Camera dei Deputati - 4-09830 - Interrogazione a risposta scritta presentata dall'On.
D'Agostino (SCpI) il 15 luglio 2015.
D'AGOSTINO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
la legge n. 190 del 2014, «legge di stabilità 2015» ha introdotto il meccanismo del cosiddetto
«split payment»;
detto meccanismo ha messo in difficoltà i consorzi stabili, creati dal legislatore italiano per
promuovere l'aggregazione delle piccole e medie imprese e favorire la competitività delle
aziende italiane rispetto alla concorrenza;
i consorzi stabili costituiscono una figura tipica nel settore degli appalti di lavori pubblici,
introdotta dall'allora «legge Merloni» ed ora disciplinati espressamente dall'articolo 36 del
decreto legislativo n. 163 del 2006;
i consorzi stabiliti rappresentano una importante forma di aggregazione imprenditoriale,
introdotta per favorire la competitività in un sistema produttivo caratterizzato da micro, piccole
e medie imprese e, come tale, fortemente penalizzato nelle sue potenzialità rispetto ad
analoghi sistemi imprenditoriali di altri Paesi;
tale opportunità è stata recepita dalle imprese che hanno dato luogo a numerosi consorzi
stabili, cogliendo le potenzialità offerte da uno strumento che tende a valorizzare le rispettive
specializzazioni ed esperienze, pur conservando l'individualità delle singole imprese e
sviluppando effetti sinergici di sicuro interesse;
le difficoltà di detti consorzi sono legate alla sopravvenuta incapacità finanziaria di far fronte
agli impegni assunti con le imprese consorziate;
le trasformazioni del mercato, unitamente alla complessa fase di recessione degli ultimi anni,
hanno fatto emergere esigenze e necessità di interventi senza i quali talune peculiarità positive
dei consorzi stabili rischiano di restare inespresse;
a giudizio dell'interrogante, occorre cercare di migliorare la disciplina dello split payment che
viene ad incidere pesantemente sulle capacità finanziarie dei consorzi stabili e che sta creando
serie ripercussioni sulla stessa capacità di permanere sul mercato di tali forme di
aggregazione;
lo split payment, particolare modalità di assolvimento dell'IVA da parte della pubblica
amministrazione, (che opera come committente) è foriero, infatti, di grossi problemi di liquidità
in capo ai consorzi che hanno natura «passante», in quanto operano in proprio verso la
committenza e designano già dall'aggiudicazione della gara le consorziate che effettueranno
fattivamente i lavori. Se la stazione appaltante versa direttamente ed integralmente all'erario
l'intera IVA che il consorzio stabile le addebita in fattura (come attualmente previsto), questo
sarà cronicamente a credito di IVA e soprattutto non avrà la liquidità sufficiente per pagare le
fatture alle consorziate (che, a loro volta, dovranno assolvere l'IVA sulle fatture emesse al
consorzio);
a giudizio dell'interrogante si tratta di un problema finanziario di estrema rilevanza per la
peculiarità dei consorzi stabili, che hanno una natura meramente aggregativa, spesso con
modesta struttura operativa propria e che si avvalgono delle imprese consorziate
precedentemente indicate (già in sede di gara) come esecutrici della commessa in caso di
aggiudicazione;
è evidente, pertanto, che il consorzio stabile ha un modestissimo (se non nullo) debito IVA,
dato che contrappone la fattura ricevuta dalle consorziate per le prestazioni eseguite a quella
emessa nei confronti della committenza. Con l'applicazione del meccanismo di split payment si
ritrova con un credito IVA sostanzialmente pari a quello versato all'Erario dalla stazione
appaltante e con «l'obbligo» di chiederne il rimborso (seppure in via trimestrale) con aggravi di
costi e di adempimenti amministrativi e fiscali;
a ciò si aggiunga la circostanza che vede la consorziata (esecutrice dell'opera) nell'obbligo di
emettere fattura con IVA al consorzio stabile (e quindi riversarla all'erario) ed il consorzio a
non avere la liquidità sufficiente per pagare la fattura alla consorziata;
a giudizio dell'interrogante si tratta di una problematica grave che richiede soluzioni
immediate, perché il meccanismo dello split payment, così come attualmente operante, è
fortemente lesivo e penalizzante per le imprese aderenti ai consorzi stabili –:
se il Ministro interrogato non ritenga che il Governo debba rendersi promotore di un
provvedimento che escluda l'applicazione del meccanismo dello split payment qualora il
soggetto emittente fattura alla pubblica amministrazione sia un consorzio stabile (con modalità
analoghe a quelle esistenti a favore dei professionisti o dei soggetti applicanti regimi speciali di
IVA);
se, in subordine, non ritenga di assumere iniziative affinché sia introdotto un calmieramento
alla norma prevedendo che le imprese consorziate che fatturano al consorzio stabile possano
applicare l'IVA con il sistema del reverse charge nei confronti del proprio consorzio di
appartenenza. (4-09830)