INIZIATIVE DAL 28 AGOSTO ALL’8 SETTEMBRE Domenica 28 Agosto: orario S.S. Messe: 8 -10 – 19.30:Tema “Se qualcuno vuol venire dietro di me prenda la sua croce e mi segua”. Battesimo e dimensione pasquale nella vita del laico. Testimone: Giuseppe Moscati Lunedi 29 agosto, ore 21: Film: WE WANT SEX di N. Cole Tremate, tremate, le streghe son tornate… Mirabile esempio di lotta da parte di un gruppo di operaie discriminate e sottopagate nella Londra del 1968. Determinate a far valere i loro diritti, con l’aiuto di un ministro donna, riescono ad affermarsi sia contro i sindacati che contro i padroni. Attuale, ruvido,delicato. Durata 113 minuti. Ultimo film della rassegna. 6 -7 – 8 settembre: PERCORSO DI FORMAZIONE l’associazione “la citta’ che vogliamo” organizza LA POLITICA TRA PRASSI E PROFEZIA Martedi’ 6/9 (c/o missionari saveriani) ore 18.15: presentazione dr. GIANNI LIVIANO ore 18.30: on. EUGENIO MELANDRI (già missionario saveriano, parlamentare ed europarlamentare) : “pensare la citta’ come comunita’ di persone” (C/O Parrocchia Regina Pacis -Lama) ore 20.00 on. FAUSTO BERTINOTTI (già presidente della Camera dei deputati) e don ROCCO D’AMBROSIO (professore di filosofia politica presso Pontificia Università Gregoriana) discutono di “POLITICA E PROFEZIA: LA PRIMA SCUOTE, LA SECONDA SQUARCIA” introduce don Mimino DAMASI (parroco Regina Pacis) moderano dott. Gianni LIVIANO e avv. Cesare PARADISO Mercoledi’ 7/9: Ore 18.30” : “Il SAN RAFFAELE A TARANTO: PRO E CONTRO DI UNA IPOTESI DI SANITA’ Sono invitati a discuterne: dott. Tommaso FIORE (ASSESSORE SANITA’ PUGLIA) dott. Mimmo NUME (PRESIDENTE ORDINE DEI MEDICI) dott. Vito SANTORO (Dirett. Fondaz. San Raffaele Del Merditerraneo – Taranto) dott. Vito Fabrizio SCATTAGLIA (Direttore Generale Sanita’ Taranto) dott. Mimmo CITO (SEGR. MEDICI CGIL) modera dott. Angelo DI LEO (giornalista corriere del giorno – Taranto) Giovedi 8/9 : Ore 18.30: “RIPENSARE LA CITTA’: IL CASO BAGNOLI Relaziona l’ing. GIANFRANCO CALIGIURI (direttore tecnico della Bagnoli Futura e progettista dei lavori di bonifica a Bagnoli) dr. Gianni FLORIDO (presidente provincia di Taranto) dr. Leo CORVACE (ambientalista) Giovedi 1 settembre, ore 19.45: adorazione eucaristica Parrocchia Regina Pacis – Lama INSIEME A LAMA – ESTATE 2011 “Luce del mondo e sale della terra. I laici nella Chiesa e nella società” DOMENICA 28 AGOSTO “SE QUALCUNO VUOL VENIRE DIETRO DI ME PRENDA LA SUA CROCE E MI SEGUA” BATTESIMO E DIMENSIONE PASQUALE NELLA VITA DEL LAICO. “Se qualcuno vuol venire dietro di me prenda la sua croce e mi segua”. Questa è la «porta stretta» (Lc 13,24) di cui parla Gesù, le condizioni che Egli pone a chi decide di essere suo discepolo. Gesù non è il Messia del trionfo e della potenza. Difatti non libera Israele dal dominio romano e non gli assicura la gloria politica. Come autentico Servo del Signore, realizza la sua missione di Messia nella solidarietà, nel servizio, nell’umiliazione della morte. Egli è un Messia fuori dagli schemi e dal clamore, che non si riesce a comprendere con la logica del potere e del successo, usata spesso dal mondo come criterio di verifica dei propri progetti. Giunto per compiere la volontà del Padre, resta fedele a essa sino in fondo realizzando in questo modo la sua missione di salvezza per quanti credono in Lui e lo amano, non a parole, ma concretamente. Pertanto, se è l’amore, la condizione per seguirlo, è il sacrificio che verifica l’autenticità di quell’amore. Non si ama veramente se non si è disposti come Gesù a «morire a se stessi». Le parole di Gesù manifestano la radicalità di una scelta che non consente né indugi né incertezze. È una richiesta impegnativa, che