QUARESIMA DI MISERICORDIA
IN CAMMINO ILLUMINATI DALLA PAROLA
Quaresima 2016
LAMPADA PER I MIEI PASSI È LA TUA PAROLA
La Parola di Dio è tutto per l’uomo e tutto è nella Parola. La Parola è come la manna. Se la
mangiamo senza fede, essa è un cibo leggero e nauseabondo. Se invece ci nutriamo con viva
fede, essa si adatta al gusto di chi la mangia. Sazia il cuore e rinnova la mente.
Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: «Perché ci avete fatto salire dall’Egitto per farci morire
in questo deserto? Perché qui non c’è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così
leggero» (Num 21,5). Invece hai sfamato il tuo popolo con il cibo degli angeli, dal cielo hai
offerto loro un pane pronto senza fatica, capace di procurare ogni delizia e soddisfare ogni
gusto. Questo tuo alimento manifestava la tua dolcezza verso i figli, si adattava al gusto di chi
ne mangiava, si trasformava in ciò che ognuno desiderava (Sap 16,20-21).
Il Signore nostro Dio niente ama se non la sua Parola. Niente desidera da noi se non che
amiamo e bramiamo la sua Parola. Nella Parola si compie lo sposalizio tra il Signore e la sua
creatura. Lui una cosa sola ci chiede che ascoltiamo la sua Parola e ci lasciamo illuminare
perennemente da essa. La Parola è la lampada che illumina i nostri passi, rischiara la nostra
vita, dona verità ai nostri giorni, santità al nostro cammino.
Quanto amo la tua legge! La medito tutto il giorno. Il tuo comando mi fa più saggio dei miei
nemici, perché esso è sempre con me. Sono più saggio di tutti i miei maestri, perché medito i
tuoi insegnamenti. Ho più intelligenza degli anziani, perché custodisco i tuoi precetti. Lampada
per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino (Sal 119 (118) 97-100.105).
La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino
al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i
sentimenti e i pensieri del cuore. Non vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio, ma
tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui al quale noi dobbiamo rendere conto (Eb 4,12-13).
«Con che cosa mi presenterò al Signore, mi prostrerò al Dio altissimo? Mi presenterò a lui con
olocausti, con vitelli di un anno? Gradirà il Signore migliaia di montoni e torrenti di olio a miriadi?
Gli offrirò forse il mio primogenito per la mia colpa, il frutto delle mie viscere per il mio
peccato?». Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te:
praticare la giustizia, amare la bontà, camminare umilmente con il tuo Dio (Mi 6,6-8).
Lo sapete, fratelli miei carissimi: ognuno sia pronto ad ascoltare, lento a parlare e lento all’ira.
Infatti l’ira dell’uomo non compie ciò che è giusto davanti a Dio. Perciò liberatevi da ogni
impurità e da ogni eccesso di malizia, accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in
voi e può portarvi alla salvezza. Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori
soltanto, illudendo voi stessi; perché, se uno ascolta la Parola e non la mette in pratica, costui
somiglia a un uomo che guarda il proprio volto allo specchio: appena si è guardato, se ne va, e
subito dimentica come era. Chi invece fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della
libertà, e le resta fedele, non come un ascoltatore smemorato ma come uno che la mette in
pratica, questi troverà la sua felicità nel praticarla (Gc 1,19-25).
Ora, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, affinché le mettiate in pratica, perché
viviate ed entriate in possesso della terra che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi. Non
aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla; ma osserverete i comandi
del Signore, vostro Dio, che io vi prescrivo. Vedete, io vi ho insegnato leggi e norme come il
Signore, mio Dio, mi ha ordinato, perché le mettiate in pratica nella terra in cui state per entrare
per prenderne possesso. Le osserverete dunque, e le metterete in pratica, perché quella sarà la
vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte
queste leggi, diranno: “Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente”. Infatti
quale grande nazione ha gli dèi così vicini a sé, come il Signore, nostro Dio, è vicino a noi ogni
volta che lo invochiamo? E quale grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa
legislazione che io oggi vi do? (Dt 4,1-8).
