risposte a piero scaruffi

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LETTERA DI RISPOSTA AL SIG. PIERO SCARUFFI
Gentile signor Scaruffi,
in qualità assoluta di amatore, e senza alcuna vena polemica da far pulsare, La scrivo dopo aver letto la Sua recensione
in merito all’opera dei Beatles. Mi rendo conto che la moltitudine di fan del quartetto contraria alla sua esposizione le
abbia fatto ingrossare il fegato fino a indurla a massacrare con ogni mezzo l’opera degli artisti de quo, ma sono costretto
a farle notare alcune incongruenze e a farla ragionare (mi scusi se mi permetto) su alcuni punti.
Ciò, tenterò di farlo esponendo le sue dichiarazioni con le mie risposte in grassetto:
I Beatles appartengono certamente alla storia del costume degli anni '60, ma i loro meriti musicali sono quantomeno dubbi.
I - Sulla prima parte dell’esposizione siamo tutti d’accordo, sui dubbi temo di no in quanto verranno esposte delle prove.
I Beatles vennero alla luce all'apice della reazione nei confronti del rock and roll, quando innocui "teen idols" (rigorosamente
bianchi) prendevano il posto dei selvaggi rocker neri che avevano scosso le radio e le coscienze di mezza America.
II - I Beatles innanzitutto, erano inglesi e nacquero, almeno spuntarono nel panorama europeo, verso la fine del 1957, dove il
rock ‘n roll dall’America era in piena esplosione (Chuck Berry (nero), Elvis Presley (bianco), Fats Domino (nero), Little
Richard (nero)). Tali artisti, includendo anche Carl Perkins (bianco), Buddy Holly (bianco), Bill Haley (bianco) e Eddie
Cochran (bianco), oltre ad essere contemporanei, vennero riveduti e riproposti dai Beatles già prima della loro partenza per
Amburgo avvenuta nell’agosto del 1960. Con ciò non facevano altro che proporre in chiave inglese le versioni dei loro
beniamini statunitensi. Non vi sono quindi avvicendamenti di rilievo.
L'arrivo dei Beatles rappresento` il salvagente per la middle-class bianca, terrorizzata all'idea che il rock and roll rappresentasse una
vera rivoluzione di costume. I Beatles tranquillizzarono quella vasta fascia di pubblico e conquistarono i cuori di tutti coloro
(soprattutto al femminile) che volevano essere ribelli ma senza violare i codici imperanti.
III - Appare strano sentir parlare di salvagente se anche i Beatles iniziarono suonando proprio quei brani che avrebbero
dovuto terrorizzare chissà cosa. A placare eventuali animi intimoriti ci avevano pensato già Elvis Presley, Jerry Lieber, Mike
Stoller, gli Everly Brothers…
Ai volti contorti e lascivi dei neri del rock and roll si sostituiro i sorrisi innocenti dei Beatles; ai ritmi scatenati dei primi si
sostituirono le cadenze orecchiabili dei secondi.
Il rock and roll poteva finalmente essere accettato nelle classifiche del "pop".
I Beatles rappresentarono la quintessenza della reazione a una rivoluzione musicale che non era finita, e per qualche anno riuscirono
ad arenarne l'impeto.
I Beatles rappresentarono anche la reazione a una rivoluzione sociale e politica. I Beatles vennero alla luce negli anni dei disordini
studenteschi, di Bob Dylan e degli hippies.
IV - Qui mi sembra che i Beatles, per farLe un favore personale, avrebbero dovuto emulare in ogni scorcio i loro beniamini.
Ritengo più originale la soluzione da loro adottata in quanto tentarono, riuscendoci, di mostrare una faccia diversa dell’epoca
allora dominante. A me risulta un grande merito quello di non adeguarsi arbitrariamente alle mode. Risulta sempre più
originale il cambiamento radicale o la soluzione controcorrente, dove ci vedo anche una buona oncia di astuzia comune ad
ogni mortale.
Non vedo perché avrebbero dovuto contestare guerre o protestare contro scelte politiche od altro degli Stati Uniti se loro
erano inglesi e probabilmente non conoscevano neanche cosa stava accadendo all’altro capo del mondo. Bob Dylan poteva
grazie alle sue geniali facoltà e soprattutto ai fatti che nella sua terra accadevano. (Blowin’ in the wind, Masters of war)
I Beatles sostituirono le immagini di quei giovani arrabbiati col pugno chiuso con i loro visi simpatici e le loro dichiarazioni amabili.
I Beatles sostituirono le parole d'accusa di quei musicisti militanti con filastrocche corrive. Anche in questo i Beatles servirono a
Per il resto della loro carriera i Beatles furono quattro musicisti mediocri che cantavano ancora canzoni melodiche di tre minuti (le
stesse che si facevano da decenni) in un'era in cui la musica rock tentava di spingersi al di la` di quel formato (un formato
originariamente dovuto alle limitazioni tecniche del 78 giri). I Beatles furono la quintessenza del "mainstream", assimilando nel
formato della canzone melodica le innovazioni che venivano man mano proposte dalla musica rock.
Sulla mediocrità ci sarà da puntualizzare qualcosa più in là per il resto come sopra.
I Beatles appartenevano ancora, come i Beach Boys (di cui emularono gran parte della carriera), all'era dei complessi vocali, nei quali
la tecnica allo strumento non era importante: cio` che contava era il ritornello.
V - Sull’emulazione della carriera dei Beach Boys ci si può stare fino ad un certo punto. Per quanto concerne le canzoni
imperniate su un ritornello, anche i Byrds e non solo (che lei ritiene superiori) componevano brani di uguale metrica e/o
fattura.
Indubbiamente dotati nel comporre ritornelli, si avvalsero del produttore George Martin (capo della Parlophone fin dal 1956) per
abbellire quei ritornelli con arrangiamenti via via piu` eccentrici.
VI - Mi sembra che i loro arrangiamenti siano stati rivoluzionari ma questo lo vedremo in seguito
Grazie a un'accorta campagna pubblicitaria, divennero forse gli entertainer piu` celebri della seconda meta` del secolo, e sono rimasti
beniamini dei rotocalchi mondani e dei tabloid, cosi` come le principesse di Monaco e Lady Di.
VII - Non mi sembra siano stati gli unici a essere pubblicizzati, ma andiamo oltre.
La convergenza fra polifonia occidentale (la melodia, le armonie vocali in piu` parti, gli arrangiamenti) e percussivita` africana, che
era stata il leitmotiv della musica popolare americana fin dagli albori, venne legittimata in Europa dal successo strepitoso del
Merseybeat, e in particolare dei suoi esponenti piu` venduti, i Gerry and the Pacemakers e i Beatles, entrambi gruppi pilotati dal
produttore George Martin e dal manager Brian Epstein.
VIII - Il successo di Gerry and the Pacemakers è dovuto soprattutto ai Beatles, in quanto scrissero buona parte dei loro
successi (seppur banali). Probabilmente fu per questo motivo che Epstein decise di scommettere su di loro quando avrebbe
potuto farlo con qualunque altro gruppo della sua scuderia (Billy J. Kamer and the Dakotas o Cilla Black)
I complessi del Merseybeat ebbero il grande merito di legittimare il rock presso un pubblico molto piu` ampio, virtualmente senza
confini. Seppero interpretare lo spirito e le tecniche del rock and roll in un modo largamente emancipato dalle sue istanze sociali e in
tal modo (disinnescandone il potenziale esplosivo) lo resero accessibile a tutti, e non soltanto ai giovani ribelli.
Mediocri musicisti e ancor piu` mediocri intellettuali, complessi come i Beatles avevano pero` l'intuito del saltimbanco che sa come
divertire i contadini dopo una dura giornata di lavoro, un intuito trasferito nell'era della distribuzione di massa dei beni di consumo.
IX - Sulla loro mediocrità intellettuale posso anche essere d’accordo ma sempre in base a quanto concerne la loro
preparazione scolastica, abbandonata abbastanza presto per dedicarsi alla musica. Col trascorrere degli anni, temo per Lei,
che la loro potenzialità intellettuale si sia ben rinvigorita. Per Sua informazione, Poco prima dell’esperienza amburghese,
Lennon, per alimentare la sua conoscenza ed ampliare quindi la sua cultura, divorò gran parte dei libri posseduti da
Sutcliffe, che disponeva di un intelletto e di una cultura decisamente superiore.
Ogni loro canzone e ogni loro album faceva seguito a canzoni e album altrui ben piu` salienti, ma, lungi dal semplice copiarli, le
canzoni dei Beatles li riconducevano anche a una dimensione piu` borghese, ortodossa, conformista.
Cosi` anche per le idee del tempo, dalla "contestazione" dei campus universitari al pacifismo di Dylan, dalla droga all'Oriente. Il loro
veicolo era la melodia, una sorta di codice universale che dichiarava innocua la loro musica.
Naturalmente altri complessi compirono la stessa operazione, e molti (dai Kinks agli Hollies, dai Beach Boys ai Mamas & Papas)
produssero melodie forse piu` memorabili, ma i Beatles arrivarono al momento giusto e loro sarebbe rimasto il marchio di fabbrica
sulla canzone melodica della seconda meta` del Novecento.
X - I gruppi da Lei citati sono rimasti ancorati ad una o due sfaccettature dell’immenso panorama che la musica può offrire.
Risulta strano che, a parte i Beach Boys, gli altri da lei citati abbiano lasciato ai posteri pochi pezzi memorabili.
La loro ascesa venne contrassegnata dalla "Beatlemania", un fenomeno di isteria di massa (lanciato nel 1963) che rappresento` l'apice
della parabola del "teen idol", una figura che si era venuta delineando attraverso i miti di Frank Sinatra ed Elvis Presley. Da quel
momento in avanti, qualunque musica componessero, i Beatles rimasero al centro dell'attenzione dei media.
Musicalmente, per quello che conta, i Beatles furono il prodotto di un'era che era stata preparata da gruppi vocali come gli Everly
Brothers e da cantanti rock melodici come Buddy Holly; un'era che si espresse anche attraverso i girl-group, i complessi della Tamla
e i complessi di musica surf. I Beatles hanno in comune con tutti questi (oltre a melodie quasi identiche) un concetto generale della
canzone come melodia esuberante, cadenzata, ottimista.
XI - La “Beatlemania” era e rimane appunto un fenomeno di cui non si conoscono le radici, posto ancora oggi all’attenzione
di studiosi. Se pensa di accreditare tutto ad una accurata campagna mediatica, come Lei e altri sostengono, mi scusi se glielo
dico ma cade nel ridicolo. A quanto dice sembra che Brian Epstein, poco prima dello scoccare del 1964 abbia fatto qualche
centinaio di milioni di telefonate, inviato telegrammi od altro ad ogni cittadino del mondo convincendolo ad acquistare i
dischi dei Beatles perché erano meglio di chiunque altro, raccomandandosi anche di far in modo che tutte le ragazzine
diventassero isteriche alla sola vista. Credo sia incredibile una cosa del genere e spero convenga.
I Beatles erano la quintessenza della mediocrita` strumentale. George Harrison era un chitarrista patetico al confronto degli altri in
circolazione a Londra in quegli anni (Townshend degli Who, Richards dei Rolling Stones, Davies dei Kinks, Clapton e Beck e Page
degli Yardbirds, e tanti altri meno famosi ma molto piu` originali).
I Beatles si erano completamente persi la rivoluzione della musica rock (che era fondata sull'uso vistoso della chitarra) ed erano
rimasti al modulo delle orchestrine di musica leggera. Paul McCartney era un cantante anni '50, che non avrebbe potuto cantare in
maniera piu` scontata. Come bassista non valeva l'ultimo dei bassisti rhythm and blues (anche se nel mondo del Merseybeat il suo
stile era effettivamente rivoluzionario). Ringo Starr suonava la batteria come qualsiasi ragazzo dell'epoca (in realta` era forse l'unico
dei quattro ad avere un minimo di competenza tecnica). Complessivamente la tecnica dei quattro era la stessa di tanti altri complessi
di easy-listening: sub-standard.
XII - Sul fatto che non erano dei grandi virtuosi posso essere d’accordo con Lei. Ridurli alla quintessenza mi appare però
esagerato. Risulta facile paragonare George Harrison che, nonostante tutto ha influenzato molti chitarristi posteri (tra cui
Pat Metheny), a geni come Jimi Hendrix, Jimmy Page, John Mayall, Dave Gilmour o Eric Clapton. Non mi risulta,
ascoltando ovviamente i brani, che sia meno creativo o addirittura così inferiore a Robbie Krieger (di cui è ammirevole lo
stile), Mike Nesmith, John Fogerty, Carl Wilson, o Pete Townshend.
Paul McCartney che tra l’altro è un ottimo polistrumentista, (come Zappa) non risulta assolutamente l’ultimo dei bassisti.
Se porgesse l’audio alle elaborazioni di basso in canzoni come “Drive my car”, “Paperback writer”, “Rain”, “Lucy in the sky
of diamonds”, “Something” (per citarne alcune) potrebbe convenire che non ha nulla da invidiare a John Entwistle, Louis
Johnson, Dick Taylor, Stuart Cook, Brian Wilson o Chris Hillman. A mio parere il più grande bassista del rock rimane John
Paul Jones, di poco superiore a Roger Waters.
Ringo Starr non era e non è un batterista all’altezza di mostri come John Bonham (a mio avviso il migliore), Keith Moon, Jim
Keltner, Nick Mason, Bill Kreutzmann o Mike Giles, ma le converrebbe prendere atto che risulta indubbiamente più creativo
o almeno non inferiore a Charlie Watts, Dennis Wilson, Michael Clarke o John Densmore (di cui è comunque apprezzabile lo
stile).
I loro erano dischi di canzoni tradizionali, canzoni come si facevano da secoli, ma servivano un pubblico immenso, ben piu`
numeroso di quello (hippies e contestatori) che voleva cambiare il mondo.
I fans dei Beatles ignoravano o aborrivano i tanti musicisti rock che in quegli anni stavano sperimentando con il formato della suite,
che stavano componendo lunghi brani free-form, che stavano usando la dissonanza, che stavano cambiando radicalmente il concetto
di brano musicale.
I fans dei Beatles pensavano (e molti lo pensano ancora oggi) che usare le trombe in una canzone rock fosse un fatto rivoluzionario,
che usare qualche rumore di sottofondo (peraltro appena udibile) fosse un fatto ancor piu` rivoluzionario e che soltanto grandi geni
musicali potessero svariare in cosi` tanti stili nell'arco di uno stesso album (proprio cio` che tanti musicisti rock stavano facendo in
giro per il mondo, e con ben altre escursioni stilistiche).
Mentre i Velvet Underground, Frank Zappa, i Doors, i Pink Floyd, e tanti altri componevano lunghe e ardite suite degne della musica
d'avanguardia, ed elevavano la musica rock ad arte maggiore, i Beatles continuarono fino alla fine a sfornare canzoni di tre minuti
impostate sul ritornello.
XIII - Tutti i gruppi et/aut artisti da lei citati sono nati dopo che i Beatles avevano abbondantemente spianato la strada con
innovazioni sonore e stilistiche ed inoltre, i Beatles non erano gli unici a “sfornare” canzoni di tre minuti impostate sul
ritornello (Byrds, Beach Boys, Kinks). Tra l’altro anche i Beatles hanno composto suite o brani di musica d’avanguardia
lunghi o non necessariamente lunghi e se permette l’elevazione della musica rock ad arte maggiore deriva da ben altri meriti
che citerò in seguito.
Cio` non toglie che la Beatlemania trasformasse tutto in mito. I fans dei Beatles si esaltavano per venti secondi di tromba, anche se i
Velvet Underground componevano suite di rumore di venti minuti.C'erano in realta` ordini e ordini di grandezza di differenza fra una
tromba e il rumore, e fra venti secondi e venti minuti. Erano (musicalmente, sociologicamente, politicamente, artisticamente,
ideologicamente) due pianeti diversi.
