FESTIVAL NAZIONALE DI TEATRO DIALETTALE “RENATO

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FESTIVAL NAZIONALE DI TEATRO DIALETTALE
“RENATO BROGELLI”
IV^ Edizione – Estate 2013 – Parco Rosselli Terni
Siamo giunti quest’anno alla IV edizione del Festival Nazionale di Teatro Dialettale
Premio “Renato Brogelli”.
L’evento, organizzato dalla Nuova Compagnia Teatro città di Terni in collaborazione con
la UILT regionale e la I^ Circoscrizione Est Terni, ha raccolto consensi di pubblico e di
artisti a livello nazionale.
Nel commemorare un grande commediografo che ha dato dignità al dialetto e portato la
cultura ternana nel mondo, la " Nuova Compagnia Teatro Città di Terni " ha inteso
proseguire con i suoi insegnamenti e tramandare la tradizione del dialetto ternano.
Il Festival, iniziato nel 2010, dapprima a carattere regionale poi interregionale, con
l’edizione 2012 è diventato Nazionale.
Hanno fatto richiesta di partecipazione di un nutrito numero di gruppi teatrali provenienti
da tutta Italia; tra questi, ne sono stati selezionati sei che si sono contesi i vari premi e
riconoscimenti messi in palio durante lo svolgimento del Festival tenutosi il 26-27-28
luglio e 2-3-4 agosto a Terni presso il Parco Rosselli.
La qualità delle opere messe in scena, la regia curata nella ricerca dei materiali dei ruoli
delle finalità e del contesto narrato, la scenografia attenta e finemente progettata in base
alle conoscenze tecniche e artistiche, e, non ultimo, l’interpretazione magistrale degli
artisti, hanno dato lustro alla manifestazione e alla città di Terni.
Questo il calendario degli spettacoli.
Venerdì 26 luglio 2013
COMPAGNIE TEATRALI PARLA COME MAGNI/GLI ARCHIBUGIARDI – Narni
“L’OSTERIA” Commedia di Amori e di Follia – di Foscolo Ceccarani e Gianni
Pietrangeli - Regia degli autori
La tranquilla ed abituale vita di un paese agli inizi del 1920, lontano dalle vicissitudini e
tutti gli eventi che stavano accadendo in Italia, viene sconvolto e stravolto da un fatto
eccezionale: il passaggio del Re d’Italia e del suo seguito per un viaggio simbolico nel
centro Italia, attraverso l’antica via Flaminia.
L’intera comunità viene investita da un’ondata di trepida ed eccitante attesa per l’evento.
L’osteria del paese, già abitualmente sede di ritrovo della normale quotidianità, diviene il
naturale luogo di raccolta ove attendere l’arrivo del Re.
L’eccitazione per l’attesa è contagiosa ma soprattutto stimolante, accende gli animi sopiti
e fa sì che tutto venga sentito come se il particolare momento sia il più propizio, il più
fecondo a nuove imprese, o comunque sia il segno che le cose intraprese debbano essere
portate a termine. Tutto viene amplificato: il coraggio, l’ambizione, la passione, la
disonestà, l’amore e la follia. Tutto ciò trova la sua sede naturale nell’osteria che diviene
metafora della vita stessa.
Un luogo fisicamente circoscritto e definito ma emotivamente vivo e fluttuante di varie
umanità, ognuno con la sua particolare storia, ognuno con le sue gioie ed i suoi dolori,
ognuno con il proprio vissuto che, come pezzetti di vetro colorato in un caleidoscopio,
incontrandosi e combinandosi con l’altro dà origine ad altre storie, diverse e parallele,
storie di amori e di follia appunto.
Sabato 27 luglio 2013
COMPAGNIA TEATRALE SCHIO TEATRO OTTANTA - Schio
“TRAMACI PER L’EREDITA’” di Jean Francois Regnard - Adattamento e regia di
Paolo Balzani
Era il 9 gennaio 1708 quando fu messo in scena per la prima volta il Légatorie di quel
Regnard che nella sua Francia otteneva un grandissimo successo, imitando il collega
Molière e tentando di raggiungerne l’immensa grandezza. Il successo fu tale che sbalordì
la stessa critica, che guardava con superiorità questo autore ancora troppo legato ai
canoni della vecchia Commedia dell'Arte.
La critica che prima lo ignorava, gli contestava di avere imitato L'avare e forse anche
quel suo essere poco elegante e troppo popolare.
Questa idea di commedia del popolo e il legame con la tradizione italiana della
Commedia dell'Arte hanno spinto Paolo Balzani a elaborare una traduzione di quella
commedia che in italiano suona "L'erede universale" mentre in lingua veneta diventa
"Tramaci par l'eredità".