Questi sono i comandi, le leggi e le norme che il Signore, vostro Dio, ha ordinato di insegnarvi,
perché li mettiate in pratica nella terra in cui state per entrare per prenderne possesso; perché
tu tema il Signore, tuo Dio, osservando per tutti i giorni della tua vita, tu, il tuo figlio e il figlio del
tuo figlio, tutte le sue leggi e tutti i suoi comandi che io ti do e così si prolunghino i tuoi giorni.
Ascolta, o Israele, e bada di metterli in pratica, perché tu sia felice e diventiate molto numerosi
nella terra dove scorrono latte e miele, come il Signore, Dio dei tuoi padri, ti ha detto. Ascolta,
Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il
cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel
cuore. Li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando ti troverai in casa tua, quando camminerai per
via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno
come un pendaglio tra gli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte (Dt 6,19).
Vi è cammino più santo, più gradito al Signore, per vivere la Quaresima, dell’ascolto della sua
Parola, che la Liturgia della Chiesa, di domenica in domenica, fa risuonare al nostro cuore,
indicando la via da seguire per non smarrirci nel deserto della vita e compiere le sei tappe che
dovranno condurci a celebrare la Pasqua di morte e di risurrezione con Gesù Signore?
Se ci impegneremo sul serio a compiere queste sei tappe, daremo alla nostra vita una grande
elevazione spirituale. Tutto cambierà di noi, perché in noi è cambiato lo spirito, l’anima, il
pensiero, i desideri, la volontà. È sufficiente che un solo pensiero cambi e tutta la vita cambia.
Per ogni tappa verranno date quattro verità essenziali, tratte dalle quattro Parola offerte alla
nostra meditazione, riflessione, accoglienza: Prima Lettura, Salmo, Secondo Lettura, Vangelo.
A tutti è chiesto l’impegno di percorrere la tappa indicata. Se nella settimana il percorso non
verrà fatto, si può sempre iniziare con la tappa successiva. Ognuno sappia però che senza la
tappa precedente, quella successiva è carente di verità essenziali per dare pienezza di
perfezione alla sua vita. Per questo motivo è giusto che ci impegniamo con tutte le nostre forze,
nello Spirito Santo, perché si cammini Parola per Parola, tappa per tappa, settimana per
settimana. Con la grazia di Dio possiamo farcela. Ce la faremo di certo.
LINEA DI PARTENZA: URGENTE BISOGNO DI CAMBIAMENTO
MERCOLEDÌ DELLE CENERI
(Gl 2,12-18 – Sal 51 (50) – 2Cor 5,20-6,2 – Mt 6,1-6.18-20)
Gioele ci dice che c’è urgenza di conversione. Così come siamo, non siamo graditi al Signore.
Dio non si può compiacere di Dio. Siamo chiamati ad uscire dalla nostre abitudini, o modalità di
pensare e di vivere la Parola. Deve nascere in noi un vero desiderio di cambiamento.
Davide ci invita a chiedere al Signore che crei in noi un cuore puro, santo, vivo, di carne. Ci
invita a domandare a Lui uno spirito rinnovato, fermo, saldo. Solo così sarà possibile non
peccare più. Se camminiamo con il cuore di ieri, commetteremo i peccati di ieri e di oggi.
Paolo ci rivela il grande amore di Dio. Lui vuole riconciliarsi con l’uomo. Gli vuole offrire il suo
perdono. Lo vuole coprire della sua misericordia, stringerlo al suo cuore. Ecco il suo grido:
lasciatevi abbracciare dal Padre, dategli la gioia di fare festa nel Cielo.
Gesù ci chiede di dare alla nostra vita quotidiana, qualsiasi cosa noi facciamo, la dimensione
della vera trascendenza. Nulla fare per la nostra gloria. Tutto invece va fatto per la sua gloria.
Lui è il povero. Non va umiliato con la nostra elemosina. Umiltà e segretezza vero stile di vita!