ha colpito i discepoli e nel corso dei secoli ha trattenuto diversi uomini e donne dal seguire Cristo. Ma proprio tale radicalità ha anche dato vita a frutti mirabili di santità. In altre parole, Gesù ci domanda di scegliere coraggiosamente la sua stessa vita, di sceglierla prima di ogni altra cosa nel cuore, perché essa è il segreto della propria vita salvata, ritrovata, trasformata dal mistero di Cristo. La nostra vita ha un suo pieno significato quando si trasforma in offerta, in dono. Seguire Cristo non è un fatto puramente esteriore, ma un’adesione del cuore e della mente. Egli non chiede a ognuno di noi di rinunciare a vivere, ma di accogliere una novità e una pienezza di vita che solo Lui può dare. L’uomo solitamente tende a “pensare a se stesso”, mettere il proprio sé al centro degli interessi e porsi come misura di tutto. Chi segue Cristo diversamente non rincorre i propri interessi, ma considera la vita in termini di dono e gratuità. La vita vera si esprime nel dono di sé frutto della grazia di Cristo: un’esistenza libera, in comunione con Dio e con i fratelli (cf. Gaudium et spes, 24). Il Dio - amore che ci ha chiamati alla vita guarda a ciascuno come a una possibilità effettiva per manifestarsi, per farsi conoscere al mondo come Egli è, cioè amore. ATTENZIONE DA DOMENICA 4 SETTEMBRE LA MESSA DELLA SERA È ANTICPATA ALLE ORE 19. “Luce del mondo e sale della terra. I laici nella Chiesa e nella società” Giuseppe Moscati nacque il 25 luglio 1880 a Benevento, settimo tra i nove figli del magistrato Francesco Moscati e di Rosa De Luca, dei marchesi di Roseto. Fu battezzato il 31 luglio 1880. Nel 1881 la famiglia Moscati si trasferí ad Ancona e poi a Napoli, ove Giuseppe fece la sua prima comunione nella festa dell'Immacolata del 1888. Dal 1889 al 1894 Giuseppe compì i suoi studi ginnasiali e poi quelli liceali al " Vittorio Emanuele ", conseguendovi con voti brillanti la licenza liceale nel 1897, all'etá di appena 17 anni. Pochi mesi dopo, cominciò gli studi universitari presso la facoltà di medicina dell'Ateneo partenopeo. E' possibile che la decisione di scegliere la professione medica sia stata in parte influenzata dal fatto che negli anni dell'adolescenza Giuseppe si era confrontato, in modo diretto e personale, con il dramma della sofferenza umana. Nel 1893, infatti, suo fratello Alberto, tenente di artiglieria, fu portato a casa dopo aver subito un trauma inguaribile in seguito ad una caduta da cavallo. Per anni Giuseppe prodigò le sue cure premurose al fratello tanto amato, e allora dovette sperimentare la relativa impotenza dei rimedi umani e l'efficacia dei conforti religiosi, che soli possono darci la vera pace e serenità. È comunque un fatto che, fin dalla più giovane età, Giuseppe Moscati dimostra una sensibilità acuta per le sofferenze fisiche altrui; ma il suo sguardo non si ferma ad esse: penetra fino agli ultimi recessi del cuore umano. Vuole guarire o lenire le piaghe del corpo, ma è, al tempo stesso, profondamente convinto che anima e corpo sono tutt'uno e desidera ardentemente di preparare i suoi fratelli sofferenti all'opera salvifica del Medico Divino. Il 4 agosto 1903, Giuseppe Moscati conseguì la laurea in medicina con pieni voti e diritto alla stampa, coronando così in modo degno il " curriculum " dei suoi studi universitari Dal 1904 il Moscati presta servizio di coadiutore all'ospedale degl'Incurabili, a Napoli, e fra l'altro organizza l'ospedalizzazione dei colpiti di rabbia e, mediante un intervento personale molto coraggioso, salva i ricoverati nell'ospedale di Torre del Greco, durante l'eruzione del Vesuvio nel 1906. Negli anni successivi Giuseppe Moscati