Vaccinazione 1 INTRODUZIONE Vaccinazione In medicina, pratica con la quale si conferisce immunità a un individuo, ovvero si stimola il suo sistema immunitario ad attivarsi contro determinati agenti patogeni. La vaccinazione a una data malattia consiste nella somministrazione di una soluzione contenente l’agente responsabile di quella patologia, ma in una forma inattiva o “attenuata” (cioè, poco virulenta). In tal modo, nell’organismo del soggetto vaccinato non si instaura la malattia vera e propria ma avviene comunque una stimolazione del sistema immunitario a riconoscere la presenza di quell’agente estraneo e a produrre anticorpi capaci di neutralizzarlo. Questa metodica costituisce il sistema di protezione più diffuso soprattutto nei confronti di molte malattie virali, contro i quali antibiotici e altri farmaci non hanno alcuna efficacia. Il nome "vaccino" deriva dal fatto che nella prima sperimentazione di immunizzazione sull'uomo, avvenuta il 14 maggio 1796, Edward Jenner utilizzò virus vivi di vaiolo bovino per conferire all'uomo l'immunità al vaiolo. Nel 1885, lo scienziato francese Louis Pasteur usò per la prima volta un virus attenuato della rabbia per ottenere immunità contro l'infezione naturale; nel 1897, in Inghilterra, fu sviluppato un vaccino contro la febbre tifoide. 2 TIPI DI VACCINI I vaccini possono contenere: microrganismi uccisi tramite esposizione a calore o a sostanze chimiche, come nel caso del vaccino antipolio contro la poliomielite sviluppato da Jonas E. Salk e di quello contro la febbre tifoide; una forma inattivata di una tossina prodotta dal microrganismo e detta tossoide, come nel caso dei vaccini contro il tetano e la difterite; oppure virus vivi ma in forma attenuata, cioè modificati in modo tale da non potere causare la forma grave della malattia, come nel caso del vaccino antipolio sviluppato da Albert Sabin, nonché dei vaccini contro il morbillo e la febbre gialla. La sostanza immunizzante viene in genere introdotta sottocute tramite inoculazione (il vaccino antipolio di Sabin rappresenta un'eccezione, in quanto va assunto oralmente). La protezione dura per periodi variabili: il vaccino contro la peste conferisce immunità solo per sei mesi, mentre quelli contro febbre gialla e tetano proteggono per circa dieci anni. Attualmente sono allo studio nuovi vaccini, come un vaccino più sicuro contro la rabbia e uno contro i batteri che provocano la polmonite. Tra le malattie comuni nel Terzo Mondo per le quali sono allo studio vaccini, vi sono il colera, la malaria e la tripanosmiasi. 3 IMMUNIZZAZIONE ATTIVA E PASSIVA La pratica della vaccinazione costituisce una modalità di immunizzazione che, stimolando il sistema immunitario a produrre anticorpi, viene definita attiva. Nei casi in cui un soggetto sia esposto al rischio di contagio e si rende necessaria una rapida risposta dell’organismo contro un agente patogeno, si può attuare un tipo di immunizzazione che è detta passiva, perché prevede la somministrazione di anticorpi già pronti (sieroterapia). 4 CALENDARIO DELLE VACCINAZIONI In Italia, i programmi di vaccinazione obbligatoria hanno portato alla completa eradicazione del vaiolo, e a una notevole diminuzione dei casi di difterite, tetano ed epatite B. Una campagna dell’Organizzazione mondiale della sanità lanciata nel 1988 mira alla eradicazione della poliomielite, che si prevede possa avvenire verso la fine dell’anno 2000. Il numero dei casi di questa patologia, dall’avvio della campagna di vaccinazione globale, è sceso di oltre l’80% ed è notevolmente diminuito anche in paesi particolarmente colpiti, quali la Somalia, il Sudan e l’Afghanistan. Il più recente calendario italiano delle vaccinazioni, stabilito con il D.M.7/4/99, prevede: la somministrazione del vaccino trivalente DTP contro difterite, tetano, pertosse al 3°, 5°, 11°-12° mese e al 5°-6° anno; del vaccino antipolio tipo Salk al 3° e al 5° mese, e