Esiodo, Teogonia, vv. 114-138 1 Questo cantatemi o Muse, che abitate le olimpie dimore, 2 fin dal principio, e ditemi quale per primo nacque di loro. 3 Dunque, per primo fu Caos, e poi 4 Gaia dall’ampio petto, sede sicura per sempre di tutti 5 gli immortali che tengono la vetta nevosa d’Olimpo, 6 e Tartaro nebbioso nei recessi della terra dalle ampie strade, 7 poi Eros, il piú bello fra gli immortali, 8 che rompe le membra, e di tutti gli dèi e di tutti gli uomini 9 doma nel petto il cuore e il saggio consiglio. 10 Da Caos nacquero Erebo e nera Notte. 11 Da Notte provennero Etere e Giorno 12 che lei concepí a Erebo unita in amore. 13 Gaia per primo generò, simile a sé, 14 Urano stellato, che l’avvolgesse tutta d’intorno, 15 che fosse ai beati sede sicura per sempre. 16 Generò i monti grandi, grato soggiorno alle dee 17 Ninfe che hanno dimora sui monti ricchi d’anfratti; 18 essa generò anche il mare infecondo, di gonfiore furente, 19 Ponto, senza amore gradito; dopo, 20 con Urano giacendo, generò Oceano dai gorghi profondi, 21 e Coio e Crio e Iperione e Iapeto, 22 Teia Rea Temi e Mnemosine 23 e Foibe dall’aurea corona, e l’amabile Teti; 24 e dopo di questi, per ultimo, nacque Crono dai torti pensieri, 25 il più tremendo dei figli, e prese in odio il gagliardo suo genitore. 26 Generò poi i Ciclopi dal cuore superbo, 27 Bronte Sterope e Arge dal petto violento, 28 che a Zeus diedero il tuono e fabbricaron la folgore; 29 costoro nel resto erano simili agli dèi, 30 però solo un occhio avevano nel mezzo della fronte; 31 di Ciclopi avevano il nome veritiero perché 32 un solo occhio rotondo avevano nella fronte; 33 e vigore e forza e destrezza era in ogni loro opera.