Verso un giornalismo digitale istituzionale, sfide e opportunità per il

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Verso un giornalismo digitale istituzionale: sfide e opportunità per il Bollettino Salesiano
di Jesus Armando Garcia Rodriguez SDB
Il giornalismo digitale è già presente
Dopo oltre dieci anni dall’ingresso definitivo e permanente del giornalismo digitale nelle redazioni
dei mass media, il processo del cambiamento nell’opera della comunicazione e dell’informazione
(per non ridurla all’attività giornalistica) non è ancora finito.
Con risultati più o meno importanti, tanto i media quanto gli operatori (i giornalisti) con l’apporto di
esperti programmatori e visual designer hanno modificato il loro modo di lavorare e di diffondere
informazioni, diventando a poco a poco giornalisti digitali.
Il giornalismo non è più quello di una volta, non solo perché si serve di mezzi elettronici, ma
soprattutto perché è andato incontro a cambiamenti sotto ogni aspetto, a livello sia della sostanza,
sia della forma. All'inizio il giornalista arricchiva con i suoi testi i siti agli albori dei giornali e delle
riviste, che riportavano le stesse notizie pubblicate nelle versioni stampate. Con il passare del
tempo, i giornalisti hanno scoperto che l'ipertesto è qualcosa di più di una serie di parole
sottolineate in blu; cominciarono così ad arricchire i loro testi, che diventavano sempre più brevi,
con una profondità e un numero di correlazioni sempre più simile al modo di pensare umano e
sempre meno in linea con il modello “segue a pagina 11”.
Più tardi è diventato possibile che i collegamenti (link) permettessero l'accesso a informazioni
esterne al testo e si sono sviluppate nuove grammatiche, quelle digitali; si sono imposti, tra gli altri,
i concetti di ipertesto, multimedialità, interattività, fruibilità. E tutto questo è accaduto in un batter
d'occhio.
In sintesi, i modelli di questo mondo della comunicazione si sono radicalmente modificati. Accanto
ai cambiamenti avvenuti nell’ambito di questo lavoro, si è modificato anche il concetto di
giornalista o di produttore-divulgatore di informazioni. Oggi sono sinonimi (o quasi) di “giornalisti
digitali” anche altre figure che all’inizio non lo erano: blogger, commentatore di rilievo, che opera
su Facebook, Twitter, ecc, così come sono diventate tipiche di qualunque individuo le attività di
aggiornamento dei post e della comunicazione tramite Twitter.
Il giornalismo digitale è presente, con noi, senza di noi e nonostante noi
Noi operatori del mondo della comunicazione di formazione salesiana abbiamo assistito con
attenzione ai fenomeni citati. La vicinanza e i legami con il mondo e con la cultura giovanile hanno
favorito questo processo. È tuttavia importante riconoscere che, come è accaduto in genere negli
ambienti ecclesiali, abbiamo assistito a questi eventi essenzialmente come spettatori, o, nella
migliore delle ipotesi, come individui che riportano strategie pratiche e tecnologie, non come
pionieri o "punte di diamante". Procediamo sempre uno (o più) passi indietro.
La realtà è che, sebbene abbiamo gradualmente integrato il nuovo modo di comunicare e di
produrre informazione, siamo ancora lontani dall’utilizzare in modo adeguato le nuove opportunità
offerte dal giornalismo digitale.
Il motivo di questa situazione può consistere nel fatto che tra noi, nelle nostre ispettorie e
nell’ambito delle nostre iniziative di comunicazione, prevalgono ancora le persone che si sono
avvicinate all’informatica in un secondo momento. I nativi digitali ci offrono un ottimo aiuto, ma
non sono ancora responsabili in prima persona del processo.
Dove eravamo mentre accadeva tutto questo?
