I due cavalli alati e il drago

I due cavalli alati
e il drago
di Elisa, Gabriele e Federico
Tanto tempo fa, in
un folto bosco verde,
viveva una bellissima
fanciulla di nome Giulia
dai lunghi e biondi
I
capelli e dagli occhi di
un blu lucente. Ella
possedeva un cavallo
alato di nome Luna,
che aveva un bellissimo
manto marrone chiaro,
una soffice coda e una
folta e setosa criniera.
Dall’altra parte
del bosco, si trovava un
II
principe di nome
Marco. Egli aveva
capelli neri come la notte
ed occhi verdi. Possedeva
un cavallo di nome
Saetta: era tutto nero
con una folta criniera.
I due giovani
appartenevano a due
famiglie rivali che si
III
odiavano, perciò non si
erano mai incontrati
prima. Un giorno i due
si conobbero mentre
passeggiavano con i loro
cavalli e, dopo aver
parlato a lungo, si
innamorarono.
Ad un tratto
sentirono un rumore: era
IV
un drago. Era enorme,
aveva ali e corna, era
rosso fuoco come le
fiamme che sputava: era
il mostro che ogni anno
bruciava un villaggio del
regno! Giulia, svelta,
sguainò la spada lucente
e l’affondò in un’ala del
mostro… ma non
V
accadde nulla! Allora
Marco usò la sua
balestra, ma neanche con
lui il drago morì. La
cosa migliore era
attaccare con i loro
cavalli, ma il drago ferì
il cavaliere. I due
cavalli alati allora
salirono in cielo e con
VI
una luce splendente
accecarono gli occhi del
drago.
La
principessa
amazzone, poi, sguainò
la sua spada splendente
e infilzò il drago: questi
cadde a terra con un
enorme boato, che causò
un forte terremoto.
VII
I due cavalieri
fuggirono appena in
tempo, ma il drago si
rialzò intenzionato ad
uccidere Giulia e
Marco, che, correndo,
lo condussero verso un
burrone. Il drago vi
cadde dentro e morì con
un’ultima fiammata.
VIII
Gli abitanti del
villaggio ringraziarono
Giulia e Marco e
fecero dei banchetti in
onore dei loro salvatori.
I due si abbracciarono
e decisero di sposarsi.
Le due famiglie rivali si
ritrovarono unite e il
giorno del matrimonio i
IX
due cavalli trainarono la
carrozza dei coraggiosi
sposi, che vissero per
sempre felici e contenti.
X
I due eroi contro la strega
di Emanuele, Letizia e Valerio B.
C’era una volta,
tanto tempo fa, un
bellissimo cavallo che
aveva un valoroso
cavaliere.
Il cavallo Achille
era bianco come un
XI
fiocco di neve, morbido
come una piuma, ma
anche forte e muscoloso,
con i suoi zoccoli che
brillavano alla luce del
sole e le zampe agili che
affrontavano qualsiasi
cosa al mondo. Il suo
valoroso cavaliere si
chiamava Jack e aveva
XII
un’armatura dorata. Il
suo elmo rosso brillante
rifletteva i raggi del
sole. Anche una spada
egli aveva! Era di ferro
e resisteva a tutti gli
attacchi.
Il cavallo e il
cavaliere un giorno
uscirono per addestrarsi
XIII
e conobbero una
principessa giovane e
bella che però, in verità
era una strega. Il
cavaliere
se
ne
innamorò,
ma lei
odiava i
cavalieri
valorosi che di solito
sconfiggevano
le
streghe.
XIV
Una notte la donna
entrò nel castello e,
mentre il cavaliere
dormiva profondamente,
mise nell’abbeveratoio
del cavallo un magico
sonnifero, poi portò
Achille tramortito al
Castello della Paura e
lo imprigionò. Il
XV
castello aveva delle torri
alte e resistenti, dei
merli profondi e sopra le
torri vi erano dei corvi
neri, con il becco
appuntito che brillava
alla luce della luna.
Il cavaliere, alla
ricerca del cavallo,
passò in un bosco e vide
XVI
il castello. Si avvicinò e
notò che il ponte
levatoio si stava
abbassando. Era la
strega che voleva farlo
entrare per indurlo a
combattere contro i suoi
guerrieri. Lui entrò e
vide il suo cavallo
XVII
addormentato e chiuso a
chiave in una prigione.
Jack incontrò la
strega che gli disse:
“Combatti cavaliere!”.
Allora iniziarono il
duello. La strega
chiamò i suoi guerrieri e
diede il via alla
battaglia. La lotta fu
XVIII
difficile per il cavaliere,
perché i guerrieri della
strega erano tantissimi
ed uno era immortale.
