MIGLIORAMENTO DIDATTICO ATTRAVERSO LA QUALITA’ DELL’INTERAZIONE (MI_SApIE) Per la Dirigente La preghiamo di far riferimento al seguente piano di miglioramento identificandolo con la seguente sigla MI_SApIE. (MI= Miglioramento Interazione), L’applicazione del programma richiede che la scuola abbia già nominato uno o più “mentori” del programma in collegamento con un centro di riferimento SApIE. Il piano di miglioramento MI_ SApiE mira a favorire l’acquisizione degli apprendimenti attraverso un intervento sulla qualità dell’interazione tra alunno e docente. Il presupposto del piano nasce dal fatto che la ricerca scientifica tende ormai a concordare sul fatto che per ottenere un effetto di miglioramento di largo impatto nella scuola il fattore più importante su cui è preferibile intervenire riguarda la quantità e qualità del feed-back che il docente fornisce all’alunno in apprendimento. Il programma qui riportato riguarda il primo step del piano di miglioramento volto a valutare in questa fase le disponibilità dei docenti della scuola a procedere nella direzione indicata comprendendo le modalità attraverso cui si può migliorare la qualità dell’interazione e del feedback. E’ ragionevole ipotizzare per questo primo step tre mesi di tempo con la seguente calendarizzazione. -1-Consegna dell’ INVITO al PIANO MI_SApIE a tutti i docenti della sua scuola (vedi sotto) e raccolta delle adesioni. Queste dovranno essere raccolte facendo riempire al docente la seguente scheda: Soggetto: (si suggerisce di codificare il docente con un numero d’ordine, che deve essere riutilizzato per enderlo identificabile nella scheda AUTOVALUTAZIONE, mantenendo l’anonimato) Scuola:……materna primaria secondaria di primo grado a- Non posso/intendo partecipare al primo step b- Intendo partecipare al primo step anche se vedo diverse criticità c- L’ approccio mi convince. Partecipo con piena convinzione -2—(Al termine dei tre mesi) Raccolta delle schede di Autovalutazione finale da parte dei docenti in un unico pdf da inviare a [email protected]. L’Associazione, tramite i/il mentore provvederà a fornire un report di sintesi e eventualmente ad elaborare in dettaglio la proposta per il secondo step. Il secondo step (la cui durata è stimabile in 6 mesi),sarà attuato sulla base dei risultati di questo primo step. Esso riguarderà l’attuazione di un intero modulo di didattica interattiva per i diversi settori disciplinari sia a livello di primaria che di scuola media, con verifica dei risultati in termini di apprendimento attraverso una valutazione criterion oriented (e dove possibile, triangolazione di osservatori secondo il modello lesson study). Dato il significato diverso che assumono termini come interazione, lezione e valutazione in rapporto ai diversi livelli di età si è ritenuto opportuno tenere distinto il livello della scuola dell’infanzia rispetto agli altri due livelli (per l’infanzia vedi allegato a parte). INVITO AL PIANO DI MIGLIORAMENTO DIDATTICO ATTRAVERSO LA QUALITA’ DELL’INTERAZIONE (MI_SApIE ) Per l’insegnante Gentile docente Quello che segue è l’invito a partecipare al programma di miglioramento didattico che l’associazione scientifica SApIE (cfr www.sapie.it) ha messo a punto partendo dal miglioramento dell’interazione in classe (MI_ SApIE). Il piano di miglioramento nella sua interezza comporta due step: -1 Prima familiarizzazione con il modello della Lezione Interattiva con aumento della quantità/qualità dei feed.back (durata 3 mesi). E’ questo qui allegato. -2 (Eventuale secondo step) Attuazione di un modulo completo di didattica basata su lezioni interattive nel proprio ambito disciplinare, con preliminare definizione di obiettivi e prove di valutazione (ed eventuale triangolazione osservativa su alcune lezioni in aula) (durata 6 mesi) 1 La presente richiesta di partecipazione riguarda solo il primo step. MOTIVAZIONI DEL PIANO Quanto qui viene sinteticamente riportato presuppone un precedente accordo assunto tra l’Associazione e la Scuola. Le indicazioni possono essere approfondite, oltre che rivolgendovi al mentore interno alla scuola, consultando le informazioni sullo stesso sito SApIE (www.sapie.it), partecipando ai workshop relativi dell’Associazione oppure in modo più esteso attraverso la consultazione della letteratura di riferimento (Cfr. i due testi: A.Calvani, Come fare una lezione efficace, Carocci; A.Calvani, L.Menichetti, Come fare un progetto didattico. Gli errori da evitare, Carocci) Alla luce delle