Scuola di formazione MCC Mantova 4° Incontro 22 dic. 2003 Tema generale: IL CORSO Tema: I diversi carismi (sacerdotali e laicali) Ministero Laicale Il tema generale della Scuola responsabili 2003/2004, (che come sapete, comprende due cicli: quello autunnale di cui il sottoscritto sta esponendo la 4° lezione e quello primaverile che comprenderà altri quattro incontri ad iniziare dall’8 marzo p.v.) è “IL CORSO”. Nel primo incontro Bruno ci ha illustrato molto ampiamente (anche se il tempo a disposizione non è stato sicuramente sufficiente per trattare un così complesso argomento!) “La preparazione, l’organizzazione dei tre giorni ed il rientro”; Tiziano ha messo in evidenza quale dovrebbe essere la “risposta alla vocazione personale e la riscoperta del proprio battesimo”; Giuliano si è ampiamente intrattenuto sulla “chiamata di ognuno alla santità”, integrato da don Angelo sulla “missionarietà”, come del resto avevano fatto i precedenti sacerdoti mediante forti richiami alla Parola: “vide una gran folla e sentì compassione” don Cesare, “prese a parlare loro” don Ivo, Riassunto in breve quanto fino a qui trattato (e che mi auguro sia stato recepito in modo chiaro di modo che si siano raggiunti i fini che chi ha proposto la Scuola si era posto!), vorrei entrare nel vivo del tema di questa sera ricordando proprio il 2° Rollo del Corso: “Il laico nella Chiesa”. Termina con questo Rollo la proposta di Dio all’uomo che è qui invitato ad essere membro del Corpo Mistico: la Chiesa, dono che dio fa all’uomo. Siamo invitati a sgombrare la mente dai nostri pregiudizi, dalle false idee sulla Chiesa, in altre parole dobbiamo formarci una nostra idea formata sulla nostra esperienza: ognuno di noi laici, ministri ordinati e religiosi siamo Chiesa. Il laico è quindi un appartenente, non come lo intende la società e la cultura attuale, e come laici dobbiamo assumerci delle responsabilità per la salvezza degli uomini, salvezza che quindi non è solo compito dei preti come molti pensano! Far parte della Chiesa non può essere prerogativa della singola persona o di un gruppo di eletti, ma è comune a tutti gli uomini perchè tutti abbiano a concorrere, nella diversità dei carismi, alla stessa missione (infatti il sottotitolo di questo Rollo è “Chiamati ad edificare il regno”). Tutti, comunitariamente, sono dunque chiamati ad identificarsi nel Corpo Mistico di Cristo: TUTTI SIAMO CHIESA intesa come: MISTERO (perchè verità difficile fino in fondo - la Chiesa è l’insieme del Corpo di Cristo e del popolo di Dio) DONO ( di Gesù sulla croce = sacramento di salvezza per mezzo dello Spirito, anche se imperfetta e peccatrice) CAMPO DI LAVORO (in cui tutti sono invitati a lavorare in modo responsabile a tutte le ore ed a salario intero) A questo punto Vi inviterei a dare per conto Vostro uno sguardo alle vivenze (magari cercando di ricordarne qualcuna data al Corso!) e Vi pregherei di prendere in mano il documento del Concilio Vaticano II: Lumen Gentium al Cap. IV dal n° 30 al 33. Ministero sacerdotale Con il Rollo “FEDE” inizia la seconda fase del Corso e precisamente la risposta dell’uomo/donna al progetto di Dio: si comprende che Dio non impone, ma propone. Dalla constatazione e dalla accoglienza del piano salvifico di Dio che chiama tutti ad essere suoi figli e quindi membra del Corpo Mistico, nasce, come risposta nell’uomo, non solo l’atto di fede, ma pure il riconoscimento e la lode a Dio per cui tutta la vita diventa una liturgia di cui l’uomo è il ministro sacro, l’officiante, il sacerdote che ci viene dal battesimo (vedi relazione di Tiziano e di don Ivo anche in Ultreya); infatti il sottotitolo di questo Rollo è: “La liturgia della vita”. 1 Scuola di formazione MCC Mantova 4° Incontro 22 dic. 2003 Pietà dunque, è esprimere lode a Dio con il proprio modo di vivere, è pregare Dio con la vita e vivere in grazia, cioè nella filialità di Dio, è in altre parole, essere pii, devoti. Se ognuno è sacerdote della propria vita, questa si fa allora autentico sacrificio (sacrificio = rendere un gesto, un’azione sacra e trasformarla nel dominio di Dio) di lode a Dio con una fede vera e matura che si manifesta in una sincera religiosità esteriore (non bigotta, abitudinaria o farisaica) tramite: il treppiedi della Pietà - Studio - Azione; una vita di grazia cosciente, crescente e comunicante; la gioia di essere cristiani. Ogni uomo, allora come sacerdote, è chiamato a vivere in grazia, perchè solo così riesce a riconoscere la sua finalità in Dio. Se non c’è la vita in grazia quanto l’uomo fa non serve, è fumo e prima o poi finirà con stancare e col diventare sterile, perchè i “tralci” portano frutto solo se uniti alla vite. Per questo il Corso vuole essere per tutti incitamento alla vita in Grazia. Il riassunto della dimensione sacerdotale che si evince dal Rollo “Pietà” si può dedurre da questa preghiera conclusiva delle Lodi del mattino: “Ti lodi, o Signore, la nostra voce, ti lodi il nostro Spirito, e poiché il nostro essere è dono del tuo amore, tutta la nostra vita si trasformi in perenne liturgia di lode”. Anche qui vale la nota che ho dato al termine della prima parte della relazione ed il riferimento al documento Conciliare è sempre al Cap. IV al n° 34. Come avete sentito, non è stato detto niente di nuovo che magari è ben presente nel nostro comportamento, ma, come è capitato a e, il fatto di andare alla ricerca di documenti che servano a rinverdire la memoria con quanto la Chiesa continuamente suggerisce (ma che ben pochi purtroppo leggono!) serve a stimolarci ad essere veramente cristiani degni di questo nome ed è stato sinceramente utile, oserei dire bello, si “bello” perchè l’essere Chiesa, essere in Cristo lo si può esprimere solo in termini come questo che contiene un po’ oralmente quello che sono i nostri sentimenti. A questo punto non mi rimane altro che fare a tutti Voi ed alle Vostre famiglie i più sinceri auguri di “BUON NATALE”!!! Dario Storti 2