FUND RAISING Le strategie di raccolta di donatori e donazioni individuali Tre concetti chiave da utilizzare Per trattare la materia del fund raising da individui bisogna fissare tre concetti chiave Il primo è quello di DONAZIONI. Ossia parliamo del denaro che passa da un donante ad una organizzazione che li ha richiesti. Le donazioni hanno tre caratteristiche: non richiedono per forza che si riveli il donatore Non richiedono per forza una relazione forte e personale con il donatore Per l’organizzazione, rispondono soprattutto ad un bisogno di cassa Il secondo concetto è quello di DONATORI. Ossia parliamo dei soggetti che hanno una intenzione di effettuare una donazione e che nella maggioranza dei casi la fanno. I Donatori hanno tre caratteristiche: Pre-esistono alla donazione, in quanto individui “pensanti” prima di effettuare la donazione, che è un atto materiale, effettuano un ragionamento che è legato ad aspetti culturali e a scelte individuali. Richiedono una relazione forte e personalizzata se vogliamo che essi rimangano vicini alla nostra organizzazione Per la organizzazione, Rispondono soprattutto al bisogno di sostenibilità nel tempo, in quanto possono ripetere l’atto della donazione nel tempo futuro. Il terzo concetto è quello di DONATORI E DONAZIONI OCCASIONALI, ossia persone e soldi che occasionalmente possono arrivare ad una organizzazione. I donatori occasionali non esprimono una intenzione di rimanere nel tempo vicino ad una organizzazione. Spesso l’atto è un atto isolato. In genere sono donazioni effettuate con metodi impersonali (SMS solidale, 5 per 1000, donazione in contanti al banchetto, ecc..) e per campagne emergenziali. Ad ognuno la propria strategia Ora è evidente che per avere una donazione è necessario avere dei donatori anche se in alcuni casi esso potrebbe non manifestarsi. Per cui le strategie di raccolta fondi da individui devono riguardare non solo il momento della raccolta ma tutto l’itinerario che porta un donatore a fare donazioni e possibilmente continuative nel tempo. Pertanto vi sono differenti bisogni della organizzazione ad ognuno dei quali deve corrispondere una strategia Se l’organizzazione non ha donatori o addirittura non ha neanche un elenco di persone alle quali poter chiedere di donare, allora la sua strategia principale sarà quella della acquisizione di donatori o liste alle quali chiedere. Se l’organizzazione ha i donatori, la sua strategia principale sarà quella di renderli fedeli nel tempo per far loro rinnovare la donazione Se l’organizzazione ha i donatori ma il totale del raccolto non è all’altezza delle sue necessità, una strategia importante sarà quella della valorizzazione dei donatori, ossia della possibilità di far salire l’entità della loro donazione Se l’organizzazione ha una base di donatori ma è troppo esigua rispetto alle necessità, allora una strategia importante sarà quella della espansione, ossia dell’aumento del numero dei donatori utilizzando quelli esistenti come veicolo o ponte per trovarne di nuovi. Lavorare con il donatore prima durante e dopo la donazione Per avere un donatore non basta chiedere, per quanto questo sia indispensabile. Bisogna essere consapevoli di come un individua arriva a decidere di essere un donatore per la tua organizzazione. Esso lo fa in 4 passaggi: Innanzitutto esso deve conoscere la organizzazione. Per cui la prima azione importante della organizzazione è quella di diffondere e far conoscere la organizzazione verso i target di persone che ritiene poter essere interessati alla propria causa sociale In secondo luogo c’è bisogno di entrare in contatto e in relazione con il possibile donatore. Senza relazione è difficile chiedere soldi soprattutto se vogliamo che esso lo faccio continuativamente nel tempo e non “una tantum”. In tal caso l’azione fondamentale per la organizzazione è quella di avere dati utili per contattarlo al meglio. Questo lo si fa gestendo un database dei possibili contatti che raccolga il maggior numero di informazioni utili sul potenziale donatore e mantenendo una relazione con lui. In terzo luogo è necessario fare una richiesta di donare. Se noi non chiediamo