LaNostraTelevisioneEIlTabernacolo

Comunità “Eccomi, manda me!”
Cellule di Evangelizzazione
1° Incontro - settimana dal 22 al 28 Settembre 2014
La nostra televisione è il tabernacolo
La Parola di Dio
“Guardate a lui e sarete raggianti, non saranno confusi i vostri volti.” (Sal 33,6)
“Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a
questo scopo con ogni perseveranza.” (Ef 6,18)
Riflessione
Cari fratelli e sorelle,
un giorno una suora di clausura carmelitana rispondendo ad un giornalista che gli chiedeva se nel
monastero avessero la televisione rispose: La nostra televisione è il tabernacolo.
Questa affermazione ci fa riflettere sull’importanza che ha nella vita di ogni uomo, e nella vita del
cristiano il sostare alla presenza del Signore. Gesù nella sua Parola lo ha rivela in maniera chiara, con
insistenza. Stare ai piedi del Maestro è l’essenziale, la parte migliore che non ci sarà tolta. Stare ai piedi
del maestro ci fa vedere Dio, noi stessi e gli altri con uno sguardo reale, con lo sguardo di Dio.
La televisione è uno strumento di comunicazione potente, così come internet, ecc. Ma è uno strumento e
come tale può essere utilizzato bene o male. Dalla televisione e da ogni altro strumento di comunicazione
può uscire il bene che edifica o il male che distrugge e appesantisce il nostro cuore e la nostra vita.
All’inizio di questo nuovo anno vogliamo ricominciare dalle fondamenta. Il fondamento è la nostra vita
spirituale, di preghiera, di adorazione, di intimità con il Signore. Possiamo farci questa domanda? Quanto
tempo dedico alla preghiera nella giornata? Ho dei momenti fissi riservati al dialogo con Gesù?
E’ fondamentale avere un piano di vita spirituale. Non può essere lasciato al caso ciò che è essenziale
nella vita. La preghiera non può essere ridotta alla cenerentola delle nostre giornate. E’ necessario avere
una strategia, degli impegni equilibrati, raggiungibili, ma fissi da vivere con perseveranza e costanza
accompagnati da un desiderio continuo di Dio che è la preghiera continua.
Ma per arrivare alla preghiera continua, bisogna fermarsi giornalmente e stare con Gesù. La nostra vita
spirituale è una relazione reale con una persona, anzi con Tre: Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.
Quando ho delle cose importanti da dire a qualcuno, mi fermo, mi siedo e lo guardo negli occhi, non lo
faccio correndo, o mentre sono preso da altre cose. Ora Gesù ha sempre qualcosa da dirci di importante
ogni giorno, ma spessissimo non può dircele perché siamo presi da altre cose e corriamo.
Per vivere la realtà profonda e vera della nostra vita e del mondo intero la televisione non basta. Posso
ascoltare mille telegiornali al giorno, mille fatti di cronaca o di politica, ma se non ho il tempo per
ascoltare Dio sarò sempre fuori dalla realtà. Viceversa se ho un tempo importante in cui ascolto Dio allora
mi basterà poco per entrare nella vita del mondo intero e nella realtà che si nasconde dietro le notizie e i
fatti e avrò il discernimento per usare la televisione e qualsiasi altro strumento multimediale in maniera
corretta e per il bene personale e del mondo intero.
Il cristiano è un uomo che vive con i piedi a terrà ma con lo sguardo rivolto al cielo. Il cristiano è un
uomo che incarna la sua fede in questo mondo, camminando insieme agli altri uomini ma diventando per
loro sale e luce della terra.
Noi abbiamo un tabernacolo sempre aperto, la chiesa di San Vito, e da quest’ anno una altra cappellina a
Marina di Ragusa oltre quella di Comiso, dove attingere dall’eucaristia la forza per vivere bene la nostra
vita e per andare a portare l’amore di Dio ai fratelli.
Facciamoci questo regalo, chi non lo avesse preso ancora, accogliamo dal Signore il dono di un ora
settimanale di Adorazione Eucaristica a San Vito. E’ mio desiderio, ma penso che è il desiderio di Dio e
questo è quello che conta di più che ogni membro delle nostre cellule, giovani, adulti, ragazzi, ecc. tutti
possano avere un turno di adorazione eucaristica come segno di una vita spirituale non lasciata al caso e
come servizio ai fratelli.
Scrive Giovanni Paolo II : “Attraverso l’adorazione, il cristiano contribuisce misteriosamente alla
trasformazione radicale del mondo e alla diffusione del Vangelo. Ogni persona che prega il Salvatore
trascina dietro di sé il mondo intero e lo eleva a Dio.”
Per quanto ci è possibile partecipiamo alla S. Messa quotidiana, confessiamoci almeno una volta al mese,
facciamo un buon esame di coscienza la sera, prima di andare a letto e la mattina riserviamo almeno 15
minuti al Signore.
Questo è il fondamento della casa, da questo vogliamo ripartire verso i fratelli e il mondo intero. Attenti a
non perdere mai la vita spirituale personale e comunitaria, vigilate e pregate. Gesù ha detto state sempre
pronti con la cintura ai fianchi e la lucerna accesa. E ora di svegliarci dal sonno e di ridestare
l’entusiasmo, la fede, la gioia del vangelo, l’urgenza di servire, amare e salvare i fratelli e il mondo intero.
Quello che noi chiamiamo “evangelizzazione” parte sempre dalla preghiera, passa al servizio fatto di
sacrificio e di rinnegamento che si apre alla gioia del dare più che ricevere e poi sfocia nell’annuncio
esplicito di Gesù e nell’esperienza di una comunità significativa di fede dove si può toccare con mano
Gesù che cammina in mezzo a noi.
Scrive Papa Francesco:
82. Il problema non sempre è l’eccesso di attività, ma soprattutto sono le attività vissute male, senza le
motivazioni adeguate, senza una spiritualità che permei l’azione e la renda desiderabile. Da qui deriva
che i doveri stanchino più di quanto sia ragionevole, e a volte facciano ammalare. Non si tratta di una
fatica serena, ma tesa, pesante, insoddisfatta e, in definitiva, non accettata.
83. Così prende forma la più grande minaccia, che « è il grigio pragmatismo della vita quotidiana della
Chiesa, nel quale tutto apparentemente procede nella normalità, mentre in realtà la fede si va logorando
e degenerando nella meschinità ». Si sviluppa la psicologia della tomba, che poco a poco trasforma i
cristiani in mummie da museo. Delusi dalla realtà, dalla Chiesa o da se stessi, vivono la costante
tentazione di attaccarsi a una tristezza dolciastra, senza speranza, che si impadronisce del cuore come «
il più prezioso degli elisir del demonio ». Chiamati ad illuminare e a comunicare vita, alla fine si lasciano
affascinare da cose che generano solamente oscurità e stanchezza interiore, e che debilitano il
dinamismo apostolico. Per tutto ciò mi permetto di insistere: non lasciamoci rubare la gioia
dell’evangelizzazione! (Evangeli Gaudium)
Affidiamo alla Beata Vergine Maria, stella dell’evangelizzazione e Madre della speranza il nuovo anno,
perché possiamo vivere la libertà dei figli di Dio e rispondere con fedeltà ed entusiasmo alla nostra
chiamata. Amen