ARCIDIOCESI DI FIRENZE
CENTRO DIOCESANO DI PASTORALE GIOVANILE
VIA CRUCIS
DEI GIOVANI
“Maestro buono, che cosa devo fare
per avere in eredità la vita eterna?”
(Mc 10,17)
VENERDÌ 26 MARZO 2010 ORE 21
DA SANTA MARIA DEL FIORE
A SANTA CROCE
CANTO
DALL’AURORA
R.: Dall'aurora io cerco Te
fino al tramonto ti chiamo,
ha sete solo di Te
l'anima mia come terra deserta. (2v.)
1. Non mi fermerò un solo istante,
sempre canterò la tua lode
perché sei il mio Dio, il mio riparo,
mi proteggerai all'ombra delle tue ali. R.
2. Non mi fermerò un solo istante,
io racconterò le tue opere
perché sei il mio Dio, unico bene,
nulla mai potrà la notte contro di me. R.
… ha sete solo di Te
l’anima mia come terra deserta.
V: Nel nome del Padre e del Figlio
e dello Spirito santo.
T: Amen.
V: La grazia del Signore nostro Gesù Cristo,
l’amore di Dio Padre e la comunione
dello Spirito santo sia con tutti voi.
T: E con il tuo spirito.
1L: Al riguardo del sacerdote, il Curato d’Ars
dice: “Il prete non si comprenderà mai
bene se non in cielo”.
2L: Noi sacerdoti siamo diventati oggetto di
mistero dal giorno in cui è piovuta dentro
di noi la grazia di essere ministri del
Cristo.
1L: Il
Santo
dice
ancora:
“Se
si
comprendesse bene il sacerdote sulla
terra, si morirebbe; certo non di
spavento, ma di amore”.
2L: Il prete a causa dei suoi poteri è più
grande di un angelo. È lui che continua
l’opera redentrice sulla terra. Anche San
Francesco diceva: “Se incontrassi per
strada un angelo e un sacerdote,
saluterei prima il sacerdote e poi l’angelo,
perché il sacerdote è colui che mi dona
Cristo”.
1L: E ancora il Santo Curato d’Ars:
“Guardate la potenza del prete! La sua
lingua d’un pezzo di pane ne fa un Dio”;
è cosa più grande che creare il mondo.
2L: Amici carissimi, in modo particolare
quest’anno, però sempre, il sacerdote ha
bisogno della costante preghiera dei laici
impegnati nella fede, per questo vi invito
a questa carità reciproca di preghiera per
saper riconoscere ed accogliere nel
sacerdote la figura di Cristo Redentore.
don Dante Bucciarelli
ai suoi parrocchiani
V: Signore Gesù, guida e pastore del tuo
popolo, tu hai chiamato nella Chiesa San
Giovanni Maria Vianney, curato d’Ars,
come tuo servo.
T: Sii benedetto per la santità della sua
vita e l’ammirabile fecondità del suo
ministero.
V: Con la sua perseveranza egli ha
superato tutti gli ostacoli nel cammino del
sacerdozio.
T: Prete
autentico,
attingeva
dalla
Celebrazione Eucaristica e dalla
adorazione silenziosa l’ardore della
sua carità pastorale e la vitalità del
suo zelo apostolico.
V: Per sua intercessione, tocca il cuore dei
giovani
T: perché trovino nel suo esempio di vita
lo slancio per seguirti con lo stesso
coraggio, senza guardare indietro.
V: Rinnova il cuore dei preti
T: perché si donino con fervore e
profondità e sappiano fondare l’unità
delle loro comunità sull’Eucaristia, il
perdono e l’amore reciproco.
V: Fortifica le famiglie cristiane
T: perché sostengano quei figli che tu
hai chiamato.
V: Anche oggi, Signore, manda operai alla
tua messe,
T: perché sia accolta la sfida evangelica
del nostro tempo.
V: Siano numerosi i giovani che sanno fare
della loro vita un “ti amo” a servizio dei
fratelli, proprio come San Giovanni Maria
Vianney.
T: Ascoltaci, Signore, tu che sei Pastore
per l’eternità. Amen.
V: Carissimi, prepariamoci a percorrere con
il Signore Gesù il cammino della croce.
Come lui anche noi vogliamo lasciarci
condurre dallo Spirito santo, affinché ci
accompagni e ci guidi nella preghiera,
nella riflessione e in tutta la nostra vita.
Preghiamo in silenzio
V: Padre, fonte della carità e della
riconciliazione, concedi a noi, che
facciamo memoria della passione del
Signore Gesù, di imitare nella vita il suo
amore e la sua totale donazione a te e ai
fratelli. Te lo chiediamo per Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio e vive e regna con te
nell’unità dello Spirito Santo per tutti i
secoli dei secoli.
T: Amen.
Mentre fa il suo ingresso la croce dietro la
quale percorreremo la nostra Via Crucis, il
coro esegue il seguente canto.
CANTO
UMILIÒ SE STESSO
1. Cristo Gesù pur essendo di natura divina
non considerò un tesoro geloso
la sua uguaglianza con Dio.
Ed umiliò se stesso fino alla morte per noi,
dalla sua croce a noi la vita,
risurrezione, eternità!
2. Ma spogliò se stesso come servo
e divenendo simile agli uomini,
apparso in forma umana.
3. Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato
ha dato il nome che è al di sopra
di ogni altro nome.
PRIMA STAZIONE
GESÙ NEL SINEDRIO
Nella prima stazione facciamo memoria di
don Lorenzo Milani. Vogliamo soprattutto
riscoprire il suo essere prete, perché
altrimenti – come diceva sua madre –
“difficilmente si potrà capire di lui anche tutto
il
resto”.
