Lorenzo Santoro Musica e Politica nell'Italia unita Dall'Illuminismo alla repubblica dei partiti Il volume analizza la concezione della musica nel frangente della nascita della nazione italiana, come arte inestricabilmente connessa al nuovo ruolo dell'opinione pubblica segnato dall'avvento delle repubbliche giacobine. Le torsioni di significato a cui la musica è stata costretta nella modernità ne hanno non solo mutato la natura di disciplina, da scienza ad arte, ma anche imposto il carattere formale e legato alla forma scritta, secondo i canoni della sociabilità borghese incentrati sul teatro. Dal tardo Illuminismo fino al Risorgimento, come nella Scapigliatura, nell'Idealismo e nel fascismo la musica ha giocato un ruolo di rilievo come cartina di tornasole di un atteggiamento più generale verso la sfera pubblica e la modernità politica. Proprio questi caratteri hanno incontrato nel Novecento una crisi a opera di nuovi movimenti come il futurismo e il comunismo, grazie ai quali la musica ha recuperato elementi come attenzione all'oralità e all'improvvisazione e un nuovo ruolo nella sociabilità politica. Questa ricerca mette in evidenza i nessi tra la composizione musicale e la sua elaborazione da parte dei musicisti, degli intellettuali e di significativi leader politici fino a individuare la catena di significati che la realtà sociale e politica ha impresso alla performance musicale dal Settecento alla fine del Novecento. La completezza e la profondità di analisi ne rendono indispensabile la lettura sia per ogni lettore attento e appassionato, sia per storici contemporaneisti e modernisti, storici della musica, storici della cultura e per musicisti e compositori interessati a comprendere le relazioni tra musica e sfera politica in uno dei grandi stati-nazione dell'Europa continentale.