Questo avvio verso la prima tappa ci chiede di mettere nel cuore un pensiero nuovo: tante cose
vanno modificate nella nostra fede. Dio ci invita a modificarle. Noi dobbiamo volerle modificare.
Senza questa volontà di reale, fermo cambiamento, resteremo fermi alla linea di partenza.
PRIMA TAPPA: SIAMO FATTI DA DIO O DAL DIAVOLO?
PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA
(Dt 26,4-10 – Sal 91 (90) – Rm 10,8-13 – Lc 4,1-3)
Israele deve ricordarsi che tutta la sua storia è opera del suo Dio, del suo Signore. Niente è
stato da lui. Tutto dal suo Dio. Se il suo passato è stato da Dio anche il suo futuro potrà essere
solo da Dio. Questa la sua unica e sola fede: è il Signore che mi ha fatto. È Lui che mi farà.
Il Salmo trasforma questa fede in preghiera. Se io sono con il Signore, nella sua Parola, il
Signore sempre mi farà. Mai mi abbandonerà. Posso anche essere colpito dalla sventura, ma
essa non sarà per la mia morte, ma per la mia vita. Il Signore è salvezza nella sventura.
San Paolo ci rivela che è Cristo la nostra salvezza, la nostra redenzione, la nostra vita. È in
Cristo che il Padre vuole farci. La volontà del Padre da sola non basta, non è sufficiente.
L’uomo deve volersi lasciare fare da Dio in Cristo. Deve invocare il nome di Gesù Signore.
Lasciarsi fare da Dio o dal diavolo? L’uomo non è mai da se stesso: o da Dio o dal diavolo. Il
diavolo con astuzia, trasformando anche la Parola di Dio, vuole fare l’uomo dalla sua falsità.
Gesù non si lascia fare da lui. Ma noi vogliamo non essere da lui? Ma non siamo già da lui?
Ognuno è obbligato a chiedersi: dove nella mia vita sono da Dio e dove dal diavolo? Siamo tutti
convinti che siamo da Dio, mentre molte volte, in tante cose siamo dal diavolo. Questa prima
tappa deve condurci a separare in noi ciò che è da Dio e ciò che invece è da Satana.
SECONDA TAPPA: LA RISURREZIONE UNICA CERTEZZA
SECONDA DOMENICA DI QUARESIMA
(Gen 15,5-12.18-18 – Sal 27 (26) – Fil 3,17-4,1 – Lc 9,28b-36)
Abramo cerca garanzie per il suo futuro. Dio e la sua Parola sono la sua solo ed unica garanzia.
Questa verità vale anche per noi. Potrà esserci per noi garanzia più grande della Parola del
Signore. Ogni sua profezia, oracolo, promessa, parola, alleanza si compirà. Questa è la fede.
Il Salmo ci rivela che sul Signore possiamo fondare la nostra vita. È la sola certezza. Altre non
esistono. Ma fondare la nostra vita sul Signore, è fondarla nella sua Parola. Dio e la sua Parola
sono una cosa sola. La nostra vita è fondata sulla Parola? La Parola è la nostra sola certezza?
Qual è la certezza che sempre deve muovere spirito, cuore, sentimenti, desideri di ogni
cristiano? Niente potrà annullare la sua speranza, neanche la morte. Cristo lo risusciterà a vita
nuova ed eterna. La speranza della risurrezione è la sola unica nostra certezza.
Senza la certezza della risurrezione non si può vivere nessuna croce. Ai discepoli che vogliono
un Messia senza croce, Mosè ed Elia rivelano che la croce è la vita del Messia. Anche il Padre
chiede ai discepoli di ascoltare il Figlio suo, incamminato verso la Croce.
La terra è Golgota per ogni uomo. Il diavolo ci tenta perché ci liberiamo dalle croci. Questa
tentazione oggi è così potente da creare la distruzione della stessa umanità, più che il diluvio
universale. Gesù ci insegna invece che la Croce va assunta. Essa è la via della vera vita.