La Beatlemania provoco` una comica distorsione temporale. Molti fans dei Beatles rimasero convinti che il rock and roll fosse nato
intorno ai primi anni '60, che il rock psichedelico e gli hippies fossero stati un fenomeno del 1967, che i disordini studenteschi
fossero iniziati nel 1969, che le proteste pacifiste fossero esplore alla fine degli anni '60, e cosi` via. Molti fans dei Beatles rimasero
convinti che i Beatles fossero stati i primi in tutto, mentre furono gli ultimi quasi in tutto. Il caso dei Beatles e` un esempio canonico
di come il mito possa deformare la storia.
XIV - I Beatles non sono stati i primi in tutto e questo è stabilito. Deve però darmi atto che sono stati precursori o fautori di
tanti generi sviluppatisi a posteriori. Non vedo perché, sempre per farLe un favore personale, i Beatles avrebbero dovuto per
forza suonare o comporre brani di venti minuti. Ritenevano semplicemente comporre quel che bastava per far comprendere
a chiunque la loro potenzialità e sembra ci siano riusciti benissimo. In medio stat virtus.
I Beatles ebbero la funzione storica di ritardare l'impatto delle innovazioni degli anni '60. Mentre fra il 1966 e il 1969 andava di
modo la suite, la jam, il brano lungo dallo svolgimento piu` o meno libero (a cui i Beatles arrivarono soltanto alla fine della loro
carriera), mentre il mondo era pieno di chitarristi, pianisti, bassisti, cantanti e batteristi che suonavano assoli e sperimentavano sul
contrappunto, i Beatles si limitavano a battere il tempo e ad accompagnare la melodia.
Ma la loro funzione storica fu anche quella di far accettare alcune di quelle innovazioni (la musica rock stessa) al pubblico piu`
conservatore.
La loro forza fu forse proprio quella di essere l'epitome della mediocrita`: mai un volo di genio, mai un'idea rivoluzionaria, mai
discostarsi dallo standard; accettare le novita` soltanto quando sono state accettate dall'establishment. Ma forse proprio quella cronica
mediocrita` fece la loro fortuna: laddove gli altri complessi cercavano di superare il proprio pubblico, di stare sempre due passi avanti
alla miopia dei loro fans, di aprire strade sempre piu` tortuose e territori sempre piu` avventurosi, i Beatles furono sempre attenti a
condurre i propri fans per mano lungo un rettilineo senza curve e, soprattutto, senza salite.
XV - Mai un volo di genio? Mai una idea rivoluzionaria? Mai discostarsi dallo standard? Preferirei astenermi ma vorrei
ricordarLe alcuni punti:
-Tenda l’audio a “Please please me” e passi poi direttamente ad “Help!” o “Rubber soul” e cerchi di individuare il
cambiamento in soli due anni e mezzo di carriera contornati prevalentemente da tour mondiali, riprese cinematografiche e
quant’altro, lesinando quindi sulla possibilità di elaborare in studio.
- Vorrei ricordarLe che esistono anche “Revolver”, “Sgt. Pepper’s” “The Beatles AKA White album” e “Abbey Road”.
I fans dei Beatles possono cambiare a piacimento il significato del termine "artistico", ma la verita` e` che il valore artistico dell'intera
opera dei Beatles e` bassissimo.
Come sopra
I Beatles fecero soltanto canzoni, e spesso canzoni senza pretese, con melodie tanto orecchiabili quanto quelle di tanti altri cantanti di
musica leggera. Il valore artistico di quelle canzoni e` il valore artistico di una canzone: per quanto ben fatta (ed e` persino discutibile
quante delle loro canzoni fossero davvero superiori alla media e quante fossero semplicemente le canzoni del gruppo piu`
pubblicizzato del momento), rimane una canzone. Esattamente come un dentifricio rimane un dentifricio, e non diventa un quadro
d'arte soltanto perche' e` molto pubblicizzato.
XVI - Non solo i Beatles vennero pubblicizzati e poi credo che nonostante una pur massiccia campagna mediatica debba
derivare per forza un giudizio positivo sull’oggetto pubblicizzato. Vorrei ricordarLe il caso di “Thriller”. Album
strapubblicizzato dalle maggiori aziende statunitensi (Coca Cola, Mars, Texaco). Tutti invitavano a comprarlo e non a caso
risulta il disco più venduto. Non mi sembra però che abbia sortito lo stesso effetto dopo averlo ascoltato.
I Beatles vengono giustamente giudicati per le belle melodie che scrissero. Ma quelle melodie erano "belle" soltanto paragonate alle
melodie di quelli che "non" cercavano di scrivere melodie, ai musicisti che stavano rivoluzionando il concetto di musica popolare con
suite, jam, rumori, etc.
Molti contemporanei di Beethoven scrissero minuetti che Beethoven non scrisse mai: ma forse perche' Beethoven stava cercando di
scrivere altro, anzi stava proprio cercando di creare una musica che non fosse fatta di banali minuetti.
Le melodie dei Beatles erano invece forse inferiori alle melodie di chi cercava di scrivere melodie, ai tanti compositori di musica
leggera che rappresentano tuttora la vera concorrenza per la musica dei Beatles (ma che erano meno famosi e pertanto meno
ascoltati).
XVII - Quel “forse” sull’inferiorità è fuori luogo e mi sembra che grazie ai Beatles molti artisti non ascoltati o non compresi
comparvero alla ribalta. In merito a ciò le ricordo che Sua Maestà Bob Dylan espose che il folk, suonato allora da Donovan,
Dylan stesso, Woody Guthrie, ebbe la possibilità di fondersi definitivamente con il rock grazie all’invasione negli Stati Uniti
dei Beatles e dei Rolling Stones. I Byrds e i Beach Boys furono i più grandi interpreti di tale genere e per quanto concerne i
primi, Roger McGuinn, quando collaborava con Bobby Darin, ascoltò i Beatles durante un concerto del 1963 e rimanendone
estasiato decise di fondare i Byrds pronunciando tali parole:” Esiste un vuoto nel mercato discografico attuale e vorrei
provare a sperimentare la fusione di Lennon e Dylan per vedere cosa succede!” E ci sono riusciti molto bene.
Le canzoni dei Beatles erano corredate da testi discretamente sciocchi per quell'epoca, un'epoca in cui innumerevoli cantautori e
complessi tentavano di dire qualcosa di intelligente. I testi dei Beatles erano ancora legati alla tradizione della canzone leggera,
mentre nella musica rock dilagavano narrazioni fortemente psicologiche, satire anti-establishment, arringhe politiche, droga, sesso e
morte (giusto o sbagliato che fosse).
XVIII - Sono d’accordo con lei fino a “A hard day’s night”. Da “I’m a loser”, primo esempio di canzone non necessariamente
imperniata su una dichiarazione d’amore romantico, per poi passare a “Help!” e “Rubber soul”, dove vengono fuori i primi
brani che parlano di droga e sesso non necessariamente esplicito, anzi, innovativamente celati, stati d’animo non usuali,
(Help!, Norwegian wood, In my life, Wait, The word, Run for your life) fino all’epoca di “Revolver” (Day tripper, We can
work it out, Paperback writer, Rain, Taxman, Eleanor Rigby, Love you to, Doctor Robert, Tomorrow never knows) e “Sgt.
Pepper’s” (Strawberry Fields forever, Lucy in the sky with diamonds, Getting better, Fixing a hole, She’s leaving home, A
day in the life, I am the walrus, Only a northern song e spero possa bastare per ora visto che mi sono limitato al 1967) dove
emergono molto più esplicitamente le arringhe politiche, la satira, la protesta, il sesso, la droga e la morte (giusto o sbagliato
che fosse).
Il fatto piu` artistico e innovativo alla fin fine erano gli arrangiamenti di George Martin, che, forse conscio dei limiti musicali dei
Beatles, uso` i sessionmen e lo studio di registrazione in maniera creativa, spingendosi forse oltre quanto avevano tradizionalmente
fatto i produttori di musica leggera (che da sempre si appoggiano alle orchestrine e allo studio di registrazione per abbellire le
canzoni). In piu` Martin aveva indubbiamente la passione per i suoni insoliti. Agli inizi della sua carriera, aveva prodotto Rolf Harris'
Tie Me Kangaroo, che usava il didjeridoo in un'epoca in cui quasi nessuno sapeva cosa fosse. Fra il 1959 e il 1962 Martin aveva
prodotto diversi dischi di comici britannici, nei quali aveva sperimentato a dirotto ispirandosi al comico californiano Stan Freberg,
forse il primo ad aver usato lo studio di registrazione come uno strumento.
XIX - George Martin è stato sicuramente un grande punto di riferimento negli arrangiamenti ma mi dispiace per Lei che i
veri geni erano i Beatles (come disse Martin stesso) che cercavano di trarre anche dall’elemento più futile, più insignificante,
l’espediente per un suono innovativo. E se non fosse stato per la voglia di Lennon e McCartney, nel rendere possibili, reali,
dei suoni fino ad allora mai concepiti, oggi non avremmo l’ADT, il DI , il multing o il varispeeding, tecniche di registrazione
inventate esclusivamente da e per loro. Altro che studio di registrazione come strumento e vorrei ricordarLe che utilizzavano,
per creare tutto ciò, mezzi semplicissimi, adoperabili da ogni comune mortale, come ad esempio:
- cantare dietro lo scuotere di bottiglie riempite con la ghisa
- l’immersione di microfoni in catini d’acqua
- l’utilizzo degli stessi avvolti in calze di nylon
- cantare in posizioni scomode per creare suoni grazie all’anomala funzione dei polmoni et/aut diaframma
- l’uso dei tape-loops creati da Paul McCartney
- l’uso degli stessi tagliandoli, gettandoli in aria e alla caduta raccolti e incollati in maniera casuale…
In quanto icone popolari, personaggi celeberrimi, etc, i Beatles furono certamente influenti sul loro tempo (benche' molto meno di
quanto i loro fans suppongano). Anche Richard Nixon, il presidente Americano della guerra del Vietnam e del Watergate, fu
influente sul suo tempo e sulle generazioni successive: cio` non ne fa un grande musicista.
Oggi le loro canzoni sono suonate per lo piu` nei supermercati. Ma il loro mito, come quello di Rodolfo Valentino e Frank Sinatra,
vivra` finche' vivranno i fans che ci hanno creduto. Negli anni la loro fama verra` sostenuta artificialmente da campagne pubblicitarie
colossali, che non hanno eguali nella storia dello spettacolo.
XX - Dire che le loro canzoni siano suonate prevalentemente nei supermercati e ciò mi dispiace per Lei, la fa crollare ancora
più nel ridicolo. Scusi, ma vorrei ricordarLe che artisti come Frank Sinatra, Ray Charles, Joe Cocker, Keith Moon, David
Bowie, Bob Dylan, Jimi Hendrix, Frank Zappa, Elton John e chissà quanti altri, hanno reso onore, fin dall’uscita in singolo o
apparizioni in pubblico, alla loro opera. A parte le innumerevoli cover di artisti attuali (U2, Bryan Adams, Stevie Wonder,
Oasis, Take That, REM, Aerosmith, Phil Collins, David Lee Roth, Ozzy Osbourne, Sting, Motley Crue, Gun’s ‘n Roses,
Radiohead, Toto), le ricordo che la loro musica domina ancora dopo quattro generazioni. Risultano infatti, attualmente come
i secondi al mondo nelle vendite delle loro opere! Addirittura prima degli U2!
Tornando alle campagne pubblicitarie, le ricordo che oggi, con i mezzi a disposizione che sicuramente non esistevano allora,
sono state fatte cose decisamente più colossali. E per di più, oltre a ricordarLe l’esempio di “Thriller”, deve convenire sul
fatto che se un prodotto è scadente, non vi può essere alcuna campagna mediatica ad obbligarti a comprarlo, ascoltarlo,
osannarle, propinarlo ai posteri.
La loro storia ebbe inizio alla fine degli anni '50. I Crickets di Buddy Holly ("grilli") avevano di fatto inventato il concetto moderno
di complesso rock. Indirettamente avevano anche lanciato la moda di battezzare un complesso rock con una parola plurale (come i
complessi doo-wop prima di loro) ma una parola comica invece che seria. In breve spuntarono complessi come i Crickets dappertutto
e quasi tutti con nomi di una parola plurale. A dilagare furono gli insetti. I piu` famosi furono i Beatles.
Costruiti piu` che altro per portare in Europa lo spirito spensierato, le melodie semplici e le armonie vocali dei Beach Boys (la
novita` americana di turno), i Beatles finirono per diventare loro malgrado il massimo successo discografico del loro tempo.
XXI - Ripeto che i Beatles sono nati prima delle armonie vocali dei Beach Boys, nonostante tutto innovative (1961)
Detto che ne' i Beatles ne' i Beach Boys appartengono alla storia maggiore della musica, entrambi furono pero` influenti nel conferire
credibilita` commerciale alla musica rock e nell'incoraggiare migliaia di ragazzi in giro per il mondo a formare complessi rock; un po'
come il successo di Elvis Presley, anche lui lungi dall'essere un grande musicista, aveva incoraggiato migliaia di ragazzi bianchi (fra
cui Beach Boys e Beatles) a diventare rockers.
XXII - Se i gruppi et/aut artisti da Lei citati non appartengono alla storia della musica rock potremmo anche chiudere ma
siccome sono un sedizioso andrei avanti.
La "swinging London" degli anni '60 era un misto di rinnovamento, mediocrita` qualunquista, disimpegno, rinascita della cultura,
attrazione turistica, frenesia di vivere, di istanze di ribellione sommerse dalle insegne luminose, di ragazzi capelloni e di ragazze in
minigonne, di benessere e ipocrisia del benessere, di qualunquismo e dolce vita, e molte altre cose; i Beatles furono il prodotto piu`
venduto di quella Londra ambigua e contraddittoria.
XXIII - Fortunatamente i Beatles vengono prima della “Swinging London” e grazie a loro l’Inghilterra e Londra in
particolare, riacquistarono credibilità e aura agli occhi degli altri paesi del mondo (veggasi l’MBE a parte il beneplacito del
primo ministro Harold Wilson).
I Beatles erano originari di Liverpool. John Lennon, che aveva suonato per anni in un gruppo di skiffle (i Quarrymen, fondati nel
1955) prima di formare i Beatles nel 1960 con McCartney, suonava la chitarra ritmica. George Harrison, assunto quando era ancora
minorenne, era il chitarrista principe (con uno stile essenziale che si ispirava alle chitarre rockabilly di James Burton e Carl Perkins).
Dopo aver fatto gavetta ad Amburgo in Germania (suonando i classici del rock and roll), debuttarono al Cavern di Liverpool il 21
febbraio 1961. In seguito Ringo Starr rilevo` il batterista e Paul McCartney passo` al basso. A differenza degli altri gruppi del
Merseybeat, che fin dal 1960 si erano evoluti verso uno stile sempre piu` guidato dalla chitarra, i Beatles continuarono a far leva sulle
armonie vocali, come si faceva negli anni '40 e '50.
XXIV - Non suonavano solo i classici del rock ‘n roll ma anche loro composizioni come “I lost my little girl”, “Cry for a
shadow”, “Cayenne” e “In spite of all the danger”.
Nel 1962 era esploso il fenomeno di Beach Boys e Four Seasons, due complessi che in realta` eseguivano musica melodica vocale
ma che imitavano i Crickets nell'assetto. Furono comunque Beach Boys e Four Seasons a imporre le armonie vocali a piu` parti nella
musica leggera bianca (un derivato del doo-wop dei gruppi neri, che era stato popolare per tutti gli anni '50).
