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PARLAMENTO EUROPEO
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1999
2004
Documento di seduta
10 aprile 2000
B5-0364/2000
PROPOSTA DI RISOLUZIONE
presentata con richiesta di iscrizione all'ordine del giorno della discussione su
problemi di attualità, urgenti e di notevole rilevanza
a norma dell'articolo 50, paragrafo 1 del regolamento
da Jean-Marie Le Pen, Charles De Gaulle, Bruno J.-J.M. Gollnisch, Carl Lang
e Jean-Claude Martinez
a nome del gruppo TDI
sulla valutazione dell'embargo contro l'Iraq
RE\410887IT.doc
IT
PE 289.509
Or. fr
IT
B5-0364/2000
it
B5-0364/2000
Risoluzione sulla valutazione dell'embargo contro l'Iraq
Il Parlamento europeo,
A.
constatando che l'embargo imposto da quasi dieci anni all'Iraq è un vero e proprio
blocco che impedisce a 20 milioni di iracheni di soddisfare le proprie necessità più
elementari: alimentazione e cure mediche, ma anche accesso alle conoscenze
scientifiche e tecnologiche e agli scambi culturali,
B.
ricordando che l'Iraq, uno dei paesi più sviluppati del mondo arabo nel 1989, erede
delle civiltà di Shumer, Babilonia e Ninive, per nutrire il suo popolo non chiede, come
l'Etiopia, un aiuto alimentare, ma soltanto il diritto di commerciare liberamente,
C.
costatando che il blocco è aggravato dalle incursioni effettuate da anni in totale
impunità dall'aeronautica americana e britannica e che il 6 e 9 aprile scorsi sono state
uccise diverse decine di civili,
D.
ricordando che il pretesto per detti bombardamenti è il divieto imposto allo Stato
iracheno di esercitare la sua sovranità nelle regioni settentrionali e meridionali del suo
territorio,
E.
sottolineando l'interesse dell'OPEC e in particolare dell'Arabia Saudita e del Kuwait,
alleati tradizionali degli Stati Uniti, di impedire l'immissione sul mercato del petrolio
iracheno allo scopo di mantenere alti i prezzi del greggio, con pregiudizio soprattutto
delle economie europee,
F.
costatando che le sanzioni internazionali colpiscono tutti gli iracheni, musulmani o
cristiani, sunniti o sciiti, arabi o curdi,
G.
considerando che il blocco, il quale ha già provocato oltre un milione di morti tra i
bambini iracheni, rappresenta un autentico genocidio,
H.
considerando che l'Iraq, il cui esercito è stato annientato nel corso della guerra del
Golfo nel 1991 e la cui economia è stata distrutta da dieci anni di blocco, non può
costituire un pericolo militare nella regione, nella quale altre potenze come Israele o
Pakistan, che detengono armi nucleari, rappresentano una minaccia reale alla pace,
1.
ritiene che le presunte violazioni del diritto internazionale commesse dall'Iraq non
giustificano per nulla un simile trattamento in una regione in cui Stati come Israele nei
territori palestinesi occupati, la Siria nel Libano e la Turchia a Cipro da decine d'anni
violano in totale impunità il diritto internazionale e le risoluzioni dell'ONU;
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2.
denuncia questo crimine contro l'umanità e i responsabili: le autorità americane e i
loro alleati nel mondo, braccio armato di una nuova ideologia totalitaria, il
mondialismo;
3.
condanna con ancora maggiore vigore che queste le atrocità siano perpetrate, da un
lato, dagli Stati più potenti del pianeta contro un piccolo paese di 20 milioni di abitanti
e, dall'altro, in nome dei diritti dell'uomo e della pace;
4.
esige dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite la revoca immediata del blocco e
delle altre sanzioni imposte al popolo iracheno;
5.
accoglie con plauso l'audacia di quattro europei, tre italiani e un sacerdote francese,
che il 5 aprile hanno violato il blocco aereo, nonché tutte le iniziative avviate in
Occidente per venire in aiuto degli iracheni e specialmente dei bambini;
6.
incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio dei
ministri, alla Commissione e ai governi degli Stati membri..
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