11 aprile 2008 La Costituzione è l'insieme delle regole che costituiscono i fondamenti dello Stato italiano. Quale rapporto sussiste tra l'articolo 21 della nostra Costituzione e i casi concreti del rapporto fra libertà di espressione (giornalismo, radio, tv, internet) e privacy? Articolo 21 della Costituzione: “ Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. ” Da un lato si dice che tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, dall'altro, nel II comma ,si dice invece che la stampa non può essere soggetta a autorizzazioni e censure. Contestualizziamo storicamente. La Costituzione della Repubblica Italiana è stata approvata dall'Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947, promulgata dal Capo provvisorio dello Stato il 27 dicembre 1947 ed è entrata in vigore l'1 gennaio 1948 Torniamo ora all'articolo 21 I COMMA “Tutti sono liberi di manifestare liberamente il proprio pensiero, con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.” II COMMA “La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censura” Quale domanda sorge? Una domanda che poggia su un'ambiguità di fondo perché il I comma è suscettibile di un margine interpretativo molto ampio, sottolineando che tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, ma il II comma può dare adito ad alcuni dubbi, in quanto esplicita che solo la stampa non può essere soggetta né a autorizzazioni né a censure: da un'analisi approfondita noi potremmo quindi evincere che altri media possono essere suscettibili di controllo! Vuole quindi dire che una radio, il cinematografico possono essere soggette a censure e autorizzazioni? Ovviamente no, ciononostante possiamo quindi notare un certo grado di incongruenza tra il I e il II comma dell'articolo 21 della nostra Costituzione. Il punto è che se noi paragoniamo questo II comma dell'articolo 21 rispetto ad altre Costituzioni (come quella tedesca o il I emendamento statunitense) questo nostro comma pare anacronistico. Va sottolineato però che nel corso degli anni il giudice costituzionale è intervenuto spesso anche perché l'evoluzione dei media, specie i new media come internet, hanno posto e continuano a porre problemi di un certo interesse e rilevanza, non più ormai a livello locale (nazionale) quanto globale. CASO I In un tribunale ogni qualvolta si pone un quesito di costituzionalità in merito a una legge per la quale stiamo per essere giudicati, da una delle parti che solleva la cosiddetta “eccezione di costituzionalità”, il processo è congelato e la questione è trasferita al giudice Costituzionale chiedendo il suo parere in merito alla conformità della legge, e che deciderà quindi nel caso concreto; ricordiamo che il giudice Costituzionale è colui che ha il preciso e importantissimo compito di valutare se una legge sia conforme ai principi basilari enucleati nella Carta Costituzionale. Il giudice costituzionale può optare per due soluzioni: 1. NULLITA' della legge, ossia far scomparire la legge per cui si è sollevata l'eccezione di costituzionalità, facendole così perdere di efficacia passata e futura (valore retroattivo); 2. ANNULLAMENTO della legge: ossia perdita di efficacia della legge in questione, che ha valore dalla data del suo annullamento in poi ( non è retroattiva) Domanda: Ma per una legge europea, considerata incostituzionale, il procedimento è identico? Assolutamente sì. Se una tale cosa accadesse succederebbe un caso molto interessante e particolare, perchè creerebbe un forte crash a livello giuridico. Secondo l'articolo 10 della Costituzione: “ L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.” Secondo l'articolo 11 della Costituzione: “ L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo” Nel caso in cui esistesse una normativa comunitaria in contrasto con la nostra Costituzione, è la nostra Costituzione a prevalere, perché la nostra Costituzione è stata redatta in sintonia con la “Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali”, redatta il 4 novembre del 1950. La Convenzione Europea: I comma dell' articolo 8 - Diritto al rispetto della vita privata e familiare sancisce che: “ Ogni persona ha diritto al rispetto della vita privata e famigliare, del suo domicilio, e della sua corrispondenza” Che contrasto può sorgere tra l'articolo 21 della Costituzione e l' articolo 8 della Convenzione Europea? Va sottolineato come l'articolo 21 non vada inteso solo come libertà di espressione, ma anche come diritto di informazione, ossia di essere informati, diritto di cui tutti dobbiamo godere (in molti paesi del mondo i media sono controllati, come in Cina e in Arabia). Quindi l'articolo 21 va inteso sia come libertà di esprimersi che come diritto di poter essere informati. Ma questa libertà cozza con il diritto alla riservatezza e all'identità personale, nonché con la protezione dei dati personali. Cosa ha dunque fatto l'ordinamento giuridico? L'ordinamento