L’eroe corse e diede un
colpo con la spada alla
strega, che, con urla
disumane, morì.
I suoi guerrieri
così come per magia
XIX
scomparvero; quindi il
cavaliere corse a liberare
il cavallo e si distese
sfinito sul prato, felice
della sua impresa e di
poter
di
nuovo
riabbracciare il suo
fedele amico Achille.
XX
Il cavallo dalle ali lucenti
di Edoardo, Valeria e Federica
C’era una volta, nel
Medioevo, un castello
di cristallo, con una
brillante bandiera celeste
che sventolava sulla
cima. Qui abitavano
XXI
delle
principesse
amazzoni.
Un giorno, in quel
castello, si celebrò il
compleanno
della
principessa Eleonora.
Questa era una
principessa dai lunghi
capelli rossi che
brillavano al tramonto.
XXII
Aveva gli occhi celesti
come il cielo in estate,
ed era gentile.
Per
il
suo
compleanno, le altre
principesse amazzoni le
regalarono un cavallo
di nome Laila. Essa
era bianca come le
nuvole e aveva delle ali
XXIII
celesti che brillavano ai
raggi del sole. L’unico
difetto di Laila era che
non sapeva né correre né
volare.
La principessa per
questo era triste e si
allontanò
dallo
splendido
castello
sperando di poter
XXIV
insegnare al cavallo
come volare fiero nel
cielo.
Nel suo lungo
viaggio alcune persone
le raccontarono di un
terribile e spaventoso
drago a tre teste, che
ogni anno mangiava tre
bambini. Esso era viola
XXV
e le sue ali erano nere
come il cielo di notte.
Il drago viola stava
per
attaccare
la
principessa amazzone
che tirò fuori la sua
spada lucente e attaccò
il drago.
Ad un certo punto
apparve un cavaliere che
XXVI
con la sua spada tagliò
le altre teste del drago.
Il cavaliere era
coraggioso, aveva gli
occhi verdi come le
foglie in primavera; i
suoi capelli erano
castani
come
le
castagne.
La
principessa
XXVII
ringraziò il cavaliere.
Lui si innamorò di lei.
Mentre parlavano,
il cavaliere disse di
possedere un cavallo di
nome Arthur simile a
quello della principessa
amazzone.
Passarono molti
giorni
insieme
e
XXVIII
addestrarono i loro
cavalli. I due giovani si
fidanzarono e anche i
cavalli,
mangiando
l’erba insieme, si
innamorarono e così
vissero per sempre felici
e contenti per tutta la
vita.
XXIX
La principessa amazzone
e
l’unicorno.
di Ludovica, Alessandra, Lorenzo e Valerio L.
C’era una volta nel
Medioevo un castello
dalle mura lucenti, che
spiccavano tra le nuvole.
Sui merli sventolavano
nel cielo azzurro
XXX
magnifiche bandiere con
il simbolo di un
unicorno d’oro.
Nel castello viveva
re Luigi con sua figlia
Stella. Ella aveva dei
folti capelli biondi, delle
labbra rosse come le
rose ed era gentile ed
altruista.
XXXI
Una sera, a cena,
Luigi chiamò Stella e
le disse: “È arrivato il
momento di combattere e
difendere la nostra
patria dai cavalieri
neri!” La principessa si
alzò e se ne andò in
camera
piangendo:
“Non è giusto!”
XXXII
pensava
“Voglio
innamorarmi e creare
una famiglia, non
combattere! Non sono
un cavaliere!”.
A notte fonda la
principessa, per non
diventare una guerriera,
uscì dalla reggia,
inseguita dalle guardie
XXXIII
di suo padre. Nelle
scuderie trovò un cavallo
dal manto immacolato,
che sulla fronte aveva
un lungo corno, che
sembrava un bastoncino
di zucchero, e con esso
fuggì.
Durante il suo
cammino si trovò
XXXIV
davanti ad un mare
infinito, impossibile da
superare. All’unicorno
magicamente si illuminò
il corno, che diventò
tutto color arcobaleno.
Il cavallo cominciò a
volare. Sorvolarono il
mare; dopo qualche
ora videro una grotta,
XXXV
dove si accamparono
per passare la notte.
Il giorno dopo,
quando uscirono dalla
grotta, incontrarono un
enorme orco magico,
che sfidò la principessa
ad un duello di magia.
La ragazza accettò
solo dopo aver chiesto
XXXVI
aiuto
all’unicorno
magico.
Questi trasformò
l’orco in un rospo e
l’orco si vergognò tanto
che, saltellando e
gracidando, se ne andò
via.
