Intercom. L’INFORMATIVO DELLO STUDENTATO CAVANIS. ROMA 1 INTERCOM Informativo dello Studentato Internazionale Cavanis. Anno IV. No. 31. novembre del 2005. Roma, via Orazio Pierozi 37. www.cavanis.org Editoriale. UNA VITA TOTALMENTE PER DIO E PER GLI ALTRI Nel prossimo mese di novembre (23-25) i Superiori Generali riuniti in Assemblea semestrale rifletteranno sul tema della “Fedeltà Vocazionale” nella vita consacrata. Tutti i religiosi sono invitati a partecipare con la preghiera e la riflessione personale a questo momento di ricerca e di ascolto della Parola del Signore per affrontare la fragilità vocazionale e la fatica gioiosa della perseveranza, fino alla fine della vita. Lo Spirito Santo cosa dice e cosa si aspetta dalla vita religiosa? Per aiutare nella riflessione segnalo alcuni pensieri di Frère Roger Schutz, fondatore e priore della Comunità ecumenica internazionale di Taizè (Saone-etLoire, Borgogna, Francia), ferito mortalmente con un coltello da una giovane romena di trentasei anni, Lumina Solcan, martedì 16 agosto 2005, durante la preghiera dei Vespri nella chiesa della Riconciliazione, davanti a duemilacinquecento persone. Frère Roger è morto alle 21 dello stesso giorno, all’età di novant’anni. Con la stessa esistenza, la comunità di Taizè continua ad essere segno di riconciliazione fra i cristiani divisi, fra i popoli separati e costituisce quella che Frère Roger chiamava “una parabola di comunione”. Da decenni Taizè è uno dei centri di rinnovamento spirituale per decine di migliaia di giovani provenienti da tutte le parti del mondo. Ecco i pensieri di Frère Roger: 1. In ciascuna delle nostre vite c’è un mistero. Quale mistero? Dio è presente al centro della nostra anima. Sì, Dio abita le nostre profondità. Dio è invisibile e non si impone mai. Però egli dice a ciascuno: anche se la tua fede è umile e fragile, osa seguire il Cristo, in Lui il tuo cuore troverà la vita. 2. Dio si fida totalmente di noi ed ha una chiamata per ciascuno. Cerchiamo quello che Dio vuole da noi. Qual’è la chiamata di Dio? Ci invita ad amare come egli ama. E non c’è amore più profondo di quello di arrivare fino al dono di sé, per Dio e per gli altri. Cercando di rispondere a questa chiamata, riusciamo a capire che il suo Vangelo può trasformare e il nostro cuore e la nostra vita. Il desiderio di Dio non è forse quello di essere viventi in comunione con lui e con gli altri esseri umani? 3. E’ possibile resistere tutta una vita in una chiamata a seguire il Cristo? Leggendo il Vangelo, scopriamo che Dio, che ci invita ad amare, apre per noi un cammino. Su questo cammino Dio ci dona di non fermarci lungo la strada e di non guardare indietro. Anche quando dimentichiamo la presenza di Dio in noi, lui non ci dimentica. Per resistere lungo tutta l’esistenza, Dio ci fa dono in ogni momento di riprendere coraggio. Il suo Vangelo porta in sé una tale speranza che sempre possiamo riprendervi slancio. 4. Durante la vita spesso appaiono esitazioni e anche dubbi. Allora possiamo dire a noi stessi: và avanti! Ricordati che l’inquietudine non porta da alcuna parte. Lungo tutta la nostra esistenza, è possibile riscoprire nello Spirito Santo la freschezza della chiamata. Sempre di nuovo Dio vuol darci chiarezza dell’anima che rende tutto semplice e trasparente. 5. A chi aspira a dare la sua vita per Dio e per gli altri, vorrei dire: Tu che avverti una chiamata interiore, correrai il rischio di fidarti del Vangelo? Rimani nella semplicità e nella gioia, la gioia dell’amore del prossimo. Dio ti ama come suo unico e ti darà da vivere la comunione con lui. Lì sta la sorgente della gioia. 