Rossiyskaya Gazeta, pagina 2 18 febbraio 2013 Fare fronte comune – Vladimir Putin ha individuato le principali sfide del G-20 Autore: K. Latukhina Taglio: alto Bisogna contrastare insieme le sfide economiche, ha spiegato il Presidente della Federazione Russa all’incontro con i Ministri delle Finanze e capi delle Banche Centrali dei paesi del G20 presieduto attualmente dalla Russia. Dopo aver convenuto del fatto che la fase peggiore della crisi sia alle spalle, ha invocato una politica trasparente per la gestione del debito pubblico, spiegando come riconquistare la fiducia degli investitori. “È evidente che la situazione nell’economia mondiale richiede azioni responsabili e consolidate da parte nostra”, - si è rivolto Vladimir Putin ai rappresentanti riunitisi attorno alla “tavola rotonda” nel Cremlino. “Il tempo delle crisi locali, isolate è alle spalle; le difficoltà finanziarie in alcune delle economie mondiali leader incidono sull’economia globale. È impossibile barricarsi, rimanere in disparte rispetto ai processi economici mondiali. Nessun paese è in grado di contrastare le sfide moderne da solo”. Putin ha prescritto la ricetta della salvezza: bisogna coordinare strettamente la politica economica. Mosca vede l’obiettivo principale del G20 nella messa a punto di istituzioni di governance globale, la creazione di nuovi strumenti per l’eliminazione degli squilibri e la stimolazione della crescita. Al picco della crisi, il G20 ha elaborato nuovi principi di regolamentazione finanziaria. Sono iniziati i negoziati per la riforma delle organizzazioni finanziarie internazionali. E adesso la questione è soltanto se il G20 riuscirà a essere altrettanto efficace nel risolvere compiti di sviluppo a lungo termine e se riuscirà a portare l’economia mondiale fuori dalla stagnazione e l’indeterminazione, ritiene il Presidente. Il capo dello stato aveva già nominato le priorità della presidenza russa: l’elaborazione di misure che stimolino la crescita economica, la creazione di nuovi posti di lavoro nonché argomenti nuovi: il finanziamento degli investimenti e la modernizzazione dei sistemi nazionali di prestiti pubblici e di gestione del debito sovrano. “Le nostre priorità sono lo stimolo degli investimenti, l’aumento della trasparenza e della regolamentazione efficace”, - le ha definite di nuovo Vladimir Putin. Un posto speciale va riservato al sostegno all’occupazione, ha aggiunto, ricordando che a luglio, su iniziativa della Russia, si terrà l’incontro tra i Ministri delle Finanze e del Lavoro. Agli investimenti è legata anche l’altra priorità: la gestione del debito pubblico. In media, nelle economie sviluppate, il carico di debiti supera il volume del PIL, e non è chiaro come faranno gli Stati a onorare i debiti. Ciò mette in guardia gli investitori, e i paesi si ritrovano nel circolo vizioso delle crisi, ha avvertito Putin. Serve una politica chiara e trasparente di gestione del deficit di bilancio e del debito pubblico: soltanto in questo modo si può garantire la fiducia degli investitori, ha spiegato. “Continuiamo a realizzare accordi per la creazione di un sistema finanziario più giusto e più resistente ai rischi”, - ha continuato il Capo dello Stato. Spera che il G20 riuscirà a concordare le proposte per una nuova formula di conteggio delle quote. Finora, secondo il Ministro delle Finanze della Federazione Russa Anton Siluanov, non si è riusciti a trovare un accordo. Il Presidente ha spiegato che le priorità avanzate da Mosca sono di primaria importanza anche all’interno del Paese. Ha spiegato in breve che cosa avviene nell’economia nazionale, nominando le road map per il miglioramento delle condizioni per il business e la creazione del megaregolatore. Inoltre, ha costatato uno dei livelli più bassi al mondo di debito pubblico e l’inflazione più bassa negli ultimi 20 anni. “Ci atterremo a una politica estremamente equilibrata e responsabile, conservativa nelle questioni della finanza pubblica”, - ha assicurato Putin. Quest’anno è entrata in vigore la cosiddetta regola del bilancio che diminuisce la dipendenza del bilancio dai prezzi sul petrolio, ha spiegato. Il direttore operativo del FMI Christine Lagarde per prima cosa ha ringraziato per l’ospitalità. “In questa sala fa così caldo