Quell'anno i Beatles cominciarono la transizione da gruppo di cover (come tanti altri in Europa) a gruppo melodico vocale. Uno dei
primi brani dei Beach Boys era stato la revisione di un brano di Chuck Berry. Uno dei primi brani dei Beatles sara` la revisione di un
brano di Chuck Berry. Paul McCartney suonava il basso come Brian Wilson nei Beach Boys.
Brian Epstein fu l'uomo che li scoperse (nel novembre del 1961) e fu l'uomo che ne creo` l'immagine (fu lui a inventare il loro
abbigliamento e la loro capigliatura a caschetto (copiata dal comico televisivo Ish Kabibble), nonche' a trovare il contratto con la
EMI). George Martin fu l'uomo che ne creo` il sound.
XXV - I capelli a caschetto e l’abbigliamento che tra l’altro calzerà bene anche sulle teste e sui corpi dei Byrds, Yardbirds,
Rolling Stones, Jefferson Airplane, Monkees, Who, furono creati per loro dalla fotografa e artista tedesca Astrid Kirchher
(compagna di Stuart Sutcliffe).
Dire poi che Paul McCartney suonava il basso come Brian Wilson, (dove risulta precisamente il contrario) oppure che i
Beatles agli inizi suonavano come i Crickets per il Suo tentativo di sminuire le loro potenzialità o la loro qualità mi sembra
riduttivo e ridicolo. Mi perdoni ma sembra che si stia aggrappando ad ogni appiglio pur di denigrare et/aut minimizzare la
loro opera. A parte il fatto che credo sia ovvio che qualunque musicista o comunque artista si sia in qualche modo ispirato a
qualcuno prima. Allora io potrei dire che i Rolling Stones, i Byrds, gli Who e i Moody Blues suonavano come loro, così come
potrei dire che Jimi Hendrix suonava come Django Reinhardt, B.B. King, Eddie Lang o come Charlie Christian, che Jimmy
Page suonava come Wes Montgomery o come Brownie McGhee, che Mark Knoplfer suona come Chet Atkins, Les Paul o
Duane Eddy, che Bob Dylan suona l’armonica come Sonny Terry eche Janis Joplin cantava come Billie Holiday o che Bill
Cobham suona come John Bonham o Keith Moon. Abbia pazienza.
Il 1962 fu l'anno di Dylan, delle dimostrazioni pacifiste, delle canzoni di protesta. Proprio nel 1962, quasi agli antipodi di cio` che
stava accadendo in USA, i Beatles esordirono con un 45 giri, Love Me Do (registrata nel settembre 1962), che era un gioviale rhythm
and blues condotto dall'armonica nello stile di Delbert McClinton.
Veda punto IV
Il brano entro` in classifica alla fine dell'anno. Nel febbraio del 1963 il complesso raggiunse la seconda posizione delle vendite con
Please Please Me. Un'accorta campagna pubblicitaria, gestita genialmente da Epstein, scateno` nel giro di pochi mesi l'isteria di
massa: dischi che si esaurivano prima ancora di essere stampati, mass-media che seguivano passo-passo le avventure dei quattro eroi,
moda che ne imitiva le pettinature a caschetto. Epstein aveva creato la "Beatlemania".
Veda punto XI
Di pari passo con il crescere del fanatismo procedeva anche il raffinamento del loro stile, che assimilava continuamente nuovi
elementi e diventava sempre piu` melodico, rinnegando progressivamente le radici rhythm and blues da cui era partito. Attraverso
From Me To You, la scalmanata She Loves You (con i primi selvaggi "yeah-yeah") e I Want To Hold Your Hand (con clapping e un
ritmo piu` pesante), tutti al primo posto delle classifiche del 1963, si affermava una tecnica che fondeva secoli di stili vocali (innodia
sacra, song elisabettiana, music-hall, ballata folk, gospel e doo-wop) in una forma armoniosa e cristallina di ritornello ottimista, una
variante dell'operazione appena compiuta negli USA dalle Shirelles. Nei casi migliori era lo stile giovale/infantile/orecchiabile di
Buddy Holly a essere copiato, ma accelerandone il ritmo secondo la moda del "twist". Il twist era il successo straordinario di quegli
anni: ritmo veloce, atteggiamento provocante e ritornelli orecchiabili. I Beatles intuirono che quella era la formula giusta.
In USA non se n'era ancora accorto nessuno, e degli album Please Please Me (marzo 1963) e With The Beatles (novembre 1963)
erano apparse soltanto versioni menomate con titoli diversi, ma nel gennaio 1964 la EMI decise di investire massicciamente e
puntualmente I Want To Hold Your Hand arrivo` al primo posto delle classifiche Americane, e cosi` fece il primo album Americano,
Meet The Beatles (Capitol, 1964). Negli USA, ripuliti dalla feccia del rock and roll perverso e amorale degli anni '50, il loro
Merseybeat educato e orecchiabile venne visto di buon occhio dai media.
XXVI – Strano però che dopo “I want to hold your hand” Elvis Presley inviò loro un telegramma di auguri e Sua Maestà Bob
Dylan decise di incontrarli.
Dopo la prima tournee` del febbraio 1964 e la loro apparizione all'"Ed Sullivan Show", i loro 45 giri capeggiavano saldamente anche
le classifiche americane (nell'aprile del 1964 occupavano i primi cinque posti). D'altronde il loro sound era saturo di musiche
americane: lo stile vocale era mutuato ora dagli hard-rocker come Little Richard e ora dai call-and-response soffici dei Drifters
(l'echeggiarsi l'un l'altro, il protendere una parola per diverse battute, l'urlare "yeah" in modo scomposto ed emettere gridolini in
falsetto), oltre che dai ritornelli di Holly e dalle armonie dei Beach Boys, mentre lo stile strumentale si rifaceva ancora ai combo di
twist.
Il segreto del successo dei Beatles (in USA come in UK) fu la semplicita` degli arrangiamenti: laddove gli idoli dell'epoca erano
spalleggiati da arrangiamenti complessi e quasi classici, e talvolta anche da effetti di studio, i Beatles usavano la tecnica elementare
dei complessi surf senza alcun supporto dell'orchestra e senza effetti surreali.
I Beatles riaffermarono il primato del cantante in un'epoca in cui il cantante era sempre piu` subalterno allo studio di registrazione. I
giovani Americani si riconobbero nel loro stile immediato rispetto a quello artificiale dei "teen idols" Americani cosi` come si erano
riconosciuti nei primi dischi di Presley rispetto a quelli artificiali della musica leggera degli anni '50.
In parallelo il sound dei Beatles si stava ammorbidendo, seguendo il resto del Mersey sound. Martin era anche il produttore dei
gruppo Gerry & The Pacemakers (formati nel 1959 e anch'essi gestiti da Epstein), i cui primi tre 45 giri erano arrivati al primo posto
delle classifiche di vendita. Lo stile orecchiabile dei Beatles era, in effetti, stato sperimentato con i Pacemakers, i cui primi tre 45 giri
(How Do You Do It, marzo 1963, I Like It, maggio 1963, You`ll Never Walk Alone, ottobre 1963) coniarono di fatto lo stile: una
versione molto melodica del rock and roll e una versione molto edulcorata dei suoi testi ribelli.
In pratica i Pacemakers (o chi per loro) avevano trasferito il rock and roll nella musica leggera, sostituendo ai ritmi forti e "sporchi"
del rhythm and blues quelli leggeri e ordinati della canzone europea, sostituendo alle melodie oblique del blues quelle orecchiabili
dell'operetta britannica e sostituendo ai testi adolescenziali conturbanti di Chuck Berry i testi adolescenziali romantici dei "teen
idols".
Con i Beatles il duo di Epstein e Martin continuo` semplicemente quell'idea.
La differenza e` che adesso gli autori di quasi tutto il repertorio erano John Lennon e Paul McCartney (non necessariamente in
coppia, anche se tutte le canzoni portano la firma di entrambi per ragioni contrattuali).
Veda punto VII
Nel 1964 a Berkeley, in California, scoppiano i primi disordini studenteschi. I ragazzi protestano contro la guerra del Vietnam, ma in
generale protestano contro l'establishment. La ribellione che covava dagli anni '50 trova un veicolo intellettuale.
XXVII – Dopo la dichiarazione di Lennon su Gesù nel 1965, scoppiò ben altro. Nulla a che vedere con la protesta contro la
guerra in Vietnam o Biafra (tra l’altro ben sostenuta da Lennon che riconsegnò l’MBE), ma vorrei ricordarLe i roghi dei loro
dischi (tra l’altro ricomprati), le minacce di morte e gli anatemi del Ku Klux Klan, la scampata soppressione all’aeroporto di
Manila e i disordini di Budokan.
I Beatles non ne sanno nulla e quell'anno registrano Can't Buy Me Love (un rockabilly swingante e melodico alla Bill Haley, il primo
ad arrivare al primo posto sia in UK sia in USA), A Hard Day's Night e I Feel Fine (su cui, nel novembre 1964, Lennon usava il
feedback, inventato negli anni '50 da chitarristi blues come Johnny Watson e Willie Johnson e gia` usato da Clapton negli Yardbirds),
XXVIII – Che il feedback sia stato inventato da Watson e Johnson sono anche d’accordo. Sull’uso fatto dagli Yardbirds le
ricordo che “I feel fine” venne registrata il 18/10/64 e pubblicata due mesi dopo, almeno 10 mesi prima della pubblicazione di
“For your love” e 2 mesi prima di “Five live yardbirds”
canzoni sempre piu` esuberanti con ritornelli sempre piu` memorabili, tutte ai primi posti su entrambi i lati dell'Atlantico. Con queste
canzoni e con i loro atteggiamenti pubblici, i Beatles impongono uno stile di essere giovani piu` fantasioso e provocatorio. I Beatles
sono appena nati eppure girano gia` il primo dei documentari surreali dedicati alla loro vita quotidiana, A Hard Day's Night e
vengono pubblicate le prime due biografie del gruppo. Ma in USA l'investimento e` sempre piu` massiccio: la EMI firma contratti a
valanga per favorire il mercato di parrucche alla Beatles, di abiti alla Beatles, di cartoni animati ispirati ai Beatles, persino di bambole
Beatles. L'America e` invasa dall'immagine di quei quattro ragazzi sorridenti, con la creazione del mito di "teen idols".
Veda secondo trafiletto del punto XX
che sembrano esorcizzare la guerra del Vietnam, i disordini studenteschi, le marce della pace, l'assassinio di John Kennedy, i
disordini razziali, Bob Dylan, il rock and roll e tutte le altre tragedie (presunte o reali) che affliggono l'"American dream".
In fondo, e` una forma di terapia d'urto.
Veda punto XXVII
Naturalmente dietro quei quattro volti sorridenti si celano semplicemente quattro mediocri musicisti (e quattro miliardari snob nella
piu` fiera tradizione britannica).
XXIX - Che siano stati snob è assurdo. Per dirne qualcuna, Harrison nel 1964 dichiarò: ”Ho provato il caviale e mi piace ma
preferisco ancora i sandwich all’uovo”, oppure legga le liriche di “Help!” e capirà a cosa si riferisce Lennon.
Quest’ultimo era talmente “snob” che dichiarò ad un giornalista che si preoccupava della carrozzeria della sua Rolls Royce
ben ammaccata dall’assalto dei fans:” Loro mi hanno permesso di comprarla e mi sembra giusto che loro debbano
distruggermela.” O meglio. Di fronte alle reazioni scostanti della gente dopo la concessione dell’MBE, lo stesso Lennon
dichiarò: “Gli altri hanno ricevuto l’MBE per meriti avuti in battaglia, per onori di guerra, quindi per aver anche ucciso
della gente. Noi lo abbiamo ricevuto suonando le nostre canzoni, quindi per aver divertito della gente. Credo che ce lo siamo
meritati di più.”
Non sono il simbolo di una ribellione, ma, al contrario, il braccio armato della reazione.
I Beatles ottimisti ed effervescenti rappresentano soprattutto il bisogno di "evadere" dalla realta`. In particolare i giovani aveva un
bisogno disperato di qualcosa in cui credere, qualcosa che non fosse soltanto bombe e teppismo. I Beatles trasferirono in musica
l'entusiasmo delle masse e, di ritorno, vennero acclamati con entusiasmo dalle stesse masse, in un ciclo che rasentava il moto
perpetuo.
Il meglio del loro cliche' e` riassunto da un celebre aneddoto: intervistato durante la tournee americana, alla domanda "come avete
trovato l'America?" Lennon rispose "abbiamo preso a sinistra in Groenlandia!" In quest'humour anarchico e surreale e` racchiuso il
merito piu` grande del quartetto.
Veda punto XXIX. Non vedo perché debba ricordare solo le fasi meno salienti. Questa è una Sua componente in tutta la
stesura. Ascolti tutte le campane prima di esprimere un giudizio. Glielo consiglio di cuore e senza alcuna polemica.
Dal 1965 il long-playing, che nei due anni precedenti era stato in secondo piano rispetto ai 45 giri (le versioni Americane degli LP
comprendevano gli hit, quelle Britanniche in genere no e avevano 14 canzoni contro le 12 delle versioni Americane), diventa invece
la nuova unita` di misura del loro lavoro. A Hard Day's Night (1964) era stato il primo album contenente soltanto materiale di
Lennon e McCartney, anche se seguito da For Sale che aveva sei cover (ma anche Eight Days A Week e la malinconica I Don't Want
To Spoil The Party). Help (Agosto 1965) aveva segnato la transizione dal Merseybeat a un sound piu` folk e country (in molte
canzoni sembra di ascoltare Buddy Holly), svariando da The Night Before a Ticket To Ride. I Beatles di questo periodo sfoderano
soprattutto un talento formidabile per la ballata malinconica, come dimostrano You've Got To Hide Your Love Away e soprattutto
Yesterday, il "lento" per eccellenza di Paul McCartney, ispirato a una melodia jazz degli anni '50 (a cui Martin aggiunse un quartetto
d'archi), anche se forse il meglio si trova ancora nei brani piu` aggressivi, come Help, un gospel adattato al loro stile surreale e pieno
di vita.
XXX - “Eight days a week” e “What you’re doing?” (04/12/64), saranno brani che influenzeranno lo stile dei Byrds. Oltre a
ricordarLe di rivedere il punto XVII provi ad ascoltare “Turn! Turn! Turn!” e mi dica se il brano di apertura omonimo non
ricorda il secondo da me citato.
Il suono delle chitarre di McGuinn è identico alle canzoni citate come in “Ticket to ride”. Quest’ultima venne pubblicata il
09/04/65, due mesi prima che i Byrds pubblicassero “Mr. Tambourine Man” (21/06/65), di cui riconosco l’influenza folk-rock
sui Beatles in “Rubber soul”.
I Beatles pubblicano “Help!” il 19/07/65 (singolo) e il 06/08/65 (album) la colonna sonora dell’omonimo film, quindi i pezzi
furono registrati ancor prima delle riprese dello stesso. Infine ascolti l’avvio di “So don’t care about time” e mi dica cosa Le
ricorda.
In “Yesterday” oltre a non rivelare il nome della melodia jazz, che è del 1953 e dove inoltre, non risulta alcuna similitudine se
non la y finale delle parole nella prima strofa, il quartetto d’archi fu inserito da McCartney e la frase presente nel dolce
accompagnamento d’archi, al primo ritornello è suo. Chissà perche di “Yesterday” ne esistono almeno 2500 versioni rivedute
da altri artisti tra cui vorrei ricordarLe Ray Charles…
Rubber Soul (dicembre 1965) completo` la transizione dal 45 giri all'album e dal Mersey sound al folk-rock. L'influenza dei Byrds
e` fortissima. (If I Needed Someone e` un omaggio esplitico, che usa anche un riff di Jim McGuinn).
