7. Roma sostenibile

annuncio pubblicitario
PIANO STATISTICO COMUNALE
Anno 2008
Premessa
L’Ufficio Statistica e censimento svolge i compiti assegnatigli con la DG. 666/1996 nel quale, oltre
a richiamare gli obblighi derivanti dall’essere parte integrante del Sistema statistico nazionale, si
specifica che tale ufficio concorre a soddisfare le esigenze conoscitive dell’Amministrazione. Un
adeguata funzione di governo, infatti, non può prescindere da una conoscenza dei fenomeni, delle
tendenze in atto e delle dinamiche che interessano il territorio sul quale si è chiamati ad intervenire.
Funzioni di programmazione e pianificazione sono addirittura impensabili senza una conoscenza di
questo tipo. Stesso ragionamento per operazioni di monitoraggio e valutazione volti a misurare
l’impatto delle politiche. Per questo la funzione dell’ufficio si muove lungo due direttrici. Da un
lato, alimentare, mediante le rilevazioni, le indagini e l’accesso ai dati del Sistan, le banche dati a
disposizione dell’Amministrazione e più in generale della città nel suo complesso; dall’altro,
intervenire affinché il Comune, questa volta inteso come fonte, metta a disposizione i dati che
“produce”. Per questo l’Ufficio ha avviato un processo di interazione con i diversi uffici
dell’Amministrazione, volto ad individuare il supporto conoscitivo da mettere a disposizione e,
contestualmente, i dati ricavabili e rielaborabili per incrementare la conoscenza complessiva del
territorio, dell’azione amministrativa, dei comportamenti e delle esigenze dei cittadini. Un lavoro
che si propone di rendere disponibili dati, oggi non rilevati o rilevati in modo casuale,
georeferenziandoli, allestendo banche dati, utilizzando sistemi informatici avanzati.
La elaborazione del Piano Statistico Comunale, oltre che essere un adempimento previsto nella
citata delibera, è uno strumento per organizzare questo lavoro. Naturalmente non esaurisce il
complesso delle attività svolte dall’Ufficio di Statistica, ma ordina, lungo un percorso, quelle
maggiormente
rilevanti
in
relazione
agli
interventi
e
alle
esigenze
complessive
dell’Amministrazione. In ragione di ciò sono stati individuati ambiti, quali le previsioni
demografiche, l’analisi delle dinamiche dei redditi, approfondimenti connessi alla programmazione
dei servizi e al calcolo degli impatti della fiscalità e tariffazione locale (anche in relazione a
agevolazioni ed esenzioni), oltre che affrontare temi di grande rilievo come quello dell’ambiente
urbano.
Nella citata D.G. 666/1996 si richiama la collaborazione tra questo Ufficio e l’insieme delle
strutture Comunali. La elaborazione del Piano annuale e la sua realizzazione sono già state e
potranno ulteriormente essere un fattore propulsivo in tal senso.
1
1. La preparazione al censimento 2011 e la revisione anagrafe
Nel percorso che è stato seguito nel tracciare le linee guida di questo primo Piano Statistico
Comunale è emersa la consapevolezza che ogni processo di conoscenza ed analisi statistica non può
prescindere da uno degli elementi costitutivi di un ente territoriale, quale è la popolazione.
A questo proposito risulta importante rilevare quanto non possa essere trascurata la forte
connessione tra la gestione amministrativa del Registro anagrafico e la produzione di dati sulla
popolazione. Il rilievo che viene dato ai risultati delle elaborazioni demografiche, ha confermato,
peraltro anche recentemente, il ruolo primario a livello gestionale, politico ed economico dei dati di
popolazione, collocandoli oltre il contesto meramente statistico.
Appare sempre più chiara, pertanto, l’esigenza che la gestione dell’archivio amministrativo
anagrafico, non possa prescindere da un adeguamento del sistema, così come è oggi, a finalità di
tipo statistico.