e si sta così bene, quanto può fare freddo a Mosca d’inverno”, - ha sorriso. Lagarde ha regalato un altro complimento al Presidente, sottolineando la sua “leggendaria capacità di mobilitare la società mondiale” che sarà una garanzia del successo del G20. Il direttore del FMI ha rivelato una discontinuità nella ripresa dell’economia mondiale: nei paesi sviluppati la crescita è insufficiente, mentre in quelli in via di sviluppo è buona, e lì vanno i capitali. Ciò causa una tensione, i paesi iniziano a criticare le politiche reciproche, si è lamentata. Lagarde ha poi definito immotivate le voci sulle guerre delle valute. “Dobbiamo unirci, fare un fronte comune”, - ha invocato. Presentando il Ministro delle Finanze della Germania, Wolfgang Schäuble, Siluanov ha osservato che le posizioni dei due paesi coincidono su molte questioni. “Sarebbe bello se coincidessero riguardo al sostegno a Cipro”, - si è intromesso Putin. “Non direi che la questione di Cipro possa portare stabilità”, - ha parato Schäuble proponendo di discuterne in via privata. “Sotto la Sua guida (di Putin, ndr), il G20 darà un impulso giusto affinché l’economia si metta sulla via di uno sviluppo stabile”, - ha valutato, ribadendo quanto detto da Lagarde , il capo del Ministero delle Finanze tedesco. Vladimir Putin si è detto d’accordo con Schäuble: è vero, c’è il problema della fiducia, e gli investitori “non si accontenteranno mai dell’azione supplementare delle macchine da stampa”, a meno di vedere le condizioni che possano ostacolare i fenomeni di crisi. Alla fine, il Presidente ha riconosciuto che i leader, nel prendere decisioni, si trovano tra la necessità e la possibilità, e ha chiesto di riflettere sulle misure che si potrebbero realizzare sia in ciascuno dei singoli paesi che nell’economia mondiale. Perché anche se i capi degli stati e dei governi compiono i principali passi politici in via autonoma, nell’ambito economico nessuno di loro può non basarsi sull’opinione professionale dei capi dei Ministeri delle Finanze e delle Banche Centrali, ha detto Putin, ribadendo così l’ importanza del “venti finanziario”. Traduzione: Lev Kats Rossiyskaya Gazeta, pagina 5 18 febbraio 2013 Lavorare per l’autorevolezza – Vladimir Putin ha presentato una concezione rinnovata della politica estera della Federazione Russa Autore: M. Makarychev Taglio: alto La Russia continuerà a svolgere una politica attiva nell’arena mondiale, applicando i metodi moderni della diplomazia economica e della forza morbida, inserendosi in maniera intelligente nei flussi d’informazione, ha affermato il Presidente alla riunione con i membri del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa al Cremlino, presentando il Concetto della politica estera dello Stato. Vladimir Putin ha ricordato che il Concetto era stato preparato in conformità al suo decreto del 7 maggio dell’anno scorso. “Siete a capo dei dicasteri che, in una misura o nell’altra, si occupano delle questioni di politica estera, per questo probabilmente non ha senso parlare dei dettagli, - si è rivolto ai partecipanti alla riunione. – Siete stati voi stessi ad occuparvi della preparazione di questo documento”. Ad ogni modo, il Presidente ha elencato le tesi principali del Concetto. “La Russia continuerà a condurre una linea costruttiva attiva negli affari internazionali. Il suo peso e la sua autorità nel mondo si rafforzeranno”, questa la sua convinzione. “I principi fondamentali della politica estera della Federazione Russa rimangono invariati, - ha proclamato Vladimir Putin. – Sono innanzitutto il carattere aperto, prevedibile, il pragmatismo, la determinazione a raggiungere e difendere gli interessi nazionali, sicuramente, senza alcun conflitto”. La Russia è interessata ad ottenere condizioni favorevoli per la realizzazione degli obiettivi di costruzione interna, nonché per la risoluzione di obiettivi sociali ed economici, ha continuato il Capo dello Stato. “Sicuramente, con il ruolo determinante dell’Organizzazione delle Nazioni Unite e la sovranità del diritto internazionale”, ha aggiunto. Nel nuovo Concetto di politica estera sono stati considerati tutti i cambiamenti avvenuti nel mondo negli ultimi anni. Vladimir Putin li ha tratteggiati laconicamente: “la crisi mondiale