Durante questo rapido processo, noi salesiani eravamo occupati a riflettere sulla nostra presenza nel
mondo della comunicazione. Basti pensare al fatto che la figura del responsabile della
Comunicazione Sociale non ha ancora "diritto di cittadinanza" in alcune ispettorie, mentre in altre si
sta rafforzando e comprende sempre meglio la sua funzione.
Nel frattempo il Bollettino Salesiano ha vissuto una fase di rilancio e di continuo miglioramento.
Tuttavia i direttori del Bollettino Salesiano si sono concentrati in particolare sulla rivista
tradizionale più di quanto si siano dedicati alla proposta della comunicazione digitale.
Per questo non possiamo continuare a pensare il Bollettino Salesiano, uno strumento per la
comunicazione avviato dallo stesso Don Bosco, solo come un mezzo "tradizionale": è necessario
che si evolva. Cambiano i destinatari, cambiano i loro modi di “consumare” i prodotti della
comunicazione, cambiano le persone alle quali rendiamo disponibile ogni Bollettino Salesiano...
con Don Bosco e con le circostanze.
Non dobbiamo dimenticare i piccoli sforzi compiuti da alcuni paesi o da alcune ispettorie per
portare il Bollettino Salesiano nel mondo digitale, tuttavia non si tratta ancora di un impegno
istituzionale, ma di buone intenzioni e buone intuizioni.
Direi quindi che, mentre abbiamo continuato a dirigere la nostra attenzione verso la comunicazione
digitale, l’impegno si situa ancora nella periferia e non nel cuore del mondo digitale.
I multimedia nell’ottica della comunicazione
Per cercare di capire meglio cosa significa "digitale", con riferimento al termine "multimedia"
inteso come pietra miliare dell’attuale opera della comunicazione, potremmo semplicemente
ricorrere all’etimologia latina: multi che può essere inteso come “molteplici” e “media”, plurale di
“medium”, che si riferisce a mezzi o intermediari. Di conseguenza, il multimedia riguarda la
comunicazione che si esprime-trasmette attraverso vari mezzi.
Ramón Salaverría, specialista dell’ambito del giornalismo specializzato e autore delle note che
compongono questo paragrafo della mia presentazione, utilizza anche le definizioni di multimedia
fornite dal dizionario della Real Academia Española (RAE): "Che usa congiuntamente e
contemporaneamente vari mezzi, come immagini, suoni e testo, nella trasmissione delle
informazioni", e anche dal Cambridge International Dictionary: “Utilizzo di una combinazione di
immagini statiche e in movimento, suoni, musica e parole, soprattutto su computer".
In breve, dopo un tentativo di sintesi, Salaverría propone questo concetto di "multimedia" in chiave
giornalistica: un’informazione multimediale è il messaggio di contenuto giornalistico che, tramite
un mezzo digitale, si esprime contemporaneamente con testi, immagini e suoni. È un’opportunità
mutuata dal mezzo digitale.
Poiché spesso usiamo il termine "multimedia" in molti modi diversi, mi sembra opportuna la
proposta di Salaverría di distinguere 4 espressioni che derivano dall’ambito multimediale, in cui
possiamo anche cercare di inquadrare la nostra attività di comunicazione salesiana:
Informazione
multimediale
Messaggi espressi contemporaneamente tramite vari mezzi. In questa
definizione potrebbero essere comprese altre espressioni sempre più
comuni, come “news” o “approfondimenti multimediali”.
Società multimediale
Linguaggio multimediale
Mezzi multimediali
Si riferisce al semplice accostamento di mezzi di comunicazione i cui
rispettivi prodotti di informazione non devono essere legati tra loro
Si riferisce ai messaggi di informazione trasmessi, presentati o percepiti
tramite vari mezzi
Si riferisce ai molteplici mezzi che possono concorrere alla trasmissione di
un prodotto di informazioni, che sia multimediale nel senso della
comunicazione oppure no.