Dopo la battaglia
continuarono il cammino
XXXVII
e Stella, per raccogliere
un fiore, cadde in un
burrone e si trovò in
un magnifico e terribile
regno, circondato da
Cavalieri Neri, che
trasformarono l’unicorno
buono in un unicorno
cattivo.
XXXVIII
L’orco, che si voleva
vendicare, ordinò ai suoi
cavalieri di uccidere la
principessa.
La
principessa,
però, si fece coraggio,
imparò a combattere e
vinse la battaglia,
liberando
l’unicorno
dalla maledizione. Così,
XXXIX
senza volerlo, era
diventata
una
coraggiosa principessa
amazzone.
XL
La leggenda di Ludovico
di Gianmarco, Valentina e Viviana.
C‘era una volta, un
coraggioso cavaliere. Il
cavaliere si chiamava
Ludovico e possedeva un
bellissimo destriero dal
manto bianco e dalla
XLI
criniera
lunga,
profumata e soffice.
Ludovico e il suo
cavallo di nome Gigio
abitavano in un castello
molto grande. Ai piedi
del castello, c’era una
stalla dove erano
custoditi i cavalli dei
XLII
cavalieri e quindi anche
Gigio.
Un giorno a
Ludovico giunse un
messaggio in cui c’era
scritto:”Ser Ludovico,la
principessa amazzone
Francesca richiede il
vostro aiuto per salvare
il suo villaggio dalla
XLIII
schiavitù del re Frappo
al di là del mare verso
nord”.
Ludovico
si
imbarcò insieme a
Gigio, che trovò posto
in una stiva. La nave
aveva uno scafo molto
resistente che non
permetteva l’ entrata
XLIV
dell’ acqua; il ponte era
stretto
e
lungo.
Ludovico indicò la rotta
ai marinai verso nord.
Il viaggio fu lungo e
pericoloso.
Nell’
oceano si aprivano
continuamente enormi
mulinelli,
che
mandarono fuori rotta
XLV
la nave. La tempesta
finì all’alba del giorno
successivo e i marinai
riuscirono a riprendere
la rotta. Dopo due
giorni di navigazione,
Ludovico riuscì a vedere
l’isola verso cui erano
diretti e avvisò i
marinai.
XLVI
Ludovico e Gigio,
stremati, sbarcarono.
Ludovico in groppa al
cavallo arrivò al
villaggio di Francesca
e, stupito, vide ciò che
non aveva mai visto
prima: migliaia di
persone schiavizzate
che
costruivano
XLVII
monumenti ordinati dal
re Frappo !
Ludovico
si
nascose
in
un
cespuglio; dopo un po’
gli passò davanti uno
schiavo di Frappo e lui
lo afferrò, chiedendogli
dove si trovava il
castello.
L’uomo
XLVIII
rispose che si trovava a
un chilometro di
distanza da lì.
Lo schiavo però
non disse che a
proteggere il castello
c’era un enorme mostro
alato.
Ludovico, sempre
in groppa a Gigio, si
XLIX
incamminò verso il
castello.
Così
arrivarono di fronte al
maniero. Ludovico non
si accorse di niente e
provò a forzare la
porta con la sua spada
fina e appuntita.
Intanto, il mostro
alato lo spiava ai
L
confini del castello con
occhi fissati su
Ludovico.
Quando vide che
Ludovico non riusciva
ad aprire la porta del
castello, ne approfittò
per fare un saporito
pranzetto!
Allora
spuntò fuori.
LI
Ludovico afferrò
l’ arco e con un tiro
perfetto mandò la freccia
nell’ occhio del mostro
alato.
Poi riprovo ad
aprire la porta e vi
riuscì; entrò scese dalla
groppa di Gigio e con
coraggio e abilità,
LII
uccise le guardie che
proteggevano
il
castello. Si guardò
intorno e vide le stanze,
erano tante ma lui non
era
solamente
coraggioso bensì anche
intelligente e quindi
svelto riuscì a trovare
LIII
con facilità la stanza
di Francesca.
Bussò,entrò e le
domandò cosa doveva
fare. La principessa
amazzone gli chiese di
non uccidere suo padre,
ma di convincerlo a
lasciare liberi i suoi
schiavi.
LIV
Poi
Ludovico
trovò la stanza del re
Frappo, entrò senza
permesso e vide il
sovrano leggere un
libro. Frappo, con voce
arrogante, domandò
perché era entrato nella
sua stanza senza
permesso. Ludovico
LV
spiegò tutta la vicenda
e il re disse che i suoi
schiavi
dovevano
continuare a lavorare
senza alcuna paga
perché erano una sua
proprietà.
