Il ruolo dello stato nell’economia La fiction televisiva su Enrico Mattei ha acceso le luci della ribalta su un autorevole esponente della sinistra dc che, negli anni cinquanta, ha osato sfidare le “sette sorelle”, ha sostenuto il primo centrosinistra con l’apertura storica ai socialisti, ha costruito con l’ ENI un ruolo positivo dello Stato nell’economia, dando vita ad un colosso dell’energia che, ancora oggi, crea posti di lavoro e ricchezze per il Paese. Accusato di “cattocomunismo” con La Pira soprattutto per la vicenda Nuova Pignone, ha proposto un’interpretazione sociale del capitalismo, contro il conservatorismo della Destra e della Confindustria, con una funzione riequilibratrice della Stato. Per i paradossi della storia, “L’uomo che guardava al futuro” è andato in onda su RAI Uno contestualmente alle notizie sull’accordo storico Fiat-Chrysler stipulato da Sergio Marchionne, l’emigrato abruzzese in Usa e Canada che ha “terremotato” l’industria mondiale dell’auto, e Barak Obama , il presidente della svolta, il democratico che ha abbandonato il primato della speculazione finanziaria (Bush-Greespan) per affermare l’intervento pubblico dello Stato a sostegno del lavoro e dell’industria. Oggi la Casa Bianca segue la politica economica di Enrico Mattei : interviene massicciamente nell’economia per evitare che la crisi mondiale colpisca soprattutto i lavoratori e i ceti più deboli; fa quindi sorridere il tentativo di Berlusconi di “accaparrarsi” l’intesa Torino-Detroit quando sino a ieri i suoi ministri, da Sacconi a Brunetta, “sparavano contro gli aiuti alla Fiat (ad oggi il governo ha varato soltanto gli eco-incentivi per le auto non inquinanti, ma non ha speso un euro per una politica industriale che dia garanzie a tutta l’economia dell’auto e del suo indotto, con un’occupazione diretta ed indiretta di 200.000 persone). La ricetta “liberista” viene duramente sconfitta dall’accordo Marchionne-Obama (il nuovo cda Chrysler vedrà in maggioranza i governi Usa e Canada, mentre il pacchetto azionaria sarà in maggioranza nelle mani del sindacato dei lavoratori, con una svolta copernicana), come ieri l’arroganza delle “sette sorelle” petrolifere venne sconfitta dal coraggio di Enrico Mattei, che determinò anche una politica di pace verso il MedioOriente, con grandi interpreti Fanfani e Moro. Nei tempi culturali di Nietzche (e del suo grande elogio di chi dimentica) la lezione politica ed economica di Enrico Mattei permane di assoluta attualità, anche se la sinistra dc (oggi nel PD) è troppo timorosa di sottolineare le sue giuste scelte per il Paese e la democrazia, politica ed economica. Mario Berardi