6. Nel silenzio del tuo cuore, il Cristo mormora: non ti lascerò mai solo, ti manderò lo Spirito Santo, resterà sempre con te. Intercom. L’INFORMATIVO DELLO 7. Chi cerca di rispondere a una chiamata di Dio per tutta l’esistenza, può far sua questa preghiera: “Spirito Santo, anche se nessuno sembrerebbe fatto per realizzare un sì per sempre, tu vieni ad accendere in me un focolare di luce. Illumina le esitazioni e i dubbi, nei momenti in cui il sì e il no si scontrano. Spirito Santo, tu mi permetti di accettarmi con i miei limiti. Se c’è in me una parte di fragilità, la tua presenza venga a trasfigurarla”. Ed eccoci portati all’audacia di un sì che ci conduce molto lontano. Questa sì è una limpida fiducia! Questo sì è amore di ogni amore. 8. Senza sosta o Cristo mi interpelli e mi domandi: “Tu chi dici che io sia?” Tu sei colui che mi ama fino alla vita che non finisce. Tu mi apri la via del rischio, Tu mi precedi sul cammino della santità, dove felice è colui che muore d’amore, dove il martirio è l’ ultima risposta. Il no che è in me lo trasfiguri giorno per giorno in un sì. Tu mi chiedi non qualche briciola ma tutta l’esistenza. Tu sei colui che giorno e notte prega in me senza che io sappia come. I miei balbettii sono preghiera: chiamarti con il solo nome di Gesù riempie la nostra comunione. Tu sei colui che ogni mattino mi mette al dito l’anello del figlio prodigo, l’anello della festa. Tu mi ripeti: vivi quel poco che hai capito del Vangelo. Annunzia la mia vita agli uomini. Accendi un fuoco sulla terra…Tu seguimi…E, un giorno l’ho capito: tu volevi la mia scelta senza ritorno. 9. Che cosa Dio si aspetta da me? Leggendo il Vangelo ecco che arriviamo a comprenderlo. In ogni situazione, Dio ci chiede di essere riflesso della sua presenza. Ci invita a rendere la vita bella a coloro che lui ci affida. STUDENTATO CAVANIS. ROMA 2 10. La nostra vita non è sottomessa alla fatalità o al destino, ma la nostra vita è una risposta alla chiamata di Dio, cioè una vocazione. Dio non ci chiama a essere passivi, né a subire gli avvenimenti. Dio ci invita ad essere creativi. Ed ecco che nella fiducia di Dio è possibile essere creativi anche quando ci sono delle prove. 11. Nella vita di comunità la bontà del cuore è un valore inestimabile. E’ forse uno dei più limpidi riflessi della bellezza della comunione. “Comunione” è uno dei nomi più belli della Chiesa: in essa non vi possono essere rigidità reciproche ma solamente la limpidezza della bontà del cuore, la compassione…e si aprono le porte della santità. Questi pensieri di Frére Roger sono stati, in generale, comunicati ai giovani perché possano sentire e vivere la vita come una chiamata, una vocazione. A noi religiosi che abbiamo risposto a una chiamata e che vogliamo essere fedeli fino alla fine possono servire per dire: che fatica diventare migliori…ma nonostante la fatica è possibile arrivare fino alla fine! Perseveranza è non stancarci mai di diventare migliori, di crescere fino alla “perfetta statura del Cristo”. Il male che facciamo, a volte, non ci attira tante persecuzioni e tanto odio, quanto ce ne procurano le nostre buone qualità. Dobbiamo, però, stare attenti che le nostre virtù spesso non siano solo dei vizi mascherati. Siamo chiamati a seguirLo fino alla fine nella sincerità del cuore. In fondo quello che il Signore chiede a ciascun religioso, per dargli il dono della perseveranza fino alla fine, è la sincerità che è il contrario di ogni doppiezza e slealtà. Non la sincerità che si rivela a volte come ingenuità, dabbenaggine o imperizia e immaturità. Ma la sincerità quella dell’essere veritieri nella condotta e nella parola ossia la saggezza e l’interiorità. P. Diego Spadotto