Don
Lorenzo
amava
appassionatamente la Chiesa, nella quale
sapeva di poter trovare i sacramenti –
specialmente la confessione: personalmente
si confessava spessissimo, anche più volte
alla settimana. Era assetato di verità, di
assoluto, di dedizione incondizionata, di
perfezione. Fu innanzitutto un grande uomo
di fede, di una fede lucida, esigente, senza
alcuna superficialità, senza mezze misure.
Esigeva trasparenza e coerenza da sé e
dagli altri; combatteva con durezza i maestri
di menzogna e chiunque si adagiava nella
mediocrità, “chi mirava basso”. Volle una
scuola mirata anzitutto a dare dignità ai
poveri; in nessun modo da strumentalizzare,
neppure in vista del Vangelo, e servizio
disinteressato rivolto a tutti.
L:
T:
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
perché con la tua santa croce
hai redento il mondo.
ASCOLTIAMO LA PAROLA DEL SIGNORE
DAL VANGELO SECONDO LUCA
22,54.66-71
Dopo averlo catturato, condussero via Gesù
e lo fecero entrare nella casa del sommo
sacerdote. Appena fu giorno, si riunì il
consiglio degli anziani del popolo, con i capi
dei sacerdoti e gli scribi; lo condussero
davanti al loro sinedrio e gli dissero: “Se tu
sei il Cristo, dillo a noi”. Rispose loro:
“Anche se ve lo dico, non mi crederete; se vi
interrogo, non mi risponderete. Ma d’ora in
poi il Figlio dell’uomo siederà alla destra
della potenza di Dio”. Allora tutti dissero: “Tu
dunque sei il Figlio di Dio?”. Ed egli rispose
loro: “Voi stessi dite che io lo sono”. E quelli
dissero: “Che bisogno abbiamo ancora di
testimonianza? L'abbiamo udito noi stessi
dalla sua bocca”.
PARLA IL CURATO D’ARS
Per un cristiano niente è più glorioso e più
onorevole del fatto di portare il nome
sublime di figlio di Dio, di fratello di Gesù
Cristo. Come non c’è niente di più indegno
del fatto di vergognarsi di manifestarlo ogni
volta che se ne presenta l’occasione. […]
Amico mio, ti vergogni di servire il buon Dio
per paura che ti disprezzino? Ma guarda a
colui che è morto su questa croce;
domandagli se ha avuto vergogna di essere
disprezzato, di morire nel modo più
obbrobrioso su questa croce infame. Come
siamo ingrati verso Dio, che sembra trovare
la propria gloria nel far conoscere di secolo
in secolo che lui ci sceglie come suoi figli. O
mio Dio! Come è cieco e spregevole l’uomo,
quando ha paura di quel miserevole che
cosa si dirà, mentre non teme di offendere
un Dio così buono. […] Il rispetto umano ci
porta a disprezzare tutte le grazie che il
buon Dio ci ha meritato con la sua passione
e la sua morte.
L’animazione della prima stazione è affidata
alla Comunità del Seminario Arcivescovile.
PREGHIAMO
G: Signore Gesù, spesso nella vita ci
mostriamo tiepidi, incapaci di rispondere
con amore al tuo amore che ci chiama a
seguire te e a dare la nostra vita con e
per te.
L: Donaci fiducia nella tua parola
T: e di metterla in pratica secondo il tuo
volere.
L: Donaci passione per la tua Chiesa
T: e di servirla come tu ci chiedi.
L: Donaci coscienza dei nostri peccati
T: e di attingere dal sacramento della
riconciliazione la grazia del perdono.
L: Donaci una fede lucida ed esigente
T: e di non adagiarci mai in un
cristianesimo mediocre.
L: Donaci responsabilità nel compiere i
doveri di ogni giorno
T: e la capacità di essere testimoni del
tuo Vangelo ovunque ci troviamo.
L: Donaci guide spirituali che ci aiutino a
scegliere te
T: e di non desiderare altro che
rispondere “sì” alla tua chiamata.
CANTO
PRENDI LA MIA VITA
1. Prendi la mia vita, prendila Signor
e la tua fiamma bruci nel mio cuor.
Che la mia vita arda per te,
sii mio Signore e divino re.
R: Fonte di vita, di pace e amor,
a te io grido la notte e il dì!
Sii mio sostegno, guidami tu.
Riempi la mia vita, tu mio solo re.
2. Dal mio peccato salvami, Signor,
sii la mia guida, luce del mio cuor.
Quando la notte vela i miei occhi,
sii la mia stella che brilla nel ciel. R.
3. Ecco l'aurora di un nuovo giorno,
noi attendiamo il suo ritorno.
Gesù è vicino, perché temere,
apriamo i cuori: ecco egli viene! R.
CANTO
Salvator mundi salva nos.
Salvator mundi salva nos.
Salva nos, salva nos.
Salvator mundi salva nos.
CANTO
Misericordias Domini in æternum cantabo
SECONDA STAZIONE
“ECCO L’UOMO!”
Nella seconda stazione facciamo memoria
di don Giancarlo Setti. Don Giancarlo
aveva un temperamento spontaneo e
vivace, brillante nella parola. La sua vena
“popolaresca” e fiorentina si riverberava
nelle sue battute, nell’attitudine a stare in
mezzo alla gente, nella sua facilità di
stabilire rapporti, relazioni, amicizia. Nei
primi anni di ministero si distinse nel campo
della pastorale giovanile, anche in contesti
non facili, dove avvicinò alla fede,
incontrandoli
personalmente
e
singolarmente, tanti giovani. Fu un prete
costantemente vigile e attento ai segni dei
tempi; un sacerdote instancabile, senza
orari né limiti di disponibilità, “mangiato”
dalla gente, impegnato nella confessione e
nella direzione spirituale.
L:
T:
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
perché con la tua santa croce
hai redento il mondo.
