A CERTAIN COLOURING OF IMAGINATION Lo scopo principale che ho avuto scrivendo queste poesie è stato quello di scegliere situazioni e avvenimenti presi dalla vita ordinaria e raccontarli tutti, per quanto è possibile, utilizzando espressioni linguistiche usate davvero dall’uomo comune; allo stesso mi sono ripromesso di presentare queste stesse situazioni colorandole, per così dire, con la mia immaginazione in modo tale da presentare alla mente del lettore gli oggetti ordinari in modo insolito. Ma soprattutto il mio intento è stato quello di rendere interessanti gli avvenimenti di tutti i giorni, rintracciando in essi, fedelmente ma non forzatamente, le leggi fondamentali della nostra natura, specialmente per quanto riguarda il modo in cui noi associamo le idee in uno stato di eccitazione. La vita umile e rurale è stata scelta generalmente perché, in questa condizione, le passioni essenziali del cuore trovano un terreno più adatto alla loro maturazione, sono soggette a minori costrizioni, e parlano un linguaggio più semplice ed enfatico; perché in questa condizione i nostri sentimenti elementari esistono in uno stato di maggiore semplicità e di conseguenza possono essere contemplati più accuratamente e comunicati con più forza; perché il comportamento della vita rurale nasce da questi sentimenti elementari, e, dato il carattere di necessità delle attività rurali, è più facilmente compreso ed è più durevole; e, finalmente, perché in questa condizione le passioni degli uomini fanno tutt'uno con le forme stupende e imperiture della natura. Si è pure adottato il linguaggio di questi uomini (certo purificato da quelle che appaiono le sue reali improprietà e da tutte le permanenti e ragionevoli cause di avversione o di disgusto), perché proprio essi comunicano continuamente con le cose migliori, dalle quali proviene originariamente la parte migliore della lingua, e anche perché, a causa della loro posizione sociale e della uniformità e ristrettezza dei loro rapporti interpersonali, soggiacendo in minor misura all'azione della vanità sociale, essi comunicano i loro sentimenti e le loro idee con espressioni semplici e non elaborate. Di conseguenza, un simile linguaggio, che scaturisce da ripetute esperienze e da regolari sensazioni, è dunque un linguaggio più stabile e ben più filosofico di quello che i poeti di solito sostituiscono ad esso, pensando di attirare tanti più onori a sé stessi e alla loro arte, quanto più si alienano le simpatie degli uomini e indulgono in arbitrarie e capricciose abitudini linguistiche per fornire cibi adatti a palati volubili e volubili appetiti che loro stessi hanno contribuito a creare. […] Volendo ora spostare l’argomento su un terreno più generale, mi chiedo quale sia il significato della parola poeta. Cosa fa un poeta? A chi si rivolge? Che tipo di linguaggio ci si aspetta che usi? È un uomo che parla ad altri uomini: un uomo, è vero, di una sensibilità più viva, di una tenerezza, entusiasmo, conoscenza della natura umana, capacità percettiva sicuramente superiori al comune. Un uomo soddisfatto delle sue passioni e dei suoi desideri e capace di gioire più di altri uomini dello spirito vitale che è in lui. Un uomo felice di contemplare simili desideri e passioni così come si manifestano nell’universo e spinto in modo naturale a creare tali emozioni dove non le trova. A queste qualità va aggiunta la capacità di emozionarsi più di altri uomini per cose assenti come se fossero presenti. Ancora, il poeta è un uomo capace di evocare in sé stesso passioni che superano in intensità quelle che normalmente sono suscitate da eventi reali, eppure (specialmente se parliamo di espressioni affettive particolarmente piacevoli ed gioiose) assomigliano alle passioni stimolate da eventi reali più di qualsiasi altro sentimento, fra le tante espressioni mentali, che l’uomo abitualmente è in grado di provare. È da queste abilità, come pure dall’esercizio, che il poeta ha acquisito una più grande prontezza e forza nell’esprimere ciò che pensa e prova, specialmente quei pensieri e quei sentimenti che, per scelta o per forma mentis, vengono suscitati in lui senza un diretto stimolo esterno. […] Ho detto che la Poesia è lo spontaneo traboccare di forti sentimenti: essa trae origine dall' emozione rivissuta in tranquillità. L'emozione viene contemplata finché, per una specie di reazione, la tranquillità gradualmente si dissolve e si produce un'emozione simile a quella che prima era oggetto di contemplazione. A questo punto essa esiste di fatto nella mente. In questo stato d’animo inizia una buona composizione che viene poi sviluppata secondo principi analoghi. Di qualunque genere e di qualunque grado sia, l'emozione è qualificata da vari piaceri per varie cause, così che nel descrivere passioni di ogni genere – se la descrizione è frutto del nostro volere - la mente sarà nel complesso in uno stato di gioia.