Collezione Liceo Scientifico Alessandro Serpieri Rimini 12.2 Ricevitore Marconi x = 39 cm y = 16 cm z = 18 cm m = 2100 g Descrizione E’ una copia fedele del dispositivo usato da Marconi nei suoi primi esperimenti di radiotrasmissione. Vi sono due circuiti alimentati in corrente continua: Coherer – bobina di un relè (un capo del choerer o coesore è collegato ad un morsetto per l’inserimento di una antenna) e: contatti del relè bobina di un campanello elettrico. Il supporto è in legno. Firmato Officine Galileo Firenze risale agli anni 30. Cenni storici I primi esperimenti marconiani risalgono al 1894. Fra 1860 ed 1870 James Clerk Maxwell aveva enunciato le sue equazioni che contengono tutte le informazioni teoriche sulle onde elettromagnetiche. Nel 1888 Henrich Hertz realizzò le prime esperienze sulla trasmissione delle onde. Marconi, sulle orme di Augusto Righi, realizza la prima vera trasmissione radio utilizzando l’idea dell’ “aereo” (oggi diremmo antenna) ed un dispositivo primitivo ma geniale: il “coesore” ideato da Calzecchi Onesti nel 1884, sei anni prima di Branly, a cui viene comunemente attribuito. Come trasmettitore usò un oscillatore di Righi opportunamente modificato con l’aggiunta dell’antenna. James Clerk Maxwell, inglese (1831 – 1908) Henrich Rudolf Hertz, tedesco (1857 – 1904) Augusto Righi, (1850 – 1920) Guglielmo Marconi, (1874 – 1937) Temistocle Calzecchi Onesti, (1853 – 1922) Désiré-Eduard-Eugene Branly, francese (1844 – 1940) Carlo M. Fabbri 2004 Collezione Liceo Scientifico Alessandro Serpieri Rimini Funzionamento Il cuore del sistema è costituito dal coesore che, collegato all’antenna, viene attraversato da onde elettromagnetiche che lo rendono conduttore : a questo punto scatta il relè che aziona il campanello elettrico il quale, con il suo martelletto urta contro il coesore riportandolo nella condizione di non conduzione. Il coesore non è altro che un tubetto di vetro contenente due cilindretti metallici fra i quali vi è una polvere metallica. L’onda elettromagnetica crea delle microsaldature fra le particelle di polvere, per cui il dispositivo diviene conduttore. Per riportare il dispositivo in stato di non conduzione è sufficiente urtarlo con un martelletto. L’alimentazione del relè e del campanello è 6 Vcc. Uso Per mostrare la possibilità di trasmissione di segnali via etere ripetendo la primitiva esperienza di Marconi. Bibliografia Guglielmo Marconi Scritti di Gugliemo Marconi Reale accademia d’Italia Roma 1941 Carlo M. Fabbri 2004