TERZA TAPPA: COLLABORATORI DI DIO NELLA SALVEZZA
TERZA DOMENICA DI QUARESIMA
(Es 3,8a.13-15 – Sal 103 (102) – 1Cro 10,1-6.10-12 – Lc 13,1-9)
Dio vuole liberare il suo popolo dalla dura schiavitù d’Egitto. Ha bisogno dell’uomo. Sceglie
Mosè con una sola missione da svolgere: Lui deve portare Dio. Il Signore vuole agire per
mezzo di Mosè. Lui è il “mediatore” della sua volontà e della sua onnipotenza.
Il Salmo canta la grandezza della misericordia del Signore. La misericordia di Dio, nella storia, è
però il frutto della mediazione dei suoi collaboratori nell’opera della salvezza. Sacerdoti, re,
profeti, padri, madri, ogni uomo, deve pensarsi strumento della grazia del suo Dio.
San Paolo ricorda la storia del popolo di Dio. La storia che era di salvezza è divenuta storia di
perdizione. Perché? La causa è una sola: gli esploratori, anziché essere collaboratori di Dio per
creare fede in Lui, sono divenuti creatore di non fede in Dio. Tutti morirono nel deserto.
C’è un albero che non fruttifica. Il Padrone decide che sia tagliato. Il contadino si fa mediatore di
vita per l’albero. Chiede al Padre altro tempo. Lui però riverserà sull’albero ogni cura, perché sia
messo nelle condizioni ottimali perché possa dare i frutti sperati. Vera mediazione di vita!
È verità: possiamo essere mediatori di Dio, della fede, oppure del diavolo, della falsità, della
menzogna, dello scoraggiamento, del totale disinteresse. Oggi è il disinteresse lo stile di vita de
cristiano. Pensaci: o salvi il fratello con la tua mediazione, o sarà tagliato. La scelta è tua.
QUARTA TAPPA: DIO VUOLE RICONCILIARSI CON L’UOMO
QUARTO DOMENICA DI QUARESIMA
(Gs 5,9a.10-12 – Sal 34 (33) – 2Cor 5,17-21 – Lc 15,1-3.11-32)
Dio è fedele in ogni sua Parola. Ha promesso di dare la terra ai discendenti di Abramo. Oggi la
promessa si è compiuta, realizzata. I figli di Israele gustano i buoni frutti che il Signore ha
preparato per loro. È verità eterna: il Signore adempie per noi ogni sua Parola, sempre.
Il Salmo invita tutti a benedire il Signore. Lui è il Fedele. Possono passare anche anni, anche
secoli, ma la sua Parola sempre si realizza, si compie. Lui salva da tutte le angosce. C’è
angoscia più grande di un deserto da attraversare? Esso è stato attraversato.
Nel suo nuovo popolo Dio vuole che tutti i suoi figli in Cristo siano profeti che annunzino il suo
desiderio di volersi riconciliare con ogni uomo. Se il profeta non alza la sua voce, non grida il
desiderio di Dio, non invita e non sollecita, la riconciliazione non avviene. Lui ne è responsabile.
Il Vangelo ci narra la stupenda modalità con la quale Dio si riconcilia con il figli. Lo vede mentre
era lontano, ne ha compassione, gli corre incontro, lo bacia, lo stringe al petto, lo riveste della
sua dignità figliale, fa festa. Infinita differenza con la grettezza degli scribi e dei farisei!
Senza il ministero profetico della Chiesa, in ogni suo figlio, Dio mai potrà riconciliarsi. La
mediazione della Chiesa è indispensabile. Chiediti: mi sento vero mediatore e profeta della
riconciliazione? Vivo forse la grettezza di scribi e farisei? Distruggo quanti altri fanno?
QUINTA TAPPA: IN CAMMINO VERSO IL FUTURO DI DIO
QUINTA DOMENICA DI QUARESIMA
(Is 43,16-21 – Sal 126 (125) – Fil 3,8-14 – Gv 8,1-11)
Dio non è il Dio di ieri, ma il Dio di oggi. Ieri non è parametro per leggere e aprirsi al Dio di oggi.
