Sperando che possa risultare di utilità generale, riporto di seguito quanto mi ha spiegato mio figlio, studente di Scienza Naturali, appassionato di meteorologia e AMBIENTALISTA, mosso da un senso di RABBIA e FRUSTRAZIONE per l’ennesimo blocco domenicale del traffico, che NON SERVE A NULLA e si limita a danneggiare coloro i quali, proprio e SOLTANTO la Domenica, necessiterebbero davvero dell’automobile, in mancanza di mezzi alternativi. Questi provvedimenti vengono troppo spesso spacciati, anche dai media, se non come una possibile soluzione, almeno come un ragionevole tentativo per risolvere o quantomeno limitare il problema dello smog. Invece è inutile illudersi: nelle attuali condizioni lo smog non può essere controllato, e gli occasionali blocchi del traffico sono totalmente INUTILI. Visto che nessuno sembra voler mai approfondire l’argomento (forse fa più comodo lasciare la gente nell’ignoranza), vorrei qui cercare di spiegare bene, una volta per tutte, nel modo più semplice possibile, perché sostengo questo. Chiedo soltanto un minimo di pazienza, perché per capire la questione a fondo dovrò fare alcune premesse. Mi avvarrò anche di qualche disegno, scusandomi per la qualità non eccelsa (purtroppo non ho avuto molto tempo a disposizione: spero comunque che rendano l’idea). PUNTO 1: qualche nozione elementare di geografia Milano, come ben sappiamo, si trova nella Pianura Padana. La Pianura Padana è una specie di grande catino (non a caso è chiamata anche valle padana, o catino padano) con delle sue caratteristiche intrinseche. Il suo clima infatti è condizionato dalla sua particolare forma, che la rende quasi unica nel suo genere. Chiusa su tre lati ed aperta solo in direzione Est sul Mare Adriatico, la Pianura Padana FUNZIONA DA SERBATOIO: tutto ciò che entra tende ad essere mantenuto e difficilmente se ne va. Per convincersene, basta pensare appunto al clima: spostandosi dal Veneto verso il Piemonte, aumenta la media delle precipitazioni nevose. Questo non è un caso: Cuneo è la città con la media nivometrica più alta del Nord Italia: a parità di latitudine, non esistono, sull'intero pianeta, molti altri posti così nevosi. Questo accade perchè Cuneo è ubicata all'estremo Ovest della Pianura Padana, ormai a ridosso delle Alpi Marittime. D’inverno nella zona di Cuneo, trovandosi nel fondo cieco della Pianura Padana, staziona quasi sempre una massa di aria fredda, bloccata lì, che difficilmente se ne va o viene scalzata via. Il freddo, una volta arrivato, è tanto più resistente quanto più la cavità che lo accoglie è stretta. Quando poi sopraggiungono correnti meridionali calde e umide, queste scorrono al di sopra dell'aria fredda sottostante e si forma la neve. Dove il cuscino freddo resiste più a lungo si verificano le nevicate più abbondanti. Questo fenomeno si chiama nevicata da addolcimento, tipica in Pianura Padana, ed è tanto più frequente ed intenso quanto più ci si sposta appunto verso Ovest, dove il freddo resiste più a lungo senza venir mitigato, dando quindi luogo, come detto, ad abbondanti nevicate. Su Internet potete trovare molte carte nivometriche che confermeranno quanto vi ho detto. Molti si staranno chiedendo: bene, ma cosa c'entra il freddo? Bhe, c'entra, perchè come l'aria fredda, allo stesso modo si comportano aria calda, umidità, nebbia e... SMOG! Cuneo è tanto fredda e nevosa in Inverno quanto calda ed afosa in Estate. Inverni freddi e umidi ed estati calde e afose sono il clima tipico della Pianura Padana. Non è un caso! Per