Si tratta di un progetto culturale per dare da un lato quella maggiore freschezza e
immediatezza che il vernacolo possiede, e dall'altro per attuare una sorta di legame
storico tra la tradizione teatrale francese e la nostra: prima tra tutte quella del nostro
grande Carlo Goldoni.
In più l'elaborazione è stato lo spunto per creare un ritmo moderno nell'impianto
dell'opera classica, sottolineando la potenza espressiva del protagonista: Geronte, il
vecchio avaro, genialmente esilarante nella sua ruvidità, ma altrettanto drammatico nella
sua riflessione di una vita che inesorabilmente sfugge.
Domenica 28 luglio 2013
COMPAGNIA TEATRALE G.T.M. GRUPPO TEATRALE MONTEGRANARO –
Montegranaro (FM)
“UN BOBI E DUE BUBI” – “VITO DE CASSIA’” di Sabatino Lopez e Vito De Cassià
di Maghy Allegri - Adattamento e regia di Maghy Allegri e Nicola Girotti
Un Bobi e due bubi - Siamo in una tranquilla famiglia di Milano bene. Il capofamiglia, un
giovane preciso e puntuale, è sposato con una deliziosa e devota ragazza. I due giovani
hanno un figlio. Un bel giorno, ad interrompere la tranquillità familiare, come un fulmine
a ciel sereno, arriva la suocera, vedova e pazzerella, promessa sposa ad un gentiluomo
irlandese attaccatissimo al suo cane scozzese. Una girandola di gag, malintesi e battute
spiritose, per un atto unico brillante con un finale a sorpresa.
Vito De Cassia - Giuseppe è in fin di vita. Mentre i parenti lo vegliano in preghiera al
capezzale, corre voce che abbia lasciato tutti i suoi beni ai frati, La veglia viene così
interrotta per aprire il testamento che conferma la fondatezza della diceria. Con l’arrivo
di Vito de Cassià viene elaborato un piano che……
Venerdì 2 Agosto 2013
COMPAGNIA TEATRALE AMATORIALE I CLITUNNALI – Campello sul Clitunno
“LA LETTERA DI MAMMA’” di Peppino De Filippo - Regia di Graziano Petrini
L’opera racconta la storia della famiglia Bentivoglio, composta da ricchi commercianti
aspiranti ad avere un quarto di nobiltà. La proposta del ragionere De Rosa, mediatore di
matrimoni, di far sposare la giovane Claretta con il baroncino Riccardo, calza a pennello.
Meglio ancora se si riuscirà a combinare anche il matrimonio tra il barone Edoardo, zio
di Riccardo, e la signorina Teresa, anziana zia di Claretta.
La commedia è ricca di trovate umoristiche, dispensate abbondantemente a beneficio del
pubblico.
Sabato 3 Agosto 2013
ASSOCIAZIONE CULTURALE L’IMPROVVISATA COMPAGNIA – Latina
“IO, ALFREDO E VALENTINA” di Oreste De Santis - Regia di Enzo Volpicelli
Federico é un 40enne single molto raffinato che vive da solo in un appartamento a Roma.
La sua è una vita tranquilla se non fosse per le continue intrusioni della sorella Maria che,
di stampo tradizionale, vuole a tutti i costi farlo sposare. Federico, pur non avendo nulla
contro il matrimonio, non ha ancora trovato la donna del suo destino. Maria si è però
convinta che suo fratello scappi dal matrimonio e dalle donne perché è un gay, supportata
nella sua logica anche dai modi chic di Federico, che a volte danno questa impressione.
Alla fine se ne convince completamente, quando arriva l’amico del cuore del fratello e
cioè Alfredo, anche lui chic ma sposato, e che invece va da Federico a chiedere conforto
ed aiuto perché si è perdutamente innamorato di una prostituta di nome Valentina, per la
quale è disposto a tutto.
Gli equivoci rendono questa commedia facile da seguire, divertentissima fino alla fine,
con momenti di grande comicità
Domenica 4 Agosto 2013
COMPAGNIA TEATRALE TEATRO DEI DIOSCURI – Campagna (SA)
“SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA SBORNIA” di Eduardo De Filippo - Regia di
Antonio Caponigro
Teatro dei Dioscuri ritorna al grande Eduardo dopo tantissimi anni. Ritorna con un testo
simpaticissimo, ma poco conosciuto, su cui ha svolto un interessante percorso di
messinscena.