XXXI - Sono d’accordo sull’influenza “folk-rock” dei Byrds e non solo (Dylan, Beach Boys) ma non sul resto. Per il riff mi
cita “If i needed someone”, tra l’altro uno dei pezzi minori dell’album. Lo stesso sound o molto simile, ossia quello di
comprimere fortemente il suono di una Rickenbaker a 12 corde per renderlo più “luminoso” (McGuinn), era stato già creato
dai Beatles (su una Rickenbaker a 6 corde) 6 mesi prima, (punto XXX) e le sonorità di Rubber Soul (03/12/65) sono
decisamente superiori (Drive my car, Norwegian wood, In my life, The word, Think for yourself, Girl) a quelle udibili in “Mr.
Tambourine Man”, “In the beginning” e “Turn! Turn! Turn!”uscito 3 giorni dopo (a scopo meramente informativo), tanto
da cambiare la vita a Brian Wilson che decise di sperimentare suoni nuovi per “Pet sounds”.
All’uopo Brian Wilson dichiarò, dopo aver ascoltato Rubber soul:” Nel dicembre 1965 ho ascoltato “Rubber soul” ed è stato
come una sfida per me. Ho visto che ogni taglio artistico era molto interessante e molto importante per me. Così sono andato
subito a lavorare per “Pet sounds”.
I rock and roll di Drive My Car e Run For Your Life, il piglio esotico di Norwegian Wood (una litania alla David Crosby
accompagnata dal sitar, gia` usato dagli Yardbirds, e forse a imitazione di cio` che avevano fatto pochi mesi prima i Kinks con See
My Friends),
XXXII - Per quanto riguarda il sitar c’è un aneddoto. Il famoso strumento indiano fu sperimentato dagli Yardbirds per
“Having a rave up” ma mai inciso su vinile perché avrebbe creato una dicotomia con i suoni più sporchi e acidi che
caratterizzavano gli altri brani dell’album. All’uopo e con una buona dose di incoscienza venne accantonato lasciando
inconsapevolmente a George Harrison la possibilità di utilizzarlo su disco per la prima volta. I Kinks non c’entrano in questa
vicenda e qualche fonte su cui mi documenterò dice che il sitar compare addirittura nelle riprese di “Help!”, quindi ancora
mesi prima degli Yardbirds. Per la cronaca, i Rolling Stones, che tra l’altro andarono in India con i Beatles, oltre ad aver
pubblicato come primo singolo una canzone loro (I wanna be your man), e aver mutuato da Harrison l’uso del dulcimer in
“Rubber soul”, utilizzeranno il sitar non prima della pubblicazione di “Aftermath” (15/04/66) con Mother’s little helper e
Paint it black.
la pallida psichedelia di Nowhere Man e Rain (con backward vocals, ma ispirata a Eight Miles High, che era entrata in classifica
qualche mese prima) spazzolano un repertorio armonico relativamente ampio per i loro standard.
XXXIII – Va bene che “Rain” è stata pubblicata il 30/05/66, un mese e mezzo dopo il singolo “Eight miles high” (14/03/66) ma
sempre dopo quello che Lei definisce “pallida psichedelia” del 1965 ed inoltre non vi vedo alcuna ispirazione. Anzi, Le
ricordo che i Byrds evitarono di inserire nella title-track di “Fifht dimension” il brano “I know my rider”, ritenuto da
McGuinn troppo somigliante a “Paperback writer”. Le registrazioni di “Fifth dimension” iniziarono il 22/12/65, quasi un
mese dopo l’uscita di Rubber soul e alla pubblicazione (citata sopra), venne riconosciuto come il primo album dall’impronta
completamente psichedelica, ma sempre dopo l’esperienza dei Beatles, oltre a dire che già gli Yardbirds, prima dei Byrds si
erano mossi su quella linea con “For your love”, album uscito nel luglio del 1965.
La “pallida psichedelia” innanzitutto nasce con gli Holy Modal Rounders, Donovan e i 13th Floor Elevators tra il 1965/66
anche se le prime esperienze allucinatorie si possono attribuire a Bob Dylan e ai Byrds nei primi anni ’60 e qualcosa si deve
anche ai Kinks nel 1964. I Grateful Dead iniziarono al “Trips festival” alla fine di gennaio del 1966 (dopo i Beatles con
Norwegian wood, The word e In my life), e sicuramente non con gli stessi risultati presenti in “Anthem of sun” del 1968, i
Beach Boys con “Good vibrations” , i Soft Machine, Frank Zappa e i Moody Blues vi arrivano nel 1966 (dopo i Beatles), i
Doors, i Pink Floyd, (a mio avviso i massimi esecutori con i Grateful Dead) e i Jefferson Airplane (che iniziarono ascoltando
le sonorità dei Beatles, Beach Boys e Byrds) lo suonarono dal 1967 (dopo i Beatles). Tutto il resto viene molto tempo dopo.
Con ciò non si può assolutamente attribuire la creazione dello sitle psichedelico ai Beatles, ma di sicuro con gli artisti citati
all’inizio del trafiletto, aprirono la strada a molti altri autori.
Nulla a togliere ai Byrds che inventano il raga-rock (chitarre come sitar) e lo utilizzano in “Fifth dimension” (What’s
happening ?!?!) pubblicato il 18/07/66.
Stranamente, in questa Sua esposizione, cita tutte le canzoni (in maniera piuttosto superficiale tra l’atro), tranne “In my life”
e “The word” che, guarda caso, contengono due innovazioni sonore d’avanguardia. A risolverLe questa amnesia ci penserei
io:
- In “In my life”, l’intermezzo realizzato al pianoforte da George Martin, venne rieseguito a metà velocità durante il
mixdown, facendolo apparire come un clavicembalo e inoltre in sottofondo è udibilissima la contro-elaborazione dove il
pianoforte viene suonato come un’arpa (pianoforte usato come clavicembalo o arpa mi fa immaginare l’influenza su chitarre
usate come sitar qualche tempo dopo dai Byrds)
- In “The word”, il pianoforte che accompagna tutta la canzone, venne fortemente compresso e ben equalizzato creando un
suono nuovo diventato molto popolare nelle composizioni psichedeliche successive.
Le ricordo anche il fuzz bass usato in “Think for yourself” anche questo stranamente sfuggitoLe. (Veda anche punto XV)
Per quanto i Beatles cercassero il successo nel mondo del rock and roll, era evidente che riuscivano meglio nel vecchio mondo della
canzone melodica.
Le tenere Girl e, soprattutto, Michelle (uno dei loro classici "lenti" d'atmosfera, per sola chitarra ritmica, coro e basso melodico, nello
stile dei gruppi vocali degli anni '50) erano davvero eccellenti nel loro genere, anche se ai tempi vennero considerate "minori" in
virtu` del fatto che non vantavano ritmo e volume.
Il 1965 e` l'anno dell'estate degli hippies a San Francisco, della musica psichedelica, dei guru indiani, degli esperimenti con l'LSD. I
Beatles non sembrano saperne nulla e, fermi all'era delle canzoni "soffici", registrano We Can Work It Out, uno dei loro capolavori
melodici, d'atmosfera francese (organetto da strada, fisarmonica).
A parte la registrazione di “Rubber soul e “Revolver” (05/08/66) ma la invito a rileggere il punto XXXIII
Continuano anche a inseguire il miraggio del "rave-up" con Day Tripper, che sfodera il loro riff piu` duro dell'epoca (rubato a Watch
Your Step del bluesman Bobby Parker) ma suona piu` che altro come una patetica risposta a Satisfaction dei Rolling Stones e a You
Really Got Me dei Kinks, i due brani "duri" che avevano scosso le classifiche di quell'anno (uscite rispettivamente a gennaio e l'anno
prima).
I Beatles si liberarono definitivamente di quell'ossessione con il long playing dell'agosto 1966, Revolver, che e` interamente dedicato
alla canzone sofisticata. L'album, estremamente curato, e` una versione ancor piu` "leggera" del precedente. Un altro brano
psichedelico, Tomorrow Never Knows (sitar, backward guitar, droni d'organo), un altro brano orientaleggiante, Love You Too, uno
persino classicheggiante, Eleanor Rigby, un'aria da operetta-vaudeville, Goodday Sunshine, i rhythm and blues di Got To Get You
Into My Life e Dr. Robert, sono mitigati da un atteggiamento sempre piu` languido e romantico. I pochi sussulti di ritmo vengono
subito rintuzzati dalle tenere effusioni di I'm Only Sleeping (con assolo di backward guitar), Here There And Everywhere e For No
One
Con questo album i Beatles si allontanarono ancor piu` dalla musica rock e si avvicinarono alle orchestrine di musica leggera e in
particolare al pop del Brill Building, del quale genere infatti questo album rimane paradossalmente un capolavoro. (Erano gli anni in
cui la canzone melodica di tutto il mondo era influenzata dal Brill Building). Naturalmente Revolver era in ritardo di mille anni sulla
musica rock: quell'anno Dylan aveva pubblicato Blonde On Blonde, un doppio album con composizioni di undici minuti, e Frank
Zappa pubblicava Freak Out, un altro doppio album per di piu` in forma di collage. La musica rock stava sperimentando le lunghe
jam in formato libero: Virgin Forest dei Fugs, Up In Her Room dei Seeds, Going Home dei Rolling Stones. Le canzoni dei Beatles
provenivano davvero da un altro secolo.
XXXIV – Tornando all’inutilità di giudicare i brani dalla durata, (Blonde on Blonde) dovrebbe convenire sulle innovazioni
presenti in brani come “Eleanor Rigby”, “I’m only sleeping”, dove i Beatles inventano e utilizzano per la prima volta il
backward guitar, “Love you to” e il sound sporco e duro di “She said she said” per continuare fino alla psichedelica “pallida”
di Doctor Robert, gettando un occhio su “Rain” tutt’altro che pallida, pubblicata su singolo due mesi prima e al capolavoro
“Tomorrow never knows”, pezzo psichedelico per eccellenza caratterizzato da backward guitar, vocal e da effetti sonori
creati ad arte dalla genialità creativa dei Beatles, specialmente di Paul McCartney con i tape-loops (veda punto XIX), grazie
anche alla fattiva collaborazione di George Martin.
Per “Tomorrow never knows”, McCartney utilizzò suoni saturati e genialmente equalizzati. L’effetto dei gabbiani fu creato
sovrapponendo e saturando urla e risate dello stesso McCartney. Poi venne fatto suonare un accordo (si-bemolle maggiore)
da un’orchestra, un mellotron fuso con un flauto, un altro mellotron in 6/8 in si-bemolle e c’è una frase di sitar a scalare fusa
con tre violini, registrato tutto in compressione e/o accelerazione. (Nessun colpo di genio…). Questi suoni sono praticamente
inimitabili e irrealizzabili, anche dalle più moderne tecniche digitali di adesso e le ricordo che i Beatles utilizzavano un
registratore Studer J39 a quattro piste, un oscillatore e primitivi microfoni a valvole Neumann!
Viene anche citata da molti critici come il primo brano di rock progressivo della storia. (Riveda punto XV) A quanto pare
tutti avevano un produttore e non mi sembra che Martin, a giudicare dai risultati, sia il peggiore come Lei sostiene oppure
quello che disponeva di più mezzi. A me risulta che Allen Klein, con la compagna Betty (ABKCO), abbiano investito fior di
dollari o sterline per i Rolling Stones, disponeva indubbiamente degli stessi mezzi (e la invito a rivedere il punto XIX oltre che
poche righe da qui in su) e non mi sembra abbiano raggiunto gli stessi risultati.
Nulla a togliere a “Freak out”(27/06/66), che ha stabilito un punto importante nella storia del rock, sempre dopo aver
ascoltato ciò che era stato pubblicato prima. Mentre Zappa aveva la facoltà di comprimere diversi stili in 4 o 5 o 8 o 11
minuti, creando il suono dell’assurdo, i Beatles li riproponevano per tutta la durata dell’album e ciò non credo sia oggetto di
critiche negative come Lei fa spesso per denigrare.
Per quanto riguarda “Goin’ home” degli Stones, se per Lei è una suite d’avanguardia il ripetersi di “such such such” o
“That’s all i got to say”, preferirei di gran lunga composizioni come “Epitaph”, “In the wake of Poseidon”, “Fallen angel” o
“Lizard” dei King Crimson, oppure “Atom heart mother” e “Ummagumma” dei Pink Floyd, o “Heroin” dei Velvet
Underground. E se volessi citare i Beatles, credo siano molto meglio di “Goin ‘home” composizioni come “It’s all too much”,
“Hey Jude”, “Revolution 9” o “I want you”. De gustibus.
La perfezione formale del loro melodismo si sublima invece nei 45 giri del 1967: quello barocco/elettronico di Penny Lane /
Strawberry Fields Forever che esce a febbraio (il primo a non raggiungere la cima delle classifiche e uno dei loro massimi
capolavori), quello quasi hard-rock di Paperback Writer, e quello bambinesco di Yellow Submarine, mosaico di gag sonore e di cori
da pub. Penny Lane rappresenta l'apice manieristico dell'arrangiamento: ritmo vaudeville, melodia ipnotica, trombe rinascimentali,
flauti folk, triangoli. Strawberry Fields Forever e` un altro esperimento psichedelico forte di un arrangiamento denso e
caleidoscopico (backward vocals, mellotron, arpa, timpani, bongos, tromba, violoncello).
XXXV - In relazione ai cori da pub e le gag sonore di “Yellow submarine”, canzone scritta esclusivamente per i bambini,
(dubito che avrebbero potuto parlare di caos studenteschi, droga o sesso) dove si odono effetti sonori molto interessanti e per
nulla banali, potrebbe dirmi perché Zappa in “Wovie zowie” o “You’re probably wondering why i’m here” può
permetterselo senza alcuna stroncatura?
Concordo perfettamente su “Strawberry Fields forever” e vale come altro eccellente esempio di psichedelica (punto XXXIII)
Il 1967 fu l'anno delle radio FM che cominciavano a trasmettere lunghi brani strumentali. In Gran Bretagna fu anche l'anno della
moda psichedelica: in Aprile si tenne il Technicolor Dream, che segno` l'apice del fervore psichedelico a Londra, facendo seguito a
vari eventi dell'UFO Club, e i Pink Floyd destarono scalpore con i loro singoli psichedelici.
Puntualmente i Beatles registrano Sgt. Pepper's Lonely Heart Club Band (1967), l'album concept che usci` proprio nei giorni in cui
il festival di Monterey consacrava i nomi sacri di quegli anni. A differenza dei dischi rivoluzionari di quegli anni, registrati con mezzi
umili e in fretta e furia, l'album dei Beatles era costato un'enormita` e aveva richiesto quattro mesi di lavoro.
I Beatles si librano nel ritornello etereo di Lucy In The Sky With Diamonds (le cui iniziali dicono "LSD"), con sitar, organi scordati e
acuti indianeggianti, indulgono in canzoncine da vaudeville come Lovely Rita e When I'm Sixty Four (un ragtime d'epoca degno della
Bonzo Band), sfoderano il melodismo stralunato di With A Little Help, e disseminano effetti di studio qua e la` per darsi l'aria di
avanguardisti (Fixing A Hole e soprattutto Being For The Benefit Of Mr Kite), in realta` tutti spunti mediati dal music-hall, dal circo e
dalle bande di paese.
A Day In The Life rappresenta l'apice di questo matrimonio di tecnica e di filosofia, di questo felice connubio fra la fantasia armonica
di Martin (persino un'orchestra di quaranta elementi, in cui ogni strumento suona dalla nota piu` bassa a quella piu` alta) e
l'esistenzialismo hippie di Lennon (che viviseziona l'alienazione borghese).
