Il Gruppo di Studio del Coordinamento scientifico ha

Il Gruppo di Studio del Coordinamento scientifico ha elaborato questo
testo per dare la massima diffusione alle attività culturali riguardanti i
problemi della vita di domani e che sono rivolte a tutti i cittadini, giovani e
anziani, uomini e donne. E’ il prodotto delle più recenti acquisizioni
scientifiche. Con l’appoggio delle amministrazioni e degli Enti locali ne
potrà nascere un programma adatto ad affrontare con successo i disagi e
l’emarginazione personale dovuti al crescente sviluppo della società
moderna nel campo della comunicazione, dell’economia e del lavoro.
VIVERE DOMANI
L’uomo ha percorso un milione di anni per avere un cervello dotato delle attuali
qualità, in virtù della progressiva formazione di un enorme numero di cellule nervose (i
neuroni), calcolabili in più miliardi. I neuroni sono collegati fra loro da miliardi di
connessioni formanti un grande numero di reti nervose o circuiti, che regolano i movimenti
dei muscoli, l’attività dei cinque sensi, le emozioni, e naturalmente le attività mentali (la
memoria, il pensiero).
I CIRCUITI
Nel corso dello sviluppo i circuiti cerebrali si sviluppano secondo gli schemi previsti dalle
caratteristiche ereditarie e successivamente dalle vicende e dagli interessi della vita reale di
ciascuno.
Nel corso dell’esistenza i circuiti che non vengono utilizzati tendono a ridursi fino quasi a
scomparire, mentre gli altri si sviluppano assumendo le capacità dovute alle esperienze che
concorrono a dare nel corso della vita l’identità alla persona.
Nel corso dei millenni si sviluppò un uso sempre migliore dei sensi e della memoria, la quale
da semplice meccanismo della attività di pura sopravvivenza, di cui sono dotati gli animali in
genere, si arricchì già negli uomini primitivi con capacità di “memoria cosciente” o
cognitiva con la susseguente espansione di ogni genere di facoltà mentali.
La memoria cognitiva, uno strumento della conoscenza, divenne il punto di partenza della
comunicazione cosciente che si articolò in forme di espressione ed in linguaggi
organizzati come lo sono i suoni, i movimenti, gli atteggiamenti, le parole. Il
gioco fra la memoria e le prime luci del pensiero cominciò ad assicurare la creazione di
significati, come dare il nome alle cose (i sostantivi), alle azioni (i verbi), alle persone (i nomi
propri). Nacque una comunicazione sempre più complessa, fino ad alti valori di significato e
di informazione, fatto che permise agli uomini di collaborare alla formazione di comunità
stabili e poi etnie (le tribù) società umane con i loro particolari linguaggi e culture, i
loro diversi modi di vivere sulla base delle risorse locali.
IL LINGUAGGIO
Per linguaggio si vuole intendere ogni forma di comunicazione della vita animale, che possa
essere intesa come messaggio, come quello dei meccanismi istintivi, che del resto vengono
usati tuttora anche dall’uomo (espressioni,
gesti, atteggiamenti, suoni).
Ma per comunicazione si vuole anche intendere tutto ciò che l’uomo elabora e produce in
parole, pensiero ed oggetti per dare significato alla propria esistenza.
Memoria e linguaggio in tutte le loro forme consentirono all’uomo primitivo di avere
un’attività creativa cosciente, primo ed unico essere al mondo.
Mente e parole gli concessero di pensare, liberandolo dallo stretto legame con la
realtà materiale:nacquero la fantasia e la immaginazione e con esse il mondo della
spiritualità (tutte emozioni nuove alla vita animale).
L’uomo divenne creativo manipolatore del proprio mondo anche ben al di là delle necessità
dettate dalla sopravvivenza. (Progettazione, arte, poesia, letteratura, pensiero,
spettacolo, rito, comunicazione).
La storia dell’uomo è frutto di milioni di cose, di mondi di idee di ogni genere, fra queste, a
caso, la creazione degli stuzzicadenti, dei tappi di sughero, della stringhe da scarpe, del
rasoio. L’atleta Fossbury che trent’anni fa creò un nuovo modo di fare il salto in alto per
vincere alle Olimpiadi. E’ soprattutto dall’effetto globale di queste cose comuni che è nato il
progresso umano, condizionato o imposto da stati di necessità ma anche da quei
momenti emotivi che sono fonti di pensiero e di culto, come filosofie e
religioni o prodotti di fantasia come l’arte. Da cottonfioc alla Gioconda tutto serve a vivere
meglio.
Alcuni secoli fa necessità ed ingegno aprono la strada alla tecnica e a quella che sarà
la scienza moderna: Si fanno nuove scoperte sull’uso della materia, individuandone
qualità prima ignote. Cambia il rapporto dell’uomo con il lavoro, il denaro assume un ruolo
rivoluzionario. Si accelerano negli Stati e nelle Nazioni i fenomeni legati
all’amministrazione, alla legge, all’industria, alla scuola, agli armamenti, alla gestione del
potere nel mondo. E poi avviene quella che oggi vien detta “globalizzazione”, cioè la
diffusione in tutto il mondo di attività e di interessi dei paesi più sviluppati e più ricchi: la
colonizzazione politica, economica e tecnologica.
Con lo sviluppo in molte direzioni delle società umane disperse per ogni dove, si formano ed
evolvono linguaggi e lingue. Ma nel tempo, molte lingue, almeno tremila su seimila, sono
scomparse specialmente nella fase coloniale per l’emarginazione spesso dura e feroce dei
popoli che non sono riusciti a rincorrere la cultura dei vincitori.