ASCOLTIAMO LA PAROLA DEL SIGNORE
DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI
19,1-6a
Pilato fece prendere Gesù e lo fece
flagellare. E i soldati, intrecciata una corona
di spine, gliela posero sul capo e gli misero
addosso un mantello di porpora. Poi gli si
avvicinavano e dicevano: "Salve, re dei
Giudei!". E gli davano schiaffi. Pilato uscì
fuori di nuovo e disse loro: "Ecco, io ve lo
conduco fuori, perché sappiate che non
trovo in lui colpa alcuna". Allora Gesù uscì,
portando la corona di spine e il mantello di
porpora. E Pilato disse loro: "Ecco l'uomo!".
Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le
guardie
gridarono:
"Crocifiggilo!
Crocifiggilo!".
PARLA IL CURATO D’ARS
Se andiamo di casa in casa, dappertutto vi
troviamo piantata la croce di Gesù Cristo.
Qui, una perdita di beni, un’ingiustizia che
ha ridotto alla miseria una povera famiglia;
là, una malattia, che inchioda quel
poveruomo su un letto di dolore […]; altrove,
una povera donna che bagna il suo pane di
lacrime, per i dispiaceri che le fa provare un
marito brutale e senza fede. Se mi volto da
un’altra parte, vedo la tristezza stampata sul
volto: ne domando conto e mi risponderà
che è accusata di cose cui non ha mai
neppur pensato. Da una parte ci sono i
poveri vecchi, rifiutati e disprezzati dai loro
figli, ridotti a morire di dispiacere e di
miseria; dall’altra parte, infine, sento una
casa risuonare dei pianti provocati dalla
perdita del padre, della madre, di un figlio.
L’animazione della seconda stazione è
affidata al Movimento per la Vita.
PREGHIAMO
Per te ogni giorno siamo messi a morte,
stimati come pecore da macello.
Svégliati! Perché dormi, Signore?
Déstati, non respingerci per sempre!
Àlzati, vieni in nostro aiuto!
Salvaci per la tua misericordia!
dal Salmo 44
Signore, tu mi scruti e mi conosci,
tu conosci quando mi siedo
e quando mi alzo,
intendi da lontano i miei pensieri,
osservi il mio cammino e il mio riposo,
ti sono note tutte le mie vie.
La mia parola non è ancora sulla lingua
ed ecco, Signore, già la conosci tutta.
Alle spalle e di fronte mi circondi
e poni su di me la tua mano.
Meravigliosa per me la tua conoscenza,
troppo alta, per me inaccessibile.
Dove andare lontano dal tuo spirito?
Dove fuggire dalla tua presenza?
Se salgo in cielo, là tu sei;
se scendo negli inferi, eccoti.
Se prendo le ali dell'aurora
per abitare all'estremità del mare,
anche là mi guida la tua mano
e mi afferra la tua destra.
Se dico: "Almeno le tenebre mi avvolgano
e la luce intorno a me sia notte",
nemmeno le tenebre per te sono tenebre
e la notte è luminosa come il giorno;
per te le tenebre sono come luce.
Sei tu che hai formato i miei reni
e mi hai tessuto
nel grembo di mia madre.
Io ti rendo grazie:
hai fatto di me una meraviglia stupenda;
meravigliose sono le tue opere,
le riconosce pienamente l'anima mia.
Non ti erano nascoste le mie ossa
quando venivo formato nel segreto,
ricamato nelle profondità della terra.
Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi;
erano tutti scritti nel tuo libro
i giorni che furono fissati
quando ancora non ne esisteva uno.
Quanto profondi per me i tuoi pensieri,
quanto grande il loro numero, o Dio!
Se volessi contarli, sono più della sabbia.
Mi risveglio e sono ancora con te.
Scrutami, o Dio, e conosci il mio cuore,
provami e conosci i miei pensieri;
vedi se percorro una via di dolore
e guidami per una via di eternità.
dal Salmo 139
CANTO
IL CANTO DELL’AMORE
Se dovrai attraversare il deserto,
non temere io sarò con te;
se dovrai camminare nel fuoco,
la sua fiamma non ti brucerà;
seguirai la mia luce nella notte,
sentirai la mia forza nel cammino:
io sono il tuo Dio, il Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato,
ti ho chiamato per nome;
io da sempre ti ho conosciuto
e ti ho dato il mio amore
perché tu sei prezioso ai miei occhi,
vali più del più grande dei tesori:
io sarò con te dovunque andrai.
Non pensare alle cose di ieri,
cose nuove fioriscono già
aprirò nel deserto sentieri,
darò acqua nell'aridità
perché tu sei prezioso ai miei occhi,
vali più del più grande dei tesori:
io sarò con te dovunque andrai.
Io ti sarò accanto sarò con te,
per tutto il tuo viaggio sarò con te.
TERZA STAZIONE
PILATO SI LAVA LE MANI.
GESÙ È CONDANNATO A MORTE.
Nella terza stazione facciamo memoria di
don Leto Casini. Don Leto è uno dei “giusti
d’Israele”. Fu uomo di fede e di saggezza,
sacerdote sempre attento a farsi prossimo di
chiunque avesse bisogno, attaccato alle
tradizioni ma aperto al presente e al futuro. Il
Card. Dalla Costa lo incaricò di accogliere
gli Ebrei e aiutarli nel tempo difficile delle
leggi razziali
e
della
persecuzione
antisemita. Lui stesso nelle sue memorie
racconta la sua detenzione in carcere, i
terribili interrogatori subiti, gli stratagemmi
per ottenere visti, permessi e soggiorni per
gli Ebrei, mettendo a repentaglio la sua
stessa vita.
L:
T:
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
perché con la tua santa croce
hai redento il mondo.