Tutto fluisce senza intoppi all'insegna di un melodismo di prima qualita`, ora potenziato da arrangiamenti d'alta fedelta`, e svariando
con la solita disinvoltura dalla ballata folk al vaudeville di periferia, dal soul alle marce da fiera, dall'Oriente allo swing, dalla musica
da camera alla psichedelia, dal tip-tap alle orchestrine del parco. Il tutto fuso in un flusso continuo che ricorda il susseguersi di sketch
di uno spettacolo di varieta`.
XXXVI – Ecco alcune delle innovazioni tecniche e voli di genio che Lei stranamente non cita:
1) Utilizzato di nuove unità di modulazione effetti come il pedale wah-wah e il fuzzbox,
2) La creazione di Paul McCartney dell’ inserimento diretto (DI) tecnica, in cui poteva registrare il suo basso collegandolo
direttamente in un circuito di amplificazione e di registrazione. Ma il metodo più frequentemente utilizzato in “Sgt.
Pepper’s” è stato quello di registrare i bassi per ultimo, dopo la registrazione di tutti gli altri strumenti ponendo
l'amplificatore al centro dello studio e posizionando un microfono a valvole a una buona distanza dalla sorgente. (Come
avevano fatto i Beach boys però con le voci)
3) L’invenzione del “Multing”, ossia la registrazione di un brano su tutte e quattro le tracce di un registratore per poi
mixarlo e doppiarlo in una traccia sola.
4) L’invenzione dell’”Automatic double tracking” (ADT, tra l’altro utilizzato già in Revolver), grazie ad una intuizione di
Lennon concretizzata da Ken Townsend utilizzando il collegamento di due ponti su una console registrando un suono singolo
sul primo e una multitraccia sul secondo, creando un suono simultaneamente raddoppiato.
5) L’invenzione del “Varispeeding”, ossia la sovrapposizione di una stessa traccia a diverse velocità, voluta da Lennon per
“Lucy in the sky with diamonds” (in tal caso da 6/8 a 4/4). Inoltre si ode benissimo il timbro della vice di Lennon molto meno
nasale del solito, quasi limpido, ottenuto nella maniera più semplice possibile. In quell’occasione Lennon cantò in una
posizione scomoda, appoggiando la schiena su uno sgabello e tirando la testa indietro.
6) L’inserimento di una traccia a ultrasuoni di 15khz, prima che partisse “The inner groove” di “A day in the life”, ideata da
Lennon per far sì che “infastidisse il suo cane”
7) L’utilizzo di pianoforti come chitarre elettriche ottenuto suonandoli in multitraccia facendo confluire il suono attraverso
semplicissimi oscillatori.
8) “A day in the life” che Lei liquida in 5 righe (l’apice del ridicolo) è una canzone rivoluzionaria che ha veramente cambiato
per sempre la storia del rock.
Si parte dalla fusione di due canzoni appositamente scritte per essere poi intersecate. L’effetto vocale che parte in “I’d love to
turn you on…”e prosegue fino al vortice, così come la voce di McCartney, saturata nell’intermezzo tra la sua parte vocale e il
rientro di Lennon venne creato da quest’ultimo e Geoff Emerick, registrando una parte vocale di Lennon su un registratore
mono accodandoci un feedback. In seguito, la registrazione venne gradualmente aumentata di volume e invertita fino a
quando non si creò un altro feedback che sovrapponendosi partorì il “Twitter sound” (Me ne trovi un altro). Il vortice
orchestrale finale, tecnicamente definito come “Soft upward glissando” (Me ne trovi un altro), venne creato dalle disposizioni
di Lennon relative all’elaborazione in crescendo, da parte di un’orchestra di 45 elementi, della nota più bassa del
pentagramma fino alla più alta. Per la creazione del mai sentito prima effetto sonoro, venne registrato più volte un solo
segmento di tale elaborazione e con la sovraincisione e la compressione equalizzata delle tracce, già utilizzata in “Tomorrow
never knows”, venne fuori un unico massiccio crescendo. Il tutto terminò con l’accordo più famoso della storia (a detta di
molti critici), suonato simultaneamente da sei persone su tre pianoforti a coda e con una subitanea manipolazione delle tracce
per rendere il suono di più lunga durata, aumentando semplicemente il livello di registrazione.
L’effetto dell’ “Inner groove” che prevede il ripetersi all’infinito di una serie di fonemi incomprensibili, prima impossibile da
incidere e poi, manipolato in modo da poter essere inciso è un’altra innovazione sonora, da Lei non citata, utilizzata anche
dagli Who poco tempo dopo in “The Who sell out” e dai Rush nel 1975 nell’album “Fly by night”.
Tutti i Suoi inani tentativi di sminuire le innovazioni di Sgt. Pepper’s, mi scusi se glielo ripeto, la ridicolizzano. Le consiglio di
mutare radicalmente la scheda sui Beatles per far sì che la sua credibilità e competenza (tra l’altro vastissima), abbia
un’importanza maggiore e venga seguita con molta più fiducia da chiunque la legge o la ascolta.
Piu` che un album di musica psichedelica (rispetto alla quale sembra davvero un disco di retroguardia), Sgt Pepper fu la loro risposta
ai sofisticati arrangiamenti pop di Pet Sounds, il capolavoro dei loro rivali Beach Boys, uscito un anno e tre mesi prima. I Beatles
erano sempre stati ossessionati dai Beach Boys, dei quali avevano copiato le armonie vocali a piu` parti, lo stile melodico e
l'atteggiamento di pazzerelli (tutta la carriera dei Beatles dal 1963 al 1968 ricalca praticamente quella dei Beach Boys, con un anno o
due di ritardo, fino alla formazione della Apple Records esattamente un anno dopo la formazione della Brother Records).
XXXVII – Iniziamo a dire che:
1) I Pink Floyd iniziarono a registrare i loro singoli psichedelici e l’album “The piper at the gates of dawn”, agli Abbey
studios, mentre i Beatles, nello stesso studio registravano il “Sgt. Pepper’s”. Le sessioni per il “Sgt. Pepper’s” iniziarono il
24/11/66 (tre mesi prima) e intorno al 29/02/67, giorno in cui presero il via le registrazioni dei Pink Floyd, il tecnico del suono
Norman Smith, che aveva curato “Rubber soul” e “Revolver”, mentre i Beatles stavano registrando “Lovely Rita” ed era già
stato pubblicato il singolo “Penny Lane/Strawberry Fields forever” (13/02/67), “abbandonò” il quartetto, sostituito da Geoff
Emerick, per dedicarsi al promettente gruppo emergente dei Pink Floyd. E se proprio lo vuol sapere sul finire di “The dark
side of the moon” si riesce a sentire una versione orchestrale di “Ticket to ride”.
2) Il “Sgt. Pepper’s” fu la risposta agli arrangiamenti innovativi di “Pet sounds” (16/05/66), oltre ad esserne stato influenzato,
come ha sempre dichiarato Paul McCartney. Nato però , dopo che Wilson ascoltò “Rubber soul”. Per quanto riguarda il fatto
che i Beatles erano ossessionati dalla carriera dei Beach Boys, devo ricordarLe che fu esattamente il contrario. Fu il successo
travolgente dei Beatles, nell’invasione americana a far correre ai ripari i Beach Boys iniziando a limitare il falsetto delle loro
“surf songs” e a cambiare lo stile radicalmente in “Pet sounds” passando sempre per “Rubber soul”. Brian Wilson ha sempre
dichiarato che le canzoni scritte da McCartney e il suo modo di suonare lo hanno maggiormente influenzato. (Dia un’occhiata
al libretto del cd di Pet sounds).
Lo spirito competitivo di Wilson fu scosso dopo Rubber soul, che gli fece intendere che le regole del rock erano cambiate.
3) Per quanto possano essere interessanti e influentissimi gli arrangiamenti di “Pet sounds”, c’è qualcosa su cui
puntualizzare. Per l’album de quo, Brian Wilson, utilizzerà un registratore Ampex a 8 piste (i Beatles lo utilizzeranno solo a
cominciare da “Abbey Road”), e quindi rispondendoLe anche a ciò che ha detto in seguito (uno si domanda cosa avrebbero
potuto fare tanti altri complessi me no fortunati con 700 ore di registrazione), io mi domanderei cosa avrebbero potuto fare i
Beach Boys con un registratore a 8 piste, mentre i Beatles hanno fatto molto di più con uno a 4 da “Rubber soul” a
“Revolver” e in “Sgt. Pepper’s”.
4) L’innovazione dei Beach boys fu quella di rispondere al “Wall of sound” di Phil Spector, registrando tracce dal vivo per
poi scaricarle direttamente su un registratore a 4 piste. Venivano sfruttate poi delle combinazioni di strumenti elettrici
(grazie al genio di Brian Wilson e Larry Levine) con echi e riverberi (veda punto XXXIII) che spesso venivano raddoppiati
con parti di basso o tastiera e miscelandoli poi con altri insoliti strumenti fino a ricavare suoni di sorprendente qualità e
quindi mai uditi prima d’allora e sempre dopo “Rubber soul” (cosa che avrebbero fatto i Beatles in Sgt. Pepper’s, dopo Pet
sounds ma con l’ADT, DI, multing, varispeeding e ben altro). Queste tracce risultanti, venivano poi ulteriormente
raddoppiate su un registratore a 8 piste. Infine fu deciso di registrare il tutto in mono a causa della quasi totale sordità
all’orecchio destro di Wilson (causatagli durante l’infanzia dopo un colpo inflittogli dal violento padre Murry).
- In “You still believe in me”, Asher disse che per creare l’innovativo suono introduttivo, fecero in modo che qualcuno
battesse sulle corde del pianoforte direttamente dall’interno e contemporaneamente qualcun altro avrebbe premuto invece i
tasti creando una sorta di “anello sonoro”.
- In “Let’s go away for awhile”, Wilson, oltre ad utilizzare 12 violini, un pianoforte, quattro sax e un oboe, ha creato un
particolare suono della chitarra suonandola con una bottiglia di coca-cola appoggiata sulle corde.
- In “God only knows”, molto amata da Paul McCartney, viene utilizzato un semplicissimo quanto straordinario “modus
operandi” nell’elaborazione vocale. I vocalists, si disposero in diversi punti della stanza con il registratore al centro in
maniera da creare, con una miscelazione delle voci con un clavicembalo, una atmosfera “celestiale” per dare maggiore
impronta emotiva al brano. (Le ricordo il fatto dei mezzi utilizzabili da ogni comune mortale)
- In “Caroline no”, oltre ad un clavicembalo e dei flauti, in Fa, a cui sono stati miscelati il suono di un tamburello con quello
della percussione di grosse bottiglie per acqua, vuote, su cui sono state sovrapposte le voci, in Fa diesis. Il tutto è stato
accelerato nella registrazione in maniera da rendere la voce di Wilson “più giovane” sul nastro.
5) Paul McCartney disse, al termine delle registrazioni che il Sgt. Pepper’s sarebbe stato “il nostro Freak Out!”. Su questo
però bisogna parlare del significato di “concept album”, dove il Sgt. Pepper’s apparve erroneamente come primo della storia,
tanto da far giustamente ribellare Zappa che rimediò puntualizzando con il suo stile nella copertina di “We’re only in it for
the money”che lo sbeffeggiava. Il Sgt. Pepper’s fu uno dei primi concept album della storia, ma non il primo.
Pet Sounds aveva fatto scalpore, in quanto trasportava in una sofisticata arte di studio il melodismo naif della musica surf. I Beatles
registrarono Sgt Pepper (dal febbraio al maggio 1967) sulla falsariga di Pet Sounds. Le differenze sono principalmente due: Pet
Sounds venne arrangiato, orchestrato e prodotto da Brian Wilson in persona, non da un produttore esterno come George Martin; e i
Beatles erano, come al solito, in ritardo sui tempi (non solo Pet Sounds era gia` uscito da un anno quando i Beatles cominciarono a
registrare Sgt Pepper, ma erano gia` decine i dischi influenzati da Pet Sounds).
Il mito racconta che ci vollero ben 700 ore di registrazione per finire l'album. (Uno si domanda cosa avrebbero potuto fare tanti altri
complessi meno fortunati con 700 ore di registrazione).
Se uno prova a togliere qualche centinaia di ore di raffinamento, non rimane molto piu` di cio` che era gia` presente su Revolver:
qualche tocco orientaleggiante, qualche bizzarria psichedelica, qualche arrangiamento classicheggiante. Togliendo ancora un po' di
strati di produzione rimangono soltanto delle melodie pop, non molto diverse da quelle che scalavano le classifiche dieci anni prima.
La differenza e` che Sgt Pepper venne congegnato per far pensare all'opera rivoluzionaria. Fu anche il primo album dei Beatles di
cui usci` una sola versione in tutto il mondo e quella versione era stata pensata per essere un album (nessuna delle sue canzoni usci`
su singolo).
La verita` e` che, Per quanto dichiaratamente "sperimentale", anche Sgt Pepper rimaneva ancora un disco di musica leggera. I
Beatles del 1967 facevano ancora canzoncine di tre minuti, mentre i Red Crayola e i Pink Floyd (per citare due gruppi psichedelici di
quell'epoca) suonavano lunghe suite in formato libero, talvolta persino cacofoniche, spesso puramente strumentali, al limite della
musica d'avanguardia.
La prego sig. Scaruffi, la smetta, addirittura i Red Crayola…
I Beatles non avevano mai registrato una canzone che non fosse imperniata su un ritornello. Il gruppo nel 1967 cominciava a sentirsi
superato dai tempi e tento` di aggiornarsi alla moda. Ma non riuscirono a spingersi oltre la forma della canzonetta (probabilmente per
il semplice fatto che non ne erano capaci, cosi` come Marilyn Monroe non sarebbe stata capace di recitare Shakespeare).
Sgt Pepper e` il disco di un complesso di musica leggera che aveva fiutato il cambiamento nell'aria e aveva adeguato il proprio stile
agli hippies. E, arrivando buon ultimo, fini` per sancire la fine di un'epoca. Sgt Pepper usci` nel giugno 1967 dopo che Velvet
Underground & Nico (gennaio), The Doors (gennaio), Younger Than Yesterday (febbraio) dei Byrds, Surrealistic Pillow dei
Jefferson Airplane (febbraio) avevano cambiato per sempre la storia della musica rock. (Gran parte delle "innovazioni" tecniche di
Sgt Pepper sono prese di sana pianta da Younger Than Yesterday di cui i Beatles avevano ascoltato i nastri alla fine del 1966). Il
successo strepitoso di Sgt Pepper trasferi` quelle innovazioni dall'underground americano ai salotti e ai supermercati di mezzo
mondo.
XXXVIII -Riconosco, ed è evidente, che il vociare presente nel brano di apertura esiste anche in “So you want to be a rock ‘n
roll star” dei Byrds, presente nell’album “Younger than yesterday” (06/02/67) e che “C.T.A – 102” e “Mind gardens”,
presentano effetti sonori molto interessanti, ma dire che sia stato copiato in buona parte di sana pianta è assurdo.
- In “Thoughts and words” sembra di riascoltare “Drive my car”, così come in “Old John Robertson” sembra di ascoltare gli
archi di “Eleanor Rigby”
- La invito a riascoltare brani come “I’m only sleeping”, “Tomorrow never knows”, “Rain” e “Love you to” prima di parlare
di elaborazioni innovative prese di sana pianta da “Younger than yesterday”
- Mi trovi in “Younger than yesterday” sonorità come quelle presenti in “Lucy in the sky of diamonds”, “Being for the
benefit of Mr. Kite”, “She’s leaving home”, “Fixing a hole” e la prego di non farmi citare il brano che chiude il “Sgt.