non è detto che la persona decida autonomamente di farlo. Questo riguarda l’azione di promozione della raccolta fondi che ogni organizzazione fa con i mezzi più disparati: dalla lettera, all’appello sulla stampa, alla richiesta diretta, ecc…) Infine, la persona, se vuole donare dovrà utilizzare un mezzo per effettuare la transazione economica. E questo attiene la creazione e la gestione dei metodi di pagamento allo scopo di facilitare e rendere il meno pesante possibile gli atti che l’individuo dovrà compiere. Più canali di donazione abbiamo più possiamo rispondere alle necessitò dei differenti donatori (Conto corrente postale e bancario, carta di credito, bonifico, ecc…) Queste 4 azioni: far conoscere, relazionarsi, chiedere e riscuotere sono 4 programmi trasversali a qualunque strategia di raccolta fondi e sono 4 funzioni che la organizzazione deve svolgere continuativamente. 2 Individuare nuovi donatori Ma a chi conviene chiedere i soldi? In genere i candidati a donare vengono divisi in due grandi famiglie: Contatti caldi (sono già nella nostra organizzazione o molto vicini ad essa). Sono detti anche “suspect” (Sospettiamo che donino) - donatori già acquisiti “affezionati” firmatari di appelli e petizioni beneficiari/utenti beneficiari indiretti sponsor fornitori amici, parenti, conoscenti Contatti freddi (sono ai margini della nostra organizzazione o addirittura lontani) Sono detti anche “prospect”. Noi vogliamo provare a vedere se in prospettiva sono dei donatori) coloro che hanno un legame potenziale con la causa hanno interesse alla causa e alle attività hanno una maggiore disponibilità economica persone simili alle liste calde (per caratteristiche socio-demografiche, economiche, geografiche, ecc..) Alcuni dati sul mercato delle donazioni individuali Sembrerebbe essere un mercato in lenta e costante crescita valutabile intorno a 1,3 mld di euro (alcune indagini stimano il valore di tale mercato intorno ai 2 mld. Di euro) Vi è una Rapida obsolescenza dei mezzi di raccolta, soprattutto del mailing, delle campagne sulla stampa, degli eventi spettacolari e sportivi, degli sms. Sono maggiormente importanti le Strategie di mantenimento più che di incremento di donatori (c’è un alto tasso di abbandono della organizzazione da parte del donatore dopo il primo anno) Requisiti essenziali per stare su questo mercato Conoscenza del profilo sociodemografico dei donatori e delle motivazioni a donare Capacità di contatto diretto e personalizzato Predisposizione alla comunicazione pubblica e pubblicitaria, quella interpersonale e alla informazione La riconoscibilità della organizzazione (sia in ambito nazionale che locale) Conoscenze informatiche e apertura alla innovazione tecnologica Le agevolazioni fiscali tendono a incrementare il mercato (come nel caso del 5 per 1000) 3 Donazioni e crisi economica Rispetto alla crisi economica vi è stata una flessione delle donazioni ma molto contenuta. Per le fasce di donatori medio bassi, è diminuita la entità media di donazioni. In generale: 1 Le campagne di Natale 2011 così come l’intera raccolta fondi annuale ha avuto risultati minori degli anni precedenti per circa il 35% delle organizzazioni. Circa un 20% ha invece migliorato i risultati 2 il 27% registra una difficoltà nel trovare nuovi donatori e il 6% addirittura nel mantenere i donatori fedeli 3 Tutti i settori sono in calo (cooperazione, Ricerca Medica, assistenza e soggetti svantaggiati) 4 Ma 25 organizzazioni australiane hanno effettuato una indagine presso i propri donatori dalla quale risulta che in seguito alla crisi economica non pensano di interrompere o ridurre le donazioni 5 Oltre ad un calo delle donazioni si registra un calo generale della entità media. Chi ha diminuito le donazioni non imputa ciò esclusivamente alla minore disponibilità di danaro. Secondo Astra Ricerche e altre incidono: scarsa rendicontazione trasparente, poche informazioni e un numero troppo elevato di organizzazioni che fanno la stessa cosa. Chi sono i donatori italiani Si tratta di 25 milioni di persone, di cui 16 milioni sono donatori fedeli nel tempo che donano a più di una organizzazione per un