ASCOLTIAMO LA PAROLA DEL SIGNORE
DAL VANGELO SECONDO MATTEO
27,24-26
Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che
il tumulto aumentava, prese dell'acqua e si
lavò le mani davanti alla folla, dicendo: “Non
sono responsabile di questo sangue.
Pensateci voi!”. E tutto il popolo rispose: “Il
suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli”.
Allora rimise in libertà per loro Barabba e
consegnò Gesù perché fosse crocifisso.
PARLA IL CURATO D’ARS
Perché temere il mondo, dato che sappiamo
che dobbiamo per forza essere disprezzati
dal mondo se vogliamo piacere a Dio? Se
avevate paura del mondo, non dovevate
farvi cristiani. Sapevate che sul fonte sacro
del battesimo avete giurato davanti a Gesù
Cristo stesso che rinunciavate al demonio e
al mondo, che vi impegnavate a seguire
Gesù Cristo che porta la sua croce, fatto
segno di obbrobri e di disprezzo. Se voi
temete il mondo, ebbene, rinunciate al
vostro battesimo e consacratevi a questo
mondo, al quale temete tanto di dispiacere.
L’animazione della terza stazione è affidata
alle Sentinelle del Mattino di Pasqua e ai
giovani della parrocchia di San Pietro a
Varlungo.
PREGHIAMO
Spirito di Dio, fa' della tua Chiesa un roveto
che arde di amore per gli ultimi.
Alimentane il fuoco col tuo olio,
perché l'olio brucia anche.
Da' alla tua Chiesa tenerezza e coraggio.
Lacrime e sorrisi.
Rendila spiaggia dolcissima
per chi è solo e triste e povero.
Disperdi la cenere dei suoi peccati.
Fa' un rogo delle sue cupidigie.
E quando, delusa dei suoi amanti,
tornerà stanca e pentita a Te,
coperta di fango e di polvere
dopo tanto camminare,
credile se ti chiede perdono.
Non la rimproverare.
Ma ungi teneramente le membra
di questa sposa di Cristo
con le fragranze del tuo profumo
e con l'olio di letizia.
E poi introducila, divenuta bellissima
senza macchie e senza rughe,
all'incontro con Lui
perché possa guardarlo negli occhi
senza arrossire,
e possa dirgli finalmente:
Sposo mio".
L: Chiunque mi riconoscerà davanti agli
uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al
Padre mio che è nei cieli; chi invece mi
rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo
rinnegherò davanti al Padre mio che è
nei cieli.
Mt 10,32-33
T: Signore Gesù, tu ci insegni che
nessuno potrà farci del male se
saremo ferventi nel bene; e se
dovessimo soffrire per la giustizia,
beati noi! Ci inviti a non turbarci e a
non sgomentarci, ma ad adorarti nei
nostri cuori, pronti sempre
a
rispondere a chiunque ci domandi
ragione della speranza che è in noi.
Ecco, aiutaci a non temere. Fa’ che
nessuno abbia a soffrire a motivo
della nostre vigliaccherie e delle
nostre convenienze. Qualsiasi prezzo
costi, aiutaci ad amare nella verità.
Amen.
CANTO
SU ALI D’AQUILA
1. Tu che abiti al riparo del Signore
e che dimori alla sua ombra
di’ al Signore: “mio rifugio,
mia roccia in cui confido”.
R.: E ti rialzerà, ti solleverà su ali d'aquila,
ti reggerà sulla brezza dell'alba,
ti farà brillar come il sole,
così nelle sue mani vivrai.
2. Dal laccio del cacciatore ti libererà
e dalla carestia che distrugge,
poi ti coprirà con le sue ali
e rifugio troverai. R.
3. Non devi temere i terrori della notte
né freccia che vola di giorno;
mille cadranno al tuo fianco,
ma nulla ti colpirà. R.
4. Perché ai suoi angeli ha dato un comando
di preservarti in tutte le tue vie,
ti porteranno sulle loro mani,
contro la pietra non inciamperai. R.
E ti rialzerò, ti solleverò su ali d'aquila,
ti reggerò sulla brezza dell'alba,
ti farò brillar come il sole,
così nelle mie mani vivrai.
QUARTA STAZIONE
GESÙ CROCIFISSO
Nella quarta stazione facciamo memoria di
don Danilo Cubattoli – per tutti “don Cuba”.
Entusiasmo, passione e fantasia ne hanno
fatto un evangelizzatore di frontiera, di
avanguardia.
Aveva
una
capacità
straordinaria di tessere relazioni personali
con chiunque e questo lo ha reso un
eccezionale
testimone
del
Risorto,
seminatore di speranza prima in San
Frediano con i giovani e poi per lunghi anni
al carcere con i detenuti. Portava la buona
notizia nei suoi occhi luminosi e nella
serenità del suo volto, oltre che nelle sue
parole. “Dio ci ama!”, soleva dire. “La sua
infinita misericordia non chiude le porte in
faccia a nessuno. Non bisogna mai aver
paura del male: Gesù è risorto, ha vinto lui.
In ogni uomo, anche in quello che più
sembra perduto, rimane qualche germe di
autentica umanità che può svilupparsi con la
grazia del Signore”.
L: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
T: perché con la tua santa croce
hai redento il mondo.
ASCOLTIAMO LA PAROLA DEL SIGNORE
DAL VANGELO SECONDO MARCO
15,21-27
Costrinsero a portare la sua croce un tale
che passava, un certo Simone di Cirene,
che veniva dalla campagna, padre di
Alessandro e di Rufo. Condussero Gesù al
luogo del Gòlgota, che significa "Luogo del
cranio", e gli davano vino mescolato con
mirra, ma egli non ne prese. Poi lo
crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando
a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe
preso. Erano le nove del mattino quando lo
crocifissero. La scritta con il motivo della sua
condanna diceva: "Il re dei Giudei". Con lui
crocifissero anche due ladroni, uno a destra
e uno alla sua sinistra.
