parole, pagine, libri

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PAROLE, PAGINE, LIBRI...
4.30 del mattino: suona la sveglia nel buio della notte non ancora svanita. Nonostante le poche ore
di sonno, tra uno sbadiglio e l'altro riesco a mettermi in piedi, pronta a prendere l'aereo da Malpensa
con destinazione Roma. La grande giornata per il Prix Goncourt in Italia ha inizio.
Dopo aver aderito a giugno con la mia compagna di classe Denise Bertapelle al progetto proposto
dalla nostra insegnante di francese, l'organizzazione del Prix Goncourt ci ha contattato tramite posta
elettronica per informarci che il nostro liceo, A. Manzoni, era stato selezionato insieme ad altre
scuole italiane ESABAC per partecipare come giurati alla prima sessione italiana del premio
nazionale francese per la letteratura, il Prix Gouncourt.
Durante l’incontro presso il Centre Culturel di Milano, la responsabile, Mme Pion, ci ha spiegato il
ruolo del “giurato” all' interno di questa iniziativa; tra tutti i libri in lizza, ogni giurato doveva
sceglierne uno, di cui avrebbe dovuto poi scrivere una critica letteraria, illustrando le opinioni e le
impressioni tratte dalla lettura, ed esprimere una valutazione che avrebbe permesso l’individuazione
del vincitore del Prix Goncourt in Italia.
Abbiamo scelto “L'invention de nos vies” di Karine Tuil e “L' Échange des princesses” di Chantal
Thomas ed abbiamo avuto un mese di tempo per leggerli e stilarne la critica, pubblicata sul blog
“Prix Goncourt- Le Choix de l’Italie”. Il mese seguente ci siamo scambiati i libri con altri alunni dei
licei partecipanti e poi …. non restava che Roma !
Ed eccoci al 5 dicembre. Dopo la coda a Malpensa per riuscire a salire sull'aereo, una bellissima
vista della provincia di Varese all'alba e un viaggio su un affollato autobus romano, io, Denise e la
professoressa Falchi ci troviamo davanti all'ambasciata francese, nell'imponente e suggestivo
Palazzo Farnese. Insieme agli altri studenti provenienti da tutta Italia, ci accomodiamo nella “sala di
Ercole” e qui ci vengono presentati tre dei membri dell' Académie Goncourt: gli scrittori Tahar Ben
Jelloun, Pierre Assouline e Paule Constant. Ci informano che il Prix Goncourt in Francia è stato
assegnato a Pierre Lemaitre per “Au revoir là-haute”. Ma prima di rivelarci il vincitore scelto da noi
italiani, ci dividono in tre gruppi, ciascuno con un tema da affrontare con uno dei membri
dell'Académie: la critica letteraria con P. Assouline, la scrittura con P. Constant e la lettura con
Tahar Ben Jelloun. Dopo una mezz'ora di discussione, ogni gruppo sceglie un portavoce che dovrà
relazionare ai tre membri, agli altri studenti ed ai professori ciò che è stato trattato. Denise è la
portavoce del suo gruppo, la lettura, e le viene chiesto anche di leggere la lettera in cui è annunciato
il vincitore del Prix Goncourt in Italia: “Palladium” di Boris Razon. Nel pomeriggio ci conducono
alla fiera del libro “Più libri più liberi” dove c'è l'incontro con lo scrittore Razon che condivide con
noi la sua emozione e gratitudine, oltre al suo amore per la scrittura e ciò che significa per lui
dedicarsi a quest'arte. Seguono anche gli interventi dell'ambasciatore francese, Alain Le Roy, del
fondatore del premio Strega, Tullio de Mauro, e di uno dei finalisti dello Strega dell'anno scorso,
Lorenzo Amurri.
Ma ormai è ora di tornare a casa. Lasciamo Roma al tramonto, ma il suo ricordo di certo non ci
lascerà. È stata un'esperienza unica, che ci ha permesso di confrontarci con ciò che abbiamo appreso
durante il nostro percorso scolastico, ma anche coltivato nella vita: l'amore per la lettura. Una
lettura profonda, in cui non solo ci si perde nell'incanto della storia, ma si cercano gli elementi di
costruzione del racconto, come i personaggi, gli ambienti e i dialoghi, per comprendere ed
apprezzare l'opera nella sua totalità. È stata inoltre un'interessante finestra sulla letteratura
contemporanea estera, la quale ci ha mostrato somiglianze e differenze con quella italiana,
consentendoci di meglio conoscere la panoramica attuale. E che non ha potuto che accrescere il
fascino irresistibile dei libri, piccole porte per infiniti mondi di sogno.
Sara Balestrieri
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