disposta sul fronte stradale; in posizione
arretrata rispetto a questa si trova il garage, che è integralmente inserito
nel volume dell’edificio. Malgrado le piccole dimensioni e l’uso dei sistemi
costruttivi tradizionali, l'architetto riuscì a mettere in pratica il suo
concetto di "spazio fluido". Seguendo le concezioni architettoniche delle
Avanguardie geometriche e neoplastiche, le pareti sono concepite come
schermi in grado non solo di generare una continuità spaziale e
connessioni visuali tra gli ambienti tra loro e tra l'interno e l'esterno.
Anche la cucina e la camera con la sua vista panoramica sono
contraddistinte dalla trasparenza interno/esterno con finestre estese in
lunghezza. Le due ali dell’impianto a L si affacciano sul patio attraverso
le ampie pareti vetrate dello studio-soggiorno e della sala da pranzo; in
questo modo i vani si aprono verso il terrazzo-giardino con sguardo
verso il parco e la sponda del lago, ottenendo in tal modo una fusione
architettura/paesaggio. Sebbene l’ideazione figurativa della casa è molto
moderna, la costruzione è affidata alla tradizionale muratura portante di
mattoni a vista. Come in altre case progettate da Mies van der Rohe,
anche in questa ha mostrato un atteggiamento molto scrupoloso nella
scelta dei mattoni, che ordinava in Olanda, recandosi personalmente in
fabbrica per verificare ogni cottura e scegliere, confrontare, armonizzare
i colori da lui richiesti. I Lemke abitarono la casa fino al 1945, quando
venne requisita, al pari degli edifici borghesi della zona, dall’Armata
rossa che la utilizzarono come magazzino. Da allora la casa ha subito
numerose modifiche: muri abbattuti, modifiche delle aperture,
distruzione delle strutture portanti, asportazione delle partizioni in vetro.
La DDR rientrò in possesso dell’edificio nel 1962, ma venne usato dalla
Stasi prima come deposito, poi come mensa e infine come lavanderia; il
giardino utilizzato come parcheggio. Nel 1977 la Haus Lemke è stata
riconosciuta dal governo tedesco-orientale di grande valore storicoartistico. Dopo il crollo del Muro, nel 1990 la villa è stata donata alla città
di Berlino. Negli anni 2000-02 è stata oggetto di un restauro
conservativo che ha ripristinato le sue origini razionaliste e riparato i
danni provocati da anni di trascuratezza; ora è aperta al pubblico e, in
consonanza con il carattere originale della sua realizzazione, ospita
mostre di arte moderna e conferenze sull'architettura. I mobili in legno,
disegnati da Mies van der Rohe e dalla sua compagna Lily Reich, sono
stati donati dalla famiglia Lemke al Kunstgewerbemuseum di Berlino.
(testo e immagini di Pierluigi ARSUFFI, tutti i diritti riservati)