tipo Sabin all’11°-12° mese e al 3° anno; del vaccino contro l'epatite B al 3°, 5°, 11°-12° mese all’11°-12° anno. Sono consigliate, ma non obbligatorie, la vaccinazione trivalente contro morbillo, parotite, rosolia (MPR) al 12°-15° mese, al 5-6° anno e all’11°-12° anno; inoltre, quella contro l'Haemofilus influenzae, che può causare gravi forme di meningite, al 3° mese, con richiamo al 5° e all’11° mese. 5 EFFETTI COLLATERALI La somministrazione di un vaccino di solito non determina effetti collaterali di rilievo; può causare un lieve rialzo febbrile e arrossamento nella zona in cui è stato iniettato il vaccino. In casi estremamente rari, però, la vaccinazione può determinare reazioni dell'organismo più gravi, come danni al sistema nervoso e shock anafilattico. Va ricordato che l'attuazione di programmi di vaccinazione permette di rendere sempre minore l'insorgenza di varie gravi malattie; per tale motivo, malgrado la remota eventualità di effetti collaterali seri, la pratica della vaccinazione è senz'altro auspicabile, anche nei paesi in cui essa non è obbligatoria Calendario delle vaccinazioni in Italia VACCINAZIONE OBBLIGO ETÀ SOMMINISTRAZIONE RICHIAMI CARATTERISTICHE Antipolio (vaccino Salk IPV e vaccino Sabin OPV) sì 3 mesi Per iniezione I) 5 mesi (IPV) Vaccino IPV: virus inattivati (IPV) (IPV) Orale II) 11-12 mesi Vaccino OPV: virus vivi attenuati (OPV) (OPV) III) 3 anni (OPV) Antidifterica + Antitetanica (vaccino DT) sì 3 mesi per iniezione I) 5 mesi II) 11-12 mesi III) 5-6 anni IV) 11-12 anni/14-15 anni (*) Vaccino a base di tossine difteriche e tetaniche inattivate (anatossine); può essere associato in un’unica somministrazione con il vaccino antipertosse (vaccino trivalente DTP) Antiepatitica (epatite B) sì 3 mesi per iniezione I) 5 mesi (**) II) 11-12 mesi III) 11-12 anni Vaccino a base di antigeni Antipertosse no 3 mesi per iniezione I) 5 mesi II) 11-12 mesi III) 5-6 anni Vaccino acellulare combinato al vaccino DT Antimorbillo + antirosolia + antiparotite (vaccino MPR) no 12-15 mesi (***) Vaccino a base di virus vivi attenuati Anti-Haemophilus influenzae tipo B (vaccino HIB) no 3 mesi per iniezione I) 5 mesi II) 11 mesi Antivaiolosa: non viene più --- --effettuata da quando il vaiolo è stato debellato nel 1979 per iniezione unica somministrazione tra i 5 e i 12 anni --- --- --- (*) somministrazione del solo vaccino DT (**) prima somministrazione alla nascita, in bambini figli di madri portatrici del virus; poi ciclo previsto (***) il vaccino antimorbillo può essere somministrato anche singolarmente In base al calendario delle vaccinazioni stabilito con il D.M. 7/4/99, le età di somministrazione risultano uniformate su tutto il territorio nazionale e viene stabilita la gratuità dei vaccini Microsoft ® Encarta ® Enciclopedia 2002. © 1993-2001 Microsoft Corporation. Tutti i diritti riservati. Vaccinazioni pediatriche A soli 3 mesi di vita i bambini fanno la conoscenza delle temute punture, che li accompagneranno fino ai 3 anni. Stiamo parlando delle vaccinazioni: una delle più grandi scoperte della medicina, grazie alla quale si è ormai persa la memoria di malattie gravissime o mortali. Da quando alcuni vaccini sono obbligatori, infatti, tetano, difterite e poliomielite sono scomparse nei paesi industrializzati, tanto che taluni arrivano a dubitare della necessità di vaccinare i propri figli. E' vero, quando i bambini vanno a scuola ormai dovrebbero avere chiuso con le "punture", ma è proprio a scuola che si incontra il principale motivo per cui resta fondamentale vaccinarsi. In teoria, vista la diffusione delle immunizzazioni, un po' egoisticamente, qualche genitore potrebbe concludere che essendo vaccinati gli altri il suo bambino può farne a meno, situazione detta "effetto branco". Il fatto è che i bambini immunizzati potrebbero essere portatori sani e contagiare chi non è protetto. Di solito accade proprio questo. Arrivare a scuola