capire come mai succede questo, bisogna andare a vedere come è fatta la Pianura Padana. Dalla figura a fianco possiamo vedere quanto avevo già detto in precedenza, e cioè che la Pianura Padana è un bacino aperto solo in direzione Est sul Mare Adriatico, delimitata da Alpi e Appennini. Ora, possiamo individuare due aree distinte: una (contraddistinta nella figura sotto col numero 1) che si estende verso Est (grosso modo da Bergamo in poi) ed un’altra (contraddistinta nella figura sotto col numero 2) che si estende verso Ovest 2 1 Ci interessa principalmente questa seconda area perché è lì che si trova anche Milano. Il confine immaginario tra area Est ed area Ovest (vedi linea rossa scura nella figura sopra) si trova all’incirca in corrispondenza di Piacenza, punto in cui gli Appennini si allungano di più verso le Alpi. Milano è rappresentata con un quadratino nero. Il tratto alpino, in corrispondenza di questa zona, è più elevato (massiccio Monte Bianco, Monte Rosa, Cervino) mentre gli appennini, sotto, formano un vero e proprio “sacco”: una configurazione che sembra fatta apposta per immagazzinare aria. PUNTO 2: qualche nozione elementare di meteorologia. Facciamo ora un passo avanti e vediamo come succede in termini di fenomeni atmosferici. Tralasciamo pioggia e neve e concentriamo invece l’attenzione sul fattore più importante in questo caso, che è il VENTO. Dobbiamo intendere il vento in senso generale, come spostamento e rimescolamento d’aria anche impercettibile, ad esempio poco più che brezza. In meteorologia si distinguono due grandi strutture: i cicloni e gli anticicloni. I cicloni sono le perturbazioni, e sono caratterizzate da movimenti d’aria a spirale in senso antiorario attorno ad un centro detto occhio; l’aria, mentre gira, tende a salire. L’aria che sale verso l’alto “fugge” dalla superficie terrestre. Ecco perché la perturbazione è anche chiamata ”zona di bassa pressione”. Gli anticicloni invece sono le strutture che portano tempo bello e stabile, generalmente mite; sono caratterizzate da un movimento dell’aria in senso orario; l’aria, nel suo complesso, tende a spostarsi verso il basso e viene quindi spinta al suolo. La pressione dell’aria cresce, infatti gli anticicloni sono chiamati anche “zone di alta pressione”: essa preme contro la superficie terrestre; tutto viene schiacciato al suolo. I cicloni. Prendiamo in considerazione un ciclone. Esso provoca uno spostamento d’aria, perchè il ciclone è una zona di bassa pressione che tende ad essere colmata da aria proveniente dalle zone circostanti (immaginate di immergere un bicchiere vuoto in un lavandino pieno: l’acqua, appena sommergete il bordo, è richiamata nel bicchiere, proprio come un ciclone richiama aria a sé finchè non è colmo). Quindi, ad esempio, se il ciclone è a Nord verrà generato vento proveniente da Sud e viceversa Le nostre Alpi, molto alte, offrono sbarramento e protezione dal vento che proviene da Nord (tramontana, maestrale, grecale, …). Da noi arrivano solo gli effetti del favonio (vento di caduta, che per motivi che non sto qui a spiegare, è secco e tiepido). La gran parte dell’aria scorre sopra le catene alpine e appenniniche, riversandosi al suolo solo in corrispondenza del Mar Ligure. Allo stesso modo il vento da Sud trova uno sbarramento negli Appennini, ma poichè questi sono più bassi delle Alpi non è consentito il verificarsi del favonio. Anzi, il vento appenninico, scorrendo a quota più bassa delle Alpi, va ad impattare contro di esse, generando il fenomeno