È questo l’errore anche cristiano: pensare sempre con i criteri di ieri. Oggi non è ieri e domani
non sarà oggi. Il Signore ci chiama a pensare con i suoi pensieri, con il suo cuore.
Il Salmo narra la stupenda opera del Signore. Ha liberato il suo popolo dalla schiavitù di
Babilonia senza Mosè, senza aprire il mare, senza attraversare il deserto, senza stravolgere il
cielo e la terra. Ha solamente messo un pensiero nuovo nel cuore di Ciro.
Paolo non cammina verso Cristo, lui corre. Cosa deve raggiungere di Cristo? La sua
crocifissione, per poter così raggiungere la sua gloriosa risurrezione. Cristo Gesù è il presente e
il futuro di Paolo, è il suo presente e la sua eternità, è la sua morte e la sua vita.
Ecco il futuro stupendo di Dio: lui cerca persone che siano capaci di perdonare. Il perdono è il
solo futuro che il Signore vuole che noi costruiamo. Lui è il Dio del perdono, della misericordia,
della pietà, della compassione. La croce di Cristo è il vero perdono del Padre.
Ecco lo stupendo futuro che il Signore si attende da noi: non solo che noi siamo capaci di
perdonare, ma anche che vogliamo, in Cristo, offrirci al Padre come vero olocausto di
espiazione per i peccati del mondo. È questo il nostro vero futuro da raggiungere.
SESTA TAPPA: IL CROCIFISSO RE DI PACE
DOMENICA DELLE PALME
(Lc 19,28-40 – Is 50,4-7 – Sal 22 (21) – Fil 2,6-11 – Lc 22,14-23,56)
Gesù entra Gerusalemme cavalcando un umile asinello. Lui non è un messia di guerra, ma di
pace. La pace si costruisce sulla terra in un solo modo: lasciandosi crocifiggere dal peccato del
mondo, senza mai conoscere il peccato, neanche di un semplice pensiero.
Gesù è flagellato, deriso, umiliato, crocifisso, ma non pecca, neanche con il pensiero. Anzi,
volontariamente si è sottoposto agli insulti e agli sputi. Volontariamente si è consegnato al
supplizio. Chi ama la pace deve lasciare che il peccato del mondo lo divori.
Il Salmo ci manifesta tutta la potenza del male che si abbatte sul giusto sofferente. La sua è
sofferenza cosmica. Tutti i peccati dell’umanità si avventano contro di Lui. Ma Lui rimane saldo
nella sua giustizia, nella sua fede, nella sua speranza, nel suo amore.
San Paolo chiede ad ogni cristiano di realizzare la sua vita ad immagine di Cristo Gesù. Lui è
Dio e si annienta, si lascia crocifiggere, si fa obbediente fino alla morte di Croce. Saremo
persone di pace quando ogni nostro pensiero sarò conformato ai pensieri di Gesù Signore.
La Passione secondo Luca è incentrata sul Perdono e sull’accoglienza in Paradiso del Ladrone
pentito. È questo il frutto stupendo della sua Croce: la richiesta al Padre di perdono per il
mondo intero, l’apertura del regno dei cieli per tutti coloro che credono e riconoscono Lui.
La Vergine Maria, Madre della Redenzione, ci aiuti a compiere queste sei tappe con impegno e
dedizione. Dio è sempre altro, infinitamente alto di ciò che noi oggi pensiamo e crediamo. C’è
un cammino che dobbiamo fare per giungere fino al suo cuore. La Quaresima a questo serve.
Con l’aiuto degli Angeli e dei Santi, di certo ci metteremo in cammino. Abbandoneremo il nostro
Dio di ieri, ci apriremo alla contemplazione di Lui secondo il suo amore di oggi e la sua fedeltà
di questo giorno. Il Dio vecchio di ieri è passato. Ecco Lui è nuovo dinanzi ai nostri occhi.
È la nostra Quaresima di misericordia: vivere nella Parola, per la Parola, nello Spirito Santo.