“Chiesa nella città” - DOC

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CURIA DIOCESANA – BRESCIA
AGORÀ
Gli incontri di Agorà – “Chiesa nella città”
L’impostazione dell’inizio del nuovo anno pastorale fa riferimento ai cinque ambiti identificati dal
Convegno Ecclesiale di Verona, in modo tale da offrire ai bresciani la possibilità di declinare il
tema della Lettera Pastorale secondo prospettive diverse. Ciascun ambito è stato affidato a una
Commissione Pastorale, che ha organizzato incontri e convegni in vari spazi della città, anche per
dare fisicamente il senso del coinvolgimento del tessuto sociale bresciano. Tutto ciò grazie anche al
fattivo coinvolgimento di realtà come il Comune di Brescia, l’Università Cattolica del Sacro
Cuore, la Camera di Commercio.
Ambito relazioni
Mercoledì 2 settembre, ore 18
Chiesa di San Cristo, via Piamarta
Di carne e di parola. Il risvolto sociale del matrimonio
Incontro con lo scrittore Xavier Lacroix
Introduzione di don Giorgio Comini, direttore dell’Ufficio di pastorale familiare
“Di carne e di parola. Dare un fondamento alla famiglia” è il titolo del volume recentemente scritto
da Lacroix e pubblicato da Vita e Pensiero.
In una cultura come quella attuale, che privilegia il provvisorio e la pluralità, i legami familiari sono
al tempo stesso forti e fragili. Da un lato, infatti, si continua ad attribuire valore ai rapporti tra le
generazioni e a considerare la famiglia uno dei luoghi primari di sviluppo dell'identità personale;
dall'altro lato, le rotture coniugali sono sempre più frequenti, le famiglie si disperdono, si dividono,
si ricompongono. E ciò che risulta sempre meno evidente è il radicarsi della famiglia nel corpo: i
legami familiari non sono soltanto razionali, contrattuali; sono anche "carnali", attraversati
dall'affetto, dal piacere, dalla sofferenza; sono "per la vita e per la morte". Ma è ancora possibile
parlare di legami, nel nostro mondo che proclama il primato della felicità del singolo, che fa della
libertà individuale la misura di tutte le cose? Xavier Lacroix propone un'etica dei legami. Si spinge
ad affermare che la coppia coniugale, anche se resa fragile, resta il perno della famiglia. Contesta
l'idea che essa possa essere fondata sul solo legame con il figlio. Propone di riscoprire il senso del
matrimonio come la migliore chance per vivere la relazione tra carne e parola, corpo e istituzione,
vita e libertà.
Xavier Lacroix, padre di tre figli, è professore di teologia morale all’Università Cattolica di Lione
(Facoltà di teologia e Istituto di Scienze della Famiglia), membro del Comitato Consultivo
Nazionale di Etica in Francia, esperto del Pontificio Consiglio per la famiglia. Dottorato in teologia
all’Università Cattolica di Lione, è stato membro del Consiglio nazionale di pastorale familiare
dell’episcopato francese. Ha all’attivo numerose pubblicazioni sul tema della famiglia. Tra i suoi
libri tradotti in italiano: Il corpo e lo spirito. Sessualità e vita cristiana (1996), Il corpo di carne. La
dimensione etica, estetica e spirituale dell’amore (2001), Il matrimonio… semplicemente (2002),
Passatori di vita: saggio sulla paternità (2005), In principio la differenza. Omosessualità,
matrimonio, adozione (Vita e Pensiero 2006).
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25121 BRESCIA - VIA TRIESTE, 13 - CASELLA POSTALE 394 - TEL. 030 37221 - FAX 030 3722265
Sito Internet: http://www.diocesi.brescia.it/agora
Ambito fragilità
Giovedì 3 settembre, ore 18
Centro Pastorale Paolo VI, via Gezio Calini, sala Morstabilini
Con l’eucarestia viviAmo nella fragilità
Mario Melazzini si racconta fra immagini, musica e parola
Conduce Valeria Boldini
Introduzione di don Cesare Polvara, Provicario generale della Diocesi di Brescia
Con la partecipazione dell’attrice Laura Mantovi e dell’arpista Maria Teresa Rocco
«Può sembrare paradossale, ma un corpo nudo, spogliato della sua esuberanza, mortificato nella sua
esteriorità, fa brillare maggiormente l'anima» riflette, in uno dei suoi ultimi libri, Mario Melazzini.