PARLA IL CURATO D’ARS
Non
bisogna
disperare
mai
della
misericordia di Dio, che è infinita. La
disperazione è un peccato più grande di tutti
quelli che possiamo aver commessi, poiché
siamo sicuri che Dio non ci negherà mai il
suo perdono se con sincerità ritorneremo a
lui. Il fatto che i nostri peccati sono grandi
non deve farci temere di non poter più
ottenere il perdono, poiché tutte le nostre
colpe messe a confronto con la misericordia
di Dio sono ancor meno di un granello di
sabbia rispetto a una montagna.
L’animazione della quarta stazione è affidata
ai giovani del Movimento “La Famiglia”.
PREGHIAMO
L: O Cristo, nostro unico mediatore,
tu ci sei necessario
per venire in comunione con Dio Padre,
per diventare con te,
che sei suo Figlio unico e Signore nostro,
suoi figli adottivi,
per essere rigenerati nello Spirito Santo.
T: Cristo Gesù, tu ci sei necessario.
L: Tu ci sei necessario,
o solo vero maestro delle verità recondite
T:
L:
T:
L:
T:
L:
T:
L:
e indispensabili della vita,
per conoscere il nostro essere
e il nostro destino, la via per conseguirlo.
Cristo Gesù, tu ci sei necessario.
Tu ci sei necessario, o Redentore nostro,
per scoprire la miseria morale
e per guarirla;
per avere il concetto del bene e del male
e la speranza della santità;
per deplorare i nostri peccati
e per averne il perdono.
Cristo Gesù, tu ci sei necessario.
Tu ci sei necessario,
o fratello primogenito del genere umano,
per ritrovare le ragioni vere
della fraternità fra gli uomini,
i fondamenti della giustizia,
i tesori della carità,
il bene sommo della pace.
Cristo Gesù, tu ci sei necessario.
Tu ci sei necessario,
o grande paziente dei nostri dolori,
per conoscere il senso della sofferenza
e per dare ad essa un valore
di espiazione e di redenzione.
Cristo Gesù, tu ci sei necessario.
Tu ci sei necessario,
o vincitore della morte,
per liberarci dalla disperazione
e dalla negazione
e per avere certezza che non tradisce
in eterno.
T: Tu ci sei necessario, o Cristo,
o Signore, o Dio con noi,
per imparare l’amore vero
e per camminare nella gioia
e nella forza della tua carità
la nostra via faticosa,
fino all’incontro finale
con te amato,
con te atteso,
con te benedetto nei secoli.
Amen.
Tu ci sei necessario
PAOLO VI
CANTO
SE AVESSI MAI COMMESSO
1. Se avessi mai commesso
il peggiore dei crimini,
per sempre manterrei
la stessa fiducia,
poiché io so che questa
moltitudine di offese
non è che goccia d’acqua
in un braciere ardente (2v.).
2. Oh, se potessi aver
un cuore ardente d’amore
che resti il mio sostegno,
non m’abbandoni mai,
che ami tutto in me,
persin la mia debolezza
e non mi lasci mai,
né il giorno né la notte (2v.).
3. Non ho trovato mai
creatura capace
d’amarmi a tal punto,
e senza mai morire
di un Dio ho bisogno,
che assunta la mia natura
si faccia mio fratello,
capace di soffrir (2v.).
4. Io so fin troppo bene
che le nostre giustizie
non hanno ai tuoi occhi
il minimo valore
ed io, per dare un prezzo
ad ogni mio sacrificio,
gettare lo vorrei
nel tuo divino Cuor (2v.).
5. No, Tu non hai trovato
creatura senza macchia,
dettasti la tua Legge
tra i fulmini del cielo
e nel tuo Sacro Cuore,
Gesù, io mi nascondo,
non tremo perché sei
la sola mia virtù (2v.).
QUINTA STAZIONE
GESÙ MUORE IN CROCE
Nella quinta stazione facciamo memoria di
don Ubaldo Sazzini. Don Ubaldo ha saputo
testimoniare l'amore per i suoi parrocchiani
fino al dono della vita. Era l’anno 1944,
tempo di guerra, quando don Ubaldo, trenta
anni, parroco di Polcanto (vicino a Borgo
San Lorenzo), un giorno di settembre venne
chiamato a portare il conforto dei sacramenti
a un contadino rimasto gravemente ferito
per lo scoppio di una mina in un campo. Don
Ubaldo
entrò
nel
campo
minato,
consapevole del rischio a cui andava
incontro, pur di portare il soccorso richiesto,
ma lo scoppio di un altro ordigno lo uccise.
Così recita la lapide di un monumento eretto
a suo ricordo: “Don Ubaldo Sazzini nella
distruzione della guerra ha sacrificato la sua
vita sull'esempio di Cristo; il suo martirio ci
confermi nell'ideale vero della vita”.
L:
T:
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
perché con la tua santa croce
hai redento il mondo.
ASCOLTIAMO LA PAROLA DEL SIGNORE
DAL VANGELO SECONDO LUCA
23,44-47
Era già verso mezzogiorno e si fece buio su
tutta la terra fino alle tre del pomeriggio,
perché il sole si era eclissato. Il velo del
tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a
gran voce, disse: "Padre, nelle tue mani
consegno il mio spirito". Detto questo spirò.
Visto ciò che era accaduto, il centurione
dava gloria a Dio dicendo: "Veramente
quest'uomo era giusto".