vaccinati è poi fondamentale anche tenendo presente che oggi, con i forti flussi migratori, non è possibile escludere a priori l'arrivo di bambini non vaccinati e/o portatori sani. Allo stesso modo, essendo aumentata la mobilità internazionale, è possibile, recandosi in un paese del terzo e quarto mondo, risultare esposti al contagio. Infine, un piccolo monito: crollata l'Unione Sovietica, entrato in crisi il sistema sanitario pubblico, in tutti gli stati ex sovietici si è registrato il ritorno di malattie ampiamente controllate in passato, a cominciare della difterite. Meglio, molto meglio non abbassare la guardia. A meno che la malattia non sia stata eradicata in tutto il mondo, come è accaduto finora soltanto per il vaiolo. Per rinfrescarci la memoria Il tetano è una grave malattia batterica, mortale nel 50% dei casi, causata da un bacillo presente nell'ambiente; esso penetra nell'organismo attraverso ferite infette, ustioni o piccole lesioni cutanee. Il batterio libera una tossina estremamente potente: questa agisce sulle terminazioni nervose provocando spasmi muscolari intensi e incontenibili, che possono coinvolgere anche la muscolatura respiratoria. Il tetano ha un'incubazione di 4-15 giorni, esordio acuto e decorso molto rapido, ma non è contagioso, non si trasmette cioè da uomo a uomo. La difterite è una malattia batterica trasmessa principalmente per via aerea, quindi contagiosa. L'incubazione varia da 3 a 7 giorni, poi insorge l'infezione dovuta, anche in questo caso, ad una tossina che colpisce cuore, reni, fegato e sistema nervoso provocando danni permanenti o morte. La poliomielite, invece, è causata da un virus, contagioso, dopo un periodo d'incubazione di 1-2 settimane. Inizialmente il virus provoca infezione intestinale ma poi si localizza nel sistema nervoso, dove può causare paralisi permanenti di uno o più arti, o dei muscoli respiratori. I neonati sono particolarmente vulnerabili nei confronti di queste infezioni perché: non possiedono anticorpi il loro sistema nervoso è ancora in fase di sviluppo, quindi può subire danni irreversibili non possono esprimere a parole eventuali primi sintomi le medicine disponibili possono a loro volta essere tossiche a questa età gli interventi di rianimazione sono più difficoltosi nei piccoli pazienti Le vaccinazioni obbligatorie e raccomandate Attualmente in Italia sono obbligatorie 4 vaccinazioni: antidifterica, antitetanica, antipolio e antiepatite B. Vi sono poi le vaccinazioni consigliate o raccomandate. Queste riguardano il morbillo, la rosolia, la parotite e le infezioni causate da un particolare batterio, l'Haemophilus influenzae b o Hib. Non si tratta di malattie dagli esisti immancabilmente nefasti, come la polio, per esempio, ma senz'altro tali da esporre a complicazioni anche molto gravi. Morbillo-rosolia-parotite L'analisi dei dati relativi alla mortalità, alle complicanze ed al costo sociale di tre malattie infettive così altamente diffusive e contagiose come il morbillo, la rosolia e la parotite porta all'indicazione oramai assoluta della pratica vaccinale estensiva. La mortalità da morbillo è attualmente stimata intorno a 1 su 100.000 nei paesi industrializzati mentre le complicanze neurologiche , encefalite e panencefalite sclerosante, mostrano una un'incidenza rispettivamente di 1 a 1.000 e 1 a 100.000. Le complicanze batteriche, anche se meno gravi, presentandosi in circa il 10-15% dei casi contribuiscono ad elevare ulteriormente il costo sociale di tale malattia. Per quanto riguarda la rosolia l'indicazione alla vaccinazione deriva dai danni causati al feto quando contratta nel corso della gravidanza (cardiopatia congenita, cataratta, sordità). Le complicanze della parotite sono rare nell'età prepuberale e sono rappresentate da pancreatite, in genere di lieve entità, e meningite sierosa che solo raramente può determinare sequele neurologiche. Se contratta dopo al pubertà