economico-finanziaria che ancora non ci lascia tutti in pace, la ridistribuzione dell’equilibrio delle forze nel mondo, un forte aumento di turbolenza nelle regioni del Medio Oriente e del Nordafrica, la crescita dell’importanza della dimensione culturale e civile della concorrenza nel mondo”. “Nel Concetto, gli accenti vengono posti sull’utilizzo di forme e metodi moderni di lavoro nella politica estera, compresa la diplomazia economica, l’introduzione dei cosiddetti elementi di forza morbida, l’inserimento intelligente nei flussi globali d’informazione”, ha precisato il Presidente. Vi si parla anche della difesa dei diritti e degli interessi dei cittadini russi e dei compatrioti all’estero. Presentando il Concetto, Vladimir Putin ha sottolineato in particolare che va realizzato con un’interazione stretta tra i dicasteri, tra i quali il ruolo del coordinatore spetta al Ministero degli Affari Esteri. Il commento Fyodor Lukyanov, direttore della rivista “Russia in the Global Politics” - Il contenuto generale del Concetto della politica estera, nel confronto con i documenti pubblicati negli anni precedenti, è cambiato poco. Tutte le posizioni nominate negli anni Duemila vi sono mantenute. D’altra parte, si può parlare di un sistema di priorità della politica estera russa costruito in modo più netto. In primo luogo riguarda i rapporti con i Paesi dello spazio post-sovietico. Nel presente documento, l’importanza della collaborazione con gli stati CSI è elaborata in modo più evidente e definito come una priorità della politica estera. Viene evidenziata la necessità di rafforzare l’Unione Eurasiatica, i rapporti onnilaterali nello spazio post-sovietico, e si può trarre la conclusione: nel bilancio dell’approccio russo ai problemi globali e regionali, vengono rilevati i rapporti con i vicini più prossimi. La Russia, si osserva nel Concetto, si rende conto che dalla sua capacità di avere un ruolo costruttivo e di leader nello spazio circostante dipendono tutti gli altri fattori della sua politica estera. Sul piano dei rapporti con i paesi occidentali, si punta in gran parte sul lato pragmatico: sul rafforzamento del potenziale economico della Russia. Non ci sono idee rivoluzionarie al riguardo, nel Concetto. Va notato che, nonostante le discussioni condotte intensamente nella società riguardo all’esigenza di ri-orientare la diplomazia russa verso la regione asiatica, i rapporti con i paesi occidentali rimangono più in alto e hanno una valutazione maggiore nella gerarchia delle priorità russe di politica estera. Prima ci sono i paesi CSI, poi l’Occidente, e solo dopo il vettore asiatico di collaborazione. A mio avviso, il punto più rilevante di questo Concetto è l’idea secondo la quale il mondo, nelle condizioni odierne, sia estremamente instabile e imprevedibile. Ciò, da una parte, impone dei limiti sulla politica estera, dall’altra, fa aumentare i possibili rischi. Il Presidente Vladimir Putin ne ha parlato per tutto l’anno scorso, a partire dai propri articoli pre-elettorali, sviluppando coerentemente l’idea che nel mondo moderno i rischi e le minacce nascono da qualsiasi parte. A mio avviso, la tonalità del presente Concetto è impregnata dalla tesi che il mondo sia carico di minacce. Nel documento viene particolarmente evidenziato il fatto che stia diventando sempre più difficile calcolare e prevedere questi rischi; a volte è quasi impossibile. In queste condizioni diventano particolarmente importanti gli elementi di base che riguardano ogni paese. Si tratta del concetto de “l’identità nazionale”. Dalla stabilità, dal grado di formulazione, dalla chiarezza di questo problema dipende, in gran parte, la sicurezza globale di oggi. Nel documento si dice chiaramente che il mondo è un luogo di interazione e forse di confronto e di concorrenza delle varie identità nazionali. Ed è ciò che, secondo me, rende diverso l’attuale approccio della politica estera russa da quello definito in precedenza. Nell’arco di un lungo periodo di tempo la diplomazia russa e le autorità russe hanno fatto leva sul pragmatismo: il meno possibile di ideologia, il più possibile di azioni concrete e di interessi. Attualmente avviene una certa riconsiderazione degli approcci. Sì, il pragmatismo è importante, però la politica