In ginocchio, si spengono le candele
PARLA IL CURATO D’ARS
Chi ci impedisce di pensare a Dio durante il
giorno, meditando spesso le sofferenze che
Gesù Cristo ha sopportato per noi,
ricordando quanto egli ci ama e vuole
renderci felici, dato che ha voluto morire per
noi? […] Intratteniamoci col buon Dio, col
nostro amabile Gesù, che è nel nostro cuore
con la sua grazia. Adoriamolo, donandogli il
nostro
cuore;
amiamolo,
donandoci
completamente a lui. Non lasciamo mai
passare un giorno senza ringraziarlo dei
tanti favori che ci ha accordato durante la
nostra vita; chiediamogli perdono dei nostri
peccati, pregandolo di non ricordarli più, e di
dimenticarli per l’eternità. Domandiamogli la
grazia di non pensare che a lui, e di non
desiderare altro che di piacergli, in tutto
quello che faremo durante l’intera nostra
esistenza.
La via crucis riparte in silenzio
PREGHIAMO INSIEME
L. Preghiamo insieme e cantiamo:
Kyrie eleison
T. Kyrie eleison
L. I sommi sacerdoti e gli scribi hanno
cospirato per ucciderti. R.
L. Una donna a Betania ti ha unto con olio
di nardo profumato. R.
L. Giuda ha promesso di consegnarti ai
sommi sacerdoti. R.
L. Tu hai fatto preparare per mangiare la
Pasqua con i tuoi discepoli. R.
L. Tu hai lavato i piedi ai tuoi discepoli. R.
L. Tu a tavola hai rivelato il tradimento
dell’amico, di uno che condivide con te il
cibo. R.
L. Tu hai preso il pane, lo hai spezzato e
dato ai discepoli. R.
L. Tu hai preso il calice, hai reso grazie e lo
hai dato ai discepoli. R.
L. Tu hai offerto te stesso nel pane e nel
vino. R.
L. Tu hai offerto il tuo corpo e versato il tuo
sangue, il sangue dell’alleanza. R.
L. Ti sei consegnato al Padre, per fare la
sua volontà fino alla fine. R.
L. Ti sei lasciato catturare. R.
L. Tu sei stato abbandonato dai discepoli
impauriti. R.
L. Tu sei stato condotto davanti al sinedrio.
R.
L. Tu sei stato rinnegato da Pietro, che
avevi prescelto come fondamento della
Chiesa. R.
L. Tu sei stato condotto davanti a Pilato. R.
L. Ti sei lasciato processare, schernire,
spogliare. R.
L. Ti sei lasciato offendere, picchiare,
flagellare. R.
L. Tu sei stato condannato a morte, a te la
folla ha preferito Barabba, un omicida. R.
L. Ti sei lasciato incoronare di spine e hai
consegnato tutto te stesso. R.
L. Tu hai portato la croce sulla quale ti
avrebbero crocifisso. R.
L. Tu sei caduto sotto il peso della croce. R.
L. Tu sei stato aiutato da Simone di Cirene,
che passava di lì e che i soldati hanno
costretto a portare la tua croce. R.
L. Tu hai sofferto il dolore della croce, dei
chiodi piantati nelle mani e nei piedi,
dell’essere sospeso tra cielo e terra. R.
L. Tu sei stato insultato dai passanti. R.
L. Tu hai portato su di te il nostro peccato.
R.
L. Tu hai sofferto l’abbandono, hai gridato
implorando a Dio un segno, una risposta:
“perché mi hai abbandonato?” R.
L. Tu sei morto, uomo mortale tra uomini
mortali, come un criminale. R.
L. Tu sei morto come uno abbandonato
dagli uomini e da Dio. R.
L. Tu avevi accanto a te tua madre e con lei
le donne che ti amavano, che hanno
sfidato la paura e l’apparente non senso
della tua morte, accompagnandoti fino
alla fine. R.
L. Tu sei stato sepolto, come tutti i mortali:
la pietra è rotolata davanti al sepolcro e
tutto era compiuto, tutto apparentemente
finito, ogni speranza delusa. R.
CANTO
Questa notte non è più notte davanti a te,
il buio come luce risplende.
CANTO
VENITE AD AMARE L’AMORE
R. Venite ad amare l’Amore (4v.)
1. Oh Amor che non sei amato
quanto poco sei conosciuto
mi fai struggere e consumare
sento il cor che deve gridare. R.
2. Mio Amor salvezza infinita
io ti dono tutta la vita
Gesù Tu sei lo Sposo
solo in Te io trovo riposo. R.
3. Verbo eterno, Verbo umanato,
che il mio cuore venga incendiato
dammi voce, fammi gridare,
“Questo Amor venite ad amare!”. R.
CANTO
RE DI GLORIA
Ho incontrato Te Gesù
e ogni cosa in me è cambiata,
tutta la mia vita
ora ti appartiene,
tutto il mio passato
io lo affido a Te,
Gesù, Re di gloria mio Signor.
Tutto in Te riposa
la mia mente ed il mio cuore,
trovo pace in Te Signor,
Tu mi dai la gioia vera,
voglio stare insieme a Te,
non lasciarmi mai,
Gesù, Re di gloria mio Signor.
R: Dal tuo amor chi mi separerà,
sulla croce hai dato la vita per me.
Una corona di gloria mi darai
quando un giorno Ti vedrò.
Tutto in Te riposa
la mia mente ed il mio cuore,
trovo pace in Te Signor,
Tu mi dai la gioia vera,
voglio stare insieme a Te,
non lasciarmi mai,
Gesù, Re di gloria mio Signor. R.
Io ti aspetto mio Signor
io ti aspetto mio Signor
io ti aspetto mio Re!