Primario oncologo all'IRCCS di Pavia della Fondazione Maugeri, dal 2002 è ammalato di SLA,
Sclerosi Laterale Amiotrofica. Una malattia a tutt'oggi inguaribile. È un'evidente situazione di
fragilità. Eppure di se stesso dice: «sono felice».
Sarà vero? Viene la tentazione di credere che stia mentendo a se stesso mentre lo dice: ci hanno
abituato a pensare che chi vive situazioni di estrema fragilità sia invariabilmente depresso e
desideroso di anticipare la morte. E sono innumerevoli le situazioni umane in cui si fa esperienza di
quanto siamo precari, fragili come un cristallo: bello e luminoso, ma che si può rompere con
facilità. Non solo a causa della malattia. A volte è l'esclusione sociale che può rendermi tale; altre
volte è la povertà economica o un fallimento personale o altre cento cause diverse. Alla fine non
rimane che riconoscere che la fragilità è una caratteristica che contraddistingue tutti i nati di donna.
A volte non la avvertiamo e ci sentiamo indistruttibili, padroni di noi stessi e della nostra vita. Altre
volte ci pare che la condizione di fragilità ci chiuda alla vita come un pozzo senza possibilità di
uscita. Altre volte ancora, invece, come sembra avvenire per Mario Melazzini (e per tanti altri), si fa
compagna di viaggio scomoda, ma che non impedisce di vivere, anzi, può fare «brillare
maggiormente» la vita. In questo percorso al di fuori del tunnel, per un credente ha un posto
importante la partecipazione all'eucaristia.
Il nostro Vescovo Luciano nella lettera pastorale “Un solo pane, un unico corpo”, da poco
pubblicata punta lo sguardo su questo volto “positivo” dell'oscura fragilità umana, dicendosi
convinto che «l’esperienza dolorosa della fragilità aiuta anzitutto ad apprezzare quello che abbiamo
(linea dell’avere); poi a crescere come persone mature che accettano serenamente di avere doti e
limiti (linea dell’essere); infine a farsi carico della fragilità degli altri e a donare loro quello che
siamo e abbiamo perché gli altri vivano meglio (linea del dono). Quando questo avviene,
l’eucaristia ha trasformato dall’interno l’esperienza della fragilità e l’ha resa feconda, appunto
eucaristica».
Abbiamo voluto chiedere al dott. Mario Melazzini di venire a Brescia, il prossimo 3 settembre, per
condividere con lui queste considerazioni. Ed invitiamo tutti gli interessati a partecipare. Vogliamo
chiedere alla sua esperienza di medico e di ammalato se davvero l'eucaristia può essere motore di
questa trasformazione di vita dalla disperazione alla speranza. È uno dei modi per iniziare l'anno
pastorale fissando lo sguardo sul tesoro che Cristo ci ha consegnato – l'eucaristia – sul quale il
Vescovo Luciano ci invita a sostare.
Mario Melazzini, pavese, classe 1958, direttore dell'U.O. di Day Hospital Oncologico della
Fondazione Maugeri Irccs di Pavia, presidente dell'Aisla - Associazione italiana sclerosi laterale
amiotrofica, presidente della Consulta delle malattie neuro-muscolari. Malato di Sla da oltre sei
anni, è direttore scientifico del Centro Nemo per la ricerca e la cura delle malattie neuromuscolari.
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Ambito educazione
Giovedì 3 settembre, ore 20,30
Università Cattolica – sala polifunzionale, via Trieste
Educare “in carne e in sangue”: alla scuola dell’eucarestia
Luciano Monari, Vescovo di Brescia
Pierpaolo Triani, professore associato di Didattica Generale dell'Università Cattolica di Piacenza
Introduce don Daniele Saottini, Direttore dell’Ufficio di pastorale scolastica
Con la partecipazione dell’attrice Laura Mantovi e dell’arpista Maria Teresa Rocco
“In carne ed ossa” è una espressione che utilizziamo quando ci riferiamo ad esperienze reali che
hanno toccato profondamente la nostra vita e che iniziano a far parte di noi, per esempio quando
diciamo “ho vissuto quell’avventura in carne ed ossa” (che significa “quell’avventura fa parte ora di
ciò che sono”). Analogamente “in carne e sangue” è l’espressione che meglio di tutte connota il
riferirsi dei cristiani a quella reale esperienza che per loro è l’eucarestia: esperienza di incontro con
un Dio che dona il suo corpo e il suo sangue per diventare parte della loro vita “in carne e sangue”.