detto stau (accumulo di nubi, quindi umidità ed umidità significa pioggia). Il favonio si verifica invece sui versanti tedeschi. Bene o male, seppur attenuate, le correnti riescono ad entrare nella Pianura Padana e a dare una minima rimescolata all’aria, portando, nel caso di favonio, tempo bello e mite nonchè ottima visibilità. Nel caso di venti da Sud, ecco le piogge. Non fatevi ingannare, però: il fatto che col favonio ci sia bel tempo non significa che ci sia un anticiclone, anzi! Appena oltr’Alpe infatti imperversano tormente di neve! Il favonio è un fenomeno locale provocato dal brutto (e non dal bel) tempo! Gli anticicloni Adesso consideriamo un anticiclone. Da esso il vento esce sempre, dirigendosi verso tutti i cicloni che ci sono intorno per colmarli. E’ una struttura spesso gigantesca e che puo’ essere stazionaria. Spinge l’aria verso il basso e proprio per questo, bloccando i fenomeni convettivi dell’atmosfera (basati sul fatto che l’aria va verso l’alto) rende il tempo stabile e bello. Non sempre però! Infatti dipende molto anche da come questa struttura interferisce con la geografia. Un anticiclone è una zona di calma, essenzialmente senza vento, in cui prevalgono solo regimi detti di “bava di vento”. In tale situazione, cioè vento debole o assente e con aria compressa e schiacciata verso il basso, è facile immaginare cosa accada! Tutta l’aria è premuta in giù, e la scarsa ventilazione non permette uno spostamento orizzontale delle masse d’aria. Se poi di mezzo ci sono anche le montagne, l’aria risulterà davvero immobile! BENVENUTI IN PIANURA PADANA! In condizioni di bel tempo, con aria ferma e pressata al suolo, la particolare conformazione a conca della pianura padana ha come logica conseguenza quella di fungere da eccezionale magazzino della massa d’aria sovrastante, che viene premuta verso il basso. In Estate questo provoca giornate calde (oltre che per il caldo estivo, anche per il caldo dato dalla compressione del gas atmosferico verso il suolo) e afose (accumulo di umidità, che dagli strati alti dell’atmosfera viene concentrato in basso ). In Inverno invece questo provoca giorni e giorni di vero e proprio gelo, con condizioni di nebbia e galaverna (tipico spettacolo invernale con alberi, reti, erba e ogni cosa avvolta da brina, che altro non è che nebbia che si congela su tutto ciò che trova sulla sua strada). Infatti, in Inverno, il cielo sereno dato dall’anticiclone favorisce un intenso raffreddamento notturno (le cosiddette gelate), spesso condite anche con nebbia (e ciò per due motivi: 1) umidità accumulata dall’anticiclone verso il basso e 2) raffreddamento dell’aria che provoca la condensazione dell’umidità e quindi la nebbia). Ed ecco che mentre in collina e in montagna c’è un bel clima mite, in pianura trascorriamo giorni e giorni tra cieli grigi, temperature massime poco sopra i 4 gradi, tanta umidità e poco sole. Questo strato di nebbia si estende per 400-800 metri in altezza (il suo limite superiore è variabile e dipende dalla potenza dell’anticiclone: più esso è forte, più spinge verso il basso, più l’altezza limite della nebbia è bassa). Potete constatare quello che ho appena detto andando a fare una passeggiata in montagna partendo da Milano con una giornata nebbiosa. Vedrete che salendo, da una certa quota in su vi si mostrerà uno spettacolare mare di nuvole (la nebbia sarà sotto di voi): troverete un clima secco, aria pulita e sole. Questa particolare situazione si chiama INVERSIONE TERMICA. Significa che in particolari