ARCIDIOCESI DI FIRENZE CENTRO DIOCESANO DI PASTORALE GIOVANILE VIA CRUCIS DEI GIOVANI “Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?” (Mc 10,17) VENERDÌ 26 MARZO 2010 ORE 21 DA SANTA MARIA DEL FIORE A SANTA CROCE CANTO DALL’AURORA R.: Dall'aurora io cerco Te fino al tramonto ti chiamo, ha sete solo di Te l'anima mia come terra deserta. (2v.) 1. Non mi fermerò un solo istante, sempre canterò la tua lode perché sei il mio Dio, il mio riparo, mi proteggerai all'ombra delle tue ali. R. 2. Non mi fermerò un solo istante, io racconterò le tue opere perché sei il mio Dio, unico bene, nulla mai potrà la notte contro di me. R. … ha sete solo di Te l’anima mia come terra deserta. V: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo. T: Amen. V: La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito santo sia con tutti voi. T: E con il tuo spirito. 1L: Al riguardo del sacerdote, il Curato d’Ars dice: “Il prete non si comprenderà mai bene se non in cielo”. 2L: Noi sacerdoti siamo diventati oggetto di mistero dal giorno in cui è piovuta dentro di noi la grazia di essere ministri del Cristo. 1L: Il Santo dice ancora: “Se si comprendesse bene il sacerdote sulla terra, si morirebbe; certo non di spavento, ma di amore”. 2L: Il prete a causa dei suoi poteri è più grande di un angelo. È lui che continua l’opera redentrice sulla terra. Anche San Francesco diceva: “Se incontrassi per strada un angelo e un sacerdote, saluterei prima il sacerdote e poi l’angelo, perché il sacerdote è colui che mi dona Cristo”. 1L: E ancora il Santo Curato d’Ars: “Guardate la potenza del prete! La sua lingua d’un pezzo di pane ne fa un Dio”; è cosa più grande che creare il mondo. 2L: Amici carissimi, in modo particolare quest’anno, però sempre, il sacerdote ha bisogno della costante preghiera dei laici impegnati nella fede, per questo vi invito a questa carità reciproca di preghiera per saper riconoscere ed accogliere nel sacerdote la figura di Cristo Redentore. don Dante Bucciarelli ai suoi parrocchiani V: Signore Gesù, guida e pastore del tuo popolo, tu hai chiamato nella Chiesa San Giovanni Maria Vianney, curato d’Ars, come tuo servo. T: Sii benedetto per la santità della sua vita e l’ammirabile fecondità del suo ministero. V: Con la sua perseveranza egli ha superato tutti gli ostacoli nel cammino del sacerdozio. T: Prete autentico, attingeva dalla Celebrazione Eucaristica e dalla adorazione silenziosa l’ardore della sua carità pastorale e la vitalità del suo zelo apostolico. V: Per sua intercessione, tocca il cuore dei giovani T: perché trovino nel suo esempio di vita lo slancio per seguirti con lo stesso coraggio, senza guardare indietro. V: Rinnova il cuore dei preti T: perché si donino con fervore e profondità e sappiano fondare l’unità delle loro comunità sull’Eucaristia, il perdono e l’amore reciproco. V: Fortifica le famiglie cristiane T: perché sostengano quei figli che tu hai chiamato. V: Anche oggi, Signore, manda operai alla tua messe, T: perché sia accolta la sfida evangelica del nostro tempo. V: Siano numerosi i giovani che sanno fare della loro vita un “ti amo” a servizio dei fratelli, proprio come San Giovanni Maria Vianney. T: Ascoltaci, Signore, tu che sei Pastore per l’eternità. Amen. V: Carissimi, prepariamoci a percorrere con il Signore Gesù il cammino della croce. Come lui anche noi vogliamo lasciarci condurre dallo Spirito santo, affinché ci accompagni e ci guidi nella preghiera, nella riflessione e in tutta la nostra vita. Preghiamo in silenzio V: Padre, fonte della carità e della riconciliazione, concedi a noi, che facciamo memoria della passione del Signore Gesù, di imitare nella vita il suo amore e la sua totale donazione a te e ai fratelli. Te lo chiediamo per Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. T: Amen. Mentre fa il suo ingresso la croce dietro la quale percorreremo la nostra Via Crucis, il coro esegue il seguente canto. CANTO UMILIÒ SE STESSO 1. Cristo Gesù pur essendo di natura divina non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio. Ed umiliò se stesso fino alla morte per noi, dalla sua croce a noi la vita, risurrezione, eternità! 2. Ma spogliò se stesso come servo e divenendo simile agli uomini, apparso in forma umana. 3. Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome. PRIMA STAZIONE GESÙ NEL SINEDRIO Nella prima stazione facciamo memoria di don Lorenzo Milani. Vogliamo soprattutto riscoprire il suo essere prete, perché altrimenti – come diceva sua madre – “difficilmente si potrà capire di lui anche tutto il resto”. Don Lorenzo amava appassionatamente la Chiesa, nella quale sapeva di poter trovare i sacramenti – specialmente la confessione: personalmente si confessava spessissimo, anche più volte alla settimana. Era assetato di verità, di assoluto, di dedizione incondizionata, di perfezione. Fu innanzitutto un grande uomo di fede, di una fede lucida, esigente, senza alcuna superficialità, senza mezze misure. Esigeva trasparenza e coerenza da sé e dagli altri; combatteva con durezza i maestri di menzogna e chiunque si adagiava nella mediocrità, “chi mirava basso”. Volle una scuola mirata anzitutto a dare dignità ai poveri; in nessun modo da strumentalizzare, neppure in vista del Vangelo, e servizio disinteressato rivolto a tutti. L: T: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa croce hai redento il mondo. ASCOLTIAMO LA PAROLA DEL SIGNORE DAL VANGELO SECONDO LUCA 22,54.66-71 Dopo averlo catturato, condussero via Gesù e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i capi dei sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al loro sinedrio e gli dissero: “Se tu sei il Cristo, dillo a noi”. Rispose loro: “Anche se ve lo dico, non mi crederete; se vi interrogo, non mi risponderete. Ma d’ora in poi il Figlio dell’uomo siederà alla destra della potenza di Dio”. Allora tutti dissero: “Tu dunque sei il Figlio di Dio?”. Ed egli rispose loro: “Voi stessi dite che io lo sono”. E quelli dissero: “Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L'abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca”. PARLA IL CURATO D’ARS Per un cristiano niente è più glorioso e più onorevole del fatto di portare il nome sublime di figlio di Dio, di fratello di Gesù Cristo. Come non c’è niente di più indegno del fatto di vergognarsi di manifestarlo ogni volta che se ne presenta l’occasione. […] Amico mio, ti vergogni di servire il buon Dio per paura che ti disprezzino? Ma guarda a colui che è morto su questa croce; domandagli se ha avuto vergogna di essere disprezzato, di morire nel modo più obbrobrioso su questa croce infame. Come siamo ingrati verso Dio, che sembra trovare la propria gloria nel far conoscere di secolo in secolo che lui ci sceglie come suoi figli. O mio Dio! Come è cieco e spregevole l’uomo, quando ha paura di quel miserevole che cosa si dirà, mentre non teme di offendere un Dio così buono. […] Il rispetto umano ci porta a disprezzare tutte le grazie che il buon Dio ci ha meritato con la sua passione e la sua morte. L’animazione della prima stazione è affidata alla Comunità del Seminario Arcivescovile. PREGHIAMO G: Signore Gesù, spesso nella vita ci mostriamo tiepidi, incapaci di rispondere con amore al tuo amore che ci chiama a seguire te e a dare la nostra vita con e per te. L: Donaci fiducia nella tua parola T: e di metterla in pratica secondo il tuo volere. L: Donaci passione per la tua Chiesa T: e di servirla come tu ci chiedi. L: Donaci coscienza dei nostri peccati T: e di attingere dal sacramento della riconciliazione la grazia del perdono. L: Donaci una fede lucida ed esigente T: e di non adagiarci mai in un cristianesimo mediocre. L: Donaci responsabilità nel compiere i doveri di ogni giorno T: e la capacità di essere testimoni del tuo Vangelo ovunque ci troviamo. L: Donaci guide spirituali che ci aiutino a scegliere te T: e di non desiderare altro che rispondere “sì” alla tua chiamata. CANTO PRENDI LA MIA VITA 1. Prendi la mia vita, prendila Signor e la tua fiamma bruci nel mio cuor. Che la mia vita arda per te, sii mio Signore e divino re. R: Fonte di vita, di pace e amor, a te io grido la notte e il dì! Sii mio sostegno, guidami tu. Riempi la mia vita, tu mio solo re. 2. Dal mio peccato salvami, Signor, sii la mia guida, luce del mio cuor. Quando la notte vela i miei occhi, sii la mia stella che brilla nel ciel. R. 3. Ecco l'aurora di un nuovo giorno, noi attendiamo il suo ritorno. Gesù è vicino, perché temere, apriamo i cuori: ecco egli viene! R. CANTO Salvator mundi salva nos. Salvator mundi salva nos. Salva nos, salva nos. Salvator mundi salva nos. CANTO Misericordias Domini in æternum cantabo SECONDA STAZIONE “ECCO L’UOMO!” Nella seconda stazione facciamo memoria di don Giancarlo Setti. Don Giancarlo aveva un temperamento spontaneo e vivace, brillante nella parola. La sua vena “popolaresca” e fiorentina si riverberava nelle sue battute, nell’attitudine a stare in mezzo alla gente, nella sua facilità di stabilire rapporti, relazioni, amicizia. Nei primi anni di ministero si distinse nel campo della pastorale giovanile, anche in contesti non facili, dove avvicinò alla fede, incontrandoli personalmente e singolarmente, tanti giovani. Fu un prete costantemente vigile e attento ai segni dei tempi; un sacerdote instancabile, senza orari né limiti di disponibilità, “mangiato” dalla gente, impegnato nella confessione e nella direzione spirituale. L: T: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa croce hai redento il mondo. ASCOLTIAMO LA PAROLA DEL SIGNORE DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI 19,1-6a Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. Poi gli si avvicinavano e dicevano: "Salve, re dei Giudei!". E gli davano schiaffi. Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: "Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna". Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: "Ecco l'uomo!". Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: "Crocifiggilo! Crocifiggilo!". PARLA IL CURATO D’ARS Se andiamo di casa in casa, dappertutto vi troviamo piantata la croce di Gesù Cristo. Qui, una perdita di beni, un’ingiustizia che ha ridotto alla miseria una povera famiglia; là, una malattia, che inchioda quel poveruomo su un letto di dolore […]; altrove, una povera donna che bagna il suo pane di lacrime, per i dispiaceri che le fa provare un marito brutale e senza fede. Se mi volto da un’altra parte, vedo la tristezza stampata sul volto: ne domando conto e mi risponderà che è accusata di cose cui non ha mai neppur pensato. Da una parte ci sono i poveri vecchi, rifiutati e disprezzati dai loro figli, ridotti a morire di dispiacere e di miseria; dall’altra parte, infine, sento una casa risuonare dei pianti provocati dalla perdita del padre, della madre, di un figlio. L’animazione della seconda stazione è affidata al Movimento per la Vita. PREGHIAMO Per te ogni giorno siamo messi a morte, stimati come pecore da macello. Svégliati! Perché dormi, Signore? Déstati, non respingerci per sempre! Àlzati, vieni in nostro aiuto! Salvaci per la tua misericordia! dal Salmo 44 Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo, intendi da lontano i miei pensieri, osservi il mio cammino e il mio riposo, ti sono note tutte le mie vie. La mia parola non è ancora sulla lingua ed ecco, Signore, già la conosci tutta. Alle spalle e di fronte mi circondi e poni su di me la tua mano. Meravigliosa per me la tua conoscenza, troppo alta, per me inaccessibile. Dove andare lontano dal tuo spirito? Dove fuggire dalla tua presenza? Se salgo in cielo, là tu sei; se scendo negli inferi, eccoti. Se prendo le ali dell'aurora per abitare all'estremità del mare, anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra. Se dico: "Almeno le tenebre mi avvolgano e la luce intorno a me sia notte", nemmeno le tenebre per te sono tenebre e la notte è luminosa come il giorno; per te le tenebre sono come luce. Sei tu che hai formato i miei reni e mi hai tessuto nel grembo di mia madre. Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda; meravigliose sono le tue opere, le riconosce pienamente l'anima mia. Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto, ricamato nelle profondità della terra. Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi; erano tutti scritti nel tuo libro i giorni che furono fissati quando ancora non ne esisteva uno. Quanto profondi per me i tuoi pensieri, quanto grande il loro numero, o Dio! Se volessi contarli, sono più della sabbia. Mi risveglio e sono ancora con te. Scrutami, o Dio, e conosci il mio cuore, provami e conosci i miei pensieri; vedi se percorro una via di dolore e guidami per una via di eternità. dal Salmo 139 CANTO IL CANTO DELL’AMORE Se dovrai attraversare il deserto, non temere io sarò con te; se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà; seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino: io sono il tuo Dio, il Signore. Sono io che ti ho fatto e plasmato, ti ho chiamato per nome; io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori: io sarò con te dovunque andrai. Non pensare alle cose di ieri, cose nuove fioriscono già aprirò nel deserto sentieri, darò acqua nell'aridità perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori: io sarò con te dovunque andrai. Io ti sarò accanto sarò con te, per tutto il tuo viaggio sarò con te. TERZA STAZIONE PILATO SI LAVA LE MANI. GESÙ È CONDANNATO A MORTE. Nella terza stazione facciamo memoria di don Leto Casini. Don Leto è uno dei “giusti d’Israele”. Fu uomo di fede e di saggezza, sacerdote sempre attento a farsi prossimo di chiunque avesse bisogno, attaccato alle tradizioni ma aperto al presente e al futuro. Il Card. Dalla Costa lo incaricò di accogliere gli Ebrei e aiutarli nel tempo difficile delle leggi razziali e della persecuzione antisemita. Lui stesso nelle sue memorie racconta la sua detenzione in carcere, i terribili interrogatori subiti, gli stratagemmi per ottenere visti, permessi e soggiorni per gli Ebrei, mettendo a repentaglio la sua stessa vita. L: T: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa croce hai redento il mondo. ASCOLTIAMO LA PAROLA DEL SIGNORE DAL VANGELO SECONDO MATTEO 27,24-26 Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell'acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: “Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!”