Epitaffio di Sicilo
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L'Epitaffio di Sicilo è un documento musicale dell'antica Grecia. Esso è costituito da 12 righe di
testo di cui 6 accompagnate dalla notazione alfabetica di una melodia musicale frigia, scolpite su
una tavola. La sua datazione varia dal I sec. d.C. al II sec. d.C.
Fu ritrovato in Anatolia nel 1883, posto sopra una tomba. Fu conservato nel museo di Smirne fino
al 1922, dopodiché andò perduto durante la guerra greco-turca in Asia Minore, però ritrovato dopo,
usato da una donna nel suo giardino; ora è nel Museo Nazionale di Danimarca. Sebbene ci siano
pervenute musiche addirittura antecedenti, come gli Inni Delfici, questo documento è di
un'importanza unica, giacché si tratta del più antico brano completo, seppur breve. Gli inni sopra
citati, infatti, sono costituiti da semplici frammenti e non abbiamo abbastanza materiale da creare
una ricostruzione filologica attendibile.
Epigramma [modifica]
La prima parte dell'epitaffio è:
« ΕΙΚΩΝ Η ΛΙΘΟΣ
ΕΙΜΙ · ΤΙ ΘΗΣΙ ΜΕ ΣΕΙΚΙΛΟΣ ΕΝΘΑ ΜΝΗΜΗΣ ΑΘΑΝΑΤΟΥ
ΣΗΜΑ ΠΟΛΥΧΡΟΝΙΟΝ »
Traslitterato in caratteri latini:
« Eikon e lithos
eimi; ti thesi me Seikilos entha mnemes athanatou
sema polychronion »
Tradotto in italiano:
« Io sono la pietra, un simulacro. Sicilo mi ha posto qui come duraturo segno di un immortale
precetto »
Melodia e testo [modifica]
In questa ricostruzione della stele funeraria si possono notare, tra le righe del testo, delle indicazioni
per la melodia. In particolare, i trattini posti sopra le parole, riguardano la lunghezza delle sillabe.
La ricostruzione della stele
Il che, tradotto in notazione moderna, da questo risultato:
La melodia dell'epitafio
Di seguito, il testo dell'epitaffio in greco, la traslitterazione e la traduzione italiana:
« Ὅσον ζῇς φαίνοὺ·
μηδὲν ὅλως σὺ λυποὺ· πρὸς ὀλίγον ἐστὶ τὸ ζῆν.
τὸ τέλος ὁ χρόνος ἀπαιτεῖ. »
« Hoson zes, phainou
Meden holos su lupou; Pros oligon esti to zen
To telos ho chronos apaitei. »
« Finché vivi, sii gioioso,
non rattristarti mai oltre misura: la vita è breve e
il Tempo esige il suo tributo. »