condizioni (anticicloniche, appunto) gli strati bassi dell’atmosfera sono più freddi di quelli alti, il contrario di come è normalmente. Infatti in situazioni cicloniche in pianura dovrebbe fare più caldo che in montagna; invece, con gli anticicloni, avviene l’esatto contrario. PUNTO 3: come si comportano cicloni e anticicloni nella Pianura Padana. perando di non avervi annoiato troppo, siamo arrivati al cuore della questione. Se i cicloni hanno un comportamento come quello indicato nella figura a sinistra (aria che sale, bassa pressione, caldo in basso, freddo in alto), gli anticicloni hanno invece il comportamento OPPOSTO, come indicato nella figura a destra (alta pressione, aria che scende verso il suolo, freddo in basso, caldo in alto = inversione termica, strato di nebbia persistente al suolo) Quindi, in condizioni di tempo bello e stabile, cioè di anticiclone, tutta l’aria che è presente al suolo ristagna per giorni e giorni (fintanto che dura l’anticiclone). La pressione al suolo può addirittura essere così forte che la nebbia è portata ad addensarsi e a mescolarsi con lo smog, che si accumula anch’esso esattamente come umidità, aria fredda o calda; dalla nebbia può persino formarsi pioggia o neve, se le temperature lo consentono: queste vengono chiamate pioggia o neve chimica. Questo termine non deve però spaventare: si tratta di normalissime precipitazioni indotte dalla presenza di nuclei di condensazione chimici senza i quali non sarebbe permesso alle stesse di formarsi. Lo smog (termine con cui intendo ogni tipo di emissione come polveri sottili, gas, ecc.) si comporta ESATTAMENTE come una qualsiasi massa d’aria: con l’anticiclone viene pressato giù al suolo e ci asfissia. Inoltre in Pianura Padana, con tempo anticiclonico, si attivano delle blandissime correnti da Sud-Ovest (SW) verso Nord-Est (NE), che provocano un blando rimescolamento di aria all’interno del catino padano occidentale, senza molte possibilità di un cambio d’aria deciso. La presenza di venti da Sud-Ovest la può constatare chiunque: basta osservare il fatto che, in genere, la zona a Ovest e a Sud di Milano è assai più nebbiosa di quella ad Est e a Nord. Questo banalmente accade perché il vento, arrivando da Sud-Ovest, spinge addosso alla città la nebbia presente in campagna, mentre lo stesso vento, una volta attraversata la città (più calda) spinge la bolla di calore verso la zona a Nord e a Est, facendo cosi dissolvere la nebbia. Inoltre si nota anche un accumulo di inquinanti: spesso Sesto San Giovanni e Monza sono più inquinate della stessa Milano stessa. Questo fatto non è per nulla paradossale: è semplicemente dovuto al fatto che l’inquinamento viene sospinto in tale direzione dai già citati venti da Sud-Ovest. Quindi, ad esempio, se a Cascina Gobba c’è una visibilità perfetta, in Viale Ripamonti non si vede niente: è il vento da Sud-Ovest che spinge! Si verifica perciò quanto segue: ristagno continuo con solo una piccolissima parte di aria sospinta via verso il Mare Adriatico, smog che cresce senza sosta nella Pianura Padana, in particolare quella occidentale! NON CI SONO BLOCCHI DEL TRAFFICO CHE REGGANO. E’ IMPOSSIBILE EVITARE QUESTO INTERVENENDO CON DEI DECRETI AMMINISTRATIVI. NON SI RISOLVE IL PROBLEMA BLOCCANDO UNA INTERA CITTA’ PER DI PIU’ NEL GIORNO IN CUI ESSA INQUINA MENO (DOMENICA) E PER SOLE 10 ORE. E’ OVVIO CHE MILANO PRODUCE INQUINAMENTO, MA IL FATTO E’ CHE ESSA VIENE SOTTOPOSTA ALL’INQUINAMENTO PROVENIENTE DA TUTTI GLI ALTRI CENTRI URBANI DE INDUSTRIE