ricerche più recenti appare consolidato come gli apprendimenti si possano migliorare attuando alcune modifiche nei metodi didattici in aula e in particolare cambiando il modello comune nelle nostre scuole della “lezione espositiva” prevalentemente caratterizzata per una predominanza del “parlare” del docente (a volte sotto forma di vero e proprio monologo) in 1 L’accettazione del primo step non vincola a seguire anche il secondo. L’associazione SApiE si limiterà a fornire esempi e suggerimenti per l’impianto progettuale e la produzione di affidabili prove la cui compilazione definitiva dovrà essere prodotta dagli insegnanti. forme di durata imprevedibile, mal definite nella struttura interna e nelle specifiche finalità che si intende conseguire. L’obiettivo intende spostare il baricentro verso modelli centrati sulla “lezione interattiva”2. Con questa espressione intendiamo ciò che nella letteratura internazionale si chiama solitamente Istruzione Diretta o Esplicita (Direct Instruction), un modello che ottiene i punteggi di maggiore efficacia3 e che si caratterizza per alcuni elementi fondamentali: L’insegnante: -inizia l’attività richiamando ciò che è già stato trattato precedentemente (fa ad esempio fare qualche rapido esercizio di richiamo o di revisione dei compiti a casa); -fa capire subito l’obiettivo da conseguire nella lezione; -introduce le nuove informazioni in piccole quantità oppure presenta brevi dimostrazioni riflettendo ad alta voce sul perché si debba imboccare un determinata strada (in ogni caso non si dilunga, non si disperde, evita ogni elemento di sovraccarico); -fa fare subito prove pratiche e fornisce feed-back (vedi dopo); varia progressivamente la complessità dei compiti; -conclude richiamando il percorso fatto, fissando bene le cose essenziali e rendendo consapevoli della necessità di conservarle in memoria Tutte (o quasi tutte) queste operazioni sono solitamente brevi e lo svolgimento delle attività mantiene un ritmo abbastanza veloce in un contesto in cui gli alunni conoscono già bene il “copione” in cui sono chiamati ad agire. Si può considerare come esempio di Istruzione Diretta o Lezione Interattiva quanto emerge dalla testimonianza allegata presa dal resoconto tratto dalla osservazione in una classe cinese (Vedi “Una classe cinese a Pechino”, dal Diario della prof.ssa Bartolini Bussi) Se la lezione interattiva è il quadro complessivo di riferimento, il “cuore” del miglioramento sta nella quantità/ qualità dell’interazione docente alunno e quindi nel feed-back. Tra tutte le operazioni didattiche possono favorire il miglioramento il feed-back è la più importante di tutti (Hattie 2009)4. Un feed-back si differenza da un “rinforzo” che nella sua forma positiva, assume solitamente le forme di un incoraggiamento. Un buon feed-back va inteso come un’informazione rapida ed efficace rivolta ad un alunno impegnato nella soluzione di un problema, che consente all’alunno 2 Ovviamente non si intende affermare che TUTTA l’attività didattica debba assumere l’impianto metodologico qui suggerito ed esemplificato. Tuttavia la lezione interattiva dovrebbe essere il motore portante della maggior parte della didattica disciplinare nella primaria e secondaria. 3 L’efficacia si misura con particolare indice chiamato ES (Effect Size). Una strategia o azione didattica è efficace quando raggiunge 0,4. L’ES dell’Istruzione Diretta si colloca su 0,6. 4 L’effect Size del feed-back e della valutazione formativa oscilla tra 0,7 e 0,9. Presentare esercizi nel corso dell’apprendimento fornendo subito agli studenti informazioni orientative rientra in quel processo che tecnicamente si chiama “valutazione formativa”. stesso di rendersi conto di quale è il passo successivo da fare per avvicinarsi o raggiungere l’obiettivo. Il primo step del piano di miglioramento qui presentato richiede di concentrarsi su questo quesito: “Riesco già a gestire bene per (quantità e qualità) il feed-back coi miei alunni durante la mia attività didattica? O all’opposto parlo troppo e interagisco poco5? La mia didattica in aula necessita di una scomposizione in momenti più analitici con alternanza informazione-applicazione ed impiego del feed-back per orientare gli alunni verso obiettivi precisi? Tre obiezioni /domande tipiche. 1- “Quando io spiego pongo continue domande alla classe e la classe partecipa. Dunque io già attuo già una lezione interattiva. Allora cosa dovrei cambiare?”