TB Teatro Barbaro
Associazione culturale
LO SCAMBIO
scritto e diretto da
Senio G.B. Dattena
con
Maria Loi
Scena e costumi
ROSA PINNA
LA TRAMA e alcune note
Doloroso racconto di una donna che dopo anni di rimozioni, si ritrova inaspettatamente a fare i
conti con il pesante fardello della sua infanzia. Quasi folle, vive una vita di emarginazione e di
solitudine. Grazie a misteriose presenze, l’infanzia e la prima adolescenza dolorosamente
rimosse, riemergono con crudele semplicità. Tornano così alla memoria enormi buchi neri.
Esiliata dal contesto sociale, perseguitata da un passato angoscioso e da esso eternamente in
fuga, un giorno, in quella che fu la sua stazione, importante snodo della sua esistenza, incontra
misteriosi individui. Incontri che si ripeteranno sera dopo sera fino a quando, senza volerlo,
ricorda .... e racconta.
Con la lievità della bambina prima e con la rabbia dell’adolescente poi, la donna rivive i
momenti drammatici e tragici che l’hanno profondamente segnata.
Con ingenuità ci racconta dei suoi pochi anni e delle carezze dell’amato padre e dei baci e di
quello che a lei sembrava amore ma che invece era qualcosa che andava chiamato con altri
nomi.
La madre, apparentemente fredda e dispotica, assiste impotente a questa relazione fino a
quando non arriverà a compiere un gesto irreparabile. Un gesto del quale la ragazzina si
sentirà responsabile per tutta la vita.
I misteriosi interlocutori che non vediamo e che non sentiamo, sembrano avere il potere di
stimolarne i ricordi.
Come in una seduta di psicanalisi la donna rivive i propri ricordi, le proprie angosce andando
fino in fondo. Fin dove non sarebbe mai voluta arrivare. Fino a ricordare tutto, attimo per
attimo. Una discesa agl’inferi che sarà però anche una risalita verso la vita o, quantomeno,
verso una possibilità di vita.
Il racconto avanza implacabile e si fa grado a grado sempre più nero. Ogni volta che ci
illudiamo di aver toccato il fondo, accade sempre qualcosa che alza la posta e che rende la
storia sempre più sorprendentemente fosca e intricata.
Una storia di violenza familiare ma, soprattutto, una storia di vita interrotta che tenta
faticosamente di rimettersi in cammino.
In scena un’attrice sola.
Dunque un monologo.
L’ambizione di questo progetto è però quella di riempire il palcoscenico di presenze altre, e far
diventare queste presenze degli specchi nei quali lo spettatore si possa riflettere e riconoscere.
Far scattare insomma un meccanismo di immedesimazione attraverso il quale lo spettatore
entra in contatto intimo con l’attrice – ormai non più sola – e, quale deus ex machina
contemporaneo, risolve il conflitto.
Un pubblico dunque che entra in scena e accompagna la Nostra protagonista nell’inferno del
suo passato fino ad un possibile “riveder le stelle”
In scena un’attrice e delle valige e, dentro le valige, fiori.
Fiori che Ella stessa crea e ai quali dà un nome. Potrebbe fare la fioraia se solo li vendesse. Ma
quei fiori non sono cose, sono ricordi, lacrime, croci.
Altro protagonista il vento. Sempre minaccioso. Sempre come quel giorno.
Poi un treno che non arriva, una stazione che non c’è più e la notte blù.
In cielo splende la luna.
TB
associazione culturale
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