PRESENTI NELL’INTERA AREA A SUD-OVEST DELLA CITTA’. BLOCCARE MILANO E NON BLOCCARE ALESSANDRIA, AD ESEMPIO, NON HA SENSO: NON SIAMO IN UNA CAMPANA DI VETRO E A MILANO ARRIVANO GLI INQUINANTI DI TUTTA LA PIANURA PADANA OCCIDENTALE. E NON E’ NEMMENO VERO, IN ASSOLUTO, CHE MILANO E’ LA ZONA PIU’ INQUINATA: LA ZONA PIU INQUINATA CAMBIA IN BASE AL VENTO DOMINANTE CHE SOFFIA IN QUEL MOMENTO. ESSA GENERALMENTE E’ LA ZONA NORD EST (BERGAMASCO-BRIANZA) DATO CHE IL VENTO DOMINANTE E’ DA SUD-OVEST. MA SE CAPITA CHE IL VENTO GIRI DA EST, ECCO CHE LA MASSA DI INQUINAMENTO SI RACCOGLIEREBBE PRESSO TORINO E ZONE LIMITROFE. BLOCCARE IL TRAFFICO NON HA SENSO! Chi pensa che bloccando il traffico si risolva, o anche solo si tamponi, il problema dell’inquinamento, mi spiace dirlo ma non ha ancora capito in che posto vive e con che cosa deve convivere! E ricordiamoci che le case, con il riscaldamento, inquinano più delle automobili. E ricordiamoci anche che la Pianura Padana, per questi motivi, è sempre stata tra le zone più inquinate d’Europa. Non perché l’attività industriale sia più sviluppata che altrove (anzi), ma proprio perché da noi si verifica un accumulo di inquinanti dovuto a ben definite circostanze atmosferiche (anticicloniche). Riassumo. La cupola di aria salubre che (secondo chi attua questi inutili e ridicoli provvedimenti, e anche secondo tutti coloro che ad essi plaudono estasiati) viene ovviamente ricolmata dall’aria della Pianura Padana, bella ricca di inquinanti. Per questo il giorno successivo alla domenica di blocco del traffico l’inquinamento non è sparito! E’ perché non sono le auto di Milano la causa. NON E’ SOLO MILANO LA CAUSA! La causa è una intera civiltà basata sul petrolio, che si è insediata in un luogo conformato come la Pianura Padana! Purtroppo il nostro territorio si trasforma in una vera e propria camera a gas, ma la soluzione non è davvero quella di bloccare il traffico a Milano al Domenica. VOGLIAMO CAPIRLO UNA BUONA VOLTA O NO? PUNTO 4: possibili soluzioni Sulle possibili soluzioni c’è ben poco da dire. Essenzialmente sarebbero due, e non saprei dire quale sia la più assurda. 1) Cambiare completamente metodo di vita. Basta col petrolio. Usare fonti di energia che con non comportino alcuna combustione o emissione di gas. Bella l’idea dell’idrogeno, ma se sostituissimo il petrolio con l’idrogeno e lo scarto di tutte le attività fosse l’emissione di vapore acqueo anziché di polveri sottili… bhe, il problema sarebbe che GIA’ ADESSO NOI CI LAMENTIAMO DEL FATTO CHE IN PIANURA PADANA CI SONO TROPPE NUVOLE E TROPPE NEBBIE, FIGURARSI POI: CRESCEREBBE UNA FORESTA PLUVIALE, L’ARIA SAREBBE IRRESPIRABILE E AVREMMO MALATTIE GRAVISSIME AI POLMONI A CAUSA DI UN TASSO DI UMIDITA’ PERENNEMENTE AL DI SOPRA DEL 98%. 2) Abbattere qualche Alpe in modo da creare una sorta di corridoio tra la Pianura Padana e la Francia o la Germania per favorire refoli di aria provenienti dalle pianure oltralpe, molto meno inquinate delle nostre in quanto direttamente a contatto con l’oceano Atlantico e spazzate dai venti provenienti da questo. Infatti, se non fosse per questo motivo, sarebbe IMPOSSIBILE che città come Londra fossero meno inquinate di Milano o Torino. Sì. Un bel corridoio tra le alpi ci vorrebbe proprio… assurdo, naturalmente, eppure è cosi! PUNTO 5: perché dovremmo arrabbiarci contro i blocchi del traffico? Bhe, qui sta ad ognuno di noi. Dal mio punto di vista, la situazione potrebbe benissimo essere riassunta da questo disegnino. Ve lo spiego? Ecco: se