Condizioni a cui deve rispondere un mezzo digitale
I mezzi considerati digitali per essere accettati come tali devono rispondere ad alcune caratteristiche
o condizioni, che possono essere di due tipologie: relative alla comunicazione e tecnologiche:
A) Condizioni relative alla comunicazione
Multicodice: deve essere presente la combinazione di almeno 3 elementi: testo, immagine, audio;
testo, video, audio. Questa realtà è resa possibile grazie alla tecnologia digitale. La caratteristica
"multicodice" non solo richiede creatività per combinare gli elementi disponibili, ma costituisce
un’opportunità per lo sviluppo di nuovi linguaggi di informazione, nuove grammatiche e regole
sintattiche che permettano di integrare questo modello tri-codice per esprimere non tre prodotti, ma
un prodotto unico dell'informazione.
Unità di comunicazione
Un messaggio multimediale richiede un linguaggio che integri codici testuali e audiovisivi. Questa
integrazione deve essere unitaria e non può consistere in un semplice accostamento. Nella maggior
parte dei casi, i siti digitali propongono "molti media", cioè molti mezzi, ma spesso scollegati o non
integrati a livello dell’informazione.
B) Condizioni tecnologiche
Mezzo digitale
È forse la condizione o la caratteristica più evidente; riguarda l'uso di tecnologie digitali che
permettono di aggregare testo, suono e immagine in un messaggio unitario.
Ipermedialità
Si riferisce alla capacità che hanno gli elementi multimediali di essere interconnessi agli altri,
indipendentemente dal fatto che siano trasmittenti o riceventi, costituendo un’unità di
comunicazione multimediale. Permette di collegare-linkare elementi di testo o audiovisivi grazie a
una piattaforma tecnologica costituita da diversi protocolli.
Ipertesto
È la funzione che permette di collegare elementi testuali ad altri contenuti pure di testo grazie a una
piattaforma tecnologica costituita da diversi protocolli. Una sua caratteristica consiste nel fatto che
le interconnessioni non seguono necessariamente modelli stabiliti di sequenza o ordini
predeterminati, ma si adattano in misura maggiore alle abitudini di "lettura digitale" degli utenti.
Interfaccia
Affinché tutto questo abbia un significato è necessario che "si verifichi" in un dato spazio e in un
modo specifico che gli permetta di essere compreso dai "lettori digitali" e che richieda adeguate
risorse tecnologiche che permettano di interpretare e riprodurre le informazioni fornite. Questo
termine si riferisce poi all’insieme delle risorse che comunicano in modo bidirezionale tramite la
macchina (computer, smartphone, iphone, ipad, tablet, frigorifero, televisione, ecc.) con le persone.
Il termine può essere utilizzato con due significati; il primo è l'interfaccia fisica, che riguarda quello
che normalmente viene denominato "hardware" e si riferisce a tutto ciò che permette a un utente di
"comunicare" con un dispositivo digitale. Il concetto di interfaccia grafica è invece costituito da
tutti gli elementi visivi che permettono che un'unità d'informazione digitale abbia significato per gli
utenti, spesso utilizzando elementi grafici abbastanza "simili" a quelli della vita quotidiana.
Altri concetti si riferiscono alla comunicazione digitale, quali l'interattività e la non linearità. Questi
aspetti non sono privi di importanza, ma ritengo che facciano parte in modo così consueto della
nostra vita quotidiana che possiamo soprassedere alla spiegazione. È però meno evidente come sia
possibile utilizzarli con profitto in un sito digitale, in particolare se salesiano. Per fortuna vi sono
alcune esperienze che ci sono già state comunicate e che ci verranno presentate nei prossimi giorni e
preferisco quindi demandare il tema a queste presentazioni.
La convergenza digitale
La convergenza digitale costituisce il miglior scenario nel quale possiamo pensare di integrare
pienamente l’impegno della comunicazione digitale.
