SELEZIONE DELLA STAMPA GIURIDICO-AMMINISTRATIVA Aprile 2012 INDICE Michela PASSALACQUA – La riduzione degli oneri amministrativi e dei dipendenti pubblici (Giornale di diritto amministrativo, 2012/2). La legge n.183/2011, nell’intento di tenere sotto controllo la spesa pubblica e di promuovere la crescita, introduce innovazioni in merito alla velocizzazione dei pagamenti della pubblica amministrazione e dei procedimenti per l’avvio di nuove attività produttive, prevedendo anche nuove norme in materia di semplificazione documentale e normativa. Allo stesso tempo, vengono ridisegnati presupposti e procedure per la “cassa integrazione” dei dipendenti pubblici. Monica Cocconi – L’acquisizione dei documenti da parte di soggetti pubblici: diritto d’accesso o principio di leale cooperazione istituzionale? (Giornale di diritto amministrativo, 2012/1). Il giudice amministrativo, nella sentenza in esame, riconosce esplicitamente anche ai soggetti pubblici una piena legittimazione attiva all’esercizio del diritto d’accesso. L’applicazione a questi soggetti delle regole sostanziali e del regime processuale in materia di accesso, pertanto, non risulterebbe preclusa o sostituita dal rinvio del legislatore al principio della leale cooperazione istituzionale. La sua applicazione implica, viceversa, un peculiare e più intenso dovere di collaborazione del soggetto pubblico nell’adempimento dell’obbligazione di esibizione dei documenti richiesti Alessandra VILLA – La dismissione del patrimonio pubblico (Giornale di diritto amministrativo, 2012/2) La dismissione del patrimonio pubblico è, in linea generale, riconducibile a diverse motivazioni ed obiettivi. Si ricordano, per la loro rilevanza, l’apertura delle Amministrazioni pubbliche verso nuove modalità gestionali e la valorizzazione del patrimonio pubblico. Le recenti disposizioni contenute nella legge di stabilità sono ancora sostenute “dall’emergenza di fare cassa” per ridurre il debito che ha caratterizzato il processo di dismissione avviato negli anni scorsi con esiti ben lontani da quelli attesi. Carlo PISANI – La vera novità sistematica della riforma “Brunetta”: il ridimensionamento dell’autonomia collettiva (Massimario di Giurisprudenza del Lavoro, 2010/3). Nel rapporto di lavoro pubblico l’esigenza del necessario rispetto di interessi di carattere generale, che giustifica ed al quale è collegata l’inderogabilità assoluta della norma di legge, nasce da una ragione esattamente opposta a quella del privato, perché qui il soggetto debole è, paradossalmente, ritenuto il datore di lavoro, il quale, in ragione della sua congenita scarsa resistenza nei confronti delle rivendicazioni delle organizzazioni sindacali, deve essere protetto anche contro se stesso, appunto con la suddetta inderogabilità (e poi nullità) di protezione. Marta Giaconi – Il diritto alla riservatezza del dipendente pubblico (Il lavoro nelle pubbliche amministrazioni, 2009/2). Sono applicabili al rapporto di lavoro, pubblico come privato, le regole generali sul trattamento dei dati. La totalità delle informazioni trattate dal datore sono, infatti, riconducibili alla qualifica di dati comuni e sensibili descritta nel decreto. E’, pertanto, necessario che il lavoratore sia informato delle finalità e modalità del trattamento dei dati, della natura facoltativa o obbligatoria del loro conferimento e delle conseguenze di un eventuale rifiuto. In tal modo sarà possibile per il dipendente esercitare i diritti di cui all’art.7 cod. priv. Tra di essi vanno annoverati il diritto di opporsi ala trattamento “per motivi legittimi”, di ottenere la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione di legge. Massimiliano ARSI’ – Gli strumenti finanziari e le procedure per la dismissione e la valorizzazione dei beni pubblici (Giornale di diritto amministrativo, 2012/2) Le misure dedicate ai patrimoni pubblici sono finalizzate ad avviare una nuova stagione di alienazione dei beni attraverso il ricorso a modelli di gestione societari e finanziari da diffondere a livello regionale e locale. Le procedure di approvazione dei cd. “Programmi unitari di valorizzazione territoriale” sono ridefinite ulteriormente, così come le funzioni assegnate all’Agenzia del Demanio di advisor, di “manutentore” e “conduttore” unico sul patrimonio immobiliare per accelerarne i processi di razionalizzazione degli spazi utilizzati dalle amministrazioni, segnatamente, di quelle statali. Monica COCCONI – L’obbligo di motivazione degli atti amministrativi generali (Rivista trimestrale di diritto pubblico, 2009/3). In questa sede si evidenzia come, nei settori del governo del territorio, della tutela ambientale, della regolazione finanziaria ed economica, l’obbligo di motivazione dovrebbe applicarsi a tutti gli atti conclusivi di procedimenti generali in cui si riscontri una pluralità e diversità di interessi destinati a confluire nel procedimento e l’esigenza di acquisire e selezionare tali interessi secondo criteri di equità e ragionevolezza. Non casualmente, in tali procedimenti, la disciplina settoriale e gli orientamenti giurisprudenziali richiedono, in deroga all’art.13 della l.241/90, che li sottrae all’applicazione degli istituti di partecipazione contemplati dalla legge sul procedimento, forme diversificate di apertura degli stessi procedimenti ai centri di riferimento degli interessi coinvolti. L’obbligo di motivazione, di conseguenza, può risultare decisivo al fine di accrescere l’effettività delle istanze partecipative manifestate nel corso del procedimento e la loro possibilità di incidere sulla decisione amministrativa. Ivan DEL GIUDICE – La rilevanza della concorrenza “effettiva” nel giudizio di anomalia dell’offerta: riflessioni in ordine alla compressione dell’utile d’impresa (Il foro amministrativo – T.A.R., 2009/6). Al cune recenti pronunce del giudice amministrativo forniscono ampi stimoli che inducono ad una riflessione critica circa il ruolo che la Pubblica Amministrazione può essere chiamata a svolgere nella specifica veste di contraente (per l’acquisizione di beni, utilità e servizi strumentali allo svolgimento dei propri compiti istituzionali), in rapporto alla tutela del mercato e del suo assetto concorrenziale. Nell’ambito del contesto delineato, pertanto, il tema d’indagine si focalizza sull’importanza che il margine di utile conseguibile può assumere nella valutazione dell’anomalia dell’offerta, in assenza di un’espressa indicazione contenuta nel bando di gara.