E’ da sottolineare, a questo proposito, il ruolo demandato all’Istat e agli Uffici di Statistica
comunali circa il controllo tecnico dei dati di popolazione di fonte anagrafica anche in merito ad
iniziative per “… l’adozione di sistemi organizzativi e funzionali dei servizi anagrafici rispondenti
ai progressi della tecnica amministrativa…” e il coordinamento della “…produzione statistica dei
servizi demografici …” compresa la competenza sulla ….“progettazione e la modificazione del
sistema informativo comunale …” 1. In linea con quanto già espresso dal Comitato di indirizzo e
coordinamento dell’informazione statistica (COMSTAT) nella Direttiva n. 1 del 1991, che tra le
funzioni degli Uffici di Statistica individua, tra le altre, la promozione e sviluppo informatico a fini
statistici degli archivi gestionali e delle raccolte di dati amministrativi e il controllo di coerenza,
validazione ed analisi statistica dei dati.
Non va neanche trascurato il ruolo attribuito ai sindaci in materia anagrafica, ribadito nel D.L.
322/89, istitutivo del Sistema Statistico Nazionale, e dalle già citate direttive COMSTAT 2.
In questo contesto è risultato centrale l’avvio della revisione dell’anagrafe comunale. Questa si è
resa fattibile grazie all’impianto di un sistema informativo che, a partire dalle operazioni previste
per il Censimento del 2001, ha permesso il confronto contestuale tra risultato censuario e archivio
anagrafico, fornendo così la base informativa per la successiva attività di revisione ed allineamento
tra i due archivi.
Cfr. gli artt. 50 e 54 del DPR 30 maggio 1989, n. 223 – Regolamento anagrafico e, in particolare l’art. 3, c. 4 della
Direttiva n. 2 del COMSTAT, di cui alla Deliberazione 15 ottobre 1991 dell’Istituto Nazionale di Statistica –
Disposizioni per l’organizzazione ed il funzionamento degli uffici di statistica dei comuni.
1
2
Cfr. l’art. 50 del citato DPR 223/89 e, in particolare l’art. 1, c. 2 della citata Direttiva n. 2/91 del COMSTAT.
2
Sono note le ricadute positive che l’attuazione della prima fase del Progetto di revisione, conclusasi
da qualche mese, ha prodotto, così come è noto che i risultati ottenuti sono stati riconosciuti per
mezzo di adempimenti statistici tradizionali, in particolare quelli del calcolo della popolazione
residente, meglio conosciuta come Bilancio Demografico.
Il ruolo dell’Ufficio di Statistica, estensore e coordinatore del Progetto di revisione, è risultato
centrale e perfettamente in linea con quanto sopra espresso in merito alle funzioni che gli sono
attribuite dalla normativa vigente.
La prosecuzione e la conclusione del Progetto rappresenta, quindi, uno degli elementi più
caratterizzanti del PSC di quest’anno, nel quale si prevede la realizzazione della Fase
Amministrativa (la seconda delle due fasi in cui si compone il Progetto), che porterà
all’allineamento dell’anagrafe con il risultato dei Censimenti 2001. Il Piano Operativo della Fase
Amministrativa, frutto del lavoro del Gruppo di Coordinamento Revisione Anagrafe, prevede il
coinvolgimento dei diciannove Municipi e sopralluoghi mirati per le necessarie verifiche e
aggiornamenti. C’è da evidenziare come l’operazione di revisione delle anagrafi comunali risponda
a precise normative in materia di tenuta degli archivi anagrafici e che più precisamente fanno capo
agli adempimenti statistici che riguardano l’anagrafe stessa 3.
Tale operazione, di così grande portata, necessita però di essere alimentata da una progettualità di
più ampia portata, in assenza della quale l’intero Progetto di revisione verrebbe ad assumere una
connotazione assai riduttiva.
E’ in questa ottica che si viene a delineare un altro progetto sul quale si intende investire
l’Amministrazione nel suo complesso e che possa garantire, in un certo qual modo, la permanenza
nel tempo dei risultati che si otterranno con la realizzazione della revisione dell’anagrafe. Obiettivo
ambizioso, ma che permetterebbe lo sfruttamento del patrimonio informativo dell’archivio
anagrafico nel periodo intercorrente tra un censimento e l’altro. Trattasi del Sistema Statistico della
Popolazione, da attuare attraverso un processo di reingegnerizzazione
dell’attuale Sistema
Informativo Popolazione realizzato originariamente per il solo trattamento amministrativo delle
informazioni anagrafiche.