La convergenza si riferisce specificamente a un’impostazione di lavoro e di comunicazione digitale
che richiede il superamento del semplice accostamento di elementi in una piattaforma o in
piattaforme di diffusione comuni per più di un mezzo e/o operatore della comunicazione
(giornalista, blogger, ecc) e per raggiungere questo risultato è necessario che i vari operatori
lavorino come una grande squadra.
Nelle aziende di comunicazione che hanno compiuto il passo verso la convergenza digitale è stato
necessario modificare i modelli classici della scrittura (il luogo fisico in cui si lavora) bandendo gli
spazi privati o utilizzati da una sola persona in cui ogni giornalista o reporter lavorava. Ora si opera
in spazi aperti e ampi nei quali le informazioni possano fluire facilmente tra le persone: giornalista,
graphic designer, editor audio e video, responsabile della realizzazione di sondaggi, editorialisti,
ufficio pubblicità, ecc.
La finalità del lavoro strutturato in questo modo consiste nel poter comunicare, ovviamente in
modalità digitale, proponendo contenuti e informazioni "arricchite" e superando il ricco, ma anche
limitato modello della comunicazione multimediale (testo + immagini + audio).
Un modello di lavoro convergente richiede nuove competenze da parte degli operatori della
comunicazione, perché risulta necessario imparare a lavorare con gli altri e rinunciare al
"protagonismo" del giornalismo tradizionale. D'altra parte, questo modo di produrre informazioni
richiede una maggior pianificazione di ciò che si desidera comunicare, degli elementi di
informazione digitale da adottare, della priorità da accordare ai vari mezzi (testo, audio, immagini).
Se sembra già complicato organizzare un modello di lavoro convergente, dovremmo aggiungere che
i mezzi considerati convergenti non solo lavorano con team di redazione multidisciplinari, ma
oserei dire con "meta-redazioni" in cui all’elaborazione di un’unità di informazione digitale
collaborano non solo gli operatori di un unico mezzo, ma di varie realtà: ad esempio, CNN News,
CNN TV, CNN Internet. A volte si verifica anche la formazione di alleanze strategiche: Yahoo!,
Reuters, Weather Channel, The Wall Street Journal.
Si evita così che ogni realtà e ogni azienda debba diventare multimediale grazie alle informazioni
che altri possono produrre e integrandole nei propri spazi di comunicazione.
La motivazione che sta alla base degli sforzi di convergenza digitale è sicuramente l'interesse
economico, non l’impegno di comunicare meglio per il bene dell’umanità, ma semplicemente
l’intento di collocare la propria "iniziativa di convergenza" cercando di battere la concorrenza.
D’altra parte, le iniziative di convergenza possono mettere in ombra gli operatori che hanno avuto
un certo successo impegnandosi nel “citizen journalism”, il “giornalismo cittadino”, inteso come
partecipativo, che svolgono attività di comunicazione digitale con le proprie risorse e spesso hanno
superato i "giganti"dei mass media.
Social network: non solo intrattenimento
Oggi ci sono persone che non amano l'utilizzo "poco serio" conferito ai social network, tecnologie
private e di proprietà che permettono a milioni di persone di entrare in contatto con parenti, amici,
conoscenti e... persone che non si conoscono, ma che, aggiunte al proprio elenco di amici, sembrano
dare visibilità: "Ho un elenco di 2.500 amici ... non ne conosco personalmente circa 2.300, ma io
sono una persona molto popolare".
Per un figlio di Don Bosco e per chiunque condivida la passione del "Da mihi animas" le reti sociali
possono costituire un nuovo modo per realizzare l’insieme salesiano cortile – scuola – chiesa - casa,
poiché rappresentano non solo uno spazio digitale in cui esprimere queste 4 realtà tipiche di ogni
opera salesiana, ma permettono di ampliare in modo esponenziale il proprio raggio d’azione. Che
uso avrebbe fatto Don Bosco di queste preziose risorse? È noto che le reti sociali spesso sono anche
spazi banali, ma costituiscono anche un luogo digitale in cui i giovani non sono solo presenti, ma
vivono.