Se la scomparsa dei linguaggi è sempre stato un fenomeno frequente nella storia
dell’umanità, il processo si è accelerato con la rivoluzione industriale; la comunicazione, la
cultura tecnologica e scientifica hanno aperto la via a linguaggi necessari alle nuove esigenze
di ogni attività, per più aggiornati livelli di vita materiale, culturale e spirituale.
Scienza e tecnologia hanno creato un mondo di cose, di pensiero, di comunicazione che, nella
sostanza può diventare estraneo a vasti strati di cittadini che finiscono con il subirlo senza
poterlo controllare nei suoi aspetti più delicati come nel campo dell’informazione. E’ gia una
forma di emarginazione.
Aumenta la durata della vita: in pochi millenni si passa dai trenta agli
ottant’anni. I biologi affermano che il potenziale di vita dell’”homo sapiens sapiens” come
viene chiamato
l’uomo nella fase attuale, opportunamente tutelato può portarsi ai centoventi anni. Ma già al
tempo nostro la tradizionale forma di istruzione è inadeguata, insufficiente e produce forte
emarginazione per mancanza di continuità di stimoli per nuovi interessi. Molti di coloro che
hanno studiato hanno perso buona parte del patrimonio appreso senza curarsi di rinnovarlo
ed aggiornarlo con nuovi valori e conoscenza.
Si tratta di emarginazione generazionale associata all’analfabetismo elettronico, che ignora
buona parte della cultura e della tecnologia della comunicazione , oggi base fondamentale
dello sviluppo della vita moderna.in tutti i settori. Chi si emargina non fa che assecondare
gli aspetti negativi delle società umana col malessere che colpisce il singolo e la comunità.
La società moderna deve sollecitare le persone ad un maggior impegno per fornire a se stesse
gli strumenti necessari a svolgere un’attività lavorativa in continuo mutamento specialmente
nel campo delle tecnologie, spesso causa di emarginazione senza rimedio.
Ecco perchè una decina di anni di scuola non possono fornire gli strumenti necessari ad una
l’uomo nella fase attuale. Oggi si parla di “mobbing”, un termine americano che significa
spostare una persona ad un lavoro meno qualificato anche perchè meno aggiornata. Succede
spesso.
Si tratta di emarginazione generazionale, aggravata da quello che si può chiamare
“analfabetismo elettronico” che ignora buona parte della pratica e della teoria della
comunicazione, oggi base fondamentale dello sviluppo della vita moderna in tutti i settori.
Nelle persone mature e negli anziani si verifica una
decadenza di interessi fisici, culturali, mentali, con la diminuzione della memoria e
dell’attenzione e quindi dell’apprendimento.
Il cervello risente dell’invecchiamento, ma ancora più della mancanza di esercizio. Le più
recenti ricerche dimostrano che zone del cervello poco o nulla usate perdono in parte la loro
capacità funzionale e questo può portare all’impoverimento della identità delle persona. E’
necessario porsi questo problema ed attuare le tecniche riabilitative che la scienza può
suggerire, perchè ora è ben nota la possibilità di attivare il ricupero di capacità cerebrali in
corso di declino.
Il concetto di vivere è troppo spesso ridotto alla nozione di semplice sopravvivenza, senza
una coscienza capace di capire il perchè, il come, il quando, il dove di ciò che si ha da fare :
i grandi temi della politica, della salute, del lavoro, della giustizia, dell’ambiente, della
sviluppo sostenibile, che troppo spesso sono in mano a specifici interessi.
Il cosiddetto “meritato riposo” potrà trasformarsi in edificante attività creativa, del corpo e
della mente con un adatto impegno nei più svariati settori della conoscenza.
Il cervello, per la sua “plasticità”, può rimanere a lungo in grado di rispondere positivamente
a stimoli di ogni genere. Perchè?
Fino a pochi anni fa si pensava che il cervello avesse una certa evoluzione fino
all’adolescenza e che le varie aree della corteccia cerebrale non potessero modifica la loro
funzione, come ad esempio quelle riguardanti i movimento della persona, il linguaggio,la
sensibilità, la memoria.
Le ricerche più recenti, effettuate con apparecchi di straordinaria complessità, hanno
dimostrato che con il dovuto esercizio il cervello può mantenere una buona attività o
ricuperare quelle perduta. Questo può accadere per la sua capacità di rimodellare le sue
funzioni. Se non succedesse questo, non ci sarebbe una buona ragione per prolungare una
vita di altri decenni senza interessi materiali o spirituali o senza affetti realmente vissuti.
Tenendo presente che la persona, con un cervello deperito e poco allenato, aumenterebbe
oltre misura il carico famigliare e sociale tipico delle persone improduttive, ridotte a
testimoni di un mondo che si sta trasformando e che finirà con l’emarginarli definitivamente.
Questo problema va chiarito in modo che ciascuno sappia assumersi i
criteri che presenteremo, la responsabilità di gestire in modo dignitoso la
propria presenza nella società umana.
Gianni Sembianti, Neuroscienze, Acc, delle Scienze di New York
Aldo Nardi, docente univ. di pedagogia e didattica
Maddalena Carrozzini Primo,,psicoterapeuta
Furio Sembianti, architetto urbanista e ambientalista
Renzo Carrozzini, psicoterapeuta e sociologo
Adriana Gracchi, dottoressa fisiatra