Tale sistema, nel quale sono confluite, nel tempo, esigenze di
trattamento statistico dei dati, tra l’altro sempre più analitiche e complesse, risulta, oramai,
inadeguato a soddisfare la accresciuta domanda di informazioni demografiche.
3
Capo VIII del DPR 30 maggio 1989, n. 223.
3
Particolare rilievo assume in questa ottica l’aspetto territoriale rappresentato dai Municipi, laddove
si evidenzia maggiormente il problema della divergenza tra le serie di dati, di fonte anagrafica e di
fonte censuaria 4, impedendo lo sfruttamento delle potenzialità informative sulla popolazione che
afferisce ai Municipi stessi.
Resta da evidenziare lo stretto rapporto con l’aspetto territoriale, necessario alla localizzazione della
popolazione e degli eventi demografici che ne caratterizzano l’evoluzione e, pertanto, alla
complessa problematica connessa all’integrazione dei dati territoriali di fonte amministrativa con le
attività legate alla definizione della struttura territoriale. Trattasi, questo, di un adempimento
proprio dell’Ufficio di Statistica che con la realizzazione dei Piani Topografici, strumento
essenziale e primario per lo svolgimento dei Censimenti generali della Popolazione, concretizza
tale integrazione. L’avvio dei lavori di programmazione dei prossimi censimenti del 2011, da parte
dell’Istat, vede confermata la necessità di non trascurare l’elemento territoriale, quale elemento
imprescindibile da utilizzare nelle analisi e nelle rilevazioni statistiche.
2. Previsioni Demografiche
La disponibilità di basi informative corrette e coerenti, oltre a fornire la possibilità di ampliare il
sistema di rilevazioni ed indagini sulla popolazione, sono di fatto la premessa per avviare studi di
previsione sugli scenari futuri della popolazione stessa. E’ evidente, peraltro, come la disponibilità
di interpretazioni sugli sviluppi demografici di una popolazione e il potenziale informativo proprio
degli studi previsionali sia fondamentale all’attività di governo della città da parte degli
amministratori.
Studi che evidentemente non potranno limitarsi ad un mero risultato sul quanto ma soprattutto su
chi, puntando l’attenzione quindi sulle componenti della popolazione - bambini, anziani, stranieri –
e, di conseguenza, sulla potenziale futura domanda di servizi che ognuno di questi aggregati
esprime o esprimerà.
La collaborazione con l’Università degli Studi La Sapienza e centri di ricerca pubblica, quali il
Centro di Ricerca su Roma (CISR) della stessa Università La Sapienza e l’Istituto di Ricerche sulla
Popolazione e le Politiche Sociali del CNR, si colloca all’interno di questo filone di studio e ricerca
anche sperimentando approcci scientifici innovativi e flessibili utili a fornire strumenti di analisi
sulle prospettive future della città ancora inesplorate.
4
Ci si riferisce alla già citata elaborazione del Bilancio Demografico, che utilizza come base di partenza per il calcolo
della popolazione il dato di censimento, meglio conosciuto come Popolazione legale.
4
3. Tendenze ed evoluzione della presenza straniera
L’esperienza acquisita nel tempo per soddisfare le esigenze informative degli utenti del dato
statistico sugli stranieri, che hanno trovato nell’Ufficio di Statistica un referente sempre più
coinvolto, ha portato ad individuare questo settore, tra quelli possibili, come tra i più caratterizzanti
della realtà locale.
Il consolidarsi, inoltre, di collaborazioni con enti e associazioni che, per finalità istituzionali o di
ricerca, hanno richiesto nel tempo informazioni sulla componente straniera della città, ha portato
alla consapevolezza di dover dedicare a questo filone un’attenzione particolare.