totale di circa 180 euro l’anno. Altri 9 milioni sono donatori occasionali con una media annua di donazione di 50 euro Sono principalmente donne e cono collocati in due fasce di età principali: tra i 35 e i 55 anni e oltre i 64 anni. La prima fascia ha anche la maggiore entità di donazione. I donatori occasionali hanno nel complesso una età più giovane. Hanno un titolo di studio medio alto. A titolo di studio più alto corrisponde maggiore fedeltà alla organizzazione e maggiore entità di donazione I donatori italiani decidono di donare a seguito di un input personale e diretto quale il passa parola, la conoscenza diretta della organizzazione, un contatto personale (più del 40%). I mezzi di comunicazione di massa e il marketing diretto via mail ha un impatto più contenuto. Per i donatori occasionali i mezzi di contatto indiretti (come gli appelli sui media) hanno maggiore effetto. Le modalità di raccolta fondi Sono tante e per definizione continuano a crescere. Più si è creativi nelle modalità di richiesta e meglio è, visto l’alto grado di obsolescenza dei mezzi tradizionali. Solo per farne un elenco: Direct mailing F2F “Lasciti” 4 Telemarketing New media Eventi speciali Eventi di piazza Cassette Raccolta Fondi Campagne associative Merchandising Door to door Bomboniere Solidali Donazioni in memoria Incontri One To One Pubblicità sui mezzi di comunicazione di massa Spot televisivo o pubblicità su mezzi stampa con numero verde 5x1000 Sostegno a Distanza L’acquisizione Obiettivi: Creazione base di donatori Aumento base donatori Consolidamento (per compensare la perdita fisiologica) Quando acquisire Nel momento del Lancio dell'organizzazione Campagna annuale/istituzionale Particolari emergenze/ricorrenze (fondazione/anniversari) Natale/“Pasqua” e ricorrenze …comunque: ogni momento è buono… Accorgimenti tattici Facilitare l’ingresso dando una immediata soddisfazione al nuovo interlocutore o attirandolo con una cosa che è di sicuro interesse per lui Favorire la segnalazione dei propri dati (ingresso in data base) Permettere donazioni di bassa entità Riconoscere il suo ingresso in “comunità” Avvicinarlo con un contatto comune o con un testimone da lui riconosciuto Gli strumenti principalmente utilizzati Eventi Direct Mailing Web / New media (occasioni speciali) Direct response (inserti) DRTV e F2F (acquisizione regolari) Campagne associative Cause Related Marketing Convegni, Seminari, iniziative pubbliche, Petizioni, ecc.. 5 La fidelizzazione Obiettivi: far riconoscere lo status di donatore rinnovare la donazione abbassare i costi della donazione e quindi aumentare il ritorno sull’investimento creare una consuetudine conoscere meglio il donatore Quando fidelizzare subito (appena giunta la donazione) richiedere almeno una volta l’anno (il donatore fedele tende ad assimilarsi ad un socio che ha un impegno fisso) in tutte le altre occasioni straordinarie in tutte le altre occasioni che non competono con la donazione base (es: 5 per mille, lotteria, merchandising, ecc..) Accorgimenti tattici ringraziamento pubblico encomio relazione personalizzata informazione ascolto (ufficio donatori) coinvolgimento conoscenza socioanagrafica e motivazionale del donatore Come aumentare la conoscenza del donatore per la fidelizzazione Avere maggior informazioni su di lui ci permette di essere più personalizzato nel rapporto e di venire incontro alle sue aspettative e richieste. Ci sono 3 tipi di informazioni da analizzare comportamento: cosa fanno profilo: chi sono attitudini: cosa si aspettano (o perché’ agiscono)- Le attitudini sono le più difficili da definire il comportamento è la priorità da analizzare ci sono dei dati trasversali nel vostro data base basta saperli cogliere rappresentano le fonti principali di informazioni sui loro futuri comportamenti dovrebbero guidare gli investimenti per rendere fedele e assiduo il nostro donatore. La individuazione di profili tipo del nostre donatore è un’importante chiave per avere un buon target. Se si ha un buon profilo dei propri donatori è più facile creare nuove liste di contatto per nuovi donatori. Gli strumenti più utilizzati: welcome package