Pepper’s”…
Per quanto riguarda gli altri album:
“The Doors”, è indubbiamente un album che ha segnato la storia del rock, dove oltre alla genialità lirica di Morrison, eleverei
di un gradino la genialità di Ray Manzarek, creando un gruppo anomalo privo di basso ma con un organista eccezionale.
Sempre dopo l’apertura di strada citata al punto XXXIII
“Surrealistic pillow”, considerato uno degli album che caratterizzò la “summer of love”, così come il festival di Monterey, ma
nato dall’esperienza di “Rubber soul”, “Revolver”, “Fifth dimension”, “Pet sounds” e alcuni brani dei “The Lovin’
Spoonful” e riveda il punto XXXIII
“Velvet underground & Nico” oltre ad essere stato pubblicato nell’aprile del 1967 e non a gennaio, ebbe, purtroppo, poco
successo per i temi trattati. Di indubbia influenza su tanti altri gruppi posteri come dichiarò Brian Eno ma le ricordo sempre
le sonorità già citate.
Temo che siano stati “Rubber soul”, “Pet sounds”, “Freak out!”, “Younger than yesterday” e “Revolver” a cambiare per
sempre la storia del rock, sempre prima che uscisse il “Sgt. Pepper’s” che creò un punto di non ritorno. Dalla copertina alla
musica contenuta, tutto si presentò assolutamente nuovo, specialmente nelle elaborazioni in studio che crearono musica mai
sentita prima e tuttora non ancora eguagliata. Si informi.
Con Sgt Pepper culmino` comunque il programma sociologico di Lennon e McCartney iniziato con il rock and roll melodico del
1963. La musica dei Beatles rendeva gli eventi (musicali e non) del tempo filtrati attraverso gli occhi della media borghesia che non
ne era protagonista ma solo spettatrice (perplessa e un po' spaventata). Quel programma aveva avuto il pregio di sdrammatizzare e di
conferire un tono leggero e naif ad eventi che stavano causando disordini politici e una rivoluzione morale. I Beatles ebbero il merito
di rassicurare la media borghesia in un'era in cui c'era poco altro di rassicurante per la middle-class.
Veda punto XXVII
Gli arrangiamenti di questo periodo (i clavicembali e i flauti, i nastri pre-registrati e gli effetti elettronici) furono dovuti n gran parte
all'accorto lavoro di produzione di Martin, ex membro dilettante di una banda marciante domenicale di St. James Park. Martin sapeva
che i musicisti d'avanguardia facevano musica manipolando nastri, che esistevano strumenti esotici dalle timbriche insolite, che i
complessi rock stavano dilaniando l'armonia classica. Il suo retroterra (nonche' il suo livello culturale) rimaneva quello del circo, del
carnevale, dell'avanspettacolo, dell'operetta, delle bande marcianti, quello, insomma, dei teatrini di Londra. Martin non fece che
applicare le tecniche eterodosse che aveva scoperto a quel patrimonio folkloristico. Il risultato non fu particolarmente geniale (Martin
non era Beethoven e neppure Karajan), ma certamente curioso.
Niente di più falso e veda il punto XXXIV
E' lui, in questo periodo, il vero genio musicale dei Beatles, capace di trasformare le loro pose snob, le loro puerili presunzioni, i loro
effimeri entusiasmi, in idee musicali. E' lui a trasformare le loro melodie di seconda mano in monumenti di arrangiamenti eccentrici.
E' persino lui a suonare alcuni di quegli strumenti per cui passeranno alla storia i brani di quegli anni.
La sua mano ha lasciato un'impronta sempre piu' forte a partire da Rubber Soul e su Sgt Pepper ha modo di dar fondo alle sue
conoscenze e al suo intuito. Martin, forte di uno status di intoccabile, non si ferma davanti ad alcun espediente. E' invece di
McCartney l'idea/ambizione di collegare le canzoni fra di loro in modo da ottenere un flusso continuo: e' la sindrome dell'operetta,
che da sempre ossessiona i musicisti del musichall britannico. I Beatles riempiono le cronache delle loro dichiarazioni sugli
stupefacenti e sul misticismo indiano, e di come quelle ispirazioni si trasferiscano nelle loro canzoni, ma e' Martin quello che compie
il "trasferimento", quello che trasforma le loro velleita' in musica.
Al tempo stesso, il manager che li aveva resi celebri, Epstein, mori` proprio nei mesi di Sgt Pepper, imbottito di alcohol e di droga.
Venne cosi` a mancare una figura che era stata fondamentale per il loro sviluppo (l'uomo che aveva inventato il loro mito). I Beatles
erano quattro ragazzi immaturi, che per anni erano stati i protagonisti (involontari) di una soap opera di enorme successo, ma
avevano pagato quel ruolo con la reclusione. Per anni non avevano messo il naso fuori dalla stanza d'albergo o dalla limousine. Man
mano che la sorveglianza di Epstein si allentava, i Beatles cominciavano a guardarsi attorno. Scoprirono improvvisamente le sostanze
stupefacenti e gli ideali pacifisti, le religioni orientali e le lotte studentesche. Era un mondo completamente nuovo per loro, di cui
infatti non c'e` traccia nel loro repertorio dei primi anni.
XXXIX - A parte che i Beatlles, oltre a fare largo uso di amfetamine negli anni amburghesi (Preludin, Dexies), furono iniziati
alle sostanze psicotrope da Bob Dylan nel lontano 1964 (un anno e mezzo dopo il loro debutto ufficiale), gli ideali pacifisti li
hanno sempre avuti, (specialmente Lennon) le religioni orientali praticate dalla prima metà del 1965 (due anni e mezzo il loro
debutto) e le lotte studentesche non rientravano assolutamente nelle loro pertinenze in quanto era un problema prettamente
americano. Tutto il resto lascia il tempo che trova…
Fu una rivelazione traumatica. La progressiva assenza di Epstein porto` il caos (e non a caso segno` l'inizio dei problemi di vendite,
di immagine e di pubbliche relazioni che avrebbero portato allo scioglimento del gruppo) ma consenti` anche ai quattro Beatles di
maturare le prime esperienze post-puberali.
Non a caso Sgt Pepper e` un'opera di rottura (all'interno della loro carriera) a piu` livelli. E` un concept (molto autobiografico) sulla
presa di coscienza, e` un concept del fatto di essere in grado di comporre un concept.
Sono di quel periodo, a cavallo fra due epoche, un paio di progetti realizzati con spirito insolito: il programma televisivo Magical
Mystery Tour e il cartone animato Yellow Submarine. In essi si possono scoprire alcune delle idee piu` geniali del quartetto:
rispettivamente il grottesco incubo schizoide di I Am The Walrus e il trip caleidoscopico di It's All Too Much, semplici esercizi di
surrealismo e psichedelia applicati al Merseybeat. Nel primo si trovano anche la ballata pastorale The Fool On The Hill, la
psichedelica Blue Jay Way e il mantra di Baby You`re A Rich Man.
Nel frattempo gli hit continuano a fioccare e risentono del clima sperimentale: Magical Mystery Tour, sigla dello show, con trombe,
cambi di ritmo, piano jazz e andamento da imbonitore di fiere, Your Mother Should Know, altro classico vaudeville, All You Need Is
Love, quasi il loro inno, Hello Goodbye, altro ritornello memorabile deformato da giochi psichedelici, Lady Madonna, in forma di
boogie alla Fats Domino.
Meno male che poco prima abbia dichiarato che con la morte di Epstein ci furono crisi di vendite…
Ma i Beatles appartengono ancora all'era del pop: non usano l'assolo, che invece sta trionfando con i Cream, strimpellano senza saper
veramente suonare gli strumenti, a differenza di Hendrix, e non sperimentano con l'armonia, come invece stanno facendo i Pink
Floyd. Non sono in retroguardia, sono semplicemente in un altro genere.
XL - Strano però che, come ampiamente dimostrato, siano stati i Pink Floyd a seguire le orme (almeno per quanto concerne
la psichedelia) dei Beatles, così come gli altri gruppi sopra citati. La tecnica dei Beatles è più unica che rara e non vedo per
quale motivo, sempre per farLe un favore personale, avrebbero dovuto effettuare assoli come i Cream o qualunque altro
complesso
Hey Jude (agosto 1968), una "lunga" (per i Beatles) jam di blues-rock psichedelico (ma in realta` un altro "lento" storico di
McCartney), usci` dopo Dear Mr Fantasy dei Traffic e quando la popolarita` dei Cream e delle loro lunghe jam dal vivo era al
culmine. Paradossalmente, fu questo tardo brano a stabilire il loro primato di vendite: rimase nove settimane al primo posto della
classifica di Billboard e vendette sei milioni di copie.
XLI – Si è mai chiesto perché, nonostante tutte le innovazioni musicali (prevalentemente dei Beatles) e lo spuntare come
funghi di gruppi eccellenti, i Beatles continuano a spadroneggiare nelle classifiche? Non parlava di crisi di vendite? Io credo
che dal momento che dopo “Sgt. Pepper’s” la musica non sarebbe più stata la stessa, il mondo abbia avvertito inconsciamente
che l’apice fosse stato raggiunto e quindi tutto ciò che sarebbe venuto dopo deriverebbe da coloro che avevano cambiato il
modo di fare musica e quindi un prodotto di elevata fattura, ovviamente nulla a togliere agli altri artisti, anzi i Pink Floyd e i
Led Zeppelin saranno così grandi da sostituire in perfetto stile il loro scioglimento. (Dia un’occhiata alle vendite di Paul
McCartney)
Fissato lo standard melodico del decennio, il quartetto lo aveva implementato su tutti i sistemi armonici che mano a mano venivano
proposti dalla moda.
Applicando la legge industriale della continua riconversione, i Beatles seppero rimanere sempre sulla cresta dell'onda. Tanta varieta`
di arrangiamenti sfocio` in un vero e proprio manierismo, un'attenzione estrema per il dettaglio e per l'ornamento. Gli album del terzo
periodo oscillano infatti fra il collage di miniature e la fantasia melodica, ferma restando in ogni caso una sapiente coesione armonica
fra ogni brano e il successivo, fino a ricalcare, consciamente o meno, la struttura dell'operetta.
I quattro vivevano ormai vite separate, ciascuno poco o nulla interessato alle idee degli altri tre. Il nuovo disco, inevitabilmente,
rifletteva la situazione, dando l'impressione di un'antologia di quattro artisti profondamente diversi piu' che di un disco registrato da
un complesso.
Il doppio The Beatles (novembre 1968), molto simile in spirito al doppio Notorious Byrd Brothers dei Byrds (giugno 1968), risulta
cosi' un accumulo disordinato delle idee piu' disparate. Nessun album del quartetto e' stato cosi' vario ed eclettico. La loro nuova
libidine "progressiva" trova un nuovo sfogo nel blues-rock (Rocky Raccoon, Why Don't We Do It) e in particolare in vertiginosi iperboogie (Birthday e Helter Skelter).
Al tempo stesso, e per conseguenza di quel frazionamento dell'ispirazione, il disco abbraccia una cornucopia di generi: brani
classicheggianti (Piggies, raro momento di genio di Harrison, una sonata barocca eseguita con lo humour sarcastico della Bonzo Dog
Doo Dah Band, con una melodia presa da Eveline di Stephane Grappelli),
folk acustico (Blackbird), cori da campeggio (Bungalow Bill), tenere serenate (Cry Baby Cry, con una delle loro migliori progressioni
di pianoforte), e la solita sfilata di vaudeville (Don't Pass Me By, Martha My Dear, Obladi Oblada), con l'apice in While My Guitar
Gently Weeps, fiore estremo del loro melodismo,
per finire con una lunga jam piu` o meno d'avanguardia (Revolution N. 9, di Lennon e Yoko Ono, due anni dopo che c'erano arrivati
tutti, e tre anni dopo gli undici minuti di Goin' Home dei Rolling Stones).
XLII - Ancora con i vani e futili tentativi di minimizzamento.
Helter Skelter, nata come risposta a “I can see for miles” degli Who, chissà perché viene considerata come il primo pezzo
heavy-metal della storia (coverizzata da tantissimi artisti) e credo che abbia tutti gli elementi idonei a questo tipo di genere.
Conosciuta come eccellente risposta a tristemente per ciò che provocò nella mente malata di Charles Manson assieme a
Piggies e Revolution 9 (e questo non lo dice). Come al solito non cita i pezzi migliori, che finalmente, per sua grande
soddisfazione, spero, toccano esplicitamente tutti i temi da lei così tanto desiderati (droga, sesso, morte, politica…). Come
mai non parla di “Dear Prudence?”, del buon rock duro di “Everybody’s got something to hide except me and my monkey”,
del pesante sound dal profondo timbro hard rock di “Revolution” (versione singolo), dell’acidità provocatoria di “Yer blues”
e “Glass onion”? Stranamente cita solo “While my guitar gently weeps” su cui spero non abbia nulla da ridire. Temo che il
“White album” Lei non lo abbia mai ascoltato.
E’ indubbiamente l’opera più acida e confusa dei Beatles, probabilmente il loro più grande successo commerciale (chissà
perché c’erano crisi di vendite), album che ha creato un’influenza importante su una miriade di complessi hard rock posteri.
Non capisco per quale motivo a Zappa, ai Doors, ai Jefferson Airplane e a gli altri complessi è tutto concesso e ai Beatles deve
per forza tendere alla denigrazione totale. Cori da campeggio, da pub, sfilata di vaudeville, musica da supermercato. Perché
non dice lo stesso del sound di “Alabama song”, di “Hungry freaks daddy”, di “Surfin’ safari”, di “Corrina corrina”, di
“Stupid girl”, di “Lookin’ out my back door”? (per fare qualche esempio), riconosca di aver peccato di superficialità e di
presunzione.
Questo cosiddetto White Album risente del cambiamento d'umore nella musica rock (uscito tre mesi dopo Sweetheart Of The
Rodeo dei Byrds, che aveva seguito il Bob Dylan di John Wesley Harding verso una musica piu` semplice e tradizionale). E forse
risente soprattutto della scomparsa di Epstein.
Nel 1968 la Gran Bretagna e` attraversata dalla febbre dei "concept album" e delle "rock opera", in gran parte realizzati da complessi
della generazione dei Beatles: Tommy degli Who, The Village Green Preservation Society (1968) dei Kinks, Ogden's Nut Gone
Flake degli Small Faces, Odyssey and Oracle degli Zombies, etc. Con il solito anno di ritardo, ci provano anche i Beatles.
XLIII - Meno male che la stagione dei concept album iniziò probabilmente con “Freak out!” due anni prima. Solo Lei
dichiara che provarono a fare qualcosa che non si erano mai posti tra le loro aspettative. Il lato “B” di eccellente valore
musicale, fu solo la concretizzazione della possibilità di sfruttare vecchi scarti, sapientemente uniti in un medley. Ovviamente
(e questo è un suo vizio senile), denigra giudicando alla grande “Maxwell’s Silver hammer” e “Octopu’s garden”, senza
andare a fondo però su brani che distruggono il tempo come “Something” e “Here comes the sun”. Dimentica “Because” e “I
want you”, che più di ogni altra, anche più di “Tomorrow never knows”, ha influenzato il rock progressivo a posteriori, con
la ripetizione fino all’ossessione di un pregevole riff adattato su un semplice blues, l’impiego di un sintetizzatore Moog
(utilizzato per la prima volta dai Monkees in “Daily, Nightly) per la creazione dell’effetto vento che cresce fino al
troncamento netto voluto da Lennon per la chiusura, creando così un interessante effetto di smarrimento. Questo ovviamente
Lei non lo ha detto.
La copertina poi, rimane dopo quella del “Sgt. Pepper’s” tra le più imitate in ogni genere.