Diversi testi di Eduardo hanno un qualcosa di onirico che li caratterizza, che li contamina
e li influenza (dalla famosissima “Non ti pago” a “Le voci di dentro”), o comunque
creano l’atmosfera di sospensione tra sogno, pazzia, realtà (“Questi fantasmi”, “Il figlio
di Pulcinella”, “Ditegli sempre di sì”). Al sogno, come succede nella più conosciuta “Non
ti pago”, è legato anche il gioco del lotto, cifra dello spirito napoletano, che aspira, con
un colpo di spugna (fortuna), a cancellare una condizione quotidiana spesso intrisa di
insoddisfazioni e frustrazioni.
Pasquale Grifone sogna spesso, sogna Dante, gioca al lotto numeri sognati, aspetta con
ansia una grande notizia che, però, non lo farà né ridere né piangere, anzi gli procurerà
tutt’e due le emozioni: gioia e dolore. Preso per pazzo o per ubriaco (da ciò il titolo di
shakespeariana memoria, ma solo memoria) dalla famiglia, vive la sua vicenda per lui
disgraziata, per tutti gli altri fortunata. Come una sorta di Cassandra moderna, è costretto
a non godere della fortuna procurata a sé e agli altri, non creduto riguardo alle
conseguenze tremende di quella stessa fortuna. Da questa che è l’essenza della vicenda,
dalla struttura drammaturgica del testo, scaturisce la classica comicità eduardiana
(sarebbe meglio dire tragicomicità).
La regia ha voluto aggiungere alla drammaturgia del testo e dell’attore (con le
improvvisazioni, la coralità, i ritmi e i giochi vocali, fisici e spaziali), la drammaturgia
della scena. E’ questa la novità più significativa dello spettacolo, che è anche un nuovo
percorso di ricerca di Teatro dei Dioscuri: una scena in continua evoluzione sul
palcoscenico, non passiva, di semplice arredo, ma vissuta, raccontata, trasformata,
adattata, integrata pienamente nella vicenda umana. Come la scena, anche i costumi
perdono il carattere accessorio che spesso il teatro tende a dargli, ma riprendono la loro
natura di intima connessione con l’attore.
La manifestazione ha visto assegnati i seguenti premi:
 Migliore Compagnia: Compagnie Teatrali Parla come magni/Gli Archibugiardi –
Narni
Motivazione: L’originalita’ della trama, la collocazione e l’ambientazione dei
personaggi, la spontaneità Della recitazione, fanno di questa piece teatrale un
lavoro veramente di classe Ciascuno degli interpreti, nel luogo di
ritrovo,scopre il coraggio di mettere a nudo i Propri sentimenti e le proprie
paure, approfittando di una fantomatica festa.
 Migliore Attore protagonista: Foscolo Ceccarani delle Compagnie Teatrali Parla
come magni/Gli Archibugiardi – Narni
Motivazione:
L’accurata
precisione nel rendere il personaggio,
perfettamente consono All’ambientazione storica della commedia, esaltando ,
pur velandola di una lingua “Sapiente” come il latino, la saggezza dei detti
popolari, fanno si che il suo interprete Resti nell’immaginario comune come
il dotto gaudente e conoscitore dei casi della vita.
 Migliore Attrice protagonista: Marianna Sivori dell’Associazione Culturale
l’Improvvisata Compagnia – Latina
Motivazione: Interprete squisitamente spontanea e piena di verve, ha tenuto
ottimamente il palcoscenico, precisa e puntuale negli interventi, senza mai
cadere nell’eccesso. La freschezza della sua recitazione ha condotto il
pubblico ad una esilarante partecipazione, anche nei momenti più discorsivi.
 Migliore Attore non protagonista: Alessandro Testolin della Compagnia Teatrale
Schio Teatro Ottanta – Schio
Motivazione: Vivacissimo e padrone della scena, anche nei suoi molteplici
travestimenti, ha incarnato la grande tradizione teatrale, a partire da Plauto
fino ai giorni nostri. Simpaticamente canaille, ma capace di buoni
sentimenti, ha reso perfettamente l’idea del personaggio classico della
commedia dell’arte.
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Migliore Attrice non protagonista: Elisabetta Cocco della Compagnia Teatrale
Schio Teatro Ottanta – Schio
Motivazione: La pacatezza, data dalla sicurezza dell’interpretazione di un
personaggio, che è l’ago della bilancia, il saper trasmettere che la vita
comunque sia, bella o brutta, povera o ricca, merita di essere vissuta , se
vengono rispettati valori essenziali, come l’amore, la lealtà, e la sincerità,
hanno colpito per la semplicità dell’interpretazione.