Il cosiddetto "continente digitale" è uno spazio che richiede nuove modalità di produrre
comunicazione per nuove tipologie di comunicatori (coloro i quali hanno la capacità di
comunicare). È un luogo in cui tutto può accadere e che richiede la presenza decisiva del carisma
salesiano, come sempre al servizio dei giovani.
Continua però a riecheggiare con forza la domanda: «Come fare? Quali suggerimenti offrire?» e le
esperienze ben riuscite al riguardo sono ancora poche.
Un punto di partenza verso una risposta consiste nell’accettare il fatto che le reti sociali sono, anche
se informalmente, un ambiente di grande convergenza. In spazi come Facebook confluiscono vari
prodotti della comunicazione, soprattutto nello stile del "produttore/consumatore", perché, sebbene
molti contenuti proposti nei social network siano consumati e poi "copiati" o riportati da molti siti
Internet, ve ne sono però molti propri, che vengono poi distribuiti ad altri. Questa convergenza
risponde in misura maggiore agli interessi personali di ogni utente di questa tecnologia e, sebbene
non vi fosse un progetto iniziale in questo senso, finisce per costruire vere e proprie piattaforme di
distribuzione di contenuti di interesse per molte persone.
La nostra comunicazione in stile salesiano, anche se diventa digitale, non può smettere di essere
umana e personale. Per questo non possiamo rinunciare a servirci dei social network al fine di
continuare a offrire, come Bollettino Salesiano, uno sguardo al mondo salesiano e una visione
salesiana del mondo. È necessario far sì che il nostro impegno per la comunicazione sia
convergente, invece di continuare a procedere in modo distinto rispettivamente per la stampa, la
radio, la televisione, i video e Internet.
La nozione di “digitale” che si adatta a noi
In realtà vi sono più modi di intendere il giornalismo digitale, e quindi il giornalista digitale. Alcuni
pongono l'accento sulle modalità con cui le informazioni vengono distribuite, una distribuzione
digitale attenta al linguaggio multimediale, alla rilevanza non solo delle fonti, ma dei link e dei
contenuti proposti al "pubblico", nonché ai meccanismi di interazione con l'ambiente e con gli altri
individui che fanno parte del pubblico "lettore".
Un altro aspetto da considerare è quello che si riferisce al digitale inteso come valido strumento per
compiere l’opera di informazione: il giornalismo che è digitale poiché si "realizza" con strumenti
digitali: la ricerca nei social network, l’analisi di forum, l’utilizzo dei video e della fotografia
digitali come strumenti di informazione digitali.
Nel nostro caso è necessario conciliare le due visioni: un giornalismo attento a un’adeguata
"grammatica" e alle tendenze di consumo di informazioni e contenuti digitali, ma che sa anche
utilizzare le tecniche peculiari di un giornalista che intende il suo lavoro in modalità digitale.
Gli attuali media digitali hanno saputo servirsi dello sviluppo di questo nuovo modo di fare
giornalismo risparmiando sui costi e sul personale. Una nota caratteristica del nostro modo di fare
giornalismo come famiglia salesiana consiste nel non avere a disposizione ingenti risorse finanziarie
e umane, e per questo il giornalismo digitale è una buona opportunità per tutti noi.
Una convergenza salesiana
Mi permetto di presentare nuovamente la necessità di conferire un nuovo significato, senza
dimenticare quello originario, alle espressioni casa, cortile, scuola, chiesa in modo che abbiano un
senso nel continente digitale.
Spesso nei rispettivi paesi noi salesiani cerchiamo di fare uso di mezzi o prodotti della
comunicazione adeguati e pertinenti. Come abbiamo già detto, abbiamo anche navigato nel mondo
digitale. Credo che il problema consista nel fatto che abbiamo anche adottato altri modelli di
presenza in rete e in un certo senso abbiamo rinunciato a "salesianizzare" Internet offrendo la nostra
tradizione educativa e pastorale.