L'operetta vaudeville Abbey Road (1969) fonde tutti i generi del loro repertorio in un flusso continuo di melodie e arrangiamenti,
formalmente perfetti, un summa enciclopedico della loro carriera, una serie di vignette quasi auto-parodistiche che rubano il verso a
saltimbanchi (Maxwell's Silver Hammer), crooner (Oh Darling, una parodia alla Bonzo Band), babysitter (Octopus's Garden, nella
vena bambinesca di Yellow Submarine), e culminano nella travolgente suite della seconda facciata, che dall'esuberanza naive di You
Never Give Me Your Money (una mini rock opera in se`, che potrebbe stare sui primi album di Frank Zappa) e Mean Mr Mustard,
attraverso l'incalzare di Polytheme Pam e She Came In Thru The Bathroom Window, va a spegnersi malinconicamente in Carry That
Weight, l'ennesimo coro goliardico (che riprende i temi di Money e I Want You). E' l'apoteosi della personalita' di tardo guitto del
musichall di McCartney. Ed e`, soprattutto, un capolavoro di produzione, di sound, di incastri sonori.
Come nel caso dei loro coetanei Who, Kinks, Small Faces e Zombies, proprio questo tardo album a tesi rischia di rimanere il loro
capolavoro.
Naturalmente, non si avvicina neppure lontanamente agli standard creativi dell'epoca (1969), ma costituisce comunque un risultato
formalmente impeccabile nel campo della canzone melodica. Per molti versi, pero`, le due canzoni migliori sono anche le piu`
semplici, e sono scritte entrambe da George Harrison.
XLIV - Chissà perché poi per Lei prevale sempre quella crisi di vendite e quella perdita di qualità che non è mai esistita.
Stranamente, “Abbey road” stravende, più di “Let it bleed”, “In the court of the King Crimson”, “Ummagumma”, “Led
Zeppelin I” e di tutti gli altri album da Lei citati.
Nonostante gli sforzi di coesione le loro personalita` divergevano ormai troppo nettamente: il mesto hippie George Harrison attratto
dallo spiritualismo orientale (sue le ballate malinconiche del periodo: Something, 1969, Here Comes The Sun, 1969); il sorridente
borghese Paul McCartney sempre piu` immerso nella musica leggera (sue tutte le filastrocche fino a Get Back, 1969, e Let It Be,
1970); il pensieroso intellettuale John Lennon proteso verso la confessione intimista, l'impegno politico e un suono piu` duro e/o
psichedelico (Revolution, 1968, Come Together, 1969, l'onorica e indiana Across The Universe, 1970). Ed erano canzoni sempre piu`
banali e anonime.
“Let it be” filastrocca? Mi astengo da ogni commento…magari anche “I’ve got a feeling” e “I me mine”…
In fondo la separazione era iniziata su Revolver (Tomorrow era di ed era stata mimetizzata nei dischi successivi dagli arrangiamenti
certosini di Martin.
La musica dei Beatles si era adeguata di anno in anno alle mode di turno: il doo-wop, il garage-rock, la psichedelia, il country-rock.
Pochi complessi rock cambiarono stile cosi` drasticamente di anno in anno.
Ma i Beatles cominciarono forse a sentirsi obsoleti con i concerti dei Cream. Quei concerti furono il primo fenomeno musicale a far
epoca (in Gran Bretagna) come la Beatlemania. I Cream fecero sembrare tutto il Merseybeat terribilmente vecchio, cosi` come i
Beatles avevano fatto sembrare Elvis Presley vecchio.
XLV - Non capisco quali siano queste canzoni così anonime e banali. Stranamente dopo quarant’anni vendono ancora
tantissimo come pochi altri artisti nati e cresciuti sotto la loro egida o comunque durante e dopo la loro esperienza.
Nel 1969 i Led Zeppelin cambiarono completamente l'aspetto delle radio e delle classifiche. Per i Beatles era stato relativamente
facile inseguire tutte le mode precedenti (compresa la psichedelia), facendo sempre leva sul melodismo, ma l'hard-rock era addirittura
l'antitesi di tutta la Beatlemania: l'idolo non era piu` il cantante, ma lo strumento; l'eccitazione derivava dal riff e non dal ritornello; il
pubblico si sfogava in concerti oceanici per capelloni drogati, non in teatri gremiti da ragazzine isteriche.
XLVI – Senza dubbio i Led Zeppelin e i Pink Floyd cambiarono la scena musicale di quegli anni. Ormai i Beatles avevano già
dato tutto il possibile e le ricordo che negli Yardbirds c’era un certo Jimmy Page che di lì a poco avrebbe fondato con altri tre
validissimi artisti, uno dei più grandi gruppi della musica di tutti i tempi. Assolutamente falsa è la dichiarazione relativa ai
Led Zeppelin come fattore influente sullo scioglimento dei Beatles. I Beatles si sciolsero per fattori interni al gruppo (Apple,
Yoko Ono, latitanza di Lennon) e la musica dei Led Zeppelin nasce indubbiamente da fondamentali elementi di blues
arroventati sapientemente dalla voce orgasmica di Plant, il virtuosismo di Page e Jones, unito al picchiare selvaggio e grezzo
di Bonham.
Per quanto concerne i riffs, inutile dire che erano stati già plasmati prima e per il pubblico che si sfogava, le ricordo che a
quello ci avevano pensato già i Kinks e gli Who, un po’ anche i Doors (per non citare il primitivo Tony Sheridan) e già era
stato organizzato il festival di Monterey, dove, per la cronaca, come membro dell’organizzazione figurava Paul McCartney
che insistette nel far suonare un allora sconosciuto chitarrista nero dalle facoltà eccezionali, un certo Jimi Hendrix. E qui
scatterebbe immediato un ringraziamento.
Grazie a Dio che c’erano quelle ragazzine isteriche. Al contrario i Beatles, probabilmente non avrebbero passato tutte quelle
ore in studio per creare quella musica di cui abbiamo parlato. E vorrei ricordarLe che i Beatles non suonavano solo in teatri.
Le dice
qualcosa “Shea Stadium”? A me ricorda un concerto di 55.000 persone e dopo la dichiarazione su Gesù “appena” 48.000. Per
non citare Giant Stadium, Budokan, Candlestick Park…
L'hard-rock era la negazione del loro melodismo naive. Non e` una coincidenza che l'avvento dell'hard-rock decreto` la fine dei
Beatles.
Nel 1970 i Beatles si sciolsero e ognuno intraprese una carriera solista. Lennon (assassinato nel dicembre 1980 da un fanatico) non
fece nulla degno dei grandi cantautori dell'epoca e, al di la` delle vicende politiche e sentimentali, non sarebbe mai stato conosciuto
per i suoi dischi se non fosse stato un reduce dei Beatles.
La sua carriera solista oscillo` ambiguamente fra l'hard-rock e la ballata, l'utopia del "peace and love" e il romanticismo domestico.
La sua vicenda extra-Beatles era iniziata con l'album Two Virgins (Apple, 1968), una collaborazione con la celeberrima seconda
moglie Yoko Ono (erede di una dinastia di banchieri giapponesi, laureata in filosofia, trasferitasi negli USA nel 1953, membra del
movimento d'avanguardia Fluxus e artista performance in giro per il mondo durante gli anni '60).
L'album venne seguito dai piu` sperimentali Life With The Lions (Apple, 1969) e Wedding Album (Apple, 1969), sempre
collaborazioni con la moglie, nonche' dall'album live con Give Peace A Chance (una singalong corale di strada alla David Peel), ma
forse il meglio di Lennon si trova sull'autobiografico John Lennon/ Plastic Ono Band (Capitol, 1970), il cui sound e` marchiato a
fuoco dalla produzione vibrante di Phil Spector, come dimostra anche il singolo Instant Karma (in gran parte dovuta a Spector).
L'album di maggior successo fu il successivo Imagine (1971), che contiene Imagine, una delle sue canzoni piu` note insieme alle
coeve Power to The People e Happy Christmas. La coppia divenne piu` celebre per l'attivita` pacifista e le cause umanitarie che per
la musica. L'unico numero uno di Lennon fu un duetto con Elton John, Whatever Gets You Thru The Night (1974). Una serie
imbarazzante di album mediocri era culminata in Double Fantasy (Geffen, 1980), contenente Starting Over e Woman, pochi mesi
prima della sua morte.
XLVII – Ricominciamo. A parte che i primi rudimenti dell’hard rck si devono ai Kinks e agli Who, anche se addirittura in
“Ticket to ride” e in “She said she said” vi sono elementi di tecnica presenti in molti pezzi hard rock a cominciare da qualche
anno dopo. D’accordo sui primi lavori di Lennon, coevi alle registrazioni con gli ultimi album dei Beatles. Il grande successo
arriva con il “Plastic Ono Band” del 1970, dopo che avrebbe scosso le cronache di tutto il mondo protestando contro la
guerra nel Biafra (riconsegna dell’MBE e bed-in attorniato da Allen Ginsberg, Tim Leary, Bob Dylan), e avrebbe suonato in
concerto con le “Mothers of invention” di Zappa.
“Working class hero” e la successiva “Power to the people”, con tanto di manifestazioni pacifiste nelle strade di New York,
accesero la miccia di presunto filocomunismo di Lennon che riuscì a far mobilitare addirittura l’FBI. E scusi se è poco.
“Happy Xmas” mi risulta sia la più famosa canzone di Natale, contenente un importante messaggio d’amore e di pace e
“Imagine”, sembra sia stata proclamata come canzone del secolo al termine del ‘900. Non dimenticherei “Jealous Guy” e la
canzone cantata in coppia con Elton John. Non vengono citati, ovviamente, “Live in NYC” al Madison Square Garden e
“Mind games”, due eccellenti album fino al silenzio di un lustro che ha partorito “Double fantasy”. Quest’ultimo oltre a
contenere le due canzoni da Lei citate, contiene altri due grandi successi come “Beautiful boy” e “I’m losing you”. Dubito
fortemente che siano mediocri…
McCartney fece ancora qualche album che valgono quelli dei Beatles, solo che non erano intitolati "The Beatles".
Su McCartney (Apple, 1970) suono` tutti gli strumenti da solo, e la musica e` lo stesso gradevole easy-listening di Revolver. Ram
(Capitol, 1971) sembra la continuazione della produzione eccentrica di Abbey Road. Band On The Run (Capitol, 1973) e` forse il
meno peggio degli album dei Wings, il complesso da lui formato nel 1971. McCartney II (Columbia, 1980), con cui McCartney
riprende la carriera solista, e` un altro bagno catartico nell'easy-listening. Tug Of War (1982) e` forse il migliore dei suoi album
solisti, grazie all'impressionante cast di collaboratori, ma il culmine ideologico del suo kitsch si trova su Pipes Of Peace (1983).
Liverpool Oratorio (EMI, 1991) fu il suo debutto nella musica classica. Le sue canzoni (da solo o con i Wings) sono balzate
regolarmente in testa alle classifiche. Fra stucchevoli ninnananne (Maybe I'm Amazed, 1970; Another Day, 1971; Uncle Albert, 1971;
My Love, 1973; Band On The Run, 1973; Listen TO What The Man Said, 1975; Silly Love Songs, 1976; With A Little Luck, 1978;
Coming Up, 1980; No More Lonely Nights, 1984; Spies Like Us, 1985) e duetti con altri cantanti (Say Say Say, 1983, con Michael
Jackson; Ebony And Ivory, 1982, con Stevie Wonder), McCartney detiene il record di primi posti nelle classifiche di Billboard. Mull
of Kintyre (1977) fu il primo singolo britannico a vendere piu` di due milioni di copie, ma e` una filastrocca folk.
XLVIII – Oltre ad aver copiato la title-track di “All the best!”, senza averne ascoltato uno di questi brani, vorrei ricordarLe
alcuni titoli o album che come al solito ha dimenticato.
- Non mi sembra che “Maybe i’m amazed”, “Every night” o “Junk” siano delle ninnananne, ma come post-scioglimento
potrebbero andare. Non discuto sulla qualità insufficiente o di poco sufficiente di “Wild life” (1971), “Ram”(1972) e “Red
Rose speedway” (1973) anche se spunta qualche hit come “Some people never know”, “Another day” “Uncle Albert/Admiral
Halsey”, “Hi hi hi” e “My love” (da Lei citati)
- Stranamente ha dimenticato “Give Ireland back to the Irish”, canzone censurata per il provocatorio contenuto politico e la
mondiale “Live and let die” (colonna sonora dell’omonimo film di 007 e suonata in concerto dal 1973 tanto da venire
riproposta in maniera molto gradevole dai Gun’s ‘n Roses in Use your illusion I).
- “Band on the run”(1973), è stato in classifica per molte settimane surclassando album di potenti gruppi o artisti che stavano
spadroneggiando nell’epoca post-Beatles e per la cronaca vorrei ricordarLe brani come “Jet”, “Nineteen hundred and
eighty-five”, “Picasso’s last words”, “Helen wheels” e “Mamunia”, buone hit dell’epoca.
-Ha totalmente eliminato ben 7 anni di successi a partire da “Venus and Mars” (1974), dove oltre al brano omonimo,
figurano tra le hit “Junior’s farm”, “Rock show”, “Letting go”, “Call me back again” e “Listen to what the man said”.
- “Wings at the speed of sound”(1975) che contiene “Let ‘em in”, “The note you never wrote”, la banale “Silly love songs”
(seppur ebbe successo) e “Beware my love”, di cui le consiglio di ascoltarne la versione live.
- “Wings over America”(1976), grandioso triplo album live, dove oltre a riproporre in maniera abbastanza gradevole i
successi dei Beatles da lui scritti, rimangono degni di nota il medley d’apertura “Venus and Mars/Rock show/Jet” e dove le
consiglio di ascoltare le versioni di “Letting go”, “Beware my love” e “Soily”.
- “London town” (1977) risulta come un punto minore, dove spiccano l’omonima canzone e “With a little luck”
- “Back to the egg” (1979) risulta invece poco considerato ma a mio avviso rimane come uno dei migliori album del
McCartney solista. Abbastanza sporco nei riffs e pungente in altri brani come “OId siam, Sir” e “Spin it on”. I Pink Floyd nel
frattempo sono seduti sul trono con i morenti Led Zeppelin e gli interessantissimi Queen e Deep Purple. John Bonham e John
Paul Jones, abbandoneranno le sessioni con i Led Zeppelin per unirsi oltre a Pete Townshend, Dave Gilmour e molti altri
grandi artisti, alla “Rockestra” di Paul McCartney che sarà presente nel gran concerto per i rifugiati cambogiani. Nell’album
de quo sono presenti due brani suonati con la Rockestra.
- Gli anni ‘80 segnano il declino di McCartney solista che lo vedranno dissolversi fino al 1989 ad iniziare da “McCartney
II”(1980), brutto album da cui forse si salvano “Coming up” e “Waterfalls”. C’è però un fatto che segnalerei, anche se non vi
sono fonti certe. Il brano “Check my machine” sarebbe stato il punto di partenza di quel genere che contraddistingue oggi lo
stile di Moby. In pratica ciò che permette a Moby di vendere milioni di dischi sarebbe partito da questo brano all’epoca
accantonato, ma ripeto, non vi sono fonti certe. Arriva l’arresto per droga a Tokyo, la morte di Lennon che lo segnerà per
tutta la vita e arriva in salvo per un solo anno George Martin producendo “Tug of war” nel 1982. Qui spiccano la canzone
omonima, “Wanderlust”, “Here today” e due valide collaborazioni con Stevie Wonder (What’s that you’re doing e Ebony
and Ivory).
- “Pipes of peace” (1983) segnerebbe un crollo verticale se non fosse per l’hit omonima e “Say say say” che vede il debutto di
Michael Jackson.