può complicarsi nel 10% dei casi con orchite (infezione del testicolo) e nel 7% dei casi con ooforite (infiammazione degli annessi: ovaio e tube), potendo determinare sterilità nell'uomo e nella donna. Tali vaccini si somministrano contemporaneamente a partire dal 15° mese di vita. Gli effetti collaterali sono in genere modesti e compaiono nel 3-7% dei vaccinati (febbre, sonnolenza, irritabilità, rash cutaneo). Pertosse La pertosse o tosse asinina è un'infezione delle vie respiratorie causata dalla Bordetella pertussis, un batterio. E' molto contagiosa, e si calcola che il 90-100 per cento delle persone che hanno contatti domestici col malato possa essere contagiata a meno che non sia immune. La pertosse rappresenta un forte disaggio (tosse difficoltà respiratoria per un paio di settimane), ma può anche complicarsi in polmonite, soprattutto tra i bambini piccoli, sia direttamente sia a causa di una superinfezione (altri batteri approfittano delle ridotte difese del paziente per moltiplicarsi). Sono segnalate, benché più rare, anche complicazioni di tipo neurologico. La vaccinazione contro la pertosse è nota dagli anni quaranta, e ha ridotto di 100-150 volte il numero dei casi negli Stati Uniti. I primi vaccini effettivamente davano effetti indesiderati abbastanza rilevanti: febbre alta, rash cutaneo e, in un certo numero di casi, complicazioni neurologiche. A quanto risulta, ciò è dovuto all'impiego del vaccino cellulare, che cioè contiene l'intero batterio attenuato. Con l'arrivo dei vaccini acellulari (in cui si usano soltanto alcune parti del batterio) tutti questi fenomeni si sono enormemente attenuati. Questi vaccini di recente introduzione si chiamano vaccini acellulari. La vaccinazione anti-pertosse avviene di solito simultaneamente a quella contro tetano e difterite (vaccino DTP o DTaP quando si usa quello acellulare). Quando viene eseguita singolarmente si preferisce usare il vaccino acellulare. Haemophilus influenzae Questo batterio può provocare, soprattutto nei bambini piccoli, gravi infezioni: polmoniti, epiglottiti e meningiti. Anzi, nei bambini fino a 2 anni la maggioranza delle meningiti è dovuto proprio all'Hib e comporta a volte gravi conseguenze permanenti: dalla sordità ai ritardi mentali. Il vaccino contro l'Hib non è un vaccino cellulare, ma è basato su alcune componenti della parete della cellula coniugati (cioè legati) con il tossoide del tetano o altre proteine di origine batterica. La vaccinazione può essere eseguita singolarmente o con un vaccino polivalente (cioè assieme ad antidifterica, antitetanica, anti-pertosse o antipolio). Le novità presenti e future La principale novità degli ultimi tempi è il ritorno del vaccino antipolio iniettivo, nel quale i virus sono inattivati. Inizialmente questo vaccino era riservato agli adulti, più esposti dei bambini alla possibilità che il vaccino orale (il vaccino di Sabin) potesse esso stesso provocare la poliomielite. Nel 1996, però, i CDC statunitensi hanno raccomandato uno schema sequenziale, nel quale le prime due dosi sono di vaccino inattivato (iniezione) e le seconde sono di vaccino orale. In questo modo ci si attende di ridurre alla metà o addirittura a un terzo i casi (già molto rari) di malattia da vaccino. Infatti, si stima che il rischio sia pari a 1 caso di polio ogni 2,5 milioni di dosi somministrate. Inoltre, il 15% dei casi riguarda bambini con deficit delle difese immunitarie. Le novità future vertono invece sia sull'introduzione di nuove vaccinazioni, per esempio contro il pneumococco, batterio responsabile della maggioranza dei casi di polmonite, sia sulla realizzazione di vaccini sempre più sicuri, magari basati sulle biotecnologie. Queste tecniche, infatti, consentono di evitare l'impiego di materiale virale o batterico. Bibliografia: www.dica33.it/argomenti/immunologia/ vaccini/scuola2.asp www.vaccinazioni.net/ www.asl.milano.it/vaccinazioni/vaccpediatri.asp