Questa è la ragione per cui l’eucarestia è il reale centro dell’esperienza di fede dei cristiani e, di
conseguenza, anche la ragione per cui un cristiano può crescere nel suo essere discepolo di Cristo
solo “alla scuola dell’eucarestia”. Questi, in sintesi, i motivi che faranno da sfondo all’incontro di
presentazione della proposta pastorale annuale dal titolo “Educare in carne e sangue: alla scuola
dell’eucarestia”; incontro che si terrà giovedì 3 settembre alle ore 20:30 presso la Sala
Polifunzionale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia. L’evento si propone di offrire
alla cittadinanza bresciana spunti di riflessione sul delicato ed affascinante tema del rapporto fra
educazione ed eucarestia da tre diverse angolature di significato. Una prima riflessione, in ottica
pastorale, sarà proposta dal nostro vescovo Luciano ed avrà come scopo l’aiutare a riflettere sui
motivi per cui non può esistere un’educazione propriamente cristiana che non abbia nell’eucaristia
la sua origine, il suo sviluppo e il suo fondamento. Un secondo contributo, più strettamente
pedagogico, verrà proposto dal Prof. Pierpaolo Triani e metterà a tema le peculiarità che
distinguono un’educazione pensata in modo eucaristico da altri tipi e modi di intendere l’opera
educativa. Infine grazie alla voce delle interpreti (l’attrice Laura Mantovi e l’arpista Maria Teresa
Rocco) verranno letti all’assemblea pensieri scelti sul significato pedagogico dell’eucarestia di
alcuni educatori cristiani cresciuti e vissuti nella nostra terra bresciana. Il tutto verrà presentato e
coordinato dal direttore dell’Ufficio Diocesano di Pastorale della Scuola don Daniele Saottini.
Pierpaolo Triani, laureato in Pedagogia presso l'Università degli Studi di Parma e Dottore di
Ricerca in Pedagogia presso l'Università degli Studi di Bologna, è attualmente Ricercatore di
Didattica Generale presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Piacenza. È stato membro
dell’Ufficio Centrale del Settore Giovani, con l’incarico di responsabile nazionale per i
giovanissimi, contribuendo in modo significativo all’elaborazione e progettazione del Cammino
Formativo dei Giovanissimi. Attualmente è Presidente Diocesano della diocesi di Piacenza Bobbio.
Ambito cittadinanza
Venerdì 4 settembre, ore 20,30
Sala conferenze della Camera di Commercio, via Einaudi
Michele Busi, Presidente Diocesano AC
Presentazione XIII Convegno Interassociativo
Un’economia responsabile per una città solidale
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Relazione e dialogo con Mons. Franco Giulio Brambilla, teologo, vescovo ausiliare di Milano;
Aldo Bonomi, sociologo, direttore di Communitas
Saluto di Francesco Bettoni, presidente della Camera di Commercio
Modera Roberto Rossini, Presidente provinciale Acli
È presente mons. Luciano Monari, vescovo di Brescia
I cristiani impegnati nella vita socio-politica si chiedono spesso in coscienza come comportarsi
affinché, nel rispetto della laicità, del pluralismo e delle regole democratiche, la loro presenza e i
valori in cui credono non risultino insignificanti, ma contribuiscano efficacemente a rinnovare la
società insieme a tutti gli uomini di buona volontà. Una valida occasione per trovare la risposta di
fondo a questi interrogativi è offerta dalla Lettera pastorale del nostro Vescovo Luciano, che ha per
tema “Un solo pane, un unico corpo” e che dedica un paragrafo al significato sociale
dell’Eucaristia. Tema che è oggetto dell’Agorà della Diocesi, che si terrà il 4 settembre presso la
Camera di Commercio di Brescia - aprendo anche i lavori del XIII Convegno interassociativo - che
collegherà l’Eucarestia ai temi dell’economia responsabile e della cittadinanza solidale.
L’iniziativa vuole essere una speciale consegna della Lettera del Vescovo alla città economica e
sociale, nella persuasione che il Cristo presente in tutta la sua realtà umano-divina nell’Eucaristia
non solo è alimento e sostegno spirituale per il popolo di Dio in cammino nella storia, ma può anche
contribuire a rinnovare e umanizzare la cultura e la vita sociale. L’Eucaristia non fornisce solo la
forza interiore, ma anche - in certo senso - il progetto. Essa infatti è un modo di essere, che da Gesù
passa nel cristiano e, attraverso la sua testimonianza, mira a irradiarsi nella società e nella cultura.