Solo per fare qualche esempio, non è difficile identificare la "parolina all’orecchio" con un banner
collocato in una pagina web. Non è neppure difficile intendere come una proposta salesiana la
direzione spirituale trasformata in "counseling online".
D'altra parte, uno dei nostri punti deboli consiste nel cercare di dare risposte o di offrire servizi
digitali in modo individuale o locale, ispettoriale o nazionale. Se consideriamo il mondo digitale che
ci circonda, osserviamo che in molti casi le offerte di servizi digitali (di informazione, animazione,
consulenza, ecc.) sono pensate in modo globale, malgrado le barriere linguistiche o culturali. Il
Bollettino Salesiano potrebbe anche essere pensato in modo globale proprio perché il mondo
digitale non conosce frontiere.
Un’opportunità potrebbe consistere nel considerare i nostri ambiti d’azione nel campo della
comunicazione in modo convergente, superando le varie strategie, se sono state pensate in questi
termini, di divisioni o frammentazioni digitali (sito web del BS, sito web ispettoriale, sito web di
una stazione radio salesiana...). Non si tratta di realizzare monoliti digitali, ma di comunicare con
più forza integrando contenuti che possono essere utili ai nostri destinatari.
Il Bollettino Salesiano del futuro... prossimo
Alcune idee che credo riguarderanno il Bollettino Salesiano del futuro:
- Ambito digitale: sebbene la presenza di un supporto tradizionale continui a essere significativa, in
realtà la tendenza verso l'informazione digitale è irreversibile e quindi non dobbiamo escludere la
possibilità che un giorno il BS diventi solo digitale.
- Dimensione internazionale: poiché il mezzo tramite il quale viaggiano le informazioni digitali,
Internet, non ha confini reali e i suoi contenuti possono essere consumati in qualunque punto del
pianeta, il Bollettino Salesiano deve essere pensato come un mezzo internazionale. Il numero di
edizioni non dipenderà necessariamente solo dalla lingua comune.
- Lo spazio di convergenza (integratore) per i media salesiani: se già oggi disponiamo di un gran
numero di contenuti di carattere salesiano, in futuro questa quantità aumenterà in modo
esponenziale e quindi il BS potrebbe esserne lo spazio di integrazione, anche se continueranno a
conservare la loro indipendenza.
- Deposito dell’eredità spirituale, educativa, pastorale salesiana universale: dovrà permettere di
accedere a tutte le risorse disponibili per la Congregazione e la Famiglia Salesiana. Dipenderà dalla
capacità di tradurre in forma digitale documenti, informazioni ed esperienze.
- Dovrà essere elaborato da una redazione multidisciplinare: un team di persone che a partire da
aspetti distinti realizzano il contenuto essenziale della comunicazione: elaborare un messaggio e
ricevere una risposta.
- Multi-piattaforma, multimediale per integrazione: un BS che possa essere visitato
indipendentemente dallo strumento che si ha a disposizione (laptop, smartphone, tablet, ecc.) e che
integri le varie risorse di testo-immagine-audio più adatte per comunicare un messaggio.
- Aggiornamento in tempo reale: superando i limiti presentati dalle edizioni cartacee, il BS potrà
disporre di nuove informazioni senza obbedire a criteri di periodicità, ma rispettandone sicuramente
altri propri del giornalismo, quali la rilevanza, la pertinenza e la tempestività.
- Fruizione personale: il BS diventerà un mezzo nel cui processo di configurazione potranno
intervenire i lettori, decidendo come consumare il prodotto e come ridistribuirlo.
- Uno spazio in cui il “citizen journalism” avrà un'opportunità di partecipazione tramite la quale i
lettori del BS potranno intervenire proponendo contenuti, se sono pertinenti.