in scena al concordia il berretto a sonagli - Digilander

IN SCENA AL CONCORDIA IL BERRETTO A SONAGLI!
Innovativa l’interpretazione di Diablogues e Le Belle Bandiere
Giovedì 12 febbraio è stato rappresentato al teatro Concordia di Pordenone “Il berretto a sonagli”, messo in scena dalla
compagnia “Diablogues” in collaborazione con “Le belle bandiere”. Stefano Randisi (Fana), Enzo Vetrano (Ciampa),
Elena Bucci (Beatrice), Marco Sgrosso (delegato Spanò), oltre ad essere gli attori principali, sono anche i registi dello
spettacolo. Si può quindi parlare di regia collettiva che ha permesso, grazie all’apporto di un maggior numero di punti di
vista, di dar vita ad uno spettacolo valido e dal taglio interessante.
La vicenda, ambientata in un paesino siciliano, ha come protagonista Beatrice, moglie del cavalier Fiorica che la tradisce
con la moglie dello scrivano Ciampa. Beatrice, che ha intenzione di smascherarlo, è inizialmente molto determinata e
convinta ma, nel corso della vicenda, perde questa sua determinazione poiché le viene a mancare l’appoggio della
famiglia e del delegato Spanò. Fifì (fratello di Beatrice) è il primo che fa emergere il tema della pazzia. La utilizza,
infatti, come chiave di lettura del comportamento della sorella (“ha voluto cacciarsi in questi guai la pazza ?! E ora ci
resta!?).
Ciampa troverà nella pazzia la soluzione del dramma: Beatrice, in quanto pazza, avrebbe passato qualche mese in una
casa di cura. Nessuno avrebbe creduto alle parole di una pazza e tutto si sarebbe sistemato. Alla fine tutti i personaggi si
schierano dalla parte di Ciampa che convince Beatrice a fingersi pazza. Beatrice viene quindi punita per essersi ribellata
a questa società dalla mentalità maschilista. Curioso è il fatto che lo spettacolo sia irrisolto: gli spettatori, infatti, non
assistono alla chiusura di Beatrice in manicomio e non sanno se, quindi, abbia ceduto o no alle pressioni di Ciampa e del
resto dell’entourage.
La compagnia ha ripreso alcuni degli elementi del testo in siciliano (scena di Beatrice che trova tra le lenzuola uno
scorpione, simbolo di tradimento) che non sono presenti nel testo in italiano e che lo stesso Musco aveva tagliato per
ragioni moralistiche.
Il taglio dato allo spettacolo è di tipo comico, anche i personaggi sono così caratterizzati. Lo stesso Ciampa, che ha
comunque portato avanti tutte le tematiche principali nel corso dello spettacolo, non è quel “filosofo” descritto da
Pirandello, ma piuttosto un “comico” che, con le sue battute, riesce a mettere in difficoltà gli altri personaggi e a far
emergere, appunto, tutti i temi fondamentali.
La scenografia, molto semplice, di tipo simbolico è caratterizzata dalla presenza (sullo sfondo) di un velatino, dietro al
quale vive il resto del paesello che spia la vicenda, che serve anche all’entrata e all’uscita di scena dei personaggi. Sul
palco ci sono tre sedie bianche che servono a sottolineare (anche se in modo implicito) la teoria delle tre corde che
Ciampa ha precedentemente illustrato. Ciampa, seduto al centro, rappresenta la corda civile, Spanò (seduto a destra)
quella seria e Beatrice (seduta a sinistra) la corda pazza.
Tra gli effetti sonori risulta molto significativo il vento che trasporta le voci delle persone e quindi simboleggia le
difficoltà della comunicazione.
L’entrata e l’uscita di scena di alcuni personaggi è sempre accompagnata dalla stessa musica, ad esempio Spanò, uomo
fatuo e leggero, è introdotto da un valzer.
L’interpretazione degli attori è stata molto valida, soprattutto quella di Enzo Vetrano nei panni di Ciampa, e quella di
Margherita Smedile che interpretava sia la saracena che Assunta la Bella.
La presenza sulla scena di quest’ultima, anche se più breve rispetto a quella di altri personaggi, è stata molto
significativa. Elena Bucci, nei panni di Beatrice, è parsa troppo enfatica e piatta. Due suoi “balletti” sono sembrati assai
fuori luogo e del tutto inutili, mentre è stato molto interessante l’utilizzo del sale. Il gesto che compie Beatrice di
rovesciare a terra il sale rappresenta la sua volontà di far emergere lo scandalo e quindi di rompere un equilibrio.
Infine è sembrata molto ironica Fana che col suo “tremo tutta!” ha suscitato molte risate tra il pubblico che ha apprezzato
la rappresentazione ed ha salutato gli attori con un lungo, caloroso applauso.
Elisa Veritti
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