. Porre delle domande mentre si forniscono informazioni è già un buon approccio, sicuramente migliore di una lungo monologo ininterrotta. Il dialogo orale ha tuttavia rilevanti limiti: solo pochi intervengono e l’insegnante pensa che tutti seguano e siano coinvolti cognitivamente mentre le prove ci dicono che non è così; molti studenti si distraggono e comunque non rimane traccia delle interazioni. Dunque un buon feed-back dovrebbero comportare risposte scritte (oppure un “fare” concreto dell’alunno) , non rimanere limitato a singoli scambi verbale con alcuni alunni6. 2 “Io faccio fare esercizi. Generalmente dopo la spiegazione faccio fare un esercizio. Poi chiamo più alunni a presentare i loro risultati e a discuterli. Non va bene cosi? Questo però richiede tempo, posso fare un esercizio, non più”. Far fare esercizi (o esperimenti) e farne oggetto di discussione è tipico di approcci che possiamo definire in senso lato sperimentale, un aspetto che deve avere il suo spazio nel curricolo. Qui ci riferiamo però ad esercizi di breve durata, che hanno prevalentemente lo scopo di “trainare” la classe e monitorare i loro avanzamenti effettivi verso gli obiettivi. Per un esercizio con relativo feed-back fornito classe possono esser sufficienti anche 2-3 minuti. L’insegnante può poi interpellare solo qualche alunno, prendendo le risposte ad esempio per formulare eventuali suggerimenti validi per tutti, prima di procedere7. Memo: non occorre raccogliere le risposte! 5 Ogni insegnante si dovrebbe dare una regola di base. Non parlare mai più di 5, max 10 minuti (tranne casi particolari, ad esempio assistere ad un bella narrazione, una rappresentazione teatrale o cose simili). Occorre controllare la quantità del proprio linguaggio considerando che la capacità attentiva degli alunni è bassa. Bisogna mettere quanto prima gli alunni “a fare”. Ma ci possono anche essere casi opposti come quelli dell’insegnante che lascia gli alunni “fare” ciò che desiderano rinunciando ad orientare il loro impegno verso traguardi precisi. 6 E anche in generale far scrivere di più durante la lezione è un passaggio necessario. Nella scuola italiana si scrive poco durante la lezione! Ad esempio insegnare a prendere qualche appunto è un aspetto di grande importanza sul piano delle strategie metacognitive 7 In certi casi , in cui ad esempio si vuol corroborare l’acquisizione di alcune skill di base, l’interazione con tutta la classe partecipante può essere anche di pochi secondi, si guardi il video all’URL che presenta un insegnante che chiede 3 “L idea della scomposizione della lezione esposizione in piccolo passi intervallati da compiti pratici va bene per insegnanti di area scientifica ma non per me che sono di area umanistica. Non posso applicarla ad esempio quando presento un’opera letteraria o faccio una lezione di storia.” In realtà anche la lezione di area umanistica può/deve essere intervallata con esercizi scritti sotto forma di brevi domande aperte (ad es. definizione di un termine, piccola spiegazione, frase da completare, breve parafrasi o sintesi di frasi pronunciate dall’insegnante o reperite nel testo..). Alla fine della lezione, ad es. “provate a scrivere in poche parole cosa ha trattato la lezione di oggi e la cosa più importante..” Trasformare la lezione centrata sull’insegnante che parla in lezione interattiva non sembra essere concettualmente molto complesso e sicuramente non è costoso . CONSEGNA DI LAVORO Si chiede al soggetto partecipante al primo step di: -aumentare la parte applicativa all’interno della lezione e fornendo rapidi feed-back correttivi -provare ad applicare almeno tre lezioni interattive. -descrivere una lezione interattiva presa ad esempio tra le diverse svolte , riempendo adeguatamente la tabella allegata; -rispondere alle domande del questionario di AUTOVALUTAZIONE alla fine dei tre mesi riservati al primo step. Come modello per effettuare una prima esperienza pilota proponiamo di attenersi ad un’ora di lezione in cui siano presenti tre momenti interattivi (uno all’inizio come verifica del pregresso e due intervallati durante la presentazione di nuovi contenuti), oltre una adeguata conclusione. ad alunni effettuare operazioni di calcolo sul pallottoliere. L’insegnante dà la consegna e tutti bambini scrivono il risultato su lavagnette plastificate mostrando il risultato. Lo scambio è molto veloce e l’interazione ha un alta efficacia. Le abilità in questione vengono corroborate intensamente. Non si può anche che suggerire l’ìmpiego di queste