domenica 20 settembre 2009

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DOMENICA 20 SETTEMBRE 2009
1. FONDAMENTI TEORICI E TECNICI DEL COGNITIVISMO”( Beatrice De Biasi )
2. L’APPROCCIO DI CARL ROGERS E I SUOI SVILUPPI
( Alice Maruelli )
FONDAMENTI TEORICI E TECNICI DEL COGNITIVISMO
La Terapia Cognitiva è un modello cognitivistico comportamentale. E’ un modello
direttivo usato negli approcci educativi e per percorsi brevi abbastanza contenuto e
razionale – meno emotivo - cioè che parte dal ragionamento oltre che dai vissuti.Ci
serve per aiutarci ad entrare nel mondo dell’altro ci dà una delle chiavi di lettura di
approccio all’altro.
Gli assunti PSICOLOGIA COGNITIVA sono:
1) I processi cognitivi influenzano in maniera causale i comportamenti e le emozioni; è
una influenza ricorsiva, non lineare;
2) Le reazione delle persone sono determinate dalle loro cognizioni rappresentative di
sé stessi e del mondo, piuttosto che da ciò che attualmente accade;
3) Il pensiero è un processo attivo, le persone ricercano informazioni e le costruiscono
mentalmente;
4) La comprensione dei sistemi cognitivi è di fondamentale importanza per
comprendere la psicopatologia;
Ognuno di noi interpreta gi eventi in maniera diversa . Quello che ognuno pensa di sé è
molto importante, cioè i pensieri che la persona ha su di sé.
Pensiero
→
Comportamento
La terapia R.E.T (terapia razionale-emotiva )
→
Emozioni
di A. Ellis 1962, 1967)
Una nuova discussione aperta sul confronto cioè modi di pensare su di sé che si fondano
sulla base delle proprie esperienze ma che non ha dati oggettivi
E’ un intervento educativo che permette di insegnare al cliente un metodo
La terapia RET di basa sul confronto delle convinzioni disadattive con un metodo
che consiste nella:
1. INDIVIDUAZIONE (DETECTING) delle convinzioni irrazionali che contribuiscono in
larga misura a creare i problemi emotivi del cliente;
2. DISCRIMINAZIONE (DISCRIMINATING) di tali convinzioni irrazionali dalle
convinzioni razionali del cliente;
3. DISPUTA E CONFUTAZIONE delle convinzioni irrazionali sino a quando il cliente
non capisce come potrebbe affrontarle da solo e non impara a contestarle e
abbandonarle.
MODELLO A-B-C-D-E
DEL DISTURBO EMOZIONALE:

Accade un evento scatenante (Activating);
 Il sistema di convinzioni (Belief) dell’individuo entra in gioco;
 Questi pensieri conducono a conseguenze (Consequences) emozionali e
comportamentali;
 L’operatore deve controbattere e confrontare (Disputing) le idee irrazionali;
 Ciò porterà a nuove conseguenze emotive (Emotion).
E ‘ importante portare le persone a riflettere ……l’operatore deve agire per farlo cambiare
senza forzare il cambiamento
Temperamento e Carattere Il temperamento si vede sin da piccolo , la formazione del
carattere si fa sulla base delle esperienze
CONCETTO DI AUTOEFFICACIA
(Bandura, 1973, 1977)
La persona è capace di fare una certa cosa perché ha già ottenuto risultati .
Convinzione delle proprie capacità di organizzare e realizzare il corso di azioni
necessarie per gestire adeguatamente le situazioni che si incontreranno in un particolare
contesto, in modo da raggiungere obiettivi prefissati
- esperienza diretta ( perché l’ho già fatta )
- esperienza vicaria ( vedo una persona o persone vicino della mia ètà che lo fa.
Osservo qualcuno che lo fa e mi identifico in quelle caratteristiche e penso di
poterci riuscire
-persuasione verbale cose che ci vengono dette

Stili attribuzionale /depressivi
(Seligman, 1975)
Si hanno attribuzioni:
- interne in cui la persona incolpa se stessa per tutti i fallimenti
- stabili nel tempo in cui si pensa che delle caratteristiche di un evento negativo
ormai trascorso possano rimanere e continuare a influenzare l’esistenza
- globali, le attribuzioni non riguardano solamente un’area di vita del cliente, ma tutta
la sua esistenza
Macrocategoria
Interno/esterno, Stabile /instabile, Globale/specifico
Qui siamo nella fase della depressione
le tecniche per aiutare le persone sono