giuridico, sulla base di questi due diritti fondamentali, si è dovuto adattare, da un lato sviluppando una normativa che protegga la libertà di espressione e di essere informati, dall'altro sviluppando invece una normativa che sia in grado di tutelare il singolo individuo e la sua privacy. Posso scrivere di tutto e di tutti, oppure no? Da qui nasce un sottogruppo che è il diritto alla protezione dei dati personali che va inteso come diritto autonomo rispetto al diritto alla riservatezza. Il diritto alla protezione dei dati personali va inteso come una garanzia per chiunque di noi di vedere tutelate le informazioni che ci riguardano, affinché si assicuri che il loro trattamento da parte dei soggetti titolari, si svolga nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali dell'individuo. Cosa vorrà dire? Cosa sono i dati personali? Generalità del cittadino: nome, cognomi, età, dati sensibili( sanitari). Esistono informazioni che quotidianamente noi forniamo a soggetti terzi (banche, società telefoniche, etc) che noi dobbiamo autorizzare al trattamento dei nostri dati, in quanto questi sono di estremo valore commerciale per le aziende e per il sistema economico in generale. La legge italiana basata sulla Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali ci protegge a livello di privacy. Negli U.s.a il concetto di privacy è un concetto nuovo, degli ultimi anni, e quindi anche il suo trattamento è diverso rispetto alla normativa adottata nell'Unione Europea, dove invece tra i valori fondamentali c'è appunto quello del diritto alla riservatezza! CASO I Se io sono un giornalista posso pubblicare il nome e il cognome di una persona? Quello che fa la normativa ci dice come e quando pubblicare i dati personali. La normativa sulla protezione dei dati personali non rappresenta un limite alla libertà di informazione, ma stabilisce solo dei precisi confini alla libertà di informazione. Secondo il diritto un giornalista , per poter diffondere i dati personali, deve attenersi ai seguenti punti: 1. Verità dei fatti 2. Essenzialità dell'informazione 3. Interesse pubblico della notizia Ma proprio perché ex art 21 non esiste solo il diritto a essere informati, ma anche il diritto di informare, il legislatore adotta un approccio più favorevole nei confronti della normale disciplina dell'informazione e quindi riconosce alcune deroghe alle legislazione sulla privacy, di modo che l'attività giornalistica possa essere espletata. Questo è il motivo per cui molti adempimenti, riconosciuti e sanciti nella convenzione europea per il trattamento dei dati personali, quando siamo nell'ambito giornalistico non vengono richiesti; ovviamente sono tipizzati e rientrano nei tre requisiti precedentemente enucleati. Fin quando ci sono questi tre requisiti il giornalista non si deve preoccupare. Nel caso uno dei tre requisiti non sia rispettato la responsabilità cade sia sul giornalista che sul direttore. Come possiamo definire pubblico un personaggio? Quando una notizia suscita interesse pubblico? Questa è una discriminante molto importante, c'è un assioma che identifica il personaggio pubblico con il pubblico interesse, ecco perché magari si arriva a pubblicare estensivamente articoli o foto riguardanti anche amici, parenti, figli di un personaggio pubblico. Ricordiamo che la stampa non può essere soggetta né a AUTORIZZAZIONI (prima) CENSURE (dopo) Il concetto di libertà di stampa inizia a svilupparsi già nel 1700 come posizione giuridica soggettiva garantita da illecite interferenze da parte di soggetti pubblici così come da soggetti privati. È nel medesimo periodo che prende forma l'idea di STATO LIBERALE = possiamo proprio dire che la libertà di stampa è uno di quei cardini che fa modificare il rapporto sia tra i diversi poteri pubblici, sia il rapporto tra stato e cittadino. In U.K. già nella seconda metà del 1600 s'introduce il concetto di libertà di manifestazione di pensiero. La libertà di manifestazione del pensiero è il progenitore della libertà di stampa. Sempre qui in Inghilterra nello stesso periodo si delinea un principio fondamentale ancora oggi, ossia quello dell' IMMUNITA' PARLAMENTARE= ossia il soggetto che siede in parlamento non è perseguibile per ciò che esprime nell'esercizio del suo ufficio. Solo nel secolo successivo la libertà di espressione sarà riconosciuta a un più ampio ambito di cittadini e non solo a coloro che siedono in parlamento. Abbiamo già parlato del I emendamento americano della Costituzione americana: I. Congress shall make no law respecting an establishment of religion, or prohibiting the free exercise thereof; or abridging the freedom of speech, or of the press; or the right of the people peaceably to assemble, and to petition the Government for a redress of grievances. Il Congresso non può fare leggi rispetto ad un principio religioso, e non può proibire la libera professione dello