Regia: Antonio Caponigro della Compagnia Teatrale Teatro dei Dioscuri –
Campagna (SA)
IL
LAVORO
TEATRALE
PROPOSTO,
DI
NON
FACILE
INTERPRETAZIONE E’ STATO ABILMENTE BILANCIATO DA UNA
SAPIENTE ALTERNANZA DI TRAGICO E DI COMICO, DI
TRADIZIONALE E DI MODERNO. LA CHIAVE DI LETTURA, QUINDI
TUTTA NUOVA HA RISCOSSO UN MERITATO SUCCESSO.
Premio Simpatia: Antonio Lungo dell’Associazione Culturale L’improvvisata
Compagnia – Latina
Motivazione: Vaso di coccio tra vasi di ferro il personaggio di Peppino,
estrinseca in versi, quasi sempre Sconnessi, tutti i suoi sentimenti, sia per la
adorabile consorte che per amici e conoscenti, fornendo in modo burlesco
autentiche perle di saggezza, o come di lui stesso “ un cammeo “
Allestimento scenico: alla Compagnia Teatrale Amatoriale I Clitunnali – Campello
Sul Clitunno
Motivazione: L’AMBIENTAZIONE DEI PRIMI DEL SECOLO, CON
POCHI ARREDI, MA BEN DISPOSTI E L CURA DEI PARTICOLARI,
UNITA ALL’ORIGINALITA’ DEI COSTUMI MAI ECCESSIVI, HANNO
CREATO L’ATMOSFERA IDALE PER UNA FAVOREVOLE
INTERPRETAZIONE DEL TESTO
Gradimento del pubblico: all’Associazione Culturale L’improvvisata Compagnia –
Latina
LA COMMEDIA RICCA DI COLPI DI SCENA, RIDICOLI E
PARADOSSALI, BEN SI E’ PRESENTATA PER SUSCITARE L’ILARITA’ E
IL CONSENSO DEGLI SPETTATORI, CHE NEL FINALE A SORPRESA,
HANNO APPREZZATO LA FRESCHEZZA E LA NOVITA’ DEL TESTO
Al termine della premiazione, il pubblico è stato omaggiato dalla Nuova Compagnia
Teatro città di Terni che ha portato in scena e fuori concorso “Non tutti i ladri vengono
per nuocere” di Dario Fò con la regia di Silvano Locci.
Il ladro si muove silenzioso nella casa che vuole svaligiare quando viene interrotto dallo
squillo del telefono: è sua moglie, che gli telefona sul posto e che gli fa continuamente
delle scenate di gelosia.
L'appartamento appartiene ad un personaggio senza nome, l'uomo. Improvvisamente,
quest'ultimo rientra in compagnia dalla sua amante, la donna. Fin dal primo momento è
chiaro che i due vivono la loro tresca nel terrore di essere scoperti, dato che entrambi
sono sposati. Nel frattempo, il ladro si è nascosto nella pendola per paura di essere visto.
In seguito l'entrata di Anna, padrona di casa e moglie dell'uomo, finisce per causare
scompiglio, menzogne e preoccupazione un po' in tutti i personaggi. Come tutti gli altri,
anche Anna ha infatti qualcosa da nascondere: è tornata a casa proprio dopo aver avuto a
sua volta un incontro segreto con il proprio amante, di nome Antonio.
Verso la fine della commedia, con l'entrata in scena di Antonio, lo spettatore capirà che
quest'ultimo non è solo l'amante di Anna, ma anche il marito della donna, quindi
dell'amante del padrone di casa. Tutti e quattro si trovano dunque legati tra di loro nel
doppio ruolo di coniugi traditi ed amanti infedeli. In questa situazione, i due mariti e le
due mogli si trovano faccia a faccia sbugiardati dall'evidenza, ma costretti a fare buon
viso a cattivo gioco, tra lo stupore ed il divertimento del ladro.
“E' un gioco alla rovescia quello che viene messo in scena: gli imprevisti e i
fraintendimenti si accumulano senza soluzione di continuità, non chiarendosi agli occhi
dei personaggi, ma formando un gomitolo impossibile da sciogliere e per questo fatto
direttamente rotolare via.” (Dario Fo).
Se all'inizio della pièce il ladro potrebbe venire visto come il fuorilegge che sottrae beni
agli altri, nei dialoghi si profila la realtà opposta di una borghesia ricca ed amorale
(quella dei quattro coniugi-amanti), la quale vive alle spalle dei ceti meno abbienti, spesso
costretti all'illegalità.
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