. E tutto il popolo rispose: “Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli”. Allora rimise in libertà per loro Barabba e consegnò Gesù perché fosse crocifisso. PARLA IL CURATO D’ARS Perché temere il mondo, dato che sappiamo che dobbiamo per forza essere disprezzati dal mondo se vogliamo piacere a Dio? Se avevate paura del mondo, non dovevate farvi cristiani. Sapevate che sul fonte sacro del battesimo avete giurato davanti a Gesù Cristo stesso che rinunciavate al demonio e al mondo, che vi impegnavate a seguire Gesù Cristo che porta la sua croce, fatto segno di obbrobri e di disprezzo. Se voi temete il mondo, ebbene, rinunciate al vostro battesimo e consacratevi a questo mondo, al quale temete tanto di dispiacere. L’animazione della terza stazione è affidata alle Sentinelle del Mattino di Pasqua e ai giovani della parrocchia di San Pietro a Varlungo. PREGHIAMO Spirito di Dio, fa' della tua Chiesa un roveto che arde di amore per gli ultimi. Alimentane il fuoco col tuo olio, perché l'olio brucia anche. Da' alla tua Chiesa tenerezza e coraggio. Lacrime e sorrisi. Rendila spiaggia dolcissima per chi è solo e triste e povero. Disperdi la cenere dei suoi peccati. Fa' un rogo delle sue cupidigie. E quando, delusa dei suoi amanti, tornerà stanca e pentita a Te, coperta di fango e di polvere dopo tanto camminare, credile se ti chiede perdono. Non la rimproverare. Ma ungi teneramente le membra di questa sposa di Cristo con le fragranze del tuo profumo e con l'olio di letizia. E poi introducila, divenuta bellissima senza macchie e senza rughe, all'incontro con Lui perché possa guardarlo negli occhi senza arrossire, e possa dirgli finalmente: Sposo mio". L: Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli. Mt 10,32-33 T: Signore Gesù, tu ci insegni che nessuno potrà farci del male se saremo ferventi nel bene; e se dovessimo soffrire per la giustizia, beati noi! Ci inviti a non turbarci e a non sgomentarci, ma ad adorarti nei nostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque ci domandi ragione della speranza che è in noi. Ecco, aiutaci a non temere. Fa’ che nessuno abbia a soffrire a motivo della nostre vigliaccherie e delle nostre convenienze. Qualsiasi prezzo costi, aiutaci ad amare nella verità. Amen. CANTO SU ALI D’AQUILA 1. Tu che abiti al riparo del Signore e che dimori alla sua ombra di’ al Signore: “mio rifugio, mia roccia in cui confido”. R.: E ti rialzerà, ti solleverà su ali d'aquila, ti reggerà sulla brezza dell'alba, ti farà brillar come il sole, così nelle sue mani vivrai. 2. Dal laccio del cacciatore ti libererà e dalla carestia che distrugge, poi ti coprirà con le sue ali e rifugio troverai. R. 3. Non devi temere i terrori della notte né freccia che vola di giorno; mille cadranno al tuo fianco, ma nulla ti colpirà. R. 4. Perché ai suoi angeli ha dato un comando di preservarti in tutte le tue vie, ti porteranno sulle loro mani, contro la pietra non inciamperai. R. E ti rialzerò, ti solleverò su ali d'aquila, ti reggerò sulla brezza dell'alba, ti farò brillar come il sole, così nelle mie mani vivrai. QUARTA STAZIONE GESÙ CROCIFISSO Nella quarta stazione facciamo memoria di don Danilo Cubattoli – per tutti “don Cuba”. Entusiasmo, passione e fantasia ne hanno fatto un evangelizzatore di frontiera, di avanguardia. Aveva una capacità straordinaria di tessere relazioni personali con chiunque e questo lo ha reso un eccezionale testimone del Risorto, seminatore di speranza prima in San Frediano con i giovani e poi per lunghi anni al carcere con i detenuti. Portava la buona notizia nei suoi occhi luminosi e nella serenità del suo volto, oltre che nelle sue parole. “Dio ci ama!”, soleva dire. “La sua infinita misericordia non chiude le porte in faccia a nessuno. Non bisogna mai aver paura del male: Gesù è risorto, ha vinto lui. In ogni uomo, anche in quello che più sembra perduto, rimane qualche germe di autentica umanità che può svilupparsi con la grazia del Signore”. L: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo T: perché con la tua santa croce hai redento il mondo. ASCOLTIAMO LA PAROLA DEL SIGNORE DAL VANGELO SECONDO MARCO 15,21-27 Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo. Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa "Luogo del cranio", e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese. Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua condanna diceva: "Il re dei Giudei". Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra. PARLA IL CURATO D’ARS Non bisogna disperare mai della misericordia di Dio, che è infinita. La disperazione è un peccato più grande di tutti quelli che possiamo aver commessi, poiché siamo sicuri che Dio non ci negherà mai il suo perdono se con sincerità ritorneremo a lui. Il fatto che i nostri peccati sono grandi non deve farci temere di non poter più ottenere il perdono, poiché tutte le nostre colpe messe a confronto con la misericordia di Dio sono ancor meno di un granello di sabbia rispetto a una montagna. L’animazione della quarta stazione è affidata ai giovani del Movimento “La Famiglia”. PREGHIAMO L: O Cristo, nostro unico mediatore, tu ci sei necessario per venire in comunione con Dio Padre, per diventare con te, che sei suo Figlio unico e Signore nostro, suoi figli adottivi, per essere rigenerati nello Spirito Santo. T: Cristo Gesù, tu ci sei necessario. L: Tu ci sei necessario, o solo vero maestro delle verità recondite T: L: T: L: T: L: T: L: e indispensabili della vita, per conoscere il nostro essere e il nostro destino, la via per conseguirlo. Cristo Gesù, tu ci sei necessario. Tu ci sei necessario, o Redentore nostro, per scoprire la miseria morale e per guarirla; per avere il concetto del bene e del male e la speranza della santità; per deplorare i nostri peccati e per averne il perdono. Cristo Gesù, tu ci sei necessario. Tu ci sei necessario, o fratello primogenito del genere umano, per ritrovare le ragioni vere della fraternità fra gli uomini, i fondamenti della giustizia, i tesori della carità, il bene sommo della pace. Cristo Gesù, tu ci sei necessario. Tu ci sei necessario, o grande paziente dei nostri dolori, per conoscere il senso della sofferenza e per dare ad essa un valore di espiazione e di redenzione. Cristo Gesù, tu ci sei necessario. Tu ci sei necessario, o vincitore della morte, per liberarci dalla disperazione e dalla negazione e per avere certezza che non tradisce in eterno. T: Tu ci sei necessario, o Cristo, o Signore, o Dio con noi, per imparare l’amore vero e per camminare nella gioia e nella forza della tua carità la nostra via faticosa, fino all’incontro finale con te amato, con te atteso, con te benedetto nei secoli. Amen. Tu ci sei necessario PAOLO VI CANTO SE AVESSI MAI COMMESSO 1. Se avessi mai commesso il peggiore dei crimini, per sempre manterrei la stessa fiducia, poiché io so che questa moltitudine di offese non è che goccia d’acqua in un braciere ardente (2v.). 2. Oh, se potessi aver un cuore ardente d’amore che resti il mio sostegno, non m’abbandoni mai, che ami tutto in me, persin la mia debolezza e non mi lasci mai, né il giorno né la notte (2v.). 3. Non ho trovato mai creatura capace d’amarmi a tal punto, e senza mai morire di un Dio ho bisogno, che assunta la mia natura si faccia mio fratello, capace di soffrir (2v.). 4. Io so fin troppo bene che le nostre giustizie non hanno ai tuoi occhi il minimo valore ed io, per dare un prezzo ad ogni mio sacrificio, gettare lo vorrei nel tuo divino Cuor (2v.). 5. No, Tu non hai trovato creatura senza macchia, dettasti la tua Legge tra i fulmini del cielo e nel tuo Sacro Cuore, Gesù, io mi nascondo, non tremo perché sei la sola mia virtù (2v.). QUINTA STAZIONE GESÙ MUORE IN CROCE Nella quinta stazione facciamo memoria di don Ubaldo Sazzini. Don Ubaldo ha saputo testimoniare l'amore per i suoi parrocchiani fino al dono della vita. Era l’anno 1944, tempo di guerra, quando don Ubaldo, trenta anni, parroco di Polcanto (vicino a Borgo San Lorenzo), un giorno di settembre venne chiamato a portare il conforto dei sacramenti a un contadino rimasto gravemente ferito per lo scoppio di una mina in un campo. Don Ubaldo entrò nel campo minato, consapevole del rischio a cui andava incontro, pur di portare il soccorso richiesto, ma lo scoppio di un altro ordigno lo uccise. Così recita la lapide di un monumento eretto a suo ricordo: “Don Ubaldo Sazzini nella distruzione della guerra ha sacrificato la sua vita sull'esempio di Cristo; il suo martirio ci confermi nell'ideale vero della vita”. L: T: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa croce hai redento il mondo. ASCOLTIAMO LA PAROLA DEL SIGNORE DAL VANGELO SECONDO LUCA 23,44-47 Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito". Detto questo spirò. Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: "Veramente quest'uomo era giusto". In ginocchio, si spengono le candele PARLA IL CURATO D’ARS Chi ci impedisce di pensare a Dio durante il giorno, meditando spesso le sofferenze che Gesù Cristo ha sopportato per noi, ricordando quanto egli ci ama e vuole renderci felici, dato che ha voluto morire per noi? […] Intratteniamoci col buon Dio, col nostro amabile Gesù, che è nel nostro cuore con la sua grazia. Adoriamolo, donandogli il nostro cuore; amiamolo, donandoci completamente a lui. Non lasciamo mai passare un giorno senza ringraziarlo dei tanti favori che ci ha accordato durante la nostra vita; chiediamogli perdono dei nostri peccati, pregandolo di non ricordarli più, e di dimenticarli per l’eternità. Domandiamogli la grazia di non pensare che a lui, e di non desiderare altro che di piacergli, in tutto quello che faremo durante l’intera nostra esistenza. La via crucis riparte in silenzio PREGHIAMO INSIEME L. Preghiamo insieme e cantiamo: Kyrie eleison T. Kyrie eleison L. I sommi sacerdoti e gli scribi hanno cospirato per ucciderti. R. L. Una donna a Betania ti ha unto con olio di nardo profumato. R. L. Giuda ha promesso di consegnarti ai sommi sacerdoti. R. L. Tu hai fatto preparare per mangiare la Pasqua con i tuoi discepoli. R. L. Tu hai lavato i piedi ai tuoi discepoli. R. L. Tu a tavola hai rivelato il tradimento dell’amico, di uno che condivide con te il cibo. R. L. Tu hai preso il pane, lo hai spezzato e dato ai discepoli. R. L. Tu hai preso il calice, hai reso grazie e lo hai dato ai discepoli. R. L. Tu hai offerto te stesso nel pane e nel vino. R. L. Tu hai offerto il tuo corpo e versato il tuo sangue, il sangue dell’alleanza. R. L. Ti sei consegnato al Padre, per fare la sua volontà fino alla fine. R. L. Ti sei lasciato catturare. R. L. Tu sei stato abbandonato dai discepoli impauriti. R. L. Tu sei stato condotto davanti al sinedrio. R. L. Tu sei stato rinnegato da Pietro, che avevi prescelto come fondamento della Chiesa. R. L. Tu sei stato condotto davanti a Pilato. R. L. Ti sei lasciato processare, schernire, spogliare. R. L. Ti sei lasciato offendere, picchiare, flagellare. R. L. Tu sei stato condannato a morte, a te la folla ha preferito Barabba, un omicida. R. L. Ti sei lasciato incoronare di spine e hai consegnato tutto te stesso. R. L. Tu hai portato la croce sulla quale ti avrebbero crocifisso. R. L. Tu sei caduto sotto il peso della croce. R. L. Tu sei stato aiutato da Simone di Cirene, che passava di lì e che i soldati hanno costretto a portare la tua croce. R. L. Tu hai sofferto il dolore della croce, dei chiodi piantati nelle mani e nei piedi, dell’essere sospeso tra cielo e terra. R. L. Tu sei stato insultato dai passanti. R. L. Tu hai portato su di te il nostro peccato. R. L. Tu hai sofferto l’abbandono, hai gridato implorando a Dio un segno, una risposta: “perché mi hai abbandonato?” R. L. Tu sei morto, uomo mortale tra uomini mortali, come un criminale. R. L. Tu sei morto come uno abbandonato dagli uomini e da Dio. R. L. Tu avevi accanto a te tua madre e con lei le donne che ti amavano, che hanno sfidato la paura e l’apparente non senso della tua morte, accompagnandoti fino alla fine. R. L. Tu sei stato sepolto, come tutti i mortali: la pietra è rotolata davanti al sepolcro e tutto era compiuto, tutto apparentemente finito, ogni speranza delusa. R. CANTO Questa notte non è più notte davanti a te, il buio come luce risplende. CANTO VENITE AD AMARE L’AMORE R. Venite ad amare l’Amore (4v.) 1. Oh Amor che non sei amato quanto poco sei conosciuto mi fai struggere e consumare sento il cor che deve gridare. R. 2. Mio Amor salvezza infinita io ti dono tutta la vita Gesù Tu sei lo Sposo solo in Te io trovo riposo. R. 3. Verbo eterno, Verbo umanato, che il mio cuore venga incendiato dammi voce, fammi gridare, “Questo Amor venite ad amare!”. R. CANTO RE DI GLORIA Ho incontrato Te Gesù e ogni cosa in me è cambiata, tutta la mia vita ora ti appartiene, tutto il mio passato io lo affido a Te, Gesù, Re di gloria mio Signor. Tutto in Te riposa la mia mente ed il mio cuore, trovo pace in Te Signor, Tu mi dai la gioia vera, voglio stare insieme a Te, non lasciarmi mai, Gesù, Re di gloria mio Signor. R: Dal tuo amor chi mi separerà, sulla croce hai dato la vita per me. Una corona di gloria mi darai quando un giorno Ti vedrò. Tutto in Te riposa la mia mente ed il mio cuore, trovo pace in Te Signor, Tu mi dai la gioia vera, voglio stare insieme a Te, non lasciarmi mai, Gesù, Re di gloria mio Signor. R. Io ti aspetto mio Signor io ti aspetto mio Signor io ti aspetto mio