stesso: o limitare la libertà di parola, o di stampa; o il diritto delle persone di riunirsi pacificamente in assemblea, e di fare petizioni al governo per riparazione di torti. CASO II Ricordiamo che nonostante siano trascorsi molti anni dalla promulgazione della Costituzione americana1 i giudici hanno sempre teso a un'interpretazione estensiva, con particolare riguardo a questo I emendamento Ricordiamo il caso Tinker vs Des Moines del 1969, caso per il quale il preside di una High School statunitense aveva impedito l'entrata in classe ad alcuni studenti che portavano al braccio delle fasce nere (black armbrands) in segno di protesta alla guerra del Vietnam, sospendendoli, poiché la scuola aveva emanato un'ordinanza che impediva di presentarsi inneggiando contro la guerra in Vietnam. In tal caso la Corte Suprema dichiarò la basilarità del I emendamento “in quanto diritto fondamentale, e ben difficilmente lo studente e l'insegnante avevano lasciato il loro diritto di libertà espressione – free speech, (o meglio free exercise clause, in quanto quiet and passive and not distruptive) – al di fuori della scuola” Questa tipologia di diritto si rifà al cosidetto GIUSNATURALISMO = per cui la libertà di espressione è un diritto preesistente alla costituzionalizzazione stessa, c'è quindi un DIRITTO NATURALE, non suscettibile di limite alcuno. La Costituzione americana è giusnaturalista. L'unico limite al I emendamento, così come avviene nella Costituzione italiana, può essere un altro diritto contenuto esso stesso all'interno della stessa costituzione americana (tipizzato e quindi scritto all'interno della carta costituzionale statunitense) e quindi espressione di istanze fondamentali: in questo caso il giudice opererà tramite un balancing test2. In contrasto con l'approccio statunitense troviamo invece quello francese, di stampo positivista. POSITIVISMO = ancora i diritti di libertà ad un dato normativo, le libertà sono dunque quelle che la legge riconosce come tali e quindi scritte. 1 La Costituzione degli Stati Uniti è la legge suprema degli Stati Uniti d'America, ed è tra le più vecchie costituzioni nazionali scritte ancora in uso (la più vecchia è quella della Serenissima Repubblica di San Marino, in uso dal 1600). Venne completata il 17 settembre 1787, con la sua adozione da parte della Convenzione costituzionale a Philadelphia, e venne successivamente ratificata da speciali "Convenzioni" convocate a tale proposito in ognuno dei tredici stati esistenti all'epoca. Entrò in vigore nel 1788, ed è servita da modello per diverse costituzioni adottate da altre nazioni. A balancing test is any judicial test in which the jurists weigh the importance of multiple factors in a legal case. Proponents of such tests argue that they allow a deeper consideration of complex issues than a brightline rule can allow. But critics say that such tests can be used to justify any conclusion which the judge might decide upon. In the United States (US), many legal issues which had previously been considered settled by the imposition of bright-line tests through Supreme Court precedents have been replaced by balancing tests in recent years. 2 La libertà di parola si basa sulla PRIMA COSTITUZIONE francese, quella del 1791, che seguiva di poco la DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELL'UOMO DEL CITTADINO (3 novembre 1789) La libertà di espressione si basa sui seguenti pilastri. 1. Libertà di parola; 2. Divieto di ogni forma di intervento preventivo in chiave di limitazione del suo esercizio; 3. Riserva del legislatore(riserva di legge) del compito di dare una definizione di abuso nell'esercizio della libertà di stampa, cui ancorare l'intervento solo repressivo deciso dal giudice (riserva di giurisdizione); Il legislatore può quindi definire il limite dell'abuso di tale esercizio (se travalichiamo il limite di un diritto importante tanto quanto lo stesso diritto della libertà di stampa), solo tramite casi specificati dallo stesso legislatore (creazione della norma). Solo se questi casi specificati dal legislatore sussistono può allora intervenire il giudice e decidere se è il caso di infliggere la punizione e quale, solo poi può intervenire la polizia. Il giudice parte quindi dalla fattispecie (dalla norma) che poi applica al caso concreto. In Italia si è dovuto attendere il 1848 quando si adottò lo Statuto Albertino; l'articolo cardine per noi scienziati della comunicazione e l'articolo 28 che sanciva: “ La Stampa sarà libera, ma una legge ne reprime gli abusi” Questo articolo è compatibile con i principi cardine della libertà di espressione delineati dalla carta costituzionale francese? I principi cardine francese sono sicuramente più specifici dell'articolo 28 dello Statuto Albertino, ma in sostanza non c'è una vera e propria incompatibilità, semmai si potrebbe parlare di ampiezza ed estensività di interpretazione. In