- “Give my regards to Broad Street” (1984) è un altro passo falso relativo al fiasco creato dal film omonimo. Tutto da
dimenticare tranne “No more lonely nights”, “No values” e ben poco altro.
- “Press to play” (1985) è probabilmente il punto più basso della discografia solista. Se non fosse per “Talk more talk”,
“Footprints” e “Pretty little head” e la colonna sonora “Spies like us” che lo mantengono in classifica il resto lascia a
desiderare.
- Risorgerà con il singolo “Once upon a long ago” (1987) per poi registrare “Flowers in the dirt” (1989) che riscuoterà un
grande successo confermato con il grandioso “Tripping the live fantastic” del 1990, tour mondiale che lo vedrà anche stabilire
il record di Rio de Janeiro (184.000 paganti al Maracanà).
- Tutto il resto, tranne il cupo “Driving rain” registrato dopo la morte della moglie Linda, fa parte di buoni prodotti e buone
hit, anche se a mio avviso, e spero che per una volta convenga con me, dagli anni ’90 in poi è la musica a morire, e la musica
che crolla in una metastasi furiosa. Ormai il 90% se non oltre della musica (?) che si ascolta è puro pattume o stramultipla
fotocopia di cose già sentite.
Pochi cantanti di musica leggera hanno pubblicato canzoni cosi` scontate. Durante gli anni '80 e '90 ogni album annunciato come una
rinascita artistica fu peggiore del precedente, fino a Chaos and Creation in the Backyard (Capitol, 2005), prodotto da Nigel
Godrich e suonato per lo piu` da McCartney stesso a tutti gli strumenti.
Il giorno della sua pubblicazione, Memory Almost Full (2007) venne suonato tutto il giorno in tutti gli Starbucks del mndo, un fatto
generalmente interpretato come divina punizione per i suoi avventori.
Per quanto banale chitarrista e cantante, Harrison (morto di cancro nel novembre 2001) fu forse l'unico a produrre dischi degni di
nota, prima gli esperimenti di Wonderwall (Zapple, 1968), un collage di musica Indiana e sue canzoni, e Electronic Sounds
(Zapple, 1969), che contiene due suite elettroniche realizzate con l'aiuto di Bernie Krause (Under The Mersey Wall e No Time Or
Space), e poi il triplo All Things Must Pass (Apple, 1970), prodotto da Phil Spector, che riprendeva le tematiche raga-psichedeliche
di altri complessi in un contesto folk pastorale e costituiva pertanto una buona prosecuzione del discorso iniziato da Donovan nel
1967; (What Is Life, Isn't It A Pity, Let It Down, Apple Scruffs, Art Of Dying, My Sweet Lord); un disco non ha quasi nulla in comune
con la musica dei Beatles. Infervorato di credo Zen e altre banalita` dell'epoca, Harrison organizzo` anche il primo grande concerto di
beneficenza, quello per il Bangla Desh del 1972, e registro` ancora Living In The Material World (1973), con Give Me Love, ed
ebbe qualche hit con Dark Horse (1974) e You (1975). Dopo una serie di album miserabili, Harrison torno` nelle classifiche nel 1987
con Got My Mind Set On You (un vecchio gospel di Rudy Clark). L'anno successivo Harrison accetto` di diventare uno dei cinque
Traveling Wilburys con Dylan, Tom Petty, Jeff Lynne e Roy Orbison (Last Night, 1988).
Tutti e tre mancavano fondamentalmente di talento, ma le loro parabole sono molto diverse:
Harrison ha provato davvero a sperimentare qualcosa di nuovo, ma limiti di ispirazione non gli hanno consentito di andare oltre il
plagio; Lennon ha fatto finta di sperimentare qualcosa di nuovo, ma in realta` ha continuato (coscientemente o meno) a proporre pop
music convenzionale mascherata da musica impegnata; McCartney e` un personaggio molto meno ambizioso, che si e` accontentato
di vivacchiare sugli allori e di produrre la musica che gli piace ascoltare (easy-listening, pop, oldies), ed e` tutto sommato il piu`
sincero dei tre, certamente il piu` conscio della storia del rock, e anche il piu` conscio dei propri limiti, e l'unico davvero dotato di
senso dello humour.
XLIX - In relazione alla carriera solista di Harrison posso dire poco, in quanto possiedo solo “All things must pass” che
giudicherei ottimo, “Living in the material world”, “Live in Japan” e “Somewhere in England”. Non mi sembra che siano
così poi tanto banali come dice lei.
Negli anni '90 McCartney e i discografici tentarono disperatamente di tener in vita il mito lanciando operazioni commerciali di
carattere nostalgico ogni due/tre anni.
Le loro vicende vennero seguite con interesse per lo piu` dai rotocalchi che trattano di Lady Di e dei principi di Monaco.
If you want to find out why some critics think that the Beatles were the biggest swindle of all times, Love (2006) is the album to start
with. "Remixed" by George Martin in person, these songs include tunes that most singer-songwriters would be ashamed to use,
sitting next to old hits that were as trivial as the worst fluff of the Sixties. The new generations will be relieved to learn that they did
not miss much. The old generations will be disappointed to see that the music press has not changed much from the days when the
majors told them what to write.
Dopo lo scioglimento divenne ancor piu` evidente il ruolo giocato da Martin nel ruolo di produttore. Non sapremo mai cosa
sarebbero stati i Beatles se non avessero incontrato Martin, ma sappiamo cos'era stato Martin prima di incontrare i Beatles:
esattamente lo stesso, un produttore di successo che aveva portato ai vertici delle classiche una serie di canzonette.
E sappiamo cosa furono i Beatles senza Martin, dopo lo scioglimento: quattro cantautori mediocri. Quanto fossero bravi i Beatles a
sperimentare da soli (senza Martin) lo dimostrarono con i loro dischi solisti.
I Beatles sono passati alla storia per le melodie e per gli arrangiamenti, ma in realta` la Beatlemania fu dovuta, e giustificata, dal rock
and roll esuberante che suonavano nel 1963 (con strumenti elettrici e batteria) e che rivitalizzo` il genere, in quegli anni affondato
nelle melense canzoni orchestrali dei "teenage idols". Revolver ha indubbiamente il merito di aver creato una sofisticata arte di pop
da salotto. Il loro album piu` celebre, Sgt Pepper, e` in realta` un'opera ipocritamente commerciale,
un'opera di canzonette tradizionali camuffate per sembrare musica psichedelica d'avanguardia, ma costituisce comunque il preludio
alla suite barocca di Abbey Road, loro apice formale. Parabole simili le possono vantare quasi tutti i complessi dell'epoca, ma pochi
conoscono i dischi degli altri complessi dell'epoca.
Anche nei momenti migliori, inoltre, i Beatles non espressero mai lo spirito della loro epoca: erano in ritardo sui tempi, o addirittura
controcorrente.
Espressero per lo piu` i valori dell'epoca precedente, quella puritana degli anni '40, i valori di ordine e rispetto (morali, musicali,
sociali) che il rock and roll aveva attaccato negli anni '50. Non sorprende pertanto che le loro canzoni assomiglino (testi, musiche e
arrangiamenti) a quelle di Tin Pan Alley.
Alcune rimarranno indubbiamente negli annali della canzone melodica (Love Me Do, Hard Day's Night, I Feel Fine, We Can Work It
Out, Penny Lane, Hello Goodbye, A Little Help, Lucy In The Sky). Nel bene e nel male, quei ritornelli immortali portarono il rock sul
piano dello humour giocondo e infantile, allontanandolo dalle sue origini violente e ribelli.
I Beatles furono indubbiamente fra i grandi melodisti dell'epoca, ma in un'epoca in cui la melodia era considerata un fatto riduttivo.
Le loro melodie segnarono di fatto una regressione al cantante melodico degli anni '50, proprio il tipo di cantante a cui si era opposta
la musica rock fin dalla nascita e proprio il tipo di cantante che l'industria discografica stava tentando disperatamente di riaffermare
nei primi anni '60 con il fenomeno dei "teen idols".
Nella loro carriera i Beatles, in pratica, cavalcarono tutte le mode (che provenivano in gran parte dagli USA): il rock and roll di
Chuck Berry, le armonie vocali a piu` parti dei Beach Boys, la melodia romantica di Tin Pan Alley, il pop barocco di Pet Sounds
(Beach Boys), la rock opera alla Absolutely Free (Frank Zappa), gli arrangiamenti psichedelici di gruppi come gli Electric Prunes, i
riff duri di chitarra e il jamming collettivo del blues-rock (Cream in primis), il revival del folk e del country (lanciato dai voltafaccia
di Dylan e Grateful Dead) e cosi` via. Il grande pubblico conobbe, pero`, le innovazioni apportate dai musicisti rock soltanto
attraverso i dischi dei Beatles.
Alla fin fine il successo dei Beatles e` uno dei massimi paradossi del secolo: non avevano capito assolutamente nulla di cio` che stava
succedendo intorno a loro, ma qualunque cosa copiassero otteneva subito un successo strepitoso.
Comprando i loro dischi, si comprava una scorciatoia alla musica di quell'era.
L'influenza che i Beatles esercitarono non e` propriamente di carattere musicale. La musica rock che scaturi` da quegli anni fu
tutt'altro: lunghi brani sperimentali, ballate di protesta, suite strumentali, jam improvvisate di blues.
I Beatles facevano canzonette. I musicisti rock di quell'epoca facevano tutto meno che canzonette, perche' il rock era nato appunto
come alternativa alla canzonetta. Le radio FM nacquero per suonare musica rock e non canzonette. Le riviste di musica rock
nacquero per recensire la musica rock e non canzonette. Ad ascoltare i Beatles erano anzi proprio i giovani (e in prevalenza "le"
giovani) a cui dava fastidio la musica rock.
La loro influenza sul costume dell'epoca e` indubbia, ma sul costume in senso stretto. La loro influenza, nel bene e nel male, sui
grandi fenomeni degli anni '60 fu nulla: a differenza di Bob Dylan, non causarono disordini studenteschi;
a differenza di Jefferson Airplane e Grateful Dead, non causarono il fenomeno degli hippie;
a differenza di Jim Morrison e Jimi Hendrix, non causarono il mito della droga;
a differenza di Mick Jagger e Frank Zappa, non ebbero alcun impatto sulla rivoluzione sessuale.
Anzi, i Beatles, come icone di costume, espressero proprio l'opposto: il desiderio di arginare tutti questi fenomeni. Nelle canzoni dei
Beatles non c'e` la guerra del Vietnam,
non c'e` la politica,
non ci sono i milioni di ragazzi in strada,
non ci sono promiscuita` sessuali, non ci sono drogati e non ci sono teppisti.
Il mondo dei Beatles e` un mondo in cui si conservava l'ordine sociale degli anni '40-50. Al massimo furono influenti sui sogni
proibiti di qualche ragazzina "ye-ye" e sulla capigliatura a caschetto di qualche ragazzino di buona famiglia.
I Beatles ebbero la funzione storica di paladini della reazione. I loro sorrisi e i loro ritornelli tennero nascosti i fatti rivoluzionari di
quell'epoca per la borghesia che non voleva sapere nulla dell'insofferenza dei giovani e dell'underground emergente.
Non avevano nulla da dire, e infatti non lo dissero.
L – Su tutti questi esposti mi toccherebbe ripetere praticamente tutto ciò che ho già elencato finora.
A titolo meramente rinfrancante le ricordo che:
- ancora mi chiedo come possa sostenere che la loro influenza è indubbia ma solo sul costume ed in senso stretto.
- ancora non capisco percè avrebbero dovuto creare caos studenteschi di matrice statunitense se erano inglesi e non mi
sembra che i Rolling Stones, Pink Floyd, Byrds, Beach Boys, Doors, Kinks, Who, Led Zeppelin, Yardbirds, Velvet
Underground, abbiano creato questi benedetti caos. E chissà perché avrebbero dovuto crearli per farLe un favore personale.
- mi sembra che il fenomeno hippie, figli dei fiori o altro, sia nato poco prima della “Summer of love” e i Beatles dopo averne
raccolto l’influenza nel 1966, lo hanno scatenato insieme ai Jefferson Airplane, Grateful Dead, Monterey e altro quindi ciò
che dice è falso.“All you need is love” le ricorda qualcosa? No? Strano!
- a parte che i Beatles hanno sempre dichiarato di aver fatto uso di droghe senza sortire effetti devastanti sul pubblico o sulla
cronaca. Se non hanno creato il mito della droga, bisogna solo ringraziare Iddio. A parte che nel creare il mito di qualcosa di
negativo è solo improduttivo e quindi da censurare e non da idolatrare come fa Lei. Fortunatamente chi seguiva i Beatles non
faceva parte di quella schiera di idioti che si sono bruciati il cervello e la vita per imitare Morrison o Hendrix o Joplin. Nulla
a togliere alle loro facoltà musicali ma favorire il mito della droga è assurdo.
- sulla rivoluzione sessuale i Beatles hanno influito in maniera implicita e quindi credo più intelligente rispetto agli altri che
hanno avuto problemi di censura o avuto a che fare con angherie burocratiche. Neanche i Byrds, Beach Boys, Pink Floyd ecc.
ecc. ecc…… hanno avuto questi impatto.
- Ancora non capisco perché avrebbe dovuto esserci questa dannata guerra nel Vietnam. Erano inglesi e se lo vuol sapere, da
bravi inglesi hanno protestato contro l’entrata in guerra dell’esercito della loro patria con Revolution e Lennon
riconsegnando l’MBE. E’ fissato con queste idee Lei.
- la politica c’è e come. In maniera intelligente, subliminale, a cominciare da “Taxman” (1966)
- ma dove erano questi milioni di ragazzi in strada?
- ma perché per farLe piacere avrebbero dovuto inneggiare a queste orde di pattume e rifiuti umani deterrenti e violenti? I
Beach Boys, Byrds, e mi sono seccato di elencarli hanno fatto lo stesso e non subiscono alcuna stroncatura.
- ancora con lo ye ye e i ragazzi di buona famiglia. A parte che lo ye ye è morto poco prima del 1965 e poi vada a vedere come
venivano etichettati i Beatles negli anni amburghesi e nei concerti al Cavern prima del debutto ufficiale. I Beatles erano di
Liverpool ed erano conosciuti da tutti. Non le sembra strano che l’etichetta di “bravi ragazzi” sia un tentativo malcelato di
mascherare le gesta degli anni pre-citati? Abbia pazienza. Anche i Beatles sono stati arrestati per droga come gli Stones,
Hendrix e come i Doors. Sicuramente meno rispetto a loro ma questo è soltanto un merito.
Ora, Signor Scaruffi, la pregherei di rivedere per bene la sua scheda. I Beatles avevano, inconsapevolmente, molto da dire e,
grazie a Dio, lo hanno detto e dimostrato ampiamente. Un consiglio: che i Beatles possano piacere o meno è una questione di
gusti e su ciò non si può discutere. Affermare con totale convinzione che non hanno fatto nulla o quasi nella storia della
musica, come dice Lei, è una totale eresia. Parlare dei Beatles come musicanti mediocri e improduttivi è come tentare di
spegnere un incendio a mani nude.
Io la ammiro per la sua competenza, per le sue facoltà e le sue conoscenze però in tal modo (non solo la scheda sui Beatles, ho
letto anche quella di De Andrè e tante altre in cui riserva lo stesso tipo di denigrazione), si rende solo ridicolo. E mi perdoni se
glielo ripeto.
Se avesse scritto che i Beatles non erano pertinenti ai suoi gusti ma ne avrebbe enunciato le qualità e quello che hanno
lasciato, di ineguagliabile, alla storia della musica, sarebbe stato molto più apprezzato.
Con deferenza e stima.
Enzo Barbato
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