L’Eucaristia anima la presenza sociale dei cristiani e della Chiesa e diventa, attraverso di essi, fonte
di rinnovamento sociale. Prolungando nel tempo la logica dell’Incarnazione, insegna che, per
rinnovare la società, occorre condividere, cioè incarnarsi e quasi impastarsi nella realtà e nei
problemi degli uomini. Nella certezza di fede che una parte del nostro mondo è già realtà
trasformata nell’Eucaristia, occorre poi trasformare in profondità, ricorrendo alle opportune
mediazioni culturali, la società umana in tutte le sue strutture: dalla cultura alla politica,
dall’economia al lavoro, dalla scienza alla tecnica. Si tratta cioè di dare alle realtà temporali
(rispettandone la laicità, le leggi e finalità proprie) un significato nuovo, una finalizzazione
superiore, una maggiore capacità umanizzatrice. Infine, occorre unire: a immagine del Cristo
dell’Eucaristia, che per amore si fa dono totale e gratuito per l’intera umanità, occorre introdurre
nella storia una corrente di generosa gratuità e di dono, di servizio disinteressato ai fini della
promozione umana, di fraternità, di solidarietà con tutti, ma specialmente con gli ultimi della terra,
che Cristo predilige e con i quali si identifica.
Franco Giulio Brambilla è nato a Missaglia il 30 giugno 1949. Il 13 luglio 2007 è stato nominato
vescovo ausiliare di Milano e titolare della diocesi di Stefaniaco dal Cardinale Arcivescovo Dionigi
Tettamanzi, e consacrato il 23 settembre di quello stesso anno. Ha conseguito la laurea in teologia
alla Pontificia Università Gregoriana di Roma nel 1985. Ha insegnato S. Scrittura, teologia
spirituale e antropologia teologica e cristologia nel seminario di Milano dal 1985 al 2006. Dal 1984
insegna cristologia e antropologia teologica alla Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale. È stato
direttore della Sezione Parallela del Seminario di Milano dal 1993 al 2003. Ha tenuto la relazione
introduttiva sui fondamenti teologico-pastorali al IV convegno ecclesiale nazionale "Testimoni di
Gesù Risorto, speranza del mondo" tenutosi a Verona nell'ottobre 2006. Attualmente è preside della
Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale e Vicario episcopale di settore per la cultura.
Aldo Bonomi dopo un’esperienza di operatore di comunità realizzata agli inizi degli anni 80 nelle
aree a sviluppo difficile del territorio italiano finanziata dal Fondo Sociale Europeo, nel 1984 ha
fondato il Consorzio AASTER (Associazione Agenti Sviluppo Territorio). Da allora dirige questo
Istituto di ricerche caratterizzato dallo studio delle dinamiche antropologiche, sociali ed economiche
dello sviluppo territoriale. Ha realizzato molteplici ricerche nei sistemi produttivi locali, nei distretti
industriali italiani e indagato temi riguardanti l’esclusione sociale e l’innovazione tecnologica. E’
presidente della Fondazione Venezia 2000 dove per anni ha collaborato con Giuseppe De Rita alle
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attività fondazionali. Venezia 2000 è promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Venezia ed
ha come finalità lo spazio di posizione e lo spazio di rappresentazione di Venezia e del Nord Est.
Assemblea diocesana dei catechisti con il Vescovo
Sabato 5 settembre, ore 15.00
Cattedrale
Intervento del prof. Don Luca Bressan, Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Milano
Attraverso i riti la Chiesa “inizia” alla vita cristiana
Don Luca Bressan, nato a Varese il 24 ottobre 1963, prete diocesano dal 1987. Licenziato in
teologia alla Facoltà Teologica dell'Italia settentrionale. Ha continuato la specializzazione a Parigi
dove ha ottenuto prima il Diploma di 3° ciclo in Antropologia culturale alla Sorbona e il dottorato
all'Institut Catholic. Laureato in Teologia è docente di Teologia pastorale presso il Seminario
Arcivescovile di Milano dal 1991 e insegna al Ciclo di Specializzazione della Facoltà teologica
dell'Italia Settentrionale. Collabora con diverse riviste in particolare La Scuola Cattolica, e La
Rivista del Clero Italiana. Da anni studia le problematiche connesse alla pastorale e alla parrocchia,
collaborando attivamente alle ricerche in campo italiano e distinguendosi nella ricerca anche a
livello internazionale.
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