Re! SESTA STAZIONE LA SEPOLTURA DI GESÙ Nella sesta stazione facciamo memoria di don Giulio Facibeni. Don Giulio è stato prima di tutto e soprattutto un pastore e proprio il suo ministero pastorale, vissuto fino alle estreme conseguenze, lo ha reso “padre” vero e per tutti. Per questo Firenze lo chiamava semplicemente “il Padre” e per tutti, vicini e lontani, credenti e non credenti, era “il Padre”. Tale paternità si è rivelata fin dall’inizio originale e coraggiosa, forte di una fede incrollabile nella divina Provvidenza. Di fronte alla sofferenza di tanti orfani ha sentito il bisogno di assumere fino in fondo il peso, la responsabilità della sua paternità sacerdotale. Non ha esitato a dare una casa e un futuro a una schiera innumerevole di ragazzi. Come vero padre, ha provveduto alla formazione umana, culturale, professionale, spirituale e religiosa dei suoi figli. A ognuno di essi ha dato la possibilità di studiare, se lo desiderava, o di imparare un mestiere, una professione. A ognuno di loro ha voluto assicurare la realizzazione dignitosa del proprio futuro secondo i talenti di ciascuno. L: T: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa croce hai redento il mondo. ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI 19,38-42 Dopo questi fatti Giuseppe d'Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di àloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parasceve dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù. PARLA IL CURATO D’ARS La carità è una delle virtù più belle, e, più di ogni altra, ci assicura l’amicizia del buon Dio. Con le altre virtù, possiamo ancora perderci; ma, quando c’è la carità – che ama tutti, che non fugge, che ama i nemici come gli amici, che benefica sia chi le fa del male come chi le fa del bene! … – allora chi la possiede è sicuro che il cielo è per lui! … E’ la felicità che io vi auguro. L’animazione della sesta stazione è affidata ai giovani della parrocchia di San Bartolo a Cintoia PREGHIAMO G: O Signore, dal tuo costato aperto nasce la Chiesa, comunità fatta di uomini e di donne peccatori, ogni giorno purificati dal sangue dell’Eucaristia consacrata dalle mani dei nostri preti, anche loro peccatori ma scelti misteriosamente dal tuo infinito amore; per questo invochiamo: R.: Grazie, Signore! - - - - Per gli innumerevoli preti che nella nostra città sono stati e sono testimoni del tuo amore per gli ultimi, noi ti preghiamo: R. Per le numerose associazioni di volontariato che ogni giorno depongono il tuo corpo glorioso dalla croce nel corpo dei sofferenti, noi ti preghiamo: R. Per le Caritas delle nostre parrocchie che si fanno carico delle famiglie a disagio, degli stranieri, dei bisognosi tutti, senza distinzione di razza o di religione, noi ti preghiamo: R. Per i diaconi, segni di Cristo Servo in mezzo a noi, per il loro continuo impegno nelle nostre parrocchie al servizio degli ultimi, noi ti preghiamo: R. Per tutti coloro, uomini e donne, che tu chiami a essere segno nella nostra terra della tua carità senza fine, noi ti preghiamo: R. G: Signore, che hai preso su di te tutto il dolore dell’umanità, manda ancora uomini che si facciano tuoi servi nel dono totale della loro vita e donino sempre il tuo corpo e il tuo sangue che ci purifica da ogni nostra macchia. Per Cristo nostro Signore. T: Amen. CANTO OSANNA 1. Osanna, osanna, osanna all’Altissimo! (2v) R.: Innalziamo il tuo nom, con le lodi nel cuor! Ti esaltiamo, Signore Dio, osanna all’Altissimo! 2. Gloria, gloria, gloria al Re dei re! 3. Lode, lode, lode a te, Signor! CANTO IL SIGNORE È LA LUCE 1. Il Signore è la luce che vince la notte! T: Gloria, gloria! Cantiamo al Signore! (2 v) 2. Il Signore è la vita che vince la morte! 3. Il Signore è la grazia che vince il peccato! 4. Il Signore è la luce che illumina il mondo! 5. Il Signore è la pace che vince la guerra! 6. Il Signore è la gioia che vince l’angoscia! 7. Il Signore è la luce che illumina i cuori! 8. Il Signore è l’amore che rende fratelli! 9. Il Signore è promessa di un futuro di pace! 10. Il Signore è la luce che guida verso il Regno! IN BASILICA DAL VANGELO SECONDO MARCO 10,17-22 Mentre andava per la strada, un tale corse incontro a Gesù e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: "Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?". Gesù gli disse: "Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre". Egli allora gli disse: "Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza". Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: "Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!". Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. OMELIA PREGHIERA PER L’ANNO SACERDOTALE V: Signore Gesù, che in san Giovanni Maria Vianney hai voluto donare alla Chiesa una toccante immagine della tua carità pastorale, fa' che, in sua compagnia e sorretti dal suo esempio, viviamo in pienezza quest’Anno Sacerdotale. Fa' che, sostando come lui davanti all'Eucaristia, possiamo imparare quanto sia semplice e quotidiana la tua parola che ci ammaestra; tenero l'amore con cui accogli i peccatori pentiti; consolante l'abbandono confidente alla tua Madre Immacolata. Fa', o Signore Gesù, che, per intercessione del Santo Curato d'Ars, le famiglie cristiane divengano “piccole chiese”, in cui tutte le vocazioni e tutti i carismi, donati dal tuo Santo Spirito, possano essere accolti e valorizzati. Concedici, Signore Gesù, di poter ripetere con lo stesso ardore del Santo Curato le parole con cui egli soleva rivolgersi a Te: T: Ti amo, o mio Dio, e il mio solo desiderio è di amarti fino all'ultimo respiro della mia vita. Ti amo, o Dio infinitamente amabile, e preferisco morire amandoti piuttosto che vivere un solo istante senza amarti. Ti amo, Signore, e l'unica grazia che ti chiedo è di amarti eternamente. Mio Dio, se la mia lingua non può dirti ad ogni istante che ti amo, voglio che il mio cuore te lo ripeta tante volte quante volte respiro. Ti amo, o mio Divino Salvatore, perché sei stato crocifisso per me, e mi tieni quaggiù crocifisso con Te. Mio Dio, fammi la grazia di morire amandoti e sapendo che ti amo. Amen. PADRE NOSTRO V: Padre buono, al termine di questo nostro cammino accogli i nostri desideri e le nostre preghiere, quelle che abbiamo formulato e quelle che sono rimaste nei nostri cuori. Te le presentiamo rivolgendoci a te con la preghiera che Gesù ci ha insegnato: T: Padre nostro … V: Adoriamo, lodiamo e glorifichiamo la tua croce, Signore. T: E adoriamo, lodiamo e glorifichiamo la tua santa risurrezione, poiché da queste la gioia è entrata nel mondo! V: Ricordati, Signore, di tutte le tue misericordie e con eterna protezione santifica questi tuoi figli e figlie, per i quali Cristo, tuo Figlio, ha versato il suo sangue e ha aperto le porte del Regno dei cieli. T: Amen. BENEDIZIONE V: Il Signore sia con voi. T: E con il tuo spirito. V: Dio, che nella Passione del suo Figlio ci ha manifestato la grandezza del suo amore, vi faccia gustare la gioia dello Spirito nell’umile servizio dei fratelli. T: Amen V: Cristo Signore, che ci ha salvato con la sua croce dalla morte eterna, vi conceda la vita senza fine. T: Amen V: Voi, che seguite Cristo umiliato e sofferente, possiate aver parte alla sua risurrezione. T: Amen V: E la benedizione di Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo, discenda su di voi, e con voi rimanga sempre. T: Amen V: Siate testimoni dell’Amore che salva. Andate in pace. T: Rendiamo grazie a Dio. CANTO FINALE Magnificat! Magnificat! Magnificat anima mea Dominum! Magnificat! Magnificat! Magnificat anima mea! Giubileo Compostelano 2010 ___________________________________________ In CAMMINO Pellegrinando verso la luce dal 17 al 27 agosto a Santiago de Compostela Il Centro Diocesano di Pastorale Giovanile offre ai giovani della diocesi l’opportunità di recarsi a Santiago de Compostela in occasione dell’Anno Santo Compostelano 2010. Il pellegrinaggio muoverà da Firenze il 17 agosto e vi farà ritorno il 27. Dopo una tappa a Lourdes, avremo modo per 7 giorni di camminare sulla antica via dei pellegrini partendo da Pamplona. Percorreremo una media di circa 25 km al giorno, utilizzando di volta in volta il pullman per raggiungere la tappa successiva. I km effettivi di Cammino saranno 157,5. Questo il programma delle tappe di cammino: 1a tappa: Pamplona – Puente de la Reina (km 23,5) 2a tappa: S. Domingo de la Calzada – Belorado (Km 23) 3a tappa: Burgos – Hontanas (km 31,5) 4a tappa: Mansilla de las Mulas – Leon (km 20) 5a tappa: Astorga – Rabanal del Camino (km 20) 6a tappa: Arzua – Monte do Gozo (km 33,5) 7a tappa: Monte do Gozo – Santiago (km 6) Età partecipanti: dai 18 ai 30 anni Iscrizioni: entro il 30 aprile 2010 Costo: 390 Euro per persona ____________________________ a San Donnino dal 30 aprile al 2 maggio Creativestate Ulteriori informazioni sul sito diocesano ____________________________ Madrid 2011 Posso chiedervi di segnalarmi chi fin da ora ha intenzione di parteciparvi e con quale modalità? Grazie! ____________________________ CENTRO DIOCESANO DI PASTORALE GIOVANILE Piazza S. Giovanni, 3 - 50129 Firenze DA MARTEDÌ A VENERDÌ 9.30 - 12.30 MARTEDÌ E VENERDÌ 15.30 - 18 Tel. 055 2763724 Fax 055 2763741 www.diocesifirenze.it/giovani [email protected]