estera non può evolversi senza qualche valore, senza una base di idee. In questa fase, la questione della formazione di qualche principio concreto di una tale identità rimane aperta. Vengono definiti soltanto i suoi contorni e gli schizzi. Tra le nuove posizioni, attira l’attenzione l’introduzione del concetto di forza morbida, che in realtà rappresenta appunto la proiezione della propria identità sugli altri paesi e sul resto del mondo. L’attenzione così notevole prestata alla forza morbida è una testimonianza indiretta del fatto che la Russia intende formare un proprio bagaglio ideologico-morale da offrire come alternativa nel mercato mondiale dei valori. L’economia, intanto, non passa in secondo piano. La diplomazia russa, stando a quanto espresso nel Concetto, continuerà a lavorare intensamente per la promozione degli interessi nazionali economici russi. Anche perché nelle condizioni in cui il rischio di una grande guerra attualmente è basso e la sua possibilità non è rilevante, si inaspriscono altre forme di contrasto, in particolare la lotta per l’influenza economica. Traduzione: Lev Kats Vedomosti, pagina 15 18 febbraio 2013 Generali chiede una quota Autore: A. Rozhkov Taglio: alto Le strutture del gruppo finanziario italiano Generali hanno inviato al Servizio Federale Antitrust russo una domanda di acquisizione della società cui appartiene il 38,5% delle azioni di Ingosstrakh, ha riferito a Vedomosti una fonte vicina al fondo PPF Beta (che controlla questo pacchetto). Lo ha confermato una fonte del Servizio Federale Antitrust. Ma i funzionari, a suo dire, non hanno approvato la domanda a causa del fatto che la documentazione presentata fosse incompleta. Non ha detto quali siano i documenti che mancano, rilevando che i richiedenti possono ritirare la domanda, completarla e inviarla di nuovo. Generali controlla metà del pacchetto del 38,5% in Ingosstrakh. La seconda metà passa agli italiani con l’acquisto da PPF del pacchetto del 49% nella joint-venture per l’Europa Centrale e Orientale. Nella prima metà dell’anno gli italiani potranno anche introdurre i propri direttori nel consiglio di Ingosstrakh: la quota di Generali consente al gruppo di contare su tre posti in un consiglio che ne conta nove. A differenza di PPF, in conflitto con il proprietario principale dell’assicuratore, “Bazovyj element”, Generali è da tanto tempo un partner regolare di Ingosstrakh; gli italiani “non hanno un’aggressione speculativa”, aveva osservato il dg di Ingosstrakh, Aleksandr Grigorjev. Il rappresentante di Generali si è astenuto da commenti. Traduzione: Lev Kats Moskovskaja Pravda 16 febbraio 2013 Un incontro con la provincia italiana Autore: O. Torcinskij Taglio: basso Nella Sala espositiva dell’Unione dei pittori di Russia (Pokrovka, 9) è terminata la mostra “Paesaggi della provincia Cuneo nei pastelli dei pittori di Russia e d’Italia”. Sono state presentate le opere dei pittori italiani e russi che hanno lavorato insieme en plein air nel quadro del progetto artistico “l’Anno della cultura italiana in Russia e della cultura russa in Italia”. La provincia di Cuneo è un angolo molto pittoresco che si trova nella regione del Piemonte Meridionale, nell’Italia nord-occidentale, ai piedi degli Alpi. E’ una regione di nevose cime dei monti, pianure coperte da mari di fiori, alte colline, pendii dai quali scendono vigneti che regalano vini stupendi, una regione che mantiene le meraviglie dell’antica architettura: castelli, monasteri, palazzi, cattedrali. Per i pittori qui è un vero paradiso! Nell’autunno 2011 quattro pittori italiani e otto russi si sono stabiliti qui, nel terreno collinoso delle Langhe e nel vicino Monregalese. Lavoravano, non abbassando i pennelli, o meglio gessetti, nella tecnica nobile del pastello secco, che dà una gradazione dolce dei colori (l’ha usata ancora Leonardo da Vinci) e buona a usarsi proprio per la trasmissione dei paesaggi naturali. L’anima della spedizione artistica, il suo organizzatore e ispiratore, è Petr Chakhotin, un discendente di russi emigrati che vive in Piemonte, un pittore professionista. Dopo un anno alcuni russi lavoravano ancora qui. Alla fine si è accumulata una grande quantità di opere, degne di essere mostrate. (…) Traduzione: Andrej Pashkov