newsletter, mail e email lettere di rinnovo campagne speciali reports annuali 6 auguri di Natale e compleanno inviti (meeting annuale anche virtuale) sito web (video) appelli speciali ed esclusivi social media (Facebook, Twitter) Ma quando un donatore non rinnova, cosa si fa? Quando una persona non dona più non è detto che sia persa per sempre. Recuperare un vecchio donatore a volte costa meno che trovarne uno nuovo. Per farlo occorre: conoscere i motivi della mancata donazione dare altre possibilità di farlo battere il ferro finché è caldo dare la sensazione che noi ce ne accorgiamo e che quindi teniamo a lui fare un recall telefonico o cartaceo personalizzato ….ma non in eterno: alcun donatori non si possono resuscitare Valorizzare ed espandere i donatori La Piramide di Pareto Bisogna tenere conto che la nostra base di donatori è come una piramide. Alla base (che dobbiamo garantire sia la più larga possibile) abbiamo i piccoli donatori e magari i primi donatori occasionali. Mano a mano che si sale verso il vertice abbiamo categorie più rilevanti di donatori: quelli abituali, quelli che lo fanno più volte l’anno, quelli che fanno la grande donazione fino ad arrivare ai lasciti e ai testamenti. In questa piramide noi dobbiamo cercare di far salire quanto più in alto il nostro donatore. Più vogliamo farli salire, più ne perderemo strada facendo (ecco perché bisogna allargare sempre la base!) Allo stesso tempo se vogliamo che il donatore ci dia di più dobbiamo rendere il contatto e la relazione più calda e personalizzata. Questa immagine di piramide ci dice anche un’altra cosa: che la parte alta della piramide (generalmente composta dal 20% dei donatori) ci assicura l’80% dei fondi mentre la parte più bassa (fatta dell’80% di donatori, tendenzialmente piccoli) ci assicurerà il 20%& delle entrate. Gli obiettivi Ottenere una maggiore entità di donazione Ottenere più donazioni in un anno Garantire la donazione nel tempo (donazione pianificata) Far crescere lo status del donatore o Da donatore a Sostenitore a distanza o Da donatore semplice a Major donor o Da donatore in vita al lascito/testamento Far diventare il donatore un attivista o Gruppo di appoggio o Personal fundraiser o Far attivare la sua rete (amico chiama amico) 7 Accorgimenti tattici Passare dal contatto “freddo” a quello diretto e personalizzato (OTO) Creare “status” esclusivi per i donatori più elevati con benefits e scambi riservati a lui Dal Donor Relationship management alla amicizia Adottare canali di donazione a basso costo e con “rinnovo automatico” Personalizzare il rapporto tra donatore e “progetto” Menzioni speciali Creare un contesto dove sia facile attivarsi (es: il social network del partito democratico USA: “My Barak Obama”) Di conseguenza approfondire la conoscenza del donatore Gli strumenti della valorizzazione grande donazione una tantum donazioni pianificate sostegno a distanza (impegno nel tempo vincolato) adozione di un progetto, gruppo di persone, istituto, ecc… attivismo sociale (gruppi di appoggio) lasciti e testamenti assicurazioni vita e altre polizze operazioni finanziarie legate alla causa sociale (finanza sociale) Importanza dei lasciti testamentari Negli ultimi anni si è assistito ad un processo di laicizzazione dei lasciti testamentari. Ossia cresce un ‘orientamento degli individui ad usare i propri beni post mortem anche in modo slegato dal contesto religioso. Stiamo parlando di una grande riserva di danaro stimata dall’Ist. Ricerche Sociali in più di 100 miliardi di euro nei prossimi 10 anni, facendo riferimento solo ai patrimoni in possesso di ultrasessantacinquenni che non hanno eredi in linea diretta. Ecco il profilo del donatore testamentario “tipo”: Circa il 75% dei lasciti proviene da donne Alto livello d’istruzione La capacità finanziaria (basata sul reddito) non è sempre indice di buona potenzialità di fare un lascito Richiedono informazione a partire dal 57° anno di età Hanno intorno ai 68 anni quando decidono di fare testamento Tendenzialmente con un nucleo familiare ristretto o molto ridotto (single o vedove/i) La procedura di ideazione, progettazione e pianificazione di una