SESTA STAZIONE
LA SEPOLTURA DI GESÙ
Nella sesta stazione facciamo memoria di
don Giulio Facibeni. Don Giulio è stato
prima di tutto e soprattutto un pastore e
proprio il suo ministero pastorale, vissuto
fino alle estreme conseguenze, lo ha reso
“padre” vero e per tutti. Per questo Firenze
lo chiamava semplicemente “il Padre” e per
tutti, vicini e lontani, credenti e non credenti,
era “il Padre”. Tale paternità si è rivelata fin
dall’inizio originale e coraggiosa, forte di una
fede incrollabile nella divina Provvidenza. Di
fronte alla sofferenza di tanti orfani ha
sentito il bisogno di assumere fino in fondo il
peso, la responsabilità della sua paternità
sacerdotale. Non ha esitato a dare una casa
e un futuro a una schiera innumerevole di
ragazzi. Come vero padre, ha provveduto
alla
formazione
umana,
culturale,
professionale, spirituale e religiosa dei suoi
figli. A ognuno di essi ha dato la possibilità
di studiare, se lo desiderava, o di imparare
un mestiere, una professione. A ognuno di
loro ha voluto assicurare la realizzazione
dignitosa del proprio futuro secondo i talenti
di ciascuno.
L:
T:
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
perché con la tua santa croce
hai redento il mondo.
ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO
DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI
19,38-42
Dopo questi fatti Giuseppe d'Arimatèa, che
era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per
timore dei Giudei, chiese a Pilato di
prendere il corpo di Gesù. Pilato lo
concesse. Allora egli andò e prese il corpo di
Gesù. Vi andò anche Nicodèmo – quello che
in precedenza era andato da lui di notte – e
portò circa trenta chili di una mistura di mirra
e di àloe. Essi presero allora il corpo di Gesù
e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi,
come usano fare i Giudei per preparare la
sepoltura. Ora, nel luogo dove era stato
crocifisso, vi era un giardino e nel giardino
un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era
stato ancora posto. Là dunque, poiché era il
giorno della Parasceve dei Giudei e dato
che il sepolcro era vicino, posero Gesù.
PARLA IL CURATO D’ARS
La carità è una delle virtù più belle, e, più di
ogni altra, ci assicura l’amicizia del buon
Dio. Con le altre virtù, possiamo ancora
perderci; ma, quando c’è la carità – che ama
tutti, che non fugge, che ama i nemici come
gli amici, che benefica sia chi le fa del male
come chi le fa del bene! … – allora chi la
possiede è sicuro che il cielo è per lui! … E’
la felicità che io vi auguro.
L’animazione della sesta stazione è affidata
ai giovani della parrocchia di San Bartolo a
Cintoia
PREGHIAMO
G: O Signore, dal tuo costato aperto nasce
la Chiesa, comunità fatta di uomini e di
donne peccatori, ogni giorno purificati dal
sangue dell’Eucaristia consacrata dalle
mani dei nostri preti, anche loro peccatori
ma scelti misteriosamente dal tuo infinito
amore; per questo invochiamo:
R.: Grazie, Signore!
-
-
-
-
Per gli innumerevoli preti che nella nostra
città sono stati e sono testimoni del tuo
amore per gli ultimi, noi ti preghiamo: R.
Per le numerose associazioni di
volontariato che ogni giorno depongono il
tuo corpo glorioso dalla croce nel corpo
dei sofferenti, noi ti preghiamo: R.
Per le Caritas delle nostre parrocchie che
si fanno carico delle famiglie a disagio,
degli stranieri, dei bisognosi tutti, senza
distinzione di razza o di religione, noi ti
preghiamo: R.
Per i diaconi, segni di Cristo Servo in
mezzo a noi, per il loro continuo impegno
nelle nostre parrocchie al servizio degli
ultimi, noi ti preghiamo: R.
Per tutti coloro, uomini e donne, che tu
chiami a essere segno nella nostra terra
della tua carità senza fine, noi ti
preghiamo: R.
G: Signore, che hai preso su di te tutto il
dolore dell’umanità, manda ancora
uomini che si facciano tuoi servi nel dono
totale della loro vita e donino sempre il
tuo corpo e il tuo sangue che ci purifica
da ogni nostra macchia. Per Cristo nostro
Signore.
T: Amen.
CANTO
OSANNA
1. Osanna, osanna, osanna all’Altissimo!
(2v)
R.: Innalziamo il tuo nom,
con le lodi nel cuor!
Ti esaltiamo, Signore Dio,
osanna all’Altissimo!
2. Gloria, gloria, gloria al Re dei re!
3. Lode, lode, lode a te, Signor!
CANTO
IL SIGNORE È LA LUCE
1. Il Signore è la luce che vince la notte!
T: Gloria, gloria! Cantiamo al Signore! (2 v)
2. Il Signore è la vita che vince la morte!
3. Il Signore è la grazia che vince il peccato!
4. Il Signore è la luce che illumina il mondo!
5. Il Signore è la pace che vince la guerra!
6. Il Signore è la gioia che vince l’angoscia!
7. Il Signore è la luce che illumina i cuori!
8.
Il Signore è l’amore che rende fratelli!
9. Il Signore è promessa di un futuro di pace!
10. Il Signore è la luce che guida verso il Regno!
IN BASILICA
DAL VANGELO SECONDO MARCO
10,17-22
Mentre andava per la strada, un tale corse
incontro a Gesù e, gettandosi in ginocchio
davanti a lui, gli domandò: "Maestro buono,
che cosa devo fare per avere in eredità la
vita eterna?". Gesù gli disse: "Perché mi
chiami buono? Nessuno è buono, se non
Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non
uccidere, non commettere adulterio, non
rubare, non testimoniare il falso, non
frodare, onora tuo padre e tua madre". Egli
allora gli disse: "Maestro, tutte queste cose
le ho osservate fin dalla mia giovinezza".
Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò
e gli disse: "Una cosa sola ti manca: va',
vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai
un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!". Ma a
queste parole egli si fece scuro in volto e se
ne andò rattristato; possedeva infatti molti
beni.