Tecniche utilizzate dalla terapia cognitiva:
aiutiamo le persone a ragionare in positivo
-
testare le ipotesi
usare l’immaginazione mentale e emotiva
modeling cognitivo mettiamo in crisi il suo modo di pensare
modificare il linguaggio da negativo a positivo
tenere diari degli accadimenti, dei pensieri e delle emozioni tenere un diario
-
valutare attività per lo svago, o in modo sistematico alternative si aiuta la persona
a utilizzare meglio il tempo
esperimenti comportamentali
domande, discorsi logici, esame dell’evidenza --- piccoli esperimenti
problem solving
role playing partecipazione delle persone
compiti a casa lettere esercizi- diari
Le strategie cognitive sono utili per
 disturbi dell’umore (depressivo maggiore),
 disturbi d’ansia (generalizzata), fobie,
 panico disturbi dell’adattamento accompagnati da depressione e ansia
ERRORI COGNITIVI: sono alla base dei pensieri disfunzionali. ( modi di pensare delle
persone )
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INFERENZA ARBITRARIA: arrivare a specifiche conclusioni in assenza di
informazioni sufficienti, o ignorandone alcune contraddittorie.
ASTRAZIONE SELETTIVA: decontestualizzare un dettaglio ed utilizzarlo in
maniera indipendente
IPERGENERALIZZAZIONE: arrivare a generalizzazioni da incidenti non
rappresentativi
AMPLIAMENTO O MINIMIZZAZIONE DEGLI EVENTI: fare errori nella stima della
grandezza degli eventi
ASSOLUTIZZAZIONE E PENSIERO DICOTOMICO: ponendo gli eventi o le
esperienze in una delle uniche due categorie formate mutuamente escludentisi, si
eliminano tutte le sfumature intermedie e la possibilità di leggere gli eventi in
maniera “costruita”, dinamica
SVALUTAZIONE DEL POSITIVO: si svalutano le esperienze positive in conflitto
con la visione pessimistica della persona
LETTURA DEL PENSIERO: si pretende di sapere ciò che gli altri pensano
PREDIZIONI SUL FUTURO: ci si aspetta che eventi futuri si sviluppino in una certa
direzione, senza considerare che ciò è frutto delle paure, delle speranze e delle
aspettative della persona
ASPETTATIVE CATASTROFICHE: si anticipano gli eventi negativi come se
fossero catastrofici
RAGIONAMENTO IN TERMINI EMOTIVI: si presuppone che la propria reazione
emotiva rifletta una situazione reale
“DOVER FARE”: utilizzo del verbo “dovere” senza rendersi conto che non può
fornire la motivazione per il proprio comportamento
ETICHETTAMENTO: si danno etichette generiche evitando la peculiarità e la
specificità
PERSONALIZZAZIONE: si attribuisce a se stessi la causa di un evento esterno
anche quando le evidenze sembrano provare il contrario
Nella teoria di Beck l’obiettivo è sostituire i pensieri negativi del paziente con modalità di
pensiero più aderenti alla realtà. Essa ha i seguenti obiettivi:
1) aiutare il cliente ad individuare i pensieri assoluti, dicotomici, catastrofici
2) confrontare questo genere di pensieri con la realtà effettiva
3) mettere in discussione le credenze che sostengono i pensieri disfunzionali
4) aiutare il cliente a valutare le alternativa
CONVINZIONI E STRATEGIE DI BASE ASSOCIATE CON DISTURBI TRADIZIONALI DI
PERSONALITA’.
Disturbo
personalità
di Convinzioni/ Atteggiamenti di Strategia
base
(comportamento
manifesto)
Dipendente
Sono indifeso
Attaccamento
Evitante
Potrebbero ferirmi
Evitamento
Passivo – aggressivo
Potrei essere schiacciato
Resistenza
Paranoide
Le persone sono potenziali Diffidenza
nemici
Narcisistico
Sono speciale
Auto – esaltazione
Istrionico
Devo fare impressione
Teatralità
Ossessivo – compulsivo Sbagliare è male, non devo Perfezionismo
sbagliare
Antisociale
La gente è lì per essere colpita
Attacco
Schizoide
Ho bisogno di molto spazio
Isolamento
Lezione del pomeriggio
2
L’APPROCCIO DI CARL ROGERS E I SUOI SVILUPPI ( Alice Maruelli )
La docente inizia la sua lezione chiedendoci dire in poche parole le motivazioni che ci hanno
spinto a fare il corso.
1) PRIMA PARTE: IL MODELLO DI CARL ROGERS – questo è un approccio centrato
sulla persona
- La riformulazione secondo Rogers:
 Reiterazione
 Riflesso del sentimento
 Delucidazione
La riformulazione secondo Rogers
MODALITA’ DEL RIFLESSO
La risposta-riflesso può presentarsi sotto diversi aspetti, nella misura in cui illumina il
cliente senza istruirlo e affila il suo pensiero senza violarlo. Queste variazioni si trovano su
una linea unica e, benché non si possa separarle con nette linee di demarcazione, se ne
possono tuttavia distinguere tre tipi, che enumeriamo secondo il loro ordine crescente di
delucidazione:
1) "reiterazione" o riflesso semplice;
2) “riflesso del sentimento" o riflesso propriamente detto;
3) “delucidazione" (recognítion of feeling, reflection of feeling, clarification).
1) La reiterazione

