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Perna e Furio il muratore di Miglierina
Nel comune di Serrastretta, tanti e tanti anni fa, viveva una bellissima fanciulla chiamata Perna. Di buona famiglia e beneducata,
aveva attraversato splendidamente la prima fanciullezza, senza inquietudini e primi amori che le sconvolgessero l’esile equilibrio che
ella portava nel corpo e nell’anima. Suo padre era stato ben attento a salvaguardare l’onore della figlia dagli audaci giovanotti di
rango, che vagavano di palazzo in palazzo cercando di circuire con parole piene di miele le giovani donzelle prossime allo sbocciare.
Perna era una di quelle per cui le espressioni “giochi d’amore” e “innocenti carezze” non significavano nulla. Si racconta che fosse
abitudine della fanciulla recarsi nei primi pomeriggi d’estate presso una fontana e che seduta proprio sull’acino che ne inzuppava
leggermente il vestito, ella trascorresse parte del tempo a giocherellare con l’acqua e a leggere.
In uno di questi pomeriggi Perna incontrò un giovane. Impaurita e intimidita, si nascose poco lontano ma non abbastanza per evitare
la forte curiosità di osservare la scena che si apprestava a compiersi. Il giovane, pur avendo già notato la ragazza da tempo, conscio
della sua posizione di muratore che mai avrebbe accolto una richiesta di corteggiamento da parte della famiglia di lei, non aveva mai
osato dichiararsi, e mai le aveva parlato. Quel giorno però, sfidò la Sorte. Posò al sole gli attrezzi che aveva appena sciacquato e
toltosi la canotta ormai sudata e sporca di calcinaccio, lavò con gentilezza i suoi muscoli e il suo flessuoso torace consapevole degli
occhi che l’accarezzavano da dietro un cespuglio. Dovette ripetere la scena per diversi giorni prima di poterle parlare!
Tra i due nacque una sincera e amorevole amicizia, sentimento d’affetto che i due nascondevano a causa della differenza sociale,
insieme agli incontri presso la fontana. Un pomeriggio, spaventati dal rumore di una carrozza in avvicinamento, i due si nascosero tra
le mura di una cascina poco distante. Complice l’averla tenuta per mano, l’affanno del loro respiro e lo sguardo di pericolosa
incoscienza da parte della giovane, i due si lasciarono andare a squisite e tenere carezze che solo l’incoscienza di un bacio
inaspettato può provocare. Scoppiò l’amore e scoppiò la bomba quando il ventre di Perna iniziò a gonfiarsi. Impaurito, ma felice ed
innamorato, il giovane muratore volle prenderla con sé e sposarla in gran segreto. Con l’appoggio della madre di Perna, che come
toppa allo scandalo spingeva ad un’unione riparatrice, Furio si attivò per preparare i documenti necessari. Tuttavia nelle tradizioni
popolari si sa: dove c’è scandalo ci sono sempre orecchie ben tese! Il fratello di Perna, avvertito da una voce nel vento, per riparare
all’orrenda macchia, in un agguato presso la fontana galeotta l’uccise, lasciando che quel corpicino inerme fosse trovato da un
qualunque passante. L’innamorato, che nulla sapeva della tragedia, non poté che piangere sulla sua tomba, ma folle ancora d’amore la
dissotterrò per baciarne un’ultima volta le labbra di pesca. Tuttavia la pena nel vederla fredda e immobile fu così tanta che il giovane
morì di dolore poco dopo averla tenuta tra le braccia.
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