Pur facendo confluire nel precedente punto 1. le analisi sugli scenari futuri delle dinamiche
migratorie che stanno interessando in maniera sempre più evidente la città e degli effetti
demografici strutturali che da tali dinamiche verranno prodotti, si prevede di standardizzare con una
produzione anche semestrale le analisi correnti sulla popolazione straniera. Si prevede, altresì, la
messa a regime di database riguardanti dati sugli stranieri a livello nazionale, necessari a confronti
territoriali al di fuori dell’ambito comunale con l’intento di sistematizzare una fonte di conoscenza
utile ai diversi operatori attivi in questo ambito.
4. Dinamiche dei redditi e dei consumi
L'analisi delle condizioni di vita dei cittadini e in particolare dei redditi di cui una famiglia o un
individuo possono disporre sono di importanza cruciale per la conoscenza dettagliata del contesto
socio-economico in cui un'amministrazione, soprattutto locale, opera e interviene. In questo senso
l'obiettivo consiste nell'articolazione di un piano complesso di analisi delle dinamiche e delle
caratteristiche dello standard di vita dei cittadini romani in relazione ai redditi familiari, ai redditi
individuali, alla capacità e alle tipologie di spesa (abitazione, sanità, istruzione, cultura, ecc), alle
scelte di consumo, all'indebitamento delle famiglie.
Una particolare attenzione sarà prestata, oltre che alla questione della "vulnerabilità dei bassi
redditi", anche al carattere multidimensionale della problematica inclusiva che comprende non solo
l'accesso al lavoro, ma anche i dispositivi per combattere diversi tipi di "deprivation", compresi
ostacoli che da soli o insieme impediscono la piena partecipazione in aree quali:
- sostegno al reddito;
- educazione, formazione;
- ambiente;
5
- alloggio;
- cultura;
- accesso ai servizi sociali;
- accesso alle opportunità formative e di lavoro;
- accesso alle nuove tecnologie.
A questo proposito di particolare rilievo sono le indagini programmate sulle "Condizioni
economiche e di vita delle famiglie romane" finalizzata ad acquisire informazioni utili sia sotto il
profilo delle condizioni economiche e dei comportamenti di consumo delle famiglie, sia delle
applicazioni di politica economica per la valutazione delle politiche locali e l'indagine sui "Giovani
e i consumi sostenibili" articolata nelle tre aree principali della percezione del futuro, dei consumi e
della sostenibilità, che ha l'obiettivo, partendo dai più recenti sviluppi del concetto di sostenibilità e
dei suoi risvolti sui nuovi stili di vita e di consumo, di raccogliere, analizzare ed interpretare i dati
su atteggiamenti, informazioni, opinioni e scelte di consumo dei più giovani.
5. Mobilità sociale
La mobilità sociale è il processo che permette il passaggio di un individuo o di un gruppo da uno
status sociale ad un altro, ossia il livello di mobilità sociale e territoriale. Le indagini sulla mobilità
sociale condotte in molti paesi sviluppati concordano sia nel segnalare sensibili disuguaglianze in
tema di risorse e di opportunità sia nel mostrare la forza della relazione tra istruzione e mobilità. Nel
nostro Paese, come in molti dei paesi sviluppati, il sistema scolastico caratterizzato da basse barriere
di accesso permette all’istruzione di svolgere un ruolo fondamentale nei processi di collocazione
degli individui all’interno del sistema della stratificazione sociale, concedendo loro la
possibilità/opportunità di salire i gradini della classe sociale e non rimanere, invece, ancorati
all’interno di quella dei loro genitori.
In questo contesto sarà di particolare rilievo andare ad analizzare e confrontare tra loro i diversi
approcci di misurazione del fenomeno, economico, statistico e sociologico, utilizzando i dati e le
informazioni esistenti.
Una prima esplorazione del fenomeno attraverso i dati ISTAT Multiscopo (Famiglie e soggetti
sociali) e i dati delle indagine del MIUR sugli iscritti e i laureati del sistema universitario (che
prevedono la raccolta di alcune informazioni riguardanti la famiglia di origine) costituiranno una
base di partenza per ulteriori approfondimenti e indagini ad hoc sul fenomeno.
