Raccontare una storia, senza alcuna parola. Un uomo e una donna, muti protagonisti sul palcoscenico dell’intreccio delle loro esistenze, narrano la storia di un amore naufragato nell’ incomprensione e nella sempre più difficile voglia di venirsi incontro, senza scontrarsi irrimediabilmente. L’ “ Indissolubile Eco”, messo in scena dalla coreografa Simona Bucci, si espande nel tempo e nello spazio, fino a giungere al cuore dello spettatore, che, incantato, si ritrova nella dimensione spesso sottaciuta di una realtà in cui prevale la rabbia e il dolore, in cui non c’è spazio per il dialogo e la reciproca comprensione. Nella loro danza, che spesso assurge a spietata lotta, i due protagonisti si studiano, si feriscono, erigono barriere di solitudine e le abbattono, circondandosi di ceneri. E su queste ceneri continuano a edificare la loro vita alla ricerca di un compromesso, nel sottofondo di una musica quasi sussurrata, nell’ impercettibilità di un gesto che precede la furia. La pateticità drammatica rappresentata a tinte fosche nel quadro “Disperate matrimonial” del celebre pittore spagnolo Francisco Goya, sembra quasi trovare un nuovo linguaggio d’espressione, che ne conservi immutata l’intensità emotiva, servendosi della magica arte comunicativa dei movimenti, della perfetta sincronia dei corpi con la musica e della forza totalizzante e travolgente di un sentimento passionale e distruttivo, il cui impeto violento ci conquista, ci soggioga e ci sconvolge al tempo stesso. Viviana Dell’Orco III C Liceo Classico “P. Virgilio Marone” Gioia del Colle