Introduzione alla fisica: il nome fisica deriva dalla parola greca phisis che significa natura. La fisica non è però l’unica scienza che si occupa della natura. La biologia, per esempio, si occupa dei fenomeni inerenti agli organismi viventi; la chimica della composizione delle sostanze e della trasformazione di certe sostanze in altre. La fisica si occupa di una grande varietà di fenomeni, che possono essere sommariamente inquadrati in diverse branche: meccanica (che si divide a sua volta in tre parti: la statica, che tratta l’equilibrio dei corpi; la cinematica: che tratta le caratteristiche del movimento; la dinamica: che tratta il movimento in relazione alle forze che lo determinano), termologia (si occupa di calore e temperatura), termodinamica (si occupa delle possibilità e dei limiti dello sfruttamento dell’energia) , acustica (studia la generazione, la propagazione e la ricezione del suono), ottica ( studia i fenomeni luminosi e i relativi strumenti), elettromagnetismo ( tratta i fenomeni elettrici, magnetici e le relazioni fra elettricità e magnetismo), fisica atomica e fisica nucleare ( le quali trattano la struttura della materia e le interazioni tra particelle elementari). La fisica nacque in grecia nel VI-V secolo a. C. come filosofia della natura e ricerca dei principi posti alla base della creazione della realtà, da un punto di vista qualitativo (scuola di Mileto) o quantitativo (Pitagora). Fu soprattutto con Aristotele ( 384-322 a. C.), oltre che con altri pensatori come Democrito e Archimede, che si sviluppò il primo metodo d’indagine scientifica basato esclusivamente sul ragionamento: a) ciascun fenomeno veniva descritto in modo qualitativo, senza cioè misurare le grandezze che intervengono in esso e senza individuare relazioni quantitative tra le grandezze in gioco; b) l’interesse dello scienziato era volto a spiegare il perché di un fenomeno più che il come, cioè il modo in cui esso si svolge; c) veniva utilizzato il metodo deduttivo, che consente di passare da alcune leggi generali non dimostrate ( o postulati) alla spiegazione dei fenomeni particolari, mediante l’applicazione di procedimenti logici. Questo metodo, che spesso però conduceva ad errori, ha imperato per quasi due millenni, fino cioè al rinascimento in cui si intuì la grande importanza che l’esperienza ha nello studio dei fenomeni naturali. Con galileo Galilei (1564-1642) il modo di fare fisica cambia radicalmente. Prima di tutto non si pone più la necessità di inquadrare il fenomeno fisico in un sistema filosofico che comprenda ogni aspetto del sapere; ciò che si può dire del fenomeno è solo quanto può essere osservato, senza preoccuparsi di stabilire in che relazione è con tutti gli altri aspetti del sapere; inoltre se qualche previsione può essere fatta in base a considerazioni logiche, deve essere provata dall’esperienza. L’attenzione dello scienziato è centrata più su come si verifica un determinato fenomeno che su perché esso avviene, anche se quest’ultima domanda non può mai essere soppressa. Il metodo diventa prevalentemente induttivo ( dall’osservazione di tanti fenomeni particolari si perviene a una legge generale che li descrive tutti) e l’analisi del fenomeno è quantitativa, vengono ricercate le grandezze che intervengono nel fenomeno allo scopo di individuare una relazione matematica che la lega: la legge fisica. La legge fisica è la descrizione quantitativa di un fenomeno, espressa generalmente in forma matematica. Questa metodologia della ricerca viene chiamata metodo sperimentale; esso è fatto, come afferma lo stesso Galileo; di sensata esperienza e di dimostrazioni necessarie, cioè di esperienze fatte con i sensi e di dimostrazioni fondate su deduzioni logiche. Più precisamente, il metodo sperimentale è caratterizzato dalle seguenti attività: osservazione del fenomeno(la prima tappa nell’interpretazione del fenomeno inizia con l’osservazione e la focalizzazione del problema che vogliamo analizzare. Per questo si richiede una mente critica e capacità di separare i fatti essenziali da quelli di disturbo), scelta delle grandezze (( per uno studio quantitativo del fenomeno è necessario scegliere le grandezze interessate e ricorrere a opportuni dispositivi che permettano di misurarle. La misura diventa in tal modo componente fondamentale dell’osservazion), formulazione di ipotesi (Nel metodo sperimentale assume un ruolo fondamentale la formulazione di ipotesi suggerite dall’esperienza oltre che da un’analisi qualitativa del problema. Ogni ipotesi è sempre una spinta nell’ignoto, in quanto estende il pensiero oltre i fatti conosciuti. D’altra parte le ipotesi sono importanti nello sviluppo della scienza, perché senza ipotesi le ulteriori ricerche mancherebbero di obiettivi e di orientamenti), esperimento per la verifica dell’ipotesi( in laboratorio lo scienziato riproduce più volte il fenomeno osservato, cercando di ridurre al minimo gli eventuali elementi perturbatori ch possono disturbare l’esperimento; si ricorre cioè ad un esperimento controllato sottoponendo in tal modo a verifica sperimentale le ipotesi già formulate. Le misure che lo scienziato fa delle grandezze in gioco sono i cosiddetti dati sperimentali. La verifica è ritenuta positiva se i dati sperimentali coincidono con buona approssimazione con i dati teorici, cioè con i valori delle grandezze ottenuti deduttivamente a partire dall’ipotesi), formulazione della legge ( se, dopo aver fatto numerose esperienze, l’ipotesi risulta sempre confermata, essa assume il valore di legge. Al contrario, se l’ipotesi non è confermata dall’esperimento, è necessario formulare nuove ipotesi e sottoporle a verifica sperimentale) . Una legge è tanto più attendibile quanto più consente la previsione di fenomeni non ancora osservati, che si rivelano reali. Attenzione però: le leggi fisiche non possono essere considerate vere in assoluto, perché potrebbe essere sfuggito all’osservazione qualche fenomeno che non si conforma alle loro previsioni. Se nuove e più accurate osservazioni porteranno a contraddire completamente o in parte la validità, occorrerà abbandonarle o, quantomeno , perfezionarle.