attività di raccolta fondi da individui Qualunque strumento si utilizzi per raccogliere fondi, nell’ideare l’attività di fund raising, si può seguire utilmente la seguente procedura Passo preliminare definire la strategia e gli obiettivi specifici che si intende raggiungere: Acquisizione, fidelizzazione, valorizzazione/espansione 8 Passo 1 - determinare a chi chiedere Identificare il target Definire le liste di persone Studiarne le motivazioni e la “reason of why” Passo 2 - per cosa chiedere Identificare i progetti, le buone cause, ma anche gli aspetti specifici di essi per i quali ci rivolgiamo ai donatori Passo 3 - cosa scambiare Concepire lo scambio tra noi e i donatori pensando a benefici materiali e immateriali Definire gli eventuali oggetti di scambio Passo 4 - come chiedere • Definire con quale modalità e mezzo arrivare al target guardando sia ai mezzi propri sia ai media o alle reti sociali Passo 5- quanto chiedere • Stabilire le entità di donazioni da proporre al donator • Facendo attenzione al rapporto costo/ricavi Passo 6 – definire il messaggio • Formalizzare la nostra proposta con il genere letterario del mezzo che abbiamo scelto (lettera, discorso diretto, manifesto, spot, ecc..) • Preparare il materiale Passo 7 - fare un test Nei limiti del possibile testare su un campione di destinatari il messaggio e l’iniziativa nel complesso per poi valutarla, correggerla e passare su larga scala 9 SECONDA PARTE: Le strategie di fund raising dalle aziende Le diverse tipologie di finanziamento da parte delle imprese Le aziende possono trasferire risorse non a scopo prettamente commerciale attraverso tre tipi di modalità: LE DONAZIONI FILANTROPICHE: L’azienda fa una donazione per una causa sociale senza un ritorno diretto o un interesse di tipo commerciale . SI tratta di liberalità e quindi non sono vincolate alla percezione di un beneficio di nessun genere. In linea di massima comportamento un pubblico ringraziamento per il contributo ricevuto ma non una comunicazione di tipo pubblicitario. Fiscalmente si tratta di una cessione del profitto di impresa e pertanto può avere agevolazioni fiscali. SPONSORIZZAZIONI Tra l’azienda e la organizzazione, c’è un rapporto di mutuo beneficio di tipo commerciale o para-commerciale. In cambio dei soldi l’azienda riceve pubblicità, immagine, relazioni con determinati target, possibilità di promuovere propri prodotti e servizi, ecc… Non si tratta di una liberalità e pertanto a fronte dei soldi viene pattuito (con un contratto) lo scambio con la organizzazione. Essendo una attività di tipo commerciale la corresponsione di soldi richiede una fatturazione. Fiscalmente si tratta di un costo di impresa e pertanto va a detrazione nella denuncia dei redditi dell’impresa. PARTNERSHIP O INVESTIMENTO SOCIALE L’azienda è protagonista (autonomo o partner) di una “impresa” sociale con proprie risorse economiche e di altro genere. A differenza degli altri due tipi, in questo caso l’azienda non è un soggetto terzo che sostiene o fruisce della iniziativa finanziata, ma è essa stessa promotrice o copromotrice. Da un punto di vista fiscale può avere diverse configurazioni (dalla liberalità al rapporto commerciale, ma anche all’investimento in senso stretto) che possono riguardare anche aspetti patrimoniali (quali la cessione in uso di edifici, ad esempio). Una delle forme più consuete è quella dell’azienda che concorre alla creazione di una fondazione di partecipazione apportando a patrimonio proprie risorse ma anche integrandosi nella parte operativa della fondazione stessa. La Responsabilità sociale di impresa Da più di una decina di anni il mondo delle aziende è attraversato da una grande cambiamento culturale che in linea di massima è legato ad una rinnovata filosofia aziendale di responsabilità sociale di impresa. 