Tema d'esame (come esercizio) n.15
1.
Caratteristiche di un mercato in concorrenza monopolistica.
I mercati caratterizzati dalla concorrenza monopolistica sono simili a quelli perfettamente
concorrenziali sotto due aspetti: molte imprese e libertà di entrata e uscita. Né differiscono invece,
per il fatto che il prodotto è differenziato in quanto ogni impresa vende una diversa versione o
marca dello stesso prodotto, che si distingue dalle altre per qualità, aspetto o reputazione e che è
prodotta esclusivamente dall’impresa proprietaria del marchio. Sono un esempio le aziende che
producono dentifricio, caffè, ecc.
Il grado di potere monopolistico di cui gode l’impresa dipende dalla sua capacità di differenziare il
proprio prodotto da quello dei concorrenti. Ad esempio alcuni consumatori sono disposti a pagare
prezzi più alti per i dentifrici di determinate marche. Es. P&G, che è l’unico produttore di AZ,
dispone di un potere monopolistico, ma tale potere è limitato dal fatto che i consumatori possono
con facilità passare ad altre marche se il prezzo del dentifricio aumenta. L’impresa praticherà un
prezzo superiore al C’ ma non di molto.
2.
Equilibrio nel breve e nel lungo periodo in un mercato di concorrenza
monopolistica; sottolineare le differenze di entrambe le situazioni rispetto alla
concorrenza perfetta.
Nella concorrenza monopolistica le imprese affrontano curve di domanda con inclinazione negativa
disponendo di un certo potere monopolistico. Ciò non significa che le imprese di queste industrie
realizzino alti profitti. La concorrenza monopolistica somiglia anche alla concorrenza perfetta: dato
che l’entrata nel mercato è libera, la possibilità di realizzare profitti attrae nuove imprese e spinge
verso il basso i profitti economici.
Nel breve periodo, grafico di sinistra, dato che il prodotto dell’impresa differisce da quello dei
concorrenti, la curva di domanda DBP, ha pendenza negativa. La quantità che massimizza il
profitto, QBP, è individuata dall’intersezione tra la curva del R’ e quella del C’. dato che il prezzo PBP,
è maggiore del costo medio, l’impresa realizza un profitto evidenziato dal rettangolo tratteggiato.
Nel lungo periodo questo profitto attrae nuove imprese e marchi concorrenti; la quota di mercato
dell’impresa si riduce e la sua curva
di domanda si sposta verso il
basso. Nell’equilibrio di lungo
periodo, descritto nella figura di
destra, il prezzo è uguale al costo
medio, quindi l’impresa ottiene un
profitto nullo nonostante il potere
monopolistico.
Le imprese possono avere costi
differenti e, alcuni marchi possono
avere un potere distintivo maggiori
di altri. In questo caso le imprese
possono
praticare
prezzi
leggermente differenti, realizzando
limitati profitti.
Nella concorrenza perfetta il P = C’ mentre nel caso della concorrenza monopolistica il P > C’ e si
ha quindi una perdita secca, rappresentata dall’area colorata nel grafico sotto di destra.
In entrambi i tipi di mercato nuove imprese entrano nell’industria fino a quando i profitti non
diventano nulli. Nella concorrenza perfetta, la curva di domanda per le imprese è orizzontale; il
punto in cui il profitto è nullo corrisponde al punto in cui il costo medio è minimo.
Nel caso della concorrenza monopolistica la curva di domanda ha inclinazione negativa, quindi il
punto in cui il profitto è nullo si trova a sinistra del punto di minimo del costo medio
3.
Elementi negativi e positivi della concorrenza monopolistica.
Gli elementi negativi della concorrenza monopolistica sono:
- Il prezzo di equilibrio è superiore al C’. Ciò significa che il valore per i consumatori delle unità di
prodotto aggiuntive supera il costo della produzione di tali unità. Se la produzione aumentasse fino
al punto in cui la curva di domanda interseca la curva di C’, il surplus totale aumenterebbe in
misura pari all’area colorata di giallo presente nel grafico sopra di destra.
- In un impresa che opera in concorrenza monopolistica la produzione è inferiore al livello che
minimizza il costo medio. L’ingresso di nuove imprese riduce i profitti a zero.
- La curva di domanda ha inclinazione negativa, quindi il punto in cui il profitto e nullo si trova a
sinistra del punto di minimo del costo medio. L’eccesso di capacità produttiva rappresenta
un’efficienza, perché il costo medio sarebbe minore se vi fossero meno imprese.
- Nella maggior parte dei mercati a concorrenza monopolistica, il potere di monopolio è limitato. Di
solito le imprese concorrenti sono in numero sufficiente e offrono prodotti sufficientemente
intercambiabili, quindi nessuna delle imprese ha un potere eccessivo. La perdita secca derivante
dal monopolio è modesta in quanto le curve di domanda delle imprese sono piuttosto elastiche, il
costo medio è prossimo al livello minimo.
L’elemento positivo della concorrenza monopolistica è la diversificazione dei prodotti. La maggior
parte dei consumatori attribuisce un valore positivo alla disponibilità di un’ampia scelta di marchi
concorrenti e di prodotti differenti sotto vari aspetti.