lavagnette che si puliscono facilmente. AUTOVALUTAZIONE MI_SApIE PRIMO STEP (Da consegnare entro 3 mesi). Data di scadenza: (da inserire)…… Sogg. N. di identificazione (da completare da parte dell’istituzione con un numero d’ordine, allo scopo di rendere identificabile il soggetto e comparabile la presente con la disponibilità d’ingresso, mantenendo l’anonimato ) Livello scuola (primaria/ media:….. Arricchimento formativo -Contatti discussioni con il mentore o con colleghi: SI modalità… NO -Lettura delle indicazioni fornite sul sito Sapie -Partecipazione al workshop sui metodi efficaci -Letture di approfondimento suggerite: se si, quali…… NO NO NO SI Si SI Se si, in che Esperienza di lezione interattive in classe: Quante volte è riuscita a provare nei tre mesi ad applicare il modello di lezione interattiva N. di volte:…… All’interno di queste esperienze ritiene di essere riuscita a migliorare la quantità di fedd-back SI NO Alla luce di questa prima esperienza di familiarizzazione trova che sia cruciale procedere nel migliorare la quantità/ qualità dell’interazione finalizzata ad obiettivi definiti NO FORSE SI Formuli un breve commento personale sugli aspetti positivi e negativi di quanto ha potuto osservare in questa sua esperienza di familiarizzazione con il modello ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- ------------------------------------------------------------------------------------- E’ disponibile a procedere verso il secondo step? SI NON SAPREI NO Descrizione della lezione interattiva Scelga una delle lezioni svolte e la si descriva riempiendo le righe della scheda sottostante in cui è presente il corsivo. MEMO:Per l’effettuazione del modello di lezione interattiva si ricorda che: -Gli alunni devono rispondere per iscritto ai compiti/quesiti(o facendo particolari azioni) -Il docente deve dichiarare agli alunno i limiti di spazio (ad es.”..”). -Anche il tempo va tenuto ragionevolmente limitato; tipicamente conviene non dare esercizi che richiedano più di due-tre minuti anche se non conviene segnalare agli alunni il limite di tempo consentito per non generare l’ansia. -gli esercizi-compiti devono essere ragionevolmente facili e in stretta coerenza con quanto appena detto/dimostrato per consentire che la grande maggioranza risponda positivamente. in qualche caso di fallimenti inaspettati, conviene ripartire con un compito variante più semplice -In questo contesto non occorre raccogliere né esaminare in dettaglio i lavori. Il feed-back viene dato dall’insegnante che “pesca” strategicamente alcuni alunni (tre quattro sono sufficienti) , e si basa sui loro risultati per inviare un rapido segnale (conferma, raccomandazione ecc..) valido per tutta la classe. Argomento della lezione e classe: Tipo di azione Indicazioni operative/esempi Tempo suggerito (stima) Attivazione preconoscenze o verifica compiti precedenti “Vi ricordare che cosa significa.…?” Come si risolve…?” circa 5 minuti Riportare le specifiche domande effettuate xxxxxx Indicazione degli obiettivi da “Alla fine dovremo arrivare tutti a circa 5 minuti raggiungere conoscere/saper risolvere…” Riportare le parole caratterizzanti per definire gli obiettivi xxxxxx Nuova informazione oppure breve dimostrazione (con riflessione ad alta voce) Esposizione di nuovo contenuto Circa 5-. 10 minuti Sintetizzare le informazioni presentate xxxx Applicazione. Consegne per un “Rispondete a questa domanda o a risolvete breve lavoro/esercizio. questa operazione o problema…” circa 5-10mini?? (ma può variare) Il lavoro è individuale (eventualmente si può lasciare un momento aggiuntivo di confronto a bassa voce tra compagni di banco) Riportare le consegne assegnate xxxx Feed-back Si selezionano alcuni soggetti “Vediamo... Lucia come hai risposto…”forse avresti potuto..? Qualcuno ha soluzioni diverse…?”.. Circa 5 mini Esposizione di nuovo contenuto Circa 5-. 