10 L’unione Europea ha dato la seguente definizione di RSI: E’ l’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali, nella produttività e nei loro rapporti con le parti interessate. Un modo per gestire il cambiamento verso una economia della conoscenza più competitiva e dinamica del mondo e di conciliare lo sviluppo sociale e una maggiore competitività. Il passaggio culturale che viene proposto è tra un modello mono-stakeholder, orientata cioè alla soddisfazione di un unico soggetto, l’azionista, attraverso la massimizzazione del profitto, e un modello multi-stakeholder, in cui “chi governa l’impresa ha responsabilità che si estendono dall’osservanza dei doveri fiduciari nei riguardi della proprietà ad analoghi doveri fiduciari nei riguardi in generale di tutti gli stakeholder” Tale filosofia porta le aziende ad effettuare investimenti per sostenere proprie attività sociali e per rafforzare la propria identità sociale e la propria etica di impresa. Lo fa verso 3 filoni principali: i diritti dei lavoratori; il benessere della comunità locale in cui opera, il rispetto dell’ambiente. Spesso usa gli strumenti della tradizionale filantropia (donazioni), ma sempre di più cerca forme autonome ed originali per concretizzare il proprio impegno sociale. I 5 modi di intendere la “sponsorizzazione” o la “donazione” da azienda. Spesso quando una azienda dona soldi si parla genericamente di sponsorizzazione. Tuttavia per le aziende il fatto di dare soldi ad una organizzazione può essere legato a 5 differenti aspetti che rappresentante altrettanti vantaggi per l’azienda: 1. è una pratica tesa a regolare e mettere sotto controllo le relazioni istituzionali e politiche 2. rappresenta una joint venture tra azienda e partner con l’intenzione di produrre effetti sul business e sui fattori che lo determinano (ideazione di prodotti, produzione, marketing, ecc.) 3. è una politica di immagine e pubblicità che ha fondamento nel appeal mediatico comunicativo delle iniziative da sponsorizzare 4. rappresenta un vantaggio fiscale, di bilancio e contabile 5. è una forma della Responsabilità sociale d’impresa (in tal caso si tende a chiamarla in modo diverso dalla sponsorizzazione per creare una netta distinzione con le forme più tradizionali). 11 Una organizzazione deve in prima istanza domandarsi quali di questi benefici l’azienda sta cercando e cosa può offrire ad essa in modo da concorrere a soddisfare le proprie aspettative. Escludendo il fatto che una organizzazione possa sempre offrire tutto ad una azienda. Ad esempio spesso si propone alla azienda una sponsorizzazione in cambio di pubblicità e/o presenza sui mezzi di comunicazione. Ma non sempre la organizzazione ha la capacitò di garantire con forza ed efficacia pubblicità alla azienda (sia per numerosità dei contatti che riesce a produrre, sia per forze dei mezzi di comunicazione utilizzati). In tal caso l’organizzazione non riuscirà ad offrire nulla di interessante rispetto alle attese di immagine e pubblicità dell’azienda e dovrò necessariamente proporre vantaggi che fanno riferimento ai propri reali punti di forza. Le principali modalità di fund raising dalle aziende Le donazioni in danaro L’azienda appoggia una determinata causa con una elargizione in danaro senza che vi sia un diretto ritorno economico e/o commerciale Le donazioni di beni/servizi Anche in questo caso un’azienda non richiede che vi sia un ritorno/interesse economico ma partecipa con mezzi e servizi che hanno anche un valore economico. Esempi di donazioni di beni/servizi: materiale da cartoleria (spesso eccedente in azienda) spazi (es.: uffici da utilizzare per incontri) surplus di magazzino Raccolta fondi con il coinvolgimento dei dipendenti: Si tratta di un’attività di fund raising a beneficio di una organizzazione o di un’iniziativa sociale, in cui sono direttamente coinvolti i dipendenti dell’azienda. Elementi chiave per l’attivazione di una iniziativa di Employee Fund Raising a) La condivisione della causa (consenso degli impiegati) b) La meccanica: individuare un comitato promotore all’interno dell’azienda e fare in modo che l’attività sia coinvolgente, piacevole Le principali iniziative possono essere : • Organizzazione dell’anno: per un periodo limato l’azienda (dipendenti o dirigenti) decidono di sostenere le iniziative di un’organizzazione coinvolgendo anche i clienti, i fornitori, la comunità • Adozione di una Organizzazione: simile al sostegno definito organizzazione dell’anno ma più duraturo nel