6
E’ indubbio che le trasformazioni della struttura socio-economica della città e quelle personali di
ascesa o discesa di status sociale dei singoli individui producono effetti anche sulla struttura e sulla
dinamica della popolazione, in particolare sulla mobilità territoriale dei cittadini. La crescente
metropolizzazione della città comporta la crescita delle aree suburbane e periferiche fino a creare un
continuum con i comuni di prima fascia, considerando pressoché artificiosi i limiti imposti dai
confini amministrativi. Di contro l’estensione delle zone urbane comporta essa stessa un aumento
delle differenze territoriali e fenomeni di segregazione sociale. In tale contesto appare importante
analizzare i mutamenti territoriali avvenuti nell’ultimo quinquennio nella città, e con essi quelli
relativi alla mobilità territoriale degli individui stessi.
L’analisi dei dati anagrafici relativi al movimento migratorio della popolazione all’interno della
contesto urbano, quello verso i comuni di prima e seconda fascia o verso l’esterno, e i flussi di
insediamento dall’esterno verso la città costituiscono un utile supporto informativo per costruire una
mappa georeferenziata all’interno della città delle caratteristiche strutturali e sociali dei “migranti”.
6. Welfare locale
La riforma della Pubblica Amministrazione, avviata con il D. Lgs. 112 del 31/3/98 5, con la L.
Costituzionale n. 3/20016, che modifica il Titolo V della Costituzione, nonché le riforme in ambito
di welfare introdotte con la L. 285/19977, la L. R. 38/968, la L. Quadro 328/20009, lo Statuto del
Comune di Roma, in particolare la modifica con deliberazione n. 122 del 17/7/2000, nonché il
Piano Regolatore Sociale10, la L.R. n. 14/9911 e la L. R. n. 41/2003, hanno contribuito da un lato ad
un importante processo di riforma che chiama la PA locale a ridisegnarsi in modo da essere capace
di svolgere con più efficacia compiti di regolazione, riduzione dei costi e promozione dei diritti e,
dall’altro, di superare modelli di politica sociale costruiti attorno a schemi di tipo assistenziale e di
natura prevalentemente economica.
Il sistema dei servizi sociali è oggi più orientato al principio di universalità del diritto all’accesso ai
servizi: il diritto al “benessere” diventa un diritto di cittadinanza, nei limiti della sostenibilità del
sistema, e introducendo la partecipazione dell’utente alla spesa rispetto a criteri di reddito.
conferimento funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni e agli Enti Locali.
Trasferimento alle Regioni della materia sociale, in particolare art. 3 che attribuisce allo Stato la
determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere
garantiti su tutto il territorio nazionale;e l’art. 4 sui principi di sussidiarietà).
7
Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza.
8
Riordino e programmazione dei servizi socio-assistenziali del Lazio.
9
Istituzione del sistema integrato di Interventi e Servizi Sociali.
10
Delibera n. 124/2006,
11
Organizzazione delle funzioni a livello regionale e locale per la realizzazione del decentramento
amministrativo.
5
6
7
Il decentramento di funzioni di governo locale ha delle importanti implicazioni sul ruolo dei
Municipi nel welfare che sono chiamati a leggere autonomamente i bisogni del proprio territorio,
programmare, progettare e valutare, seppure seguendo le linee guida centrali.
Gli effetti più evidenti di questo processo innovativo sono:
Avvicinamento dell’amministrazione al cittadino; la L. Q. 328/00 delinea un assetto
delle politiche sociali a cascata;
Affermazione del principio di sussidiarietà verticale e orizzontale che trasferisce le
competenze in materia di politiche sociali al livello di governo più vicino ai cittadini,
cioè il Comune o loro associazioni;
Attenzione dell’azione pubblica si sposta dalle logiche dell’adempimento degli atti a
quelle dell’efficacia dei risultati;
Passaggio dal government alla governance;
Maggiore e costante valorizzazione del mix pubblico/privato: rafforzamento del
ruolo del Terzo Settore;
Integrazione tra sociale e sanitario.