Forma elementare del riflesso: concerne il contenuto strettamente evidente della
comunicazione. Generalmente è breve e si limita a riassumere la comunicazione, o
a rilevarne un elemento saliente, o a riprodurne le ultime parole in modo da
facilitare la continuazione del racconto.
 Il riflesso semplice si usa soprattutto quando l'attività del cliente è descrittiva, cioè
quando non vi è sostanza emotiva o quando il sentimento è talmente
amalgamato al contenuto materiale che il terapeuta darebbe prova di un
atteggiamento scrutatore e analitico, contrario alle proprie intenzioni, se cercasse di
cavarne qualche significato implicito.
 Questa risposta prepara il terreno ad una maggior presa di coscienza nel senso
che tende a stabilire un clima di sicurezza favorevole all'abbattimento di qualsiasi
barriera difensiva dell’Io, e per questo motivo all'allargamento del campo della
percezione. Serve quindi a stabilire un'atmosfera aperta e distesa Il modo con cui il
riflesso semplice facilita la presa di coscienza può essere paragonato all'effetto
prodotto dalla punteggiatura in un testo..
Nell’insieme caotico del racconto del cliente, il riflesso semplice crea un certo ordine
che, molto spesso, appare al cliente come una spiegazione, mentre in realtà
l'attività del terapeuta si è limitata a puntualizzare, qui e là, la verbosità di
quest'ultimo.
Il valore specifico della reiterazione sembrerebbe l’ordine affettivo. Questo tipo di risposta
nulla aggiunge al pensiero del cliente.
 Il cliente si sente accompagnato, non osservato dal suo interlocutore e quest'ultimo
gli offre quella scioltezza e quella sicurezza che favoriscono la spontanea adozione
della propria funzione.
Nel linguaggio della psicologia della forma possiamo dire che non è di natura tale
da modificare in modo diretto il campo della percezione.
Se il tono di questo tipo di risposta si accorda con le parole, generalmente
riprese dal cliente, dimostra quasi tangibilmente che cliente e terapeuta sono
all’unisono.
2) Riflesso del sentimento
Mentre la reiterazione facilita il processo dando al soggetto la sensazione di sentirsi
perfettamente compreso e rispettato, il riflesso propriamente detto ha lo scopo di tirar
fuori l'intenzione, l'atteggiamento, o il sentimento insiti nelle parole del cliente e a
proporglieli senza imporglieli, andiamo più dentro la relazione .
In termini gestaltici, consiste nell'illuminare lo "sfondo" della comunicazione in modo da
permettere al soggetto di rendersi conto se vi si trovino elementi suscettibili di
essere integrati con la "figura", di modificarla o metterla in risalto.