tempo 12 • • Volontariato d’impresa: i dirigenti incoraggiano i propri dipendenti a dedicare parte del proprio tempo al sostegno di un’iniziativa portata avanti da un’organizzazione locale Payroll Giving: donazione regolata mensilmente (trattenuta automatica dallo stipendio o auto-tassazione) Secondment: L’azienda mette a disposizione dell’organizzazione i propri dipendenti per un determinato periodo di tempo affinché svolgano un lavoro legato all’iniziativa Il secondment apporta dei benefici: • All’azienda- in termini di esperienza, immagine interna di responsabilità sociale, coesione interna • Al dipendente- in termini di competenze, acquisizione di valori, interesse personale • Alla organizzazione- in termini di expertise, forza lavoro, appoggio da parte di un’azienda Le sponsorizzazioni Sono la tipologia più conosciuta che può essere divisa nei seguenti sottotipi: Sponsorizzazioni commerciali L’azienda finanzia un’iniziativa in cambio di visibilità legata al marchio. Corporate hospitality L’azienda ha spazi di visibilità nell’ambito dell’iniziativa che finanzia. Licensing L’associazione concede l’utilizzo del proprio marchio all’azienda a fronte di un finanziamento. Il cause related marketing Letteralmente vuol dire una azione di marketing legata ad una causa sociale. In pratica l’azienda sostiene l’iniziativa/il progetto associandolo alla vendita di un prodotto o di un servizio oppure lo usa per la promozione dell’azienda a fronte di una donazione che può anche coinvolgere i suoi consumatori e il suo personale. La procedura per il fund raising dalle aziende Come nel caso della raccolta fondi da individui, possiamo utilizzare una procedura standardizzata per concepire e progettare una attività di corporate fund raising. Tale procedura dovrebbe aiutare a definire se e cosa proporre ad una determinata azienda, seguendo un approccio analitico basato sulla selezione dei punti di forza e delle caratteristiche della organizzazione e delle sue attività 13 Tale procedure prevede i seguenti passaggi Analisi della domanda Ossia della/e azienda/e (in genere specifiche e ben determinate o al massimo un intero settore merceologico) per comprendere quali possono essere le loro necessità e aspettative rispetto ad una collaborazione con una non profit sui temi che concernono le attività della organizzazione Analisi della offerta Ossia delle attività dei progetti della organizzazione e di tutti quegli aspetti e caratteristiche che possono rappresentare un punto di forza in quanto interessanti per l’azienda. Queste due parti di analisi evidentemente non possono che essere congiunte in quanto la selezione degli elementi utili ad identificare il tipo di proposte non può che avvenire all’incrocio tra l’azienda e la organizzazione. Individuazione dei link possibili. Ogni azienda sa che per avviare una partnership o una semplice sponsorizzazione deve essere chiaro il legame che l’azienda e i suoi prodotti/servizi possono avere con l’organizzazione proponente e le sue attività. Individuare i possibili link quindi vuol dire individuare la ragione per la quale l’azienda potrebbe scegliere proprio la proposta della organizzazione. I link possono essere di due tipi: relazionale (di cui si è parlato nella prima lezione, relativamente al capitale sociale e relazionale di una organizzazione) e contenutistico di cui diciamo di seguito. I possibili link tra una azienda e una organizzazione possono essere 1. PRODUCT LINK (LEGAMI DI PRODOTTO) Es: acqua minerale e maratona podistica 2. PRODUCT IMAGE LINK (LEGAMI CON L'IMMAGINE DEL PRODOTTO) Es: blue jeans e concerto di musica rock 3. CORPORATE IMAGE LINK (LEGAMI CON L'IMMAGINE DELL'AZIENDA) Es: Grande gruppo bancario (non i suoi prodotti finanziari) e un congresso mondiale di economia e finanza 4. TARGET LINK (CLIENTI, POTENZIALI PARTNER-ALLEATI E ALTRI PUBBLICI IMPORTANTI PER L’AZIENDA) Es: azienda di materiale di cartoleria e iniziativa culturale nelle scuole che coinvolge alunni e professori 5. HISTORIC LINK (LEGAME STORICO) Es: una organizzazione e una azienda che hanno già fatto qualcosa insieme in passato 6. OPPOSED LINK (LEGAME OPPOSTO) Es: Azienda petrolchimica e associazione ambientalista per la salvaguardia dei fiumi 14 7. PERSONAL LINK (LEGAME PERSONALE) Es: una azienda il cui proprietario è stato colpito in famiglia da una malattia che è oggetto dell’attività di ricerca di una organizzazione 8. GEOGRAPHIC LINK (LEGAME GEOGRAFICO-TERRITORIALE) Es: Una azienda che sponsorizza una squadra sportiva del comune dove risiede il suo stabilimento (Coca Cola ad Atalanta sponsorizza quasi tutto…..) 