Restano ancora poco praticate l’innovazione, l’attenzione alla customer satisfaction e ai
“componenti di rischio”.
Ancora si tende a far coincidere il concetto di efficienza con risparmio, equivalenza che mal si
adatta all’ambito dei servizi sociali, caratterizzato da una forte asimmetria tra gli attori coinvolti,
dove invece dovrebbero prevalere efficacia ed equità.
Innegabilmente l’autonomia finanziaria degli Enti Locali, la diversificazione della domanda sociale
e la necessità di una sua lettura più precisa ed articolata hanno delle ripercussioni forti
sull’organizzazione dei servizi. La maggiore autonomia, quindi, può essere vista come un’occasione
per incrementare competenze e credibilità tenuto conto dell’opportunità di seguire e perfezionare
l’intero ciclo delle prestazioni:
analisi
raccolta del bisogno
erogazione servizio
valutazione di efficacia
In una realtà complessa come quella del Comune di Roma, dove si registra un crescente
investimento in servizi sociali è, a tutt’oggi, ancora piuttosto complicato pervenire alla conoscenza
della domanda e degli utenti dei servizi di prossimità (espressa e non) contestualizzata al territorio
(Municipi e quartieri).
8
Altrettanto importante è analizzare in modo approfondito l’offerta di servizi di welfare, intesi
nell’accezione più ampia del termine (quindi non solo servizi sociali in senso stretto, ma anche di
scuole, centri culturali e sportivi e sanitari) distinguendo tra quelli che sono messi a disposizione dai
Dipartimenti e dai Municipi.
Considerato, poi, che, sempre di più, il privato affianca il Comune nell’erogazione di questi servizi,
è necessario fare una valutazione quantitativa e qualitativa delle organizzazioni del terzo settore
operative nei diversi municipi, discriminando lo studio tra quelle che già sono accreditate
(soprattutto per assistenza domiciliare), convenzionate (es. asili nido), autorizzate dal Comune di
Roma e private non riconducibili a queste tre categorie.
L’analisi dei dati esistenti (es. bilancio comunale e bilanci municipali, Porte Sociali, sistemi
informativi locali, indagini e rilevazioni ISTAT, portali del sociale etc.) permetteranno una prima
descrizione dei servizi offerti dall’amministrazione locale, dei loro costi, delle macro famiglie di
utenti (anziani, minori, disabili, adulti) mentre l’analisi demografica del territorio permetterà una
valutazione della domanda potenziale (es. n. anziani, n. giovani coppie, n. stranieri, n. nati nei vari
municipi etc.).
La correlazione tra offerta e domanda potenziale offrono già prime importanti informazioni sui
contesti territoriali e sociali dove intervenire maggiormente.
Indagini ad hoc, interviste a testimoni privilegiati (assistenti sociali; politici; Consiglieri aggiunti,
operatori del settore), focus group e metodologia Delphi possono essere gli strumenti tecnici che
consentono da un lato la valutazione della qualità percepita, dei bisogni inespressi, del gap tra
interventi previsti ed attivati; dall’altro un’analisi SWOT dei provvedimenti attivati dai piani di
zona municipali può assistere il decisore nell’orientamento da dare alle sue azioni.
La georeferenziazione di tutti questi dati completa la visione d’insieme.
In tutte queste attività diventa decisivo il ruolo degli uffici di statistica municipali.
7. Roma sostenibile
A dieci anni di distanza dalla pubblicazione della prima Relazione sullo stato dell’ambiente a
Roma, che forniva un quadro completo della situazione dell’ambiente e del territorio nel 1997, si
rende necessario un aggiornamento dei dati trattati che permetta di conoscere la consistenza e la
condizione delle risorse ambientali della città e di valutare in modo dinamico l’evoluzione del
nostro ambiente urbano e gli effetti degli interventi attuati sul territorio.
Il monitoraggio degli indicatori proposti nella prima edizione e l’inserimento di nuovi consentirà
infatti di conoscere approfonditamente le problematiche ambientali che interessano la Capitale e
9
costituirà uno strumento per l’avanzamento del processo di Agenda 21 locale nella città e la
costituzione della Rete dei municipi di Roma per Agenda 21 locale”.
