Capitolo 7
1) Un’impresa intenzionata a operare in un mercato estero caratterizzato da basso potenziale di
vendita, tassi di crescita contenuti, alte barriere tariffarie, elevata distanza psichica, alti costi di
produzione, e un sistema distributivo frammentato, avrà convenienza a operare tramite:
a. Importatore
b. Joint venture produttivo-commerciale
c. Accordo di licensing
d. Filiale commerciale
2) Un’impresa che produce prodotti a elevato contenuto tecnologico ed è intenzionata a entrare in
un mercato estero caratterizzato da basso potenziale di vendita, tassi di crescita contenuti, alte
barriere tariffarie, una forte preferenza per prodotti di origine interna e bassi costi di produzione,
avrà convenienza a operare tramite:
a. Importatore
b. Rete di agenti
c. Accordo di licensing
d. Filiale commerciale
3) Un’impresa che produce un prodotto che richiede un forte adattamento e un elevato contenuto di
servizio post-vendita, ha elevate risorse finanziarie, ed è intenzionata a entrare in un mercato
estero caratterizzato da basso rischio politico, un elevato potenziale di vendita, un’elevata
distanza geografica, e bassi costi di produzione, avrà convenienza a operare tramite:
a. Importatore
b. Joint venture commerciale
c. Accordo di licensing
d. Filiale produttivo-commerciale
4) I modelli organizzativi per l’internazionalizzazione delle imprese basati sulla gerarchia sono:
a. Il modello con dipartimento dedicato all’export, il modello con divisioni di prodotto, il
modello con divisioni geografiche, il modello a matrice, il modello transnazionale
b. Il modello funzionale, il modello con dipartimento dedicato all’export, il modello con
divisione internazionale delle vendite, il modello con divisioni di prodotto, il modello con
divisioni geografiche, il modello a matrice
c. Il modello piramidale, il modello con dipartimento dedicato all’export, il modello con
divisioni di prodotto, il modello con divisioni geografiche, il modello a matrice, il modello
transnazionale
d. Il modello multi-funzionale, il modello per divisioni di prodotto, il modello per divisioni
geografiche, il modello per tipologia di clientela, il modello a matrice, il modello
transnazionale
5) La struttura organizzativa con divisioni di prodotto:
a. È adottata da imprese che vendono un numero contenuto di prodotti, su un numero elevato di
mercati fortemente disomogenei fra loro in termini di gusti e preferenze dei consumatori
b. È adottata da imprese che vendono un numero contenuto di prodotti, standardizzati dal punto
di vista produttivo ma che richiedono un alto adattamento in termini di politiche di prezzo,
comunicazione e distribuzione sui mercati internazionali
c. È adottata da imprese che vendono prodotti standardizzati su mercati omogenei, che non
richiedono forti adattamenti delle politiche di marketing mix
d. È adottata da imprese che vendono ai clienti esteri contemporaneamente linee di prodotto
diverse fra le quali è necessario un forte coordinamento delle politiche di marketing mix
6) La struttura organizzativa a matrice:
a. È adottata da imprese che vendono sui mercati internazionali gli stessi prodotti che vendono
sul mercato domestico ma che richiedono forti adattamenti di marketing mix; la matrice è il
risultato dell’incrocio fra le linee di prodotto vendute e le combinazioni di marketing mix
adottate
b. È adottata da imprese che vendono sui mercati internazionali gli stessi prodotti che vendono
sul mercato domestico ma rivolgendoli a segmenti di mercato diversi; la matrice è il risultato
dell’incrocio fra le linee di prodotto vendute e i segmenti di mercato serviti
c. È adottata da imprese che vendono pochi prodotti su un numero contenuto di mercati ma
servendo contemporaneamente fasce di clientela diverse; la matrice è il risultato dell’incrocio
fra le linee di prodotto vendute e le fasce di clientela servite
d. È adottata da imprese che vendono molti prodotti su un numero elevato di mercati; la matrice
è il risultato dell’incrocio fra le linee di prodotto vendute e i mercati o aree di mercato servite
7) Il modello organizzativo transnazionale si caratterizza per:
a. La configurazione distribuita delle attività della catena del valore alle unità locali, che hanno
la responsabilità su più linee di prodotto contemporaneamente e operano sotto il controllo
della casa-madre
b. La configurazione distribuita delle attività della catena del valore alle unità locali, che hanno
ruoli e responsabilità differenziate in relazione all’importanza del mercato di riferimento e
alle competenze interne
c. La configurazione distribuita delle attività della catena del valore alle unità locali, alle quali è
assegnata la responsabilità su specifiche linee di prodotto che coordinano su scala globale
d. La configurazione distribuita delle attività della catena del valore alle unità locali, il cui
mandato è trasversale a più linee di prodotto contemporaneamente che gestiscono in piena
autonomia
8) Lo sfruttamento locale e la connessione globale:
a. Sono metodi di coordinamento delle attività della catena del valore su scala internazionale
b. Sono processi per lo sviluppo delle innovazioni che caratterizzano l’impresa trasnazionale
c. Sono strategie di approvvigionamento e di produzione che sfruttano i vantaggi comparati di
localizzazione offerti dai paesi nei quali l’impresa opera
d. Sono strategie competitive basate rispettivamente sullo sfruttamento di un vantaggio
competitivo locale sui tanti mercati contemporaneamente e sul conseguimento di economie di
scala ottenute mediante la centralizzazione di una o più attività all’interno di uno stesso
mercato
9) Per un’impresa che opera sui mercati internazionali, imparare a gestire le differenze culturali è
importante perché:
a. aiuta ad influenzare le decisioni della controparte nel corso di una negoziazione
b. favorisce la comunicazione e l’adattamento reciproci e di conseguenza il successo delle
negoziazioni internazionali
c. consente di anticipare le aspettative del consumatore finale nei confronti dell’impresa
produttrice
d. aumenta la capacità di persuasione dell’impresa, in particolare in presenza di scarso potere
contrattuale nei confronti della controparte
10) Le fasi di un negoziato internazionale sono:
a. L’apertura, lo scambio di informazioni, la persuasione, le concessioni, e l’accordo
b. L’avvio delle trattative, la conoscenza reciproca, la discussione delle condizioni contrattuali,
l’accordo, e la firma del contratto
c. L’apertura, l’attacco frontale, la persuasione, e l’accordo
d. L’avvio delle trattative, lo scambio di informazioni, l’accerchiamento, e l’accordo