I punti critici dei contenuti

annuncio pubblicitario
La manovra economica del Governo
Le osservazioni di Nens
I PUNTI CRITICI DEI CONTENUTI
La manovra nel suo complesso sembra ispirata da una prudenza sicuramente opportuna, ben diversa
dalla spregiudicatezza che caratterizzò le prime manovre della precedente legislatura governata
dall’attuale maggioranza. Si adottano le previsioni di consenso per la crescita dell’economia italiana
nei prossimi anni mostrando implicitamente scetticismo circa l’efficacia della manovra a favore
dello sviluppo.
a) In primo luogo va rilevato che si tratta di una manovra di puro contenimento. I saldi di bilancio,
infatti, sono ragionevoli ma – aspetto più rilevante - vengono raggiunti mantenendo invariata – e
per alcuni anni addirittura in aumento – la pressione fiscale contro la quale tanto scandalo era
stato sollevato prima delle elezioni. Se ne dovrebbe dedurre che il Governo attuale ha preso atto
del risanamento realizzato dal Governo Prodi e ha saggiamente deciso di non sciuparlo e, al
tempo stesso, riconosce che, nonostante l’ipotizzata riduzione della spesa per 35 miliardi,
l’impegno di riportare il bilancio in pareggio nel 2011 non consente riduzioni di imposte che
anzi vengono aumentate per effetto della manovra per oltre 5 miliardi a partire dal 2009.
Entrate tributarie
(% Pil)
2009
2010
2011
2012
2013
482034
500902
516899
533872
550663
29,4
29,7
29,7
29,7
29,6
b) Le entrate tributarie sono indicate, nel quadro programmatico, in crescita rispetto al tendenziale:
è l’effetto degli inasprimenti fiscali decisi dal Governo a carico di alcuni settori (petrolio e gas,
energia, banche, assicurazioni) che, contrariamente agli annunci e a quanto dovrebbe suggerire
l’evocazione di Robin Hood (togliere ai ricchi per dare ai poveri), in realtà non si riversano che
in modo estremamente marginale in alleggerimenti per i redditi più bassi e sono incamerati quasi
in toto dall’erario per la copertura della spesa e il contenimento del disavanzo. Si tratta,
comunque, di misure i cui effetti potranno rivelarsi fortemente controproducenti su due versanti:
da una lato, l’erario subirà una perdita di dividendi a causa dei maggiori costi tributari che
graveranno sull’Eni, dall’altro i maggiori costi delle imprese gravate dall’aggravio fiscale
verranno facilmente scaricati sui prezzi che utenti e consumatori dovranno pagare.
Entrate tributarie
Dato tendenziale
% Pil
2009
2010
2011
2012
2013
476703
495369
511263
528236
545027
29,1
29,3
29,3
29,4
29,3
Dato programmatico
482034
500902
516899
533872
550663
29,4
29,7
29,7
29,7
29,6
% Pil
Maggior gettito stimato per effetto
della manovra
5 miliardi
Fondo per i redditi più bassi
294 milioni
c) Il dato sul fabbisogno del settore statale dei primi 5 mesi dell’anno ha registrato una riduzione
di 6 miliardi – scesi a 2,8 miliardi nel mese successivo per effetto dello sconto sull’Ici - rispetto
allo stesso periodo del 2007: tanto basta a smentire le affermazioni circa l’inesistenza di
un’eredità significativamente positiva (il cosiddetto “tesoretto”) lasciata dal governo Prodi. I
conti riportati nel Dpef indicano equilibri ottenuti proprio grazie a quell’eredità che, pur non
essendo esplicitamente riconosciuta, viene tuttavia tesaurizzata.
d)
2007 mensile
2007 cumulato
2008 mensile
2008 cumulato
Gennaio
01072
1072
-553
-553
Febbraio
6568
7640
9625
9073
Marzo
16607
24247
11679
20752
Aprile
9450
33696
10500
31252
Maggio
11197
44894
8000
39252
Giugno
-18538
26356
-15800
23500
Il segnale di un ripensamento radicale sulle politiche di bilancio emerge anche dalla
constatazione che i saldi fra entrate e uscite vengono progressivamente portati verso un livello
che nel 2013 riprodurrà la situazione lasciata dai governi di centrosinistra nel 2000 con un saldo
primario al 5% del Pil. Anche se non è dichiarata, emerge una sostanziale autocritica verso le
politiche di bilancio praticate fra il 2001 e il 2006 e il tentativo odierno di correggerne gli effetti
negativi.
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
Saldo
primario
5,5
3,2
2,7
1,6
1,2
0,3
1,3
3,1
2,6
3,1
4
4,9
4,9
5,0
Indebitamento
-0,8
-3,1
-2,9
-3,5
-3,5
-4,2
-3,4
-1,9
-2,5
-2,0
-1,0
-0,1
0,0
0,1
netto
e) Rispetto al 2001 è possibile riscontrare oltre un punto in più di entrate complessive e un livello
di spesa complessiva in crescita. Il Governo ritiene quindi che il risanamento sia possibile solo
operando sulle entrate.
2001
2009
Entrate totali (%Pil)
45,0
46,8
Uscite totali (%Pil)
48,1
48,9
f) Il contenimento della spesa è contabilizzato, nel triennio 2009 – 2011, per quasi la metà a carico
delle poste in conto capitale: contrariamente alla propaganda preelettorale che indicava negli
investimenti pubblici in infrastrutture uno dei punti di forza delle politiche per il rilancio
dell’economia, è proprio su quelle voci che il Governo ha deciso di effettuare i tagli maggiori.
Peraltro, i tagli alla spesa corrente che gravano per la quasi totalità sulle spese per consumi
intermedi, soprattutto nel primo anno (2009) non sono molto credibili poiché è proprio su quelle
voci che nel passato si sono registrati i più forti scostamenti rispetto alle stime.
2009
2009
Tendenziale Programmatico
2010
2010
2011
2011
Tendenziale
Programmatico
Tendenziale
Programmatico
Spese c.capit.
67025
63945
66834
61763
67857
56702
Spese correnti
736296
736159
756312
749969
778894
764161
131485
127550
135141
128018
140261
127832
di cui
consumi intermedi
g) La spesa per interessi, data sostanzialmente per costante, potrà riservare sorprese negative
essendo ancora presente in Europa una tensione inflazionistica che lascia prevedere un ulteriore
incremento dei tassi. Già adesso, dopo l’aumento deciso il 3 luglio dalla Bce, l’aumento
dell’onere a carico dello Stato è valutabile attorno ai 10 miliardi, con inevitabile impatto sul
debito.
Interessi passivi
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
76726
79802
82824
84777
86583
88434
90638
(% Pil)
5,0
5,0
5,1
5,0
5,0
4,9
4,9
h) Bisogna poi osservare che l’incremento del prelievo tributario registrato nel Dpef potrebbe
essere in qualche misura sottostimato: l’ipotesi è suggerita dalle statistiche recenti di Bankitalia
che indicano in 8,7 miliardi di euro l’incremento delle entrate tributarie erariali nei primi 4 mesi
dell’anno in corso: la previsione del quadro programmatico del Dpef indica in 8,1 miliardi
l’incremento di gettito tributario per l’intero anno 2008 e per l’intera P.A. E’ ben difficile,
quindi, che in corso d’anno non emerga che il gettito è ben più robusto di quanto scritto in
bilancio. Verosimilmente è proprio questa consapevolezza che consente al Governo di
annunciare interventi degli sgravi sui redditi da lavoro e da pensione promessi in campagna
elettorale e fino a questo momento del tutto assenti.
Scarica