consegue l'idoneità, in un concorso per esami, al servizio di laboratorio presso l'ospedale di malattie infettive " Domenico Cotugno ". Nel 1911 prende parte al concorso pubblico per sei posti di aiuto ordinario negli Ospedali Riuniti e lo vince in modo clamoroso. Celebre e ricercatissimo nell'ambiente partenopeo quando è ancora giovanissimo, il professor Moscati conquista ben presto una fama di portata nazionale ed internazionale per le sue ricerche originali, i risultati delle quali vengono da lui pubblicati in varie riviste scientifiche italiane ed estere. Non sono tuttavia unicamente e neppure principalmente le doti geniali ed i successi clamorosi del Moscati che suscitano la meraviglia di chi lo avvicina. Più di ogni altra cosa è la sua stessa personalità che lascia un'impressione profonda in coloro che lo incontrano, la sua vita limpida e coerente, tutta impregnata di fede e di carità verso Dio e verso gli uomini. Il Moscati è uno scienziato di prim'ordine; ma per lui non esistono contrasti tra la fede e la scienza: come ricercatore è al servizio della verità e la verità non è mai in contraddizione con se stessa né, tanto meno, con ciò che la Verità eterna ci ha rivelato. L'accettazione della Parola di Dio non è, d'altronde, per il Moscati un semplice atto intellettuale, astratto e teorico: per lui la fede è, invece, la sorgente di tutta la sua vita, l'accettazione incondizionata, calda ed entusiasta della realtà del Dio personale e dei nostri rapporti con lui. Il Moscati vede nei suoi pazienti il Cristo sofferente, lo ama e lo serve in essi. È questo slancio di amore generoso che lo spinge a prodigarsi senza sosta per chi soffre, a non attendere che i malati vadano a lui, ma a cercarli nei quartieri più poveri ed abbandonati della città, a curarli gratuitamente, anzi, a soccorrerli con i suoi propri guadagni. E tutti, ma in modo speciale coloro che vivono nella miseria, intuiscono ammirati la forza divina che anima il loro benefattore. Così il Moscati diventa l'apostolo di Gesù: senza mai predicare, annuncia, con la sua carità e con il modo in cui vive la sua professione di medico, il Divino Pastore e conduce a lui gli uomini oppressi e assetati di verità e di bontà. Mentre gli anni progrediscono, il fuoco dell'amore sembra divorare Giuseppe Moscati. L'attività esterna cresce costantemente, ma si prolungano pure le sue ore di preghiera e si interiorizzano progressivamente i suoi incontri con Gesù sacramentato. Quando, il 12 aprile 1927, il Moscati muore improvvisamente, stroncato in piena attività, a soli 46 anni, la notizia del suo decesso viene annunciata e propagata di bocca in bocca con le parole: " È morto il medico santo ". Queste parole, che riassumono tutta la vita del Moscati, ricevono oggi il suggello ufficiale della Chiesa. Il Prof. Giuseppe Moscati è stato beatificato da S. S. Paolo VI nel corso dell'Anno Santo, il 16 novembre 1975. PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE O Dio, le tue vie non sono le nostre vie e i tuoi pensieri non sono i nostri pensieri. Nel tuo progetto di salvezza c'è posto anche per la croce. Tuo Figlio Gesù non si tirò indietro davanti ad essa, ma "si sottopose alla croce, disprezzandone l'ignominia". L'ostilità dei suoi avversari non poté distoglierlo dalla sua ferma decisione di compiere la tua volontà e annunciare il tuo Regno. Rafforzaci, o Padre, con il dono del tuo Spirito. Egli ci renda capaci di seguire Gesù con risolutezza e fedeltà. Ci renda suoi imitatori nel fare di Te e del tuo Regno il fulcro della nostra vita. Ci doni la forza di sopportare avversità e difficoltà perché in noi e in tutti sbocci gradualmente la vera vita. Amen