Indicazioni per la conservazione del pioppo nero in Comune di Venezia (o per la sua corretta sostituzione) Le associazioni AmicoAlbero e Lipu sul “problema dei pioppi”. Sui pioppi si sente dire di tutto in questi tempi e pare che nel nostro Comune i pioppi siano diventati il nemico pubblico numero 1. In Italia le specie di pioppi endemiche sono 3 il pioppo nero, il pioppo bianco e il pioppo tremulo. Nella nostra città il pioppo bianco e il tremulo sono quasi assenti. Il problema riguarda soltanto il pioppo nero. Le allergie che in questo periodo affliggono molte persone non sono minimamente imputabili ai pioppi o ai salici: i pappi che si vedono volare in tutta la città non sono pollini come molti sostengono ma sono il frutto della pianta, l’impollinazione del pioppo nero avviene tra marzo e aprile (R. Gellini e P. Grossoni “Botanica forestale” edizioni Cedam). I frutti compaiono e sono molto evidenti nel periodo in cui gli invisibili pollini delle graminacee e della parietaria sono presenti nell’aria, quindi si tende a dare la colpa delle allergie ai pappi dei pioppi invece che ai veri responsabili. Il pioppo nero è specie abbastanza longeva può vivere fino a 300 anni. Il legno è fragile e gli accrescimenti sono rapidi e consistenti (R. Gellini e P. Grossoni, ibidem), caratteristiche queste che non lo rendono adatto alle alberature stradali, la sua maestosità lo rende piuttosto adatto all’ombreggiamento di ampi spazi aperti come parchi e prati. La consistente presenza di pioppo nero nelle strade e nei parchi di Mestre deriva da una passata gestione non troppo lungimirante del verde pubblico nel Comune di Venezia. Il pioppo nero in alcuni casi va decisamente sostituito, in modo programmato ed intelligente. Si possono fare dei doverosi distinguo, in primo luogo i pioppi neri sono di due tipi ben distinti, il primo tipo è il cosidetto pioppo cipressino, con chioma fastigiata, il secondo tipo è il pioppo nero con chioma espansa. I pioppi dei due tipi sono stati posizionati lungo viali pedonali e strade trafficate e in spazi aperti. Nel caso di alberature che costeggiano strade con traffico veicolare il consiglio che danno AmicoAlbero e Lipu è quello di procedere ad una sostituzione del pioppo nero, sia esso cipressino o normale. La sostituzione deve però tener conto del fatto che non si può cambiare una pianta che può raggiungere i 40 metri di altezza (come è il pioppo nero) con alberature molto più modeste in dimensioni, come sono le varietà di rosacee usate in questi anni (malus spp. pyrus spp. prunus spp.): dove si può è doveroso prevedere piante che abbiano le stesse dimensioni, o di poco inferiori: il pioppo bianco, il pioppo tremulo, il platano ibrido o l’olmo campestre. Il pioppo bianco è il più adatto a sostituire il pioppo nero dove le dimensioni del luogo lo consentono, l’accrescimento è veloce e il legno offre ottime garanzie di resistenza, inoltre a differenza del pioppo nero sopporta lunghi periodi di allagamento sulle radici, caratteristiche simili le presentano sia il platano ibrido che l’olmo campestre, il pioppo tremulo invece resta una pianta più piccola, raggiunge al massimo i 25 metri di altezza. Dove non ci fosse lo spazio per utilizzare il pioppo bianco e le altre piante di grandi dimensioni si può prendere in considerazione la sostituzione del pioppo nero con tutta una serie di alternative molto efficaci. Il noce per esempio garantisce un legno di straordinaria robustezza e grande longevità, inoltre non diviene mai una pianta enorme. Dove ci fosse lo spazio di almeno 3 metri di terreno nell’aiuola si possono piantare i bagolari. Per motivi estetici e comunque con legno resistente anche i ciliegi possono essere dei validi sostituti. Infine come sostituto del pioppo nero ma con dimensioni più contenute rispetto a questo e altrettanto adatto a vivere nel nostro clima c’è l’acero campestre. Dove invece il pioppo nero può restare, nei parchi, si può pensare ad abbassarne le altezze in particolare il trattamento risulterà utile sui pioppi cipressini dei viali. L’operazione deve essere disposta ed eseguita da personale adatto, in modo da non rovinare le piante e non renderle particolarmente aggredibili da patogeni. Ogni 3 anni circa l’operazione deve essere rinnovata per mantenere sempre i pioppi ad altezze accettabili.