Il riflesso ha un carattere dinamico maggiore della reiterazione. Quest'ultima mira
a stabilizzare e a delineare la "figura", riducendone la fugacità allo scopo di
permettere al cliente di esaminarla meglio e verificarne l'esattezza. Il riflesso del
sentimento va oltre. Tende a favorire l’evoluzione della “figura" nel senso che
tende ad amplificarla, differenziarla o correggerla.
Il primo esempio non è tratto dall'esperienza clinica, ma dalla vita di tutti i giorni. E’
una conversazione tra un bambino e un padre veramente empatico.
Il valore dell'esempio sta principalmente nella sua semplicità. Da un lato il
bambino, contrariamente al cliente, sa esattamente ciò che vuole, ma si esprime per vie
traverse, perché teme indubbiamente d'indisporre o rattristare il padre con la sua richiesta.
D'altro lato, il padre sa perfettamente a che cosa vuole arrivare il bambino; il che non è, o
non è sempre, nel caso del terapeuta:
si legge la storia del bambino che rappresenta un esercizio sulla fiducia
il terapeuta rogersiano cerca di assistere il suo cliente: senza rassicurare o incoraggiare,
crea il calore, la cordialità e la sicurezza che portano naturalmente all’espressione del
sentimento, nonché all’insistenza stessa con cui il sentimento si fa sentire.
3) La delucidazione
Mentre il riflesso del sentimento si occupa di allargare, differenziare o anche
spostare il fulcro della percezione mettendo in rilievo certi elementi che fanno parte del
campo, ma che vengono eclissati dal rilievo dato a certi altri elementi, di captare e
cristallizzare certi elementi che, benché non manifestamente appartenenti al campo,
tuttavia lo influenzano.
 Il compito della delucidazione è di rilevare dei sentimenti e degli
atteggiamenti che non derivano direttamente dalle parole del soggetto, ma
che possono ragionevolmente essere dedotte dalla comunicazione o dal suo
contesto.
 
La delucidazione è una deduzione, è caratterizzata da una certa
acutezza intellettuale che manca alle altre varietà del riflesso, poiché la
ricognizione è una copia pura e semplice del pensiero manifesto del cliente e il
riflesso propriamente detto è la conseguenza di una specie di partecipazione
affettiva a questo pensiero più di quanto non lo sia un'operazione logica.
competenza del terapeuta.
 Dato che la dilucidazione si avvicina all’interpretazione, solo raramente
compare nel dialogo rogersiano.
Per Rogers la risposta, è il riflesso semplice
Si fa un laboratorio sull’empatia
cosa osservare
1. Clima relazionale: accogliente/non accogliente, facilitante/non, com’è stato l’ascolto,
calore/freddezza..
2. Comunicazione non verbale del Facilitatore: la mimica facciale, la postura, osservare
i cambiamenti durante l’interazione
3. Tipi di intervento: empatici, congruenti, domande, altro
4. Accuratezza dei rimandi empatici.
5. Contenuto dei rimandi empatici: Frasi o parole, sentimenti, punti di vista, altr
6. Efficacia complessiva dell’intervento
7. Problemi e difficoltà.
8. Quesiti.
Tratto da: “Un Modo di Essere”, di Carl Rogers, 137
... “Possiamo dire che quando le persone si sentono comprese con sensibilità e accuratezza, esse
sviluppano un insieme di atteggiamenti verso se stesse che promuovono la crescita e sono
terapeutici:
l. La qualità non giudicante ed accettante del clima empatico permette alle persone di assumere
un atteggiamento valorizzante e che si prende cura di sé.
2. Essere ascoltate da qualcuno che comprende, rende possibile alle persone di ascoltare con più
attenzione se stessa, con una maggiore empatia verso il loro esperire viscerale, verso i loro significati vagamente percepiti.
3. La maggiore comprensione e valutazione di sé ad opera degli individui apre loro aspetti nuovi
dell'esperienza che diventano parti di un concetto di sé più accuratamente fondato………………
Bibliografia

Gendlin E. T., “Il Focusing”, Astrolabio, 1978, Roma.

Porter E. H., “Introduction to Therapeutic Counseling”, 1950, Houghton Mifflin Co.,
Boston.

Rogers C. R. e Kinget G. M.: “Psicoterapia e Relazioni Umane”, Boringhieri, 1970,
Torino.

C. R. Rogers, “Un Modo di Essere”, PSYCHO di Martinelli & C., 1983, Firenze.

C. R. Rogers, “Potere personale”, Astrolabio, 1978, Roma.

C. R. Rogers, “La Terapia Centrata sul Cliente”, PSYCHO di Martinelli e C., 1970,
Firenze
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