OMELIA
PREGHIERA PER L’ANNO SACERDOTALE
V: Signore Gesù, che in san Giovanni Maria
Vianney hai voluto donare alla Chiesa
una toccante immagine della tua carità
pastorale, fa' che, in sua compagnia e
sorretti dal suo esempio, viviamo in
pienezza quest’Anno Sacerdotale.
Fa' che, sostando come lui davanti
all'Eucaristia, possiamo imparare quanto
sia semplice e quotidiana la tua parola
che ci ammaestra; tenero l'amore con cui
accogli i peccatori pentiti; consolante
l'abbandono confidente alla tua Madre
Immacolata.
Fa', o Signore Gesù, che, per
intercessione del Santo Curato d'Ars, le
famiglie cristiane divengano “piccole
chiese”, in cui tutte le vocazioni e tutti i
carismi, donati dal tuo Santo Spirito,
possano essere accolti e valorizzati.
Concedici, Signore Gesù, di poter
ripetere con lo stesso ardore del Santo
Curato le parole con cui egli soleva
rivolgersi a Te:
T: Ti amo, o mio Dio, e il mio solo
desiderio è di amarti fino all'ultimo
respiro della mia vita.
Ti amo, o Dio infinitamente amabile, e
preferisco morire amandoti piuttosto
che vivere un solo istante senza
amarti.
Ti amo, Signore, e l'unica grazia che ti
chiedo è di amarti eternamente.
Mio Dio, se la mia lingua non può dirti
ad ogni istante che ti amo, voglio che
il mio cuore te lo ripeta tante volte
quante volte respiro.
Ti amo, o mio Divino Salvatore, perché
sei stato crocifisso per me, e mi tieni
quaggiù crocifisso con Te. Mio Dio,
fammi la grazia di morire amandoti e
sapendo che ti amo.
Amen.
PADRE NOSTRO
V: Padre buono, al termine di questo nostro
cammino accogli i nostri desideri e le
nostre preghiere, quelle che abbiamo
formulato e quelle che sono rimaste nei
nostri
cuori.
Te
le
presentiamo
rivolgendoci a te con la preghiera che
Gesù ci ha insegnato:
T: Padre nostro …
V: Adoriamo, lodiamo e glorifichiamo la tua
croce, Signore.
T: E adoriamo, lodiamo e glorifichiamo la
tua santa risurrezione, poiché da
queste la gioia è entrata nel mondo!
V: Ricordati, Signore, di tutte le tue
misericordie e con eterna protezione
santifica questi tuoi figli e figlie, per i quali
Cristo, tuo Figlio, ha versato il suo
sangue e ha aperto le porte del Regno
dei cieli.
T: Amen.
BENEDIZIONE
V: Il Signore sia con voi.
T: E con il tuo spirito.
V: Dio, che nella Passione del suo Figlio ci
ha manifestato la grandezza del suo
amore, vi faccia gustare la gioia dello
Spirito nell’umile servizio dei fratelli.
T: Amen
V: Cristo Signore, che ci ha salvato con la
sua croce dalla morte eterna, vi conceda
la vita senza fine.
T: Amen
V: Voi, che seguite Cristo umiliato e
sofferente, possiate aver parte alla sua
risurrezione.
T: Amen
V: E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre, Figlio  e Spirito Santo, discenda
su di voi, e con voi rimanga sempre.
T: Amen
V: Siate testimoni dell’Amore che salva.
Andate in pace.
T: Rendiamo grazie a Dio.
CANTO FINALE
Magnificat! Magnificat!
Magnificat anima mea Dominum!
Magnificat! Magnificat!
Magnificat anima mea!
Giubileo Compostelano 2010
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In CAMMINO
Pellegrinando verso la luce
dal 17 al 27 agosto
a Santiago de Compostela
Il Centro Diocesano di Pastorale Giovanile offre
ai giovani della diocesi l’opportunità di recarsi a
Santiago de Compostela in occasione dell’Anno
Santo Compostelano 2010.
Il pellegrinaggio muoverà da Firenze il 17 agosto
e vi farà ritorno il 27. Dopo una tappa a Lourdes,
avremo modo per 7 giorni di camminare sulla
antica via dei pellegrini partendo da Pamplona.
Percorreremo una media di circa 25 km al giorno,
utilizzando di volta in volta il pullman per
raggiungere la tappa successiva. I km effettivi di
Cammino saranno 157,5.
Questo il programma delle tappe di cammino:
1a tappa: Pamplona – Puente de la Reina
(km 23,5)
2a tappa: S. Domingo de la Calzada – Belorado
(Km 23)
3a tappa: Burgos – Hontanas
(km 31,5)
4a tappa: Mansilla de las Mulas – Leon
(km 20)
5a tappa: Astorga – Rabanal del Camino
(km 20)
6a tappa: Arzua – Monte do Gozo
(km 33,5)
7a tappa: Monte do Gozo – Santiago
(km 6)
Età partecipanti: dai 18 ai 30 anni
Iscrizioni: entro il 30 aprile 2010
Costo: 390 Euro per persona
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a San Donnino dal 30 aprile al 2 maggio
Creativestate
Ulteriori informazioni sul sito diocesano
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Madrid 2011
Posso chiedervi di segnalarmi chi fin da ora
ha intenzione di parteciparvi e con quale
modalità? Grazie!
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CENTRO DIOCESANO DI PASTORALE GIOVANILE
Piazza S. Giovanni, 3 - 50129 Firenze
DA MARTEDÌ A VENERDÌ 9.30 - 12.30
MARTEDÌ E VENERDÌ 15.30 - 18
Tel. 055 2763724
Fax 055 2763741
www.diocesifirenze.it/giovani
[email protected]