OMAGGIO A PALLADIO: IL VECCHIO HAYDN, FRA SACRO E

OMAGGIO A PALLADIO: IL VECCHIO HAYDN, FRA
SACRO E PROFANO, ED IL MOZART PER FIATI
Seconda e terza serata del Festival Omaggio a Palladio con Sir András Schiff e
la Cappella Andrea Barca. Venerdì a San Felice tutto Haydn, con la
partecipazione della Schola San Rocco. Sabato all'Olimpico i Concerti per fiati
e orchestra di Mozart con Schiff impegnato nel grande Concerto in do minore.
Dopo l'esordio con i Concerti di Bach, venerdì 1 maggio il Festival “Omaggio a
Palladio” si trasferisce per una sera – come ormai da tradizione – nella Basilica di San
Felice per l'esecuzione di una grande opera sacra.
Quest'anno la scelta del maestro Schiff è caduta sulla Messa in si bemolle maggiore di
Haydn, altrimenti conosciuta come “Theresien-Messe”, che appartiene all'ultimo
grande sforzo creativo del “vecchio” Haydn, autore al quale è dedicato l'intero concerto.
Dopo la Messa, infatti, Sir András Schiff eseguirà al pianoforte il poco conosciuto
“Andante con variazioni” in fa minore ed infine accompagnerà le quattro voci soliste
nell'interpretazione dei Canti per quartetto di voci che Haydn scrisse negli anni del
definitivo rientro a Vienna.
Per la serata dedicata a Joseph Haydn Schiff ha scelto, non a caso, tre opere della tarda
maturità e per di più poco conosciute (anche la Theresien-Messe gode di fama minore
rispetto alle altre Messe venute alla luce nello stesso periodo). Come cultore haydniano,
Schiff vuole infatti dimostrare che il compositore austriaco fu un grande fino all'ultimo, a
dispetto di una parte della critica secondo la quale il suo periodo creativo si chiude di fatto
con il rientro a Vienna, dopo i grandi successi londinesi. Di qui l'appellativo “Papà Haydn”,
coniato quasi in senso spregiativo per indicare che negli anni della vecchiaia il
compositore, artisticamente parlando, visse quasi di rendita.
Di tutt'altro parere Sir András Schiff, per il quale l'esplosione sonora della TheresienMesse riflette, come mai era accaduto in passato, la concezione “gioiosa” che Haydn aveva
della religione. Nella scrittura pianistica, sempre secondo Schiff, Haydn diede il meglio di
sé proprio negli ultimi anni, a partire dal 1790; e per quanto riguarda i Canti del 1796, si
tratta di gustosissimi aforismi musicali che mettono in luce l'ironia e la saggezza di cui era
capace il “grande vecchio”.
Per il quinto anno consecutivo Sir András Schiff ha voluto affiancare alla sua Cappella
Andrea Barca la Schola San Rocco, ensemble corale vicentino fondato e guidato da
Francesco Erle. Nell'intervista che accompagna il programma di sala, l'artista ungherese
spende parole lusinghiere nei confronti di questa formazione «composta da persone che
amano la musica e che con la loro presenza rafforzano il legame del nostro Festival con la
Città di Vicenza; un coro – prosegue Schiff – che in questi anni è maturato costantemente
e se il destino vorrà, saremo ancora insieme il prossimo anno per l'esecuzione di un'altra
Messa di Haydn».
Le voci soliste nella Messa e nei Canti per quartetto vocale e pianoforte che chiudono il
programma haydniano sono il soprano Ruth Ziesak, il mezzo soprano Britta Schwarz, il
tenore Lothar Odinius ed il basso Robert Holl.
Sabato 2 maggio il Festival torna “a casa”, fra le stupende scene lignee scamozziane del
Teatro Olimpico, dove Schiff e la sua orchestra propongono un concerto interamente
mozartiano.
Il pianista e direttore ungherese aveva in mente da tempo l'idea di riservare un'adeguata
vetrina solistica ai maestri d'orchestra della Cappella Andrea Barca e per farlo gli è venuto
in aiuto Mozart, che dedicò – fin dagli anni giovanili – una serie di gustosissimi Concerti al
mondo dei fiati. Le scelta è caduta sul Concerto per fagotto in si bemolle maggiore (solista
Stefan Schweigert), sul secondo Concerto per flauto in re maggiore (solista Wolfgang
Breinschmid), sul Concerto per clarinetto in la maggiore (con l'italiano Riccardo Crocilla) e
sul Concerto per corno in mi bemolle maggiore (solista Marie-Luise Neunecker); Luise
Pellerin “canterà”, infine, con il suo oboe un'Aria dall'opera incompiuta “Zaide”.
In chiusura di serata Schiff sarà poi impegnato nel Concerto in do minore KV 491 che si
distacca nettamente dall'ampio corpus di opere per pianoforte e orchestra composto, fra il
1784 ed il 1786, per soddisfare le esigenze delle “Akademien” viennesi. Il 491 è infatti un
Concerto molto ampio, dal respiro quasi sinfonico, nel quale Mozart utilizza per la prima (e
unica) volta un organico orchestrale che comprende la sezione completa dei legni, nonché
trombe, tromboni e timpani. La tonalità in minore e l'ampia introduzione di 99 battute
affidata all'orchestra conferiscono a questo capolavoro – secondo Schiff una delle più belle
pagine mai scritte in assoluto – un'aura di mistero ed una tensione emotiva capaci, ancora
oggi, di sbalordire lo spettatore.
I concerti hanno inizio alle 20,30 precise. Biglietti esauriti per entrambe le serate.
ufficio stampa società del quartetto di vicenza
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