10 minuti Commento al feed-back xxxxxx Nuova informazione oppure breve dimostrazione (con riflessione ad alta voce) Sintetizzare le informazioni presentate xxxx Applicazione. Consegne per un breve lavoro. Riportare le consegne assegnate xxxx Feed-back Vedi sopra Osservazioni sul feed-back xxxx Conclusione Oggi cosa abbiamo imparato? Cosa non sapevano? Come possiamo memorizzare quanto abbiamo imparato? Indicazioni sul proseguo dell’attività (Consegne per casa) Riportare osservazioni conclusive Xxxx Circa 5 mini SCUOLA DELL’INFANZIA. AUTOVALUTAZIONE MI_SApIE PRIMO STEP (Da consegnare entro 3 mesi) A questo livello l’interazione può assumere altre modalità comunicative che passano in particolare attraverso forme di comunicazione emozionale veicolate attraverso segnali paralinguistici ed extralinguistici. Si suggerisce di lavorare allora sulle tecniche del “racconto interattivo” (interactive story telling) sviluppando abilità comunicative del narratore atte a raccogliere attenzione dei bambini. Occorre lavorare sul contatto visivo e sull’empatia tra insegnante e bambino. Raccontare una storia ai bambini non è prendere il controllo della situazione, ma far sì che i bambini si sentano partecipi della storia, si sentano parti essenziali della vicenda e partecipino attivamente intervenendo. In questo ambito si suggerisce di accedere come esempio al video (INTERACTIVE STORYTELLING TECHNIQUES FOR PRE-KINDERGARTEN), consultabile all’indirizzo: Link: http://www.youtube.com/watch?v=zJU5L3ZYODU&list=PLE7914BA581D69AC7&index=1 Sfortunatamente il video non è i italiano ma per favorirne la comprensione si allega un semplice riassunto esplicativo della storia che l’educatore presenta. Non è comunque importante comprendere i dettagli del parlato quanto comprendere le dimensioni significative della comunicazione coinvolta: Come si potrà comprendere si tende a sviluppare un forte coinvolgimento empatico basandosi su emozioni veicolate attraverso una comunicazione prevalentemente paralinguistica ed extralinguistica. Ho iniziato lavorando su una storia di fantasmi, non tanto per spaventare gli alunni, quanto piuttosto per migliorare la relazione che gli studenti hanno con me (relazione insegnante-bambino) e per sviluppare la loro ATTENZIONE e CONCENTRAZIONE. Dividere la storia in 3 parti così da non dare troppe informazioni tutte insieme, coinvolgerli e farli divertire. La prima cosa che voglio che facciano è spaventarmi, così si fortificano ma soprattutto lavoro sul contatto visivo sviluppando un buona relazione amichevole tra me e gli studenti. “Adesso lavoriamo sulla storia e mi aiuterete con i suoni”. Imparano a partecipare divertendosi e sentendosi parti essenziali per la continuazione della storia. Fare in modo che siano in grado di riportare gli occhi a me e la testa sulla storia. L'insegnante dovrebbe avere una comunicazione chiara. Non è importante che capiscano ogni dettaglio della storia stando seduti per 7 minuti, ma piuttosto che storia dopo storia, giorno dopo giorno imparino a focalizzare la loro attenzione su quello che stanno facendo, è importante che l'insegnante trovi il modo di coinvolgere i bambini all'interno della storia . Meglio richiamare i bambini col loro nome per riportare la loro attenzione alla storia (per la relazione insegnante alunno) e per richiamare la loro attenzione e i loro occhi all'insegnante. È importante che apprendano il modo di concentrarsi e che lo imparino attraverso diverse modalità. “La storia dura circa 9 minuti ma vedete che costantemente lavoro sull'attenzione dei bambini cercando di richiamarla riportando i bambini all'interno della storia”. È importante avere una comunicazione chiara e diretta con gli studenti. Dare a tutti la possibilità di fare la loro parte; l'argomento e la lezione dovrebbero essere divertenti e promuovere un apprendimento attivo e inclusivo. Poi inizia a raccontare la storia di un uomo (si fa aiutare dai bambini a pronunciare il nome del protagonista riproducendo nomi onomatopeicamente) che guida la macchina E mentre guida si rompe la macchina, (...) quindi esce dalla macchina ed è in un vicolo buio e solitario, vede una porta e bussa ma nessuno risponde, allora bussa di nuovo (nel bussare si fa aiutare dai bambini) più forte ma nessuna risposta, “forse dormono sul retro”, allora va alla finestra, poi apre la porta e sente un suono (...) va al primo piano e sente uno che gli tocca la spalla, sente un altro suono dietro la porta, la apre ribussando prima, poi scende le scale. La storia continua nella “casa dei fantasmi”, non ne possiamo comunque vedere il finale. Si chiede al maestro di cimentarsi nell’allestimento e narrazione di una storia interattiva analoga riempiendo una scheda che mette in rapporto la narrazione verbale con la comunicazione non verbale, la componente emotiva coinvolta e la risposta attesa. (La scheda è da consegnare entro i tre mesi riservati alla fase di prima familiarizzazione). Sintesi della storia: Momento narrativo Espressione (fisiognomica, prossemica..) Emozione veicolata Risposta attesa dai bambini