realtà va sottolineato come l'articolo 28 prosegua dicendo inoltre che: “ Tuttavia le bibbie, i catechismi, i libri liturgici e di preghiere non potranno essere stampati senza il preventivo permesso del Vescovo” Questo significa che vi è un implicito riconoscimento al divieto di intervento preventivo, tranne che per i libri liturgici. Questa riserva di legge è diversa da quella odierna, in quanto i soggetti che potevano sedere in Parlamento erano una minoranza, e quindi non una reale rappresentanza di tutta la popolazione. Parallelamente allo Statuto Albertino viene introdotto, con Il REGIO DECRETO 695/ 1848, l'EDITTO sulla STAMPA. Lo scopo era quello di permettere un più libero svolgimento dell'imminente campagna per l'elezione della Camera dei Deputati. I principi cardine dell'EDITTO REGIO sulla STAMPA sono: 1. Introduzione del divieto di ogni forma di censura preventiva; 2. Definizione dei reati a mezzo stampa; 3. Predisposizione di meccanismi sanzionatori diretti a dar corpo all'intervento repressivo dei pubblici poteri. Reati a mezzo stampa 1. 2. 3. 4. 5. Ogni forma di contestazione dell'autorità costituzionale del re e delle camere; Offese contro la religione dello Stato Offese contro gli altri culti e il buon costume Offese contro la persona del re, contro i sovrani e i capi di governo stranieri La rivelazione di segreti di Stato, a tutela della sicurezza esterna del medesimo. La pena era di competenza del magistrato d'appello, accompagnato da un giudice di fatto, ossia una giuria popolare cui spettava il compito di un verdetto, una volta riunitasi in camera di consiglio. Le caratteristiche che possiamo desumere da questo EDITTO sono 3. 1. Divieto di censura preventiva; 2. Configurazione del ruolo dei pubblici poteri in chiave esclusivamente repressiva degli eventuali abusi nell'esercizio della libertà di parola; 3. Vi era una riserva al giudice coadiuvato da rappresentanti della comunità sociale del potere di applicare le relative sanzioni. La libertà di stampa come sappiamo è un potente strumento, anche di controllo politico e proprio per questo motivo – successivamente all'EDITTO REGIO sulla STAMPA - vengono introdotte delle leggi di polizia che vanno a porre sotto controllo i soggetti che intendono pubblicare delle notizie. 1) Si prevedeva di conseguenza una comunicazione alla segreteria di Stato all'avvio della pubblicazione periodica in chiave autorizzatoria, e non come mero obbligo notiziale. OBBLIGO NOTIZIALE = è una mera informazione all'autorità dello stato relativa alla mia intenzione di pubblicare. OBBLIGO AUTORIZZATORIO = lo Stato va informato della mia pubblicazione periodica e dovrà darmi l'autorizzazione alla pubblicazione o meno. 2) Utilizzo del sistema del sequestro (di polizia) indipendentemente dal successivo accertamento di eventuale responsabilità penali; 3) Estensione della responsabilità dei reati a mezzo stampa per l'editore. Queste leggi vengono introdotte dopo l'EDITTO, e vediamo quindi come è vero che esista l'articolo 28, ma come tra l'altro il Parlamento fosse espressione di pochi, da qui la facilità di introdurre le leggi di polizia. La libertà di stampa come possiamo vedere è molto connessa al periodo storico a cui si fa riferimento. Troviamo infatti che vi sarà anche un' introduzione della licenza di polizia per le affissioni di cartelloni. Inoltre verso la fine del 1800 nel processo di riconoscimento di come sia pericoloso consentire una libertà di stampa indiscriminata, il governo Pelloux, che con un disegno di legge chiamato “AGGIUNTA E MODIFICAZIONI ALLE LEGGI DI PUBBLICA SICUREZZA SULLA STAMPA”va a inasprire le pene sui reati a mezzo stampa, attribuendo dei poteri decisionali e censori al giudice. Inasprimento delle pene sui reati a mezzo stampa: si attribuisce al giudice il potere di far sospendere fino a 3 mesi la pubblicazione di un periodico che sia stato condannato per 2 volte consecutive; attribuzione al giudice del potere di imporre allo stampato una censura preventiva, impedendo la distribuzione dello stampato stesso, e parallelamente introducendo l'obbligo per ogni stampato di essere preventivamente depositato presso l'autorità giudiziale. Sarà poi nel 1906 con Giolitti (legge 278) con cui si sancisce il divieto di sequestro da parte dell'autorità pubblica (ossia la polizia) di stampati, senza previa condanna da parte dell'autorità giudiziaria. Si può sequestrare uno stampato con la legge 278 di Giolitti? Sì, si può sequestrare uno stampato solo dopo la condanna da parte dell'autorità giudiziaria. Grazie a Giolitti il pendolo in favore della libertà di stampa si stava allargando, ma con l'avvento della I GUERRA MONDIALE fu redatta la legge 83/ 1915: Vieta la pubblicazione di notizie aventi carattere militare. Il solito problema è che creando una legge dalle maglie troppo larghe si può dar adito a interpretazioni molto diverse, a volte contrastanti.