un povero Cristo lavora dal Lunedi al Sabato ed è costretto a vivere in un postaccio insalubre… ALMENO LA DOMENICA VOLETE LASCIARLO ANDARE IN MONTAGNA PER DISINTOSSICARSI UN PO’? E a parte questo: perché mai uno che abita a Milano dovrebbe avere più costrizioni di uno che abita a Piacenza, ad esempio? Perché? Quale è il motivo? E’ per l’ambiente? Per la salute pubblica? Io sarei il primo a favore di un simile provvedimento, ma solo se servisse a qualcosa. E io non posso e non voglio credere che Coloro i quali decidono non sappiano queste cose, perché scommetto che sono provvedimenti che costano, e che prima di attuarli ci pensino cento volte chiamando fior fiore di esperti. Perché se abito a Monza posso avere la libertà di andare dove voglio, mentre se ho LA SFORTUNA DI ABITARE A MILANO LA DOMENICA NON POSSO MUOVERMI? Eh sì, ma ci sono i mezzi pubblici. Potenziati. Ma dove?? A parte il fatto che ci sono intere linee di autobus che sarebbe meglio non potenziare la domenica, perché sono così inquinanti da vanificare tutto (benché, come detto prima, non ci sia proprio nulla da vanificare) Eh si, ma ci sono i treni per andare in giro. Certo, infatti è risaputo che i treni ti possono portare in montagna. Le reti ferroviarie portano ovunque. Sì, da Milano a Varese, Pavia, Lodi… Evviva, esco da Milano per andare a visitare un’altra città, anch’essa in pianura e inquinata come e forse più di Milano. Eh va bhe, basta che esci prima del blocco e torni dopo il blocco: in effetti si può fare. Una bella e rilassante gita fuori porta… ti svegli alle 6 di mattina della domenica e torni dopo le 18. Sai, nella “mia città ecologica” c’è il blocco del traffico. Noi sì che a Milano vogliamo un ambiente migliore… mica voi disgraziati che vi rifiutate di farlo, il blocco. Che bello, mi godo la città a piedi con la mia famiglia, coi miei bambini. Bravi, andate in giro in bicicletta magari: vi fate tante di quelle inalazioni di polveri sottili che ne prendereste meno se vi sdraiaste vicino al tubo di scappamento di una Ferrari col motore acceso. Ah, ecco, ora forse ho capito: dopo il blocco c’è meno inquinamento perché le polveri sottili se le sono respirate tutti quelli che vanno in bicicletta! Perché tutto questo? Per cosa? Per avere aria migliore? Ma vi rendete conto che a questo problema non c’è soluzione? Bisognerebbe che non ci fossero le montagne, oppure che non ci fosse mai l’alta pressione (che invece purtroppo in Inverno è frequente). Perché bloccare uno che ha la disgrazia di abitare a Milano, quando in Brianza e altrove, che hanno tanto smog quanto a Milano se non di più, non aderiscono al blocco? Perché non aderiscono? PERCHE’ FINALMENTE HANNO CAPITO TUTTO! Milano si ostina. E allora avanti coi blocchi. Tutti fermi la Domenica. Avete paura a bloccare il traffico di Lunedi o Martedì? Di certo la nostra aria ne trarrebbe maggiore giovamento. Meglio fermare un Lunedi con le sue migliaia di motori rombanti dalla mattina alla sera anzichè una placida domenica. O no? E poi guardi i TG e vedi interviste demenziali fatte a persone IGNORANTI (non lo dico in senso offensivo, ben inteso, ma nel senso di IGNORARE), tutte felici e contente, soddisfatti del blocco, ignare del fatto che, se il motivo è lo smog, il blocco NON SERVE PROPRIO A NIENTE! INTERVISTATE DEGLI SCIENZIATI, INVECE così vi dicono la verità. E PER FORTUNA CHE HANNO INTRODOTTO L’ECOPASS: ufficialmente per ridurre lo SMOG. PERO’ SE PAGO, POSSO INQUINARE! PER FAVORE, ALMENO SI EVITI DI PRENDERE IN GIRO LA GENTE!