Alle tematiche trattate nella prima edizione
 ecosistema urbano;
 lo stato dell’ambiente: aria (clima, qualità dell’aria e rumore), terra (suolo, inquinamento dei
suoli, il sottosuolo ed il rischio idrogeologico), biosfera (sistema dell’acqua, qualità delle
acque, biodiversità, paesaggio e sistema del verde);
 i fattori di pressione: popolazione, trasformazioni urbane, mobilità e trasporti, consumi
energetici, rifiuti;
 le attività economiche: industria e commercio, agricoltura, turismo;
 i cittadini: cittadini e ambiente.
Andranno aggiunti approfondimenti su argomenti i cui sviluppi stanno avendo un notevole impatto
sull’ecosistema urbano della città, quali:
 nuovo PRG
 l’energia sostenibile;
 inquinamento elettromagnetico;
 inquinamento visivo;
Particolarmente rilevanti per la buona riuscita del progetto appaiono quindi i rapporti
dell’Amministrazione con gli Enti e le Istituzioni deputate alla raccolta ed elaborazioni di dati
ambientali. Rapporti che dovranno essere costanti nel tempo per permettere il monitoraggio degli
effetti delle politiche ambientali attivate e favorire la diffusione aggiornata delle informazioni in
materia.
8. Uffici Statistici Municipali
Nel corso del 2006 e successivamente del 2006/2007, nell’ambito del Quadro cittadino di sostegno
(Q.C.S.),
è stata avviata la
sperimentazione dei Nuclei di Analisi Territoriale, finalizzata a
supportare i Municipi nell’analisi e rilevazione economico-statistica delle dinamiche territoriali e a
sistematizzare le banche dati esistenti a livello municipale. Si tratta ora di passare dalla fase
sperimentale ad una strutturazione di queste attività, utilizzando da un lato l’apporto delle
Università, intenzionate a garantire un flusso costante di stagisti, e dall’altro il supporto dell’Ufficio
di Statistica che coordinerà le attività, e la collaborazione delle Politiche economiche di sviluppo
che coordinano le attività del Q.C.S. . L’obiettivo è quello di giungere in tempi rapidi alla
10
attivazione degli Uffici Statistici Municipali, che, come indicato nei documenti del Q.C.S.,
dovranno costituire il punto di riferimento nel municipio per svolgere attività di:
 formazione;
 conoscenza del proprio patrimonio informativo e sistematizzazione archivi dati esistenti,
uniformando la natura e il formato dei dati con quelli degli altri municipi;
 ricognizione dati ed eventuali rilevazioni esterne;
 analisi dei dati anche attraverso la costruzione di indicatori per operare un confronto con le
altre realtà municipali e con il totale comunale;
 disseminazione dei risultati.
Potranno, inoltre, essere svolte dagli Uffici Statistici Municipali attività di rilevazione e analisi dei
dati già in essere presso i municipi romani quali:
 elaborazione di dati e costruzione di indicatori finalizzati alla stesura dei Piani di zona per la
redazione del Piano Regolatore Sociale;
 popolamento e gestione del Sistema Informativo del Commercio (SIC);
 elaborazione di indicatori di progetto/centro di costo per la redazione della Relazione al
Rendiconto annuale da trasmettere alla Ragioneria Generale e all’Ufficio di Controllo
Interno;
 elaborazione dati da trasmettere ai dipartimenti competenti.
In questa fase, dovranno sviluppare gli indicatori a supporto delle attività previste dall’azione di
sistema “Rete dei municipi per Agenda 21 locale”, ed in particolare fornire il supporto conoscitivo
ai fini della redazione della Relazione sullo stato dell’ambiente del municipio e Piano di azione
ambientale municipale.
9. Comitato Tecnico Scientifico
La elaborazione del Piano statistico comunale, infine, rappresenta l’occasione per valorizzare
l’insieme delle relazioni scientifiche attivate dall’Ufficio. Si decide pertanto la costituzione di un
Comitato Tecnico Scientifico dell’Ufficio di statistica.
11
Scarica