9. NO LINK (NESSUN LEGAME RICONOSCIUTO IN MODO SPECIFICO) Es: Una azienda che fa una moderata donazione filantropica ad una organizzazione che ha un marchio molto conosciuto durante una sua campagna di raccolta fondi Definizione dei vantaggi concessi alla azienda Una volta identificato il link si può parlare di progetto di sostegno o sponsorizzazione da parte dell’azienda che prevede che essa abbia dei vantaggi materiali o immateriali. Abbiamo già detto che nel caso di donazioni liberali il beneficio da un punto di vista formale potrà essere ad esempio una menzione della sua generosità mentre nella sponsorizzazione si può parlare di vera e propria pubblicità anche di tipo commerciale. In molti casi di progetti sociali il vero beneficio per l’azienda è poter dimostrare il suo impegno sociale e la sua etica. Progettazione Viene elaborato un progetto ad hoc per l’azienda (ogni azienda dovrà ricevere una proposta personalizzata, pena la sua inefficacia) Durante la progettazione la organizzazione effettua uno studio di fattibilità preventivo non solo circa gli aspetti tecnici ma anche sotto gli aspetti del profilo sociale ed etico dell’azienda in modo da garantire che il “matrimonio” sia solido e ben accettato dal pubblico della organizzazione. Promozione e contratto La promozione avviene quasi sempre mediante un incontro. Se non c’è un incontro di persona tra azienda e organizzazione è molto difficile che possa svilupparsi un accordo di collaborazione. E’ possibile che la promozione comporti una trattativa sulla entità finanziaria del contributo e sulle modalità di erogazione Realizzazione e fidelizzazione Una volta ottenuto il finanziamento, il fundraiser deve assolutamente coordinare il rapporto con l’azienda durante la realizzazione del progetto o della iniziativa per cui l’azienda ha concesso un contributo al fine di garantire che tutto ciò che è stato pattuito venga rispettato e soprattutto al fine di fidelizzare l’azienda in modo che possa continuare a sostenerci in futuro I tempi della promozione 15 E’ assolutamente necessario che la nostra attività promozionale rispetti i tempi di programmazione e pianificazione delle attività dell’azienda. Infatti molte proposte non vengono prese in considerazione non tanto per i contenuti ma perché arrivano fuori tempo massimo rispetto alle scadenze delle aziende. Per evitare di essere in ritardo si può fare riferimento alla seguente tempistica. Nel PRIMO quadrimestre di un anno L’azienda sta elaborando le linee guida di investimento filantropia per l’anno successivo anche tenendo conto l’anno precedente e durante l’anno in corso L’organizzazione deve quindi individuare le iniziative e successivo ed elaborare le prime idee di sponsorizzazione in sponsorizzazioni o dei risultati ottenuti i progetti per l’anno o filantropia Nel SECONDO quadrimestre di un anno L’azienda sta definendo gli investimenti per l’anno successivo e inserendo in bilancio gli impegni di spesa per le iniziative di sponsorizzazione e filantropia dell’anno successivo La organizzazione deve in questa fase avviare le promozioni con le aziende preparando specifici documenti promozionali per le singole aziende, organizzare incontri, raccogliere i feedback, ecc.. Nel TERZO quadrimestre dell’anno L’azienda sta definendo i contratti e gli impegni per l’anno successivo e entro certi limiti sta già iniziando a spendere soldi (anticipi, ecc.) In questa fase la organizzazione può solo puntare a promuovere progetti di piccola entità o che hanno caratteristica di urgenza ed emergenza. O comunque privilegiare il contato solo con aziende con le quali ha una relazione forte con dirigenti in grado di prendere decisioni in autonomia 16