Ma
Ludovico riuscì a
convincerlo che ognuno
ha la propria vita e
LVI
nessuno può decidere
per gli altri. Il re si
commosse e per il
momento lo lasciò
uccidere il mostro
alato.
Ludovico gli disse
che l‘aveva già ucciso.
Frappo gli fece i
complimenti e gli disse
LVII
di andare dagli schiavi
ad annunciare che li
lasciava liberi.
Ludovico
si
rimise in groppa a
Gigio che nitrì. Gli
chiese perché stava
nitrendo e Gigio con la
coda indicò il mostro
alato con la freccia
LVIII
nell’occhio, che volava
intorno
a
loro.
Ludovico, sorpreso, si
spaventò, ma combatté
contro il mostro, che si
levò
la
freccia
dall’occhio e la lanciò
dritta al cuore di
Ludovico. Questi però
LIX
riuscì ad ucciderlo con
la spada.
Il
mostro,
colpito, urlò, ma la sua
voce era scomparsa.
Ludovico, stremato,
morì.
Gli schiavi, liberi,
recuperarono Gigio e,
con l’aiuto della
LX
Principessa amazzone
Francesca, fecero un
glorioso funerale al
valoroso Ludovico e
ancora oggi, in quelle
terre lontane, viene
ricordata la leggenda
di quel coraggioso
cavaliere!
LXI
La storia del castello di
cristallo
di Daniele, Pamela e Giulio
C’era una volta,
tanto tempo fa, un
bellissimo, grandissimo
e assolato castello di
cristallo, dove vivevano
un ricco re ed il suo
LXII
valoroso e coraggioso
principe cavaliere, che
possedeva un forte bel
cavallo alato... Pegaso.
Un giorno il re
disse: ”Portami l’ultimo
pezzo di cristallo per
completare il mio
castello, o presto il
castello crollerà ed il
LXIII
regno non sarà più
mio!”. Il principe
insieme al suo cavallo
Pegaso andò a cercarlo.
Ad un tratto
Pegaso venne catturato
da una rete che si
abbassò su di lui e che
alcuni briganti avevano
steso su un albero. Il
LXIV
principe uccise uno dei
ladri, ma perse Pegaso.
Il cavaliere andò a
cercare il cavallo e nel
tragitto incontrò un
leone a tre teste dalla
coda biforcuta.
Il cavaliere, con la
sua spada, tagliò una
testa ma venne colpito
LXV
dalla coda. Allora il
valoroso guerriero si
rigirò e la tagliò. Poi il
cavaliere, sfinito, chiamò
Pegaso, che stava
cercando di liberarsi
dalla rete. Gettata la
rete, il destriero volò
veloce con le sue ali
possenti a salvare il
LXVI
cavaliere. Pegaso, con
tutta la sua forza,
combatté con il leone
che svenne.
Di nuovo insieme,
Pegaso e il suo principe
camminarono e ad un
tratto incontrarono altri
mostri più forti e grossi
del leone. Il cavaliere
LXVII
ed
il
cavallo
combatterono uniti ed
anche quelli furono
uccisi.
I due valorosi
amici,
stanchi,
iniziarono a volare
quando sentirono un
rumore e scesero giù.
Videro che cosa stava
LXVIII
accadendo:
una
principessa amazzone
stava combattendo con
un drago fortissimo! La
principessa
era
stremata, ma il cavaliere
l’aiutò e insieme
uccisero il mostro. La
fanciulla era bellissima,
con i capelli biondi,
LXIX
lunghi e lisci. Ella
ringraziò il cavaliere e,
con un colpo di fulmine,
i due si innamorarono.
Così salirono a
cavallo e volarono
insieme. Guardando giù
avvistarono una grotta
illuminata. Una volta
scesi, videro il cristallo
LXX
che mancava per
completare il castello del
re. Il cavaliere esclamò:
“Ecco il cristallo!”
Egli corse a
prenderlo, ma si
spaventò perché si
accorse che c’era una
trappola di fuoco
davanti
all’ingresso
LXXI
della grotta. Le fiamme
erano ancora basse, ma
crescevano sempre di
più. Il giovane le
oltrepassò prima che
diventassero più alte.
Ma ancora un’altra
trappola lo aspettava...
una porta che si apriva
e chiudeva da sola. Il
LXXII
principe non riusciva ad
entrare, così prese la
spada, la mise tra le
due porte e, con grande
sforzo, entrò. Poi prese
il cristallo e con
coraggio affrontò di
nuovo le fiamme per
tornare dai suoi amici.
LXXIII
Una volta al
castello il principe disse
al suo re: “Il castello è
salvo!”. Così il principe
mise il cristallo al suo
posto e lui e la
principessa vissero felici
e contenti.
Fine
LXXIV